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Stavamo parlando ancora del soldato, quando i militari chiesero cinque volontari almeno.
Solo due si fecero avanti. Quanto coraggio... Alla fine, i militari scelsero gli altri, fra cui Elv. Gli diedi allora un veloce bacio sulla guancia prima di lasciarlo andare coi soldati. Sperai solo che andasse tutto bene, visto lo stato in cui era tornato quell'uomo, ma non volevo essere troppo negativa. Sapeva quel che faceva e dovevo essere fiduciosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
E niente, non era il mio giorno fortunato, ci mancava venire rapita dai mercanti di schiavi adesso.
Beh se non altro era qualcosa di nuovo, e io che ero suille tracce di una taglia che mi avrebbe sistemato per il resto della vita. Ma era evidente che una vita tranquilla non era nel mio destino! Iniziai a guardare i tizi che mi avevano rapita per cercare di capirlii e sfruttare i loro punti deboli per scappare. "Si può sapere dove mi state portando?" chiesi, sbuffando. |
I volontari, almeno sulla carta visto che non tutti si erano offerti, erano pronti e fu preparato un carro cigolato su cui farli salire.
Gwen salutò Elv ma poi un sergente le si avvicinò. "Voi siete un medico" disse "e credo che sarebbe utile portarvi con noi. Prego, salite anche voi sul carro. Ordine del capitano." Intanto, nel canyon, Destresya era stata caricata sul carro. "Sta zitta, femmina!" Uno dei negrieri a lei. Il tragitto durò alcune ore ed infine arrivarono in una sorta di porta clandestino, dove partivano piccole navicelle, perlopiù senza controllo e autorizzazione. |
Salutai Elv, ma poi in effetti un soldato mi fece notare che potevo essere utile.
"Ma certo. Datemi un attimo il tempo di prendere il necessario dall'infermeria" annuii. Presi una borsa con dentro l'indispensabile che poteva essere utile e raggiunsi tutti sul carro. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Stare zitta non era esattamente la cosa che mi riusciva meglio, ma capivo anche io quando non avevo altra scelta.
Dovevo solo riuscire a trovare il modo di scappare di lì. Certo non sarebbero stati dei miseri mercanti di schiavi a fermarmi. Così, restai in silenzio e mi guardai in giro chiedendomi che cosa avessero in mente. Cioè sì, sapevo che avevano in mente di vendermi, ma comunque volevo saperne di più! |
Salirono sul cigolato e partirono.
"Ascoltatemi bene..." disse un sergente a tutti i volontari e a Gwen che stava con loro "... al forte è arrivato un segnale di S.O.S sconosciuto... non sappiamo da parte di chi, ma pare che dalle coordinate rilevate provenga dalla Gola del Diavolo, uno dei tratti più sconosciuti del deserto dell'Ovest... dobbiamo scoprire chi ha inviato il segnale e capire se possiamo aiutarlo o meno." Intanto Destresya era stata portata in quel piccolo porto. Fu fatta scendere dal carro, con i polsi benlegati e portata davanti a 2 individui, uno magro ed anziano, l'altro grassoccio e giovane. La guardarono come si guarda della merce da acquistare e la fecesro salire su un piccolo veicolo volante. Pagarono i negrieri e poi decollarono. |
Ascoltai il militare e parlò di un segnale di S.O.S. giunto da un posto davvero assurdo e già la cosa mi suonava strana.
Perchè la gente doveva mandare un segnale di soccorso dalla Gola del Diavolo? Comunque fosse, mi preparai mentalmente, o ci provai, per qualsiasi cosa avremmo trovato nel deserto, sebbene nutrissi ancora forti riserve nei confronti di quel segnale. Speravo non fosse solo uno stratagemma di coloro contro cui stavamo combattendo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Seguii i negrieri in silenzio, un po' spazientita da quella situazione.
Non potevo fare niente e io odiavo essere impotente e non potere fare niente. La cosa mi innervosiva terribilmente. Mi vendettero a qualcuno che non avevo mai visto e mi caricarono su un veicolo. "Qualcuno vuole dirmi dove diavolo stiamo andando?" sbottai, scocciata da tutta quella situazione! |
Il cigolato continuò il suo tragitto e verso il pomeriggio raggiunse la Gola del Diavolo.
