Arrivammo sul posto e appena la vidi, buttai fuori un sospiro avvilito, mentre per un attimo mi voltavo dall'altra parte con le dita a stringere i capelli con esasperazione.
Era mai possibile?
Era tutto assurdo...
Poi, un vago pensiero mi passò per la mente.
Così, mi avvicinai a Gan.
"E se si trattasse di Montes? Se il nostro interrogatorio lo avesse fatto scattare e nel timore che lei parlasse l'ha uccisa?" dissi a bassa voce al collega.
"Ci potrebbe stare. È uno scrittore e i primi due omicidi ruotavano attorno a delle storie. È l'unico sospettato che possa vantare un atteggiamento dubbio. Il periodo del suo arrivo potrebbe anche coincidere con l'inizio degli omicidi."

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Ester restò a guardare quello strano fumo.
I suoi colori psichedelici, le forme che assumeva.
Ad un tratto udì dei rumori giungere dalla casa, nonostante nessuno doveva essersi ora.
Nel frattempo Gwen e Gan erano giunti sul luogo dell'omicidio.
"Sono supposizioni, Gwen..." disse Gan "... non abbiamo prove... nessun giudice firmerebbe un simili arresto..."
"Che arresto'" Arrivando Goz.

"Lo so, ma si dovrà pur seguire una pista per trovare prove, no?" ribattei io, convinta.
Poi, arrivò Goz e detto fra noi, non avevo chissà quale intenzione di coinvolgerlo nelle nostre speculazioni.
"Supposizioni" ripetei io, con aria serafica "Credo sia davvero il momento di farne, visto il punto a cui siamo arrivati. Lei ne ha fatte fin'ora?" guardandolo con un sopracciglio inarcato.

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Quel fumo, restai a guardarlo non so per quanto tempo.
Facendomi mille domande senza trovare una risposta.
Ma poi lo sentii.
Un rumore.
Veniva dalla casa ma lì non doveva esserci nessuno.
Beh, dovevo andare a controllare, non potevo permettermi di lasciare in vita un possibile testimone.
Così lasciai il pozzo di morte, il colore, e mi diressi verso la casa.
Dovevo entrare e seguire quei rumori.
E uccidere chiunque vi avessi trovato perchè poteva avermi visto.

"Si, un sosptto ce l'ho, ad essere sincero..." disse Goz a Gwen.
"Chi?" Chiese Gan.
"E' solo un sospetto..."
"Ma chi?" Fissandolo Gan.
"Non mi credereste mai..." accendendosi una sigaretta Goz.

Ora ero davvero stupita, ma sul serio.
Lui che aveva un sospettato?
La cosa però mi puzzava e non sapevo se fidarmi o meno.
Nel dubbio, prima avrei chiesto e poi forse mi sarei sbilanciata.
"Ce lo dica, magari stranamente le nostre idee coincidono" dissi allora, curiosa.

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Ester entrò in casa, volendo scoprire chi si nascondesse lì.
Lì però non vide inizialmente nessuno.
poi, ad un tratto, in fondo al corridoio notò qualcosa.
Un'ombra nera che si muoveva in modo innaturale.
Sembrava come se cercasse qualcosa.
E pareva essere una donna.
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Goz annuì a Gwen.
"E' il padrone della villa..." disse lui "... quel tipo... Erbert." Fumando.

Non c'era nessuno.
Fatemi indovinare, un'altra allucinazione!
Oh ma ora ero carica di eccitazione e di energia vitale, di quelle che solo un omicidio riusciva a darmi, dunque non avevo intenzione di tornare indietro.
Poi la regola principale era non lasciare testimoni, quindi dovevo andare fino in fondo.
Poi vidi un'ombra.
E ci risiamo...
Un'ombra nera che sembrava una donna.
Così mi avvicinai e la guardai intensamente.
"Chi sei?" dissi all'ombra, senza mezze misure.

Sbattei le palpebre un paio di volte.
Ma... Avevo davvero sentito bene?
Aveva detto Erbert?
E questa ora da dove saltava fuori?
"Posso chiederle come mai sospetta proprio di lui? C'è qualcosa che sa sul suo conto?"
Tuttavia, dopo che feci quella domanda, una cosa mi tornò in mente.
Ciò che lui mi aveva detto dopo avermi medicata con l'unguento, circa i segreti di quei luoghi, che lui aveva definito vecchi come il mondo.
E non seppi perchè, ma improvvisamente mi tornò in mente anche quel quadro orripilante che avevo sbirciato dentro la stanza di nascosto.
Probabilmente, Goz per una volta poteva aver fatto centro e poteva non essere del tutto una follia.

