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Guardai Anaclerio e dissi: Ragazzo non ti allontanare mai piu senza avvertirci c'eravamo preoccupati,abbiamo noi la responsabilità su di te se ti accadrebbe qualcosa,poi aggiunsi:di che sentiero stai parlando? dove sta il cavaliere bianco? domandai aspettando una sua risposta, poi mi rivolsi agli altri e dissi ragazzi teniamoci pronti siamo vicini, forse abbiamo trovato il famoso cavaliere bianco.
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"Ha ragione cavaliere25"dissi al ragazzo "sei affidato a noi e non puoi allontanarti quando vuoi,almeno potevi avvertirci.."poi rivolta verso gli altri dissi "miei compagni ed amici la resa dei conti è vicina..stiamo calmi ma vigili"..ma sapevo che dentro ognuno di noi il timore dell'ignoto e di quale sorte avremmo avuto era forte,sentivo i nostri cuori battere forte e all'unisono..ma di una cosa ero convinta:ci saremmo fatti onore e avremmo combattuto fianco a fianco..
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"Vi chiedo scusa, amici miei..." disse con tono dispiaciuto Anaclerio "... ma, riconoscendo il sentiero non ci ho pensato due volte e l'ho seguito... voi siete stati buoni e generosi con me... ed io volevo ricambiare la vostra nobiltà d'animo verso di me..."
"Per questa volta va bene..." intervenne Llamrei "... ma la prossima volta, qualsiasi cosa dovesse accadere, non allontanarti più da noi! Ora guidaci dal Cavaliere Bianco." Così, Anaclerio guidò il gruppo attraverso quel sentiero. Giunsero allora in una radura circondata da sterpi e rovi. Al centro vi era una torre diroccata, ricoperta da arbusti e piante rampicanti. "E' li che si trova il cavaliere..." indicò Anaclerio. Ed una volta entrati, si trovarono in un'antica sala, semibuia, in fondo alla quale vi era un pesante seggio. E su di esso vi era seduto un possente ed austero cavaliere: il Cavaliere Bianco. Era immobile e fissava senza dire nulla i nuovi arrivati, quasi come un giudice che attendesse le parole degli imputati... |
L'atmosfera della sala in cui si trovava il cavaliere Bianco era tetra,buia e giunta li con la compagnia sentì farsi più forte la paura..avrei voluto dire qualcosa ma il timore bloccava le mie parole e con sguardo interrogativo mi rivolsi verso i miei compagni e dissi sottovoce,sperando che non mi sentisse il cavaliere "Siamo giunti alfine,amici,avete notato come ci scruta?chissà che intenzione abbia nei nostri riguardi...cosa proponete di fare?"e detto questo tornai a guardarlo,questa volta i miei occhi erano fissi su di lui, d'altronde non ero sola...
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Risposi a lady Rainbow: si lo vedo anche io che ci scruta,allora mi rivolsi al cavaliere bianco:Voi chi siete e come vi chiamate cavaliere? aspettai una sua risposta, e poi rivolto a lady Rainbow dissi: vediamo se fa lui la prima mossa, tenetevi pronti amici dissi non sottovalutiamolo questo cavaliere non sappiamo ancora che intenzioni abbia.
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Guisgard intanto seguiva la via che conduceva all'oracolo.
Un vento stanco e caldo soffiava, quasi a stento, su quella strada. L'aria era umida e una cappa sembrava avvolgere la selva. "Odio il caldo..." sussurrò Guisgard asciugandosi la fronte "... e proprio il caldo dovevo trovare in questo posto... accidenti a me ed a quando ho accettato l'invito in questo luogo fatto di illusioni e tentazioni..." Proseguì ancora e più continuava ad andare avanti più un senso di stanchezza lo avvolgeva, mentre la voglia di tornare indietro era sempre più forte. Insieme a tutto questo, anche una velata nostalgia cominciò a farsi avanti nel suo cuore. Ad un tratto una figura, delicata e leggera, apparve poco più avanti, venendo verso di lui. "Chiedo scusa, milady..." cominciò a chiedere Guisgard "... questa strada conduce all'oracolo?" "Dipende da te, cavaliere..." rispose lei. "Ma voi... siete... assomigliate..." La ragazza non rispose a quelle confuse parole di Guisgard. "Come vi chiamate, milady?" "Cambierebbe qualcosa, cavaliere?" "Perdonatemi, ma somigliate moltissimo ad una ragazza che conobbi molto tempo fa..." "Non si torna indietro, cavaliere..." "Come vi chiamate?" "Sarebbe solo un'illusione e non cambierebbe nulla..." "Dove siete diretta?" Chiese Guisgard. "Sto tornando indietro..." rispose la ragazza "... andare avanti è troppo penoso e non porta a nulla..." E detto questo andò via, svanendo nell'umidità di quel luogo. Allora Guisgard fu coltò da un senso di profonda sfiducia. Ma proprio in quel momento si trovò davanti un vecchio seguito da diversi e curiosi animali. "E' vostro questo lupo?" Chiese il vecchio. "Si... credo di si..." "Vi va di vendermelo? Sono un attore girovago e con i miei animali eseguo spettacoli nelle varie piazze." "Vendervelo? Ma non è un lupo!" "Cavaliere... ho una scimmia, una civetta ed un serpente. Mi occorre il vostro lupo. Pagherò qualsiasi cifra." "Vi ho detto che non è un lupo!" Ribadì Guisgard. "E sto andando all'oracolo proprio per lui!" "Fate come volete, cavaliere... ma quando vi accorgerete del vostro errore, allora capirete che avete rifiutato una buona somma di denaro." Detto questo, il vecchio riprese il suo cammino e sparì lungo la via. Un senso di angoscia allora colpì Guisgard, che, in balia si varie sensazioni riprese il suo cammino verso l'oracolo. Fino a giungere ad una piccola nicchia, davanti alla quale stavano due giovani, un ragazzo ed una ragazza. |
Quella possente e lucente armatura continuava a fissare il gruppo.
Ed alle parole di Cavaliere25 non rispose nulla, restando immobile a fissarli tutti. Ad un tratto le porte della torre si chiusero all'improvviso; ora era impossibile uscire da li dentro. Intanto, il Cavaliere Bianco continuava a fissarli senza dire nulla. |
Mi voltai sorpresa verso la donna… dunque lei sapeva chi ero!
