Ricambiai forte la stretta, mentre lui ci guardava da uno specchietto ed io nascondevo il viso sulla spalla di Elv stringendomi a lui.
Bryzol ci parlò di questa città, Agnostor, ma a noi non interessava, non era qui il nostro posto.
Poi guardai Elv: disse che era casa nostra.
In realtà non era casa mia, ma in qualche modo sentirglielo dire mi provocò una bella sensazione, infatti non replicai.
Lo lasciai parlare quando Bryzol ci chiese dove si trovasse il villaggio, perché non conoscevo bene il continente tanto da descrivere il territorio.

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“Continente...” disse Elv a Bryzol “... di quale continente parla? Ce ne sono cinque...”
“Cinque?” Stupita Bryzol. “Sei un po' carente in geografia vedo... su questo pianeta esista un solo ed unico continente... non vi sono altre terre emerse...”
“Pianeta?” Elv guardando incredulo Gwen.

Ma di cosa stava parlando?
Pianeta?
Quale pianeta?
"Dottoressa, di quale pianeta parli?" irruppi io, con voce sottile e curiosa.

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"Di questo in cui viviamo..." disse Bryzol a Gwen "... questo è il pianeta Agnostor."
"Non sapete neanche su quale pianeta vivete!" Ridendo forte Rus.

Pianeta Agnostor?
Cercai di ignorare Rus per non rispondergli male.
"Come siamo arrivati qui? Non eravamo su un pianeta diverso, fino a ieri!" preoccupata ad Elv, sottovoce.

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Elv restò pietrificato da quella rivelazione.
"Pianete diverso..." fissando i due giovani Bryzol "... ma... cosa state dicendo?" A Gwen e ad Elv.
"Avranno fumato qualcosa di forte!" Ridendo Rus.

Sospirai avvilita.
Ma che diamine stava succedendo?!
Rus inveiva ed io dovevo veramente trattenermi dal rispondergli molto male.
Guardai Elv sconsolata; potevamo attraversare un continente, con un po' di impegno... Ma come facevamo a cambiare pianeta?!
Eravamo bloccati qui, in un posto che non conoscevamo, a chissà quanta distanza dal nostro di pianeta, senza sapere che fare...

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Percorsero alcune miglia, senza che Elv riuscisse a dire una parola, fermo com'era a guardare il paesaggio dal finestrino.
“Che strani ragazzi...” disse ad un tratto Augas guardando lui e Gwen, rompendo il silenzio.
“Domani l'effetto della droga terminerà e rinsaviranno.” Ridendo Rus.

Elv non diceva nulla, anche lui era rimasto sconvolto le quella rivelazione.
"Va tutto bene?" gli chiesi piano, con tono dolce, la testa ancora poggiata sulla sua spalla ed io che lo guardavo dabbasso.
Sospirai silenziosamente ma con fastidio a quei due che continuavano a commentare.
Perché non si facevano gli affari loro?!

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“No, non va bene...” disse Elv a Gwen con un filo di voce, mentre Rus continuava a ridere forte.
“Fermate...” Elv ad un tratto “... fermate, sto male... ho bisogno d'aria...”
Rus lo guardò dallo specchietto retrovisore in modo strano.
“Fermate!” Urlò Elv.
“Fermi il fuoristrada, capitano.” Fece Bryzol.
Rus allora rallentò e poi si fermò.
Elv subito sgusciò fuori per respirare a pieni polmoni.
Era visibilmente sconvolto.

Rispose con un filo di voce.
Mi sembrava che non stesse per niente bene.
Infatti disse a Rus di fermarsi perché non si sentiva bene e aveva bisogno di aria.
Appena il mezzo si fermò, lui sgusciò subito fuori, respirando a pieni polmoni.
Mi spaventai per lui, che cosa aveva?
Gli diedi il tempo di respirare e di riprendersi, poi lo raggiunsi e gli presi di nuovo la mano.
"Come va? Stai meglio?" gli chiesi piano, con la stessa dolcezza di prima "Cosa è successo?" preoccupata.