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L'ombra si muoveva in modo strano, innaturale, quasi fosse proiettata.
Ester le parlò, ma quella inizialmente non rispose.
Continuava a volteggiare, come se fosse un fantasma.
"Possederà anche te..." disse ad un tratto con una voce bassa, stridula.
Intanto, Gwen e Gan erano con Goz.
"Non so, è il mio intuito..." fece l'ispettore "... seguo l'istinto... quell'uomo, quell'Erbert... ha il classico aspetto che nei film presenta l'assassino... è insospettabile, belloccio e tenebroso... mi giocherei lo stipendio di un anno che ha qualche segreto..." fumando.

Sbattei un paio di volte le palpebre.
Mi stavo già preparando mentalmente a come dire ad Elv che probabilmente suo fratello era un deviato pluriomicida... E lui si basava sul suo aspetto.
Ma sul serio?
Feci appello a tutte le mie forze per non rispondere male.
"Beh, dal momento che noi alloggiamo alla villa, lo terremo d'occhio e cercheremo di capire qualcosa..." dissi solo.

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"Buona idea." disse Goz a Gwen.
"Ma mi chiedo..." fece Gan "... perchè Erbert e non suo fratello Elv?"
"Naa..." scuotendo la testa Goz "... quello è il tipico playboy di provincia... cambia donne come si cambiano i calzini ed alla fine non lasca il segno in nessuna... suo fratello invece è diverso... ho saputo che in passato una donna si è suicidata a causa sua..."

Stavo impazzendo?
Cosa poteva essere? Che fossi sociopatica, narcisista e priva di empatia lo sapevo già, ma questo non comportava allucinazioni.
E di certo mi ero ben guardata da prendere farmaci.
Perchè poi, uccidere è una buona terapia!
E l'empatia è decisamente sopravvalutata, perchè dovrei provare qualcosa per gli altri esseri umani, non l'ho mai capito.
Perchè sono una sociopatica, certo, tutto torna.
Sì, ma non spiega perchè ho le allucinazioni.
Dove c'è scritto schizofrenia paranoide? Da nessuna parte!
Eppure quell'ombra la vedevo forte e chiaro.
Così come sentivo quella voce.
Che diavolo voleva dire?
Sembrava di essere in un film dell'orrore.
Ho sempre invidiato quelli che riescono ad avere paura per un film, dev'essere divertente.
Ora che voleva dire?
"Chi sei?" riprovai a chiedere all'ombra "Che vuoi da me?".
Non che mi aspettassi una risposta, ma valeva la pena tentare.
E poi perchè dovevano possedere me?
Perchè sono una mente superiore, ovvio! Ah già!

Annuii a Goz e accennai un vago sorriso divertito alle parole su Elv.
Quel sorriso, tuttavia, svanì quando disse che una donna si era suicidata a causa di Erbert.
Cosa cosa?
E perchè non l'aveva detto subito, per l'amor del cielo...
"Dice sul serio? Conosce tutta la storia?" chiesi a Goz, sperando avesse qualche dettaglio in più sulla faccenda.
Certamente era un notevole pezzo di un puzzle non calcolato, ma adesso aveva decisamente la mia attenzione.

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"Possederà anche te..." disse ancora quella voce innaturale e sgradevole ad Ester.
Poi la dottoressa sentì le voci e le risate di diversi bambini.
Allora l'ombra svanì.
Nel nulla e nel silenzio giunto all'improvviso.
"Dottoressa..." una voce da fuori.
Era quella del bambino.
Nello stesso istante Gwen e Gan erano ancora con Goz.
"Non ne so molto..." mormorò Goz "... una donna perse la testa per lui... mi pare fosse una pittrice..."

Pittrice.
A quella parola, una lampadina mi si accese nuovamente in testa.
Anzi, tante lampadine, tutte insieme.
Guardai infatti Gan con una nuova consapevolezza in volto.
Poi guardai di nuovo Goz come se niente fosse.
"Capisco. Beh, come le ho detto, cercheremo di capirci qualcosa per vedere se il suo sospetto è fondato" annuii.
A questo punto, qualcosa doveva davvero esserci sotto.

