Risi di gusto e lo colpii con un pugno scherzoso al braccio, quando mi definì "contesa".
Che termine...
Manco fossimo stati in un romanzo medievale.
Intanto, il giornalista era andato via.
"Si respira meglio, senza i giornalisti fra le scatole..." commentai, prendendo un respiro profondo e sarcastico.
"Cosa pensi sia meglio fare? Insomma, pare davvero che si tratti di un incidente, anche se dopo i fatti degli ultimi giorni non mi fido molto..."

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"Per esperienza" disse Gan a Gwen, dopo aver riso per quel pugno scherzoso di lei "so che i maniaci di bambini non cambiano mai prede. No, non è stato il nostro assassino, non ci sono segni o altro che conducano a lui. La povera vecchia non ci stava con la testa edè finita del canale probabilmente per un maledetto incidente." Tirando fuori un pacchetto di sigarette ed offrendone una a Gwen. "Cosa propongo ora? Una cosa a cui tu non hai pensato." Ridacchiando. "Forse troppo presa dai tanti che ti girano intorno."

Gan aveva ragione.
Mi ero intestardita sul voler trovare un collegamento probabilmente nel tentativo di non farmi sfuggire anche il più piccolo dettaglio, ma così facendo rischiavo solo di togliere energie alla vera parte importante delle indagini.
Alzai gli occhi in su e sospirai, prendendo una sigaretta.
"Vuoi darci un taglio?" dissi laconica e svogliata "Avanti, illuminami, visto che tu sei così lucido" con un sorriso di sfottò, mentre accendevo la sigaretta.

Gan rise.
"Beh, devo vendicarmi per essere stato definito geloso." Disse ironico. "Agente Gwen..." continuò poi con fare sarcastico "... si è fatta sfuggire un particolare. Cosa ha detto il padre del bambino relativamente al compito fatto da sua figlia Eline e della sua amica Marica?" Guardandola divertito e quasi cn sfida.

Lo guardavo con un sopracciglio inarcato mentre sghignazzava ed io continuavo a fumare.
Che soggetto...
Poi, aggrottai la fronte.
"Il padre pensava di dover accompagnare la figlia in biblioteca, per trovare il libro. La madre, però, gli ha detto che il libro glielo aveva già prestato lo scrittore" risposi, ripercorrendo mentalmente tutta la giornata.
"Dici che dovremmo andare a parlargli?" chiesi retoricamente "Beh, male non può fare, magari può dirci qualcosa" convenni, finendo la sigaretta, per poi spegnerla.

"Bingo, agente Gwen." Disse Gan ridendo e finendo la sua sigaretta.
Così salirono in auto e lasciarono quel posto.
La casa dove si trovava lo scrittore distava da lì pochi chilometri.
Era un'abitazione grande, un villino recitanto ed isolato.
I 2 agenti trovarono Montes proprio nel giardino di casa, mentre passeggiava registrando la sua voce con il cellulare.
Vide la macchina e smise, mettendo in tasca il telefonino, per poi avvicinarsi ai 2 poliziotti appena scesi dall'auto.
"Salve." Con un cenno del capo Montes. "Siete i 2 agenti dell'Afrapol, ci siamo incontrati alla villa dei 2 fratelli. Vi occorre qualcosa?"

Risi anch'io con lui scutoendo la testa, mentre salivamo in macchina e ci dirigevamo da Montes.
La casa era un villino piuttosto grande ed isolato, che mi fece pensare che davvero fosse l'ideale per chi aveva bisogno di quiete e solitudine e lo scrittore era in giardino a a registrare a qualcosa sul cellulare.
Smise vedendoci arrivare e ci fece entrare.
"Sì signor Montes, scusi il disturbo" iniziai "Sappiamo che ha prestato un libro alla sorella del bambino ucciso, Eline e volevamo sapere se lei poteva darci qualche informazione in più sulla famiglia, o qualsiasi altra cosa le venga in mente, visto che loro non ci sono stati molto d'aiuto" spiegai, con tono pacato.

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"Nessun tipo di informazione, sono spiacente." Disse spiccio Montes a Gwen. "Non li frequento e non li conosco. La figlia con un amica passano di qua tutti i giorni a piedi per andare a scuola. Si fermavano spesso incuriosite, forse perchè uno scrittore ai loro occhi è qualcosa di fuori dall'ordinario." Grattandosi la fronte. "E un giorno che ero in giardino mi hanno chiesto se avessi una biblioteca e se potessi mostrarla loro. Alla fine mi chiesero un libro e gliene prestai uno. Tutto qui."

