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L'ombra di quelle querce era così fresca, avvolgente, rassicurante, forse persino magica.
Come se racchiudesse quell'angolo di campagna, allontanandolo dal resto del mondo. Era un soleggiato pomeriggio di fine Luglio, col cielo appena velato da qualche nuvola giunta da chissà dove e diretta a naufragare forse dove le querce neppure ci sono. Una lieve e piacevole brezza accarezzava e fischiava tra i rami frondosi, sfiorando i capelli bruni di Nyoko, così perse tra le braccia di Pier. Lui la stringeva, la baciava e la toccava ovunque. La sua mano cominciò a sollevare piano la gonna di lei, fino a scoprirle le mutandine, dentro le quali fece scivolare le sue dita. Senza smettere di baciarla. |
Elv si voltò e guardò negli occhi Gwen.
“Quel bacio...” disse “... è stato un errore... una cosa da non ripetere... io sono il tuo medico e tu la paziente, Gwen... solo così io potrò aiutarti.. ed intendo farlo... farti guarire... tornare ad avere una vita normale...” guardò la tv e la riaccese “... non dovevi spegnarla... dopo i cartoni comincia il telegiornale...” Era già iniziato e parlavano dei 22 bambini, ora forse 23, vittima del maniaco. “La polizia forse ha smesso di brancolare nel vuoto...” la conduttrice in tv “... sembra infatti ci sia una nuova pista su cui indagare...” |
“Guisgard” disse Tysson ad Altea “se non sbaglio le ha indicato le sue mansioni qui, no? C'ero anche io e ho sentito bene...”
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"Si, gestire l' archivo, prendere gli appuntamenti ed altro...ma penso sia professionale sapere esattamente le sue necessità di lavoro, non saprei nemmeno da dove iniziare" lo guardai sbigottita...era la prima volta che mi trovassi in un posto di lavoro e non sapessi esattamente di cosa trattava la ditta, le mansioni, cosa si voleva facessi esattamente..ma dovevo stupirmi? Non avevo nemmeno avuto un colloquio.."Non si preoccupi per me...saprò arrangiarmi da sola" e lo salutai congedandolo.
A quel punto rimasta sola nell' ufficio inizia a mettere a posto delle carte per riporle in un archivio. |
Clio guardò gli occhi azzurri di Guisgard.
Come se fossero l'orizzonte di un porto da cui salpare, il cielo oltre il crepuscolo da interrogare con le sue stelle, un sentiero da attraversare in una selva lussureggiante e misteriosa. Quegli occhi erano come una porta, un passaggio. Come la notte che si varca con i sogni per raggiungere poi l'alba. Lei guardò intensamente quegli occhi e lui glielo lasciò fare. Un cimitero... Un'ombra solitaria che vagava... Due occhi rossi... Un patto... Una vendetta... L'odio e l'Amore... Il merlo su una tomba... Una Croce di granito... Fu un attimo. Poi tornò a guardare il volto di Guisgard che sorrideva enigmatico. http://farm4.static.flickr.com/3190/...d9e268b4_z.jpg |
Ricambiai il suo sguardo, scuotendo la testa poi.
No, non mi sarei rassegnata al suo continuo rifiuto. "Posso vivere senza le tue medicine" mormorai "Ma io stessa terminerei se tu dovessi continuare ad allontanarmi e abbandonarmi a me stessa" guardandolo, per poi scuotere di nuovo la testa "Perché non accettare il fatto che probabilmente solo con te riuscirei ad avere una vita normale? Ad essere felice, serena. È questo ciò che ho provato fin dal primo istante in cui sei entrato da quella porta, entrando anche nella mia vita" e so che per te è lo stesso, dottore... pensai, ma non lo dissi. Nel frattempo, alla TV parlavano dei bambini morti ed io tentai di concentrarmi sulla notizia. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ovviamente Tysson non andò via.
