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"Merito mio?" chiesi senza guardarla "Ma no... è lui che, fortunatamente, guarisce in fretta... io non ho fatto niente!"
Poi, tentando di deviare la sua attenzione, soggiunsi: "...E' stata gentile la mamma di Tisson a mettervi da parte un po' di pane, non trovate?" |
"Si." Disse la zia. "In verità non lo fa molto spesso e proprio per questo mi manda sempre a chiamare quando ne inforna qualche pezzo. Vedrai, quando ne assaggerai un pò restarai rapita da quel sapore."
Poi, cambiando discorso, prese a dire: "Perdonami se forse sarò indiscreta... ma vedi... Guisgard non ci ha detto niente in merito al vostro arrivo... dove siete diretti? Non è che è finito di nuovo nei guai, lui?" |
Mi voltai di scatto verso di lei...
"Oh, beh..." esitai. Mentire a quella donna era una cosa che non potevo fare... era stata tanto buona con me, così gentile, non potevo... Poi, tanto improvvisamente quando inaspettatamente, mi tornò in mente Guisgard: la determinazione testarda nel tenere i suoi amati zii fuori dai suoi guai... Così le sorrisi e risposi: "Ma no... Non vi dovete preoccupare! Lui... magari è una testa calda, ma sono certa che sa esattamente quello che fa!" sospirai "E' stato incredibilmente gentile con me, sapete? Molto più di quanto non gli spettasse e... ed è una persona buona! Davvero!" |
La zia sorrise.
"Si, è una testa calda ma ha un gran cuore!" Disse. "E lui tiene molto a te. Lo conosco troppo bene per non accorgermene. Non so, forse sarà sciocco da parte mia, ma vederlo con te... ecco, si, mi appare diverso, più maturo... lui ha sempre badato a se stesso... ma in questi giorni l'ho visto molto attento a te, come se volesse proteggerti e prendersi cura di te..." |
La osservai stupita per un istante nel sentirmi dire quelle cose... E non mi resi conto subito di essere arrossita violentemente: "Oh... io..." mormorai, in preda ad un'agitazione strana che mi faceva sentire tutta sottosopra come mai prima.
Guardai avanti, in cerca di un appiglio, e vidi il mulino apparire dietro una curva della stradina. "Eccoci!" dissi, schiarendomi la voce e rendendomi conto troppo tardi di come fosse di un tono troppo alta. |
Le due donne allora presero la stradina che dava oltre il recinto in cui si trovava il mulino.
Da lontano la madre di Tisson salutò la zia. E quando la raggiunsero, la zia presentò Talia alla donna. "Che bella ragazza!" Esclamò la mamma di Tisson. "Certo, non ce ne sono di così belle e cortesi in giro, come lei!" Rispose orgogliosa la zia. "E' una nuova amica di Guisgard?" Chiese maliziosa la donna. "No, Talia sta con noi a casa!" Rispose la zia, visibilmente infastidita da quella domanda. "E comunque..." aggiunse "... è pronto il pane?" "Si, l'ho già preparato." Rispose la donna. "E' ancora caldo e fragrante." E preso il pane, le due donne si incamminarono verso casa. |
Camminavo con gli occhi fissi a terra... e mi sentivo totalmente stupida!
Quell'assurdo turbinio di sensazioni indefinite eppure tanto forti quanto inebrianti, che avevo sentito fino a poco prima, erano state completamente spazzate via dal commento della mamma di Tisson... un commento che, forse, non avrei dovuto sentire, dato che ero un po' lontana, ma che invece avevo ben udito... un commento ovvio dopotutto, mi dissi, ma che mi aveva ferita pur senza -cosa che contribuiva ad innervosirmi abbastanza- che ne afferrassi in pieno il motivo. |
"La madre di Tisson è una cara donna..." mormorò ad alta voce la zia, senza togliere lo sguardo dalla strada "... ma è una nota pettegola! Non so perchè, ma riesce sempre ad irritarmi! Eppure è strano, voglio dire, dovrei essere abituata al modo con cui fantastica su tutto e tutti!"
Poi, rivolgendosi a Talia: "Non badare a ciò che dice... un giorno qualcuno le taglierà quella sua linguaccia!" |
Inspirai profondamente per sbollire l'irritazione... almeno un po'!