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“Non...” disse Elv a Gwen “... non capisci? Siamo finiti su un altro pianeta! La motomobile esplodente deve averci fatto fare un salto cosmico o qualcosa di simile... portandoci qui! Non torneremo mai più a casa nostra!” Sconvolto.

"Lo so..." mormorai, afflitta.
"Non credo ci sia rimedio a una cosa simile... Anche se per te forse è stato un bene, mi sa che non eri molto simpatico alla gente di quel villaggio" dissi poi, con una smorfia.
"Anche io sono lontana da casa mia... Probabilmente il mio villaggio verrà irrimediabilmente distrutto, quando io invece ero stata inviata per impedirlo, ma siamo bloccati qui... E credo ci resteremo..."

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Ombra, finlmente!
Non ne potevo più di quel sole, temevo il momento in cui mi sarei guardata allo specchio e mi sarei resa conto del colore assunto dalla mia pelle.
Oh non volevo nemmeno pensarci!
Ma lì per fortuna si stava meglio, così mi sedetti, e mi godetti la fresura.
Il piccolo si sedette acanto a me, e mi parlò con quel suo tono che mi ricordava tanto un bambino.
Cresci per la miseria!
Ad ogni modo annuii, con un lieve sorriso.
"Chissà in che razza di posto siamo finiti.." guardandomi attorno.


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Elv si passò la mano fra i capelli, sconvolto.
“Ragazzi...” disse Augas dall'interno del fuoristrada “... noi avremmo fretta... venite con noi o restate qui?”

Scossi la testa...
Era una situazione surreale.
Il dottore ci chiamò.
"Cosa vuoi fare?" ad Elv "Anche se non riusciremo ad andare via da questo pianeta, non credo che risolveremo molto stando lontani dalla città..." aggiunsi, porgendogli la mano affinché la prendesse e mi seguisse sul veicolo.

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Icarius e Destresya si sedettero così all'ombra di quelle palme, godendosi la sabbia fresca e la piacevole brezza marina.
Il ragazzo guardava sua zia, la guardava tutta con quel suo corpo sudato e con la sabbia appiccicata in più punti.
“Zia...” disse con voce timida ed impacciata, intrecciando nevosa mente le mani e guardando la zia negli occhi.
“Avanti...” pensava “... dillo, provaci... cavolo... provaci... siete da soli su questa spiaggia...”

“Si, hai ragione...” disse Elv a Gwen cercando di recuperare un barlume di lucidità.
Così i due giovani risalirono sul fuoristrada e ripartirono.
Rus guidava e canticchiava uno strano motivetto, mentre Augas fissava alcuni appunti su uno scanner al plasma.
Bryzol invece guardava fuori dal finestrino.
Dopo qualche miglio, davanti a loro, apparve una gigantesca città dai tratti straordinari.
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Mi sdraiai, e mi rilassai per un momento, restando a godermi la frescura di quel momento.
Sentivo la pelle scottare, e non so cosa avrei dato per una doccia, ma per il momento quel venticello gelido era l'unica cosa che potesse in qualche modo ristorarmi.
Il ragazzo era accanto a me, e mi chiamò con quella sua vocina tenera, al che mi voltai e mi ritrovai i suoi bellissimi occhioni azzurri che mi fissavano.
"Sì, piccolo?" con aria interrogativa.


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Gli sorrisi e risalimmo a bordo, ripartendo alla volta della città.
Ognuno era impegnato in una occupazione diversa.
Ad esempio il dottore usava uno strano aggeggio, ma lui non mi piaceva molto, così non gli chiesi di cosa si trattava.
Dopo un bel po', si intravide una città.
Era la cosa più spettacolare che avessi mai visto!
Mai avrei potuto concepire un posto simile!
"Guarda..." ad Elv, con voce trasognata e sguardo rapito.

