Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 30-08-2018 01.46.44

Gwen si avvicinò ed Elv catturò le sue labbra con un bacio.
La baciucchiava piano, godendosi lentamente il suo sapore, il suo respiro.
Quasi mordicchiandole le labbra, per poi affondare fra esse, cercando con la lingua quella di lei.
Era un caldo gioco, un audace cercarsi e trovarsi.
Si baciarono così, a lungo, fra quelle poche stelle e gli ultimi suoni dell'Estate che svaniva.
Tra il buio di quella sera silenziosa, fra le murature di quel vecchio palazzo addormentato.

Lady Gwen 30-08-2018 01.53.25

Era un bacio lento, profondo, ma anche vivacizzato da quei piccoli morsi che mi facevano gemere e ridacchiare appena un attimo dopo, mentre lui sembrava quasi gustare il stesso respiro.
Un gioco divertente, malizioso e continuo di cui non mi stancavo.
Era davvero una sera magica, in questa notte di fine Estate, coi grilli in sottofondo e la Stella del Nord ad impreziosire quello scenario già di per sè perfetto.

Guisgard 30-08-2018 01.56.10

Si baciarono, poi tornarono nella loro camera per riposare.
La notte trascorsa lenta, ma tranquilla.
L'alba arrivò e poco dopo Elv si alzò per farsi una doccia, si preparò ed attese che anche Gwen fosse pronta.
Un'auto davanti al palazzo, guidata da Chef, attendeva per portarli al giornale.

Lady Gwen 30-08-2018 01.59.16

Ci baciammo ancora, sotto quelle stelle appena offuscate, poi andammo a dormire e la notte trascorse serena e tranquilla.
La mattina, quando mi svegliai Elv era già pronto e quando fui pronta anche io, scendemmo giù, dove la macchina già ci aspettava per portarci al giornale.

Guisgard 30-08-2018 02.16.26

L'auto partì e si diresse verso il centro città, tra altissimi grattacieli, strade trafficate e piene zeppe di negozi di ogni tipo.
Infine lo videro.
Il grattacielo sede de L'unità Nuova.
La redazione occupava il duecentesimo il piano.
L'auto fermò Gwen ed Elv davanti all'ingresso.
In una cartellina avevano tutti i documenti per essere assunti.
Salirono in ascensore, ammirando dalle vetrate il panorama costituito da quell'agglomerato urbano che pareva infinito.
Giunti in redazione Elv si avvicinò ad una delle segretarie e quelle, vista la cartella, li condusse in un ufficio sulla cui porta c'era il nome del redattore.
Il signor Grezz era un uomo grosso, dall'aspetto rude ed i modi burberi.
Guardò i due ragazzi entrare e sbuffò.
“Voi siete i ragazzi dell'università...” disse “... giusto? Quelli raccomandati...” scuotendo il capo “... beh, vi assegnerò alla cronaca cittadina, così non mi farete danni...”
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Altea 30-08-2018 14.27.05

Mi sorse l' idea questo fosse uno squattrinato ma l' importante era mangiare e dormire gratis, se ci avesse provato sarebbe stato preso non solo a ceffoni ma peggio.
Arrivati a casa mi guardai attorno e risposi.."Pizza ovvio..non mi piace il cinese, vado a cambiarmi di abito nel frattempo così poi mi farà vedere le riviste sul mio idolo preferito" pure questo dovevo dire ora, mentre lui era quello che doveva trattarmi come una dea.."Dove è la camera?" gentilmente.

Destresya 30-08-2018 14.34.24

Lo squadrai da capo a piedi.
Se credeva davvero di potermi dare ordini, il ragazzino, si sbagliava di grosso.
"Il mio lavoro è farvi da balia e controllare che non mandiate troppo in malora l'azienda, se obbedissi ai vostri ordini infantili andremmo in fallimento dopodomani, scommettiamo?" fissandolo con uno sguardo che diceva chiaro e tondo quanto avessi ragione.
"Su, tornate a giocare e lasciatemi lavorare, per favore!" con aria di sufficienza.
Ma guarda un po' che questi si permettevano di comportarsi in quella maniera, io ero davvero allibita!
"Date retta a me che non vi conviene sbattermi fuori, io un altro lavoro lo trovo in cinque minuti, voi qualcuno di altrettanto competente ve lo sognate!" con aria spiccia e perentoria.
Mi avrebbero fatto perdere altro tempo?
Dovevo lavorare io!

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Guisgard 30-08-2018 16.39.13

Tanzil mostrò la camera ad Altea, dove avrebbe trovato anche degli abiti da indossare.
Lui invece prese il cellulare per ordinare due pizze.

Guisgard 30-08-2018 16.39.21

Yanosh guardò stupito Destresya, sorpreso di come lei aveva liquidato le sue pretese di comando.
Icarius invece continuava a fissare la ragazza come imbambolato.
“Vieni, Icarius...” disse Yanosh seccato “... faremo vedere a questa chi comanda! Sul marciapiede finirà!” Prendendo il cugino per mano e trascinandolo fuori.
“Che poi il marciapiede è pure il tuo vero regno, sgualdrina!” Pensò Yanosh.

Destresya 30-08-2018 16.58.49

Fissai intensamente Icarius, che se ne stava lì, imbambolato e silenzioso, a fissare il cugino come se fosse un pesce lesso.
Ma come somigliava al mio vero nipote, veramente impressionante.
Aveva il suo stesso sguardo che ti veniva voglia di sconvolgere e scandalizzare.
L'altro, invece, era semplicemente odioso, atrochè!
Alzai gli occhi al cielo quando se ne andarono, e iniziai a lavorare, cercando da sola i documenti che avevo chiesto ai due incompetenti ed incapaci presidenti.
Se quello era il futuro dell'azienda, stavamo freschi!!


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