Poi mi voltai verso la donna e le sorrisi meccanicamente: "E perché mai dovrei badare a ciò che dice? ...qualsiasi cosa dica!" chiesi in tono volutamente noncurante "Dopotutto io sono qui soltanto come vostra ospite, non è così? Il resto non mi riguarda e non mi interessa!" |
"Ma cara..." prese a dire la zia "... tu non sei una nostra ospite! Non abbiamo l'abitudine di accogliere persone estranee, noi! Affatto! Tu sei della famiglia ormai. Anzi, ti dirò, sei l'unica persona a questo mondo capace di far rigare diritto Guisgard! E credemi, questa è davvero un'impresa!"
Attese un momento e concluse: "E non dirmi che ti sei lasciata infastidire dalle parole di quella donna! Non ci crederei, infatti!" |
Mi fermai e la guardai per un momento... infine le sorrisi.
"Voi siete davvero una buona donna!" le dissi "Non sapete niente di me, eppure mi trattate come se fossi vostra figlia... e non so dirvi quanto questo sia importante per me!" Chiusi gli occhi per un istante, per zittire il mio cervello, poi li riaprii e soggiunsi: "Andiamo a casa, adesso! Pare che Guisgard non voglia che ce ne stiamo in giro da sole troppo a lungo!" |
E mentre le due donne proseguivano verso casa, due uomini, con lunghi mantelli, si avvicinarono.
"Perdonate, mie signore..." prese a dire uno di loro "... siamo due cantastorie e giullari per diletto... cerchiamo il re dei buffoni... tale Guisgard... lo conoscete?" "Siete forse suoi amici?" Chiese la zia incuriosita da quegli insoliti individui. "Io non mi intendo delle vostre feste da taverna, ma se cercate mio nipote sappiate che non è qui, ma a casa." I due misteriosi figuri risero allora goffamente. |
Mi si gelò il sangue nelle vene... non conoscevo quegli uomini, ma non ero stupida! Tanto valeva tentare il tutto per tutto!
Sorrisi e poi, sfoggiando il tono più angelico che mi riuscì di tirare fuori, dissi: "Oh, sì, è vero! Sarà certamente a casa! Ma badate, miei signori, che se intendete andare a fargli visita siete sulla via sbagliata! La sua casa, infatti, si trova sulla collina oltre il paese... laggiù..." dissi, voltandomi e indicando un punto imprecisato dalla parte opposta del piccolo abitato. Sorrisi poi affabile agli uomini, pregando con tutta me stessa che la zia non mi contraddicesse. |
"I tuoi incanti sono vani, bellezza..." disse ridendo uno di loro "... conosciamo bene dove dimora quel cane. Ma noi siamo qui per te!"
Accadde tutto all'improvviso. Uno dei due spinse a terra la zia, l'altro estraendo un pugnale, afferrò Talia e la minaccioò: "Fa anche solo la più piccola resistenza e ti taglierò la gola!" La prese di peso e corsero via. Dietro un angolo di strada avevano un terzo complice che li attendeva con tre cavalli. Montarono in sella e galopparono via, verso il bosco, portando con loro Talia. Da lontano Tisson, che le aveva riconosciute, cominciò a correre verso la zia, che era ancora a terra e si strappava le vesti per la disperazione. "Come state?" Chiese Tisson. "Dite, siete ferita?" "Hanno preso Talia!" Gridava disperata in lacrime. "Oh Dio, aiutami! Dio mio misericordioso!" "Presto, dobbiamo avvertire Guisgard!" Disse Tisson prendendo la zia sulle spalle e correndo verso la casa di Guisgard. |
Successe tutto tanto in fretta che mi ci volle un istante in più per comprendere… la lama fredda del coltello contro la mia gola mi riscosse.
Gridai e scalciai più forte che potevo, ma quelli erano troppo grandi e grossi per me e mi sentii trascinare via senza nessuna difficoltà. Senza tante cerimonie mi caricarono su un cavallo insieme ad uno di quegli uomini e partimmo al galoppo. “Lasciatemi!” gridavo, tentando di divincolarmi dalla sua salda presa “Lasciatemi subito… Voi non sapete in che razza di guaio vi state infilando…” Poco dopo sentii l’uomo che mi stava portando mormorare qualcosa che suonò un po’ come “Adesso basta!”, poi avvertii un forte dolore alla nuca e mi afflosciai, mentre tutto diventava buio. |
Il crepuscolo già avvolgeva il cielo sopra il bosco.
