Alla fine Elv fece scivolare via anche le mutandine di Kara ed allora cominciò ad assaporarla tutta.
Dove era più calda, più bella, più indifesa, più debole, più sensibile.
Allora la ragazza perse totalmente la testa.
Lui con le sue labbra e la sua lingua la mandò completamente in trance, stravolgendola e facendola sussultare e vibrare forte.
Kara non poteva stare ferma.
Non ci riusciva, non ce la faceva.
Sentiva il fuoco avvampare fra le sue gambe, tormentala, bruciarla tutta.
Il suo viso era tinto di un rosso indomabile ed ogni parte del suo corpo fremeva.
Ormai non resisteva più.

Sentii la rabbia montarmi dentro sempre di più.
Davvero?
Davvero osava minimizzare così qualcosa che mi aveva distrutto?
"L'hai baciata!" Furibonda "Vi ho visto!" Chiudendo gli occhi per la rabbia.
Ma quelle parole, quelle parole così forti ruppero ogni mio freno, ogni mia inibizione.
Avevo lo sguardo folle, rosso di passione e odio.
Fu un attimo, un istante, un moto irrefrenabile dell'anima.
Un ceffone sonoro, sordo, forte, si abbatté sul suo viso perfetto.
"Mi hai spezzato il cuore!" Furiosa "Mi hai lacerato l'anima!" Guardandolo nei suoi meravigliosi occhi azzurri.
Oh quanto avevo amato quegli occhi.
"Io ero innamorata pazza di te.." scuotendo la testa "razza di idiota!".
Nemmeno capiva quanto mi avesse fatto male.
La cosa mi uccideva.
"Sì certo.." stringendo i denti "Solo lavoro!".

Sentire il suo gemito aumentò il mio piacere ma ad un tratto sentimmo dei rumori di motori, sembravano dei camion.."Hiss che succede..presto rivestiamoci..oh, ma non finirà qui, speriamo non siano militari" mi rivestii ma il mio viso era ancora stravolto in modo magnifico e bello dal piacere procuratomi da quell' uomo meraviglioso.

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Fu l'inizio della fine.
Riuscì a farmi perdere la testa nel momento in cui iniziò ad assaporarmi dove ero più indifesa, vulnerabile.
Gemevo forte ed il mio corpo era scosso da forti sussulti, impossibili da contrastare.
Sentivo un forte calore scaturire dal centro nevralgico del mio piacere fino ad invadermi completamente; andavo completamente a fuoco, il mio viso era incendiato e colorato da intense vampate che sembravano arroventare anche l'aria che respiravo, lasciandomi senza aria da incamerare, ma riuscendo comunque a farmi gemere senza sosta.
Fremevo e bruciavo, stringevo forte i cuscini con le mani e riuscivo solo a provare un totale abbandono nei suoi confronti, che riusciva ogni istante di più a farmi impazzire.

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Quello schiaffo.
Forte, sonoro, sordo.
Best guardò Elise per un lungo istante, sfiorandosi la guancia colpita.
“Si, solo lavoro...” disse piano.
Allora prese il suo orologio, lo mise l polso ed uscì senza dire altro.
Lasciando la ragazza da sola.

Shushan si rivestì e Hiss guardò fisso in direzione di quei camion che si avvicinavano alla Jeep.
Quando furono abbastanza vicini Hiss si accorse che non avevano né stemmi, né bandiere particolari.
“Non sono militari...” disse alla cacciatrice di taglie.
I camion arrivarono e da essi scesero uomini armati.
E non erano militari.

Quel piacere, quella sensuale meraviglia durò a lungo, fino a quando Kara non poté più sopportarlo.
Elv allora smise e la baciò.
Un nuovo intenso bacio che li unì ancora una volta.
E con quel bacio lui la prese, la fece sua.
Fecero l'Amore a lungo, più volte, con un impeto non comune.
Si amarono con foga e passione, pelle contro pelle, sudando e gemendo del reciproco piacere.

