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Rimasi immobile, non tanto dalla paura che potesse riuscirci, quanto dalla naturalezza con cui lo disse.
Davvero pensava di poter agire in quei termini? Ne era proprio sicuro? Mi allontanai e nel tragitto gli passai accanto. "Se davvero pensa di riuscire a spuntarla, sappia che non finirà lì" mormorai. Poi uscii in giardino, senza una meta. Camminai per un bel po', per sbollire, per sfogarmi, non sapevo nemmeno io cosa volevo fare. Era in momenti come questo che ne approfittavo per recarmi al poligono di tiro in città e scaricavo ogni traccia di rabbia nei proiettili che andavano a conficcarsi nella sagoma a qualche metro da me. Era quella la terapia di cui avevo bisogno in quel momento, mi sentivo come se avessi voluto rivoltare come un calzino quella cittadina, sentivo la voglia di volermi sfogare e gridare al mondo la mia frustrazione. Avevamo pure perso il tipo, che vedendosi giustamente ignorato, era andato via e quella per me contava come una sconfitta personale. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mi avvicinai sempre di più al bambino.
Poi alzai gli occhi al cielo appena aprì bocca. Come gli stava parlando? Ma io non sentivo niente! Che aveva una telepatia? Se mi ero scomodata per un amico immaginario giuro che mi sarei fatta un bel bagno nel sangue di quella mammina premurosa. Cercai di non perdere la calma e di sbirciare in fondo al pozzo. "Che cosa ti sta dicendo?" incuriosita. |
Gwen uscì nel giardino.
Era una sera umida e silenziosa. Poco dopo arrivò Gan. "Manda giù questo..." disse con 2 bicchieri in mano ed offrendone uno a lei "... ti tirerà su..." bevendo "... non pensare a quell'idiota di giornalista..." Intanto, Ester era col bambino davanti al pozzo. "Dice che devo andare..." mormorò il piccolo, per poi guardare la dottoressa e un attimo dopo salire sul parapetto e buttarsi di sotto nel pozzo, tra le urla di Grassia. |
Quasi non feci caso a Gan quando arrivò, mentre il suono assordante dei miei pensieri turbava il silenzio della sera umida e immobile.
"Bastasse un bicchiere..." borbottai aspramente, prendendolo comunque. Mandai giù due ampi sorsi, ma feci poi una smorfia; alla mia gola distrutta non aveva certo giovato l'asprezza dell'alcol, ma ne sentivo il bisogno, quindi avrei stretto i denti e lo avrei mandato giù comunque. "Che maledetto bastardo..." mormorai, sentendo ancora dentro covare quella rabbia. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, è un grosso bastardo." Disse Gan a Gwen. "Ma cerca di ignorarlo e concentrati sul caso. La feccia giornalistica come lui è famosa per comportarsi così." Annuendo. "Abbiamo altro a cui pensare, Gwen."
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Sospirai e scossi la testa con stanchezza.
"L'unica cosa di cui mi rammarico, è di aver fatto andare via quel poveraccio... Non volevo che i nostri casini compromettessero le cose in questo modo. Ci andremo a parlare domattina, da soli, senza Guerin. Sarà la prima cosa che faremo" mi sentivo in colpa, non era solo per le indagini, ma perchè in fondo aveva perso la moglie e mi sentivo uno schifo al pensiero di averlo messo da parte e in fondo in fondo volevo fare ammenda. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ma che...
Un amico immaginario, era solo un amico immaginario? Avevo il sangue al cervello. Ma com'era possibile? Insomma, quel genere di manipolazione come altro poteva avvenire? Che fosse un banale schizofrenico paranoide con allucinazioni? Sarebbe stata una delusione immensa. Ma cos'era questa cosa fastidiosa che sentivo? Ah, la madre, la madre che urlava. Fantastico, ora darà la colpa a me. Senti, ciccia, anche volendo, gli schizofrenici paranoidi non hanno tendenze suicide. Non tutti almeno, ma non posso stare qui a spiegarti le differenze mentre urli così. Oh niente, non stava zitta! Ma io non riesco a concentrarmi se urli, come te lo devo dire! Guardavo in fondo al pozzo, per cercare di vedere qualcosa. E che mi aspettavo? Di vedere capitan Gaio che mi faceva ciao ciao con la manina? La mia maledetta voglia di credere che potessero esistere menti superiori capaci di manipolare le menti degli altri. Ma comunque qualcosa non quadrava, no, non mi convinceva nemmeno la mia diagnosi. Dovevo scoprire di più. Ma mi spiegate come faccio io a concentrarmi con questa che grida così? Ora l'ammazzo. Guardai nel pozzo, dopodichè mi guardai intorno. Dovevo essere certa che quelle urla non avessero attirato nessuno, ma dovevo anche agire in fretta. Infatti, contemporaneamente allo sguardo di ricognizione, infilai i guanti di pelle che tenevo nelle tasche del cappotto. |
"Secondo me è toccato come la moglie, ma se tu vuoi allora domattina gli faremo una visitina." Disse Gan a Gwen. "Ora perchè non te ne vai a dormire? Ti farà bene, altrimenti i nervi ti tireranno un brutto scherzo." Sorridendole.