“Se tolsi la felicità ad Ermaus…” risposi piano dopo un attimo “Credete, non fu per mia volontà! Mai avrei voluto abbandonarlo, e mai lo feci! Quelle notti nelle quali dite lui piangesse, io stessa le ho passate tra mille tormenti: le sue lacrime non erano che l’eco delle mie, i suoi sospiri e i singhiozzi erano gli stessi che affliggevano me. Eravamo lontani ma la stessa sconfinata sofferenza ci univa… e non lo sapevamo!” Il dolore passato mi invase di nuovo e la mia voce si spezzò, la schiarii e continuai a parlare: “Il vostro dolore, signora, mi colpisce. La sofferenza per una persona cara che ci ha lasciati è sconfinata… io lo so! Persi mia madre alla nascita e il mio adorato padre morì in battaglia che ero soltanto una bambina. Non posso descrivevi ciò che provai: mi sentii sola, abbandonata, infelice in modo irrecuperabile… Poi una sera mio zio il duca venne nella mia stanza e mi parlò del luogo meraviglioso in cui mio padre era volato. Da quel giorno mi tenne con sé e mi amò come se fossi stata figlia sua, mi insegnò a non temere la solitudine e l’abbandono, mi insegnò a trovare la forza di mio padre nel mio cuore, mi insegnò che le persone che amiamo non se ne vanno mai completamente e se, nei momenti di bisogno, chiudiamo gli occhi e respiriamo piano possiamo sentirle sussurrare… Ma voi non siete sola, signora, voi avete la vostra bambina. Una figlia, la più sublime incarnazione di Amore! L’incarnazione dell’amore tra voi e vostro marito, la prova che lui non se n’è mai andato, la prova che continua a vivere in voi e con voi. Vostro marito è ancora qui, signora: egli vi è vicino quando siete con vostra figlia, quando le carezzate i capelli guida la vostra mano…” sospirai appena “Quanto a me… chiedete se morirei per Ermaus… Mi credereste se vi dicessi di sì? Mi credereste se vi dicessi che morii il giorno in cui venimmo crudelmente separati e che se ho un’unica possibilità di tornare a vivere è salvando la sua anima adesso? Mi credereste se vi dicessi che non bramo altro che di poter mettere il mio destino nelle mani del mio adorato Cavaliere?” |
Vedendo che le porte si erano chiuse dietro di noi dissi: che sta succedendo? mi avvicinai al cavaliere bianco e lo guardai dritto negli occhi e gli dissi: cavaliere avete perso la parola? non è gentile non rispondere alle domande che vi si pongono.Poi rivolto agli altri dissi: qualcuno vadi a vedere se ce unaltra via d'uscita,continuavo a fissare quel cavaliere per scoprire le sue intenzioni.
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Cercai di forzare la porta che si era chiusa dietro di noi ma non c'era niente da fare eravamo intrappolati e per di più il cavaliere sembrava farsi beffe di noi...non rispondeva ma continuava a scrutarci...corsi a vedere se c'era un'altra uscita ma niente sembrava una via d'uscita..non c'era nemmeno un passaggio segreto un porticina,un sotterraneo..avremmo veramente dovuto continuare a fissarlo senza che lui ci rispondesse e senza una via d'uscita?mestamente raggiunsi di nuovo il gruppo...
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Un ululato e la voce rabbiosa di Toraus, era riuscito a passare attraverso il muro di alberi......Lo guardavo a distanza......calde lacrime bagnarono il mio viso...un altro lupo vittima della bestialita' umana...... << Dea della Morte accogli i tuoi lupi, messaggeri e accompagnatori verso la Terra dei Morti, che guidano per te le anime attraverso le foreste dell'Altromondo >>....Istintivamente pensai a Polgara, eppure io ero figlia della Dea Madre, il bosco era la mia casa...c'era un corso d'acqua potevo sentirne il rumore...e l'acqua era sempre consacrata alla Madre doveva esserci un luogo di culto....Uno strano vento caldo, incomincio' a soffiare.....era fastidioso....seccava la gola, ero scalza e non mi fu' difficile camminare senza fare rumore...se Toraus mi avesse vista, credo che mi avrebbe riservato lo stesso trattamento che aveva dato ai lupi......e cosi' mi avvinai al corso d'acqua....poco lontano c'era un tempio un piccolo cerchio di pietre e al centro un' Ara..salii i sette gradini che mi portaro all' Ara..un fuoco sacro bruciava...il vento era caldo e lo alimentava..presi la mia spada, bacia l'elsa e la deposi ai piedi dell'ara.......sulla lastra di pietra.....c'erano delle rune.....qualcuno...aveva usato l'oracolo......Se solo Polgara fosse riuscita ad entrare nel Tempio...nessuno avrebbe potuto farle del male......Neanche Toraus avrebbe potuto varcare quelle pietre.....cercai cosi' di pensarla intensamente.....non eravamo lontane....la sentivo....misi le mani sul fuoco, ora potevo vederla e vedevo Guisgard con lei.......Non farti abbattere Guisgard, no sei lontano.......e' solo la forza del cuore che ti aiutera' a superare tutto.....e il tuo cuore posso vederlo e' puro come quello di un Cavaliere.........
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Vedevo Guisgard precedere con molta difficoltà. Nella mia forma da lupo ero immune alle tentazioni ed alle illusioni e ne vedevo la reale faccia. Se solo anche lui avesse potuto togliere la maschera a quelle figure e vederle solo per ciò che erano....
Ma questa era la sua prova e io non potevo aiutarlo in alcun modo. Dipendeva tutto solo da lui. Lui solo poteva trovare la forza dentro di sè, la stabilità nel cuore per superarlo. Fin da quando eravamo piccoli Guisgard aveva bisongo che io gli dessi mille conferme, mille certezza dell'esclusività e della profondità del nostro rapporto..ora quella certezza doveva trovarla in lui. In quel momento capii che sarebbe giunto da lì a poco il momento di una nostra separazione, perchè ahimè avrebbe dovuto affrontare tutto ciò da solo...io dovevo affrontare altro... MI attendeva il confronto con le mie paura: l'abbandono, la separazione, il tradimento ed infine quella che tutti temiamo più di tutto: Madonna Morte. In lontananza vidi quelle due figura..avrei atteso le loro parole e poi avrei seguito il mio destino. Avevo infinita fiducia in Guisgard ed in noi.. "Sorella mia proteggi il mio Guisgard..ora lui è in difficoltà più di me ed io non posso aiutarlo..!" |
Il pensiero di Polgara mi arrivo' in tutta la sua forza......eravamo tutte lupe, eravamo tutte falchi......eravamo tutte Dee.....<< Polgara cara, invochero' Madre Morte, perche' ella altro non e' che Morte e Vita......noi siamo sue figlie e mai ella potrebbe permettere che qualcuno possa decidere del nostro destino...........la sua furia e' tangibile, nella natura che cambia, nel vento che urla il suo dolore.........tu compirai il tuo percorso perche' cosi' e' scritto........ma Madre Morte non prendera' te, ho offerto la mia vita in cambio della tua......se mai dovesse accadere tu sarai protetta........io non ho nessuno , ma tu hai lui e devi vivere per quest'amore che vi lega, Amore e' Vita e non Morte........Ti prometto che vegliero' su di lui cosi' come faresti tu..........Ti abbraccio Sorella mia...>>....Il fuoco davanti a me ardeva, alimentato da fonti invisibili.....Alzai le braccia al cielo..<< Madre Morte il patto con te e' saldo, la mia vita e' tua......adesso poggia il tuo velo su di lei, nero il tuo manto, luce la Luna che ti accompagna che mia Sorella possa camminare protetta dalle tue braccia....>>...Una folata di vento bollente mi investi'....ma subito dopo il vento gelido della Morte ......spense il fuoco sull' Ara.......la Dea aveva accettato la mia supplica..........Ora dovevo solo leggere il cuore di Guisgard se solo mene avesse dato la possibilita'.....
