Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 03-02-2014 01.11.00

Quadro V: Il rapimento del re



“Le condizioni della nazione inglese erano a quel tempo davvero tristi. Re Riccardo era lontano, prigioniero del perfido e crudele duca d'Austria. Perfino il luogo della sua prigionia era incerto, e la sua sorte sconosciuta alla maggioranza dei sudditi, che nel frattempo erano vittime dell'oppressione dei vassalli.”

(Walter Scott, Ivanhoe)


Il borgo era deserto dopo che l'ultimo rintocco aveva scandito la fine della Santa messa.
L'aria era umida e rendeva la sera incerta, silenziosa e cupa.
Guisgard attraversava la stretta stradina mediana, che tagliava in due il piccolo centro abitato.
Non conosceva quel posto ma aveva deciso di seguire il suono della campana per raggiungere la chiesa.
Da lì avrebbe poi chiesto informazioni su come lasciare quel luogo.
Raggiunse infine una piccola piazzetta, proprio davanti alla chiesa.
Il cavaliere pensò di essere solo in quel posto, fino a quando non si accorse di qualcuno davanti al portale del sacro edificio.
Allora si avvicinò a quella figura.
Era un maniscalco che lavorava ad alcuni arnesi.
“Salute a voi...” disse Guisgard.
L'altro rispose con un sorriso.
“Come si esce da questo borgo?” Chiese il cavaliere. “Devo rimettermi subito in viaggio e cerco la via per lasciare questo luogo.”
“Bisogna aspettare la processione di San Biagio.” Fece il maniscalco.
“Quando ci sarà?”
“Domenica.”
“Perchè occorre che passi prima la processione del Santo?” Domandò Guisgard.
“Perchè hanno chiuso il borgo.” Spiegò il maniscalco. “Temono che possa arrivare qualcuno.”
“Magari per vedere la festa del Santo.”
“Non tutti...” mormorò il maniscalco “... altri vogliono solo che il borgo cambi nome...”
“Perchè mai?” Fissandolo Guisgard.
“Per ingraziarsi Belfagor...”
“Belfagor?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuì il maniscalco “... dopo la morte del suo servitore Passato... nessuno sa chi ha potuto uccidere quel potente gigante... per questo vogliono placare la collera di Belfagor, dedicandogli questo borgo...”
“Com'è possibile?” Esterrefatto il cavaliere. “Siete pronti a festeggiare San Biagio e poi qualcuno tenta di sconsacrare il borgo dedicandolo ad un demone?”
“Purtroppo qui nessuno è in grado di difenderci dall'ira di Belfagor.”
“Pregate il vostro Santo allora!” Esclamò Guisgard. “Lui vi proteggerà!”
“Occorre Fede per chiamare l'aiuto dei Santi...” guardandolo negli occhi il maniscalco “... molta Fede... tu ne hai, cavaliere?” La sua espressione e le sue fattezze cominciarono a mutare sempre più velocemente. “Ne hai? Credi di poter raggiungere ciò che più desideri? O forse la tristezza e la disperazione ti hanno già vinto?” I suoi occhi erano diventati rossi come tizzoni ardenti.
Guisgard fece un passo indietro e cercò con la mano il crocifisso che aveva al collo.
Lo strinse e poi con l'altra mano raggiunse l'elsa della sua spada.
Ma un vento freddo si alzò nell'aria e un attimo dopo Guisgard si ritrovò in una fitta e tetra selva.
In lontananza si udivano lamenti e pianti.
Il cavaliere estrasse allora la spada.
“Chi è là?” Urlò. “Chi c'è?”
Quei lamenti si fecero più vicini.
Erano voci sovrapposte, confuse.
“E se il meglio della vita fosse già passato?” Si udì.
“Ho smarrito la via di casa e non la ritroverò più...” sibilò un'altra voce.
“Sono destinata a restare sola...” in lacrime qualcuno.
“Perchè non mi avete detto che la solitudine è come morire?” Disperato qualcun altro.
Ma tra quelle voci il cavaliere riconobbe un nome.
“Passato...” echeggiò nella selva.
“Passato?” Turbato Guisgard. “Il gigante?”
“Si...” una voce lontana “... e grida vendetta... è il suo fantasma che la reclama... la vendetta di Passato...”
“Cosa volete da me?” Urlò il cavaliere.
Ancora quei lamenti confusi.
“Cosa volete da me?” Con rabbia Guisgard, brandendo la sua spada nel buio circostante.
“Voglio che tu soffra...” rispose quella voce lontana “... giorno dopo giorno... notte dopo notte... fino a consumarti...”

Guisgard si svegliò aprendo gli occhi di colpo.
“Ben svegliato, campione...” disse la donna sdraiata sul letto accanto a lui, che con una mano accarezzava il petto di lui “... ti guardavo mentre dormivi e mi chiedevo cosa stessi sognando...”
Lui accennò un vago sorriso.
“Magari qualche donna...” continuò lei “... ti vedo il tipo romantico... secondo me hai anche un cavallo bianco...”
“Per farne cosa?” Fissandola lui.
“Per andare a rapire la tua amata.” Sorridendo lei. “Non ti hanno mai letto le favole da piccolo?”
Lui rise appena.
“Cosa?” Ridendo anche lei. “Non mi facevi donna da favole? Guarda che anche quelle come me amano le favole. Anzi, ti dirò... se Cenerentola vivesse oggi sarebbe di certo una prostituta. E magari il principe azzurro la riscatterebbe portandosela via.”
“Caschi male, amica mia...” fece Guisgard “... non solo io non sono un principe, ma, ahimè, non potrei riscattarti nemmeno volendolo...” le fece l'occhiolino “... non dovevi sceglierti come cliente uno senza il becco di un quattrino...”
“Ti ho solo fatto credito, cavaliere.” Baciandolo lei. “Dopo la tua prima battaglia tornerai per pagarmi.”
“E se mi uccidessero nel bel mezzo del combattimento?”
“No, secondo me ci sai fare...” fece lei “... dico che sei abile a tirare di spada...”
“Ti intendi anche di cavalieri” mormorò lui “oltre che di principi?”
“Si...” annuì lei, per poi prendere la mano di lui e fissarla “... prima guardavo questa piccola cicatrice... come te la sei fatta?”
“Potrei dire che mi è stata causata da un drago” sorridendo lui “o magari da un orco... ma, in verità, è solo l'esito di un attacco andato a male...”
“Fammi indovinare...” fingendosi pensierosa lei “... dopo aver scalato la torre, per liberare la dama imprigionata, ti sei ritrovato davanti il marito, giusto?”
Lui rise.
Ad un tratto si udì un rumore sui vetri.
“Ehi, qualcuno lancia sassolini contro la finestra!” Esclamò lei.
“Non dirmi che anche tu hai un marito?”
“Certo...” sarcastica la donna “... ed infatti è lui che mi obbliga a fare questo mestiere, visto che non ha voglia di lavorare.”
“Che santa donna!” Divertito Guisgard.
Lei si alzò dal letto e coprì il suo bel corpo nudo con uno scialle rosso.
Aprì la finestra e si affacciò.
“Favren!” Guardando in strada. “Sei tu che lanci i sassolini contro la finestra?”
“Si, signora!” Annuì il bambino.
“Beh, potevi entrare invece di rischiare di rompere i vetri, non ti pare?”
“Mia mamma” replicò il piccolo “mi da le botte se sa che sono entrato da voi, signora!”
“Già...” ironica lei “... beh? Cosa cercavi?”
“E' da voi un cavaliere di nome Guisgard?” Chiese Favren. “Un certo Gufo lo sta aspettando in caserma! Deve far presto!”
“Forse” voltandosi la donna verso Guisgard “molto presto avrai la possibilità di guadagnarti la tua prima paga, campione... così da poterti subito sdebitare di questa notte con me.” Aggiunse fissando il cavaliere che se ne stava ancora a letto.
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Parsifal25 03-02-2014 01.15.39

Scesi da cavallo, e sorrisi:

"Mio caro compagno......è un vero piacere ritrovarla.....vedo che ti sei sistemato in bene. Come è andata la tua ricerca di nuove braccia per l'armata? Spero che ne abbia trovati di validi......"

Mi avvicinai' a Ser Riccardo e lo presentai' al Gufo:
"Sir Riccardo......le presento il Gufo, un valido condottiero che non è molto avvezzo ai pericoli del cielo......la sua legge è una sola "Con la spada si posson risolver molte cose.....vi presento a lui cosicchè potrete apportare il vostro contributo a questa battaglia....."