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Gli occhi azzurri di Icarius, che la luce del Sole riflessa sulla sabbia bianca rendeva di mille sfaccettature, erano in quelli di Destresya.
“Ecco, zia...” disse il ragazzo deglutendo “... pensavo... tu detesti il Sole... potresti fare un bagno in acqua...” deglutendo ancora “... mentre io... io potrei raccogliere alcuni frutti qui intorno e spremerne la polpa, per farne una crema... infatti i frutti tropicali contengono vitamine importanti per la pelle... potrei...” con le mani intrecciate nervosamente “... potrei così farti... un massaggio... se vuoi...” sentendosi impacciato ed arrossendo di colpo.

Elv guardò ciò che indicava Gwen, ritrovandosi davanti quella spettacolare città.
Era sterminata, più di qualsiasi altra città avessero mai visto.
I palazzi più alti svettavano come nessuna torre potrebbe mai, mentre una fita rete di strade percorse da veicoli velocissimi, con nell'aria mezzi volanti che attraversavano il cielo urbano.
"Ecco Agnostor City." Disse Bryzol.

Era enorme, stranissima, ma tremendamente affascinante.
Addirittura dei veicoli volavano in cielo!
"Hai mai visto una cosa simile?"incantata ad Elv.
Era semplicemente meravigliosa!
Non vedevo l'ora di arrivare per immergermi in quel posto così unico e fantastico!

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"Ma visto nulla di simile..." disse Elv a Gwen, fissando la città sempre più vicina.
Il fuoristrada infine la raggiunse ed entrarono in quella gigantesca metropoli.
"Li lasci lla prima piazza, capitano." Augas a Rus.
Questi annuì quasi grugnendo e si fermò, facendo scendere i due ragazzi.
"Buona fortuna, ragazzi." Bryzol.
Poi il fuoristrada ripartì.

Entrammo finalmente in città ed era sempre più mozzafiato!
Non subito, magari, ma avrei potuto persino abituarmici.
Ci fecero scendere in una grande e caotica piazza.
"Ciao dottoressa, e grazie!" la salutai.
Sospirai guardandomi intorno.
"Che si fa ora?" ad Elv, impaziente.
Nemiche io sapevo per cosa, ma ero impaziente di scoprire ogni angolo e ogni segreto di questo posto!

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“Non ne ho idea...” disse Elv guardandosi intorno “... c'è da perdersi qui...” a Gwen.
Ad un tratto i due ragazzi sentirono cantare.

Lo guardai perplessa, con la perplessità che cresceva mano a mano che parlava.
Passi il fatto che io non amo il sole, questo credo lo sappiano anche i sassi.
Passi pure l'idea di fare un bagno, in effetti ci stavo pensando anch'io, considerando la calura insopportabile di quel momento.
Ma la cosa dei frutti tropicali per fare una crema proprio mi ha lasciato spiazzata.
"Perchè, tu sai fare una crema usando dei frutti tropicali?" guardandolo divertita "Studi da estetista e non me l'hai mai detto?" con aria di derisione.
Ci mancava solo quello, ma guarda un po'!
Ma poi guarda come arrosisce, dico io, è una scolaretta a lezione?
Non lo capisco, non lo capirò mai sto ragazzo.
Secondo me ha qualcosa che non va.
Però la faccenda del bagno non è poi così male.
Allora mi alzo e lo guardo a metà tra il divertito e la presa in giro.
"Facciamo così, io faccio due tuffi e vediamo che intruglio riesci a preparare!" ridendo, per poi dirigermi alla spiaggia e buttarmi in acqua.


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"Sì, è vero!"ridacchiando.
"Oh, senti? Cantano!" trillai a un tratto e seguii quella musica, entusiasta e curiosa, tirandomi dietro Elv.
Iniziava un'altra tappa di questo viaggio!

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Icarius seguì con lo sguardo sua zia che andava verso l'acqua, fissandola tutta, ovunque,in modo morboso, più e più volte, senza riuscire a dire nulla.
“Si...” disse infine “... si, zia... ci ho fatto un esame... era Archeologia Precolombiana...” rossissimo in viso “... gli Aztechi e gli Inca che sfruttavano la frutta per realizzare cosmetici...” con le mani intrecciate nervosamente.
Poi la guardò entrare in acqua e fare il bagno.
“E dai, dimmi di si...” pensava eccitato “... su... e dimmi che lo vuoi questo massaggio... su, bella, fatti toccare tutta...” euforico.

