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"Meglio così dunque, milady." Disse il barone a Dacey. "Perché voi? In verità è tutto un caso, una fortunata coincidenza." Sorridendo. "I nostri predoni hanno vagato nelle barbare ed i fedeli acque d'Oriente, fermandosi, immagino come detto per pura casualità, sulle rive della vostra isola. Il fasto della reggia di vostro padre e la vostra bellezza hanno fatto il resto. Ed eccovi ora alla nostra presenza, bel fiore egeo. Soddisfatta?"
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"Ora basta però parlare di storia e politica." Disse uno dei tre militari a Clio ed alle sue compagne. "Tre belle ragazze come voi finiranno per annoiarsi con tutte queste sciocchezze. Su, prendiamo del vino e rechiamoci nel bosco..." con tono lascivo.
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Ogni fiala, ogni boccetta che si rompeva era una stilettata al cuore.
Soprattutto per la cattiveria gratuita che animava quei gesti. Poi, quelle parole. "Che intendete?" trovando la forza di parlare. |
"Beh, milady..." disse Frate Roberto a Gaynor "... per ora posso solo dirvi che avete fatto la conoscenza di un gentiluomo, un nobile e valoroso... un uomo come ce ne sono pochi in queste terre... ma non chiedetemi di più... per la vostra sicurezza preferisco non aggiungere altro..."
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Sorrisi divertita al soldato.
Povero sciocco che credeva di condurre il gioco. "Avete ragione, abbiamo parlato abbastanza.." Lanciando uno sguardo d'intesa alle altre due mercenarie. "Direi che possiamo andare..." Annuendo. "Grazie della chiacchierata, signori.." Con un leggero inchino. "Andiamo?" Alle altre due. Sapevo che avrebbero reagito, intanto pensavo un modo per limitare i danni. |
"Che devi pagare un supplemento di tributo, ragazza." Disse uno dei soldati a Gwen. "Ti è chiaro ora? O dobbiamo incendiarti questa lercia bottega per fartelo capire?"
E un paio di quei militari scoppiarono a ridere. |
"Ehi, voi..." disse uno dei militari stupito a Clio "... dove credete di andare? Dobbiamo andare nel bosco, ricordate?"
"Già, ci avete fatto perdere del tempo e per noi il tempo è prezioso..." un altro soldato "... ora andremo tutti nel bosco... subito... locandiere, vino!" |
"Oh, il nostro molto di più, credetemi... Infatti dobbiamo andare ora..." Con un sorriso divertito "Datemi retta, è meglio che lasciate stare...".
Guardai nuovamente Estea e Anty, che se ne stavano inspiegabilmente zitte. Anty aveva quest'abitudine ogni tanto, ma Estea era un fuoco indomabile di solito. "Andiamo!" Dissi nuovamente, smettendo di calcolare i tre soldati. |
Un supplemento... Come avrei potuto?
Le entrate erano giuste per l'affitto della casa e le tasse, non sapevo come avrei fatto. Stavo per controbattere malamente, ma mi imposi di stare zitta e mi limitai ad annuire. |
Un caso. Ero solo una vittima del caso.
Soddisfatta non mi potevo definirlo di certo ma almeno ora avevo una qualche spiegazione sull'accaduto. << Si...ho capito>> diedi un leggero colpetto a Chandra, ripartendo al passo solo di qualche metro, per lasciarla poi brucare erba migliore in tranquillità. |
"E sia" risposi a Frate Roberto "ho capito che non mi direte nient'altro... Vi lascio dunque la buona giornata, se avete bisogno conoscete la mia casa..."
Rimontai in sella ad Elinor per raggiungere il palazzo, ma quando vi arrivai ebbi l'impulso di non fermarmi. La mia vita scorreva lenta e monotona, non mancavo di nulla e mi ritenevo fortunata, ma le giornate erano sempre uguali l'una all'altra. Mai un soffio nuovo, un guizzo di passione, solo i miei libri a tenermi compagnia. Il palazzo comprendeva una piccola torre che racchiudeva il mio mondo. Tante scale ed una sola stanza, dove predominava il color lavanda, in cui mi rifugiavo per leggere e sognare ciò che non ero e non sarei mai stata. L'incontro con i briganti aveva scosso la tranquilla routine della mia vita, ed io desideravo riprovare quella strana emozione di chi vive un'avventura diversa, quel brivido provocato dall'ignoto, l'adrenalina dovuta alla paura, il cuore che batte forte... Decisi così di deviare per il bosco, che di giorno sembrava del tutto innocuo. Non sapevo nemmeno io cosa sperassi di trovare e certamente il buonsenso trovava quell'idea malsana, ma c'era qualcosa che mi spingeva a farlo e decisi che quel qualcosa andava assecondato. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Sembrava un po' svagato ..insisteva su quella prostituta come fosse il suo ultimo ricordo...comunque si presentò e feci un leggero inchino " Siete un nobile Milord..i miei omaggi, il mio nome è Altea e si..vivo sola qui...da due giorni, comunque non preoccupatevi..Non mettete a repentaglio il mio onore, io..non sono accompagnata a nessuno...Fiorenza niente meno".