Si fermò e i 2 militari con l'aiuto dei volontari montarono le tende per un piccolo avamposto. Era un luogo deserto e desolato, fatto di pietre arse dal sole, scorpioni, serpenti ed avvoltoi. "Solo il diavolo poteva scavare un simile posto." Sputando il sergente. "Mi chiedo chi diavolo può venire in un luogo come questo..." il caporale. "Gli idioti che vengono qui siamo noi..." sottovoce con sarcasmo Elv a Gwen. Nel frattempo il veicolo volante stava portando Destresya incontro al suo Destino. "Presto lo scoprirai." Uno dei 2 uomini a lei. "Ora sta zitta." Dopo un pò il veicolo raggiunse un piccolo campo militare e vi atterrò. Alcuni uomini in divisa si avvicinarono. Non erano soldati regolari, ma appartenenti a qualche milizia. Scortarono così Destresya e i 2 uomini all'interno del capo, fino all'ufficio del comandande. |
Arrivammo alla Gola del Diavolo e i soldati montarono il campo per l'avamposto.
Nessuno di loro aveva torto, purtroppo. "Non mi avrà avessimo molta scelta..." risposi piano. "Possiamo solo cercare di fare del nostro meglio per uscire integri da questa faccenda..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Montarono le tende e poi il sergente ed il caporale azionarono il rivelatorore ad infrarossi per captare di nuovo il misterioso segnale.
Dopo circa 2 ore di rilevamenti compresero che le onde radio di quel segnale arrivavano a distanza di circa 15 minuti l'una dall'altra e diminuivano d'intensità man mano che il Sole calava. "Pare" disse il sergente a tutti gli altri "che chi emani questo segnale d'aiuto lo faccia soprattutto di giorno, per poi cessare di farlo col buio, come se fosse impossibilitato a continuare." "Forse di notte arriva il pericolo..." fece Elv, che aveva accanto Gwen. |
I soldati si arrivarono per cominciare ad analizzare il segnale.
Ciò che dissero, fu molto strano. "O magari, sceglie il giorno apposta per un motivo... Vuoi perchè magari ci sono delle condizioni favorevoli per l'invio dell'S.O.S., non saprei..." ipotizzai. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Tutto potrebbe essere..." disse il sergente a Gwen "... cerchiamo di scoprirlo quanto prima." A tutti loro.
Intanto il Sole si avvicinava velocemente verso l'Occidente ed il cielo si imbruniva proiettando oscure ombre lungo la gola rocciosa. "Cominceremo a fare dei turni di guardia..." il caporale "... questo luogo mi piace sempre meno..." mormorò guardandosi intorno, mentre da lontano l'ululato dei dinghi si faceva più vicino man mano che si avvicinava il tramonto. https://footage.framepool.com/shotim...a-barranco.jpg |
Sì, appunto, era proprio il fatto che potesse essere di tutto ad inquietarmi.
Intanto, il giorno andava morendo e la sera avanzava. Gli ululati echeggiavano in quella Gola, facendosi sempre più insistenti. Era davvero il peggiore posto del mondo in cui passare la notte e davvero mi chiedevo come ci era finito qui dentro chiunque stesse chiamando i soccorsi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La sera scese velocemente, con poche stelle che scintillarono in un cielo umido e silenzioso.
Gli ululati dei dinghi non cessavano e sembravano sempre più vicini e famelici. Il segnale cessò di essere rivelato. Intanto tornarono erano tornati il sergente e 2 dei volontari andati a fare un giro di ispezione. Portarono nei sacchi sintetici alcuni cadaveri spolpati in maniera spaventosa, come se fossero stati assaliti da feroci predatori, forse avvoltoi o dinghi. "Ma la cosa strana" disse il sergente "è questo biglietto tenuto nella mano da uno dei cadaveri..." e lo lesse a Gwen e a tutti gli altri: "Fuggitedal buio!" |
La sera scese ed il segnale, come previsto, cessò.
I volontari tornarono, portando dei cadaveri e quando li esaminai vidi che erano stati ferocemente attaccati da animali. "Fin'ora non c'è nulla di strano o insolito, voglio dire, nulla di diverso da un animale o un branco di animali che attacca per fame" commentai. La cosa strana, però, stava nel biglietto. "Allora la teoria di Elv era corretta. Il pericolo è la notte, ma riguardo cosa?" chiesi, quasi fra me e me "Possibile sia unicamente riferito agli animali che abitano questi luoghi?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non lo so..." disse Elv a Gwen "... ma sarà meglio entrare tutti nelle tende..."