L'aria fresca della sera rendeva limpido il firmamento, già illuminato dalle prime stelle della sera. Ma l'incanto della natura, così come l'ancestrale silenzio che dominava nel bosco, furono violati da quella selvaggia cavalcata. I tre cavalli giunsero così ad una sconosciuta torre che sorgeva verso l'inizio della misteriosa foresta nera. "Chi va là!" Gridò una sentinella. "Sono lo smeraldo caduto dalla corona di Lucifero!" Gridò uno dei tre. Un momento dopo il massiccio portone si aprì ed i tre entrarono nella torre. Talia fu adagiata su un rude seggio e le venne tolto il cappuccio che le copriva il capo. Le furono avvicinate delle erbe dall'intenso profumo e subito lei riprese conoscenza. "Siete davvero molto bella, milady..." disse la voce di un uomo seminascosto nella penombra della sala "... ora comincio a capire perchè Guisgard ha rischiato tanto pur di portarvi con sè..." "Allora, mio signore..." intervenne uno dei tra rapitori, togliendosi il cappuccio "... ricordate il nostro patto... la ragazza è mia!" E Talia riconobbe subito quel volto e quella voce: era Iwan. "Tranquillo..." rispose l'uomo nella penombra "... io rispetto sempre la mia parola... appena avrò Guisgard, questa donna sarà tua!" Avanzò e finalmente si mostrò. Era Cosimus. |
"Portate lady Talia nella stanza che abbiamo preparato per lei!" Ordinò Cosimus ad alcuni dei suoi.
Così, la ragazza fu rinchiusa in una stanza semibuia, illuminata solo da una piccola candela. "E badate di non causare noie..." le disse una vecchia che Cosimus e Caitley avevano scelto come carceriera "... se non me ne darete, allora andremo daccordo!" La osservò per qualche istante ed aggiunse: "Sul tavolo, accanto alla candela, vi ho portato una Bibbia... servirà a consolarvi dalla vostra sfortuna." Chiese la porta con i pesanti lucchetti ed andò via. Nella sala grande, intanto, Cosimus era con i suoi complici. "Voi invece..." disse poi a Iwan e ai suoi compagni "... tornate a Capomagnus e state in guardia. Ci comunicherete tutto ciò che accadrà laggiù. Andate ora!" E rimasto solo con il suo luogotenente, cominciò a dare gli ordini: "Voglio un numero doppio di sentinelle ad ogni punto di difesa della torre! Anche sul barbacane nord! Organizzate i turni di guardia in modo da avere sempre un numero sufficiente di uomini! E nessuno deve avvicinarsi senza il mio permesso! Chiuque lo faccia uccidetelo senza pietà! Foss'anche il vescovo, o il papa in persona!" Un ghigno sorse sul suo volto e concluse: "Questa torre è imprendibile per chiunque! Potremmo tener testa anche ad un piccolo esercito! Qui non potrebbe entrare nemmeno il demonio a tentarci!" http://images.movieplayer.it/2009/04...dri-112458.jpg |
Questo non ci voleva, volevo ottenere un vantaggio ed invece così facendo avrei dovuto viaggiare con loro.
Dovevo riflettere. "Caro frate, in realtà non siamo diretti esattamente allo stesso posto, ma in un paese vicino, ove sorge un gran monastero. Certo stiamo già scortando il presente Adamoc, personaggio illustre, quindi per la strada che ci accomuna saremo lieti di darvi un passaggio. Nel frattempo potrete discorrere con un vostro simile di teologia ed interpretazione divina". Salimmo chi sul carro chi sul destriero e lasciai che Adamoc mettesse in difficoltà Maladesh, e ciò mi divertiva. Ad un tratto del tragitto ebbi il distacco necessario dal carro che si muoveva lento e pesante. Campomagnus non era lontano, ne vedevo già la prime case...ora o mai più: spronai Diamante al galoppo ed urlai al resto del gruppo: "vado in avant-scoperta, Mion rimani a proteggere il gruppo! Noi tutti ci rivedremo alla locanda". "Rubens!" chiamai "cerca una casa! Una casa dove tu noti qualcosa di strano e dove possa essere il nostro ricercato! Vai amico!" e lo lasciai volare libero, lui mi avrebbe mostrato la strada! |
“Aspettate!” gridai, ma la porta era già stata chiusa. Corsi incontro, afferrai la maniglia e tentai di aprirla ma non c’era niente da fare, non si muoveva neanche di un millimetro.
