Camelot, la patria della cavalleria

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Eilonwy 01-07-2013 01.29.15

Alla fine si decise e disse " Buona sera ".
Il cavaliere si voltò e ricabiò il saluto con un inchino.
" Siete per caso annoiato, Sir Guisgard? Non vi piace la festa? ",Eilonwy lo aveva visto molto malinconico quella sera.

Talia 01-07-2013 01.33.45

Osservai per un istante la sua mano che stringeva la mia, poi guardai i suoi occhi...
aveva un modo particolare di dire le cose... un modo che sapeva farmi arrossire come non mi era mai accaduto prima...
per questo, probabilmente, abbassai per un momento lo sguardo...
poi tornai a sollevarli nei suoi... e sorrisi.
"In effetti..." sussurrai "In effetti, è stato molto galante quel gesto... nessuno si è mai azzuffato per me, prima di oggi..."
E di nuovo sorrisi, lievemente imbarazzata.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 55500)
Il locandiere servì loro la colazione.
Focacce, miele, qualche confettura e frutta fresca.
“Volevo sapere... per Chanty?” Chiese Guisgard.
“Siete già a Chanty.” Rispose il locandiere.
“Davvero?” Sorpreso Guisgard. “Allora esiste davvero...” sottovoce a Talia “... e la città più vicina?” Rivolgendosi di nuovo al locandiere.
“Fisyem, la capitale.” Disse questi. “E' anche l'unica città del regno.”
“L'unica città?” Sorpreso Guisgard. “Regno? E' una monarchia Chanty?”
“Lo era.” Annuì il locandiere. “Ora però è solo confusione.”
“Perchè?”
“Perchè il re è sparito” spiegò il locandiere “e i Rossi hanno preso il potere.”
“In pratica un bel colpo di stato.” Guardandolo Guisgard. “E siamo capitati in un brutto momento, mi pare di capire...” voltandosi poi verso Talia. “Noi stiamo cercando un certo Carlo di Monsperon...” rammentando la lettera trovata nel Codex Nolhiano.
“Il barone Carlo di Monsperon?” Ripetè il locandiere. “Egli però non vive più a Fisyem. Dopo la scomparsa del re, come tutti i nobili, anche lui è diventato sgradito ai Rossi.”
“Questi Rossi” fece Guisgard “sembrano voler dettare legge a tutti i costi... qui non arrivano?”
“Siamo troppo fuori mano qui.” Disse il locandiere. “E questi fatti neanche ci interessano più di tanto. Il re ed i suoi guai sono lontani... io, in verità, neanche l'ho mai visto... non mi muovo mai da qui e lui, a sentire molti, non è certo il tipo che ama curarsi più di tanto del suo popolo... anzi, pare odiasse abbastanza queste terre... come se non si sentisse di Chanty...”
“E questo barone di Monsperon?”
“Si trova su un colle non lontano da qui...” indicando la direzione il locandiere “... nel suo castello... ma non dite in giro di conoscerlo... i Rossi hanno occhi ed orecchie ovunque...”

Attesi che il locandiere si allontanasse, poi tornai a guardare Guisgard...
"Non capisco..." mormorai, protendendomi verso di lui "Regni, colpi di stato... son cose di cui si parla ai telegiornali... perché non ne abbiamo mai sentito parlare? Perché non conoscevamo neanche il nome di Chanty?"
Lo fissai per un momento ancora...
"Credi che dovremmo andare da questo Monsperon?"

Eilonwy 01-07-2013 01.39.08

Il cuore di Eilonwy incominciò a morire.
Lei stava morendo.
Sapeva che Guisgard stava pensando a un' altra dama.
Questo la fece quasi piangere.