"Non essere sciocco, siamo armati e chiunque si avvicini sarà intercettato in un secondo." A lui il caporale. "E poi qualcuno deve fare il primo turno di guardia." Il sergente. "Lo faccio io." Mormorò il caporale, caricando il suo fucile a canne a frammentazione. "Fra un'ora qualcuno mi darà il cambio." Gli altri entrarono nelle diverse tende montate sul posto. |
Osservai tutta la scena, finché il caporale si propose per il primo turno di guardia, mentre molti avevano dato la vaga impressione di volersi sottrarre.
Bah... Allora, a quel punto, fummo tutti liberi di tornare in tenda per la notte, almeno fino alla fine dell'ora di turno. Era una situazione surreale, in cui mai avrei pensato di trovarmi, ma a quanto pareva, c'era sempre una prima volta per tutto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen ed Elv entrarono in una delle tende per riposare.
"Cerca di riposare..." disse lui a lei "... e speriamo questa notte passi in fretta..." Ma pochi istanti dopo dei versi mai sentiti e le urla strazianti del caporale echeggiarono nella notte buia. |
Annuii ad Elv, accucciandomi con lui nel ristretto spazio della tenda.
Stavo quasi per assopirmi, quando fui definitivamente svegliata dalle urla strazianti del caporale. Sentii versi inauditi e mai sentiti prima, guardando Elv terrorizzata. Temevo di aver capito cosa succedeva la notte e temevo anche di aver capito perchè non ci fosse nessuno a dare l'allarme la notte, ma avrei preferito non saperlo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Tutti si affacciarono dalle loro tende, compreso Elv che intimò però a Gwen di restare dentro.
La scena che videro era agghiacciante. Il cadavere macellato del caporale circondato da stranissimi volatili che starnazzavano e gracchiavano con versi mai sentiti prima mentre gli spolpavano le carni. "Presto..." disse il capitano "... tutti dentro le tende!" Ordinò. https://media3.giphy.com/media/94DEaLsOq2yYw/source.gif |
Sbuffai quando mi disse di restare dentro.
Ma dico, sul serio? Ad un certo punto, sbirciando, capii da dove veniva quello strano verso. Erano uccelli, a centinaia e centinaia, che facevano scempio del corpo del caporale. Tirai dentro Elv all'ordine perentorio del capitano e ancora non credevo ai miei occhi. "Come possono degli uccelli fare una cosa simile?" dissi inquieta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non credo siano uccelli..." disse Elv rientrando nella tenda e intimando a Gwen di stare lontana dall'uscita "... non sono uccelli... nessun uccello si comporta così..." mentre quelle strane creature finivano di spolpare le carni dalle ossa del povero caporale.
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"Beh è quello che sembrano, però! Folli uccelli indemoniati!" dissi, terrorizzata ed esasperata.
"È impossibile rimanere qui in queste condizioni, finiranno per decimarci se stiamo in questo posto oltre l'alba di domani...." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Prima che Elv potesse rispondere a Gwen si udì la voce del sergente che ordinava di far fuori ciascuno dalla propria tenda.
Tutti allora, compreso Elv, imbracciarono i loro fucili ed aprirono il fuoco, trivellando di colpi l'aria, scaricando interi caricatori verso quei volatili usciti da un incubo, riempiendo l'aria della sera piena di polvere da sparo e colpendo tutto ciò che avevano davanti. Naturalmente quelle creature alate si dispersero velocemente nel buio e alcuni colpi finirono per raggiungere il cigolato, causando danni profondi. "Basta così..." disse il sergente "... basta così!" Ordinò. Allora si accorsero di aver mancato i volatli, ma di aver centrato in peno il loro carro. |
Beh certo, la missione omicida e suicida per sparare a migliaia di uccelli impazziti era veramente il colmo!
L'aria fu satira dei versi assordanti degli uccelli e il rumore ancor più assordante degli spari. Alla fine, smisero di sparare, uscii la testa fuori dalla tenda e ciò che vidi non mi piacque proprio. "Sul serio? Sul serio il carro è ridotto in quel modo?!" esclamai sconvolta "Come si torna ora indietro?" sospirando senza più parole. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Cavolo..." disse Elv guardando il carro danneggiato "... cavolo! Dannazione!" Gridò. "Non si torna a casa, ecco cosa!" A Gwen.