“Vi prego, signora, apritemi!” implorai la vecchia “Vi prego, non ho fatto niente!” Ma non udii nessun suono provenire dall’esterno, nessun segno di vita. Voltai, così, le spalle alla porta e guardai la stanza… era quanto di più deprimente avessi mai visto: minuscola, spoglia, con il pavimento di terra battuta… assomigliava più ad una cella di prigionia e forse, constatai, era esattamente ciò che era. La debole luce che illuminava l’ambiente proveniva da una consunta candela posata su di un tavolo sudicio e sgangherato, unico arredo di quel triste ambiente insieme ad una sedia che sembrava stare in piedi per combinazione. Presi tra le mani la vecchia Bibbia poggiata sul tavolo e la sfogliai… poi aggirai il tavolo e mi appoggiai al muro più lontano dalla porta, lasciandomi lentamente scivolare a terra. E rimasi lì non so per quanto tempo, raggomitolata al suolo, con la fronte sulle ginocchia e la Bibbia tra le mani. E, tutt’a un tratto, iniziai a pensare a Guisgard… era lui che quell’uomo voleva, non me! Io ero soltanto un pretesto, ero… un’esca! Mi sentii male all’idea di dover essere al centro della trappola che l’avrebbe catturato! Cercai di immaginarlo lontano da lì, al galoppo in direzione opposta a quella orribile prigione che non doveva essere la tomba di entrambi… ‘Vattene via!’ mormorai, tra me e me ‘Scappa! Ti prego!’ Ma mi sentii terribilmente triste e sola a questo pensiero… e mi odiai per questo! |
"A quale ordine appartenete, mio buon frate?" Chiese frate Adamoc a Maladesh.
"Ecco... io... cioè noi..." prese a farfugliare il cacciatore di taglie "... siamo dell'ordine dei benedettini. Ora et Labora!" Esclamò poi ad alta voce. "Comprendo..." disse frate Adamoc. Poi vedendo Polgara staccarsi dal carro, cominciò a fissarla con attenzione. "Tutto bene, mio buon frate?" Chiese frate Adamoc. "Si... in verità dovremmo accellerare un pò il passo, visto che siamo in ritardo.... frusta un pò questi cavalli, fraticello!" Esortò poi a Cavaliere25. "O i nostri fratelli al convento inizieranno a preoccuparsi per noi!" |
Cavalcavo veloce, gli altri mi avrebbero raggiunto, ma almeno avevo un po' di tempo di distacco.
Il paesaggio si faceva abitato e dopo poco mi ritrovai nelle viuzze del paese. Chiesi ad una cortese signora dove potessi trovare la locanda, mi ci avviai ed affittai una stanza. La stanza era davvero parca, ma vi era tutto ciò che mi occorreva, un letto ed un catino. Dal sacco che portavo con me estrassi un abito rosso, non elegante ma decisamente femminile, che ben risaltava la mia figura e ben contrastava il mio capello bruno. Come sempre lo trovavo stretto e scomodo, ma per raggiungere il cuore di un uomo sarebbe stato più facile se i trilli ed i merletti facevano da supporto. Ad ogni modo feci scivolare nello stivale e nel corpetto un paio di "utensili" che mi sarebbero potuto essere utili. Mi misi il mantello sulle spalle, tirai su il cappuccio, chiamai Diamante e dopo aver nascosto la spada sotto la sella, decisi di andare a fare un giro. Iniziai a vagare nel paese, cercando di tanto in tanto di notare qualche particolare utile. Nulla di più di qualche bambino che correva, o donna che portava le ceste del pane o uomini che si recavano alla locanda dopo la giornata di lavoro. Lasciai il centro ed iniziai a salire su una collina, da lontano scorsi Rubens che stava venendo verso di noi. "Amico hai trovato qualcosa vedo. Quella casa laggiù? Quella dal camino fumante? va bene andiamo a fare un sopralluogo allora" Mentre mi avvicinavo vedevo del gran trambusto, ma avrei dovuto trovare una scusa, non potevo entrare e dire:"salve sono Polgara de Menestriére sono qui per catturare tale Guisgard, chi è?" magari c'erano i suoi compagni...dovevo stare attenta! |
Nel frattempo, al borgo, Guisgard era sceso giù dal letto.