Nello stesso momento Ester aveva visto il bambino buttarsi nel pozzo, sebito seguito dalle urla disperate della madre. Ma ad un tratto, guardandosi intorno, Ester vide qualcosa in direzione della cantina della casa. Un'ombra. https://laughingsquid.com/wp-content...-man.gif?w=750 |
Annuii in risposta, fosse anche stato solo per rimediare, ma una visita non avrebbe fatto male a nessuno.
Ciò che aggiunse, mi fece pensare a ciò che Elv aveva detto prima di cena, col furore della discussione l'avevo quasi rimosso. Accennai un sorriso e vuotai il bicchiere. Era un bravo partner, Gan, dovevo ammetterlo. Sapeva stare vicino alla persona con cui lavorava e sapeva fare squadra, due cose indispensabili per lavorare insieme. "A domani" lo salutai e andai in camera. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Qualcosa... c'era qualcosa.
Sì, un'ombra che scendeva in cantina. L'avevo vista! L'avevo vista non era impazzita. E un'ombra presuppone una persona che faccia da ombra. Signora mamma dell'anno forse, e dico forse, potresti aver salva la vita. La mia curiosità in questo momento è più forte della voglia di uccidere. Poi è uno spreco correre rischi senza potermi godere il mio bagno in santa pace! Non ci pensai due volte e mi affrettai a seguire l'ombra in direzione della cantina. Dovevo sapere dove stesse andando, che cosa fosse, quali fossero le sue intenzioni. C'era qualcosa che mi sfuggiva in questa storia e continuava a tormentarmi! |
Gwen salutò Gan e si diresse nella sua camera.
Era ormai passata la Mezzanotte e tutta la campagna sembrava silenziosa, quasi incantata, attorno alla villa. Ad un tratto qualcuno però, nonostante l'ora tarda, bussò alla porta della sua camera. Nello stesso istante Ester aveva visto quella misteriosa ombra. Lasciò allora la madre del bambino piangere disperata davanti al pozzo e si lanciò all'inseguimento dell'ombra. Tuttavia, pur arrivando alla cantina e controllando ben bene quel luogo, non vide nessuno. |
Ero arrivata da un paio di minuti in camera mia, neanche il tempo di cambiarmi ché sentii bussare.
Incredibile la puntualità... Sperando almeno fosse Elv e non Gan per lavoro, andai ad aprire e vedere chi ci fosse dall'altra parte. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen aprì la porta e trovò proprio Elv sulla soglia, con il suo sorriso smagliante, lo sguardo ammaliante ed una bottiglia di ottimo vino d'annata.
"Mai sprecare una notte dormendo, diceva una canzone rock di qualche anno fa." Disse facendole l'occhiolino. |
Era infatti Elv, col suo sorriso smagliante ed una bottiglia di vino.
E visto dove ci trovavamo, era una garanzia, no? Ridacchiai e lo feci entrare. "Sì beh, dopo il bicchiere del collega, il vino era d'obbligo... Non ho ancora capito se volete suggerirmi il modo corretto per gestire la rabbia..." dissi con divertito sarcasmo. "Ancora una volta, il tuo arrivo è davvero provvidenziale, sta diventando un'abitudine..." guardandolo divertita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nessuno, non c'era nessuno.
