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Lui rise.
"Non penserà" disse a Gwen "che io resti qui a spiegarle cose inconcepibili per una mente semplice come la sua, vero?" Fissandola. "Ci ono valori e segreti troppo grandi per una vita misera e breve come la sua. Ma in parte soddisferò la sua curiosità." Mostrandole 2 siringhe. "Ora lei ed il suo collega sperimenterete l'efficacia del mio siero..." |
"Oh no, certo, lei è geniale... È per 1uesto che noi della polizia abbiamo capito cosa stava succedendo..." dissi sarcasticamente, con tono laconico.
Poi, prese una siringa per ognuno e già lì iniziavo davvero a sudare freddo. Avevo sempre tenuto in conto che il mio lavoro potesse essere rischioso e che rischiavo di non tornare a casa a fine giornata, ma non mi ero aspettata che finisse così. Decisamente no. "Dimmi, avrò modo di sbranarti almeno, dopo che mi avrai iniettato quella roba?" sarcasticamente. Poteva fare quello che voleva, ma non avrei ceduto, fino all'ultimo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Le concederò una sola domanda..." disse l'uomo un maschera a Gwen mentre preparava le 2 siringhe "... una ed una soltanto... non la sprechi e non mi deluda, o penserò che l'Afrapol sia davvero disperata per arruolare gente come lei..."
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Una sola domanda.
Dovevo giocarmela bene. Non sapevo se quella che avevo in mente lo fosse, ma era ciò che avevo pensato e tanto mi avrebbe uccisa comunque, no? Insomma, poco male. "Perchè i bambini?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Perchè rappresentano il futuro." Disse lui preprando le 2 siringhe. "Colpire loro equivale a colpire la società insana di oggi." Mostrò un ghigno. "Non è così malvagia come sembra. E' solo propaganda."
Prese una delle siringhe e si avvicinò al lettino di Gan. Un attimo dopo iniziò ad iniettare il tutto nelle sue vene. Poi si avvicinò al lettino di Gwen. |
Davvero non potevo credere alle mie orecchie.
Ne avevo visti di psicopatici, ma così era davvero assurdo e surreale. Mi sentii davvero impotente vedendo che iniettava quella cosa a Gan. Poi si avvicinò a me. "Sei così sicuro di quello che farai, che non hai nemmeno il coraggio di farti vedere in faccia" mormorai, con tono tranquillo. Perchè non avevo dimenticato ciò che Goz aveva detto e quella vocina era sempre lì da qualche parte a sussurrare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Poteva chiedere questo..." disse lui a Gwen "... chiedere di me, del mio nome, del mio volto..." fissandola.
Un attimo dopo iniettò il tutto nelle sue vene. Poi, solo il buio. |
Lo guardai battendo le palpebre incredula.
Sì certo, lo diceva ora perchè non avrei potuto chiederglielo, ma dubitavo che avrebbe accettato. Mi iniettò quel siero nelle vene e il mio ultimo pensiero fu rivolto ad Elv. Poi, scivolai nuovamente nel buio e davvero non avevo la più pallida idea di come sarebbe andata e se mi sarei mai svegliata. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Le mattine erano tutte uguali.
I muri bianchi, le lenzuola intrise di quell'odore di sitetico, la luce del Sole che invadeva gli stanzoni dagli altissimi soffitti. Gli infermieri non erano cattivi e neanche il cibo era male. Però la sofferenza si poteva toccare con mano. Erano diversi giorni che i bagni freddi non erano più stati usati e neanche la camicia di forza. Gwen col tempo aveva come smarrito il vigore e si era lasciata andare in quell'angoscia, in quel luogo di follia. La porta si aprì ed entrarono 2 infermieri. "Buongiorno, Gwen." Disse uno di loro. "Come stai oggi?" "Scommetto benissimo, vero?" L'altro. "Ormai sono giorni che non vedi più bambini sgozzati. Significa che le medicine stanno facendo effetto." "Su, andiamo all'aria aperta." Il primo infermiere prendendo la sedia a rotelle. "Un bel giro in cortile ti farà bene. Te lo sei meritato." |
I giorni erano divenuti solo dei numeri sul calendario.
Nulla a distinguerli, a caratterizzarli, niente. Anche i giorni delle punizioni, via via, avevano iniziato a sbiadire, perlomeno nella mia testa, il ché era comunque abbastanza. La mia vita era diventata bianca, pallida e vuota esattamente come quelle stanze, nemmeno le urla strazianti, mie e degli altri, riuscivano a riempirle. Entrarono degli infermieri chiedendomi come stessi, ma la verità era che i bambini non erano spariti. Erano sempre lì, erano stati brutalmente assassinati ed io non ero riuscita a fare nulla per salvarli. Quella era la verità. Raggiunsi la sedia in silenzio, senza dire o fare alcunché, perchè non sarebbe servito a salvare quei ragazzini. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Erano tutte uguali le mattine per Gwen in quel posto.