"Si, è vero...” disse Elv cercando con lo sguardo da dove arrivasse la voce di chi cantava “... là, in quella piazza.” A Gwen.
C'erano alcuni giovani stesi sul prato cittadino, altri all'ombra di qualche albero, altri ancora seduti sul bordo di una fontana.
Tutti cantavano la stessa canzone.

C'erano tantissimi ragazzi, chi sul prato, chi sulla fontana, a cantare.
"Cantano tutti la stessa canzone..." con espressione pensierosa e le sopracciglia aggrottate "Chissà come mai?" dissi, ascoltando le note leggere e tenui della canzone.

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Gwen ed Elv si avvicinarono al prato, raggiungendo i tanti giovani tutti assorti a cantare.
C'erano maschi e femmine, tutti con i volti sorridenti, gli sguardi sognanti, intonando la medesima canzona e ricominciando ogni volta a ricantarla appena finita.
“Ragazzi...” disse Elv ad uno di loro “... che fate?”
Ma quello manco si accorse di lui, continuando a cantare.
Nessuno si era accorto di loro.
Tutti cantavano come se fossero assorti, con la testa e lo spirito altrove.
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Raggiungemmo quei ragazzi ed Elv fece loro una domanda.
Ma quelli non risposero, ignirandolo completamente.
"È come se fossero altrove con la testa... Non pensi? Tutti sorridenti, assorti... Sono strani..." guardando uno ad uno i loro volti.
Ma che gente c'era qui?

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Archeologia precolombiana... quante boiate che studia quel ragazzo.

Dubitavo che dei selvaggi potessero saperne qualcosa di cosmetica, ed ero sicura che tutto quello si sarebbe risolto in un fiasco: io che me la ridevo a crepapelle elui che mi gaurdva con gli occhioni spaventati e teneri.
Garantito, la storia della crema splamata fatta di frutta sarebbe rimasta negli annali!
Ad ogni modo, ci voleva, un bel bagno ristoratore, ci voleva eccome.
Non so per quano restai a mollo nell'acqua, dopo un po' uscii , mi rivestii con la mia lingerie ormai asciutta dato il sole caldissimo, e mi diressi nuovamente verso le palme, già pronta a canzonare icarius per qualunque intruglio avesse preparato.
Anche se non potei fare a meno di avere tutta la pelle nuovamente coperta di sabbia, che come ti muovevi ti si appiccicava addosso!


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“Si...” disse Elv annuendo a Gwen “... sembrano tutti in trance... cantano e sorridono... paiono tante larve...”
“Inseguono un sogno.” Ad un tratto una voce. “Inseguono la felicità.”

Sì, larve era un termine appropriato.
Poi sentimmo una voce e mi voltai.
La felicità?
"Come si insegue la felicità cantando e sorridendo?" con tono candido, innocente ed ingenuo io.

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"Si, la felicità." Disse un vecchio avvicinandosi a Gwen e ad Elv. "Sognano di diventare cantanti, di sfondare nello spettacolo grazie alla musica. Cantano in attesa di poter fare un provino."

Aggrottai appena le sopracciglia, cercando eventuali parole a me sconosciute.
"Capisco..." dissi solo.
Ma come potevano riuscirci se stavano qui semplicemente a cantare?


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Destresya tornò sotto le palme, al Sole, dove Icarius aveva raccolto della frutta, per poi spolparla.
Era inginocchiato a preparare quell'impasto colorato, quando la zia arrivò, trovandolo ai suoi piedi.
“Oh, zia...” disse lui con voce pacata, ma eccitato alla follia “... ti sei insabbiata di nuovo...” guardandola come si guarda una regina, un'imperatrice, una dea.

"È un costume da bagno.. Mi trovavo su una nave no?" in tono seccato.. "Va bene vi seguo in città.. Andiamo.. Pure in città non posso girare così immagino.. Posso mettermi con voi due sulla cabina di guida?" sarei tornata qui in qualche modo.

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