Guisgard 01-07-2013 03.55.29

“Si...” disse Guisgard a Talia “... credo che bisognerà incontrare quel Carlo di Monsperon... anche per rispondere alla tua domanda sul perchè questo paese sia sconosciuto ai più... e poi in quella lettera nel Codex Nolhiano il nostro Carlo sembrava conoscere un bel po' di cose... si...” annuì “... penso che incontrarlo sia una tappa obbligata per noi...” pagò allora il conto al locandiere e poi uscirono dalla locanda.
Il paesaggio che si presentò loro li lasciò, ciascuno per motivi diversi, meravigliati.
Soprattutto Guisgard.
Una distesa di colline che, come un mare fatto di variegate screziature, si apriva intorno a loro, immersa in una natura lussureggiante e incontaminata.
La strada era in realtà un sentiero, infestato di sterpi e rovi.
“Pare siamo finiti un po' fuori mano...” mormorò Guisgard.
Poi lui e Talia si misero in cammino, nella direzione indicata loro dal locandiere.
E verso il pomeriggio intravidero un casale tra alcuni cipressi.
“Finalmente si vede qualcosa...” fece Guisgard “... anche se non credo che quella sia la dimora di Carlo di Monsperon... anche perchè dovrebbe trattarsi di un castello...”
I due allora si avvicinarono al portone d'ingresso del casale.
Lui bussò più volte, ma tutto quel luogo appariva deserto.
“Chi è là?” all'improvviso una voce.
“Siamo dei viaggiatori...” rispose Guisgard “... ma chi parla?” Infatti si udiva solo quella misteriosa voce.
“Chi parla?” Ancora quella voce.
“Voi chi siete, piuttosto!” Esclamò Guisgard.
Ad un tratto si udirono dei rumori e un attimo dopo qualcuno si affacciò da una delle finestre.
Era un uomo anziano.
Guisgard e Talia lo fissarono.
“Oh...” mormorò quello “... ma... non può essere...”
Guisgard fissò Talia stupito, per poi tornare a guardare il vecchio.
“Voi...” incredulo quello “... voi...” e rientrò di corsa.
Pochi istanti dopo apparve sul portone d'ingresso.
Fissava Guisgard con gli occhi lucidi.
Corse allora verso di lui e in lacrime gli si gettò ai piedi.

Clio 01-07-2013 04.05.51

Aspettai Oriana seduta su una panca, e sorrisi intensamente quando mi comunicò che il chierico ci avrebbe aiutato.
Mi sedetti su una panca poco distante, in rispettoso silenzio, e attesi.
Quando finalmente vedemmo la donna uscire dal confessionale, mi avvicinai a Madama Oriana.
Presi il biglietto e la spilla e glielo misi tra le mani con un sorriso.
Ormai, avevo imparato a fidarmi di lei, e nel mio sguardo c'era tutta la mia fiducia.
"Tenete.." Dissi volgendo lo sguardo verso Lady Pia "..immagino che si fiderà più di voi, che di una ragazza straniera che non ha mai visto..".
Sorrisi, accesa di speranza.

Guisgard 01-07-2013 04.16.17

Oriana sorrise ed annuì a Clio.
Porse poi il biglietto e la spilla a lady Pia.
La donna guardò a lungo la spilla e lesse poi il biglietto con attenzione.
“Milady...” disse Oriana “... allora?”
L'altra la fissò.
“Cosa mi dite?”
“Cosa volete sapere?” Chiese Pia.
“Questa spilla... voi...”
“E' la spilla della Casa Reale.” Fissandola Pia.
“E il biglietto?” Tradendo eccitazione Oriana. “Voi credete... si, pensate che possa...”
“Cosa volete sapere, madama?”
“Insomma, se questa scrittura è...”
“Se è la calligrafia di Sua Maestà?”
“Si...” fece Oriana.
“Si, madama.” Sentenziò Pia. “E' la calligrafia del principe Ardena.”
“Oh...” portandosi le mani sul volto Oriana “... dite sul serio?”
“Si, madama.” Annuì Pia. “La riconosco. E' proprio la calligrafia di Sua Maestà.”
Oriana allora si voltò emozionata verso Clio.

Clio 01-07-2013 04.41.26

Ascoltai le donne con trepidazione, e un brivido mi attraversò la schiena nel sentire la risposta della dama.
Era davvero la sua calligrafia? Allora non stavamo tentando invano.
Non ci eravamo sbagliate.
I miei occhi si accesero di una luce nuova ed intensa.
Ricambiai lo sguardo di Oriana, e poi mi rivolsi timidamente alla donna.
"Milady.. Questo biglietto è stato lanciato attaccato alla spilla da una delle finestre del castello di Yrco di Bumin.." Esitai "..un paio di giorni fa.. Io ero diretta in città su un carretto e l'ho visto cadere ai miei piedi..." Sorrisi piano "..non ne ho fatta parola con nessuno.. Se non con madama Oriana..".
Scrutai l'espressione della donna, mentre sentivo il cuore che accellerava sempre più, chiedendomi se davvero Oriana sarebbe riuscita a convincerla a farci parlare con Lady Beatrice.

Altea 01-07-2013 15.22.41

Ero leggermente sbigottita...Giacomo il Nero..che nome strano e soprattutto che uomo freddo..."Sir..Giacomo il Nero..mi chiedete dove si trovi mio marito, ebbene dovete sapere che da dove veniamo i mariti sono soliti uscire e sbrigare le proprie pratiche senza chiedere alla moglie e la moglie di parlare tranquillamente con un uomo o due in questo caso..d'altronde non sto facendo nulla di male, sto solo conversando vero?" feci un leggero sorrisino pensando a quanto tutto questo dovesse sembrare strano nel 1513 e se avesse visto pure il mio vestito come sir Yrko e nel contempo maledicendo Daiz perchè si attardava e non capivo il motivo.."E sappiate non sono una donnina da feste" risposi con sorriso ironico.

