Alzai gli occhi in su e scossi la testa.
"Sei davvero tremendo" gli dissi, pizzicandogli scherzosamente e sciogliendo l'abbraccio.
Ero comunque certa che il cuore di mio padre non fosse così marmoreo da non farlo affezionare a quella che secondo me era una persona meritevole di amore e affetto, soprattutto con un po' di aiuto da parte mia.
"E' riuscito ad accettare che facessi il medico, riuscirà a digerire anche questa, sono sicura."

"Quindi..." disse Elv cercando di ridare il pizzicotto a Gwen, per poi accendersi una sigaretta "... lui non voleva tu facessi il medico... come mai? Ti voleva maestrina di scuola?" Divertito.

Sorrisi divertita mentre sfuggivo al suo pizzicotto sul mio, di naso, intanto che lui si accendeva una sigaretta.
"Beh, considerando che tre quarti delle donne in città sanno a malapena scrivere il loro nome..." risposi, con un sorriso sarcastico "Il progresso non è facile da accettare, ma bisogna pur iniziare, per cambiare il mondo, no?" chiesi retorica, con un sorriso.
"Ora si fa forte del fatto che è comodo avere un medico in casa" dissi ironica, mentre prendevo una delle sigarette di Elv "Ci tiene al mio lavoro. E' un po' schivo, non esattamente espansivo, ma è una persona buona, in fondo."

Elv guardò sorridendo Gwen che gli sflilava la sigaretta per fare qualche tiro.
"Beh, immagino i pazienti che felicità..." disse lui come al suo solito impertinente e malizioso "... ad essere visitati da una dottoressa così..." facendole l'occhiolino.

Sorrisi divertita al suo commento.
"Aiuta a guarire prima" commentai, fingendo un'aria professionale, mentre facevo qualche tiro dalla sigaretta e poi gliela restituivo.

"Non vedo l'ora di biscarmi un raffreddore allora..." disse divertito Elv, prendendo la sigaretta che gli passava Gwen "... magari avrò un trattamento speciale, no?" Ridendo, per poi farsi serio e guardarla negli occhi senza dire nulla.

"E chi ti assicura che avresti un trattamento speciale? Io sono imparziale con tutti i miei pazienti.." con divertito candore, mentre vedevo che cambiava espressione.
"Come ti sei fatto serio, gringo..." commento, quasi con tono cospiratorio, osservando i suoi grandi occhi neri ora serissimi e non più scherzosi.

"Ho voglia di baciarti..." disse Elv con voce bassa a Gwen "... di spoglisrti e di riprendere ciò che ci hanno fatto interrompere stanotte..." fissandola con i suoi occhi neri, ora intensi e di una luce misteriosa.

Accennai un mezzo sorriso indecifrabile ed enigmatico.
"E' un modo per convincermi a riservarti un trattamento di favore rispetto agli altri pazienti?" commentai, sarcastica.
"Non so se ho intenzione di rischiare un'altra interruzione, sembra che in questo posto non facciano altro..." aggiunsi, sempre con evidente sarcasmo.

Elv rise di gusto.
"Come darti torto..." disse divertito a Gwen "... beh, possiamo sempre non rispondere quando qualcuno ci chiamerà... e magari decidere di uscire solo quando il forte comincerà a crollarci addosso per le battaglie." Facendole l'occhiolino.
Intanto dal cortile giungevano le voci dei soldati e delle varie manovre, come se si attendessero a breve un qualche attacco.

Feci finta di pensarci su.
"Beh, sì, devo dire che è un'ottima strategia..." annuii sarcasticamente.
"Ma ho il vago sospetto che riuscirebbero pure a disintegrare la parete pur di obbligarci a combattere una guerra di cui fino ad ora non ci importava un accidente..."
Intanto, sentivo che fuori i preparativi contro un eventuale attacco procedevano.
"Dio, spero vivamente di non dover ricucire chissà quanta gente..." commentai, sbuffando.

Elv rise di gusto ed annuì.
E quasi come se Gwen avesse avuto una premonizione, un attimo dopo, qualcuno bussò alla loro porta.
"Cerchiama il medico Gwen." Disse uno dei soldati. "E' urgente."

Un attimo dopo, bussarono alla porta.
E cercarono me.
"Ecco, appunto" sbuffai.
"Andiamo, potrei aver bisogno di una mano" dissi ad Elv, uscendo dalla camera.
Avevo sempre lavorato da sola in ambulatorio, ma non disdegnavo un aiuto, era infatti mia intenzione assumere un'infermiera e mi ripromisi che lo avrei fatto una volta uscita da questo posto.

Elv annuì a Gwen ed insieme uscirono dalla camera, andando con il militare che aveva bussato.
Arrivarono in infermeria dove c'era un uomo con gli abiti lacerati e varie ferite sul corpo.
Sembrava essere stato aggredito da qualche sorta di animale, tanto era messo male.
"Voi siete un medico..." disse il militare a Gwen "... cercate di curarlo per quanto possibile."