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Affondai il viso fra le mani.
Come avevano potuto essere così incoscienti?! Sparare così, praticamente alla cieca, erano impazziti?! "È un incubo senza fine, questo..." mormorai, scuotendo la testa. L'idea di casa mia, di mio padre, mio fratello, la mia vecchia vita, era sempre più lontana, un ricordo che diveniva sempre più appannato, offuscato, che rischiava di svanire del tutto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Attesero.
Attesero che la notte passasse e con essa tutti i suoi incubi. Il silenzio pian piano svanì, le stelle tornarono a brillare ed i dinghi ad ululare ora più lontani. Attesero. La notte trascorse lenta, insopportabile, carica di paura e di orrore, di disperazione e sconforto. Poi cominciò ad albeggiare e lentamente la luce del nuovo giorno scacciò le ombre del canyon. Gwen, Elv e tutti gli altri uscirono dalle loro tende e constatarono che il carro era seriamente danneggiato e pezzi di ricambio non ne avevano lì. |
Tentare la sorte.
Prendere in mano le redini del proprio destino. Cercare un futuro migliore. Queste e altre simili frasi fatte erano state alla base delle motivazioni che avevano portato mio padre a prendere una decisione drastica. Abbandonare la nostra casa, la nostra campagna, la nostra nazione per emigrare in un posto lontano, ancora poco conosciuto e dalla nomea ostile. New Texafra rappresentava un nuovo inizio, certo ma era pieno di incognite e rischi. La mattina della partenza, radunati i bagagli, ricordo come avevo dato un'ultima occhiata, rassegnata, alle stanze della casa, al cortile che la attorniava, per poi dirle addio. Per sempre. Ricordo come le mie trecce incorniciavano il mio viso di fanciulla, ancora troppo ingenua per comprendere appieno la durezza di quel nuovo mondo a cui presto mi sarei dovuta abituare. L'arrivo a New Texafra era stato a dir poco traumatico. Nulla era come avevo immaginato. Nulla era come avevo sperato. Nulla era facile. Non vi era un mondo accogliente e ordinato come quello che avevo lasciato. Ben presto dovetti apprendere l'arte dell'adattarsi e il significato della parola sacrificio. Un piccolo appezzamento di terra arida si tramutò in una tenuta, rigogliosa e proficua. La fame si trasformò in ricchezza. Il lavoro, quello vi era sempre, dava però i suoi frutti in abbondanza. Il ranch ormai aveva preso forma, vita. Era animato da animali, pascoli e braccianti. Era divenuto la mia vita. Ed io, da ragazzina inesperta di una dolce campagna addormentata, ero divenuta adulta sotto il sole di New Texafra. Il successo della nostra attività andava comunque riconosciuto a mio padre, un uomo che fin dal primo momento si era rimboccato le maniche e a capo chino aveva lavorato sodo per ottenere ciò che voleva. Non senza intoppi, dissapori e disperazione. Vi erano stati dei contrasti, creati da altri coloni, senza contare le tensioni che si avvertivano in ogni dove per gli scontri contro i nativi del posto. Nativi con cui mio padre aveva sempre cercato di mantenere la pace, donando loro qualche cosa dal ranch per evitare che decidessero di attaccarci all'improvviso. Fino a quel maledetto giorno di due mesi fa. Il morso di un serpente mentre conduceva una mandria. Da solo. Come nella mia mente è vivo il ricordo del suono di zoccoli che raggiunge la casa. Mio padre accasciato sul suo fedele cavallo che ha saputo ritrovare la via da solo ( così avevo creduto inizialmente...) Lo sconcerto da prima seguito dalla disperazione quando realizzai che non sarebbe sopravvisuto il tempo necessario a me per raggiungere la città e cercare aiuto. L'impotenza, lo sconforto, il pianto al suo ultimo respiro. E la solitudine, che talvolta può essere letale quasi quanto il veleno di un serpente. Oltre la casa, a sinistra del pozzo, in quel pezzo di terra che era stato il nostro primissimo possedimento ho deciso di seppellire mio padre. L'ho fatto da sola, piangendo, sfogando il dolore nello sforzo fisico di scavare la terra. E il mio pianto è stato udito, chissà da quanto lontano, tanto che al termine della sepoltura non ero più sola. Oltre i cancelli vi erano delle figure dagli abiti variopinti, la pelle che pareva rossa... Mi osservarono, portando rispetto per il mio lutto per poi allontanarsi. Il mattino successivo rividi quegli uomini, dinanzi al cancello e si, tremai. Tremai perché mi sapevano ora sola e indifesa. Ma non avanzarono di un passo. Attesero che fossi io ad avvicinarmi e solo allora uno di loro allungò una mano porgendomi quello che compresi poi essere un talismano di protezione contro i serpenti. Un bracciale fatto di pietre incise che porto tutt'ora. Anche adesso, lo sto accarezzando distrattamente con le dita, in attesa che il sole cali e porti a conclusione una ennesima giornata di lavoro. Una ennesima giornata in cui lotto per mantenere ciò che mio padre ha costruito, un premio ambito da molti. Inviato dal mio Redmi Note 7 utilizzando Tapatalk |
La notte trascorse, ma fu estenuante, carica di tensione, paura e preoccupazioni.