“Questa è un'agenzia matrimoniale...” disse ad Altea “... ha presente? Entrano clienti e chiedono di trovare l'anima gemella... ad ognuno facciamo una scheda in cui raccogliere dati, per poi confrontarle fra loro e cercare di trovare persone adatte ad incontrarsi... tutto qui.” Ridendo. “Ovvio che se non arrivano clienti qui non si lavora... lei forse credeva di essere stata assunta da qualche grande multinazionale? Non so... tipo Afralat? Afra Air?” Sarcastico. |
Sorrisi alle ultime parole di Tysson..già ma io lavoravo per la più importante agenzia investigativa di Afragopolis.
"Non conosco le agenzie che mi ha nominato" sedendomi "Quindi dovrei prendere i dati delle persone che vengono e fare una scheda nel pc, sono già predisposte? Ma non penso debba trovare poi io la anima gemella..come fate?" incuriosita mentre prendevo due bicchieri di caffè e posi una a Tysson.."Potete darmi del tu..odio i formalismi..solo per questo motivo". |
Quel fresco pomeriggio sapeva di buono. Riuscivo a sentire il fresco venticello sfiorarmi i capelli e i suoi baci... Le sue mani... Il suo corpo su di me. Io gemevo sotto di lui, che iniziò a sfiorarmi l'intimo, facendomi gemere ancora di più.
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Quegli occhi, non mi ero mai soffermata veramente a guardarli.
Erano di un azzurro particolare, diverso dal mio, più intenso e profondo, più enigmatico. Un colore che mi resi conto non aver mai incontrato prima, come se fosse inconfondibile. Mi sorpresi nel vedere che sostenne il mio sguardo, quasi sapesse che stavo per leggergli dentro. No, non poteva saperlo, altrimenti si sarebbe chiuso a riccio, ci avrei scommesso. Tuttavia fui lieta che mi lasciasse passare, che mi lasciasse arrivare alla sua mentre attraverso gli occhi, che oggi più che mai mi sembravano la porta dell'anima. Quello che vi trovai, fu qualcosa di forte e intenso, che accrebbe a dismisura la mia curiosità su quell'uomo. Non solo l'innata curiosità di una donna, o quella professionale della psicologa, persino Ishtar si chiese cosa si celasse in quel turbinio di pensieri. No, non era un uomo qualunque, c'era dell'altro e io dovevo scoprirlo. Quando mi ridestai trovai i suoi occhi che mi guardavano, con un sorriso enigmatico. Allora sorrisi a mia volta, guardandolo. Restai ancora un istante in silenzio, mentre i nostri sguardi continuavano a scrutarsi, quasi parlassero una lingua tutta loro. "Mi racconti qualcosa di lei..." sorrisi, sporgendomi appena verso di lui "Qualcosa che è disposto a condividere con un'estranea che ha appena iniziato a lavorare per lei..." con la voce gentile, rassicurante, eppure calda, armoniosa. |
Elv guardò Gwen, poi la notizia alla tv catturò la loro attenzione.
“La polizia federale del comandante Zulian ha scoperto qualcosa di inquietante...” disse la conduttrice “... sembra infatti che il misterioso maniaco pedofilo ricalchi le orme, riguardo ai sui crimini efferati, dei personaggi di un ciclo di famosi romanzi...” |
Non mi rispose, pensando alla TV.
Ascoltai la notizia e per la prima volta feci un collegamento in tutta quella faccenda. "Lo scrittore" mormorai "Quei bambini stanotte mi parlavano di uno scrittore. Ora la cosa inizia ad avere un po' di senso" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Studiamo le affinità e poi facciamo in modo che le persone si incontrino.” Disse Tysson prendendo il caffè. “Facile, no?” Sorridendo ad Altea. “Si, meglio il tu...” facendole l'occhiolino.
In quel momento entrò una ragazza. “Chiedo scusa...” mormorò “... è questa l'agenzia matrimoniale? Io... ecco... io vorrei trovare l'Amore...” |
Qui baci, le sue braccia forti e le mani audaci.
Pier baciava Nyoko e le sue dita erano ben oltre la gonna di lei, ormai arrotolata su, con tutto l'intimo in bella mostra. Quei baci erano caldi, morbidi, umidi, sensuali. Ad un tratto aprì gli occhi e restò a fissare i suoi. “Nyoko...” disse piano “... chi sei per attraversare così spesso i miei pensieri? Ti conosco da poco... sei anche sposata... eppure sono corso qui... e tu ora sei fra le mie braccia...” sussurrò. |
Pure l' occhiolino...ci provava ma non aveva effetto.