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Heylde ascoltò con attenzione ogni parola di Talia.
E poi disse: "Voglio credervi... e sia, amate sopra ogni cosa mio fratello. Ma se vi dicessi che ogni sua pena svanirebbe se qualcuno morisse per lui? Voi, come Alcesti, che come un'ossessione ritorna in questo grande dramma che ci vede tutti protagonisti, dareste la vita per Ermaus? Se si... allora bevete questo elisir di morte... e, vi giuro su mia figlia, che ogni sofferenza di Ermaus svanirà... se lo amate... morite per lui..." E offrì a Talia una coppa piena di veleno. Intanto, nella torre, il gruppo era intrappolato. "Sembra un incanto..." disse Llamrei "... cavaliere, se dovete ucciderci allora fatelo subito!" Gridò poi al Cavaliere Bianco. Ma questi continuava a fissarli senza dire niente. Allora a Cavaliere25 ritornò alla mente una lontana mattina trascorsa con Guisgard, durante uno dei loro addestramenti. "Ricorda, ragazzo mio..." diceva il cavaliere al suo scudiero "... il tuo nemico può attaccarti anche con armi oscure, come la magia... e se tu ne hai la possibilità attacca sempre per primo... colpisci con forza, amico mio, con forza!" Nel frattempo, Elisabeth continuava ad interrogare gli eventi e le forze che li animavano. Ad un tratto udì una voce: "Segui il cuore... e didati solo di quello..." Si voltò e vide quel fanciullo già incontrato in passato. La fissava e la sorrideva con i suoi occhi azzurri ed i capelli biondi. "Il demone sta andando a prendersi la tua sorella..." Elisabeth allora si accorse che Toraus si stava incamminando verso una piccola altura. |
Guisgard giunto alla nicchia, vide i due giovani.
Il ragazzo era di corporatura asciutta, con capelli lunghi e spettinati, il volto scarno ed una barba bruna, come il colore dei suoi capelli. La ragazza invece era solare, bionda con gli occhi come il cielo. "E' questo l'oracolo?" Chiese Guisgard. "Qui troverai il sapere, se lo desideri." Rispose il ragazzo. "Ma non è questo l'oracolo, cavaliere." Aggiunse la ragazza. "Ho bisogno di interrogare l'oracolo." Disse Guisgard. "Ogni risposta l'uomo può trovarla con la sua ragione." Rispose il ragazzo. "Ma soprattutto nel suo cuore, cavaliere." Aggiunse la ragazza. "Devo sapere come salvare la mia amata." Disse Guisgard. "Amore non ha sesso." Rispose il ragazzo. "Ma ha gli stessi valori della tua Fede, cavaliere." Aggiunse la ragazza. "Chi siete voi due?" Chiese Guisgard. "Io sono la ragione." Rispose il ragazzo. "Libera da false convinzioni ed ottusi valori." "Io invece sono il cuore..." aggiunse la ragazza "... fedele al sentimento ed alla natura divina di ogni uomo." Ed un leggero vento caldo cominciò a soffiare su tutti loro. |
Ripensando a quelle parole che mi disse Guisgard quella mattina le misi in pratica, presi il bastone da lui regalatomi e che custodivo amorevolmente ma era giunto il momento di usarlo, indietreggiai dal cavaliere bianco, presi il bastone con due mani e iniziai a correre verso il cavaliere, arrivandogli davanti gridai mettetevi in guardia e mentre gli dicevo quelle parole gli sferrai un colpo con tutta la mia forza che avevo sulla sua testa, aspettai un suo movimento mentre mi sistemai in posizione di difesa.
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Ragione o Cuore? L'eterno dilemma..chi dei due seguire? Spesso uno tira da una parte e uno dall'altra...
Il cuore è l'unica fonte di verità che abbiamo. Lasciai il fianco di Guisgard e mi avviai verso le due figure, chinai il capo in una sorta di inchino e mi misi tra di loro. Era arrivato il mio limite, da lì in avanti non mi era concesso proseguire. Rimanendo ben ritta sulle zampe alzai il capo e lo guardai nella profondità dei suoi occhi sperando che lui capisse...com'era doloroso separarsi, da far mancare il fiato, ad ogni modo non avevo cuore di abbandonarlo. Decisi quindi che avrei atteso che lui proseguisse nel cammino per poi andare incontro al mio. |
Osservai la coppa che lady Heylde mi offriva, era colma di un liquido trasparente che ondeggiò pericolosamente mentre la donna lo spostava verso di me.
Era possibile ciò che aveva detto? Davvero Ermaus sarebbe stato salvo se fossi morta per lui? Era assurdo! Ma troppe cose erano assurde in quel castello... Lentamente mi diressi verso un piccolo scrittoio che avevo notato sulla parete opposta, presi l’occorrente e mi apprestai a scrivere. ‘Mio amato Ermaus, perdonami. Perdonami le incertezze, il distacco, la sofferenza che ti causai. Perdonami se oggi, che finalmente ti ho ritrovato, non ho saputo escogitare altro modo per salvarti se non questo… ma se è vero che la mia vita può valere la redenzione della tua anima, allora non ho remore e con gioia abbraccio madonna Morte. Sappi, mio adorato, che mai neanche per un momento un altro prese il tuo posto nei miei pensieri e che i momenti che vissi al tuo fianco sono i soli che io abbia mai vissuto davvero. A te che resti, Cuore mio, va il mio pensiero: ricordati che sarò sempre con te, ricordati che mai il mio Amore ti abbandonerà e se mai ne avrai bisogno lo potrai trovare in qualche angolo del tuo cuore. Ermaus, prima di lasciarti ti rivolgo una preghiera: ti supplico torna a vivere, ti supplico fa che questo mio sacrificio non sia stato vano, ti supplico non rinunciare all’Amore perché - ricorda - l’Amore è tutto, è la sola cosa e dopo tutto, se non vale la pena combattere per l’Amore, allora che altro ci resta? Tua per sempre, Talia’ Piegai il foglio e tornai verso Heylde. “Chiedete la mia vita, signora” le dissi lentamente “Ebbene, la mia vita è tutto ciò che posseggo… e adesso, per la seconda volta, io la dono ad Ermaus!” Presi la coppa dalle sue mani e osservai di nuovo il contenuto, era inodore e incolore… come la morte, pensai. “Ho solo una richiesta…” mormorai, porgendole il foglietto “Fategli avere questa, vi supplico!” Poi chiusi gli occhi e bevvi quel liquido, qualunque cosa fosse. |
Il Fuoco Sacro si era spento......stavo raccogliondo...le rune..quando sentii parlare del mio cuore...ascoltare il cuore..... alzai gli occhi dall' Ara e mi voltai, vidi Riccioli D' Oro, non lo avevo sentito arrivare....eppure era li' aveva il sorriso piu' bello che avessi mai visto , i suoi occhi erano azzurri, un mare in cui tuffarsi....... Toraus, non poteva uccidere Polgara.........<< Chi sei tu ?......come fai ad essermi accanto...senza che io possa sentirti arrivare, Il demone non puo' uccidere mia Sorella, se lo facesse sarei io che morirei......Ho ascoltato il mio cuore una volta ed e' stato capace di tradirmi, ma per lei e' diverso........ognuna di noi vive nell'altra e questo e un altro sentimento.......>> Mi voltai a guardare verso l'altura e la camminata di Toraus mi sembrava sicura, come qualcuno che sapesse dove andare.prendere una decisione...restare, o andare.....<< Facciamo cosi'..., seguiro' Toraus.....ha gia' promesso di uccidermi..........dovra' farlo, ma dovra' attaccare me come Donna e non me come lupo......che si imbratti le mani del sangue di una figlia della Luna, lui e' un Demone, cosi' lo definisci......>>.......girai intorno all'altare.......presi le rune e le misi in un sacchetto che attaccai alla cintola della clamide......presi la spada.....e prima di seguire Toraus, mi voltai verso Riccioli D' Oro..<< Lo so' che mi seguirai....non so' come, ma sento che ti avro' vicino.....>>..... Mi voltai e comincia ad incamminarmi....non era molta la strada che ci divideva
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Eravamo in trappola,inermi e il cavaliere bianco sembrava prendersi gioco di noi..quando ad un tratto cavaliere25,coraggiosamente, attaccò per primo..capì subito le sue intenzioni,era arrivato per lui il momento di dimostrare il suo valore..ma non volevo che si mettesse in pericolo,mi ero affezionata a lui e non poteva,non doveva succedergli nulla..dopo il primo colpo sferrato al cavaliere bianco gridai a cavaliere25 "state in guardia amico mio non conosciamo le sue intenzioni e non voglio che vi accada nulla.."e mentre dicevo ciò iniziai a chiudere gli occhi per cercare di prevedere l'esito dello scontro, pronta,se necessario ad utilizzare le mie arti in suo aiuto..