Una delle notti di sicuro più lunghe e tormentate che avessi mai passato. Al mattino, con i primi tocchi dell'alba, fummo liberi di uscire dalle tende e constatammo che il carro era davvero danneggiato. "È davvero un incubo..." commentai a bassa voce fra me e me. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il ranch sorgeva nelcuore della prateria, un luogo fertile e verde, racchiuso da due corsi d'acqua che baciavano e animavano quei pascoli, un tempo rigogliosi campi di caccia al bisonte per le fiere tribù dei nativi.
Una terra secondo le loro leggende benedetta dal Grande Spirito e protetta dai loro antenati. Qui l'uomo bianco era giunto da poco, con pochi appezzamenti di terra, qualche casupola qui e là, pochi colini fra i dinghi, i bisonti, gli avvoltoi ed i serpenti a sonagli. Ora Dacey era la sola proprietaria del ranch e di buona parte di quella terra, con i suoi braccianti, la fedele Slavia che le faceva da cuoca e da governante ed il vecchio Gamino, l'anziano fattore di suo padre. Fu proprio lui quella mattina, poco dopo l'alba, ad uscire dalla stalla ed avvertire la bella proprietaria del ranch che alcuni uomini a cavallo stavano giungendo. |
Il cigolato era completamente danneggiato ed i pezzi di ricambio non c'erano.
"E' un bel guaio..." disse il capitano "... siamo bloccati qui..." "Allora siamo spacciati!" Uno dei volontari. "Dobbiamo trovare un modo per far luce stanotte..." fece Elv "... ora è la nostra priorità..." "Non c'è legna, come faremo ad accendere un fuoco?" Un altro dei volontari. "Abbiamo delle bombole di propano nel cigolato..." fece il capitano "... le faremo saltare, bruceranno per ore..." a Gwen ed agli altri. "E quando non ne avremo più?" Impaurito l'ultimo volontario che aveva parlato. "Poi ci penseremo." Rispose Elv. |
Le mani nel catino, raccolsi l'acqua fredda per lavarmi il viso quando udii una voce al di là dea della porta.
C'erano uomini in arrivo. In fretta terminai la toilette per poi uscire dalla stanza. Ringraziai Gamino per avermi avvisata e dopo aver preso il vecchio fucile di mio padre, uscii dalla casa, rimanendo sul portico. Da lì vi era una perfetta visuale sull'unica via battuta di arrivo al ranch. Quella mattina era caldo ma un leggero vento soffiava, sfiorando i miei capelli sciolti sotto un logoro cappello. Non avevo nessuna visita in programma quel giorno per cui chiunque fosse in arrivo poteva anche rappresentare un pericolo. Da lì il fucile. Iniziavo ad essere tesa tanto che presi a camminare avanti e indietro per poi immobilizzarmi nell'udire un nitrito di cavallo che si avvicinava. Il mio sguardo andò al cancello, fortunatamente sbarrato. In quella terra selvaggia i nemici non mancavano mai e talvolta bisognava guardarsi le spalle anche dai propri amici. In città, distante qualche miglia a cavallo, sapevo che vi erano uomini fin troppo interessati al successo del mio ranch. Mi augurai, mentre ormai riuscivo a distinguere le sagome degli avventori, che non fosse qualcuno di loro. Inviato dal mio Redmi Note 7 utilizzando Tapatalk |
Iniziarono tutti ad elaborare piani per passare un'altra notte qui, nel frattempo che davano bloccati.