Tutte uguali. Come i muri bianchi di quel manicomio. https://madtrip.co/uploads/photos/73...3b60d58268.jpg Fine episodio +++ |
L'altro tipo
“Milioni di creature spirituali si muovono, non viste, sulla terra, quando siamo svegli come quando dormiamo.” (John Milton, Paradiso Perduto) La cittadina di Bellion situata alle pendici del monte Raghet, appariva tranquilla, quasi assopita a chi vi giungeva dalla strada provinciale, tagliando, una volta lasciati i centri abitati più popolosi, attraverso boschi e vallate. Eppure al crepuscolo, quando le ombre serali rendevano quello scenario montuoso così diverso da come lo si conosceva di giorno, gli alberi parevano infittirsi, dilatarsi e congiungersi, come a voler nascondere la terra agli occhi del cielo. La vicina palude emanava e suoi miasmi che nelle tenebre notturne parevano animarsi in figure spettrali. Molte leggende, sin dai tempi più antichi, venivano raccontate in questi luoghi e la tradizione racconta che da qualche parte, non ancora scoperta dai picconi degli archeologi, giace silenziosa una necropoli Longobarda. La cittadina di Bellon invece, nelle sue case moderne, le villette usate da molti vacanzieri e i tanti luoghi per turismo culturale, visti resti risalenti al Medioevo di questa zona, sembra lontana dai misteri e dalle atmosfere gotiche dei boschi e delle valli circostanti. Le sue stradine sono alquanto anonime, così diverse dagli altri luoghi più caratteristici di questa regione, ma ciò rende più sobria la vita dei suoi abitanti. Le sue strade, sobrie e perlopiù regolari, quasi squadrate in uno stile geometrico rigoroso, corrono lungo la pianta cittadina, intorno agli edifici più importanti, perlopiù Religiosi. Come se nelle sue forme razionali e comuni Bellion cercasse una fuga dal mondo dei misteri e delle leggende che infittisce i suoi boschi e le sue valli circostanti. https://d9nx9s7zy9d04.cloudfront.net...?itok=glO77evM +++ |
L'usuale riunione settimanale, che si teneva tutti i venerdì come incontro riepilogativo della settimana, si era conclusa da poco.
Dopo la dipartita di mia nonna, mia madre non aveva voluto saperne letteralmente nulla. Si era totalmente dissociata, utilizzando la scusa del non poter sopportare una responsabilità simile. Come se per me potesse essere più facile, avendo meno esperienza di lei... Era stato proposto ad una dei membri più anziani di prendere le redini della congrega, ma tutte quante avevano gridato a gran voce il mio nome ed anche se ora nutrivo ancora qualche riserva, avevo accettato. Non mi sembrava affatto giusto deludere tutte loro, così mi ero rimboccata le maniche ed ero stata nominata nuova Rettrice della congrega. Fortunatamente, il mio fiorente matrimonio mi permetteva di dedicarmi unicamente a questo, al mio studio, al gruppo, senza che un'occupazione lavorativa parallela mi portasse via del tempo. Non che a prescindere ne avrei avuto bisogno, la congrega era sempre stata una cerchia ristretta e selettiva e mai era stata diretta da persone che si trovassero al di fuori di certi standard e la nostra famiglia era una di quelle, da generazioni. Lasciai la bellissima villa edoardiana che da secoli era sede della congrega, saltai in moto, elemento che faceva storcere il naso di alcune fra le più conservatrici e tornai a casa. Trovandola ancora vuota ed essendoci solo io, decisi di prepararmi un bagno caldo. Rimasi dunque immersa nella schiuma e nei sali, rilassandomi con un bicchiere di rosso.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...600019704b.jpg Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Tornata a casa Gwen si concesse un bagno rilassante ed un buon bicchiere di vino.
Suo marito non era tornato ancora e lei poteva godersi la tranquillità della loro abitazione senza seccature. Il pomeriggio aveva ceduto presto il passo al crepuscolo e le luci della cittadina di Bellion si erano accese. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. |
Restai lì a lungo, il calice di vino ormai vuoto sul largo bordo della vasca, a rilassarmi e godermi l'acqua calda e profumata.
Qualcuno poi decise che quel sollazzo non dovesse durare a lungo e bussò alla porta, facendomi sbuffare sonoramente. Avremmo dovuto assumere una domestica, poco ma sicuro. Uscii dalla vasca e mi asciugai alla svelta, indossando l'accappatoio e guardando chi fosse attraverso lo spioncino. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen guardò dallo spincino e si accorse che a bussare era stata una zingara, probabilmente in cerca di carità.