Il militare ci condusse in infermeria e vedemmo un soldato messo parecchio male.
"Elv, aiutami a tagliare i vestiti" gli dissi, mentre prendevo due paia di forbici, uno per lui ed uno per me.
"Sembra sia stato aggredito da un animale, cos'è successo?" chiesi all'altro soldato.
Nel frattempo, pulii le mani nel lavabo del bagno attiguo, indossai i guanti ed iniziai a disinfettare le ferite con metodo e precisione.
Poi, le cauterizzai per chiuderle ed infine le cucii.
Mi occupai delle ferite più gravi all'inizio, andando poi in ordine per quelle meno gravi.
Alla fine, con l'aiuto di Elv, avvolsi le bende attorno al corpo del soldato.

Un pò titubante Elv aiutò Gwen con quel ferito.
Fu tutto molto difficile, visto lo stato in cui era, con i vestiti che inzuppati di sangue si erano attaccati al corpo dell'uomo e tirandoli via si portavano dietro anche brandelli di pelle.
Alla fine la ragazza riuscì a medicarlo e bendarlo, sebbene le sue condizioni restavano gravissime.
"Io ho bisogno di un pò d'aria..." disse Elv, per poi uscire, lasciando Gwen a vegliare sul ferito.

Con l'aiuto di Elv, riuscii a rattoppare quel poveretto.
Non era stato facile, quell'uomo perdeva brandelli di pelle nel momento in cui toglievo via i vestiti e ridargli un aspetto umano non era stato semplice.
Alla fine dell'intervento, andai a rinfrescarmi in bagno, lavando le mani e il viso con acqua fresca e sorrisi dispiaciuta vedendo Elv che usciva per prendere un po' d'aria.
Non avrei voluto coinvolgerlo, ma da sola sarebbe stato infinitamente più difficile.
Comunque fosse, rimasi in infermeria per vegliare il soldato e lasciare ad Elv un po' di spazio.

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"Le..." disse a fatica l'uomo ferito nel delirio "... le... locuste..." mormorò, con Gwen che era tornata vicino al suo letto.

Sentii ad un certo punto che l'uomo parlava nel sonno.
Locuste?
Mi chiesi se fosse solo delirio o cercasse di dire qualcosa.
Rimasi così accanto a lui per capirci qualcosa e vedere se potevo essere d'aiuto in qualche modo.

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"So..." disse ancora l'uomo a fatica nel delirio "... so... ono... ov... ovun... que... le... lo... custe..." con Gwen accanto al suo letto.
Ma le ferite erano troppo profonde e gravi e poco dopo l'uomo morì.

Continuò ancora a parlare di quelle locuste.
Non capivo a cosa si riferisse, ma mi sarei confrontata con gli altri soldati.
Notai che la situazione iniziava a precipitare in fretta, stava andando in arresto cardiaco, feci il possibile per salvarlo, ma poco dopo morì.
Feci tutti i controlli del caso per accertarmene e alla fine dovetti confermare il decesso.
Scrissi un rapporto, con data, ora e cause della morte e chiamai un soldato per comunicargli quanto avvenuto, specificando che avevo fatto tutto ciò che era in mio potere per salvarlo.
Ma non c'era stato nulla da fare.
Alla fine, cercai Elv.

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Gwen cercando Elv lo trovò nel cortile mentre passeggiava tra la polvere, in cerca forse di un pò di Sole che a stento filtrava dalle alte nuvole.
La vide e le si avvicinò.
"Ehi..." disse "... allora? Finito di ricucire quel poveretto?"

Lo vidi passeggiare fuori, in mezzo alla polvere, sotto un sole timido che a stento riusciva a superare la cortina di nuvole.
Gli sorrisi teneramente quando si avvicinò.
"Beh, sì, ci sono riuscita" affermai, perchè in effetti era vero "Ma purtroppo, non ce l'ha fatta..." ammisi dopo, con aria dispiaciuta.
"Ma noi abbiamo fatto il possibile, siamo stati bravi. Tu, sei stato bravo. Bravissimo" gli dissi con un sorriso dolce, prendendo il suo viso fra le mani.
"Senza di te non ce l'avrei fatta, nonostante l'epilogo. Molti sarebbero svenuti solo vedendomi prendere l'ago in mano" ridacchiai, per sdrammatizzare e tirarlo su di morale.

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"Beh, non era un bello spettacolo..." disse Elv a Gwen "... ma mi spiace che quel poverino non ce l'abbia fatta... ma mi chiedo... chi diavolo può averlo ridotto così? Sembra sia stato massacrato da belve feroci..."

"Lo so, dispiace anche a me..." ammisi.
"Ha mormorato qualcosa, prima di morire. Qualcosa in merito a delle locuste. Non so se può essere importante, dici che dovremmo parlarne col capitano?"

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"Locuste..." disse Elv a Gwen "... sarà stato il delirio... forse nel deserto ha incontrato parecchi insetti... era messo male... forse anche di testa, poveraccio..." mormorò lui.

"Beh, vedremo se parlarne o meno coi soldati e il capitano..." annuii.
"Tu, invece? Come stai? Ti senti meglio?" accarezzandogli il viso con premura e controllandogli il polso.