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Sentendo le parole di lady Rainbow dissi: state tranquilla amica mia non mi accadrà nulla di male, voi state a distanza non vorrei che vi attaccasse anche a voi non vorrei sentirmi in colpa per tutta la vita se dovesse succedervi qualcosa dissi.
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Non riuscii a fermare il ragazzo... ormai aveva colpito il cavaliere bianco.
"Ragazzo" dissi, rivolgendomi a cavaliere25 "non essere troppo impulsivo. Se questo cavaliere è forte quanto il cavaliere rosso né tu, né tantomeno io che sono ferito, riusciremmo a sconfiggerlo... quindi ora, con molta calma, arretra verso di noi e cerchiamo di ragionare con lui." Mi rivolsi quindi al cavaliere bianco "Milord, perdonate il ragazzo, è giovane e deve ancora imparare molto. Noi, come ben sapete, siamo stati invitati qui da lord Cembelus, il quale con l'inganno ha cercato di farci difendere quella stupida vita che si è creata... già io che ero contro lord Cembelus ho dovuto combattere contro il cavaliere rosso, e se non fosse stato per questi amici ora non sarei qua. Ora io, non per codardia, ma perché voglio fare la cosa giusta, vorrei trovare assieme a voi, la via per far finire una volta per tutte queste stupide battaglie" |
Cavaliere25 aveva colpito forte.
Con tutta la forza che aveva dentro. Con tutto il desiderio che poteva contenere il suo cuore. Il desiderio di diventare un cavaliere. Hastatus però lo aveva richiamato aspramente. Era stato troppo incauto, tradendo così la sua giovane età e quindi la sua inesperienza. Hastatus così aveva chiesto perdono, a nome di tutti, al Cavaliere Bianco. Ma, alcuni istanti dopo essere stato colpito da Cavaliere25, l'elmo del cavaliere cadde a terra. Ed incredibilmente era vuoto. Come vuota era la sua corazza. "Ma... come può essere?" Intervenne Llamrei. "L'armatura del cavaliere è... vuota?" "Egli non è qui." Disse una voce alle loro spalle. "E' lontano, nella selva." Si voltarono e videro un nano. "Chi sei tu?" Chiese Llamrei. "Sono il suo scudiero." Rispose il nano. "Il mio nome è Galmaus." Poi, rivolgendosi a Cavaliere25, aggiunse: "Ciò che hai fatto non è da cavaliere. Ma sei giovane e le tue pecche sono colpa di colui che ti sta istruendo..." "Cavaliere25 è un bravo ragazzo..." intervenne Anaclerio "... ha un cuore puro... come i veri cavalieri." A quelle parole il nano non rispose nulla e riaprì le porte della torre. Poi, rivolgendosi a Hastatus disse: "Se avete detto il vero poco fa, quando credevate di parlare al Cavaliere Bianco, allora dovreste tornare al Castello e punire coloro che hanno offeso messer Amore." Detto questo, rimesso a posto l'elmo del cavaliere sulla sua corazza, sparì in una delle sale della torre. Nel frattempo, al Castello del Doloroso Amore, Talia aveva bevuto tutto il veleno della calice. E subito dopo sentì la vita scorrere via... Talia correva. I margini del lungo vestito tenuti su, per non inciampare. Il vento che le soffiava tra i capelli. Il verde bosco, all'ombra di quelle querce al riparo dalla calura. E correva, fino a raggiungere le mura del castello, dove sapeva che lo avrebbe trovato. E correva fino a quando non lo intravedeva da lontano. "Ermaus!" Gridava. Lui si voltava ed un sorriso illuminava il suo volto. "Ho fatto un sogno orribile!" Diceva, abbracciandolo forte. "Cosa hai sognato, angelo mio?" Chiedeva lui con infinita dolcezza. "Ho sognato che ci separavamo..." rispondeva lei "... a causa della morte..." e si stringeva forte a lui. "Tranquilla... ti giuro sul nostro amore che nemmeno la morte ci separerà..." Un sapore amarognolo, forte, quasi a bruciare la gola. Talia si svegliò di colpo. Era in una grotta. Una morbida e vellutata coperta l'avvolgeva. Ed accanto a lei vi erano un nano ed una suora. "Ben svegliata, milady..." disse quest'ultima "... il siero che annulava la morte apparente ha avuto effetto immediato. Come vi sentire?" "Siete fortunata, milady..." intervenne il nano "... il nostro signore vi ha riscattato da madonna Morte... ora appartenete a lui..." Intanto, dall'altra parte della selva, Elisabeth era con il biondo fanciullo. "Chi sono? Potrei essere il tuo angelo custode." Disse Lui. "O forse il tuo spirito guida. O magari un folletto, un elfo... o forse, chissà, un semplice fanciullo che ama correre libero in questa selva." Le sorrise ed aggiunse: "Il cuore non tradisce mai... sono gli uomini che tradiscono i loro cuori, ignorandone i consigli... un uomo ricorderà della propria vita solo gli attimi che ha vissuto col cuore... niente di più..." Poi, fissando la sagoma di Toraus che camminava nella selva, disse: "I demoni giungono in questo mondo per tormentare.. bisogna essere forti per scacciarli..." |
Guisgard era alla nicchia ed aveva davanti a sè quei due giovani.