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Sospirai vedendo che era una zingara.
Nutrivo qualche riserva nei confronti di queste persone, specialmente quando bazzicavano in questo genere di quartiere, come il nostro. Tuttavia, non mi sembrava giusto lasciarla fuori, così aprii la porta, immaginando volesse chiedere l'elemosina. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ciao, bella ragazza." Disse la zingara a Gwen. "Me le daresti poche monete? Se vuoi ti leggo la mano." Ride.
C'è un che di strano in lei. https://tvseans.az/uploads/frame/RWb...DxR7aIr1QF.jpg |
Aprii e notai che c'era qualcosa di strano in lei, avevo delle strane vibrazioni.
Ridacchiai e presi un paio di monete da uno svuota tasche che tenevamo all'ingresso e le diedi alla donna. Però ero curiosa. Non volevo dirle nulla di me, perchè era decisamente più attendibile come responso. "Dovrai impegnarti, però" le dissi divertita e le allungai la mano. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La zingara sorrise e prese la mano di Gwen.
"Vedo..." disse soffiando sulla mano della ragazza "... vedo qualcuno... è un uomo... ma non uno comune... viene da lontano... un messaggero..." |
La ascoltai con interesse, in silenzio.
Parlò di un messaggero. Un uomo venuto da lontano. Inarcai un sopracciglio. "Un messaggero, dici?" ripetei "E quale messaggio dovrebbe portare?" fattami improvvisamente curiosa circa la faccenda. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La zingara rise.
"Mi ci vuole un'atra moneta per saperlo, ragazza mia." Disse. In quel momento si sentì un'auto arrivare nel viale. Era il rumore del motore di quella del marito di Gwen. |
Sospirai e guardai in su divertita.
Beh... Presi allora la moneta e gliela diedi, mentre sentivo un'auto molto familiare arrivare nel cortile di casa. Tuttavia, ormai ero curiosa e volevo andare avanti. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La zingara prese la moneta da Gwen e sorrise.
"Bene, ragazza mia..." disse "... quel messaggio... è ciò che aspetti da una vita." Fissandola. "E poi posso anche dirti che..." In quel momento arrivò qualcuno. "Zingara, cosa ci fai qui?" Herbert, il marito di Gwen. "Su, vattene, noi non crediamo alle tue sciocchezze." "Sicuro, bel signore?" Ridendo la zingara. "Sei sicuro di sapere già tutto? La tua stella di sceriffo non può proteggerti da tutto." Divertito. "Si si..." lui sbuffando "... su, vai ora..." e la mandò via "... spero tu non le abbia dato del denaro per sentire le sue sciocchezze..." rivolto a Gwen mentre chiudeva la porta. https://www.mengetpregnanttoo.com/.a...e5a351b970d-pi |
Continuò a parlare e mi chiesi quale potesse essere il messaggio che aspettavo.
Da una vita, peraltro. Cosa poteva mai essere? La donna non ebbe modo di continuare a parlare, nonostante io fossi curiosa, perchè ovviamente Herbert arrivò e la mandò via. Il solito tipo, insomma. Mi stupivo? Certo che no. Sospirai silenziosamente e guardai on su, senza farmi notare. "Beni tornato anche a te, tesoro..." dissi con sorriso ironico e beffardo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, tornare a casa e trovarsi una zingara che legge la mano di tua moglie non è il massimo..." disse Herbert a Gwen, per poi sedersi sulla poltrona e massaggiarsi le tempie "... altri mariti si ritrovano cenette romantiche, magari la moglie in lingerie..." sarcastico "... dai, non voglio sfogarmi su di te ora... per colpa dei problemi di oggi..." pensieroso "... a volte mi chiedo... cosa ci è successo, Gwen? Perchè siamo arrivati a questo punto?"
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Roteai gli occhi in aria al commento sulla zingara, mentre si sedeva su una poltrona.
"Se fa lo stesso, io sono in accappatoio..." ironicamente. Poi sospirai, sempre in silenzio, ma più gravemente. Già, cos'era successo? Probabilmente, nessuno di noi sapeva dirlo perchè nessuno se ne era accorto. Era successo e basta. "Cosa? Di accogliere le zingare in casa?" dissi sarcasticamente, versandomi da bere, eludendo la domanda. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Dai, parlami della cena..." disse Herbert "... almno magari il cibo mi tirerà su..." fissando Gwen "... oggi è stata una pessima giornata..."
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Dubitavo, ma potevamo almeno provarci.
"Ho pensato che potessimo ordinare del giapponese" dissi, finendo il bicchiere "Potremmo mangiarlo qui sul divano, davanti ad un film" proposi, prendendo il telefono per ordinare "Che ne pensi?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, certo..." disse lui a Gwen "... ordina pure... io cerco cosa danno in tv stasera... magari un buon film..." prendendo il telecomando.