Camminava ancora a fatica, ma l'idea di restare ancora in quel letto lo stava facendo ammattire. Si avvicinò alla finestra e fissò la strada. "Strano..." pensò "... non sono ancora tornate... forse la madre di Tisson le avrà invitate ad entrare un momento..." Ma proprio in quel momento vide correre verso la casa Tisson con la zia sulle spalle. Si lanciò fuori dalla stanza ed attese sulle scale che la porta d'ingresso si aprisse. Alcuni istanti dopo entrò Tisson gridando. "Guisgard! Guisgard!" "Cosa è successo alla zia?" Chiese lui dalle scale. "Dov'è Talia?" "E' accaduta una disgrazia..." ansimò Tisson "... Talia è stata rapita da due misteriosi indibidui!" "E tu dov'eri? Avresti dovuto accompagnarle tu a casa!" Gridò con rabbia Guisgard. "Sono arrivato tardi!" Rispose Tisson raggiungendo l'amico sulle scale. "Ho visto tutto da lontano e quando sono giunto era troppo tardi!" "Maledetto idiota incapace!" Ringhiò Guisgard prendendolo per la giubba. "Lui non c'entra!" Urlò la zia. "E' terribile!" Guisgard si avvicinò e l'abbracciò. "Come stai, zia?" "Talia... Talia... che tragedia..." piangeva lei. In quel momento entrò anche lo zio. "Cosa accade?" Chiese. "Talia... povera ragazza... Dio aiutaci... l'hanno rapita... l'hanno portata via..." continuava a gridare disperata la donna. "Chi è stato?" Chiese lo zio sconvolto. "Come faremo a ritrovarla?" "Sarei dovuto andare io con loro... o non farle andare affatto!" Disse Guisgard con rabbia mista a paura. "Non posso fidarmi di nessuno... ho sempre fatto le cose da solo..." e fissò Tisson. "Ora non perdiamo la testa" intervenne lo zio "e cerchiamo di capire cosa è successo. E tu cerca di star calmo, Guisgard!" "Che il diavolo mi porti! Come faccio a satar calmo?" Urlò lui. "Parlate facile voi!" "Calmati o sarà peggio, Guisgard!" "Vedo che ti è tornato il senno!" Gridò allo zio. "Allora solo per il tuo comodo confondi i nomi delle persone! Ed ora lasciatemi in pace! Risolverò io questa faccenda!" "Deciditi a crescere una buona volta!" Disse lo zio schiaffeggiandolo. E nella stanza calò un irreale silenzio. Guisgard chinò il capo e fissò il vuoto della stanza con gli occhi di fuoco. "Se le accadesse qualcosa... io..." "Non accadrà nulla, vedrai, ragazzo mio." Rispose lo zio, stringendo la mano sulla spalla del nipote. |
Cosa accadrà ora ai nostri eroi?
http://www.ize-stuff.com/picture/dvd...beckinsale.jpg Riuscirà Polgara a trovare Guisgard e svelare il mistero della sua colpevolezza? http://www.alicia-logic.com/capsimag...LittleLady.jpg Cavaliere25 riuscirà ad aiutare il suo capo, Maladesh, a giungere prima degli altri per acciuffare Guisgard ed intascare la taglia? http://www.alicia-logic.com/capsimag...abeauCloak.jpg Elisabeth scoprirà la verità su questa intricata vicenda? http://homedir-c.libsyn.com/podcasts.../twoblades.jpg Hastatus come si comporterà davanti ai nuovi eventi? http://static.screenweek.it/2008/11/...hur-02_mid.jpg Cosa accadrà ora a Talia in quella Torre? http://lirio.freeblog.hu/Files/holly...lys%C3%A1g.jpg E a Guisgard? Lo scopriremo presto... FUGA NEL CREPUSCOLO |
Presi le briglie e spronai i cavalli al galoppo dissi forza dobbiamo arrivare il prima possibile tenetevi forte e mentre spornavo i cavalli diedi un occhiata a Maladesh e anche a buck
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Guardai Edell e la sorella che l'aveva allontanata da me.......in quel monsatero c'era qualcosa che non mi piaceva strane voci si udivano improvvisamente......la ragazza aveva gli occhi limpidi come due pozze d'acqua.....era stata abbandonata, gia'...abbandonata...." Non portatela via sorella fate venire Edell vicino a me, non ho paura di lei...come potrei, m parlate di una suora.......voi dite che e' uscita di senno...forse dice solo la verita', quella verita' che alcune persone preferiscono non udire.....se permettete vorrei andare con la ragazza da suor Madagyen......vorrei incontrare questa sorella.....potrei portare un po' di conforto alla poverina......."...Cosi' facendo tesi la mano ad Edell....e mi accorsi che la ragazza teneva uno specchio.......senza dire una parola mi tese l'oggetto e io .....prendendolo avvertii una strana sensazione.