Il suo tono era spiccio, le sue risposte inoppugnabili.
Annuii lentamente, guardando Gan, per capire dal suo sguardo cosa pensasse.
"Immagino le interessi l'occulto, se ha scelto proprio questo come posto ideale. Un luogo pieno di leggende, folklore..." commentai "È stato questo l'argomento su cui le due ragazze si sono dirette, vero?" chiesi, per capire e cosa avrebbe risposto.
Perchè sapevo già quale fosse la risposta alla mia domanda e volevo sapere se l'avrebbe confermato.

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"Si, studio l'occultismo, lo spiritismo e boiate varie, proprio come un disinfettatore studia i ratti." Disse col suo tono spiccio Montes a Gwen. "Ho scelto questo posto perchè molti credono davvero a simili panzane e un medico solitamente va dove sono i malati." Aprendo il frigo e prendendosi una birra, senza offrirne ai 2 agenti di polizia. "Voleva che quelle 2 ragazze sapessero cosa era capitato secoli fa a delle bambine accusate di essere delle streghe." Bevendo.
Gwen osservava Gan e lesse sul suo viso un certo fastidio per quell'uomo.

Lo ascoltai e rimasi parecchio interdetta, senza sapere che esatto significato dare a ciò che diceva.
Voleva che due ragazzine leggessero di loro coetanee condannate per stregoneria?
Ma con che persona avevamo a che fare?
Lessi sul viso di Gan un sentimento simile al mio, ma non mi sarei aspettata nulla di diverso.
Non era la persona più piacevole con cui avessimo avuto a che fare.
"Bene, signor Montes, se dovesse venirle in mente qualcosa o avesse informazioni utili, non esiti a chiamarci" dandogli un bigliettino da visita.

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La cosa si faceva sempre più interessante.
Il suo migliore amico...
Sarà stato immaginario o reale?
Lo avremmo scoperto presto.
"Oh ma che bello! E dimmi è un tuo compagno di classe? Piccolino come te? Oppure è più grande?" chiesi al bambino, tutta interessata ma senza impormi.
"E come vi siete conosciuti?".

"Non c'è altro, non mi verrà mente nulla quindi." Disse Montes senza prendere il bigliettino di Gwen.
"Magari potrebbe vedere qualcosa di strano, signor Montes." Gan.
"Cosa di preciso?"
"Non so, meglio che prenda il bigliettino quindi." Fece Gan.
Montes annuì sena convinzione e prese il biglietto, quasi per togliersi di torno i 2 agenti.

Lo guardai battendo un paio di volte le palpebre, mentre guardavo lui e il bigliettino.
Ma era serio?
Erano davvero queste le maniere verso le forze dell'ordine?
Gan alla fine lo convinse, am era più che chiaro che lo facesse per sbarazzarsi di noi.
Feci allora un gesto col capo al mio partner.
"Buona giornata, signor Montes" dissi solo, uscendo.
"Dio, che brutta persona..." dissi a Gan, una volta che fummo in macchina.
"Ma come si può essere così? Che modo di comportarsi è? Sapevo che la prima impressione che avevo avuto su di lui era stata giusta..."

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"No, non è un mio compagno di scuola." Disse il bambino ad Ester. "Lui vive nel pazzo del cortile di casa." Fissandola.
La madre ascoltava con lo sguardo preoccupata.
Intanto Gwen e Gan erano usciti dalla casa di Montes.
"Si, una persona davvero spregevole..." mormorò Gan "... mi chiedo quanti libri venda un tipo simile..."

"Considerando che tipo di sciacallo è, direi molti, il mercato ama questa gentaglia, ecco perchè non ce la togliamo mai dai piedi" dissi spiccia.
"Non capisco come si possa pensare di comportarsi così con due ragazzine. Inoltre, ciò che entrambe hanno raccontato su quell'ombra non è confortante. Insomma, magari le ha spaventate, suggestionate, ma ci pensi?" scuotendo la testa.
"Onestamente, spero che Montes non sia minimamente coinvolto nelle indagini, meno ho a che fare con lui, meglio sto..."

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"Si, bravissima." Disse Gan a Gwen quando ormai erano saliti in auto e ripartiti. "Anche io credo che abbia suggestionato quelle 2 ragazzine al punto da causarle quelle allucnazioni." Annuì. "E infatti solo loro 2 affermano di vedere queste ombre." Guidando. "No, non credo sia coinvolto. Solitamente in un caso di omicidio l'assassino fa di tutto per non attirare l'attenzione su di sè, mentre Montes si impegna parecchio a voler essere il cattivo del posto." Ridendo.

Annuii a ciò che disse riguardo le due.
Poi, ridacchiai alla frase su Montes.
"Più che altro, se lo fosse davvero, sarebbe molto stupido da parte sua tenere un comportamento così sgradevole sapendo che ci sono in corso indagini per duplice omicidio..." commentai, guardando fuori dal finestrino con poca enfasi.