"Cosa devo fare?" Chiese Guisgard, appoggiandosi ad una delle colonne che reggevano la nicchia. "Questa battaglia non è la tua" rispose il giovane "e nessuna tua azione influenzerà questa vicenda. Ognuno è libero di scegliere la propria vita... l'uomo è artefice del suo destino." "Il Doloroso Amore è innaturale..." intervenne la ragazza "... ed è destinato a perire, cavaliere. Ma occorre vincere le proprie paure per dissolvere il suo terribile incanto." "Ma se non giungessi all'oracolo" disse Guisgard "Polgara resterebbe per sempre un lupo." "E cosa cambierebbe? Siete comunque troppo diversi, troppo lontani. L'amore non è eterno, non è immutabile. E' l'uomo che si è eretto sciocche leggi per vincolarsi e negare a se stesso la libertà. Torna dunque indietro e goditi la tua vita... altrettanto farà Polgara. All'oracolo non troverai nessuna risposta." Rispose il ragazzo. "Non è diversità..." intervenne la ragazza "... non siete diversi, ma fatti per completarvi a vicenda. Tu hai ciò che manca a lei... come ella possiede ciò che completa te. Ma, come ogni cosa, anche la felicità va conquistata... e la risposta la troverai solo nell'oracolo." Guisgard fissò la ragazza e chiese: "Dove si trova l'oracolo?" "Va oltre questa nicchia e giungerai alla fine di questo sentiero... lì troverai l'oracolo." Udito questo, Guisgard si incamminò verso la fine del sentiero. E proprio mentre il cavaliere lasciò la nicchia, Polgara udì un dolce fischio che la chiamava. Proveniva da alcuni cespugli. |
<< Infondo cosa importa chi sei ?....tu sei cio' che io vorrei tu fossi.....e' stupido chiedersi , perche' qualcuno ti stia accanto...Quindi diciamo che sei il mio angelo custode......e che Toraus sia il demone........ma lui non e' un mio demone, lui non cerca me e io non avrei mai pensato di cercare lui, se non fosse per il senso di protezione e di Amore che nutro per mia Sorella........Angelo mio....come vedi seguiro' quell'uomo, e' la mia scelta.....saro' abbastanza forte ?...non lo so, le cose si devono affrontare per poter essere sicuri di esserne all'altezza, e se ci si rinuncia per paura....alla fine rimane solo un grande rimpianto.....>> Allungai la mano per accarezzargli il volto, ma la ritrassi immediatamente....cosi' mi voltai e andai incontro all'uomo.......Gia' che dice il mio cuore ?.......non lo sentivo piu' da tempo.......
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"L'armatura è vuota?!?"esclamai incredula"ci sono troppe cose che non capisco...la prima cosa è perchè il cavaliere bianco ci ha attirato qui se poi non si trovava nella torre;la seconda è perchè ha lasciato in sua vece un'armatura vuota,la terza è perchè ci abbia chiusi dentro la torre..."credevo di pensare ma invece le parole uscivano dalla mia bocca senza che io le potessi controllare..accortami di ciò mentre il nano si allontanava iniziai ad andargli dietro e dissi:"perchè il cavaliere bianco si diverte tanto a provocarci?cosa vuole da noi?mi sentite?vi prego di rispondermi...."Galmaus era già lontano ma speravo che mi avesse sentito,d'altronde stavo urlando con tutta la mia forza e avrei continuato a farlo se nessuno mi avesse risposto...
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Guisgard stava seguendo il suo cuore...come sempre aveva fatto e come è giusto che sia. La mente sa analizzare le sensazioni e le razionalizza, ma è qualcosa che viene a posteriori per aumentare la nostra conoscenza, per comprendere meglio il mistero dell'esser uomo, ma a meno che non si tratti di un compito razionale, non va mai utilizzata per scegliere. Almeno così avevo appreso.
Lo guardai allontanarsi e sentii un fischio a me familiare provenire dalla selva, ecco era giunto il mio momento. "Io confido in te Cuore mio" e mi inoltrai tra il fitto degli alberi. Dopo pochi passi intravidi nel verde, quella canuta ma robusta figura che era appartenuta a mio nonno. Gli corsi incontro e mi alzai sulle zampe posteriori per un abbraccio "lupesco".."Nonno!!" pensai. Egli era il padre di mia madre, un uomo tanto buono quanto saggio, che mi aveva sempre educato al rispetto ed all'amore nei confronti del prossimo e della MAdre Terra che ci ospitava. Quando ero un bambina e non sapevo ancora che la magia scorreva nelle mie vene, lo incotravo spesso nel bosco e facevamo lunghe passeggiate mentre mi insegnava i vari nomi delle piante. Ricordo un tramonto di un pomeriggio estivo, afoso e lungo, mentre eravamo alla ricerca della famosa Belladinotte. COme fosse ieri ricordai le sue parole: "Polgara cara, giungerà un giorno in cui tu incontrerai colui che è nato assieme a te nella notte dei tempi, la tua metà come viene spesso detto. Tutto sarà preavvisato da piccoli ma significanti segni ed assieme è previsto che percorriate il cammino più glorioso che un essere umano può desiderare: il cammino dell'amore che avvicina al divino. Ricorda quest'avvertimento però: se non sarete in grado di superare con amorevole comprensione le vostre diversità e le vostre paure, la vostra unione diverrà un inferno, perchè una volta trovata l'anima gemella non ci si può staccare, ma sta a noi, alla nostra volontà e nel nostro buon cuore creare il paradiso o l'inferno. E ora cara polgara raccogli quelle piantine di Belladonna che, arrivato il crepuscolo, stanno per schiudersi." |
Raimbow aveva gridato forte, con tutte le sue forze, ma il nano non si era nè fermato, nè voltato indietro.
L'armatura del Cavaliere Bianco era sempre lì, immobile, lucente, nella sua perfetta cromatura. Eppure era vuota, vuota come il Castello del Doloroso Amore. "Raimbow, amica mia..." disse Llamrei, sorridendole "... è inutile tormentarci con le nostre domande... il nano ha parlato di quel castello... forse dovremmo tornarci... del resto, se il Cavaliere Bianco non ci ha ancora attaccati vuol dire che non ci ritiene suoi nemici... e forse il vero nemico di tutti noi è rinchiuso in quel maledetto Castello del Doloroso Amore..." Nella selva, intanto, Elisabeth seguiva il feroce Toraus. Camminava così tra la fitta vegetazione che cresceva in quel luogo. Quando ad un tratto si accorse di aver perso le tracce del cacciatore di lupi. "Perchè mi stai seguendo?" Chiese all'improvviso una voce. Elisabeth si voltò e vide Toraus. "Non ti ho fatto alcun male..." aggiunse "... eppure tu ti sei lanciata con determinazione sulle mie tracce. Non ti sono nemico e non voglio attaccarti... ma nessuno mi impedirà di catturare il lupo che sto inseguendo." Un orribile ghigno sorse allora sul suo grottesco volto ed un attimo dopo il terribile cacciatore svanì nel silenzio della selva. |
Guardai Llamrei,la mia saggia compagna aveva ragione meglio occuparci invece di preoccuparci mio madre me lo ripeteva sempre quando chiedevo qualcosa a cui non sapeva o non voleva darmi risposta..."Ebbene amica mia e voi tutti..cosa facciamo?ci incamminiamo?"e il mio timore si sciolse in un sorriso.."Grazie"le dissi ricambiando il sorriso "sono contenta di avervi come compagna ed amica,la vostra amicizia è per me preziosissima e le vostre parole sono di grande sostegno per me"..