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"Beh, se vuoi..." disse Goz a Gwen, con un sorriso lascivo "... puoi passare da me... trascorreremo tutta la notte a fare..." ridacchiò "... ipotesi sui nostri sospetti... che ne dici? Ti metto nella posizione... voglio dire condizione di lavorare con me, vuoi?" Ridendo.

Ecco che non c'erano più speranze, per il genere umano, nemmeno per sbaglio.
O almeno, non ce n'erano per lui.
"Se la passerà da solo, la notte, magari vedrà di recuperare un po' di decenza" dissi io impassibile.
"Andiamo" dissi a Gan, tirandolo dalla giacca per andarcene.


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"Ti è andata male, Goz." Disse divertito Gan all'ispettore, mentre Gwen lo tirava via.
Salirono in auto e partirono.
"Mi sembra una cavolata sospettare di Erbert..." guidando Gan "... tu che pensi?"

"Ho visto un quadro, alla villa" dissi allora.
"Lo tengono nascosto, una stanza apparentemente inaccessibile a chiunque, se non ai padroni di casa e al maggiordomo. Sono entrata di nascosto, quando siamo arrivati e ho visto questo quadro assurdo, abominevole, raccapricciante. Non so cosa sia e se basta per iniziare a cercare prove su Erbert, ma dato che Goz ha nominato quella pittrice, che pare si sia tolta la vita a causa sua, potrebbe esserci un collegamento" snocciolai poi.


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Lo ripeteva ancora.
Che cosa voleva dire?
Possedere anche me... perchè, chi aveva posseduto?
I bambini? Quelle erano voci di bambini.
Che cosa strana.
Non me lo riuscivo a spiegare.
E io detestavo le cose che non mi riuscivo a spiegare.
Ma poi accadde qualcosa di ancora peggiore: il bambino che mi chiamava dal cortile.
Possibile?
Ma non era morto?
Beh, lo sarebbe stato presto, se mi aveva visto ammazzare la madre.
Altro che capitan Gaio.
Ad ogni modo, non potei far altro che guardare dalla finestra verso il giardino dove c'era il pozzo e da dove proveniva la voce del bambino.

Ester guardò il pozzo.
Non c'era nessuno.
Cominciava intanto ad albeggiare e poco dopo sentì un'auto arrivare.
La macchina si fermò e scese un uomo.
Bussò alla porta.
Era il panettiere.
Nel frattempo Gwen era in auto con Gan.
"Perchè" disse lui "sospetti che il ritratto sia di Erbert? E se fosse invece di Elv?" Guidando.

"Non ho detto che il ritratto è di Erbert. Ho solo fatto un collegamento automatico fra ciò che ha detto Goz e ciò che ho visto. Non so, Elv mi sembra estraneo alla faccenda. Inoltre, quando Erbert mi ha dato quell'unguento per il collo, mi ha detto di tenere presente nelle indagini che in questa campagna custodiscono tutti dei vecchi segreti. Insomma, non so, Goz per una volta potrebbe non aver detto una cavolata, ecco..." ormai mi aveva messo la pulce nell'orecchio e non c'era verso di toglierla, tranne un'improvvisa prova lampante che lo scagionasse del tutto.

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"Spero che il tuo intuito abbia fatto centro, Gwen." Disse annuendo Gan.
Arrivarono all'albeggiare alla villa.
Il maggiordomo si era alzato da poco e aprì il cancello per farli entrare.

"Lo spero anch'io... Anche se, da un lato, vorrei evitare di dover dire ad Elv che suo fratello è un assassino..." sospirai, mentre era già l'albeggiare ed il maggiordomo ci permetteva di entrare.
"E non so tu, ma l'unica cosa che voglio fare ora, è dormire fino all'ora di pranzo, maledizione..." sbuffando stancamente.

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"Si, cerchiamo di dormire un pò..." disse Gan a Gwen "... saremo più lucidi... buon riposo allora." E si separarono.
Dirigendosi berso la sua stanza Gwen però sentì uno strano odore.
Quasi da laboratorio chimico.

Annuii a Gan e mi diressi verso la mia camera.
Lungo la strada, però, sentii uno strano odore.
Come qualcosa di chimico.
Non sapevo bene come spiegarmelo, ma visto che c'ero ed ero maledettamente curiosa, decisi di seguire quella strana scia e scoprire di cosa si trattasse.