Improvvisamente quelle ultime mie parole mi fecero ammutolire..io l' Amore Vero lo avevo giurato solo a un uomo, lo avrei aspettato ovunque lui fosse a costo di rimanere sola per tutta la vita. Stendevo i panni, sentivo il suo sguardo dietro me e sorrisi voltandomi ad osservarlo. "Non dovresti fissarmi così..mia mamma ti manderebbe via coi suoi modi bruschi, lo sai" ridendo. "Lascia stare tutto e andiamo alla chiesetta Altea" lui prendendo la mia mano. La mano sospesa per poi prendere la sua, scappammo e in breve ci trovammo alla chiesetta, mi stesi sull' erba mentre lui giocava con un filo d' erba guardandomi. "Sai.." dissi fissandolo "dicono che la chiesetta di San Michele sia fatta a somiglianza della Chiesa di Santa Maria a Fiorenza, chissà perché.." . Mi destai da quel ricordo e osservai ser Alvaro.."Va bene, io non dico nulla di me e voi è giusto manteniate i vostri segreti, mi potete aiutare a sistemare la casa? Poi se volete sostare qui, posso portarvi in taverna dove lavoro o se volete posso chiedere a frate Roberto di ospitarvi..o forse siete solo di passaggio. Non dovete dire dove abito a nessuno, e vi do un consiglio..non nominate mai i Taddei, Capomazda e ciò che li riguarda o il barone vi getta nella forca. Avanti, venite con me e se volete potete raccontarmi di Voi" e gli feci cenno di seguirmi salendo le scale. |
"Bene, allora vedi di non farci perdere tempo..." disse con disprezzo uno dei militari a Gwen "... ci devi dieci Fiorini. Subito."
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Dacey lasciò la sua Chandra libera di bruciare la fresca erba della campagna, mentre il barone si lanciò al galoppo con il suo cavallo lungo i pendii che annunciavano il margine della vallata.
Per un attimo Dacey restò da sola, col barone distante da lei. Forse avrebbe potuto anche tentare la fuga, scappare da quella prigione dorata, ma qualcosa le sconsiglio' di coltivare ancora tale audace proposito. Infatti poco distanti da lei stavano due balestrieri del barone a guardia della campagna. Un passo falso e la principessa sarebbe stata trafitta mortalmente. |
A quelle parole di Clio, subito le sue due amiche si alzarono ed annuirono con docili sorrisi.
"Voi non andrete da nessuna parte invece." Disse con tono risoluto uno dei tre soldati. "Suvvia..." fece Estea "... dei buoni soldati come voi avranno di certo di meglio da fare che badare a tre innocue ragazze." "Al diavolo!" Esclamò il militare. "Prima provocate e poi vi tirate indietro? Ora verrete con noi nel bosco, sgualdrine!" |
"In verità" disse Alvaro ad Altea "io non ho mai udito i nomi di cui dite, milady. Chi sono dunque questi Taddei e icche' non si può favellar di loro in codesto loco?" Seguendola.
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Sorrisi appena a quelle parole dei soldati.
"Provocato?" Con aria innocente "Abbiamo solo fatto conversazione..." Alzando le spalle. "Lasciate perdere, è meglio per voi.." Con lo sguardo deciso per un momento, per poi tornare a sorridere. "Buona giornata signori..." Spostando lo sguardo sulle due ragazze. "Dem!" Con tono deciso alle ragazze. |
Lasciai le redini sciolte, rilassandomi finalmente all'aria aperta. Cercavo di non pensare alla prigionia, ero inutile scappare visti i balestrieri che non si sarebbero fatti alcuna remora a colpirmi.
Decisi invece di smontare per passeggiare un po' accanto alla cavalla, mentre il barone era lontano |
Dopo un bel po' di cammino, Gaynor in sella alla fedele cavalla giunse in una piccola radura del bosco, in mezzo alla quale una secolare quercia dalle grosse dimensioni estendeva in ogni direzione i suoi rami nodosi.