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"Infatti." Disse divertito Gan a Gwen. "Ora che si fa? Abbiamo capito che con ogni probabilità la povera vecchia è stata vittima di un dannato incidente e le 2 ragazzine sono state suggestionate da quell'idiota. Torniamo alla villa? Magari così butteremo giù qualche riga per un primo rapporto e raccogliere così le prime conclusioni a cui siamo giunti?"

Ascoltai la sua proposta ed annuii a tutto.
"Sì, sarà meglio. Magari scrivendo riusciremo anche a ragionare e fare più luce sulla situazione, a riflettere su tutti i dettagli" concordai, sentendo il bisogno di fare chiarezza sulla faccenda.
Non avevamo ancora nulla per le mani in merito al caso e dovevamo rimediare.

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Gwen e Gan tornarono allora alla villa e con loro sorpresa trovarono qui l'auto del giornalista.
Quel tipo sembrava voler allacciare rapporti con tutti gli abitanti di quelle campagne, pur di scrivere un articolo su quella triste faccenda.
Entrati in casa i 2 agenti trovarono proprio Ivan con Elv.
"Ecco i nostri valenti investigatori." Disse Elv, per poi fare l'occhiolino a Gwen.

Tornati alla villa, notai un dettaglio che decisamente era fuori posto, nel contesto.
Ed ero certa di non sbagliarmi.
"Non è l'auto di quel giornalista?" dissi retoricamente a Gan, prima di sbuffare.
Entrati dentro, lo vidi infatti insieme ad Elv.
Mi era mancato averlo intorno, dovevo ammetterlo, ma tale sentimento era soffocato dalla presenza del giornalista.
Accennai un sorriso ad Elv e poi mi rivolsi subito al nostro parassita.
"Signor Guerin, che piacere, avevamo quasi sentito la sua mancanza" con secco e aspro sarcasmo "A cosa dobbiamo questa graditissima visita?"

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Ivan rise.
"La libertà di Stampa, agente, non è meno importante di voi forze dell'ordine." Disse a Gwen. "E poi è diritto del pubblico cosa succede qui. Sia i brutali omicidi di bambini, sia l'incapacità mostrata fino ad ora dalla polizia." Divertito. "Forse lei è troppo bella per essere un agente dell'Afrapol... un giorno mi concederà un'intervista? Magari sul modo in cui ha fatto carriera..." tagliente.

Rimasi ad ascoltarlo trattenendomi dal prenderlo a cazzotti e sapere che ciò che mi istigava a fare era mio simile a ciò che sentivo verso Goz, rendeva il tutto ancora più grave e spiacevole.
Alla sua considerazione su di me, sentii il sangue ribollirmi nelle vene e quell'istinto si fece ancor più forte.
Come si permetteva quel bastardo a venire qui facendo insinuazioni?
"Se ne vada" sibilai con freddezza, fissandolo con astio senza muovere un muscolo.

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"Mi spiace, ma sono ospite del signor Elv..." disse ridendo Ivan a Gwen "... quindi non sta a lei, agente, invitarmi ad andare via." Divertito. "Vuol forse mettere il bavaglio alla Stampa?"
"Ok..." avvicinandosi alui Gan "... allora tra il signor Elv e l'agente Gwen è il terzo che gode, no?" Afferrando Ivan per la giacca ed issandolo su. "Ora fuori dai piedi." Spingendolo verso la porta.
"Questo è abuso di potere." Fissandolo il giornalista. "Lei non dice nulla?" Ad Elv.
"Non posso certo oppori ai tutori della legge, amico mio." Facendo spallucce questi.
In quel momento arrivò Herbert.

Sgranai gli occhi sconvolta, già tremando al pensiero di avercelo lì giorno e notte, ma non ebbi tempo e modo di fare altro che Gan li prese dalla giacca e lo portò via per buttarlo fuori, letteralmente, tanto che Guerin si appellò ad Elv e lui lo ignorò.
Lanciai infatti un'occhiata divertita al ragazzo dagli occhi neri, per averci supportato.
Specialmente me, dovevo ammetterlo.
Arrivò poi Herbert e mi chiesi cosa pensasse, sperando non si mettesse in mezzo in quel fatto, visto che stavamo letteralmente cacciando un suo ospite, ma non mi importava.

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"Agente." Disse Herbert a Gan. "Lei non ha facoltà di buttare qualcuno fuori da casa mia. Se questa persona ha commesso un reato allora pensi ad arrestarla. Altrimenti la lasci in pace."
"Va bene..." Gan annuendo "... come vuole lei..." a Herbert "... tu però sta attento e sta lontano da noi." Rivolto poi ad Ivan, indicando se stesso e Gwen.
"Mi interessa l'assassino, non voi 2." Con un ghigno Ivan.