Trovare l' Amore con le affinità..per me innamorarsi era una questione di sensi, di guardare una persona o altro e scattava la scintilla..ma non commentai. Entrò una ragazza e udii le sue parole..ebbene si, loro ci credevano e mi alzai.."Buongiorno signorina, si è proprio questa la agenzia si accomodi prego..vedremo troveremo la sua anima gemella..una mela non si può tagliare a metà.." aveva detto così Guisgard nella sua intervista o era trovare la metà giusta della mela..beh il senso era quello. "Vi presento il signor Tysson, uno dei titolari della società" sempre con un ampio sorriso. http://www.g17.com.br/imagens/divers...arco/mf-03.jpg |
Guisgard guardò Clio e sorrise.
“Sono un uomo come tanti...” disse “... faccio un lavoro che mi piace, che rende bene e da soddisfazioni... cos'altro dire? Non saprei... forse lei mi crede più interessante di ciò che in realtà sono...” fissandola. |
Elv guardò sorpreso Gwen.
“Scrittore...” disse perplesso “... che scrittore? Di cosa stai parlando?” |
Tysson sorrise alla ragazza.
“La signorina Altea si occuperà di lei.” Disse. “Prego si accomodi. Dica tutto alla nostra segretaria, senza alcun timore.” E andò via, lasciando la ragazza con la segretaria. |
Sorrisi a Tysson.."Grazie signor Tysson" per poi voltarmi verso la ragazza, avevo una grande responsabilità..mi accorsi di averla..non dovevo deludere questa ragazza, voleva l' Amore..e l' avrebbe avuto.
Aprii una cartella nel pc con le schede dell' archivio e le domande.."Vedrete, troveremo l' uomo per lei..prima di tutto devo prendere le sue generalità..nome e cognome, data di nascita, indirizzo, nazionalità..non si preoccupi sono formalità ma servono pure per trovare l' anima gemella" osservando quella ragazza. |
"Te l'ho detto, stanotte. Nominavano uno scrittore, anche se non hanno fatto nomi. Evidentemente, ha davvero un ruolo importante in tutta questa tragedia, qualunque esso sia."
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Ci baciavamo ancora, con passione, con desiderio. Mi sentivo protetta dalle sue braccia e sarei potuta morire, lì, in quel preciso istante e non accorgermene. Il mio intimo era in mostra e le sue mani mi carezzavano, lasciandomi infiniti gemiti.
Poi si fermò appena e mi guardò. Sentì l'aria mancarmi, i polmoni stringersi e soffocarmi il petto, il cuore, l'anima. A quella domanda sorrisi, scuotendo appena la testa. "Chi sono?" ripetei guardandolo negli occhi. "Forse solo una distrazione per il tuo lavoro... O forse sono solo una donna che ha bisogno di amore e che ne ha tanto da dare" dissi portando le mani fra i capelli e la nuca. "Non sono nessuno, in verità. Solo... Mi va bene essere qualcuno per te..." dissi seriamente guardandolo negli occhi. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Sì, nasconde qualcosa, decisamente.
Non è certo la prima volta che un paziente si dimostra refrattario alla terapia, ci sono abituata, succede soprattutto quando il paziente è stato indirizzato da qualcuno e non è lì completamente di sua spontanea volontà. Tutto questo già in funzione di un reale disagio, figuriamoci un uomo che parla a una sua dipendente, e non ha intenzione di ammettere nessun malessere interno. Era prevedibile che fosse sulla difensiva, certo non mi aspettavo il contrario. E a dirla tutta, quella conversazione mi aveva dato molte più informazioni di quanto lui stesso non potesse immaginare. Si era creato una copertura perfetta, bisognava ammetterlo. E io ne sapevo qualcosa di coperture. La mia era molto più di questo, era vera, era parte di me. Essere una psicologa, avere a che fare ogni giorni con il grande mistero della mente umana, non era solo un modo per passare il tempo tra un'impresa di Ishtar e l'altra. No, Clio era reale, vera, vivida, con i suoi sogni e i suoi desideri. Questo mi rendeva me stessa, questo mi rendeva insospettabile, e fino ad ora aveva sempre funzionato. "Lei dice?" sorridendo appena "Dopotutto ha ragione, se non fosse il mio primo giorno di lavoro lei di certo non avrebbe motivo di parlare con una psicologa, dico bene?" scrutando ancora i suoi occhi "Non ci sono fantasmi, demoni o strane presenze che la tormentano, dopotutto.." con noncuranza "e nemmeno merli assassini.." ridendo, come a voler alleggerire la tensione, citando un particolare banale, un motivo di ilarità comune. Tutto l'opposto in realtà... Perché io li avevo visti i fantasmi e i demoni nella sua testa, li avevo visti eccome. |
Pier guardò Nyoko negli occhi, accarezzandole il viso, spostando da esso le ciocche di capelli che la brezza rendeva ribelli.