Ascoltai preoccupata le parole di Hiss..."Niente stemmi...saranno camionisti di passaggio".
Poi scesero degli uomini armati.."Ma che diamine..ovvio noi abbiamo le tute militari..prendi le armi Hiss..anche se uno scontro a fuoco è quello che vorrei evitare" gli consegnai il fucile preso e io tenni le due pistole in mano.
Ma che diamine succedeva...e se fossero stati quei pirati..impossibile.

Forse era passato un giorno, forse un anno, o un secolo.
Tanto era durata quella dolce tortura, fin quando mi fu possibile sopportarla prima di impazzire del tutto.
Sentii che si era fermato, per raggiungere di nuovo la mia bocca subito dopo.
Un bacio intenso durante il quale io affondai le mani nei suoi capelli e lui mi prese.
Mi fece sua con foga, passione, impeto, un desiderio così travolgente da risultare così lontano da questo mondo.
Anzi.
No.
Da quel mondo; il nostro, era in questa stanza, su questo divano, un mondo solo nostro.
Un mondo fatto del fruscio della nostra pelle a contatto, della fragranza del nostro profumo e della melodia dei nostri gemiti.

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Lo guardai con aria furente, mente restava in silenzio.
Come si poteva restare in silenzio dopo una cosa del genere?
Possibile fosse così vigliacco? Non lo era mai stato.
Le sue reazioni glaciali mi ricordavano quanto a lui non fosse importato.
Certo a me non interessava... ma la verità è che forse proiettava su di me quello che provava lui.
Ad ogni modo se ne andò.
Se ne andò lasciandomi sola.
Sola.
Così ero da quando era finita.
Come se mi mancasse un pezzo di anima.
Sola.
Allora, per tutta risposta, tirai un potente pugno sul muro, un altro, un altro ancora.

La donna guardò la fotto di Black ed ebbe un moto quasi di fastidio.
“No, non l'ho mai visto...” disse ridando la foto a Diahnne “... qui non passa mai nessuno... è un luogo tranquillo... quindi se non avete altro da chiedere vi pregherei di andarvene... ho molto da fare...”
“Non c'è il padrone?” Chiese Castiel.
“Chi le fa credere che ce ne sia uno?”
“Perchè lei non mi sembra la padrona di casa...” rispose lui “... ha dei modi troppo spicci, più simili a quelli di una domestica, piuttosto a quelli di una persona facoltosa... visto la bellezza di questa casa...”
“Il padrone non è in casa.” La donna.
“Quando tornerà?”
“Non so...” rispose lei “... forse fra qualche settimana.” Fissando i due finti coniugi.

Finalmente a casa! esclamai lasciandomi cadere sul divano, mentre la tv si accendeva automaticamente.
Ero stata proprio una stupida a farmi coinvolgere in quella fintissima e assurda spy story, come se davvero qualcosa di straordinario potesse accadere ad una tranquilla e comune casalinga come me. Speravo ardentemente che Brescian stesse passando un brutto quarto d'ora, l'avrebbe ampiamente meritato.
Diedi un'occhiata al sensorphone, ma di Lance neanche l'ombra. A causa del suo lavoro, non potevo mai contare su di lui, era questa la nuda e cruda verità. Stavo facendomi trasportare da questi pensieri, quando sentii suonare alla porta. Non aspettavo nessuno a quell'ora, così mi alzai incuriosita ed andai ad aprire.

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Hiss prese il fucile, ma lo tenne abbassato mentre quegli uomini armati si avvicinavano alla Jeep.
“Sono una mezza dozzina” disse a Shushan “ingaggiare uno scontro a fuoco equivale a suicidarsi... tieni le armi basse e lascia parlare me...”
Quegli uomini li raggiunsero.
“Salve.” Hiss a loro, che subito squadrarono lui e la donna.
“Salute.” Rispose uno di loro che pareva essere il capo gruppo. “Cos'è? Avete fregato il cigolato a quelli dell'esercito?” Indicando la Jeep con un ghigno.
Infatti i due non indossavano più le divise militari.
“Beh, bisogna pur spostarsi da un luogo all'altro, no?” Fece Hiss.
Quelli scoppiarono a ridere.
“Direi comunque, per buona creanza, di buttare a terra le armi.” Il capo a Hiss e Shushan. “Non è cordiale, non trovate?”
“Immagino di no...” mormorò Hiss buttando a terra il fucile e facendo segno a Shushan di fare lo stesso con le sue pistole.