Allora la nobile dama udì un melodico gorgoglio che lento e costante sembrava abbracciare lieve la fredda atmosfera di quel luogo. Si accorse così che poco distante scorreva un tenero e trasparente rio che finiva dopo una bassa cascatella in un piccolo stagno. Le acque di quello specchio d'acqua erano di un verde leggero, rese così dai raggi del Sole sulle foglie della vegetazione circostante. E la dama nel vedere lo stagno scorse una figura che proprio in quel momento usciva dalle increspature dell'acqua. Era un uomo intento a lavarsi che canticchiava mentre l'acqua scorreva sul suo corpo robusto e vigoroso. Completamente nudo e chinato su un basso sasso levigato che spuntava nel cuore dello stagno, l'uomo strofinava e sciacquava ogni parte del suo corpo, certo che nessuno sguardo indiscreto potesse giungere a spiarlo. |
Dieci Fiorini.
Era l'esatto incasso di quel giorno. A malincuore mi avvicinai alla cassa sul bancone, su cui poi tintinnarono le monete. Prima di metterle sul bancone, però, mi tolsi un piccolo sfizio: le incantai mentre le prendevo in mano, così che per un attimo, toccandole, sembrassero incandescenti, ma era un incanto che durava pochi istanti, non lasciava tracce, ma soprattutto non veniva notato nel momento in cui veniva lanciato, era un incantesimo non verbale, quindi non si erano accorti di nulla. |
La domanda di ser Alvaro mi rese inquieta, lo feci entrare nella rocca parlando sottovoce e chiudendo la porta bene col lucchetto.
"E' meglio nessuno ci senta, e poi nessuno deve vedermi qui". Mi sedetti sopra il tavolo e lo guardai perplessa.."La fama dei valorosi Capomazdesi non è giunta a Fiorenza dunque..vi narrerò ma poi..dovete serrare la bocca, altrimenti vi troverete nelle prigioni del barone Ferico che attualmente governa queste terre, anzi se vi vede come uno straniero dovrete dargli conto di chi siete...dovete rinnegare Dio, il vescovo, i chierici...e fedeltà appunto ai Capomazdesi". Calai il cappuccio e tolto il mantello lo poggiai vicino a me.."La conquista di Sygma avvenne per opera di Ardeliano il Grande, il quale si era alleato col Papato e quindi queste terre erano spartite pure col Papa e gli uomini di Chiesa. Fu cosi che Sygma divenne Capomazdese...Capomazda si trova a Sud, nel regno di Afralignone. Vi furono varie vicessitudini, io non mi sono mai interessata di politica ma a mio malgrado ne sono immischiata. I baroni di Sygma si allearono e fecero in modo di cacciare tutti i nobili capomazdesi e i chierici per riprendere il potere delle terre..sembrerebbe tutto normale ovvero riprendersi tutte le terre, ma a quale prezzo? I nobili capomazdesi furono cacciati, forse vi è qualcuno sotto mentite spoglie..mio fratello aveva nominato dei Guelfi di Capomazda..ma a pagare le conseguenze maggiori e a pagarle ancora sono i chierici che cercano una trattativa col barone e il vescovo e quella parte del popolo che fu a servizio dei nobili capomazdesi, e ancora sono dalla loro parte..i Taddei sono i Duca di Capomazda". Mi feci seria.."Mio padre e mia madre sono stati uccisi proprio per questo..ovvero perchè furono a servizio del Duca e qualche nobile capomazdese, hanno ospitato un cavaliere e maestro d'arme capomazdese per molto e fino alla fine non hanno voluto sottomettersi al barone..li hanno uccisi i soldati davanti a me e mio fratello..non so come li hanno uccisi ma sentivo le loro urla e poi appiccarono fuoco alla casa..mio fratello Tomas, per volere di mio padre mi portò in salvo ed ecco perchè vivo rinchiusa..questo è tutto. Ora capite perchè dovete stare attento...dimenticate tutto quello che vi ho detto..ora sbrighiamoci a mettere a posto la rocca...poi mi direte le vostre intenzioni, se volete rimanere qui, vi aiuterò per ringraziarvi milord" sorridendo ed evitando di parlare di Tomas. http://i66.tinypic.com/2yoao91.jpg |
Era un po' che cavalcavo, e l'unica cosa di cui potevo godere era il paesaggio. Il sole illuminava gli alberi, rendendoli di un verde brillante, e l'aria profumava di vento... si, perché il vento aveva un suo profumo, un misto di terra e foglie bagnate di rugiada...