Non ebbi subito la visione....avvertii come un ronzio..poi l'immaggine allo specchio divenne nitida........vidi polgara con abiti diversi da come l'avevo vitsa l'ultima volta..........vidi Cosimus....rivolgersi con disprezzo ad una ragazza........e avvertii ......la presnza della vecchia signora....Vidi Guisgard ancora debole che riceveva la notizia del rapimento........vidi tutto questo, quando lo specchio ando' in mille pezzi.......Cosimus....Udii ancora quella voce chiamarmi ...ora era imperiosa......ora era il mio tempo, la verita'..il bene e il male dovevano incontrarsi...... |
Mi avvicinai alla casa, mi soffermai ad una finestra e sbirciai dentro.
Notai che c'era un gran movimento all'interno, doveva essere successo qualcosa... In totale gli individui erano quattro: tre uomini ed una donna, ma uno degli uomini era anziano, ergo Guisgard doveva essere uno dei due, ma quale? Girai l'angolo, il cane abbaiò ed io bussai alla loro porta. "Aprite per favore! Aiutatemi! Dei briganti mi hanno inseguito fin dal limitare della foresta!" |
Quella stanza era umida e semibuia.
L'oscurità era a fatica squarciata dalla candela posta sul vecchio tavolo. Ad un tratto Talia sentì dei passi risalire dalle scale. La chiave della serratura cominciò a girare e la porta, cigolando, si aprì. Due soldati con una torcia si fermarono sull'uscio, mentre una terza persona entrò nella stanza. "Come state, milady?" cominciò a chiedere Cosimus a Talia. "Spero che la nostra ospitalità sia degna della figlia del visconte di Carcassonne!" E rise con ambiguità. Si avvicinò e la osservò con attenzione. "Siete davvero bella, milady..." aggiunse "... troppo bella per non affascinare il nostro prode Guisgard... peccato che sarete anche la sua rovina!" E si abbandonò ad una malefica risata. |
Intanto, il carro di Maladesh e Cavaliere25 giunse a Capomagnus.
"Ora credo dobbiamo separarci, miei buoni amici." Disse Maladesh a frate Adamoc e Mion. "Io ed il mio confratello siamo attesi al convento." E salutati i due, i falsi frati raggiunsero un posto sicuro della campagna circostante. "Qui attenderemo il ritorno dei nostri due compagni." Disse Maladesh a Cavaliere25. "Sperando che ci portino notizie di quel gaglioffo di Guisgard." Nel frattempo, Mion e frate Adamoc presero alloggio alla locanda. "Quella donna..." cominciò a dire Mion "... è partita via come un razzo! Ma cosa ha in mente di fare!" "Lady Polgara" rispose frate Adamoc "credo voglia trovare al più presto quel Guisgard, per poi condurlo da sua grazia il vescovo." "Beh, non è detto che le cose vadano così!" Ribatté Mion. "Il destino di quel furfante è ancora tutto da decidere!" Ed estrasse rapido la sua spada. |
Intanto, al monastero, Elisabeth aveva accanto la giovane Edell.
Questa all'improvviso le sorrise e le fece cenno di seguirla. Le due attraversarono un lungo corridoio e scesero una scala di pietra consumata. Giunsero così davanti ad una porta di legno massiccio. Edell estrasse da una tasca una chiave ed aprì quella porta. La stanza era semibuia e si intravedeva una sagoma seduta su un seggio. All'improvviso proprio quella sagoma si abbandonò ad una grottesca risata, mentre Edell accendeva un grosso cero posto sul tavolo. Elisabeth vide così il volto di quella sagoma. Era una vecchia suora, col viso segnato da profonde rughe e gli occhi grandi e stravolti che la fissavano. Aveva polsi e caviglie legate da catene che la inchiodavano al suo seggio. Osservò Elisabeth e di nuovo qualla folle risata alterò in maniera innaturale il suo volto. |
Restare in quel luogo diventava ogni giorno più difficile!