elisabeth 01-07-2013 16.57.01

Ero profondamente assorta in quel racconto...Gem...mi stava dedicando una piccola parte della sua vita.......la scuola, già le pizze.....le scappatelle......e i libri legati da un elastico colorato..diciamo era una cinta...." Dici la verità..il tempo della scuola e' quello che ti rimane più nell'anima.....ci pensi poco.....ma quando lo fai...ti accorgi che e'uno dei momenti più belli della tua vita........voglio che tu sappia che quello che c'e' stato tra noi..per te non deve essere nessun obbligo........comprendo il momento....comprendo il fatto che ci si aggrappa l'uno all'altro......ma io amo la sincerità sopra ogni cosa...anche se fosse la peggiore.........la statua ...sì te ne parlai ....Robert de Taddei...per me e' lui.....io credo che in questo posto......ci sia arrivato qualqun' altro....e se hai un'idea...sono tutta orecchi ti ascolto.........grazie Gem.......mi hai dato più di quanto tu possa pensare..."...presi dalle sue mani la focaccia e incominciai a mangiarla........gli sorrisi...volevo......ricordare quel momento......come se fosse il più bello in assoluto

Talia 01-07-2013 17.21.50

Lasciammo la locanda.
Guisgard aveva ragione, pensavo... dopotutto l’uomo che rispondeva al nome di Carlo di Monsperon era l’unica pista che avevamo, al momento, ed io ero abbastanza certa che se Robert de’ Taddei aveva deciso di lasciare quella lettera nel Codex, non era certo stato per caso... Robert aveva tracciato quella strada per Guisgard, ne ero certa... e lo aveva fatto molti anni prima, lo aveva fatto con cura e precisione... dove portava quella strada ancora non riuscivo a vederlo, ma ero certa che ci fosse e che fosse ben visibile davanti ai nostri passi...
esitai...
poi mi corressi: era ben visibile, sì, la strada tracciata da Robert, ma lo era davanti ai passi di Guisgard.
E poi c’ero io.
Io, che ero piovuta lì apparentemente senza un vero motivo... e senza un vero motivo ero rimasta. Di certo il vecchio Robert non poteva aver previsto la mia presenza, pensai... eppure Guisgard sembrava quasi darla per scontata, ormai...
si fidava: mi aveva rivelato i suoi piani, i suoi propositi, mi aveva svelato quegli enigma, avevamo discusso della via da prendere e adesso, come se non bastasse, mi stava lasciando portare il Codex...
d’istinto, ruotai appena la testa e gli lanciai un’occhiata morbida.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 55528)
E verso il pomeriggio intravidero un casale tra alcuni cipressi.
“Finalmente si vede qualcosa...” fece Guisgard “... anche se non credo che quella sia la dimora di Carlo di Monsperon... anche perchè dovrebbe trattarsi di un castello...”
I due allora si avvicinarono al portone d'ingresso del casale.
Lui bussò più volte, ma tutto quel luogo appariva deserto.
“Chi è là?” all'improvviso una voce.
“Siamo dei viaggiatori...” rispose Guisgard “... ma chi parla?” Infatti si udiva solo quella misteriosa voce.
“Chi parla?” Ancora quella voce.
“Voi chi siete, piuttosto!” Esclamò Guisgard.
Ad un tratto si udirono dei rumori e un attimo dopo qualcuno si affacciò da una delle finestre.
Era un uomo anziano.
Guisgard e Talia lo fissarono.
“Oh...” mormorò quello “... ma... non può essere...”
Guisgard fissò Talia stupito, per poi tornare a guardare il vecchio.
“Voi...” incredulo quello “... voi...” e rientrò di corsa.
Pochi istanti dopo apparve sul portone d'ingresso.
Fissava Guisgard con gli occhi lucidi.
Corse allora verso di lui e in lacrime gli si gettò ai piedi.

La scena fu alquanto insolita ed inattesa...
Spalancai gli occhi a quel gesto del vecchio, profondamente stupita.
E, a giudicare dallo sguardo che Guisgard mi ricambiò, egli non era certo meno sorpreso di me.
Osservai per un istante il vecchio, prostrato a terra... gli occhi lucidi... le mani tremanti che sfioravano gli stivali dell’uomo che gli stava di fronte, quasi con venerazione, con devozione...
Infine, ridestandomi e scattando in avanti, mi avvicinai al vecchio...
“Mi scusi... signore...” dissi gentilmente, avvicinandomi e tendendo con gentilezza una mano verso di lui, come a volerlo aiutare ad alzarsi “La prego... la prego, non credo sia il caso...”
Contemporaneamente, sollevai lo sguardo e lanciai un’occhiata a Guisgard, come a sollecitarlo a fare altrettanto.


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