Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 28-02-2017 04.06.15

Nyoko cercò di non pensare agli ultimi brutti avvenimenti, tentando di distrarsi col ricordo delle sue avventure.
Da fuori giungeva il rumore di Pavel che tagliava la legna e nel farlo cominciò a cantare.
Aveva una voce robusta e gradevole, tradendo forse un animo indomito e un tantino solitario, cupo, come la brughiera che faceva da sfondo al suo mondo, così lontano e diverso dal cemento, dal vetro e dalle insegne luminose della sterminata Afragolopolis.

Lady Gwen 28-02-2017 04.07.28

Quelle parole mi spiazzarono.
Sembrava...
No.
No, non poteva essere, no.
Dovevo smetterla di pensarlo.
Ma ogni parola, atteggiamento, quel suo tono spontaneo e canzonatorio in biblioteca, la sua voce, i suoi occhi...
"Già... È ciò che diceva anche una persona..." mormorai, pianissimo.
Abbassai per un attimo gli occhi, ma poi sospirai, come impaziente e li rialzai, frugando nell'oscurità e cercando i suoi occhi.
"Dimmi il tuo nome."

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Nyoko 28-02-2017 04.11.21

Pensavo alle mie avventure quando un canto mi riscosse. Era quel ragazzo, Pavel, che mentre tagliava la legna cantava. Aveva una voce che mi lasciò salire brividi lungo tutto il corpo e mi sembrava così unica... Immaginai una persona con il volto mascherato, circondato dal verde della brughiera a riempire il silenzio solitario dei boschi con la sua voce forte e calda. Mi scappò un sorriso, quel canto fu quasi come una ninna nanna, che mi cullava e mi rilassva. Avrei tanto voluto affacciarmi alla finestra e osservarlo mentre cantava.

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Guisgard 28-02-2017 04.15.18

Icarius guardò con piacere Clio che apprezzava quei dolci.
Poi quella goccia di cioccolato che scivolò sul suo petto, vicinissimo al vestito.
Lui vide quel cioccolato scendere piano sulla bianca pelle di lei.
Fu tentato di toccarla, ma erano nel bel mezzo della festa.
“Troviamo un posto appartato per pulirti...” disse lui fissando la musa.

Clio 28-02-2017 04.22.55

Lo zucchero a velo delle chiacchiere aveva ormai inondato il mio viso.
Ma non era la cosa più grave.
Continuavo a guardare quella goccia di cioccolato che scendeva piano sulla mia pelle, scivolando lentamente ma inesorabilmente verso la stoffa bianca del vestito.
Icarius sembrò sul punto di aiutarmi, ma si fermò.
Alzai gli occhi su di lui, a quelle parole e annui.
"Sì, ti seguo..." con un leggero sorriso "Grazie..".

Guisgard 28-02-2017 04.23.40

Lui guardò Gwen.
“Un nome vale l'altro...” disse mangiando “... dovresti chiamarmi signore o padrone... ma la cosa mi è indifferente... potrei farti un regalo... perchè no... se vuoi chiamami come più ti piace...”

Guisgard 28-02-2017 04.26.17

Nyoko ascoltò quel canto.
Poi si accorse che Pavel smise di tagliare la legna, per avvicinarsi alla finestra della camera di lei, senza smettere di cantare.
Si sedette a terra, con la schiena contro il muro e lì lei poteva sentirlo vicino e chiaro.

Nyoko 28-02-2017 04.29.01

Seguivo il suo canto quando poi mi accorsi che non stava più tagliando la legna. Invece, il suo canto continuò, facendosi più vicino e chiaro. Mi misi a sedere sul materasso, incantata da quella voce e mi misi ad ascoltare, con gli occhi che quasi sembravano poter vedere lui vicino la finestra a cantare.

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Guisgard 28-02-2017 04.36.28

Clio annuì ad Icarius e lui la condusse dietro una piccola abitazione, appena più appartata da quel trambusto.
L'innocenza ed il candore di lei erano disarmanti, non immaginando cosa quella situazione scatenava nel pittore.
Guardava infatti quella goccia di cioccolato tremolante che piano scivolava sulla bianca pelle di lei.
“Ti aiuto io...” disse in un sussurro caldo ed eccitato lui, per poi chinarsi sul petto di Clio.
Allora baciando il suo petto, dove il bel seno di lei si appoggiava nella scollatura generosa di quell'abito, prese fra le labbra quella goccia di cioccolato, per poi succhiando ed assaporando la pelle nuda.

Guisgard 28-02-2017 04.40.48

Pavel continuò a cantare, fino a quando si alzò e con un gesto istintivo guardò nella finestra, vedendo la sagoma di Nyoko seduta in mezzo al letto.
Sollevò allora il vetro.
“Ehi...” disse alla ragazza “... spero di non averti svegliata io... avevo scordato che stessi riposando...”


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