Sì, Elv aveva ragione, ci avremmo pensato più avanti, ma il problema era solo rimandato, non certo risolto. Comunque fosse, non volevo mettere ulteriore malumore nel gruppo, così rimasi in disparte, limitandomi a sperare che non servisse il mio aiuto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Anche Gamino prese un fucile e con Dacey attesero l'arrivo sul porticato di quegli uomini, mentre Slavia osservava il tutto dalle tendine della cucina.
Era una mezza dozzina di uomini a cavallo, vestiti come manriani, ma armati fino ai denti. Entrarono nel ranch e senza molta accortenza raggiunsero il porticato, spaventando con i loro cavalli alcuni vitelli nello spiazzo. "Buongiorno, signora..." uno di loro togliendosi il cappello "... siete la proprietaria di questo ranch, vero?" Sorridendo. "Vi immaginavo più vecchia e meno bella." Con il ridacchiare dei suoi compari dietro di lui. "Io sono Budmin e ho comprato dal governo il permesso di far pascolare in questa zona le mie mandrie. Volevo perciò conoscere i miei vicini, così, giusto per cortesia." Annuendo e guardando in modo viscido e volgare la bella Dacey. https://cdn10.bigcommerce.com/s-o6vy...00.500.jpg?c=2 |
Ognuno cercò di fare qualcosa.
Il capitano continuò a rilevare il messaggio di S.O.S, mentre i 4 volontari fecero un giro nei dintorni per controllare la situazione e cercare qualcosa con cui accendere un fuoco, ma senza successo. Elv invece seppellì le ossa del povero caporale, con Gwen che era accanto a lui. Lei ad un tratto notò qualcosa nel terreno, quasi consumato dalle formiche rosse del deserto. |
Mentre alcuni erano intenti a studiare il segnale ed altri a saggiare la zona, io ed Elv seppellimmo le ossa del povero soldato.
Poi, ad un tratto, in quella terra consumata ed arsa dal sole, notai qualcosa. Così, mi abbassai per vedere meglio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gli uomini avanzavano, rivelando il loro aspetto da coloni spavaldi.
Erano tutti ben armati e il mio fucile, insieme a quello di Gamino avrebbe potuto fare ben poco contro di loro. Cercai di mostrarmi calma e per nulla impressionata mentre loro raggiungevano il portico, incuranti del fastidio arrecato agli animali nel loro passaggio. Uno di loro, evident il capo, si presentò. Accennai il sorriso, provando a non mostrare il mio fastidio. Le terre confinanti con il mio ranch erano il desiderio di mio padre, quello a cui puntava poco prima di morire. Avrei voluto comprare io quelle concessioni ma non mi erano bastati i fondi. Avevo tentato di ottenere un prestito dalla banca in città ma gli interessi da loro richiesti erano follemente alti. Speravo che nessuno comperasse in modo da darmi tempo di raccogliere la somma necessaria...e invece il signor Budmin si era fatto avanti. Ignorai forzatamente la sua sciocca battuta generata solo per produrre risatine tra i suoi. " Sono Dacey Starklan, la proprietà del ranch. È un piacere conoscere un nuovo vicino signore. Cosa vi ha portato a comperare questi terreni? Spero sappiate dei Nativi..." La minaccia dei Nativi, affezionati a quei luoghi, spesso bastava a tenere lontano chi poteva essere interessato nell'acquisto delle concessioni di mio interesse. Per questo non esitai a fare leva su quel punto anche con Budmin. Inviato dal mio Redmi Note 7 utilizzando Tapatalk |
Gwen si sporse e vide che sul terreno, fra le forrmiche, c'era uno stranissimo animale, con ampi zampeaffusolate,simili a strette ali ed una bocca spalancata con denti aguzzi come quelli di un piranha.
Era stato colpito da un proiettile e quindi lei comprese che si trattava di uno dei volatili che avevano massacrato il povero caporale. https://img2.wikia.nocookie.net/__cb...c/cc/Kryll.jpg |
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