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Annuii con un leggero sorriso, vedendo che era d'accordo.
Era vero, ci eravamo parecchio allontanati, ma cercavo di sperare sempre che le cose potessero migliorare. Ordinai allora il sushi dal giapponese mentre Herbert cercava qualcosa di interessante in tv e mi andai a vestire, dato che ero ancora in accappatoio, in attesa che arrivasse la cena. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ad un tratto squillò il telefono.
"Si..." disse rispondendo Herbert "... si, Paul, dimmi... cosa? Lo avete trovato? Arrivo subito." E mise giù. "Gwen, devo uscire..." a sua moglie. |
Stavamo aspettando che l'ordine arrivasse, quando il telefono di Herbert squillò.
Già sapevo quale sarebbe stato l'esito della chiamata. Infatti, quando me lo disse, non apparii molto sorpresa ed annuii. "Ti metto da parte la cena" dissi solo. Andava avanti così da tempo, ormai e forse la mia speranza che le cose potessero migliorare era solo un'illusione e non c'era proprio più niente da fare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, mi spiace, Gwen..." disse lui prendendo distintivo e pistola "... oggi era sparito Mac, il figlio di Stewart il droghiere... il mio vice Paul mi ha detto che l'hanno trovato al vecchio casale... scusami..." e andò alla porta "... ah, per quel che può servire... ti amo." Fissandola, per poi uscire.
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Annuii distrattamente, ascoltando poco o nulla di ciò che diceva.
Ma una cosa la sentii. Mi disse che mi amava e infatti mi voltai a guardarlo, senza sapere cosa dire mentre andava via. E l'assenza di una risposta, era già di per sè una risposta. Il fatto che nessuno di noi riuscisse davvero a sentire per l'atro ciò che si sentiva all'inizio, nonostante i "ti amo" detti quando non rimaneva altro da dire, doveva valere più di mille discorsi. Rimasi così da sola, di nuovo, per l'ennesima sera. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mentre Gwen attendeva il ritorno del marito, Herbert raggiunse il vecchio casale dove Paul ed altri cittadini aspettavano l'arrifo dello sceriffo.
"E' dentro, sceriffo." Disse Paul a Herbert. Questi entrò e trovò Mac completamente nudo, in lacrime e con una pistola in mano. "Ragazzo..." fece Herbert "... cerca di stare calmo, ok? Calmo... su, dammi la pistola..." "No!" Gridò Mac. "No! Ho cercato di parlare, ma nessuno mi ha ascoltato! Lo scemo mi chiamavano! A scuola, per tutti, ero lo scemo della classe!" In lacrime. "Io ti ascolterò..." "No!" Urlò Mac. "Nessuno mi ascolta! Nessuno mi crede!" "Io si!" Herbert al ragazzo. "No, neanche lei, sceriffo!" "Si, invece!" "Nessuno mi crede!" Disperato Mac. "Nessuno le sente, solo io!" "Cosa nessuno sente?" "Le voci!" "Quali voci?" "Non lo so!" Fuori di sè Mac. "Sono intorno a me, ogni notte mi parlano! Mi sembra di impazzire!" E si portò la pistola alla tempia. "No!" Cercando di fermarlo Herbert, ma Mac si sparò. |
La serata trascorse lenta e pigra, immobile, mentre mangiavo il mio sushi davanti alla TV, sul divano.
Naturalmente da sola. C'erano stati momenti in cui l'avevo anche aspettato prima di andare a dormire, ma avevo smesso da un po'. Se mettevamo anche in conto che Herbert non aveva idea di ciò che facessi, del mio "impiego", sapeva solo che la mia fosse una famiglia benestante, in vista, non certo che facesse parte di una delle congreghe più antiche esistenti. Ciò sicuramente aveva contribuito al nostro allontanamento, giorno dopo giorno e non c'era modo di rimediare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Verso le 4 del mattino Herbert tornò a casa.
Afflitto, scuro in volto, gettò sul tavolo distintivo e pistola, per poi farsi un drink. Immaginava che Gwen dormisse. |
Ero a letto già da un bel pezzo, quando lo sentii arrivare.
Guardai l'orologio e rimasi stranita vedendo che erano le quattro. Sentii che rimaneva in salone, così mi alzai e lo raggiunsi, vedendo che si stava versando da bere. "Com'è andata?" chiesi, con voce incolore. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Eh... fammi la domanda di riserva..." disse lui a Gwen "... si è ucciso... 16 anni... si è ucciso davanti a me... non sono riuscito a fermarlo... e ora sono qui a masticare ghiaccio..." fissando la moglie.
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