Persa nei miei pensieri, fui distratta dallo scroscio di un ruscello poco distante che terminava la propria caduta in uno stagno. Fu così che, alzando gli occhi, scorsi un uomo nello stagno. Rimasi di sasso... l'uomo era di spalle, nudo come un verme, la pelle ricoperta di goccioline d'acqua luccicanti, tutto preso dallo strofinare il suo bel corpo forte... Avevo visto nudo soltanto mio marito, ed erano passati secoli ormai, per cui la vista di quell'uomo mi turbò moltissimo. La buona creanza avrebbe imposto di scappare via a gambe levate, e invece restai lì a guardarlo, scossa e affascinata al tempo stesso. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Ferico galoppo' a lungo per la campagna col suo cavallo, frustandolo e spronandolo con le redini e gli speroni, per testarne la vigoria e la forza.
Tutt'intorno i balestrieri sorvegliavano la situazione, mentre Dacey si godeva quei momenti di libertà. Dopo un po' il barone tornò dalla principessa Egea. "Che sprofondi il mondo" disse Ferico "se questo sauro non potrebbe tener testa al leggendario Bucefalo o al mitico Ippogrifo!" Ridendo. "È stato un ottimo affare acquistarlo." Fissando poi Dacey. "Non c'è che dire, tra bestie e schiave questo è stato un periodo proficuo. Naturalmente voi non siete annoverata né nell'una, nè nell'altra categoria. Voi siete un ospite di questa terra, milady." Sorridendo. |
Il soldato prese avidamente le monete messe sul banco da Gwen.
Ma un attimo dopo le lasciò cadere a terra gridando. "Che io sia dannato..." disse "... queste maledette monete sono incandescenti..." "Sei ubriaco di già?" Fissandolo un altro di quei militari. "Prova a toccarle tu!" Quello che si era scottato. L'altro le raccolse, ma l'effetto della magia aveva soddisfatto lo scopo di Gwen ed ora le monete erano tornate normali. "Dammi retta, metti la testa in un secchio d'acqua fredda." A quello che aveva subito l'incanto di Gwen. Prese le monete, i soldati andarono via. |
La pace fu bruscamente interrotta dalla voce del barone. Alzai lo sguardo verso di lui mentre mi alzavo. Sorrisi appena, tirando le labbra in modo forzato.
<< Naturalmente >> ripetei la sua parola e pensai all'ironia, continuava a chiamarmi ospite come se questo fosse vero. Montai sulla mia giumenta con uno scatto di agilità e prima di partire osservai il cavallo di Ferico e dopo un'occhiata critica mi pronunciai. << In realtà ho notato che il galoppo non batte i tempi alla perfezione. Il posteriore destro è sempre un po' in ritardo. Dovrebbe lavorarlo in circolo con la destra interna, obbligandolo a usare anche quella zampa come le altre>> Nascosi un sorrisetto. Smontare una convinzione del barone e quel suo modo di vantarsi sempre ,metteva di buon umore |
Nascosta tra cespugli e rovi, Gaynor rimase a fissare quell'inconsueto spettacolo.
L'uomo se ne stava nudo ed in piedi su quel basso e liscio sasso nel bel mezzo dello stagno a lavarsi. Raccoglieva l'acqua pura e limpida e lasciava che essa scorresse sul suo corpo robusto e vigoroso. Tutto era in bella mostra, i pettorali, le braccia, le gambe ed ogni parte di quel corpo temprato dalla dura e libera vita nel bosco. Era da tempo che Gaynor non vedeva un uomo nudo e quella visione turbo' profondamente la bella dama Flegeese. Poi l'uomo si tuffo' nello stagno e raggiunse la sponda, dove si asciugo' col suo mantello. |
Pregai gli Dèi affinchè mi dessero la forza di non ridere in quel momento.