Avrei voluto dire che Herbert aveva torto, anche se aveva ragione... Anzi, no, per me in quel momento aveva torto marcio, ecco.
Odiavo Guerin pur avendolo visto solo pochi minuti e odiavo dover stare dalla parte della legge, se ciò mi impediva di trattare i ficcanaso come meritavano.
Il ghigno di Guerin non mi piaceva, ma mi limitai ad ignorare sia lui che Herbert, per provare a mantenere un po' di sangue freddo e guardai Gan.
"Abbiamo un rapporto da scrivere" dissi solo, atona e impersonale.
Cercai di mantenere un tono quanto più distaccato possibile, se non volevo esplodere del tutto.

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"Si, maglio andare." Disse Gan guardando Gwen.
Allora i 2 agenti lasciarono gli altri e andarono in camera di Gwen per scrivere il rapporto e fare il punto della situazione riguardo le indagini.
"Quel bastardo di Guerin me la pagherà." Masticando amaro Gan una volta rimasti da soli. "Perdipiù temo faccia anche danni all'indagine. Spero solo che non spifferi troppo in giro e non metta così in guardia l'assasino..."

Andammo in camera mia e ci sistemammo per lavorare.
Al ché guardai Gan.
"Sono accuse pesanti queste" dissi "Anch'io lo odio, ma da qui ad essere complice di un pluriomicida di bambini ce ne vuole" commentai, vagamente stranita alla sua considerazione.

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"No, intendevo che con il suo ficcare il naso ovunque potrebbe danneggiare le indagini." Disse Gan a Gwen. "Neanche io penso che Ivan possa essere implicato in questa faccenda." Spiegandosi meglio.
Poi i 2 agenti cominciarono a scrivere quel primo rapporto sul punto delle indagini.
Impiegarono un paio d'ore per completare il tutto, anche se alla fin fine non c'erano poi molti indizi.
"Vado afarmi una doccia, tra poco si andrà cena." Gan a Gwen. "Tu cerca di stenderti un pò, non voglio che ti stressi troppo. Dobbiamo essere lucidi.
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Annuii a Gan per l'equivoco chiarito e lavorammo sodo un paio d'ore filate, fermandoci prima di cena.
Almeno il malumore non ci aveva impedito di lavorare e fare il punto della situazione.
"Lo farò, lo farò..." sarcastica e divertita, mentre lo accompagnavo alla porta.

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Gan andò via e lasciò così Gwen sola, in modo da potersi rilassare.
Ma dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta della camera di lei.

Gan andò via ed io fui libera di rilassarmi.
Tuttavia, com'era prevedibile che fosse, appena mi steso a letto bussarono alla porta.
Speravo per lui che non fosse Guerin o stavolta mia avrebbe sentita per davvero.
Sbuffando, mi alzai e andai ad aprire, curiosa di sapere chi fosse.

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Gen un pò seccata andò ad aprire, trovando sulla porta Elv, col suo sguardo magnetico ed il suo sorriso da gran rubacuori.
"Spero di non disturbare, agente..." disse facendole l'occhiolino.

Aprendo la porta, mi accolsero i grandi occhi scuri di Elv, che quasi mi impedivano di distogliere lo sguardo ed il suo sorriso che fece inevitabilmente ammorbidire la mia espressione, facendola sciogliere in un sorriso.
"Hey, sei tu. Entra" lo invitai, chiudendo la porta.
"Mi ero appena stesa per riposare prima di cena. Se vuoi farmi compagnia..." sarcasticamente divertita, mentre tornavo sul lato del letto.

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Elv rise piano a quelle parole di Gwen.
"Farti compgnia" disse lui "mentre sei stesa a letto?" Divertito. "Ok, dov'è il trucco?" Facendole l'occhiolino.
Allora si sedette accanto a lei sul letto.
"Strano tipo quel Guerin..." fissando la ragazza "... ma immagino che nessuno possa mettere il bavaglio alla stampa, no? Neanche la polizia." Scuotendo il capo. "Dimmi cosa pensi..." ed iniziò ad accarezzarle la mano lentamente.

Scoppiai a ridere alle sue parole, mentre mi raggiungeva e mi sentii sollevata avvertendo quel senso di leggerezza che Elv portava con sè.
E questo mi piaceva.
Parlò poi di Guerin ed io sospirai.
"Cosa penso ora o cosa penso di quel parassita?" Chiesi, con acido sarcasmo, mentre le sue carezze sulla mia mano mi rilassavano parecchio ed io mi concentrata su quel movimento lento e costante.

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"Sinceramente di Guerin mi interessa poco o nulla." Disse divertito Elv a Gwen, senza smettere di accarezzarle la mano. "Cosa pensi ora..." fissandola.

Ridacchiai, perchè sapevo quale sarebbe stata la sua risposta, ma volevo sentirglielo dire.
"Non so..." mormorai "Avevo bisogno di non pensare in realtà, di staccarmi da tutto il resto... E si dà il caso che il tuo arrivo sia stato provvidenziale..." guardandolo con un vago sorriso divertito.
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