Ripresi il cavallo: "lo lascio nelle tue mani Gufo......fidati.....è sfuggito per ben tre volte alla Belladonna......" gli sorrisi con lo sguardo del Reienhearth.....

"Ho bisogno di fare delle ricerche......ho una "Crociata ultratterrena da dover sedare....."

Eilonwy 03-02-2014 01.32.14

Dopo essermi seduta, diedi un morso a una di quelle delizie. Bevvi un po' di spremuta di mandarino ed incominciai a parlare: "Be ecco, Milady!....Questa sera ho fatto un sogno strano. Non so se definirlo piu' sogno o incubo!!!
Insomma, l' incubo era così: il cielo era di un azzurro terso, l'aria era limpida e in lontananza apparivano le montagne appena imbiancate di un candido manto nevoso.
La campagna era tinta di un verde vivissimo, con screziature di rosso, rosato e giallino che attraversavano, come bagliori, quella florida distesa.
Io correvo in quello scenario pastorale, lasciando che le mie dita accarezzassero i fiori e l'erba alta. Ma in un attimo tutto mutò.
Mi ritrovai nei pressi di un piccolo lago, la cui acqua però sembrava ingiallirsi sempre più, fino a divenire putrida.
Ad un tratto mi apparve una figura. Era una donna. Aveva un velo sul viso che rendeva incerti i suoi lineamenti. Mi fissava e sorrideva.
“In questo stagno” disse con voce sensuale “vive lady Galatea... è questa la sua vera dimora, non quel palazzo...” con una mano indicò le acque di quello stagno e io vidi galleggiare su di essa diversi pesci ormai morti “... vorrei aiutarti e liberarti dalla tua maledizione... ma posso riuscirci solo se verrai nella mia casa...” sorrise ancora e si avvicinò a me, lasciandomi un dolce bacio sulla guancia “... ho sempre desiderato una figlia...” disse infine. Ad un tratto, udì dei passi di cavallo. Mi voltai e vidi un bellissimo cavaliere con una armatura d' oro, il quale mi salutò con garbo.
Io credo che quella donna sia la Strega Isolde e quel cavaliere suo figlio. Non capisco che cosa voglia da me!!!".
Guardai con aria preoccupata Lady Galatea.
All' improvviso, da dietro il boschetto vidi arrivare un centauro e un drago.
Li riconobbi, erano Chirone e Draco.
Chirone era stato, dai 5 fino ai 10 anni, il mio maestro d'armi, mentre Draco era stato il mio compagno di giochi.
Andai incontro a loro, felice di poterli rivedere dopo tanto tempo.
"Chirone!...Draco!...Come state? Dove eravate andati a finire? Mi siete mancati così tanto!!!" dissi piena di gioia.

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Altea 03-02-2014 14.55.40

Osservai il cavallo abbattuto e i miei pensieri andarono a Gyen e Tyssen...si trovavano lontani da qui? E come avrebbero fatto a proseguire con la carrozza senza il cavallo..forse davvero mi ero persa nel bosco..non sapevo nemmeno quanto avessi cavalcato e quanto mi fossi spinta avanti.
"Qualche belva pericolosa..come un lupo?Certo..voi non avete il coraggio di affrontarlo e quindi usate questi metodi e con questi risultati" e indicai il cavallo e la zampa nella tagliola.."E ora chi mi darà il cavallo perso? Mi auguro rimedierete." Presi la mia sacca che, fortunatamente, avevo portato con me e mi avvicinai ai due villani "D'accordo..accetto la vostra ospitalità, se proprio è impossibile andare avanti..e ho bisogno di un cavallo" e li guardai duramente "possiamo procedere, effettivamente i miei abiti sono ancora bagnati dalla pioggia.".
Procedemmo e li seguii.."Come si chiama il borgo dove abitate? Parlatemi un pò di voi e di questo borgo..io sono lady Altea..purtroppo mi sono perduta, lo ammetto..e ho perso pure i miei compagni di viaggio sembra..per salvare un novizio frate."
Poi scorsi delle casupole ammassate..forse eravamo arrivati.

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elisabeth 03-02-2014 15.00.09

Il Gelo scende sempre...ma la sera, in questo posto stava spuntando il sole....." Grazie Daizer non so cosa succederà nel tempo avvenire...spero solo che voi non veniate catturato da questa situazione, sarebbe assurdo........ricordate che anche voi dovete riposare......siete un uomo e il vostro fisico necessita di far riposare le membra......"........non tolsi i vestiti, mi misi accanto alla ragazza e sentii andar via Daizer.......avevo sonno......ma il freddo stava diventando gelo...mi misi sotto le coperte, sperando che il calore cumulato dalla ragazza...potesse intiepidire il mio corpo, ma non succedeva nulla...lei dormiva, ma lei dormiva da un tempo indefinito....e tutto questo non era normale, lei non aveva freddo, anzi lei non avvertiva nessun cambiamento......neanche la necessità fisiologica dei suoi bisogni........incominciai a battere i denti, eppure il la legna bruciava nel camino.......ero ferma nel letto, non volevo muovermi da quella posizione.....pensavo.....e se il sole non riuscisse a penetrare con i suoi raggi a terra di questo villaggio ?........o se noi stavamo vivendo un incubo ?......La porta della stanza si spalancò di botto e sentii Daizer venirmi accanto.....dovevo scendere con lui era successo qualcosa, si qualcosa di importante, ma io ero immobile.....lo sentivo..il mio cervello diceva che dovevo muovermi...ma i miei arti sembravano non rispondere........e così vidi la mela...che Fra Adriano mia aveva fatto vedere prima di partire......nulla sembra ciò che appare......" Aiutami Daizer....aiutami ad alzarmi, qui si gela.....che sta succedendo........."......quel mondo sembrava cristallizzarsi..........

Clio 03-02-2014 15.44.20

Avanzai a passo sicuro, pronta a difendermi ancora una volta.
Ma mi illuminai all'istante, distendendo il viso in un largo sorriso, nell'udire le parole di mio padre.
Era dalla mia parte, aveva fiducia in me.
Mi sedetti accanto a lui e alzai la coppa di vino prima di portarla alle labbra.
"Sono felice che approviate la mia scelta, a parte i miei uomini siete il primo a farlo.. in realtà, sapevo fin dall'inizio che sarebbe accaduto.." Risi "di certo non immaginavo dei mercenari docili e disposti a farsi dare ordini da una donna.. Figuriamoci..." Scossi la testa, bevendo un altro sorso.
"In realtà, avrei preferito combattere col loro capo, sarebbe stato molto più incisivo, ma pazienza... Mi accontenterò di dare una lezione al suo campione... Dovevate vedere i senatori quanto erano infuriati con me e servizievoli con i mercenari... Secondo loro, avrei dovuto starmene zitta mentre quelli si prendevano gioco di me.. E ovviamente la colpa è mia! Avete ragione padre, domani servirà anche a loro e ai nostri nemici..".
Posai il bicchiere e alzai lo sguardo verso il vecchio ufficiale, con gli occhi così simili ai miei "Vi ringrazio per il vostro appoggio, se posso vivere questa vita lo devo a voi, e farò sempre di tutto per rendervi fiero di me..." Sorrisi.
"Non so se lo sapete, ma il senatore Bool mi ha informato che in caso di sconfitta dovrò lasciare la Guardia Reale.." Alzai le spalle "Non che mi importi più di tanto... Vi lascio immaginare cosa vorrà da me il Gufo se perderò domani..." Sorrisi, un sorriso gelido, lontano "E potete star certo che non glielo permetterò, mai.. A qualunque costo..." Dissi piano, mentre un brivido freddo mi attraversava.
Dopo un istante, però, sorrisi nuovamente.
"Beh, ma tutto questo non ha importanza, perché domani batterò quel mercenario, e potremo andare avanti con la lotta ai ribelli..". Mi alzai.
"Con permesso, padre, si sta facendo buio e io devo ancora sbrigare delle faccende prima di domani...".
Dovevo andare da lui, dovevo vederlo. E andare da lui non era l'unica cosa che dovevo fare una volta uscita di lì.
Esitai "La vostra fiducia e il vostro orgoglio sono molto importanti per me, non vi deluderò, statene certo... Ci tenevo a dirvi.. Beh, grazie, per aver scelto di rendermi quella che sono... Per aver sempre creduto in me..." Sorrisi, fissando quegli occhi chiari "Vi voglio bene, padre..".
Mi chiesi se non fosse la prima volta che esprimevo il mio affetto a mio padre, essere cresciuta da un militare, di certo non rende espansivi.
Ma volevo che sapesse, non potevo sopportare l'idea che, nel peggiore dei casi, si sarebbe dato la colpa.

