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August aiutò Llamrei, Morrigan, Finiwell e Cavaliere25 ad uscire da quel cunicolo.
“Sono sir August, cavaliere di Capomazda…” disse August “… ma tu cosa ci fai lì?” Chiese poi a Finiwell, una volta riconosciutolo. Il cavaliere raccontò ogni cosa al suo superiore; di come avevano aiutato Morrigan e combattuto contro i misteriosi assalitori, fino all’aiuto recato loro da Llamrei. “Dunque all’interno della cittadella vi sono numerosi nemici!” Turbato August. “Come è possibile?” “Credo siano le spie che stavamo cercando.” Spiegò Finiwell. “E voi chi siete?” Chiese August a Llamrei. “Cosa ci facevate di notte al Vecchio Mulino? Credevo che le monache frequentassero ben altri luoghi…” |
Citazione:
" Al vecchio Mulino dite? C'eravate anche voi? Quindi se voi eravate lì sapete benissimo il motivo per il quale anche io mi trovavo nei pressi...gran furbacchione!" |
Sollevai gli occhi, incerta... le gambe mi erano tremate forte e mi ero dovuta appoggiare ad un albero per non cadere... solo per un istante, però, perché subito un uomo mi era giunto di fianco e mi aveva sostenuta...
Osservai il suo viso, non mi pareva di averlo mai visto prima... comunque gli sorrisi, riconoscente per l’aiuto che mi aveva prestato. Fu a quel punto che quella donna si fece avanti e parlò... Rimasi educatamente in silenzio, ascoltandola... Mi sentivo confusa e le sue parole fecero tutt’altro che chiarezza nella mia mente. Percepivo con difficoltà ciò che mi avveniva intorno... era una sensazione, più che altro... una sensazione sgradevole... la sensazione di aver dimenticato qualcosa... qualcosa di importante... Eppure non c’era niente nella mia memoria... la scandagliai per un istante con attenzione... niente, solo una densa e impenetrabile nebbia... Citazione:
Osservavo tutto, ascoltavo tutto... ma senza parlare. Cosa avrei potuto dire, poi? Osservai di nuovo la donna... mia sorella, così mi aveva detto... ma ne rimasi sconcertata! Mia sorella... mi chiesi... come si può dimenticare un volto caro, come quello di una sorella? La guardai ancora, cercando di rammentare... ma niente! Non c’era il suo volto nella mia memoria! E questo mi turbò molto! Ma non lo dissi... sarebbe stato scortese, forse! Mi affrettai comunque a seguirla... rimuginando le sue parole... Yelia... Questo, dunque, era il mio nome? Neanche questo rammentavo! Yelia... lo ripetevo mentalmente, ma continuava a suonarmi estraneo... anzi, mi suonava quasi sbagliato... E l’altro nome che era stato pronunciato... quello del nostro misterioso ospite... Lord Icarius... Riflettei. Lord Icarius... Niente! Ma mia sorella mi aveva detto, però, che egli era per me un estraneo, e dunque pensai che non fosse grave il non ricordarlo, dopotutto... ciò mi rasserenò un poco. Eppure, curiosamente, proprio in quel momento l’ennesima strana sensazione mi assalì... e quella densa nebbia nella mia memoria tremò... qualcosa mi sfuggiva, lo sentivo... qualcosa restava appena oltre la mia capacità di ricordare... Ma cosa? Cos’era? Eravamo giunti nel giardino, intanto. Io seguivo mia sorella in silenzio, tutta immersa nei miei pensieri... e fu allora che, sollevando appena lo sguardo, li vidi. Un piccolo gruppo di persone ci attendeva in silenzio... vidi uomini e donne, notai una ragazzina abbigliata in un curioso modo... Poi i miei occhi si posarono sul cavaliere che apriva la comitiva, e qualcosa in me tremò forte. Non sapevo cosa fosse, non avrei saputo dare un nome a quella sensazione, ma mi assalì e mi travolse... se ne stava fermo, silenzioso e fiero, sul suo volto un’espressione per me indecifrabile, un leggero e appena accennato sorriso gli increspava le labbra, e aveva gli occhi più sorprendenti che avessi mai visto, limpidi e cristallini, disarmanti. Avvertii quasi una sensazione di déja-vu di fronte a quegli occhi, ma la registrai a fatica... non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui, così per un istante rimasi immobile, quasi incantata... sentendomi inspiegabilmente felice. E fu un attimo infinito... poi, improvvisamente, mi parve che anche lui tenesse i suoi occhi proprio nei miei... così mi vergognai. Arrossii appena e abbassai precipitosamente lo sguardo, accennando un sorriso imbarazzato. |
Mi rivolsi a Guisgard: "Dobbiamo andare a prendere la spada... è l'unico modo per salvare Gavron!"