Fecero l'amore a lungo.
Più volte.
Insieme raggiunsero il piacere, il godimento più estremo, fino a perdersi del tutto in quel mare di gemiti, di grida, di abbandono che in un attimo infinito mutò in sussurri, sospiri e dolci carezze.
E restarono così, nudi, stretti, pelle su pelle con Elv che giocava con le dita tra i rossi capelli di Kara.
“Dimmi cosa pensi...” disse lui piano sulle sue labbra.

I pugni di Elise fecero rumore, tanto che attirarono la sua assistente.
“Presidentessa...” disse entrando “... va tutto bene?”
Ma un attimo dopo arrivarono alcuni individui.
Erano Gozzlon, Surugi, Lyon e Hansiner, ossia i membri della squadra.
“Dobbiamo parlare, capo.” Con tono perentorio Gozzlon ad Elise.

La tv si era accesa automaticamente, essendo, come tutte le altre che si trovavano ad Imperios, programmata per entrare a casa della gente in quasi tutte le ore principali del giorno.
Davano la pubblicità e a momenti sarebbe cominciata una nuova puntata di Redemptio.
Il reality faceva parte della fascia oraria dedicata ai programmi sportivi e prima di cominciare passò sullo schermo l'immancabile messaggio promozionale che ricordava della nuova vittoria dell'International Imperios, la squadra cittadina.
Aveva vinto con l'ennesimo rigore fischiato a favore, datole da una moviola invisibile che solo gli arbitri in campo potevano vedere, ma ciò naturalmente non veniva detto al pubblico che invece doveva credere alle fandonie di opinionisti ed esperti che ritenevano la squadra compatta e spettacolare.
La gente ormai credeva a tutto ciò che veniva trasmesso in tv.
Poi partì la sigla di Redemptio.
Jennifer aprì la porta e vide sulla soglia Tyson.
Era pallido, con gli occhi rossi, sudato ed ansimante.
“Presto, Jennifer...” disse entrando “... non abbiamo molto tempo... devi andare via...”

Sospirai.
Non avevo più idee e guardando Castiel, mi decisi ad andare via.
"Oh, fa nulla. In caso tornasse prima, questo è il mio numero di telefono" dandogli un biglietto.
"Andiamo, amore?" dissi poi a Castiel intrecciando le mie dita alle sue.

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“Si, certo...” disse Castiel, strinendo la mano di Diahnne.
Ed andarono via, seguiti dallo sguardo della donna che li spiava da una tendina.
Raggiunsero alcune palme e si fermarono dietro di esse.
“Mentiva...” sentenziò Castiel “... quella donna mentiva...” accendendosi una sigaretta “... dobbiamo scoprire perchè e cosa si nasconde in quella casa...” fissando poi Diahnne “... carina la storia dei finti coniugi... ti dirò... come mogliettina non sei male...” fumando.

Arrivammo dietro ad una palma ed io mi affacciai appena, rimanendo ben nascosta.
"Sì, mentiva eccome! L'avrebbe capito anche un bambino" dissi scoprendola a spiare da dietro una tendina.
"Non dire nulla!" dissi arrossendo a quella sua affermazione.
"E non farti strane idee e... Cosa?" dissi imbarazzata a quella affermazione sull'essere una brava mogliettina. Mi prende in giro?
"Farò finta di non aver sentito. Comunque, ci serve un piano. Dobbiamo entrare in quella casa" dissi dando le spalle a Castiel.