Guisgard 03-02-2014 17.52.18

“Sei mia figlia” disse l'ex capitano a Clio “ed io stesso ti ho insegnato a tirare di spada. So che sei abile quanto un uomo, se non di più. Non c'è da pensare a cosa ti chiederanno i senatori o i mercenari in caso di sconfitta. Tu domani vincerai e ti guadagnerai il rispetto di tutti.” Scosse il capo disgustato. “Senatori... luridi burocrati, striscianti parassiti... non capisco come il re abbia potuto lasciare le sorti del regno nelle loro viscide mani...” fissò sua figlia con orgoglio “... vorrà dire che spetterà a noi difendere il reame... volevo mostrarti una cosa... ma lo farò domani... quando tornerai qui dopo il duello...” sorrise “... ora va, hai molto da fare... a domani, figlia mia.”

Guisgard 03-02-2014 17.58.05

Daizer aiutò Elisabeth ad alzarsi dal letto e poi, togliendosi la giacca, le coprì le spalle.
“Siamo in pieno Inverno” disse il contrabbandiere” e questi luoghi sono a ridosso dei monti. Non temete, la mia giacca vi scalderà.” Guardò la bambina che sembrava riposare ancora tranquillamente. “Venite, voglio farvi vedere una cosa assai curiosa...”
I due, così, scesero al pianterreno e Daizer indicò che non vi era nessuno nella locanda.
Né il locandiere con sua moglie, né altri clienti.
I due allora uscirono in strada e anche qui dominava ovunque un desolante silenzio.
“E' assurdo...” fece Daizer “... sembra che non ci sia più nessuno in questo villaggio... forse saranno andati in campagna a lavorare, non so... ma tutti insieme? Mah...” scosse il capo pensieroso.

Guisgard 03-02-2014 18.02.50

“Un momento...” disse Gufo a Parsifal “... come sarebbe a dire che devi fare delle ricerche! Hai già scordato il nostro patto? Avevi dato la tua parola di unirti a noi! Ora che fai? Ti rimangi la tua parola?”
L'atmosfera si fece pesante.
“Signore...” fece Riccardo “... il mio compagno” indicando Parsifal “è chiamato da altre questioni. Ma se volete, il mio braccio è al vostro servizio.”
“Tu” fissandolo Gufo “parlerai solo quando ti dirò di farlo.” E tornò a guardare Parsifal con occhi di sfida.

Guisgard 03-02-2014 18.15.53

Così, Altea seguì i due villani fino al loro borgo.
“Siamo stati costretti ad abbattere il vostro cavallo” disse uno dei due alla dama “per risparmiargli una morte fatta di strazi e di agonia.”
“Però” fece l'altro villano “siete stata imprudente a viaggiare da sola, di notte poi, nella foresta.”
“Ma siete stata fortunata.” Mormorò il primo. “Vi abbiamo trovata e così verrete con noi al borgo. Esso ha nome Meleas ed è un luogo tranquillo. Troverete ospitalità e rifugio, signora.”
Giunsero infine verso un'ampia piana a ridosso dei monti, nella quale sorgeva un centro abitato fatto di case tutte addossate l'una sull'altra.
E a dominare quel luogo, su una bassa altura, vi era un antico maniero.
I tre entrarono così nel borgo e subito i vari passanti restarono quasi meravigliati nel vedere Altea insieme ai due villani.
E all'improvviso una vecchia si avvicinò all'avventuriera.
“Che il Cielo vi risparmi, figlia mia...” le disse col volto turbato, per poi voltarsi a guardare il castello che come un gigante addormentato sorvegliava quel borgo.
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Altea 03-02-2014 18.26.53

Eravamo proprio arrivati nel piccolo borgo, che pareva come addormentato.
Poi mi accorsi degli occhi degli abitanti stupiti che mi osservavano, li guardavo uno ad uno..perchè quegli sguardi..certo ero una forestiera e la curiosità in quei piccoli borghi era molta, ma il loro sguardo aveva un che di enigmatico.
Udii una voce alle mie spalle e sussultai...era una donna anziana e pronunciò delle parole alquanto inquietanti e seguii il suo sguardo verso il maniero solitario che si ergeva.
Rimasi un attimo turbata, osservai sia lei che i due villani e mi rivolsi alla donna "Ditemi il motivo e pregherò il buon Signore..di cosa dovrei stare attenta?".

Guisgard 03-02-2014 18.27.47

I due esseri salutarono Eilonwy, ma lady Galatea li congedò con un gesto della mano.
“Non sono reali” disse “ma solo due visioni. E' facile ingannare le menti semplici. Ora abbiamo cose più importanti a cui pensare...” aggiunse preoccupata la fata “... la donna vista in sogno da Eilonwy potrebbe essere la strega che ha imposto su di te la maledizione?” Chiese al merlo parlante.
“Nel sogno della ragazza” rispose il merlo “il volto della donna era coperto da un velo. Tuttavia la presenza di quel giovane cavaliere dilegua ogni mio dubbio. Si, si trattava della strega Isolde.”
“Chi era quel cavaliere?” Domandò Galatea.
“E' suo figlio.” Fece il merlo. “Nato da una innaturale unione tra la strega ed uno sciacallo.”
“E' orribile!” Esclamò Coco.
“E quel suo figlio” mormorò il merlo “è la cosa più preziosa che la strega possiede.”
“E' chiaro” fece Galatea “che solo lei può scogliere le vostre maledizioni. Fu lei a renderti un merlo” fissando l'uccello “e sempre lei ha sconfiggere lo stregone che ti rese metà sirena.” Rivolgendosi poi ad Eilonwy. “Dunque bisogna trovarla e fare in modo che sciolga i due oscuri sortilegi.”

Clio 03-02-2014 18.37.42

Uscii ritemprata dal palazzo.
Il giorno aveva ormai lasciato il posto alla sera, e una dolce brezza invernale mi scompigliava i capelli.
Mi addentrai nel giardino, un passo alla volta, assaporando il profumo dei fiori.
Giunsi così davanti ad un bivio, in realtà, dovevo andare in entrambe le direzioni, dovevo solo scegliere l’ordine.
Non fu per nulla difficile, svoltai a destra, addentrandomi nel boschetto dove giocavo da bambina.
Dopo qualche passo mi trovai di fronte ad un’antica costruzione, imponente ma intima: il tempio di famiglia.
Il fuco di due bracieri nella cella illuminava la grande navata centrale, adornata da colonne affusolate.
Il profumo dell’incenso rendeva l’aria carica di attesa e devozione.
Avanzai, un passo alla volta, verso la cella.
Era lì che avevo vegliato prima di ricevere solennemente le armi, istintivamente, sfiorai dolcemente il collo, ricordando la collata di quel giorno lontano.
Come se fosse possibile dimenticare un momento tanto atteso.
Ecco chi ero: un soldato, un guerriero, un cavaliere, un ufficiale, e una donna sì, certo, anche quello, ma soltanto dopo.
Le divinità rappresentate erano più che altro dei militari, e le mensole erano riempite dagli ex-voto dei miei antenati.
Una volta percorsa l’intera navata mi fermai, ad osservare l’imponente statua della signora di Atene, la mia protettrice, era bellissima, si diceva che avesse addirittura dei secoli. La Dea era raffigurata armata, fiera, con uno sguardo che sembrava potesse leggerti nell’anima.
Bruciai l’incenso mentre mormoravo una preghiera per il giorno successivo. Invocai la benedizione degli dei sulla mia spada, e su quel piccolo pugnale che avrei tenuto nascosto negli stivali, da usare solo in caso di sconfitta.
“Rendi forte il mio spirito, salde le membra, saggia la mano che maneggia la spada, felino l’intuito, lucida la mente..” pregai.
Alzai gli occhi sulla statua della dea, ma lei non era umana, non poteva vivere il mio conflitto.
Non mi aveva mai abbandonato, mi aveva seguito passo dopo passo. Ma i miti insegnano che gli eccessi vengono puniti, non si può essere devoti ad una divinità e trascurarne un’altra. Io potevo, certo, ero una fanciulla. Ma per quanto ancora mi sarebbe stato concesso?
Dopo aver completato il mio consueto giro di offerte agli dei guerrieri, uscii dal tempio.
Era giunto il momento di attraversare il giardino.
Da quanto tempo non visitavo il ninfeo? Quando svoltai l’angolo e lo vidi restai incantata.
I giochi d’acqua erano visibili anche nella pallida luce della luna appena sorta, rallegrati da fiori colorati.
Al centro della fontana, si trovava una splendida statua, che mio nonno raccontava essere la copia di una molto più antica, con una storia da raccontare.
Alzai lo sguardo su di lei.
“Ho tardato, lo so.. Mi stavi aspettando..” sorrisi “Sapevo che prima o dopo saresti venuta da me..” Alzai lo sguardo verso il cielo, e mormorai la mia prima, vera, preghiera ad Afrodite.
Pregai affinché l’uniforme che indossavo non mi impedisse di amare, o di essere amata.
Pregai, affinché riuscissi a trovare l’equilibrio tra il soldato e la donna.
Lasciai il palazzo di mio padre poco dopo, avvolta in un lungo mantello con cappuccio che celava completamente la mia uniforme.
Raggiunsi così la casetta dove avevo lasciato il principe Karel. Infondo, non era troppo tardi per una visita.