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Mi svegliai di soprassalto… un sogno aveva attraversato la mia mente, o forse era un ricordo… ero troppo confusa in quel momento per riuscire a comprenderlo.
Mi guardai intorno, sorpresa di essere sveglia: ricordavo perfettamente Heylde, la lettera, il calice… ma cos’era accaduto dopo? E non ero più nel Castello, ma in un’ampia grotta. Come c’ero arrivata? Fu allora che notai le due curiose figure al mio capezzale: una suora e un nano. Citazione:
Siero? Ero salva dunque… ed Ermaus? Che ne sarebbe stato del mio amato Ermaus? “Io…” cercai di dire, ma le parole graffiavano contro la mia gola. Citazione:
Appartengo? …Appartengo a chi? Mi strinsi di più la coperta sul petto e mormorai : “Il vostro signore… chi è?” |
Polgara seguì quel fischio.
Un senso di pace e malinconia la avvolse. Si rivide fanciulla, nel paese natio che sorgeva protetto all'ombra dei grandi monti, avvolto nel verde millenario di una natura incantata. Che serenità sentiva finalmente nel cuore. Avanzava così sul tenero prato, tra l'erba umida che pareva accarezzarle le zampe. Il fischio divenne allora più leggero e delicato, rapendo quasi i suoi sensi. Ma in quello stesso istante un rumore metallico la destò da quella serenità ed un dolore lacerante si diffuse sulla sua zampa sinistra. Quella tagliola stringeva le sue carni come una morsa, impedendole quasi di muoversi. Ed una scura figura le apparì davanti. "Finalmente ti ho preso, bestiaccia!" Disse Toraus con un delirante sorriso. "Ora conoscerai la vera sofferenza... e nessuno verrà a salvarti!" Estrasse allora un lungo ed affilato coltello dalla sua borsa e si avvicinò al lupo. Ma proprio in quel momento qualcosa balzò su Toraus, azzannandolo al collo. Il cacciatore cadde pesantemente a terra, mentre quell'animale continuava a mordergli il collo. Toraus allora lo scacciò con una manata, ma nella foga finì in una delle tagliole che aveva nascosto nel terreno. Si rotolò nell'erba dal dolore, mentre gridava come un ossesso. Fino a quando, vinto da quella tortura, svanì nell'oscurità della selva. Quell'animale allora si avvicinò a lupo che era intrappolato nella tagliola. Era un bellissimo cane pastore bianco, forte e vigoroso. Aveva l'occhio ferito dal colpo di Toraus. Si avvicinò alla zampa del lupo e cominciò a leccarla per dargli sollievo. Ma se qualcuno non lo avesse liberato, il lupo sarebbe morto dissanguato... Guisgard, nel frattempo, continuava ad attraversare quel sentiero. Avvistò finalmente una costruzione lontana. Ma prima che potesse avvicinarsi una donna apparve sul suo cammino. "Chi siete, milady?" Chiese il cavaliere. "Ti sto seguendo, cavaliere." Rispose la donna. "Perchè? Io non vi conosco..." "Ma sono io che conosco te." "Cosa vi occorre?" Chiese Guisgard. "Ditemelo e vi servirò." "Che tu possa rispettare un accordo." "Mai venni meno alla parola data." Disse Guisgard. "Ma di quale accordo parlate, mia signora?" "A tempo debito verrò a chiedertene conto..." E svanì nella selva. Guisgard allora riprese il cammino e raggiunse la costruzione che stava alla fine del sentiero. Era un tempietto ottagonale, con un abside su ciascun lato e nel mezzo stava un trono marmoreo. Apparvero allora tre cavalieri, di superbo e nobile aspetto. "Per chi è quel trono?" Chiese Guisgard ai tre cavalieri. "Per colui che tutto rinuncerebbe per amore." Rispose uno di quelli. "E' questo l'oracolo?" Chiese ancora Guisgard. "Si, è questo l'oracolo, cavaliere." Rispose una voce. Guisgard si voltò e vide una bellissima donna con una veste azzurra come il cielo terso di primavera. "Cosa cerchi qui?" Chiese la donna. "Come salvare colei che più amo al mondo." Rispose Guisgard. "E non trovi tale risposta nel tuo cuore?" Guisgard abbassò il capo senza rispondere. Poi disse: "Sono un cavaliere... non posso nulla contro la magia..." "Allora, se vuoi una risposta, riconosci ciascuno di questi cavalieri..." Guisgard restò sorpreso dalle parole di quella donna e cominciò allora ad osservare i tre cavalieri. |
Talia era avvolta in quelle morbide e profumate coperte.
Pensieri e paure assalivano ora il suo cuore. Il suo bellissimo volto, avvolto dai soffici capelli, che scendevano sciolti sul delicato collo, sembrava turbato. "Non temete, damigella..." disse la suora "... siete la donna più fortunata al mondo. Il nostro e vostro signore è il più bello, ricco e generoso al mondo. Egli saprà rendervi felice e nulla vi mancherà." Ad un tratto nella grotta entrò qualcuno: era il giovane fanciullo dai capelli biondissimi e gli occhi azzurri. "Come è bella!" Disse rivolto alla suora ed al nano. "Chi è questa ragazza?" "E' Talia..." rispose il nano "... la ragazza che voleva morire per amore." http://www.verumserum.com/media/2009...er-300x258.jpg |
La vegetazione sembrava piu' alta del dovuto in quel bosco, Toraus mi aveva sorpresa.....pensavo di seguirlo e alla fine era lui che seguiva me, non mi diede il tempo di replicare, era vero, non era me che voleva......ma era mia sorella che lui voleva, ed era la stessa cosa. Prima di svanire mostro' il suo volto in tutta la sua orripilante natura.......Improvvisamente sentii una fitta alla gamba li' dove la tagliola mi aveva ferito.....il frate aveva fatto si' che si rimarginasse e invece sembro' riprendere a sanguinare......la bianca Clamide si tinse di rosso e il dolore di Polgara mi arrivo' al cuore stringendolo come in una morsa.....<< Demone maledetto lei non puo' morire perche' e' ricolma di Amore e non potrai portartela via...>>......C'era un tronco d'albero nascosto dalla vegetazione mi sedetti, strappai un lembo di stoffa e la strinsi alla gamba, almeno avrebbe rallentato il flusso del sangue.......mi tornarono in mente le parole di Frate Elia, c'era un nesso tra la ragione e il cuore.....c'era un legame, noi uomini suddividevamo le due cose, ma non era cosi'......il legame era l'Armonia, l'armonia di tutte le cose, il bene e il male...l'equilibrio. Io avevo perso il mio equilibrio........Mi alzai e andai a cercare dell' Agrifoglio, presi le foglie piu' giovani e le misi nel sacchetto delle rune. Chiusi gli occhi e attesi......mi librai cosi' nell'aria perche' il falco che era in me prese vita......sorvolai la foresta ed intravidi un cane bianco...era vicino ad un... sembrava un lupo.....comincia cosi' a planare e scesi.....svani' il falco e ripresi le mie sembianze, la gamba mi doleva...e mi avvicinai cauta al cane......allungai la mano perche' la annusasse....<< Su bello , non temere non voglio farle del male.....>> mi avvinai alla tagliola, non riuscivo a vedere da dove si potesse aprire.......La Magia, si ma la magia da sola nulla poteva e allora incomincia a pregare cosi' come mi aveva insegnato Frate Elia........pregavo e facevo leva sulla tagliola, lo sforzo era disumano, ma le mie preghiere erano diventate urla di disperazione....mi fermai per riprendere respiro e mi misi a masticare le foglie di agrifoglio..facendone poltiglia le misi sulla ferita........una luce una palla di luce si fermo' sulla tagliola.......sentii il cane abbaiare e io continuai a pregare sempre piu' velocemente....sino a quando.......la tagliola divento' polvere.....la ferita non sembrava sanguinare...mi sdraia accanto al lupo e comincia ad accarezzarle il capo......ma il sangue che avevo perso era tanto......e persi conoscenza.....