Gli appoggiai una mano sull'avanbraccio, era ancora teso e furioso. "Seguite il mendicante..." dissi, facendo cenno ai miei fedeli amici di andare. "Non fatevi vedere da nessuno..." Rimuginai un attimo, poi praticamente lo trascinai nella cappella. "Guisgard, forse un modo c'è... ma dobbiamo catturare quel piccolo storpio... potreste essere voi stesso a portargli la spada. Posso mutare il vostro aspetto così che possiate avvicinarvi tanto da ucciderlo... ma io a quel punto sarò quasi senza poteri... però prima dobbiamo sapere dove si nasconde e dove ha portato il piccolo Gavron." Avevo parlato a bassa voce, anche se lì dentro non poteva sentirci nessuno.Mi affacciai sulla soglia e scrutai nell'oscurità, temendo quasi di vedere il suo malvagio profilo fare capolino dal fondo della strada. |
Ascoltai con attenzione le parole di Luna.
Allora, dovrò togliergliela con la forza quella maledetta corazza incantata! Il resto del viaggio lo percorremmo in religioso, mentre paesaggi completamente diversi gli uni dagli altri, scorrevano davanti ai nostri occhi. Il bellissimo paesaggio che ci circondava, cedette il passo all'inferno. Tutti intorno a noi stavano corpi putrefatti e orrendamente mutilati. Donne, ragazze, bambine stanno chine su quei corpi, piangendo. Volto il viso dall'altra parte, disgustata, pensando a chi potesse aver compiuto un tale scempio. Poi finalmente arrivammo a palazzo. Venne ad aprirci un giovane valletto, che ci diede calorosamente il benvenuto. "Grazie per il benvenuto, ma credo che dovrebbe essere la padrona a darci il benvenuto, non crede anche lei?" gli dissi con stizza. "Possiamo entrare in questo magnifico palazzo, o ci lascerete qui fuori?" lo guardai sospettosa. Forse sto esagerando, sto esagerando davvero... Mi poggiai una mano sulla fronte, era calda. Mi venne un capogiro e rimasi a stento in piedi; fortunatamente Luna mi si avvicinò e mi sorresse. "Mi sono indebolita dopo che..." mi fermai. Spinsi da parte il valletto, ancora fermo sulla porta ed entrai . In piedi davanti a me, c'erano due dame bellissime; le guardai incredula. Mi avvicinai ad una di loro, le presi le mani tra le mie e la osservai scrupolosamente, preoccupata. "Oh, Lady Talia, state bene!" Finalmente... non crucciatevi mio Signore. Tra poco avrete il sangue che tanto reclamate. Tra qualche giorno, il Cavaliere del Gufo non sarà più un problema. Nessuno sa che siete tornato, ancora più forte, in me. Faccio ancora finta di star male se uso i miei poteri... Fissai Lady Talia negli occhi e capii. "Oh no... Cosa le avete fatto? Cosa le avete fatto!" dissi rivolgendomi a Layla. Dicendo ciò, strinsi ancora più forte le mani della Granduchessa di Capomazda. |
Quel momento di imbarazzo... sentivo le guance rosse e accaldate di fronte a quel cavaliere, con quegli occhi sorprendentemente belli...
