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"Eh, già..." disse Fatten fissando Gwen, forse non abbastanza lucido per comprendere il suo sarcasmo.
"Ma mi dica..." Elv "... il valore di questo libro è così alto? Come mai? Per le condizioni in cui versa? Immagino siano perfette, no? O per eventuali illustrazioni che racchiude? O magari vale così tanto perchè è scritto a mano?" "Bah..." con una smorfia Fatten "... il valore dell'Illusionicrom non dipende da queste cose... non è un libro comune!" Sbraitò. "E' così prezioso perchè è un libro magico!" "Magico?" Perplesso Elv. "Ossia conserva formule magiche e cose simili?" "Perchè può realizzare qualunque desiderio!" Sentenziò Fatten. |
La mani bianche di Altea racchiudevano in una lenta carezza il viso liscio e bellissimo di Ardea.
I suoi occhi azzurri vagavano come il corso delle stelle in una notte senza Luna tra il volto di lei ed i suoi seni bianchi, ormai liberi e non più coperti dalle mani dell'affascinante cameriera. "Non ho mai rubato nulla, signora..." disse il pittore "... lo faccio per lei... per renderla felice... lei è la mia dea ed io il suo devoto..." baciando le mani che lei teneva sul volto di lui. |
Affermava che il libro riuscisse ad esaudire i desideri.
Pensai poi al nome della nostra camera. E forse capii. "Così lei ha desiderato la ricchezza, che ha poi ottenuto e deve continuare a possedere il libro per mantenerla" affermai, mettendo i tasselli al loro posto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Bene....allora cerchiamo un piano, qualcosa di particolare in base dove si trovi questo Illusionicrom, dovrai essere un servo devoto, molto bravo ed audace...Ardea" passandomi le mani tra i lunghi capelli biondi.
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“Si...” disse annuendo Fatten a Gwen.
“Chi era questa Ipazias?” Chiese Elv. “Era molte cose...” fece Fatten “... una donna straordinaria, che l'ignoranza e la superstizione chiama strega... ma è molto di più... era un'avventuriera ed eroina... due secoli fa cercò di mobilitare gli indigeni del posto contro il potere coloniale dell'impero Afragolignonese... questi, spaventati dal carisma di Ipazias, risolsero la questione a modo loro... con i loro pregiudizi e la loro intolleranza... accusarono Ipazias di stregoneria e la bruciarono viva... dopo un processo sommario... ecco come risolsero la questione le Cattolicissime Giubbe Verdi di sua Maestà...” |
Ardea guardò Altea che come una dea nascente faceva sfoggio della sua bellezza sensuale.
Si passava le mani fra i lunghi e biondi capelli, simili a fili di infinite trame echeggianti di storie perdute, mostrando ancor più liberamente le sue nudità, quei seni bianchi e proibiti, il corpo simile a quello di una dea ellenistica. “Si, farò tutto ciò che lei vorrà...” disse lui rapito da quella visione “... io... devo rivelarle un segreto, signora...” |
"E quando Ipazias scrisse questo libro? E a che scopo, soprattutto? Si sa se anche lei usufruì dei prodigi del suo stesso libro?" chiesi a quel punto.
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Quelle dita, quelle mani...
Si insinuavano dentro di me facendomi perdere ogni controllo, le sentivo intrufolarsi, insinuarsi, moltiplicarsi in me. Gemevo, gridavo quasi, spaventata dall'immensità del piacere che mi davano, un piacere così folle e intenso da fare male, da far perdere il senno. Non capivo più niente, ero completamente in sua balia, completamente persa in tutto quello. Non capivo più niente, non riuscivo nemmeno a respirare, tutto il mondo si era concentrato in quel momento, in quelle dita che mi esploravano, mi possedevano, mi facevano perdere il controllo. avevo la testa all'indietro, e le mani che cercavano lui disperatamente. Volevo toccarlo, sentirlo, averlo vicino. Non c'era nient'altro che mi interessasse, nient'altro che desiderassi. Ero fuori di me, persa in quella lussuria sfrenata, in quella meravigliosa tortura fatta di piacere. "Taddeus.." gemetti, stringendolo a me, folle in quell'estasi meravigliosa "Taddeus... io... ti voglio!" spalancando gli occhi e guardandolo negli occhi. Volevo tutto di lui, i suoi occhi, il suo corpo, il suo respiro, il suo cuore. Tutto. Tutto. E tutto gli avrei dato. Tutto. |
"Il libro" disse Fatten a Gwen "è stato scritto nella notte dei Tempi... è il libro sacro della congrega dei Thunz... e Ipazias fu la loro sacerdotessa." Svelò l'uomo.
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Destresya aprì gli occhi e trovò quelli bellissimi di Taddeus.
"Non ancora mia cara..." disse piano, senza smettere di tormentarla di piacere con quelle dita sempre più inesorabili nel farla godere ed impazzire "... è presto..." aumentando per un attimo l'intensità di quel gioco per adulti "... se non riesci a resistere posso sempre legarti sul letto... vuoi?" Con un lieve sorriso di lussuria. |
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