Fu solo un attimo, però. Quando se ne andarono, infatti, caddi nello sconforto più totale. Prima di rimettere a posto mi sedetti al bancone, prendendomi la testa fra le mani. Rimasi in quel modo per almeno dieci minuti, in assoluto silenzio, forse per raccogliere le energie e la forza per andare avanti. mi Misi poi di buona lena e iniziai a sistemare, togliendo il vetro e le erbe che non potevano più essere usate. Per fortuna tenevo scorte di tutto: boccette, fiale, preparati, tutto ciò che poteva servire in un momento di bisogno. Avrei trovato il modo di fargliela pagare, questo era certo. Rimasi ancora un po' in erboristeria, ma avevo la testa altrove, così chiusi bottega e tornai a casa. Appena arrivata, mangiai una piccola focaccia avanzata e un po' di latte, tanto per avere qualcosa nello stomaco. Poi feci un bagno; a contatto con l'acqua calda e le essenze di tiglio e lavanda, il mio corpo e la mia mente si lasciarono andare completamente e scacciai tutte le cose brutte successe quel giorno, concentrandomi sull'appuntamento della mattina dopo. Non potei fare a meno di sorridere: stavo contando ogni secondo che passava prima di raggiungerlo vicino al cimitero e di farmi mostrare da lui il bosco in lungo e in largo. Passata un'ora abbondante, uscii dall'acqua, indossai una morbida camicia da notte e mi misi a letto. |
Ferico rimase stupito e poi turbato da quelle parole di Dacey.
Restò a fissarla per lunghi momenti, senza riuscire a dire nulla. La verità è che la competenza e le conoscenze della bella principessa avevano indispettito parecchio il barone. Egli era morbosamente appassionato di cavalli, ritenendosi un vero cultore. E solo una cosa per lui veniva prima di questa sua grande passione: se stesso. Senza proferire parola fece cenno alla ragazza di andare e i due tornarono verso il castello. E appena furono nel cortile del maniero, uno degli staffieri si avvicinò a Dacey per aiutarla a scendere dalla giùmenta. Un attimo dopo arrivò anche Jean. "Messere..." disse Ferico dopo essere sceso dalla sua cavalcatura "... sapete usare una balestra?" "Naturalmente, milord." Annuì il messere. "Allora abbattete questa giùmenta." Ordinò il barone, indicando la cavalcatura di Dacey. "Milord?" Fissandolo Jean. "Per la barba dei berberi d'Africa!" Irritato Ferico. "Siete forse sordo o soltanto tardivo? Dovete abbattere questa giùmenta e con una sola freccia! Altrimenti finirete a contare le monete delle tasse nelle segrete del castello!" |
Era un bel vedere, senza ombra di dubbio. Dopo sarei andata da Frate Roberto a confessarmi, avrei detto decine di Ave Maria, ma per il momento restavo a guardare. Quando l'uomo decise di essersi lavato a sufficienza, raggiunse a nuoto l'altra sponda per poi asciugarsi con un mantello. Ma proprio in quel momento una lepre passò davanti ad Elinor, che per tutta risposta nitrì rumorosamente.
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Mi godetti la mia piccola vittoria nel tragitto di ritorno ma ben poco, purtroppo.
La mente sadica del barone si era messa in azione e ne fece dimostrazione al nostro arrivo. Rimasi spiazzata. Incredula e sgomenta. Era solo una cavalla ma era l'unica cosa felice che avevo in quel maledetto castello. E stava costringendo Jean ad essere il carnefice. << La giumenta non ha alcun difetto a differenza di quello>> puntai il dito contro lo stallone, << un difetto che saprete correggere con poco. Non è una colpa vostra, il terreno su cui avete galoppato era dissestato e rendeva difficile individuare il ritmo distorto del galoppo. Io me ne sono accorta solo perché ero seduta ad osservare e mi ci é voluto del tempo per comprenderlo perché il vostro modo di cavalcare é impeccabile barone, tanto da rendere il cavallo già quasi senza difetti. Per questo, ribadisco, un allenamento o due e avrete risolto >> parlai tanto velocemente da non pensare prima di aprire bocca. |
Gwen si mise a letto per riposare e dimenticare quella non certo positiva giornata.
E stanca si addormentò poco dopo. Gwen camminava per il bosco, a poco distanza ormai dal vecchio cimitero. Aveva fretta di arrivare e di incontrare Emon. Ma proprio davanti all'ingresso del cimitero vide qualcosa di strano. Un'ombra che avanzava sull'ingresso di quel Santo Luogo. Un attimo dopo una figura spaventosa uscì dal cimitero. Era la misteriosa belva vista nel bosco la notte prima. L'animale allora si avvicinò, per poi ringhiare. Allora la belva aggredi' la ragazza, strappandole le membra." Gwen si svegliò di colpo da quell'incubo. Era ormai quasi sera. Doveva ancora passare l'intera notte prima di incontrare Emon. |
La lepre corse velocemente via ed Elinor nitri' forte, per poi quasi imbizzarrirsi.