Com'era possibile? Eppure l'avevo vista, l'avevo vista benissimo quell'ombra. Non potevo certo essermela immaginata, che diamine. C'era qualcosa di strano, di molto strano in tutto quello. Stava succedendo qualcosa, qualcosa che non mi riuscivo a spiegare ma se c'era qualcosa che non sopportavo era non avere il controllo della situazione. Beh, se non altro mi sarei sfogata sulla madre del piccolo cretino che mi aveva condotto fin lì. No, la mia curiosità mi aveva condotto fin lì. Ripresi a fare il mio giro di ispezione per essere sicura che non ci fosse nessuno in giro mentre mi avvicinavo alla donna. Valutare i rischi, purtroppo, era la cosa più noiosa da fare, ma anche la più importante. |
"Diciamo che sono un esperto in fatto di..." disse divertito Elv a Gwen "... fanciulle da consolare." Facendole l'occhiolino.
Stappò il vino e riempì 2 bicchieri. "Scegli..." fissandola "... una bella notte qui alla villa... o magari una bella passeggiata al chiaror della luna per la campagna?" Intanto Ester non aveva trovato nulla di quella misteriosa ombra. Tornò così da Grassia ancora sconvolta, mentre urlava sul parapetto del pozzo. Suo figlio si era lanciato dentro. |
Scossi la testa ridacchiando.
"Beh, adesso testeremo la tua abilità nel consolare una poliziotta, allora..." dissi, per punzecchiarlo. Poi, mi mise davanti ad una scelta. Villa o giardino. "No no no, ti sei già giocato la carta del giardino, dovrai convincermi in altro modo, ora..." sollevando un sopracciglio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv rise e brindò con Gwen.
"Beh, allora propongo una notte tranquilla..." disse "... un bicchiere di vino... magari un bel massaggio rilassante e per chiudere un bagno caldo... non è invitante?" Facendole l'occhiolino. |
Presi il bicchiere e feci finta di pensarci su.
"È un programma niente male, ti sei impegnato ancora di più, stavolta..." accettai, mandando giù un sorso di vino rosso, dolce e morbido. Mi piaceva il fatto che dopo la serata, o meglio la cena, che avevo passato avesse avuto l'idea di distrarmi e di farmi rilassare. "Un massaggio, dopo questa serata, mi ci vuole decisamente..." annuii poi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Perfetto." Disse Elv, finendo poiil suo bicchiere. "Allora mettiti in libertà, stesa sul letto..." facendo l'occhiolino a Gwen "... al resto penserò io." Sorridendole malizioso.
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Sorrisi divertita notando la sua espressione.
Allora, finii il mio bicchiere e, dopo un istante di perplessità con me stessa, iniziai a spogliarmi. Cercai comunque di pensare all'intimità che si era stabilità fra noi e alla fine mantenni addosso unicamente l'intimo. Mi stesi dunque a letto e lo guardai con un sorriso curioso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv restò a guardare Gwen mentre si spogliava, restando infine solo con l'intimo addosso.
Poi la ragazza si stese sul letto e lui la fissò tutta, poi negli occhi. Allora abbassò le luci e dal bagno della camera prese una confezione di crema per il corpo. Si avvicinò al letto, per poi salire sulle coperte ed inginocchiarsi accanto a lei. |
Era andato a prendere un barattolo di crema per il corpo e poi era tornato, abbassando le luci della camera e posizionandosi accanto a me sulle coperte.
"E dunque, padrone di casa? Cosa aspetti?" mormorai io, guardando i suoi occhi neri e abbassando il tono di voce, perchè mi dispiaceva turbare quella quiete, ma mi divertiva punzecchiarlo mentre era lì accanto a me e non iniziava. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Spero che il tuo intimo" disse Elv cominciando a far colare la crema sulla schiena e sui fianchi di Gwen "non ti sia costato molto... mi dispiacerebbe se si rovinasse per essersi unto con la crema..." divertito e malizioso.
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Ridacchiai in silenzio, mentre avvertivo dei brividi per la crema fredda e densa che mi faceva scivolare addosso.
"Vorrà dire che sarà stato un sacrificio necessario..." mormorai, cercando di entrare in quell'ottica di malizia e relax. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv rise di gusto, cominciando a spalmare la crema sulle spalle, sulla schiena e sui fianchi di Gwen.
"Vedo che sei un tipo difficile, agente Gwen..." disse lui "... eh, mi sa dovrò faticare un bel pò con te..." Le sue mani scivolavano lente e sensuali sulla pelle sempre più unta di lei. |
Fui percorsa da ulteriori brividi quando sentii le sue mani su di me, dirette, esperte, ma anche sensuali, a loro modo.