Guisgard 03-02-2014 19.28.38

Pioveva forte.
La campagna appariva velata dall'umidità e tutto sembrava come incantato.
Una piccola luce guidò Clio attraverso quel sentiero, fino alla villa.
E lo vide.
Karel era sulla staccionata, sotto un porticato di legno, attorno al quale si intrecciavano salici.
Il principe era intento a dipingere qualcosa su una tela.
Ma poi, all'improvviso, si voltò verso la campagna.
Come se avesse avvertito qualcosa.
Forse una sensazione.
E la vide.
Si alzò allora di scatto e preso il suo mantello corse verso di lei.
La raggiunse ed avvolse entrambi con quella cappa.
“Allora è vero...” disse mentre le gocce di pioggia scendevano sui loro volti “... quando si dipinge qualcosa verso il crepuscolo, poi davvero la vedi comparire innanzi a te...”

Guisgard 03-02-2014 19.31.16

Quella vecchia fissò altea e poi le accarezzò il volto teneramente.
“Che Dio vi risparmi...” disse la vecchia “... che ci perdoni tutti...”
“Avanti, vecchia!” Esclamò uno dei villani. “Togliti di mezzo! Vuoi farci bagnare sotto questa dannata pioggia?”
E condussero Altea presso una locanda del posto.
“Non badate a quella vecchia, milady...” fece uno dei due villani all'avventuriera “... è pazza e fa così con ogni straniero che giunge nel borgo.”

Clio 03-02-2014 19.49.31

Per poco non mi mancò il fiato, venne verso di me, sotto la pioggia, smontai da cavallo e me lo ritrovai davanti.
Senza che potessi dire alcunché mi coprì col suo mantello, nonostante avessi il mio.
Era così vicino che potevo sentire il suo respiro, vedevo le gocce che gli accarezzavano il viso, e avrei voluto seguirle ad una ad una.
“Stavate dipingendo…. me?” chiesi stupita, sgranando gli occhi nei suoi.
“Io..” mormorai, ma le parole mi morirono in gola. Avrei dovuto dirgli che ci saremmo presi un accidente lì fuori, che dovevamo rientrare.
Ma non riuscii a dire niente, restai immobile, incurante della pioggia e del freddo, quel mantello teneva anche fin troppo caldo.
O era il mio corpo ad andare a fuoco? Non mi importava.
Avrei voluto vivere quell’istante all’infinito.
“Domani mi batterò in duello..” dissi, finalmente.
Cosa volevo dirgli? Che c’era la possibilità che non mi vedesse più? No, non avevo paura di quel mercenario. E fare la vittima non era nel mio stile.
Allora cosa? Come si parla ad un uomo quando ci si sente così vulnerabili? Come parlano le donne normali agli uomini?
Avevo sentito una conversazione tra le mie cugine, parlavano di sotterfugi e trucchetti da usare coi cavalieri.
Ma io non ne conoscevo, e forse non ne sarei stata capace.
Così, decisi di dire la pura verità.
“Non c’è altro posto in cui vorrei essere stasera…” mormorai, con gli occhi nei suoi, ricordando le sue stesse parole.

Eilonwy 03-02-2014 21.43.34

Cercai di abbracciare Chirone e Draco, ma alla fine, con mio stupore, Lady Galatea disse che erano delle semplici visioni.
Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto! Tre volte dietro a loro le mani avvinsi, e tante mi tornai con esse al petto.
"Sì, avete ragione Milady! L' unico modo è trovare questa Strega Isolde. Deve essere davvero potente se è riuscita a prendere un po' dell' oscuro potere di Slathnir. Anche se, comunque, è pur sempre una Strega Nera!......Sapete una cosa? Adesso ho capito come è andata!.....Slathnir era lo Stregone Nero piu' potente, ma Isolde gli ha rubato, per invidia e per bramosia di potere, alcuni suoi poteri. Dopo aver sottratto i poteri di costui, ha trasformato il principe in merlo. Contemporaneamente, Slathnir, dopo avermi vista, ha chiesto al Maligno di ridargli i poteri perduti e di rinforzarli. Così il negromante mi ha maledetta e ha conquistato e razziato il Regno del Cristallo di Azarath!" pronunciai con serietà.
Dopo aver detto ciò guardai a uno a uno tutti i presenti per aver qualche segno di approvazione.
Poi, chiesi a Lady Galatea: "Milady, potrei, per favore, oggi andare visitare un po' il centro di Afravalone? Ne approfitterò anche per andarmi a fare confessare nella Cattedrale principale!".

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Altea 03-02-2014 21.58.22

Quella leggera carezza del viso e il volto della donna...cosi caritatevole..io le credevo..nel suo volto vi era la verità..."Starò attenta..bisogna avere una grande Fede" risposi.
Poi quei due villani la scacciarono in malo modo..."Ma che modi" risposi mentre giungemmo in una locanda "prima ammazzate il mio cavallo e poi trattate cosi una donna anziana. Comunque, io domani mattina andrò via da qui..vedo vi è una strada per uscire dal borgo, trascorrerò solo la notte e, gentilmente, vi chiedo di procurarmi un cavallo per domani mattina all' Alba..ci troveremo qui..naturalmente ho i soldi per pagarlo".
Entrai e chiesi all' oste, gentilmente, di portarmi alcuni vestiti asciutti, della acqua calda per un bagno ristoratore e anche di portarmi una zuppa calda..avrei mangiato in camera.
Entrai nella angusta camera assegnatami...era proprio buia e accesi una candela sul tavolo e accesi il camino, mi affacciai alla finestra, dava proprio su quell' angusto maniero...chissà chi era il proprietario.
Mentre aspettavo mi stesi un attimo sul letto e mi addormentai leggermente per la stanchezza..

La gente si affollava in chiesa per la santa protezione
con le candele incrociate...il giorno prima vi era stata già
la Candelora e quindi la benedizione delle candele e tratti gli auspici
per l'uscita dall' Inverno o meno.
Infatti alcuni anziani discutevano animatamente per questo guardando il
Cielo.
Vidi una donna..aveva una candela in mano e versava la cera su dell' acqua e mi avvicinai.."cosa vedete da quel responso..cosa vedete su me?"
Ella guardò la bacinella e mi osservò attentamente.."Dunque?"
Non parlava..
"In questo luogo solo guardate e non parlate" dissi e rividi nella stanza la anziana donna.."Fai attenzione figliola mia" prendendomi il viso.

Mi svegliai di soprassalto..era qualcuno che bussava alla porta dicendomi aveva portato tutto ciò che avevo richiesto ed andai ad aprire la porta.