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Gwen decise di seguire quell'odore.
Iniziò a seguire la scia e arrivò ad una scalinata secondaria che scendeva su un pianerottolo al buio.
Era un odore artificiale, di sostenze come sintetiche.

Seguii l'odore, che ora dava l'idea di essere qualcosa di sintetico e quello mi portò ad un pianerottolo piuttosto buio, a cui si accedeva tramite una scalinata che non avevo visto fin'ora.
Il mio sesto senso da poliziotta mi diceva che non sarei dovuta scendere lì sotto.
E fu per quello che lo feci.
Iniziai a scendere i gradini uno dopo l'altro, con passo felpato e silenzioso.

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Era buio.
Gen sul pianerottolo non vide più nulla.
Si accorse, toccandola, che c'era una porta chiusa a chiave.

Non c'era nessuno.
C'era da aspettarselo.
Mi accasciai a terra, incapace di reggere quella situazione.
Non era da me.
Dovevo pensare.
Pensare.
Poi qualcuno bussò, ma io restai immobile.
Già che ero a terra, se qualcuno fosse entrato avrei finto di essere svenuta e poi avrei dato la colpa al trauma cranico per le cose che avevo visto.

Era buio pesto e l'unica cosa che riuscii a capire, era che mi trovavo davanti ad una porta chiusa.
A chiave, per giunta.
C'era poco che potessi fare, se non guardare, osservate, origliare magari, per avere qualche indizio in più.

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Il panettiere vide la porta aperta ed entrò.
"Signora..." disse "... sono io... ho il pane di oggi... Ehi!" Vedendo Ester che fingeva di essere scoperta.
Chiamò allora un'ambulanza e poi la polizia che arrivarono poco dopo.
Gli infermieri rianimarono Ester, che ora poteva fingere di riprendere conoscenza.
Intanto, alla villa, Gwen era davanti a quella porta.
"Gwen..." una voce alle sue spalle.

Stavo ancora ascoltando attraverso la porta, quando sentii una voce chiamarmi.
Sobbalzai appena, ma già pensavo a cosa avrei potuto inventare sul perchè mi trovavo lì.
Sarei dovuta scendere?
Ovviamente no, ma hey, ero un'agente di polizia, non dovevo spiegazioni a nessuno.
Giusto?
Così, mi voltai per capire chi fosse.

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Restai lì immobile per non so quanto tempo.
Eppure lo sentivo.
Un brivido, un lungo brivido lungo la schiena.
L'adrenalina era tanta ma dovevo calmarmi, fermare il batitto del cuore con la respirazione e la concentrazione o mi avrebbero scoperto.
Oh, com'era eccitante però tornare sul campo!
Non mi curai di tutto quello che succedeva intorno a me, fingendo seriamente di essere svenuta, finchè non mi acorsi che cercavano di rianimarmi.
A quel punto, aprii gli occhi e mi guardai attorno, spaesata.
"Che... che succede?" farfugliai.

Gwen si voltò.
"Ehi..." disse Elv "... cosa ci fai qui? Cerchi il tuo colpevole?" Divertito. "O più probabilmente ti sei persa?" Facendole l'occhiolino.
Nel frattempo Ester aveva ripreso conoscenza.
"E' stata trovata priva di conoscenza..." l'infermiere che l'aveva rianimata "... ricorda cosa è accaduto?"

Era Elv e sembrava prendere con leggerezza la cosa.
Beh meglio così.
Ridacchiai e risalii la scala raggiungendolo.
"Se si fosse nascosto lì, beh, direi che per ora è un ottimo nascondiglio..." divertita.
"Buongiorno..." lo salutai baciandolo "Anche se credo sia più una buonanotte, dal momento che andrò dritta a letto..." con un risolino stanco.

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Lui rispose al bacio di Gwen.
"Allora ti lascerò tranquilla." Disse facendole l'occhiolino. "Quando ti alzerai mi troverai giù ad attenderti." E si allontanò.
In quel momento Gwen si accorse che quell'odore di sostanze chimiche era cessato.
Quasi come se qualcuno avesse smesso ciò che lo provocava.

"A dopo..." dissi sorridendo, mentre andava via.
Nel frattempo, quello strano odore chimico era svanito, come qualcuno avesse interrotto l'attività che lo produceva.
Beh, probabilmente l'avrei scoperto in un altro momento.
Andai dunque in camera e mi misi a letto, per farmi finalmente una dormita e riposare.

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