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Mentre aprivo la porta, sentii la sigla di Redemptio, il programma più bestiale che mente umana avesse mai partorito. Dopo cambio, vediamo prima chi è
Aprii la porta e mi trovai davanti Tyson, con un aspetto orribile. Un'ondata di panico mi assalii, pensando potesse essere successo qualcosa a mio marito. Le sue parole però mi freddarono.
"Cosa dici, Tyson? Perché devo andare via? Dov'è Lance?" Una fila di domande, il cuore che batteva irregolare.
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Già...erano proprio una dozzina e sapevano pure il fatto loro.
E subito capirono, ovviamente, non eravamo soldati..visto anche l' antefatto amoroso di poco prima.
Il capo parlava con Hiss e quando lui gettò le armi io feci altrettanto.."Ora pure voi dovreste deporre le vostre...per buona creanza" borbottai.

Le grida diventarono sussurri, il godimento più estremo e totale lasciò spazio alle carezze, dolci e tenere.
Calò il silenzio.
L'unico suono era quello dei nostri respiri e dei nostri cuori, che pian piano rallentavano la loro folle corsa.
Rimanemmo in quel modo, stretti, mentre lui mi accarezzava i capelli.
Alzai poi gli occhi per guardarlo.
''In realtà, è tutto talmente bello che non riesco a pensare a niente..." mormorai piano, con una leggera e silenziosa risata "Forse penso se tutto ciò sia vero, reale... Che tu sei adorabile... E forse tante altre cose..." aggiunsi, con un leggero sorriso, mentre di tanto in tanto gli mordevo il labbro e facevo scorrere la mano sul suo petto.
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Ero furiosa e sconvolta.
Quando arrivò la mia assistente cercai di calmarmi.
"Si, Luna, tranquilla..." le sorrisi.
Poi arrivarono i ragazzi e tornai nel mio ufficio.
Sprofondai nella poltrona e sospirai.
"Ditemi tutto..." guardandoli, cercando di concentrarmi "È per Best?" Azzardai.

Castiel rise piano e finì la sua sigaretta.
“Ho detto sembri...” disse a Diahnne “... magari ti ci vorrà qualche lezione per essere davvero una brava mogliettina. Lezioni che dovrebbe darti uno specialista, uno che ci sappia fare.” Guardò poi la casa. “Co intrufoleremo in quella casa... magari tra poco, quando sarà buio... è il solo modo... di certo non ci farà entrare si sua spontanea volontà quella donna...”

“Non c'è tempo...” disse Tyson entrando e gettando uno sguardo alla tv,mentre Enner sullo schermo veniva sommerso dagli applausi della gente “... prendi qualcosa... solo il necessario... presto... non abbiamo tutto il giorno... Lance ti sta aspettando... fa presto, Jennifer in Nome del Cielo!”
Intanto Enner in tv presentava il nuovo concorrente, la nuova preda.
Era Brescian, che col volto spaventato veniva portato sul palco e circondato dal corpo di ballo del programma.

Tutti risero a quelle parole di Shushan.
“Oh, bellezza...” disse divertito il capo di quegli uomini “... ma davvero sei così ingenua?” Ridendo. “Cosa credi che siamo noi altri? Una Confraternita? Missionari? O forse soldatini dell'Esercito della Salvezza?”
Uno di quelli fece un gesto osceno a Shushan.
“Questi galantuomini” sarcastico Hiss “sono mercanti di schiavi...” sputando poi a terra con disprezzo.

Elv guardò con nuova eccitazione mista a tenerezza Kara, per poi baciarla e stringerla a lui.
E nel farlo la toccava ovunque.
Ma ad un tratto una voce si diffuse nella stanza.
Era la tv che si era accesa da sola, come faceva ogni giorno a quest'ora.
E chiuderla era contro la legge.
“Dannata scatola di...” disse imprecando Elv.

I piloti guardarono la loro bella presidentessa.
“Si, è per lui...” disse Gozzlon ad Elise “... abbia saputo che Enner e la rete lo rivogliono in pista... beh, che vada a correre per l'Ateismo Nero... noi i traditori non li vogliamo...”