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Guisgard 04-02-2014 00.33.52

Altea fu così condotta nella sua stanza, dove riuscì a riposare un pochino.
Al pianterreno, intanto, il locandiere e sua figlia Pelien erano intenti a parlare con i due villani.
“Ebbene, diteci...” disse il locandiere ai due “... dove avete trovato quella donna?”
“Era nella foresta.” Rispose uno dei due villani. “Il suo cavallo era finito con una zampa in una tagliola. L'abbiamo abbattuto e condotto poi qui la donna.”
“E' bionda” fece l'oste “e con occhi chiari. E' bella.”
“Si, molto.” Annuì il villano.
“Fortuna che quella vecchia pazza non è riuscita a spaventarla!” Esclamò l'altro villano. “Una donna così non è facile da trovare. Siamo stati davvero fortunati.”
“Si, vero.” Mormorò il locandiere.
Poi comandò sua figlia Pelien di portare gli abiti asciutti ad Altea.
La ragazza allora salì in camera dell'avventuriera.
Bussò e quella aprì la porta.
Pelien posò così i vestiti asciutti sul letto.
“Milady...” fissandola poi “... dovete lasciare questo luogo...” a bassa voce la ragazza “... e prima di domattina all'alba... ne va della vostra...”
“Pelien!” Chiamò all'improvviso suo padre dal pianterreno. “Ho bisogno di te in cucina! Sbrigati!”
La ragazza allora uscì dalla stanza e raggiunse la cucina.

Guisgard 04-02-2014 00.51.20

Karen non disse nulla a quelle parole di Clio.
Restò con i suoi occhi in quelli di lei.
Fu un lungo istante.
Un istante indefinito.
E poi, con un gesto tanto dolce quanto improvviso, Karen portò le sue mani sul viso di lei e la baciò.
E nel baciarla le mani di lui scivolarono lungo il collo di lei e poi sulle sue spalle, facendo cadere a terra il mantello che fino ad un momento prima li riparava dall'incessante pioggia.
Poi la prese in braccio e la portò dentro, adagiandola accanto al camino acceso.
E qui la baciò ancora.
“Un duello...” disse piano, mentre la legna ardeva nel focolare “... che duello? Dimmi contro chi e lo combatterò al posto tuo... dopotutto ho rischiato la tua collera con questo bacio, no? E forse potrei andare oltre stasera se non mi fermi... credi dunque che possa temere qualcosa in questo momento? No, nulla... neanche il mondo intero...” e la strinse a sè, in un tenero abbraccio.

Guisgard 04-02-2014 01.14.09

“E' un'ottima cosa.” Disse Galatea ad Eilonwy. “Afravalone è una grande città e presenta molte cose belle da vedere. La cattedrale si trova nel centro, tra il Palazzo Reale ed il Senato.” Guardò poi il merlo. “Posso chiederti il favore di accompagnare Eilonwy ed i suoi due compagni? Tu conosci bene la città e magari mostrerai loro alcune delle sue meraviglie.”
“Certo, signora!” Esclamò il merlo. “Ebbene, sono pronto. Appena vi sarà comodo, usciremo per girare la città.”
“Andate subito.” Fece Galatea. “Io vi aspetterò qui, così che al vostro ritorno sarà pronto un ottimo pranzo.”
Così, Eilonwy, Aladiah, Coco ed il merlo uscirono dal palazzo della fata e raggiunsero la città di Afravaone.
Ed essa si mostrò a loro in tutta la sua meraviglia.
http://www.theinquirer.net/IMG/875/2...g%3F1383747555

Eilonwy 04-02-2014 01.38.41

"Che bello! Grazie mille Lady Galatea!" dissi piena di gioia e serenità.
Dato che sarebbe stato troppo pericoloso portare un' arma sopranaturale come la Spada di Fuoco Fatuo, portai con me, semplicemente, l' arco con la faretra piena di frecce.

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Quando arrivammo in centro città dissi a bocca aperta: "Che meraviglia! E' veramente bellissima!......Aladiah!?! Coco!?! Vi consiglio di rendervi invisibili, sennò credendomi una strega mi metteranno al rogo!" .
Dopo esser stata in chiesa a confessarmi, a pregare e ad accendere un cero, iniziai a girare per il grande borgo.
Vidi per strada un gruppo di menestrelli. Scesi da Dante e lo legai a una colonna di granito di un edificio.
"Tenete d' occhio Dante e le mie armi, mi raccomando!" dissi a bassa voce.
Mi avvicinai ai musicisti ed incominciai a danzare. Quella musica era irresistibilmente bella e non potevo far a meno di ballare!

http://www.youtube.com/watch?v=V6NBeiCedCk

elisabeth 04-02-2014 13.17.04

Mi alzai dal letto con fatica....e la giacca di Daizen fu una benedizione...uscire dalle coperte mi sembrava impensabile.......mentre mi avviavo con lui al piano di sotto lo ascoltavo con interesse e con la sensazione che l'orologio e il tempo...e il rintocco della campana avessero detto più di quanto noi fossimo in grado di capire.......uscimmo per strada le porte delle case sembravano socchiuse e la gente normale non ha le porte aperte.......il silenzio regnava sovrano...." Daizen e' vero fa freddo....per l'umidità siamo ad un'altezza considerevole, ma non e' un freddo normale.......questo villaggio era vivo quando siamo arrivati ieri....c'era gente che ci osservava...qualcuno che parlava, i boscaioli......andiamo...via...mi sembra di stare in un cimitero.....anche i nostri Frati sono svaniti ?....non li sento da quando siamo arrivati....."...presi ad entrare in quelle case.....erano intatte....ma sembravano inabitate, e così entrai ed uscii da tutte le case possibili.....sino a quando....." Daizen....l'ora della messa, l'oste non ci disse l'ora della messa parlò del rintocco, ma lui era li' a servirci la carne, eppure doveva essere in chiesa......andiamoci...forse troveremo i Frati a pregare....".....ero nervosa, perchè la ragazzina dormiva e dormiva di un sonno sereno ...certo aveva avuto l'incubo....ma era durato pochissimo,e quando eravamo usciti dalla stanza lei dormiva aveva il volto roseo come le pesche mature....nonostante ogni sua funzione sembrava sembrava cessata.......le porte della Chiesa erano chiuse....." Daizen ...le porte sono chiuse e non sento nulla.....che succede...."......aprii con grande timore...di trovare il vuoto............e invece ogni cittadino era seduto al suo posto......erano lì...con un sorriso ebete stampato su un volto pallido come la morte.....c'era l'oste...la moglie....ma non c'erano i boscaioli.......c'erano i nostri Frati che inginocchiati davanti all'altare pregavano sommessamente......." Che sta succedendo in questo posto ?......Fra Favelius.....che succede in questo paese ?.....ditemelo voi io non lo so..."....

Altea 04-02-2014 15.00.43

La figlia del locandiere, che avevo intravisto prima, entrò guardandomi e posò i vestiti asciutti sul letto.
Iniziò a pronunciare poche parole in modo inquieto ma non riuscì a finire..venne chiamata dal padre e fuggì lasciandomi sola in camera pensierosa fissando i vestiti.
Cosa voleva dirmi..era turbata..vi è qualcosa che non va in questo borgo, tutto è cosi strano.
Mi riaffacciai alla finestra..quel maniero aveva un'aria sinistra..buia e tetra, non era solare..rappresentava ciò che era il borgo.
Scaldai l'acqua e dopo un bel bagno ristoratore mi cambiai le vesti e misi i miei vestiti ad asciugare di fronte al fuoco.
Mi sedetti sul letto...ero inquieta..aprii la porta e scesi al pianterreno ma non vi era nè il locandiere nè la figlia..forse erano in cucina come avevo udito.
Fu cosi che uscii dalla locanda e davanti trovai delle ragazze e mi avvicinai a loro..forse loro, potevano dirmi qualcosa in più su questo luogo.
"I miei saluti damigelle" e sorrisi a loro ma esse mi fissavano in modo strano "vorrei delle informazioni..sono qui per caso e non so nulla di questo Borgo..ad esempio..quel manierò lassù a chi appartiene? E vi è qualche chiesa nei paraggi?" mi auguravo di sapere qualcosa in più.

