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Ad un tratto i rumori cambiarono..risa e vociare di gente mentre il brigante faceva avanzare Cruz lentamente per le briglie. Le mie mani erano poggiate salde sulla sella..."Didas, sembra un centro abitato" perplessa.
Cruz fu fatto fermare e ci aiutarono a scendere, certo mi sentivo sicura ma dove mai ci stavano portando. Subito vi fu risposta, mi tolsero la benda e lentamente riuscii a focalizzare ciò che mi circondava e capii eravamo in una capanna..."Dove ci avete portato" ai briganti "Sento delle voci e risa." Ora la faccenda si faceva più curiosa. |
Gwen ed il padrone scesero nel cortile e raggiunsero il giardino.
Qui l'uomo appariva insolitamente di buonumore, tanto che si chinò prima a bere da una guizzante fontana, per poi invitare la ragazza a fare altrettanto. “Quest'acqua” disse “è particolarmente fresca... bevine un sorso e ti sentirai come rinata. E' l'unica acqua con cui annaffio i miei fiori.” Ma poi la domanda di Gwen sulle rose nere e l'uomo mutò subito umore. “Sei qui per lavorare, non per fare domande.” Bruscamente lui. “E allontanati da quelle rose nere... non sono per te.” |
Clio scese da cavallo e si avvicinò all'estero della fucina, seguita subito da Estea.
Vi era una finestra aperta e le due mercenarie riuscirono così ad udire ciò che i tre dicevano all'interno. “Non temete...” disse il fabbro “... il vostro padrone avrà la corazza per il giorno stabilito, ossia la vigilia del torneo.” “Dunque domani.” Fece Pepino. “Eh, la vigilia!” Esclamò vagamente infastidito il fabbro. “Allora” disse lo scudiero “il resto della somma pattuita la riceverete domani.” “Si, siamo d'accordo.” Annuì il fabbro. “E rammentate...” mormorò Pepino “... che come simbolo sullo scudo deve essere dipinta una Croce in un ovale, le cui due metà devono essere divise tra il colore verde di Capomazda e quelli rosso e bianco di Sygma.” “Si, certo.” Il fabbro. |
Il brigante non rispose nulla ad Altea ed uscì, lasciando lei e Didas sole nella capanna.
“Ed ora” disse intimorita lei “cosa ci faranno? Forse è stato un errore giungere qui...” fissando Altea. |
Ci avvicinammo alla casetta e ascoltammo quello che avevano da dirsi.
Ottimo, pensai, immagazzinando le informazioni. Non poteva essere che lui. Sì, altroché. È ora avrei saputo come riconoscerlo durante il torneo. Scambiai un rapido sguardo d'intesa con Estea e tornai ad ascoltare. |
Il brigante non disse nulla ed uscì dalla capanna.
"Non lo so Didas, forse vuole accertarsi veramente io abbia salvato quell' uomo o altro...d' altronde non a tutti è consentito entrare qui. Non usciamo, è meglio aspettare, siamo ospiti qui" e le sorrisi. |
A quelle parole di Dacey, subito il pellegrino si voltò sorridendo.
“Allora questo è un colpo di fortuna...” disse fissando la principessa con i suoi occhi azzurri “... posso ardire, milady, di chiedervi un passaggio? Non temete, mi sistemerò alla meglio sul tetto della vostra carrozza in modo da non imporre ad una nobile principessa la mia umile presenza.” “Siete certa” Betta in un orecchio di Dacey “che sia una buona idea portare con noi questo pellegrino?” |
Sembrava stesse iniziando tutto bene, poi ovviamente la mia solita domanda rovinò tutto.
Lo guardai per un attimo, poi, bypassando la fontana, iniziai ad occuparmi delle rose che avevo accudito il giorno prima, mentre una lacrima, ferma in attesa nell'angolo dell'occhio, minacciava di sgorgare. Mi sentivo oppressa, in catene, mi sentivo soffocare, come se io cercassi di prendere respiro e ci fosse sempre qualcuno a bloccarmi. |
<< Sarà un piacere certo. Non preoccupatevi non sarete di alcun problema anzi un po' di compagnia non guasta>>
Tranquillizzai Betta con uno sguardo. << É un uomo che chiede un piccolo aiuto, non vi vedo alcun male>> |
“Uno scudo altamente simbolico...” disse piano Estea a Clio “... tipo quello di Agamennone o di Ercole...”
“Però” all'interno il fabbro ai due uomini “badate di non parlare troppo ad alta voce di queste cose. Nominare Capomazda da queste parti è contro la legge ed io non voglio ritrovarmi nei guai.” “Non temete...” sorridendo Pepino “... nessuno potrebbe mai mettere in discussione il vostro patriottismo.” Accarezzando il sacchetto di monete che aveva con sé, alludendo così al compenso pattuito. Il fabbro annuì e riprese a lavorare, mentre Pepino e Lignas lasciavano la fucina. Poco dopo si addentrarono di nuovo nel bosco. |
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