Udii la voce della donna dietro al telefono e iniziai a parlare.."I miei saluti, sono Altea de Bastian..si la figlia del produttore di moto e il proprietario della scuderia di Formula Uno, mio fratello Joshua ha fatto dei test drive per voi, pure. Posso venire e parlare col dottor Iasevol? Sono per strada, arrivo in breve. Ditegli ho intenzione di riaprire il caso della morte di mio fratello con lui visto si è messo tutto a tacere. E poi devo parlargli della Ateon, io e una amica ci siamo affidati a loro per lavoro ma mi mette dei dubbi" aspettai una risposta "Posso aspettarlo se ha altri impegni".. era ora della verità..Joshua era l' unico mi avesse voluto bene e io ero morta dentro con lui quel giorno.

"Hai ragione Ren" dissi correndo a buttare inpezzi di ceramica facendo attenzione a non tagliarmi. Poi afferrai il telefono e composi il numero della polizia... Ma subito pensai che, probabilmente, non mi avrebbero creduto. In fondo, era un auto ancora fuori mercato... Chi mai avrebbe potuto usarla? Mi batteva forte il cuore e sentivo le mani tremare.
Attesi un attimo col telefono in mano prima di avviare la chiamata, titubante e nervosa.
"Potrebbero non credere a una ragazza..." dissi sottovoce ripensando a delle vecchie parole dette da mio padre.
"Non avrò alcuna importanza..." più come bisbiglio.

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Era così dolce e tenero e mi faceva sentire speciale, desiderata.
Sorrisi dolcemente, baciandolo poi e accarezzando il suo viso e il suo petto.
"Non sarebbe saggio per te uscire ora... I poliziotti potrebbero essere ancora in zona, per non parlare della gente del palazzo, o la portiera... Ci sono tanti motivi..." sospirando appena, per poi sorridere "E poi perché non voglio che tu te ne vada..." stringendolo, col mio viso sul suo.

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"Si, ho deciso di aiutarti lo stesso..." risposi ad Ardes "Il motivo è anche semplice... il sistema giudiziario ha sbagliato con te, sei stato vittima di gente senza scrupoli che non ha esitato a farti rinchiudere solo per coprire i propri sporchi affari... Se adesso io ti lasciassi a te stesso senza tenderti una mano, dopo non mi sentirei in pace con me stessa. Non hai commesso alcun crimine, dunque è giusto che tu torni ad essere un uomo libero..."

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“Aspetta...” disse Ren a Nyoko “... forse la polizia potrebbe non dar peso a questa cosa... quell'auto non è mai uscita dalla fabbrica... non ufficialmente almeno... credo però di avere un'idea...”

"Quale idea?" dissi posando il telefono e rendendomi accanto a lui per ascoltarlo.

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“Capisco...” disse sorridendo Elv a Gwen “... e dimmi...” assaporando quella vicinanza e quel contatto fra loro “... come intendi passare il tempo? In attesa che fuori la situazione sia più tranquilla?” Fissandola con malizia.

“Pensavo...” disse Ren a Nyoko “... e se andassimo direttamente nella tana del lupo? Intendo nella sede della Società Cibernetica Ateon? E magari scoprire un po' di più su quella misteriosa auto? Guarda caso il professore al seminario ha proprio parlato dell'enigmatico padrone di quella celebre azienda...”

Alle sue parole spalancai gli occhi. Gli era andato di volta il cervello?
"Ma... Ren... Non è troppo pericoloso? E se dovessero scoprirci? Passeremo dei guai ti rendi conto?" dissi stringendo le sue mani. "Non voglio finire come quel ragazzo... Adesso ho paura..." dissi rivedendo la scena nella mente.

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“Pericoloso...” disse Ren a Nyoko “... ma no, tranquilla... dobbiamo solo scoprire come ha fatto ad uscire dai loro stabilimenti una di quelle auto e finire poi in mano a qualche pazzo... andremo lì come visitatori... e poi troveremo il modo di dare un'occhiata in giro... che dici? Non correremo alcun rischio vedrai...”

Sorrisi alla sua malizia.
"Non so... Tu hai idee?" dissi, col suo stesso tono, con una velata malizia, coi nostri visi ancora vicini, stringendolo a me.