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"Si, certo..." disse lui cercando di non mostrare come il corpo maciullato di quell'uomo l'avesse turbato "... ho visto molti uomini sanguinare, Gwen... sono stato nel bel mezzo di sparatorie e persino coinvolto in uno scontro con i nativi... quindi tranquilla, sono un tipo navigato io." Sorridendole.

Lo guardai divertita, mentre cercava di darsi un tono e di mostrarsi forte.
"Sì certo, come no..." scuotendo la testa.
"Ho visto tanti aspiranti dottori svenire quando ricucivamo qualcuno, quando sezionavamo cadaveri di ogni età e morti in ogni modo possibile, ho anche amputato una gamba ed estratto più proiettili di quanti tu non ne abbia mai sparati in vita tua, gringo" dissi divertita "Puoi anche dirlo che ti faceva impressione, giuro che non lo dico a nessuno" facendogli l'occhiolino e abbassando la voce.

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"Ci vuole ben altro per me, ragazzina." Disse Elv che non si sentiva meglio ascoltando Gwen che parlava di ricucire ed amputare corpi. "Cosa credi?" Mettendole un dito sulla fronte e spingendola un passo indietro. "Ho uno stomaco di ferro. Sono un duro, uno cresciuto con la polvere da sparo nelle vene." Annuendo. "Ora però cambiamo discorso, sarà meglio..." mormorò.

Feci una smorfia divertita quando mi spinse indietro col dito sulla mia fronte.
E scoppiai inevitabilmente a ridere dopo che disse di cambiare discorso.
Glielo si leggeva in faccia che non era per nulla a suo agio con quei discorsi.
E per me andava anche bene parlare d'altro, ma sapevo di averla vita vinta io enper me andava bene pure così.
"D'accordo, d'accordo, non voglio torturarti" acconsentii, mentre di nuovo mi avvicinavo a lui "E per essere stato così bravo come infermiere, ti meriti un bacio..." gli dissi dolcemente, sorridendo.
Poi, gli donai il bacio che gli avevo promesso, anche per farlo sentire meglio.

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"Ora si, si ragiona..." disse lui divertito, per poi prendere Gwen fra le braccia e baciarla con passione, con impeto e scaricando così lo stress ed il turbamento per l'accaduto e per quell'assurda situazione.

Ridacchiai mentre mi baciava con impeto, sicuramente anche per abbandonare tutta la tensione di ciò che era appena successo, lo percepivo.
Dopo un po', mi staccai da lui e da quel bacio, se non volevo che la cosa degenerasse.
"Avanti, gringo, calma i bollenti spiriti, non siamo in camera..." lo ammonii divertita, prendendo a passeggiare nel cortile mano nella mano con lui, per cercare anch'io di liberarmi di tutta la tensione accumulata nei minuti appena trascorsi.

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I 2 presero a passeggiare per il cortile, fino a quando un militare si avvicinò loro e ordinò di seguirlo.
Li portò dal capitano del forte.
"Voi siete il medico che ha assistito l'uomo ferito e poi morto..." disse questi a Gwen "... cosa potete dirmi delle sue ferite? Chi lo ha ridotto così secondo voi?"

Rimanemmo un po' a passeggiare, fin quando un militare ci portò dal capitano.
"Era proprio di questo che volevo parlarvi. È come se fosse stato aggredito da un animale molto feroce, benchè io non abbia riscontrato particolari segni di artigli, zanne o qualcosa di simile. Poco prima di morire, ha nominato delle locuste. Diceva che erano ovunque. Ora, sinceramente, non essendo io un veterinario nè un esperto entomologo, non saprei dirvi se tali animali siano davvero in grado di ridurre così un uomo, ma al momento non ho ulteriori elementi."

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"Capisco..." disse il capitano a Gwen "... potrebbe essere stato torturato, magari con insetti o qualcosa del genere... va bene, per ora va bene così, grazie, dottoressa... potete andare." Annuì.

"Può essere" annuii.
"Di nulla, sono a vostra disposizione" sorrisi, poi con Elv uscimmo dalla stanza del capitano.
"Davvero non so cosa pensare su quel soldato..."

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"Probabilmente il capitano ha ragione..." disse Elv a Gwen "... quel poveretto sarà stato torturato, magari proprio in qualche posto pieno di insetti..." fissandola.
Intanto nel forte continuavano le esercitazioni e tutti si preparavano ad uno scontro che sembrava imminente.

"Sarà sicuramente così... Ma è stato comunque qualcosa di inaudito..." scuotendo la testa.
Intanto, le esercitazioni continuavano e l'odore dello scontro nell'aria si faceva sempre più penetrante, più pungente e sembrava ormai inevitabile.

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Mentre Gwen ed Elv discutevano della morte di quel poveretto, alcuni militari arrivarono nel cortile e chiesero dei volantari.
Almeno 5.
Tuttavia solo in 2 sifecero avanti ed allora i soldati scelsero gli altri 3, fra cui anche Elv, che ovviamente dovette accettare.