Mi infastidì e non poco quella affermazione. Mi voltai e lo guardai malissimo.
"Uno specialista? Te lo dico io a chi servirebbe uno specialista, signor 'angelo'" dissi sorridendo da un lato.
"Perfetto, aspettiamo che faccia buio allora" dissi poi ascoltando il suo piano.
"Spero che tu sappia scassinare una porta, visto che sai solo fumare" dissi prendendolo un po' in giro.

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Notai l' uomo che mi mostrò il gesto osceno..mi salì una rabbia che dovetti reprimere per non sferrargli un cazzotto in quella brutta faccia.
"Mercenari di schiavi?" guardando Hiss.
Per un attimo pensai fossero ... quei pirati, sarebbe stato il colmo..tutto era partito per salvare la turbocarrozza da loro e ora ci trovavamo noi in pericolo.
Presi il braccio di Hiss, ricordai disse loro prendevano solo donne e bambine e io non volevo lasciarlo, ma non potevo permettere lo uccidessero per me e non replicai.

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Vidi di nuovo quella luce accendersi facendo brillare i suoi occhi come ossidiana al Sole.
Poi accolsi il suo nuovo bacio e le sue nuove carezze, le sue braccia che mi stringevano.
Non capii subito cosa fosse quella voce che si era diffusa, ma realizzai dopo che era la televisione, che come sempre si accendeva.
Capivo la sua rabbia e capivo anche che dovevamo essere caparbi e continuare nel nostro intento di sovvertire questo sistema oppressivo ed opprimente.
"Riusciremo a cambiare le cose, se continueremo per la nostra strada..." dissi piano con un sorriso, mentre gli accarezzavo il viso e lo baciavo ancora "Ora pensa solo ad ignorarla..." sussurrai, piegando appena il ginocchio e sfiorando con esso lentamente la sua gamba e il suo fianco.

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I minuti che seguirono furono frenetici. Ci sarebbe stato il tempo per le spiegazioni, ma adesso avevo capito che dovevo solo sbrigarmi. Presi una borsa e ci misi un paio di cambiate per me e per Lance, una confezione di antidolorifici e una di antibiotici e corsi in soggiorno.
"Sono pronta!" esclamai "Ho preso lo stretto necessario, andiamo..."
Ma, nel passare accanto alla tv, vidi il volto di Brescian, nuovo concorrente di Redemptio. Per un brutto quarto d'ora non avevo certo inteso quello! Mi rattristai, pensando che un deficiente del genere non meritava di morire, ma soltanto una bella lezione. Ed invece, sarebbe morto di lì a poco ed io non potevo evitare di sentirmi in colpa. Se non fossi andata in quell'area di servizio, se l'avessi accompagnato dove mi chiedeva, non sarebbe stato condannato a morte.
Con gli occhi lucidi, mi rivolsi a Tyson. "Andiamo via, portami da Lance..."

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Castiel guardò Diahnne come si guarda una ragazzina un po' troppo vivace, finendo poi con calma la sua sigaretta.
“Il cielo è nuvoloso...” disse guardando in alto “... verso il crepuscolo non si vedrà più nulla ed entreremo in azione...” si voltò a fissare il mare agitato e gonfio di cavalloni “... nel frattempo ci riposeremo un po' sulla spiaggia... quando il Sole non c'è gli idioti non mettono piede sulla sabbia...” con disprezzo verso una società resa ormai imbelle e bestiale “... non sanno cosa si perdono...” fece un cenno alla ragazza per farsi seguire e scesero sulla spiaggia vicina, andandosi a sedere contro una barca rivoltata sulla sabbia.