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"Signore" dissi "e anche voi ragazzi... visto che l'ingresso dal quale siamo entrati è chiuso, cerchiamo un'altra uscita. Direi di incominciare dalla porta che ha preso il nano. Dobbiamo tornare là dove tutto è iniziato."
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Osservai incerta la suora, ma il tono della sua voce era dolce e carezzevole e un poco riuscì a calmare le mie paure.
Ad un tratto udii dei rumori ed un fanciullo ci raggiunse: era un bambino bellissimo, i suoi capelli ricciuti erano di un biondo dorato e due vivaci occhi cerulei splendevano sul suo viso, ne rimasi affascinata. Tuttavia subito dopo, nell’udire il suo commento un poco infantile su di me, non potei che sorridere… mi piacevano i bambini, mi erano sempre piaciuti con quel loro irriverente, ingenuo modo di vedere le cose. “Sei un giovanotto molto galante, vedo…” gli dissi gentilmente “Sei forse il figlio del signore che ha riscattato la mia vita? Se così è, per favore devo subito…” Mi interruppi. Il ragazzo si era voltato verso di me e mi stava osservando, non compresi perché ciò mi avesse turbato ma fui invasa da una strana sensazione: quel ragazzo aveva uno sguardo troppo profondo per la sua età, troppo penetrante, e uno strano senso di quiete ed autorità emanava dalla sua esile figura… “Ma tu chi sei?” gli chiesi “Come ti chiami? E come…” lanciai un’occhiata al nano “Come sapete di me?” |
Ero stata salvata....ma nulla era ancora certo. Sia io che Elisabeth eravamo troppo deboli per il tanto sangue perso; sembrava che la zampa non fosse fratturata, ma di sicuro non mi avrebbe permesso di muovermi per andare in cerca di aiuto.
Dovevo salvare il nostro corpo fisico, ma chi chiamare? Guisgard era troppo impegnato nella sua battaglia per accorrere in nostro aiuto, ma se qualcuno non fosse giunto saremmo di certo morte entrambe. Mi rivolsi così all'unica anima buona che poteva aiutarci, il grande cane bianco che era al mio fianco e a cui dovevo la vita: "fratello mio, ti devo la vita e non lo dimenticherò! Ma ora te ne prego aiutami, anzi aiutaci ancora una volta, cerca qualcuno che ci possa curare, qualche cuore puro come te. Se rimarremmo qui abbandonate moriremo entrambe. Va' te ne prego!" Non avevo molta energia ma dovevo affrontarlo, dovevo superare le mie paure. Del resto ed anche il demone era stato ferito dal cane, quindi non ero svantaggiata. Iniziai a respirare ritmicamente e sempre più lentamente, mi concentrai sulla mia essenza, sulla realtà delle anime. Poco dopo, vidi l'immagine di noi tre figure dall'alto. Rimasi lì fluttuante per un attimo, feci il simbolo di protezione su di noi e poi iniziai a concentrarmi: "Andiamo demone dove sei? Fatti trovare, combattiamo ad armi pari.." Ecco, lo sentivo, sentivo la sua energia impura e sporca, ma forte, era un demone di alto livello...mi concentrai a dopo poco trovai Toraus. Mi trasportai lì davanti a lui e gli intimai: "Andiamo demone esci allo scoperto e combatti ad armi pari, ma prima dimmi perchè desideri la mia morte con tanto ardore." |
Non avvertii piu' l'alito caldo del lupo sul mio viso......ero stordita, infilai le unghie nel terreno e strinsi tra le mani un pugno di terra..........Polgara.....la percepivo attraverso un velo di debolezza......sapevo che avrebbe smosso le forze della natura per trovare Toraus, e c'era riuscita.....sorrisi, adesso per il Demone, sarebbero stati problemi seri........guardai la terra tra le dita e pensai a Madre, dove era ora quella magnifica donna dai capelli color della luna.....e poi mi...sembro' di vedere un frate.....sembrava Frate Elia ....." Padre....siete venuto a troavarci ? e' stupendo sapere che siete qui....credo che abbiamo la necessita' di avere il vostro aiuto.... credo che solo voi possiate aiutare mia sorella.........e poi vi prometto che non disertero' piu' le vostre lezioni di alchimia....."....tentai di toccare la sua tonaca.....ma non c'era nulla era solo una visione.....mi tirai su e vidi il lupo e il cane.....Polgara era energia......." Polgara ascolta......se mai ne avessi bisogno sai come prendere la mia energia....non e' molta...ma ti aiutera'.....".......Ti sono vicina....
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"Hastatus ha ragione!" Disse Llamrei. "Dobbiamo uscire da qui! Seguiamo la porta che ha utilizzato il nano!"