“Sei...” disse “... tanto... troppo...” e la baciò di nuovo, con la sua mano che continuava a muoversi con sensualità e desiderio sotto quell'intimo ormai scoperto. E le sue dita cominciarono a scendere fra le sue gambe. |
Sorrisi alle sue parole e continuai a sciogliermi sotto le sue carezze. Sentendo la sua mano sotto al mio intimo, allargai le gambe, dandogli il permesso di toccarmi in maniera più profonda. Con le mie mani, intanto, continuavo ad accarezzarlo, la nuca, la mascella, i capelli biondi e morbidi... Gemendo sotto di lui.
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“Mi... mi chiamo...” disse titubante la ragazza ad Altea “... mi chiamo... Feda... ho... ho 29 anni e sono di Afragolopolis...” con lo sguardo basso, come se si vergognasse.
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Guisgard guardò Clio e sorrise enigmatico.
Un attimo dopo il cellulare di lei squillò per un sms, interrompendoli: “C'è un lavoro stanotte. Incontrare un corriere al vecchio Lazzaretto.” |
Elv restò parecchio perplesso.
Anzi, quasi impressionato dalle parole di Gwen. “Quindi” disse “davvero quei... quei fantasmi ti hanno parlato di uno scrittore?” Era tutto così assurdo e macabro. “Cos'altro ti hanno detto in merito?” Confuso e forse spaventato da quella situazione. |
"Sì, anche se non ero riuscita a collegare quell'informazione, prima di adesso. Comunque, non mi hanno detto nient'altro, sono andati via appena ti sei svegliato" risposi.
Se pensavo adesso al fatto che avevamo dormito insieme, dopo ciò che era successo, sentivo correre un brivido lungo la schiena. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quei baci continuarono, così come le carezze, gli sguardi.
Poi Nyoko sentendo le dita di lui nel suo intimo allargò le gambe e Pier la guardò con una luce, un lampo negli occhi. Sorrise appena, sospirò e la baciò ancora, assaporandone labbra e lingua più volte. Intanto le sue dita scendevano sempre più, fino a giungere dove lei era più calda, più sensibile, più indifesa, più donna. |
Elv guardò Gwen negli occhi.
“Gwen...” disse “... ti rendi conto di ciò che significa? Davvero hai visto degli spiriti? E ti hanno accennato di quello scrittore? Se è così... allora bisogna scoprire cosa significa tutto ciò...” |
Lo sentivo... Lo sentivo ovunque, sulla pelle, sulle labbra, nel cuore. Quelli non erano baci, quelli erano abbracci di labbra e di lingue, filamenti di passione che si cucivano diventando una cosa sola. Stavo imparando a memoria il suo sapore, il suo calore. Stavo memorizzando il suo profumo, la morbidezza dei suoi capelli. Lo sentì scendere con la mano e lì gemetti forte, tirando appena i capelli biondi e mordendo quel labbro così carnoso e morbido.
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Lo guardai negli occhi, rispondendo con un sorriso al suo sorriso.