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Sospirai alle sue parole. Guardai mio nonno come a chiedere il consenso. Sentivo un brutto presentimento... Non avrei permesso a nessuno di far del male anche a lui... Al mio migliore ed unico amico.

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“E sia...” disse Simon con un leggero sorriso “... allora aspetteremo domattina per festeggiare... ti offrirò la colazione in un locale che conosco... si trova sulla strada principale... a domani allora.” Salutando Dacey.
La ragazza allora si recò a fare la spesa.

" Affare fatto. A domani" dissi con un sorriso prima di andare.

Tornai a casa che iniziava già a fare buio e mi misi subito a cucinare anche se non facevo che pensare a come sarebbe stato il mio primo giorno di lavoro.

“Invece dai test effettuati e dai dati raccolti” disse Iasevol a Clio, mentre l'ascensore scendeva “sembra proprio che si tratti di un fuoriclasse, di un vero asso del volante. Dopo un incidente è stato costretto ad abbandonare le corse, ma il talento, i riflessi, l'istinto sono doti che non si smarriscono con la fine del professionismo.”

“Beh, ho delle idee devo dire...” disse Elv con la bocca vicinissima a quella di Gwen “... idee molto piacevoli...” fissandola con malizia, mentre le sue mani accarezzavano la stoffa della camicia di lei “... ma mi chiedo... tu sei abbastanza grande per le mie idee?” Divertito. “Non so neanche quale sia la tua età... sarai mica minorenne?” Facendole l'occhiolino.

Sorrisi a Iasevol.
"Accidenti!" Entusiasta "Da come ne parli sembra proprio un asso, speriamo sia il super pilota che cercava mio padre, allora..." con un gran sorriso.
Ero davvero curiosa di incontrare questo pilota così eccezionale.

Sorrisi con malizia alla sua risposta, alla sua bocca vicina alla mia, alle sue mani sulla mia camicia.
Qualcosa si stava riaccendendo.
Risi poi di gusto alla sua frase.
"Noto anche che hai un gran senso dell'umorismo..." scuotendo la testa "Allora... Queste idee?" con tono interessato e incuriosito, oltre che malizioso.

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“Vivere è come attraversare la strada...” disse Nakakata mentre si dedicava ai suoi bonsai “... attraversare è bene... non attraversare è bene lo stesso... ma se resti fermo in mezzo alla strada allora un'auto prima o poi ti metterà sotto...” fissando poi Nyoko.

Dacey tornò a casa e si mise subito a cucinare.
Le giornate erano ormai molto più corte e faceva buio abbastanza presto.
Presa dai suoi pensieri, fu poi destata all'improvviso quando udì un'auto giungere davanti al garage di casa.
Era quella di Tardes.

Sospirai alle parole di mio nonno e guardai Ren con aria titubante. Avevano entrambi ragione e io ero l'unica ad essere dubbiosa.
"E va bene, andiamo." dissi secca guardando Ren negli occhi.

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Ormai riconoscevo ad orecchio il rumore dell'auto di mio marito.

Mi diedi una sistemata ai capelli ed andai ad aprire alla porta.

" Sei tornato giusto in tempo. Com'è andata? L'agente ha avuto l'intuizione giusta?"

“Questi almeno sono i dati...” disse Iasevol a Clio “... la teoria... vedremo poi come si materializzano in pratica, ossia come davvero sarà il nostro asso.” Annuendo.

La stanza bianca, con odore di cloroformio un po' ovunque.
“Clio...” chiamò il dottor Anellos “... Clio, presto... il campione B5... scongelalo e comincia il processo di ionizzazione... opererò il paziente quanto prima e tu mi assisterai in sala operatoria...” la fissò “... vedrai, andrà tutto bene... dopotutto all'università eri la prima del tuo corso, no?”

L'ascensore si aprì e Clio fu destata da quelle immagini.
Cos'erano?
Sembravano non avere senso.
Eppure erano ancora vive nei suoi pensieri.
http://www.elmulticine.com/imagenes/...en-pic4543.jpg

Sorrisi al professore.
"Qualcosa mi dice che lo scopriremo presto..." annuendo.
Poi quelle immagini.
Il professore..
non ricordavo quella conversazione tra noi, e la mia memoria non prendeva colpi.
Università?
Di che parlava?
Io non ci ero mai stata?
Cos'erano quelle immagini?
Seguii il professore senza tradire emozioni e senza conoscere il nome di quelle che mi si rimescolavano dentro.