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Clio 04-02-2014 16.56.18

Appoggiata alla sua spalla, davanti al focolare scoppiettante, mi chiedevo se non fosse altro che un sogno.
Il più vero, reale e meraviglioso che avessi mai fatto.
Non riuscirei a spiegare a parole ciò che sentivo in quel momento di pura felicità.
Non era paragonabile a nessuna emozione che avevo provato finora: nemmeno al momento in cui ti accorgi che l’avversario sta cadendo, o a quando senti i nemici chiamare la ritirata e sai che hai vinto la battaglia, o alla prima volta che ti chiamano “capitano”, la prima sfida.
No, nella mia vita non c’era mai stata un’emozione simile.
Potevo sentire il suo cuore battere al ritmo del mio, mentre sfioravo dolcemente il suo petto con una mano.
Ma alle sue parole, scoppiai a ridere, e mi appoggiai al gomito per vederlo in faccia.
La mia collera? Oh, Karel.. in realtà non desideravo altro.
“Per carità, non pensarci nemmeno…” sorrisi, come mai in vita mia “Sono io qui che devo proteggere te, non il contrario.. E poi, è necessario che sia io stessa a batterlo.. Sono arrivati i mercenari, e domani capiranno chi comanda… Ti chiederei di venire ad assistere, ma saresti troppo esposto..”.
E nel peggiore dei casi, non voglio che tu mi veda…
“Perciò ti prego di restare qui al sicuro..” mi sporsi per baciarlo dolcemente sulle labbra “Se vorrai, tornerò da te..” mormorai.
Sempre…
Restai a fissare quegli splendidi occhi, e il viso che illuminavano per lunghi istanti, incapace di parlare.
Era difficile spiegare come mi sentissi in quel momento: completa, ma anche viva, donna, felice, vulnerabile e forte insieme.
Lui era lì, con me.. voleva me. Potevo desiderare di più?
Tuttavia, sembrava quasi troppo bello per essere vero.
“La mia collera?” scossi la testa, senza smettere di guardarlo, con un’espressione diversa “..quella la vedrai se ti prenderai gioco di me, e posso assicurarti che il tuo nome o il tuo sangue non ti proteggeranno..”.
E lo baciai nuovamente, con passione, come a voler scongiurare quelle parole.
Era come se fossi vissuta solo per quella notte, che poteva essere l’ultima.
Quanta fiducia in te stessa, Clio.. Piantala di fare la lagna! Vincerai eccome domani, a maggior ragione se ci sarà lui ad aspettarti.. O è una scusa?
Forse lo era. Infondo, non potevo, lo sapevo bene. Mio padre non mi avrebbe mai perdonato se l’avessi disonorato.
Come se tu fossi capace di lasciarti anche solo sfiorare da qualcuno senza il tuo consenso, marito o no.. Non prendermi in giro, su..
Quella fastidiosa e franca parte di me aveva ragione, avevo scelto lui fin dalla prima volta che mi aveva preso tra le braccia un anno prima.
O lui, o nessun altro. Ma non avrei mai pensato che lui potesse provare lo stesso.
“Oh, io non ho nessuna intenzione di fermarti..” mormorai, ancora attaccata a lui “per me sei.. l’unico”.
Mi scostai leggermente dal suo viso, per posargli lievi baci sul collo “Ma.. tu? Io non sarò mai una dama, qualunque cosa indossi..” sorrisi, senza che potesse vedermi “…e sono piena di cicatrici..” risi.
Alzai nuovamente il viso per guardarlo negli occhi, quasi timorosa. Non avevo avuto mai paura di nulla, e ora tremavo all’idea di un rifiuto.
“Sicuro di volere.. me?” mormorai.
Il cuore batteva talmente forte che temevo si sentisse rimbombare in tutta la stanza, mentre i miei occhi restavano incatenati ai suoi ancora una volta.

Guisgard 04-02-2014 19.32.13

Eilonwy cominciò a danzare al suono di quella travolgente musica.
Ballava leggiadra su quelle note, con la sua esuberante freschezza.
E molti passanti si fermarono per guardarla danzare.
E tra essi anche alcuni soldati di ventura.
“Guardate lì...” disse uno di quelli ai suoi compagni, indicando Eilonwy “... mica male... davvero un bocconcino niente male...”
“Già, davvero bella, Boyke...” annuendo uno di quelli a colui che aveva parlato “... peccato che la nostra libera uscita stia per terminare...”
“Non è detto...” sorridendo Boyke “... abbiamo ancora tempo...” e si avvicinò ad Eilonwy “... Erode perse la testa nel veder danzare la bella Salomè...” rivolgendosi alla ragazza “... voi potreste turbare l'intera città con questa vostra danza, visto che siete infinitamente più bella della figlia di Erodiade...” mostrò un lieve inchino col capo “... permettete che mi presenti, milady... sono Boyke, avventuriero e soldato di fortuna...”
Aladiah e Coco, nel frattempo, seguendo il consiglio di Eilonwy, si erano resi invisibili e fra loro indicavano il cielo.
Stava infatti per giungere la sera.

Guisgard 04-02-2014 19.46.31

Karel non disse nulla a Clio e per tutta risposta, alla domanda della ragazza, si avvicinò alle sue labbra e la baciò ancora.
“Questo bacio” disse in un sussurro “basterà ad ogni tuo dubbio...” e la baciò di nuovo, giocherellando poi con la sua bocca su quella di lei.
I due, così, restarono a lungo stretti l'una nelle braccia dell'altro, davanti al cammino scoppiettante, che illuminava i loro occhi rendendoli raggianti e sognanti.
“Presto sarà l'alba...” fece lui “... e sarà giorno... ma ci sarò anche io domani ad assistere al tuo duello... se cercherai i miei occhi fra la folla, allora li riconoscerai... sta tranquilla, sarò prudente e nessuno potrà vedermi...” la fissò e sorrise “... quanto sei bella, Clio...” sospirò “... perderei la testa non solo per i tuoi occhi azzurri come il cielo, ma per ognuna di quelle tue cicatrici...” rise appena “... sei bella come la pioggia inclemente di questi giorni, che cela forme e colori, lasciando al cuore l'immaginazione per fantasticarci su...” le accarezzò dolcemente i capelli “... si dice che Amore adoperi delle frecce per le sue imprese... ma a te è servita una spada per trafiggermi il cuore...” il suo sorriso svanì ed i suoi occhi penetrarono ancor più in quelli di lei “... voglio sposarti...” mormorò “... si, sposarti... domani sera, lontano da tutti e da tutto... si, domani, dopo quel duello... così capirai quanto io mi fidi di te... di te e della tua abilità... così che tu non possa più dubitare che non ti vorrei diversa da ciò che sei, Clio...” ed un caldo bacio consacrò quelle parole d'amore.
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Guisgard 04-02-2014 19.56.45

Quei volti.
I volti degli abitanti del villaggio.
Erano proprio i loro volti.
Alcuni si lamentavano e si disperavano, quasi grugnendo per il dolore.
I loro corpi erano avvolti da fiamme e gli aguzzini li spingevano in profondità.
Altri ancora, poi, avevano i volti incerti e sofferenti, in pose timorose e pietose, come se pregassero.
Altri invece erano sereni, felici ed i loro volti apparivano come in una continua Estasi Gioiosa.
Ma fu un attimo.
Un attimo durante il quale Elisabeth vide i volti degli abitanti del villaggio raffigurati sugli affreschi delle navate, dove erano rappresentati i tre mondi dell'Aldilà: l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.
La chiesa era in realtà vuota, fatta eccezione per Fra' Favelius e Fra' Severius che pregavano davanti all'altare.
E quando i due religiosi terminarono le loro orazioni, vedendo Elisabeth e Daizer, li raggiunsero.
“Sta accadendo qualcosa di strano qui...” disse Daizer ai due monaci.
“Perchè mai?” Chiese Fra' Favelius.
“Il villaggio sembra deserto...” rispose il contrabbandiere “... le case e le strade appaiono vuote, come se tutti fossero andati via all'improvviso... voi avete visto qualcuno giungere in chiesa?”
“No...” scuotendo il capo il monaco “... nessuno è entrato in chiesa da stamani...”
“E ora che ci penso” fece Fra' Severius “la campana non ha mai suonato oggi...”
“Si, è vero...” annuendo pensieroso Fra' Favelius.
Ma proprio in quel momento la campana suonò.
Dai vetri delle navate si poteva vedere che era ormai sera.
Le porte della chiesa allora si aprirono e qualcuno vi entrò.
Erano gli abitanti del villaggio, giunti per la messa serale.
Infatti sull'altare apparve un sacerdote pronto alla santa Celebrazione Eucaristica.

Guisgard 04-02-2014 20.00.01

A quelle parole di Altea, le ragazze restarono come interdette, scambiandosi diverse occhiate fra loro.
“Quel castello” disse all'improvviso Pelien “apparteneva al barone che comandava queste terre, lord Elvet...” le ragazze la fissarono stupite, ma la figlia del locandiere non ci badò “... era un uomo particolare... amante del lusso e vanitoso... ma era anche un signore pietoso e giusto... non ha mai abusato del suo potere e la gente del borgo sotto di lui non ha mai patito soprusi o ingiustizie... poi, un infausto giorno, qualcuno invase queste terre e si impadronì del suo castello...”
“Vuoi stare zitta?” Gridò all'improvviso qualcuno. “Torna dentro e aiuta tua madre in cucina! Presto!” Le ordinò il locandiere suo padre.
E Pelien obbedì.