“Esatto, mercanti di schiavi.” Disse il capo a Shushan. “E le belle tipe come te fruttano sempre un buon gruzzolo.”
Uno di quelli cercò di afferrare il polso di lei, ma Hiss intervenne stendendolo con un pugno.
Gli altri allora lo bloccarono, lo riempirono di botte e lo gettarono sul terreno senza conoscenza.
Poi legarono Shushan ed entrambi i prigionieri furono caricati su un camion.
Partirono e poco dopo Hiss riprese conoscenza.
Era anch'egli legato mani e piedi come Shushan, finiti nel retro puzzolente di un camion.

Quel gesto di Kara, complice, tenero e sensuale fece sì che Elv la stringesse ancora a sé e la baciasse ancora.
Con la medesima passione e lo stesso impeto.
Baci caldi, avvolgenti che lasciavano la ragazza senza fiato.
E poi le sue carezze che diffondevano lenti e dolci brividi sulla pelle nuda di lei.
Le dita di Elv, affusolate ed esperte, sapevano farla vibrare come il musicista fa con il suo strumento musicale.
Tutto ciò mentre la tv proponeva i reality del pomeriggio e mandava in onda tonnellate di pubblicità su prodotti miracolosi che promettevano una vita felice.

Era forse la prima volta che andavamo d'accordo per qualcosa. Amavo il mare in tutte le sue sfumature.
Annuì e lo seguì fino ad ad una barchetta, sulla quale porgiamo la schiena.
"Meglio se non ci viene nessuno. Più spazio per noi" dissi chiudendo gli occhi rilassata e poggiando meglio la testa sulla barca.


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Tyson annuì senza felicità a Jennifer.
Uscirono, lasciando la tv accesa, mentre Brescian veniva lanciato nel primo girone di Redemptio.
Ad inseguirlo c'erano i cacciatori dell'Ateismo Nero.
La sua disperata corsa non durò molto.
Perse quasi subito il controllo del suo aeroscafo e finì contro le pareti di una galleria.
Restò imprigionato nelle lamiere e vide avvicinarsi uno dei cacciatori.
“Fa un bel sorriso alle telecamere, verme.” Disse questi, per poi trivellarlo di colpi in diretta, mentre il pubblico era in delirio.
Il programma si concluse con la solita predica di Enner che ringraziava il cacciatore di turno per aver ucciso un criminale pericoloso e che regalava poi ad una signora del pubblico sorteggiata il gioco in scatola di Redemptio.
Intanto Jennifer e Tyson erano in auto a percorrere una delle tante strade di Imperios.
Lui era teso come un tamburo e guardava continuamente nello specchietto retrovisore come se fosse inseguito da un demone invisibile.
“Dannato traffico...” disse imprecando.
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Tutto avvenne troppo presto...l' uomo mi prese il polso ma Hiss intervenne, per difendermi o per rabbia...ma erano in troppi e lo visi steso privo di sensi.
Il cuore accellerò forte e deglutii, mi faceva male vederlo così e non potevo reagire.
Fummo caricati sul camion come bestie da vendere e poi riprese conoscenza poco dopo.."Non dovevamo fermarci maledizione..e ora..quelli sono i famosi pirati? Lo sai..ho più paura ad essere divisa da te che venduta, non potrei stare senza te però non voglio tu rischia..cosa faremo ora? Magari vedono la tua foto e ti danno in pasto alla polizia" scossi il capo.

Non se lo fece ripetere due volte, rispondendomi con passione e caldo impeto.
Caldo come i brividi per le sue carezze e come i suoi baci che mi lasciavano senza fiato e mi facevano sospirare, facendomi gustare il suo sapore ancora e ancora.
Non mi interessava nulla di quello che la tv trasmetteva, di tutte quelle proposte fittizie di felicità apparente.
Perchè la mia felicità, quella vera, ce l'avevo qui con me.
Era qui che mi baciava, mi accarezzava, mi stringeva, mentre io intrecciavo le mie gambe con le sue e mi faceva sentire la persona più felice del mondo.

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Io e Tyson ci trovammo nel traffico di Imperios, con lui che guidava nervoso.
"Allora, mi spieghi finalmente cosa succede?"

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