Certo, Morrigan era grata alle pie sorelle per il modo in cui l'avevano accolta... quando era giunta in quel luogo, molti giorni addietro, era stanca, affamata e ferita... aveva ancora l'eco della battaglia nelle orecchie... no, meglio non ricordare!... ma questa non era stata che la parte più facile! Difficile era invece sottrarsi ai loro sguardi curiosi. Difficile era fingere interesse per le loro tranquille occupazioni. Difficile ancor più era nascondere la propria natura! Di certo le devote sorelle non avrebbero apprezzato le sue offerte notturne alla Dea, nè avrebbero voluto sapere degli uomini che aveva distrutto in battaglia. Eppure, c'era qualcosa di avvincente in quella finzione... qualcosa che aveva lo strano fascino della normalità... forse, col tempo, avrebbe anche potuto abituarsi a quella vita tranquilla... forse, se non fosse giunto quel richiamo a riportarla indietro! Già, quel richiamo, e quella donna! Da quando era arrivata l'aveva seguita da lontano, cercando di non attirare mai l'attenzione. Il suo primo pensiero era stato quasi di sollievo, perchè quella strana ragazzina, Edell, aveva almeno smesso di ronzarle attorno. Quindi aveva più volte ripetuto a se stessa che era più saggio, nella sua posizione, restare in disparte e non farsi coinvolgere in quel misterioso arrivo... ma alla fine era stato tutto inutile! Da quando quella donna era arrivata, qualcosa di misterioso sembrava essersi risvegliato nell'intero convento. Qualcosa che nessun altro sembrava notare, ma che galleggiava nell'aria... voci... voci insistenti... e un'aura irresistibile di pericolo e di mistero! E Morrigan sapeva che non avrebbe resistito, perchè nessuno resiste al richiamo più profondo della propria natura! L'avrebbe spiata di soppiatto, finche ne avesse avuto la possibilità, per vedere, per capire... |
Non sapevo per quanto tempo ero rimasta lì, immobile e al buio; quando i tre uomini entrarono nella mia cella e il loro capo si avvicinò a me, mi alzai in piedi e avvertii le ginocchia, indolenzite, tremare: segno che ero rimasta nella stessa posizione per troppo tempo.
Mi alzai, dunque, e fronteggiai l’uomo che era ben più alto e più grosso di me... lo scrutai con sguardo freddo, altero, distaccato e, anche se le sue parole mi ferirono e mi riempirono di paura per la sorte di Guisgard, in un attimo mi sentii di nuovo lady Talia di Carcassonne, rigida e inflessibile, inaccessibile dietro la mia maschera. “Vedo che siete bene informato!” dissi lentamente, con il tono più sprezzante che mai avrei potuto sfoggiare “Ma l’arroganza in un cavaliere è sinonimo di stoltezza e la vostra, ne sono certa, vi condurrà alla rovina!” |
"Sorella Morrigan!" Chiamò una delle suore. "Dove siete? Ah, eccovi. Se non sbaglio vi avevo chiesto di cambiare i fiori davanti alla Vergine nella cappellina!"
La fissò ed aggiunse: "Benedetta figliola, quando comincerete a prendere sul serio gli ordini che vi vengono dati! Su, presto, correte in giordino e raccogliete fiori freschi per la Vergine. E fate presto, perchè se la badessa si accorge che ci sono ancora quelli secchi finiremo tutte nei guai!" |
Cosimus sorrise con fare sadico ed ambiguo.
"Eh, adoro voi donne..." disse "... sempre fiere e suberbe, anche quando covano la paura più profonda. Perchè lo so, milady... voi avete paura... ma non temete è la vita di Guisgard che voglio, non la vostra..." Si avvicinò e le accarezzò i capelli. Poi Chiese: "Ditemi, secondo voi il nostro romantico cavaliere fuggirà o rischierà di venirvi a liberare? Voi cosa pensate?" |
Morrigan quasi sobbalzò dallo spavento. Era così intenta a seguire il filo dei propri ragionamenti che non si era accorta della presenza della suora... Dannazione, proprio adesso!... tuttavia non le restava molto da fare... Tacere e obbedire, eh?, pensò con una smorfia.
"S... sì, sorella" balbettò cercando di assumere un'aria candida e contrita "Chiedo scusa, l'avevo scordato..." Io? Chiedere scusa? Per una cosa così inutile? Oh, per gli dei, Morrigan! "Vado subito!" Fece un lieve cenno con il capo, quindi corse via in direzione del giardino. Ma la sua mente seguiva ancora insistente quell'idea... hanno preso il corridoio ad Est... Morrigan realizzò che non aveva mai visto quell'ala del monastero... chissà dove stavano andando... forse se riuscissi a sbrigare in fretta questa faccenda, potrei ancora scoprire qualcosa su quella donna... è una fortuna che il capitano e gli altri ragazzi non siano qui a vedere questa scena... Morrigan che raccoglie "fiori"... bah! |
Voltai sdegnosamente la testa di lato per allontanare la sua mano da me.