Eilonwy 04-02-2014 20.02.46

Vidi arrivare due mercenari.
"Oh.....grazie del complimento! Io sono Lady Eilonwy!" dissi sorridente.
Il sole stava per calare, era meglio andare via.
Rimontai sul mio cavallo nero ed indossai la faretra con l' arco.
"Adesso devo proprio andare! I miei nobili genitori mi stanno aspettando con il mio futuro sposo. Arrivedervi!" dissi mentendo perchè quei due mi mettevano a disagio.

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Altea 04-02-2014 20.10.49

Mi voltai e vidi la figlia del locandiere..ella iniziò a narrare della storia del barone che dimorava in quel castello..un uomo saggio e buono..ma fu come sempre interrota dal padre...ovvio voleva celare qualcosa.
"Ma?" mi voltai istintivamente verso le ragazze.."chi si è impadronito poi di quel castello e forse del borgo? Non abbiate paura...nessuno può sentirvi.." e ad un tratto vidi la anziana donna vicino a me che mi guardava..sembrava quasi volesse prendere parola per continuare e le sorrisi.

Clio 04-02-2014 20.18.04

Il mio cuore non poteva sopportare tutto quello, per un momento, credetti di sentirlo scoppiare.
Quelle parole, parole che avevo sognato tutta la vita. Faticavo a recepire tutte quelle emozioni.
Ero come stordita da tutta quella felicità.
Poi, sgranai gli occhi. Sposarmi?
Non credo esista un aggettivo adatto al sorriso che mi illuminò il viso.
L’unica risposta fu un altro lungo bacio.
Il matrimonio non mi era mai sembrato tanto bello e allettante.
No, decisamente mio padre non sarebbe andato su tutte le furie.
Magari il re sì, però. O magari no.
Infondo, la mia era una delle più antiche famiglie del regno.
Quei pensieri erano troppo, e la stanchezza mi avvolse, cullandomi dolcemente in un sonno profondo e colmo di sogni confusi e bellissimi, dove le parole di Karel e i suoi baci si ripetevano all’infinito.
Fui svegliata dai primi raggi del sole, tra le braccia di Karel, mentre il camino era ormai spento.
Gli posai un lieve bacio sulle labbra.
“Sta attento.. mi raccomando… anche se sarei molto più tranquilla nel saperti al sicuro… Se ci tieni ad esserci, fatti dare un'uniforme e confonditi tra i miei uomini, porta con te la tua scorta.. Tanto riconoscerei i tuoi occhi in mezzo alla folla, sta pur certo..” sorrisi “Possibile che il duello mi sembri una sciocchezza stamattina?” gli tolsi una ciocca dal viso “Attenderò con ansia il crepuscolo, piuttosto..”. E gli feci l’occhiolino.
Mi chinai a baciarlo nuovamente, per poi alzarmi.
Dovevo tornare in caserma, sistemarmi un attimo, e prepararmi per il duello.
Ma sapevo che non avrei pensato ad altro che a lui, a quella notte così dolce, e al futuro che ci attendeva.
Sembrava un sogno. Chi si sarebbe preso la responsabilità di sposare in segreto un membro della famiglia reale?
Immaginai che avesse un uomo di fiducia.
Infondo, però, io ero un aristocratica, per di più con la fedeltà dell’esercito, poteva anche funzionare.
Ma non mi importava.. riuscivo solo a pensare che l’avrei avuto accanto ogni giorno per il resto della mia vita. E non riuscivo ad immaginare felicità più grande.

elisabeth 04-02-2014 20.52.25

La mia mente era confusa, ci volle qualche secondo perchè potessi realizzare che quello che vedevo non erano gli abitanti del villaggio ma affreschi dai colori sgargianti ......enormi per quella piccola Chiesa.....ne rimasi meravigliata...sconvolta.....rimasi avvolta da quelle figure.....erano....la condanna , la purificazione e il premio ....l'uomo e Dio......mi distolsero dai miei pensieri la voce di Daizen ai Frati.....a quanto pare loro erano tranquilli non si erano accorti di nulla........poi come per incanto il rintocco della campana.....e la porta della Chiesa si apri' facendo entrare gli abitanti del villaggio.......guardavo come ognuno prendesse il suo posto....e mi voltai di scatto, guardando il prete con i suoi paramenti....sorridere compiaciuto.....la Casa del Signore era gremita........." Daizen, io non voglio essere paranoica ...ma qui non e' possibile.....io salgo sul pulpito e parlo a questa gente....questi non esistono....dove diamine sono stati.........e dove sono i boscaioli ?......"....incominciai a camminare attraverso la navata guardando un prete incuriosito....." perdonate .....non dovrei....ma..." sentii qualcuno che mi affero' per un braccio.....

Guisgard 05-02-2014 01.04.24

Elisabeth all'improvviso sentì una mano che le strinse il braccio.
“Venite...” disse Daizer alla donna “... nel presbiterio non è possibile stare... stanno celebrando la messa... andiamo, ci metteremo in fondo alla navata ad ascoltarla...”
Così il contrabbandiere portò Elisabeth dall'altra parte della navata centrale per assistere alla celebrazione.
C'erano praticamente tutti in quella chiesa.
Tutti gli abitanti del villaggio.
Tra i presenti, infatti, Elisabeth alla fine riuscì a riconoscere anche i boscaioli.
E poco prima della fine della messa, un diacono passò tra i banchi per raccogliere le offerte dei fedeli.
Aveva con sé due cestini.
In uno i fedeli mettevano le monete offerte alla chiesa e nell'altro raccoglievano ciascuno un piccolo oggetto.
Quando il diacono con i suoi cestini raggiunse Elisabeth e Daizer, questi lasciò cadere una moneta come offerta e dall'altro cestino prese, come tutti, uno dei piccoli oggetti in esso contenuto.
Ma il suo stupore fu grande quando aprendo la mano vide cosa aveva preso dal cestino.
“Elisabeth, guardate...” mostrandolo poi alla maga “... riconoscete di cosa si tratta? Sembra... si, sembra un piccolo frammento d'ossa...”

Guisgard 05-02-2014 01.11.12

Quelle ragazze non dissero nulla ad Altea, limitandosi a fissarla, per poi allontanarsi definitivamente.
La vecchia, invece, restò con l'avventuriera.
I suoi occhi erano piantati in quelli di lei.
“Figlia mia...” disse infine “... dovete lasciare questo luogo... si, dovete andare via... esso è maledetto...” alzò gli occhi verso il grande maniero che dominava dall'alto il borgo “... se non lascerete questo luogo, loro vi porteranno da...” la sua voce esitò per un momento “... da quell'essere...” chiuse gli occhi, quasi a voler cercare la forza dentro di sé “... andate via, vi supplico... non restate ancora, o anche il vostro sangue finirà sulla coscienza di tutti noi...”
“Vecchia pazza!” Gridò qualcuno arrivando. “La smetti di spaventare la gente con le tue fandonie! Perchè non te ne torni a casa tua? O forse aspetti che uno di questi giorni ti cacciamo dal borgo? Eh? Le suore del convento di Santa Lucia accolgono le pazze come te! Perciò, se non vuoi finire i tuoi lerci giorni rinchiusa in una cella, tornate a casa tua e restaci!” Scosse il capo.
Era uno dei due villani che avevano condotto Altea nel borgo.
“Non date retta a questa vecchia pazza...” rivolgendosi poi alla bella avventuriera “... è solo una povera demente. La lasciamo vivere qui perchè infondo le siamo tutti affezionati. Venite, alla locanda stanno servendo la cena. E dopo mangiato potrete riposare. Anzi, sarete di certo stanca. Venite, allora... dirò al locandiere di farvi servire la cena direttamente in camera vostra.” E accompagnò Altea alla locanda.

Guisgard 05-02-2014 01.18.38

“Aspettate, damigella Eilonwy...” disse Boyke alla ragazza, afferrando le redini del suo cavallo “... perchè tanta fretta?” Guardò il suo arco con le frecce. “Siete forse un'Amazzone?” Sorrise. “Se così fosse, allora siete di certo la più bella fra esse. Io sono un abile guerriero, sapete? E ho sentito che poco lontano da qui ci sarà un'importante gara con l'arco. Vi va di partecipare? Magari, se ciò vi piace, potremmo allenarci insieme. Io sono un ottimo arciere. Anzi, conosco un tiro speciale, infallibile. E se volete vi insegnerò come effettuarlo.”