Alla fine Gaynor riuscì a calmare la sua cavalla, ma ormai l'uomo che si trovava poco lontano aveva udito tutto. Rapido indossò i calzoni ed il mantello, per poi afferrare la spada. Risali' veloce su un lieve pendio, fino a raggiungere il punto in cui si trovava Gaynor. Osservò da dietro una grossa quercia e riconobbe la dama. "Vedo che il bosco vi affascina parecchio, milady..." disse il Capo uscendo dalla vegetazione "... visto è la seconda volta che vi trovo ad avventurarvi da sola in queste lande... da quanto siete qui, di grazia?" Sorridendo. |
Mi addormentai poco dopo.
Il sogno che feci mi terrorizzò e mi fece svegliare di colpo, impaurita, sudata e spaventata. Tremante, appoggiai di nuovo la testa sul cuscino, mi rannicchiai fra le coperte e piansi. Piansi, piansi lacrime calde, amare e silenziose. La mia vita era stata stravolta in tre giorni e io mi sentivo impotente, incapace di fare alcunchè. Fuori era sera e speravo che la notte passasse veloce e silenziosa, come le lacrime che rigavano il mio viso. |
"Vi sbagliate..." disse il barone a Dacey "... la vostra giùmenta è impura, sporca... perché? Perché ha portato in groppa un'infedele, una berbera incolta che osa dare suggerimenti a chi le è superiore per rango e cultura." Si voltò verso Jean. "È così difficile per voi, messere, obbedire agli ordini che vi vengono dati?"
"Si, milord." Annuì Jean, per poi prendere la balestra da uno dei soldati e puntarla verso la giùmenta. E sparò. La freccia trafisse il collo di Chandra, uccidendola sul colpo. "Bel colpo." Divertito Ferico. |
Lo odiavo. Anzi li odiavo. Restai immobile portando il mio sguardo carico d'ira da Ferico a Jean quindi mi voltai, non potevo restare lì un minuto di più. E se mi volevano fermare allora che usassero la balestra, perché io non avevo intenzione di ubbidire a un qualche ordine
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"Maledetta cavalla!" Esclamai dopo aver calmato Elinor. Guardai in direzione dello stagno, ma l'uomo era sparito. Stavo per rimettermi in cammino, quando sentii una voce maschile rivolta di certo a me. Mi girai e il cuore mancò qualche battito... davanti a me c'era il Capo, con indosso solo i calzoni e il mantello, il petto ancora nudo. Era lui l'uomo che avevo visto lavarsi allo stagno e questa scoperta mi causò un brivido lungo la schiena. Per lui ero venuta nel bosco, e lui avevo trovato.
"Buongiorno, milord" gli risposi "Da un paio di giorni il bosco mi affascina, è vero... in quanto alla vostra domanda, vi dirò che non sono abituata a mentire, per cui voi, che sono sicura siete un gentiluomo, dimenticherete di avermela posta..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Quel sogno turbo' ed angoscio' non poco Gwen.
La sera trascorse così, lenta e inquieta. La giovane era rannicchiata nel duo letto, tra mille inquietudini e la voglia che il nuovo giorno arrivasse in fretta. Ad un tratto qualcosa però fece sussultare la ragazza. Qualcuno infatti bussò alla sua porta. |
Dacey si allontanò tra la risata del duca ed il silenzio di Jean, mentre gli staffieri portavano via il corpo ormai senza vita di Chandra.
La principessa, adirata e addolorata, si allontanò forse senza neanche sapere dove stesse andando. Fino a quando, giunta verso la fine del cortile, qualcuno le si avvicinò. "Milady..." disse Betta "... è già terminata la vostra cavalcata con sua signoria?" |
Ero ancora rannicchiata e spaventata, quando sentii bussare e sobbalzai.
Chi poteva mai essere? Indossai una vestaglia e andai ad aprire, curiosa di sapere chi fosse, a quell'ora. |
Le dita strette in pugni, le lacrime ricacciate a forza e i conati di vomito provocati dal sangue repressi, camminavo solo con il desiderio di andare il più lontano possibile.
Solo l'arrivo di Betta mi fece tornare lucida quei secondi necessari per rispondere. << Voglio tornare subito nella mia stanza e...>> Mi fermai. Stavo per dire di impedirne l'accesso a Jean ma qualcosa mi fermò. In fondo lui aveva una parte minima nella colpa eppure. Eppure aveva il mio odio quanto il barone in quel momento. |
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