“Beh, tu forse non sai...” disse Elv a Gwen “... non puoi saperlo certo...” accarezzandole il braccio “... che io ho una certa esperienza in fatto di massaggi...” senza smettere di sfiorare la sua pelle “... si, tanto che per un po', da adolescente, mi è servito per sbarcare il lunario... quindi diciamo so il fatto mio... e pensavo, visto dovrei ringraziarti per l'ospitalità, che potrei offrirti un bel massaggio... massaggio completo intendo...” guardandola con malizia negli occhi.

“Ora è quasi sera” disse Ren a Nyoko “e magari troveremo l'ingresso chiuso... domattina sarà più opportuno... nel frattempo direi di farci un giro in città, nel quartiere industriale che ospita proprio la sede della Società Cibernetica Ateon... ci sono dei locali e noi potremmo raccogliere informazioni interessanti... che ne pensi?”

Lo ascoltai, mentre ricominciava ad accarezzare il mio braccio.
Massaggi, questa sì che era una scoperta.
E non sembrava affatto male.
"Mi sembra un'offerta interessante..." risposi, con un sorriso accennato, godendomi la malizia nei suoi occhi neri.

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Tardes entrò e baciò Dacey sulla bocca.
“Mah, io in verità non ne sono molto convinto...” gettando il giubbotto sull'attaccapanni “... ne abbiamo messo al fresco qualcuno di quei teppisti, ma non so... a me sembrano dei balordi, niente di più... insomma, delinquenti da strada... invece da ciò che hanno raccontato i testimoni, non so... ma ho idea che a bordo di quell'auto ci sia un pazzo... uno psicopatico... magari uno che si diverte ad uccidere la gente così, senza motivi apparenti...” aprendo il frigo e prendendosi da bere.

Sospirai ancora, sempre più ansiosa.
"Va bene. Andiamo" dissi andando a mettermi una giacca per poi ritornare in cucina.
"Sono pronta" dissi guardando Ren dubbiosa.

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" Mi dispiace, speravo che quella pista portasse a qualcosa di più" chiudendo la porta.
Tutto quel caso lo stava evidentemente preoccupando parecchio e io non potevo fare molto per aiutarlo.
" Ho una bella notizia... Non ti ho detto nulla prima per scaramanzia ma, ho fatto il colloquio alla casa editrice questo pomeriggio e beh...voglio che inizi da domani!" esclamai con un enorme sorriso sul volto.
" Sei felice vero? Per me"

Per alcuni lunghi istanti Clio si sentì confusa, smarrita, incerta.
Per un lungo ed indefinito momento la sua mente parve incapace di elaborare una spiegazione, un'idea.
Tutto ciò mentre quelle misteriose immagini passavano davanti a lei, fino a sparire del tutto poco dopo.
Lei ed Iasevol uscirono dall'ascensore e percorsero un lungo corridoio.

“Ho trovato questi strani disegni, dottore...” disse osservando quei fogli “... ma non capisco cosa siano...”
“Oh, nulla di che...” ridendo Anellos e prendendo quei fogli “... dammi, li conserverò nella mia cassaforte...”
“Androide...” fece lei “... c'era scritto questo... cos'è? Sembra la trama di un film, dottore...”
“La vita forse non è un grande film?” Sorridendo lo scienziato. “Così almeno asseriva Laurence Olivier, forse il più grande attore del cinema Inglese. E probabilmente non solo di quello.”

I loro passi nel corridoio destarono di nuovo la ragazza da quelle strane sensazioni, a cui non sapeva dare nè un nome, nè un significato.