Guisgard 05-02-2014 01.26.04

Clio ritornò così in caserma.
Ormai era giorno.
Il giorno dell'atteso duello.
La ragazza trovò ad attenderla in caserma Astin ed alcuni dei suoi fedelissimi.
“Capitano, vi stavamo attendendo.” Disse il luogotenente. “Appena sarete pronta partiremo per l'ippodromo. La voce di questo duello si è sparsa abbastanza velocemente. Probabile che a diffonderla siano stati i mercenari. Stanotte infatti, alcuni degli uomini che hanno effettuato la ronda, mi hanno riferito che diversi di quei mercenari hanno passato il tempo nelle taverne e nelle case di piacere. Comunque, come dicevo, la notizia del duello è circolata in gran parte della città e l'ippodromo vedrà una buona presenza di curiosi. Anche se questo non so quanto possa far piacere ai senatori.” Scuotendo il capo.
Poco dopo, con Astin ed alcuni soldati, Clio lasciò la caserma e raggiunse l'ippodromo.
E come aveva detto il suo luogotenente, molte persone erano accorse per assistere all'atteso e singolare duello.
E più passava il tempo, più nuovi spettatori gremivano gli spalti.
Era presente anche un Maresciallo di Campo, inviato dal Senato affinchè si accertasse della regolarità dello scontro.
“Salute a voi, capitano Clio.” Salutando la ragazza. “E' tutto pronto. Ormai manca poco per Mezzogiorno. Attendiamo solo che si presentino i mercenari con il loro campione.”

Guisgard 05-02-2014 01.33.27

Guisgard tornò alla caserma dei mercenari e subito una delle sentinelle gli rivelò che Gufo Scarlatto lo stava attendendo nell'androne.
“Mi hanno detto” disse Gusgard raggiungendo il capo dei mercenari “che volevi vedermi.”
“Già...” voltandosi verso di lui Gufo.
“Ebbene?”
“Deve per forza esserci un motivo” fece il mercenario “perchè un padrone chiami a sé il proprio schiavo?”
“Magari” fissandolo il cavaliere “per controllare che lo schiavo non fugga.”
“Sei troppo furbo” sorridendo Gufo “per tentare una cosa così stupida. Fuggire sarebbe come morire per te.”
“Davvero?” Senza mostrare emozioni Guisgard.
“Certo.” Annuì il mercenario. “Ti troverei subito e pagheresti a caro prezzo. Ma questo lo sai bene anche tu.”
Il cavaliere lo guardò senza rispondere nulla.
“Dove sei stato?” Chiese Gufo.
“In giro.”
“Senza denaro?”
“Uno schiavo non ne possiede.”
“Questa città è bella” mormorò lo Scarlatto “ma vende a molto le sue meraviglie.”
“In verità” fece Guisgard “pensavo mi avessi fatto chiamare per questo. Per darmi del denaro.”
“Infatti...” avvicinandosi a lui il mercenario “... ti ho chiamato per questo... per darti la possibilità di guadagnarti la prima paga.”
“Si combatte di già?”
“I mercenari combattono sempre.” Rispose Gufo. “Anche quando non scendono in campo. Contro il tempo, la noia, l'insofferenza, l'inoperosità.”
“Risparmiami la tua filosofia.” Con disprezzo il cavaliere.
“E sia...” ridendo Gufo “... veniamo a noi... ti do la possibilità di guadagnare la tua prima paga... un duello.”
“Un duello?” Ripetè Guisgard.
“Già...” guardandolo negli occhi Gufo “... contro il Capitano della Guardia Reale.”
“Credevo che i soldati del re fossero nostri alleati.”
“La differenza” replicò il mercenario “tra i nemici e gli alleati è che questi ultimi conoscono il tuo valore e dunque ti temono. Impara la tua prima lezione... solo la paura rende saldi i legami tra gli uomini.”
“Non voglio lezioni da uno che combatte per denaro.” Con astio il cavaliere.
“Imparerai da te allora.” Ridendo ancora una volta Gufo.
“E il duello?”
“Si terrà stamattina.” Disse Gufo. “Verso Mezzogiorno, all'ippodromo.”
“Perchè hai scelto me per duellare?” Domandò Guisgard.
“Perchè ti sei dimostrato più abile di Koim.” Con soddisfazione Gufo. “E voglio che tu dia una bella lezione al capitano. Così io potrò avere la mia bella scommessa.” Aggiunse con un ghigno.
“E se non accettassi?”
“Non puoi mettere in discussione i miei ordini” spuntando a terra Gufo “o io ti caverò gli occhi, cane. E poi c'è il denaro. Forse non ti interessa? Hai dimenticato che se vuoi la libertà dovrai pagarla?”
“Quanto mi darai per questo duello?”
“Ti darò un Taddeo se sopravvivi” allacciandosi il mantello lo Scarlatto “e tre se ne uscirai vincitore.”
“Due Taddei se ne esco vivo.” Rilanciò Guisgard. “Prendere o lasciare.”
“E sia... due Taddei se ne esci vivo.” Acconsentì il mercenario.
In quel momento arrivò Koim.
“Partiamo, capo?” Chiese a Gufo.
“Si, andiamo.” Annuì questi.
E presi alcuni cavalli, scortati poi da diversi dei loro, lasciarono la caserma e raggiunsero l'ippodromo.
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Eilonwy 05-02-2014 01.38.08

Guardai il cielo. Dovevo ritornare da Lady Galatea e subito!
"Vi ringrazio ancora, ma il mio futuro sposo mi aspetta! Magari un' altra volta. Buona serata!" dissi un po' innervosita.
Spronai Dante e veloci come il vento ritornammo al palazzo della incantevole Strega Bianca.
Entrai nel salone e vidi sul tavolino degli inviti a corte.
Non potevo resistere a Monna Curiosità!
Lessi che era stato organizzato un ballo al castello del re di Afravalone per il ritorno del principe Karel e ringraziare i mercenari di essere venuti in quella città.
Che peccato! Non avrei potuto andarci perchè di notte mi sarei trasformata in sirena. Proprio a me che adoravo i balli. Che sfortuna!!!
Cosa avrei dato per ballare alla corte del principe Karel con Sir Riccardo. Chissà se era morto il mio bel cavaliere?

http://imageshack.com/a/img542/9711/znf2.jpg
(SIR RICCARDO)

Clio 05-02-2014 09.21.49

Al posto di distrarmi, quella folla accelerava i battiti del mio cuore.
Non era la prima volta che combattevo con tutti quegli spettatori, ma di solito era per gioco, divertimento, non c’era la mia vita in ballo.
Astin, con alcuni dei miei, era a bordo del campo, mentre altri, che non erano di guardia, se ne stavano sparpagliati nel l’ippodromo.
Ero stata categorica su questo.
Il duello non doveva distrarli dal loro compito: salvaguardare l’ordine.
Una flebile voce dentro di me si chiese dove fosse Karel, se fosse venuto davvero.
Ma in realtà, appena entrata in caserma, qualche ora prima, la donna dentro di me si era rintanata in un angolo, a fantasticare sul matrimonio, senza far fastidio a nessuno, mentre il soldato si era svegliato riposato per la lunga notte in cui non aveva avuto voce in capitolo ed era pronto a combattere, spettava a lui difendere la donna, infondo.
Lanciai ad Astin uno sguardo d’intesa e sorrisi.
Sapeva, gli avevo spiegato esattamente cosa fare nel caso di sconfitta. Dovevano venirmi a prendere, non permettere a nessuno di avvicinarsi al mio corpo. Tranne a Karel, ma non si aspettavano che il principe fosse lì a vedere.
E comunque, non avevo alcuna intenzione di morire, avevo appena cominciato a vivere.
Sorrisi al maresciallo di campo, e restai vicino ai miei uomini, incapace di sedermi, mentre, col capo rivolto al sole, mormoravo una preghiera.
Un trambusto mi destò, abbassai lo sguardo e li vidi: erano arrivati finalmente.
Le preoccupazioni, i sogni, i pensieri tutti scomparvero dalla mia mente.
Forse non ero un granché come donna, ma combattere era la cosa che sapevo fare meglio.


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