Ma poi mi suonò il telefono, e non c'era molta gente che mi scrivesse sms, se non per lavoro. Infatti, come volevasi dimostrare. Lessi di sfuggita l'sms e tornai a guardare Guisgard, che mi fissava con sguardo enigmatico. Lo stesso sguardo che aveva da quando era entrato lì. Allora restai in silenzio per un lungo istante anche io, fissando i suoi occhi. Gli occhi hanno un modo tutto loro di parlarsi. Un modo che non è fatto di parole, ma che contiene tutte le parole del mondo. Allora una piccola e insidiosa domanda si fece strada in me, molto poco professionale, certo eppure... quel suo modo di guardarmi, quel sorriso che aveva. Chissà che pensa di me... E il mio sguardo nei suoi occhi si fece più intenso, più profondo, a penetrarli come avevo fatto in precedenza, ma stavolta non mi serviva arrivare fino alla parte più profonda, ma solo captare un'impressione, un'idea, qualunque cosa gli avesse suscitato il nostro incontro. |
Lo guardai di rimando e accennai un sorriso divertito.
"Cos'è, inizi a credermi, dottore?" mormorai, con un sorriso ed un tono enigmatici ed indecifrabili. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il tocco di Pier ed i gemiti di piacere di Nyoko.
Lui la vide chiudere gli occhi, mordergli il labbro, stringersi a lui. Allora non fermò la sua mano. Continuò, continuò a sfiorarla piano. Carezze audaci, calde, profonde, peccaminose. Con sapienza muoveva la sua mano, un misto di dolcezza e virilità, guardando il viso di lei bellissimo per il piacere, per il godimento. Vide le gote di lei accendersi, screziare di un vivo rossore quel viso. |
Clio ancora cercò un approccio con la mente di Guisgard.
Stavolta più leggero, più superficiale, ma forse non meno incuriosita per questo: “E' molto bella, professionale e sicura di se... sembra in gamba e determinata... ci aiuterà parecchio in agenzia...” |
Elv guardò Gwen.
“Non ancora...” disse “... devi ancora convincermi del tutto... anche se... lo ammetto... la situazione è strana... enigmatica...” si avvicinò “... potrebbe essere una prova questo, lo sai? Magari che sia tutto vero... ma è una su cento, sappilo, la possibilità che sia reale...” accarezzandole la mano. |
Lo seguii con lo sguardo mentre si avvicinava e mi accarezzava la mano.
Carezza che aumentò i brividi che mi attraversavano e rendevano il mio corpo piacevolmente viva. Ma non reagii, preferii non rovinare quel momento. "Meglio una che zero, no?" sorridendo e ricambiando appena quella carezza. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Stavo respirando con i suoi polmoni, ormai, i miei si riempivano di gemiti e di sospiri. Ogni tanto ne sfuggiva qualcuno più rumoroso, sotto la sua mano, non riuscivo a controllarmi. E mentre mi carezzava, io spingevo con il bacino, cercando il piacere intenso e invitandolo ad osare di più. Poi, presa da un attimo folle desiderio, scesi una mano sul suo petto, facendola scivolare un po', carezzando e sbottonando appena la sua camicia. Ogni tanto aprivo gli occhi per guardarlo, era così bello.
Ero beata dalle sue mani e dalle sue labbra e mentre gemevo sotto quelle carezze d'amore, la mia mano era finita sulla sua virilità, senza timore e senza timidezza, anche se rimaneva ferma sulle mie guance, ad arrossire. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Elv sorrise appena.
“Vedremo...” disse a Gwen “... ora ti farò dei test... nulla di che... semplici parole da affiancare a quelle che per prime ti vengono in mente... pronta?” E cominciò a dire alcune parole che lei avrebbe dovuto abbinare ad altre: “Paura... solitudine... tristezza... letto... angoscia... buio... sogni...” |
Sorrisi, a quel complimento non espresso.
Beh, potevo ritenermi pienamente soddisfatta di quella definizione, certo di solito non amo usare il mio dono per una cosa così futile. Ma sono pur sempre una donna, e un pensiero così era certo qualcosa che mi incuriosiva parecchio. "Non le ho ancora detto che sono felice di lavorare per l'agenzia..." sorridendo "Tornare ad occuparmi di Love Consulting dopo svariati mesi di clinica è una manna dal cielo, spero davvero di poter essere d'aiuto ai vostri clienti.." sorridendo. |
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