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Nettuno riprese a leggere....il tormento di quell'uomo...mentre quei globi di luce passavano attraverso i nostri globi...la luce sconfigge il buio........non eravamo soli...non lo eravamo stavamo vivendo tra il male ed il bene.....ma poi...poi un rumore piu' forte fece ammutolire Nettuno ed io rimasi...col cuore in gola.....il lamento di un bambino.....su una nave...cosa ci faceva lì da solo......istintivamente la mia parte materna si fece forte...andando oltre le logiche spiegazioni ....ed uscii dalla stanza...era buio il corridoi....non si vedeva il fondo...alle mie spalle..potevo sentire la presenza di Nettuno....." Il capitano Grant....avrà scoperto sulla sua pelle, cosa stava succedendo....e sono sicura che lo scopriremo anche noi.......già....quel bambino ci stava chiamando ...forse ci avrebbe accompagnato agli inferi.....
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La Santa Caterina cominciò ad atterrare sul monte.
All'interno, intanto, Altea era giunta davanti ad una porta intarsiata. Aprì ed entrò. “Ehi...” disse all'improvviso una voce nella penombra “... chi è là? Cosa volete? Qui non si può entrare!” |
La stanza era in penombra...ma ad un tratto udii una voce e sobbalzai.
Accesi una lampada ad olio..e aprii la tenda della finestrella...la stanza era meravigliosa, quasi degna di un principe. La voce continuava e risposi seccata..."Non esco, ora faccio parte di questa nave e Champenuan mi ha detto posso fare un giro..non sono in stanza privata..piuttosto voi parlate celato o celata..fatevi vedere se avete il coraggio..è maleducazione non presentarsi...io sono Altea..Altea de Bastian." |
Mortimer non rispose nulla.
Era come paralizzato dalla paura. Attorno a loro allora esplose il caos. Gente che correva, che gridava, che imprecava o pregava. Poi le campane della chiesa cominciarono a suonare. “Presto...” disse qualcuno tra il chiasso generale “... tutti nella fortezza!” Ad un tratto nella strada apparvero due volti familiari a Clio e a Barbaleone. Erano Taborn e Yanos. “Eccoli là!” Indicò Taborn. I due così raggiunsero la ragazza ed il corsaro. “Dobbiamo lasciare l'isolotto!” Esclamò Taborn. “Si...” annuì Yanos “... c'è una nave all'orizzonte e dobbiamo salpare prima che sia troppo tardi. Questa guerra non è la nostra.” Sentenziò. |
Nettuno ed Elisabeth furono destati da quella voce.
L'uomo prese con sé il diario, poi cercò una lampada. Uscirono ed andarono così verso la direzione in cui avevano udito la voce del bambino. Nettuno cominciò allora a chiamare, ma senza ricevere risposta. Chiamò di nuovo, ma nessuno rispose a quel nuovo appello. Poi, ad un tratto, si udì qualcosa. Un'altra voce. Stavolta di donna. Come se cantasse una ninna nanna a suo figlio. “Proviene da quella parte...” disse Nettuno ad Elisabeth. Attraversarono così il corridoio semibuio, ma non videro nessuno. |
“Andare in giro per il vascello” disse quella voce ad Altea “non vi da il permesso di entrare nelle stanze altrui. Dunque uscite e bussate la prossima volta prima di entrare.”
La lampada illuminò la stanza, ma Altea non vedeva nessuno. Chi dunque aveva parlato? |
Ascoltai la voce irriverente a braccia conserte e risi di gusto.
Uscii dalla stanza e bussai alla porta entrando di nuovo.."E' permesso? Posso entrare? Ho bussato alla porta...avanti non sono nemica...ma amica..chi siete..fatevi vedere...non ho cattive intenzioni". Mi sedetti su un divanetto pensierosa. http://i58.tinypic.com/v8flvq.jpg |
“Spiritosa...” disse la voce ad Altea.
Allora, in quel momento, uno specchio si illuminò ed un'immagine cominciò a prendere forma. Prima quella di una margherita, poi apparve il volto di una fanciulla. “Chi siete?” Fissando la dama. “Cosa ci fate su questo vascello? Il capitano forse si è fatto un'amichetta personale?” Sarcastica. |
Tutto era così tragico...sembravamo correre attraverso un incubo.......Nettuno aveva la mia mano nella sua e con l'altra reggeva il diario........chiamava con forza ma nessuno rispondeva...il fiato sembrava uscirgli dalla gola....ma nessuno rispondeva e poi...una nenia....una donna...cullava il suo bambino.......Nettuno mi portò dinanzi ad una porta.......ed io ero ferma..gelida....insensibile al calore della sua mano.......era la voce di mia madre..........ma lei era morta......e quel bambino ?...chi era ?....." Nettuno...aprite bene le orecchie......qui di vivi ci siamo io e te....il resto e' morte..........ora...se apriamo quella porta potremmo fare una piacevole scoperta...comes coprire di essere morti anche noi...quella voce..e' la voce di mia madre...riconosco la sua voce e la ninna nanna che mi cantava..........ricorda che se andiamo avanti...non ci sarà modo di tornare indietro.....".......lo guardai negli occhi..preferivo fosse lui a prendere le decisione...questi erano stati i patti prima che salissi sulla zattera
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Accettai di buon grado quanto l'Altissimo aveva predisposto per me, rimettendomi completamente nelle Sue mani; il tempo delle contemplazioni, a contatto con la Natura, era giunto alfine al termine, ora mi apprestavo a seguire, nuovamente, la Via della Spada.
Era un momento molto importante per me, importante e significativo, pertanto decisi di prepararmi ad esso nella solitudine, prima di tornare al mondo. Lasciai i due viandanti al desco, ed andai nelle mie stanze, sperando che capissero, e non si sentissero offesi..... Mi spogliai del saio, e mi lavai con l'acqua di una tinozza vicino al letto; fu un lavaggio superficiale, eppure, per me, ebbe il valore di un secondo battesimo, perché un nuovo Galgan stava facendo il suo primo vagito. In quegli anni, avevo sempre provveduto alla mia igiene personale, ma non mi ero mai tagliato i capelli, questo come tributo a Dio; in passato, avevo usato la mia forza, quella stessa forza che Lui mi aveva donato, per scopi errati, quindi, una volta che mi consacrai al Suo Nome, come Sansone, smisi di fare uso di vino ed altre bevande similari, nonché di tagliarmi i capelli.......Era il mio patto con Lui..... Decisi di mantenere intatto questo Voto. Raccolsi le mie candide vesti cavalleresche, e lentamente le indossai, poi vestii l'armatura, cercando di mettere solennità in ogni gesto, in una sorta di Giuramento Segreto e Introspettivo; fatto questo, andai alla cappella. Di nuovo quella sensazione, quello stato di grazia, quella muta estasi; mi avvicinai all'Altare della Spada, e con dolcezza, estrassi la lama; poi mi inginocchiai, in muta preghiera: "Oh, Dio degli Eserciti, fa di me la Tua spada. Rendimi forte lasciandomi umano. Rendimi implacabile lasciandomi equo. Rendimi severo lasciandomi giusto. Che la mia volontà non vacilli, e il mio zelo nel servirti non conosca mai fine. Così sia, mio Signore" http://i.picasion.com/av/78/1dLz.jpg Mi alzai lentamente, inguainando la spada, poi andai alle stalle, dove, nell'attesa dei miei nuovi compagni, occupai il tempo preparando Pegaso ed i loro cavalli. Ovviamente, avrei portato le Scritture con me; loro erano più potenti di ogni spada. |
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