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Nessuno rispose.
Niente, si sentivano dei rumori e basta. Probabilmente era qualcuno che aveva sbagliato. Riattaccai e guardai l’orologio. “Qui non lavora ancora nessuno?” Guardandomi attorno e guardando il set vuoto. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Chi lo avrebbe detto...” disse lui “... una prostituta che da lezioni di morale ad un giornalista.” Sorridendo a Gwen. “Beh, le confesso che temevo l'avesse corrotta... mio padre ha fatto una cavolata e davvero pensavo che fosse finito in uno scandalo...” sollevato “... eh... ho pensato male di lei... mi devo scusare... posso offrirle del denaro per riconoscenza e per chiederle scusa?”
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"Le ho detto... siamo in pausa." Disse il regista a Destresya col suo tono da artista un pò così. "Lei non si rilassa mai?"
Ad un tratto una delle segretarie annunciò un uomo a Destresya. |
"Anche i giornalisti svendono se stessi. Ci sono tanti modi per farlo, non solo attraverso il proprio corpo" risposi, senza un'intonazione precisa.
Poi lo guardai. "Sono già stata pagata per stasera, grazie" risposi, con tono forse più secco di quanto avrei voluto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Quindi..." disse lui guidando "... come posso sdebitarmi con lei?" Fissando Gwen.
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"Questo lo avete detto mezz'ora fa.." fissandolo spiccia "No, altrimenti come potrei pagare tutto questo?" squadrandolo da capo a piedi.
Poi la segretaria annunciò l'arrivo di un uomo. "Fallo passare!" sbuffando appena. |
Lo guardai alcuni istanti nei suoi occhi scuri e profondi.
Erano bellissimi. Come ebano levigato e poi laccato, lucido e luminoso. "Da bere sarà sufficiente" risposi poi, accennando un sorriso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, perchè no." Disse lui sorridendo. "Comunque mi chiamo Elv... piacere." Dando la mano a Gwen. "Qui vicino c'è un cinema... se le va, beh, possiamo andarci e magari mangiare e bere qualcosa lì."
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La segretaria condusse così l'uomo da Destresya.
"Salve." Disse lui. Era un tipo magro, dall'aspetto comune e bonario. "Mi chiamo Ernau..." presentandosi alla bella produttrice "... e volevo... ecco... volevo parlarle di un mio progetto..." |
Scoprii che si chiamava Elv, mentre mi tendeva la mano.
"Gwen" risposi, stringendo la sua mano con la mia. "Sì, ottimo. Accetto volentieri" sorridendo e scostando dal viso una ciocca bionda della parrucca sotto il berretto nero lucido. Sarebbe stato meglio se non mi fossi abituata a tante e gentili attenzioni. Perché un po' come Cenerentola, che perdeva tutto allo scoccare della mezzanotte, anche tutto questo sarebbe svanito. Lizzie era solita farmi questo esempio, dicendomi che solo una simile poteva trovare il tizio aitante di turno disposto a salvarla dalla topaia in cui era confinata. Ma noi non eravamo Cenerentola. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
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