Così tutti loro seguirono il passaggio usato dal nano. Ed attraverso un lungo corridoio giunsero fuori quella torre. "Raimbow, dolce amica..." disse Llamrei "... anche per me è un onore avervi come compagna ed amica. E quando questa storia sarà terminata, voglio invitarvi, insieme a tutti gli altri, nel magnifico palazzo dove ho vissuto insieme al mio amato Shawn." E detto questo, la nobile dama sorrise teneramente alla bella Raimbow. La compagnia allora, sotto la guida di Hastatus, riprese la via verso il Castello del Doloroso Amore. Poco tempo dopo giunsero davanti al grande ponte levatoio. "Chi è là?" Chiese gridando una guardia da una delle torri. "Annunciatevi!" Intanto, nella grotta, Talia era insieme a quelle misteriose figure. "Vi conosco, milady..." disse il nano "... poichè fui io a venirvi a reclamare al nocchiere delle anime. Eravate destinata all'oltretomba, ma il mio signore, sorpreso e commosso dal vostro gesto, ha riscattato la vostra vita." Il fanciullo a quelle parole sorrise. "Sono il figlio di una madre bellissima che mi adora sopra ad ogni cosa..." cominciò a dire "... il mio nome è Eros, un nome che amo molto..." Si avvicinò allora a Talia ed aggiunse: "Io so che sei una sognatrice... e tutto questo che ti circonda è un sogno... il più incantato dei sogni..." Nel frattempo, Polgara aveva apertamente sfidato Toraus. La ragazza lo chiamava, quasi evocandolo, ma del demone non si vedevano tracce. Elisabeth era terra quasi senza forze ed osservava, percependo uno strano presentimento. Il cane bianco cominciò a ringuiare e ad un tratto un'ombra uscì dalla folta vegetazione. Era una donna con in braccio un bambino, avvolto in una lenzuolo nero. "Chi stai invocando, bella amica?" Chiese la donna senza alzare mai lo sguardo. "Qui non vi è nessuno che possa fare o volere del male..." Accarezzò allora il piccolo che aveva con sè ed aggiunse: "Ho vagato molto... volevano uccidere il mio bambino... loro, i preti... malvagi... non fanno la volontà di Dio... dicevano che mio figlio sarebbe nato mostruoso... volevano portarmelo via... ma io sono fuggita... ma dimmelo anche tu, dolce amica... dimmelo che ho fatto bene a salvarlo... perchè il mio bambino è sano..." E, scoprendolo, mostrò il volto di suo figlio a Polgara. "Mi hai chiamato, Polgara..." cominciò a dire quel mostruoso bambino con una voce spaventosa "... e hai fatto male... poichè io realizzerò tutte le tue paure..." E si abbandonò ad una delirante risata. http://cdn2.maxim.com/maxim/files/20...ntano_main.jpg |
Guisgard era giunto all'oracolo ed aveva visto quella bellissima donna ed i tre cavalieri.
"Chi sono questi tre cavalieri? Chiese la donna. "Sono straordinari esempi di virtù amorosa." Guisgard li osservò, ma non sapeva come rispondere alla domanda della donna. "Sgombra il tuo cuore dalla paura e dalle incertezze, cavaliere..." aggiunse la donna "... ascolta il tuo cuore... riconosci le tue colpe ed esse ti saranno rimesse..." Sul piccolo borgo soffiava un vento fresco ed un magnifico crepuscolo cominciava a tinteggiare il cielo con un magico alone, nel quale iniziavano a splendere, timide, le prime stelle della sera. Il rumore di leggeri e delicati passi si udiva sui ciottoli della strada. La ragazza tornava a casa serena, quando all'improvviso un'ombra scivolò alle sue spalle. "Sei tu!" Esclamò Polgara. "Ma sei pazzo! Per poco non mi facevi venire un colpo! Mi hai fatto paura!" "E' stata piacevole la serata?" Chiese Guisgard, con fare indifferente. "Si." Rispose lei. "Una serata piacevole." "Non hai lasciato detto dove rintracciarti..." disse lui "... forse perchè non volevi essere disturbata..." "E cosa avrei dovuto fare?" Chiese lei spazientita. "Dovevo farlo annunciare dai banditori nella pubblica piazza? Sono stata al convento... lì l'abate mi ha insegnato alcune cose sui rimedi con le erbe... tutti in paese sanno che esercita l'arte della medicina. Cos'hai?" Chiese poi a Guisgard. "Cosa dovrei avere?" Chiese lui infastidito. "Sinceramente di come passi il tempo non mi interessa!" "Dove vai ora?" Chiese lei. "A casa... è tardi e ho da fare..." "Te ne vai così? Non è mai passata una sera senza che tu mi abbia augurato la buonanotte... ora invece mi lasci qui da sola?" "Fino a poco fa facevi le cose in gran segreto..." rispose lui "... ora che senso hanno queste bugie? Buonanotte!" "Non mi credi? Mi credi una bugiarda? Dove vai ora? Fermati, Guisgard!" "Cosa vuoi ora?" Chiese lui fermandosi all'istante. "Stasera mi stai ferendo a morte, lo sai...?" "Non c'è nulla di male ad avere dei segreti..." disse lui "... ma che senso hanno queste bugie?" "Io non ti ho detto bugie!" Rispose lei. "Sono stata davvero al convento! E non ho avuto la possibilità di avvertirti! Anzi, avrei voluto che mi accompagnassi, ma tu non c'eri!" "Non ti credo!" "E cosa posso farci!" Rispose lei. "Sei diffidente e geloso!" "Geloso?" Ripetè lui. "Che assurdità!" "Si ed anche ottuso!" "Allora da domani ignorami!" Lei allora lo prese per mano. "Smettila, scemotto..." "Cosa vuoi ora da me?" Chiese lui. "Te l'ho già detto..." I loro sguardi si incrociarono e si persero l'uno nell'altro. "Questo è per te..." disse lei mostrandogli un rosario "... l'ho preso per te, è benedetto..." "Ora credo dovresti chiedermi scusa." Aggiunse lei dopo un attimo di silenzio. "Allora? Sei troppo orgoglioso per dire qualcosa?" "Massì..." rispose lui "... scusami..." "Andiamo... è tardi... gelosone!" Disse lei, prendendolo per mano e sorridendo. "Cavaliere..." riprese a dire la donna, destando Guisgard dai suoi ricordi "... solo se spazzerai via le tue paure riuscirai nell'impresa che hai intrapreso..." Guisgard ascoltava quelle parole, mentre ancora il ricordo di Polgara era davanti ai suoi occhi. http://bluemoviereviews.files.wordpr...8/04/padme.jpg |
Eros… Amore! Il Signore della mia anima, il Signore che tanto spesso avevo invocato in quelle ultime ore, Lui mi aveva salvata dalla morte.
Era molto vicino a me adesso e avvertivo che la sua sola presenza era sufficiente a placare i tormenti della mia anima… ma non potevo. Non potevo lasciarmi andare a quel sogno meraviglioso e dimenticare il motivo che mi ci aveva portata! Presi così le sue mani tra le mie e lo implorai: “Ti prego, tu che sei il protettore degli amanti, tu che conosci ogni singola vibrazione della mia anima ed ogni fremito del mio cuore, tu che mai abbandoni coloro il cui cuore è pieno d’amore, ti supplico. So che pensi che nella vita di Ermaus non vi è più amore e che lui ti abbia rinnegato, ma non è così: io so quanto grande è il suo cuore e di quanto amore sia capace… e so che lui non ti ha abbandonato completamente. Però è confuso, arrabbiato ed ha perso la via, la speranza non lo illumina più ma non tutto è perduto. Ho accettato il sacrificio più grande, la perdita della vita, soltanto in cambio della sua anima ma non sono certa che sia stato sufficiente. Mentre so che tu puoi portare di nuovo la luce nei suoi giorni…” chiusi gli occhi e conclusi “Aiutalo, ti imploro! Fa’ che sia di nuovo felice!” |
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