“L’unica cosa che mi fa paura…” dissi fiera “sono le vostre maniere!” Lo scrutai poi per un istante… sarebbe fuggito, Guisgard, o sarebbe venuto da me? Tremavo al pensiero, ma non ero disposta a cedere! Sorrisi così con disprezzo a quell’uomo e dissi: “Secondo me, presto, voi penzolerete da una forca… e con gioia io vi starò a guardare!” |
Così, celando la sua fierezza, la giovane Morrigan, si diresse verso il giardino a raccogliere quei fiori.
Se avesse sbrigato presto quella faccenda, avrebbe potuto scendere oltre quel corridoio, attraverso le scale di pietra. Ma proprio mentre era intenta a raccogliere quei fiori, una lieve brezza si alzò, cominciando a soffiare sul giardino. Morrigan non aveva l'aspetto delle altre suore. Era bella, giovane ed una nobile fierezza era sprigionata dai suoi modi. Un carattere ribelle, forte ed impulsivo, che la rendeva insofferente agli ordini ed alle regole. La ciocca di capelli che le scendeva sulla fronte, quasi a rompere l'austera immagine che l'abito monacale doveva darle, cominciò ad essere scossa dal vento. Una strana sensazione avvertì. Capì che avrebbe dovuto al più presto sbrigare quella faccenda, per poter poi scendere le scale di pietra... |
Cosimuis fissò Talia.
"Non temete, milady..." disse "... quella forca sarà già impegnata a stringere il collo di Guisgard!" Rise ed aggiunse: "Non volete quindi dirmi cosa farà, secondo voi, Guisgard? Io lo conosco bene... e già so cosa accadrà... ma chissà cosa troverà al suo arrivo... cosa sarà peggio? La morte ad attenderlo... oppure sapere che io avrò sciupato il suo bellissimo fiore di Carcassonne?" E mentre usciva dalla stanza, si abbandonò ad una delirante risata che echeggiò tra le pareti di quella angusta prigione. |
Le ginocchia mi tremarono forte alle sue ultime parole, mi appoggiai alla parete dietro di me per non cadere.
Osservai l’uomo uscire dalla stanzetta senza avere, questa volta, niente da ribattere… ero spaventata, terrorizzata… e non solo per la mia sorte! Anche per quella di Guisgard! Forse maggiormente proprio per la sua! |
Passò un'ora, forse due, o forse tre.
Ad un tratto la porta si aprì ed entrò la vecchia carceriera. "Ecco il vostro pasto." Disse posando sul tavolo una ciotola ed una brocca d'acqua. Fissò per un momento Talia, quasi intenerita dalla sorte di quella ragazza. "Se vi occore qualcosa cercherò di procurarvelo. Se mi sarà possibile." Aggiunse. |
Fu in quel momento, mentre raccoglieva quei fiori, che una brezza leggera ed inaspettata cominciò a soffiare da Nord e fece tremare la ciocca di capelli neri che le scendeva ad incorniciare il viso. Morrigan si sollevò e interruppe il suo gesto. Una strana sensazione l'avvolse con violenza. Morrigan non avrebbe saputo descriverla, ma qualsiasi cosa fosse, la turbava profondamente. Fissò il candore dell'abito monacale che aveva indosso, passò la mano sulla stoffa ruvida... Ma che cosa sto facendo? Che ci faccio io, qui? Non è questo il posto, non lo è per nulla...
Allora strappò in fretta due o tre fiori senza troppa cura, corse nella cappellina e li depose davanti alla statua della Vergine. Gettò un'occhiata veloce a quell'immagine... se sei Madre, sei anche la Dea... aiutami in questa impresa, Signora... quindi riprese la strada che aveva abbandonato prima di quell'interruzione, e seguì il largo corridoio fino alla fine. Lì Morrigan vide l'inizio di una scala di pietra che si perdeva nell'ombra. Prese un respiro... ormai non torno indietro!... sarebbe scesa... e inizia a trovare una buona giustificazione, Morrigan, per spiegare cosa ci fai qua sotto! |
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