Sorrisi. "Non mi sono mai piaciute le cose facili... Spero nemmeno a te..." mormorai, quasi con tono retorico. Fosse stato il contrario, di certo non ci saremmo trovati lì, in quella situazione, mentre io mi rilassato sempre di più al suo tocco e sceglievo di abbandonarmi, come forse non avevo fatto mai. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Le mani di lui scivolavano lungo la schiena, i fianchi e sulle gambe di lei.
Continuava a far colare crema sulla pelle di Gwen, spalmandola poi lentamente, con sicurezza e sensualità. Iniziò ad ungere e a massaggiarle le gambe, fino ai piedi, usando le mani e le dita con maestria, come chi sa come e dove toccare per accendere i sensi. Pian piano quel massaggio si faceva sempre più audace, arrivando inesorabilmente a lambire l'orlo delle mutandine e del reggiseno di lei. Lui la toccava e massaggiava piano, infaticabile, abile e sicuro di sè, guardandola costantemente. "Dimmi cosa pensi..." disse pianissimo, senza smettere di massaggiarla. https://3.bp.blogspot.com/-fwwfCs1mA...640/touch2.gif |
Sentivo le sue mani esperte ovunque, sulla schiena, i fianchi, le gambe, fino ai piedi e poi tutto di nuovo.
Era un misto di sensazioni intense e molto molto profonde. Tanto che quasi non afferrai ciò che disse, dato il mio livello di rilassamento. "Penso..." mormorai "Che era ciò di cui avevo esattamente bisogno..." aggiunsi, ad occhi chiusi, il mio respiro che diveniva sempre più profondo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Allora forse..." disse pianissimo Elv a Gwen senza smettere di massaggiarla "... dovresti spogliarti, così potrei... farti rilassare meglio, no?" Con tono basso.
Ma in quel momento qualcuno bussò con vigore alla porta della stanza. |
Sorrisi a quel sussurro e stavo davvero accarezzando l'idea di "approfondire" quel nostro incontro, quando sobbalzai vistosamente sentendo bussare in quel modo alla porta.
Sospirai avvilita, passando le mani fra i capelli. Non avevo molta scelta e già avevo una mezza idea di cosa poteva essere successo, infatti indossai una vestaglia per coprirmi e andai ad aprire controvoglia. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen aprì la porta in vestaglia, trovando sull'uscio Gan.
Lui la guardò, sentendo il profumo di crema che ungeva ancora la pelle di lei e vide poi Elv steso sul letto. "Mi spiace interrempore" disse Gan a Gwen "ma devi vestirti in fretta. Quella ragazza, Marica, sembra sia sparita nel nulla. Ci sono qui i genitori e ci hanno avvertiti. Ora denunciaranno la sparizione della figlia all'ispettore Goz." |
Fortunatamente, Gan era sveglio abbastanza da capire da solo senza fare domande, anche se ciò, purtroppo, non avrebbe cambiato il corso della nottata.
"Marica?" dissi stupita. Questa era certamente una svolta inaspettata. Pensavo fosse venuto a dirmi dell'ennesimo bambino morto, ma questo non l'avevo calcolato. "Arrivo in un paio di minuti" gli dissi, richiudendo la porta. A quel punto, senza indugio andai a fare una doccia rapidissima, che lavò non solo la crema, ma anche tutto i relax e quelle meravigliose sensazioni che avevo provato fino a cinque minuti prima. Alla fine, mi vestii ed in pochissimo tempo ero già pronta. "È un tunnel senza fine, questo caso..." mormorai stanca, se ad Elv o a me stessa ancora non lo sapevo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv era sul letto e fissava Gwen mentre si rivestiva.
"Allora risolvili in fretta questo caso" disse "così scapperemo via da questo posto." Sorridendole e facendole l'occhiolino. |
Durante il mio sofferto monologo interiore, Elv era ancora tranquillamente steso a letto.
Accennai un risolino, avvicinandomi a lui sul letto. "Certo, io mi darò al crimine e diventeremo Bonnie e Clyde" dissi sarcasticamente, prima di prendere il suo viso e baciarlo, giusto per avere la giusta motivazione prima di andar via. Probabilmente, avrebbe causato l'effetto contrario, ma non potevo andarmene senza. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen baciò Elv e andò via.
Poco dopo era con Gan in auto. "Andiamo a casa della ragazza" disse lui "così raccoglieremo informazioni su come e dove cercarla." Guidando. Ad un tratto squillò il telefonino di Gan. "Si? Ah, Goz... si, sono in ascolto... cosa? Dove? Quando? Sempre il solito lavoro? Allora è ancora lui... ok, arriviamo..." staccò. |
Sentivo la rabbia attraversarmi completamente, ovunque.