Poi accadde una cosa che mi stupì: la ragazzina che avavo notato subito mi corse incontro e mi prese le mani, come se mi conoscesse... Citazione:
Talia? Mi sembrò di sentir vibrare qualcosa in lontananza... Talia... Confusa, distolsi lentamente lo sguardo da lei e lo spostai su mia sorella, muovendolo tra la donna e la ragazza e chiedendomi di cosa stessero parlando... E intanto quella sgradevole sensazione si intensificava, fin quasi a farmi mancare l'aria: c'era qualcosa che sfuggiva al mio ricordo... c'era, ne ero certa... mi pareva, a tratti, di riuscire sfiorare i contorni di quel ricordo, poi ero di nuovo nella nebbia più densa... Infine, incerta, per chissà quale motivo, mi azzardai ad alzare di nuovo gli occhi sul bel cavaliere. |
“Si, potrebbe essere un’idea…” disse Guisgard annuendo “… ma davvero potreste mutarmi in quell’essere grottesco?” Fissò poi la strada avvolta nel buio, dove il mendicante era svanito. “Dobbiamo recuperare la spada…” aggiunse.
Poi fissò Melisendra. “In verità ci sarei andato da solo a riprenderla…” continuò “… essendo il luogo in cui si trova la spada, diciamo, particolare… ma ora non mi fido a lasciare anche voi da sola… ormai è chiaro che questo posto pullula di spie e seguaci di quel maledetto…” |
"Sì, posso farlo...", annuii.
"Insisterei per venire comunque... ormai dovreste conoscermi un po'." Mi voltai verso di lui. "Andiamo... quando tornerà a prendere la spada lo cattureremo e io procederò con quel rituale... poi gli spiriti ci condurranno dal suo padrone." Spinsi con forza il portone e uscii. "Fate strada... a questo punto sono curiosa di sapere dove l'avete nascosta..." |
“E va bene…” disse Guisgard “… del resto ormai vi conosco abbastanza per sapere che sarebbe inutile tentare di farvi cambiare idea… e sia, andiamo… ma non dite che non vi avevo avvisata…”
Il cavaliere e Melisendra così si incamminarono verso una strada che conduceva in un luogo non distante da dove si svolgeva il mercato di Capomazda. Imboccarono una stradina laterale e si ritrovarono davanti ad un palazzo abbastanza appariscente. Dal suo interno provenivano suoni e voci. Guidsgard allora si avvicinò al portone e fischiò verso uno dei balconi. Un attimo dopo alcune ragazze si affacciarono e riconobbero subito quel cavaliere. “Ehi, guardate!” Indicò una di loro. “E’ Guisgard!” E tutte le altre cominciarono a fargli moine ed a ridere maliziose. Guisgard sorrise e mostrò un sontuoso inchino a quelle ragazze. Il portone si aprì ed alcune di quelle giunsero ad accoglierlo. “Oh, Guis, dove eri finito?” Chiese una di loro. “E’ da un bel pò che non vieni a farci visita!” “Eh, hai ragione… ehm… Darma.” “Darma? Sono Evilin!” “Ah, scusami, tesoro, ma sai che non sono bravo con i nomi!” Sorridendo Guisgard. “Ed il mio lo ricordi, Guis?” Domandò un’altra. “E il mio?” “Ragazze, calma…” fece Guisgard “… ho bisogno di vedere lady Rachel… dopo giocheremo ad indovinare tutti i vostri nomi. Promesso.” “Veramente ci avevi promesso il gioco di Teseo e la regina delle Amazzoni!” Esclamò una di loro. “Faremo tutto ciò che volete… ma dopo. Ora fatemi entrare, ragazze.” Guisgard allora fece segno a Melisendra di entrare ed il portone del palazzo venne chiuso alle loro spalle. |
Mi guardai attorno. Stoffe preziose, profumi esotici e morbidi tappeti.
Tutto quel cicaleccio e quei forti profumi mi stordirono. Mi voltai verso Guisgard, che parlava con quelle donne. Feci tintinnare dei sonaglietti che scendevano davanti a me e feci scivolare il velo sulle spalle. Ruotai su me stessa, quasi incredula. "Una casa di piacere?" Lo guardai con aria interrogativa, ma subito dopo scoppiai in una risata. Osservai le ragazze affannarsi intorno a lui e chiamarlo familiarmente. "A quanto pare vi conoscono bene..." lanciai un'occhiata a quelle ragazze. "Teseo e le Amazzoni?"Gli domandai maliziosamente. Soffocai una risatina. "Spero non ci mettiate molto a trovare quella spada... uscire da qui sarà un'impresa di per sè..." dissi, riferendomi al nugolo di ragazze che lo avevano circondato. |
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