Riuscii a riprendere il controllo della mia mente.
Respirai, uscii dall'ascensore col professore.
Cercai di pensare a quel pilota, alla macchina e a tutte le cose pratiche che mi venivano in mente.
Per un secondo ci riuscii.
Poi tornarono di nuovo.
Quelle immagini, quelle sensazioni.
Cos'erano?
Sapevo cosa potevano essere ma non osavo dirlo ad alta voce, non osavo nemmeno ammetterlo a me stessa.
Sembravano... ricordi.
Ricordi.. che assurdità, io?
Non avevo ricordi io ero un...
sbiancai
Androide, ero un androide, come quello che c'era scritto su quegli appunti.
Possibile che?
No, me l'avrebbe detto.
Si, ero sicura che me l'avrebbe detto.
Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro.
Non dovevo pensarci, tutto quello avrebbe compromesso la mia mente.
Dovevo concentrarmi sull'incontro col pilota, sulla macchina, sui test.
Ma quelle immagini erano vivide e chiare nella mia mente.
Avrei indagato tra le carte di mio padre , dovevo sapere.
"Manca molto?" Chiesi al professore dato che quel viaggio breve pareva durare un'eternità.

“Bene...” sorridendo Elv ed accarezzando con un dito le labbra di Gwen “... allora non ti resta che scegliere dove vuoi che avvenga questo trattamento di bellezza e piacere... su questo divano... o magari in camera da letto...” fissandola.

“Ottimo.” Disse Ren a Nyoko. “Però io sono arrivato qui con un passaggio e non ho l'auto...”
“Prendete una di quelle nel cortile...” Nakakata “... ma badate di non danneggiarla... intesi?”
“Stia tranquillo, signore.” Annuì Ren. “Tranquilla anche tu, Nyoko... vedrai che non ci accadrà nulla di che...”
Poco dopo lasciarono la casa e si diressero in città, proprio nel quartiere industriale.
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Sorrisi a Ren e alle parole del nonno ci avviammo a prendere un auto nel cortile.
A quel contatto di Ren mi salirono i brividi... Brividi piacevoli... Non avevo mai desiderato quel contatto come allora.
"Va bene... Starò tranquilla..." dissi rimanendo comunque circospetta.
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“Ah, ok...” disse Tardes fissando Dacey “... certo... certo che sono felice per te...” sorridendo appena, per poi bere “... e di che lavoro si tratta?”

Sorrisi mentre lo ascoltavo.
Si stava rivelando davvero una prospettiva interessante quella del massaggio.
Così mi alzai, lo presi per mano e raggiunsi la mia stanza.
Lì la luce naturale del giorno filtrava dalla finestra e una lie e penombra regnava.

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" Traduttore dei testi... Tardes te ne avevo già parlato..." accigliandomi un poco.

" Lasciamo perdere... " scuotendo la testa, era chiaro che non gli interessasse davvero del mio lavoro.

" La cena è pronta... Sarebbe meglio che tu non beva prima di mangiare, lo sai" avevo aggiunto quell'ultimo commento solo per rimbeccarlo dopo quella sua risposta distratta.

“No, ecco la stanza...” disse Iasevol indicando una porta chiusa a Clio, ancora scossa per quelle inspiegabili immagini.
Entrarono e lo scienziato fece cenno alla ragazza di sedersi.
Lo stesso fece lui alla scrivania che occupava buona parte della parete opposta alla porta.
“Fatelo entrare, per favore.” Iasevol schiacciando un pulsante sulla tastiera telefonica.
“Si, dottore.” Una voce femminile dal telefono.
Un attimo dopo entrò Tyson.
Ma non era solo.
Con lui c'era infatti un giovane uomo, dall'espressione indifferente, quasi apatica ed uno sguardo azzurro freddo ed impenetrabile.
“Prego, si sieda...” Iasevol a lui.
“Grazie.” Annuì quello con un sorriso di circostanza. “Posso avere una sigaretta?”
Iasevol annuì e Tyson gli diede una sigaretta.
“Puoi andare, grazie.” Lo scienziato a Tyson che subito uscì.
L'uomo dagli occhi azzurri allora guardò Iasevol, poi Clio ed infine di nuovo lo scienziato.
“Prima o poi ci arriverò anche io...” disse poi accendendosi la sigaretta “... ma mi piacerebbe sapere perchè mi trovo qui...”
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L'auto di Nyoko e di Ren entrò nel quartiere industriale e subito si fermò davanti ad un locale.
Era un pub abbastanza affollato.
I due entrarono e presero posto ad uno dei tavoli.
“C'è molta gente vedo...” disse Ren “... ordiniamo da bere dai...”
Poco dopo i due notarono alcune ragazze ad un tavolo vicino che parlottavano fra loro.
E nei loro discorsi veniva spesso citata la Società Cibernetica Ateon.