La potevo sentire crescere dentro di me, crescere in ogni anfratto del mio essere, sempre di più, sempre di più. Ma era molto più di questo. Non sono certo un animale che si fa dominare dalla rabbia, no, ovvio. Piuttosto era il nervoso di essere giunta fin lì per niente, seguendo la mia curiosità e senza poterla soddisfare. Cosa me ne facevo io di una voce e di un'ombra? Oh tutta quella storia era assurda, veramente veramente assurda. Ma soprattutto ce l'avevo con me stessa, possibile che mi fossi fatta coinvolgere? Quando imparerò che non esistono menti superiori come la mia capaci di manipolare gli altri? Infondo non dovrei essere arrabbiata, è così bello essere unici. O forse era proprio questo che volevo scoprire? Fantastico mi sto psicanalizzando da sola. Una cosa è certa, non avevo nessuna intenzione di restare a mani vuote. Tutte quelle emozioni, tutto quel caos aveva bisogno di un tributo. Un tributo di sangue, un tributo di morte. E poi, quale occasione migliore? Certo, non potevo procedere col mio solito rituale, questo sì, ma almeno ci avrei guadagnato qualcosa da questa situazione. Mi diressi a passi rapidi e decisi verso il pozzo dove la madre stava ancora piegata a lagnarsi e frignare. Oh non la smetteva più! Una cosa disgustosa, una cosa davvero insostenibile. Quel lamento continuo era insopportabile. Ecco la verità. Mi guardai attorno ancora una volta: nessuno. Nè capitan Gaio, nè qualche passante impertinente dato che la casa era molto isolata. Sorrisi, un sorriso gelido e perfido ma anche caldo e intenso, ma solo per me. Un sorriso che per qualcuno voleva dire morte certa ma per me significava unicamente godimento e piacere. Arrivai alle spalle della madre con passo leggero, molto leggero. Sapevo come non farmi sentire. E come essere veloce, e rapida. Erano gesti che avevo fatto decine di volte ma ogni volta mi provocavano lo stesso brivido lungo la schiena. Tutto avvenne in pochi istanti: le mie braccia che si allungavano, le mani che stringevano la testa della donna, in una presa consolidata, il movimento rapido e secco del collo che si girava, l'inconfondibile rumore del collo spezzato e l'afflosciarsi di tutto il resto del corpo nell'esatto momento in cui la vita lasciava quell'involucro terreno. Socchiusi gli occhi per assaporare il piacere, l'intensa scarica di adrenalina, il brivido che correva lungo la schiena, l'eccitazione impalpabile. Ma avevo solo un momento, lo sapevo. Un attimo dopo, con un altro movimento, feci cadere il cadavere nel pozzo a far compagnia a suo figlio. Ciao ciao mammina petulante. Lo sentite? Silenzio! Finalmente... |
Un attimo prima ero a letto con Elv e quello dopo ero in auto con Gan.
Insomma, non era certo qualcosa contro il mio partner, ma non c'era bisogno che di essi che avrei preferito stare in camera. Stavamo dirigendoci a casa di Marica, quando ricevemmo una chiamata da Goz. "Oddio, non ancora..." sospirai, passando una mano fra i capelli. "Dov'è?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"In una zona non lontana da qui." Disse Gan a Gwen.
Poco dopo arrivarono sul luogo del delitto. Marica era stata spogliata e sventrata con un taglio netto sul torace. Era appesa a testa in giù, con le caviglie legate al ramo di un albero. Ester, intanto, aveva spezzato il collo di Grassia. Un colpo secco, poi solo silenzio. Ma ad un tratto lo sguardodi Ester finì verso il pozzo dove si era gettato il bambino. Dal pozzo saliva una specie di strano fumo. Come se l'anima del piccolo volasse via. https://phoneky.co.uk/thumbs/screens...k_8lqc29lr.gif |
Ero lì che mi godevo il silenzio in santa pace, osservando il cadavere della mammina che rotolava giù sempre più giù nel pozzo quando vidi qualcosa risalire.
Una specie di ombra, no... qualcosa di colorato.. no... qualcosa. Ma insomma, mi ero messa dell'acido nel tè prima di uscire? Che cosa poteva essere? Eppure non ero pazza, sapevo di non esserlo. Era davvero lì davanti a me. Continuai a fissarla, cercando di scoprire che cosa fosse. Ma incapace di darle anche solo un nome. |
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