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"Pure mio fratello Tomas è nelle prigioni del barone perchè ha rubato selvaggina..ricordate? E non so se lo hanno..già ucciso" amaramente sospirando "E pure io sono contro il barone, hanno ucciso brutalmente i miei genitori perchè erano i servi delle terre dei Capomazdesi e io sono dalla parte di questi ultimi".
Guardai Didas, in questo momento avevo bisogno del suo conforto.."No, non l' ho visto ma vi sono dei fatti mi fanno presupporre chi possa essere, gli offrii riparo ricordate? Non accettò ma a dire il vero è da giorni non torno nella rocca. Poi parlai con Frate Roberto...di un capomazdese...per vari motivi e il buon frate mi disse di stare lontano da lui...ero fortemente convinta fosse lui e volevo aiutarlo...ma il frate mi allontanava da lui...diceva mi sarei messa nei guai e lo so. Non mi disse mai se i miei sospetti fossero esatti, ma pure ser Alvaro mi deviò dall' aiutarlo...dico...il frate lo ha visto, se non fosse stato lui mi avrebbe detto chiaramente non lo era e un frate non mente..mi disse doveva partire e subito o veniva ucciso...gli dissi il nome chiaramente...ser Guisgard...e da quella volta mi allontanarono..per non mettermi nei guai..voi che ne pensate?". |
“La mia ocarina sarà al servizio del vostro diletto, milady.” Disse il pellegrino a Dacey.
La principessa pagò il locandiere e tutti loro ripresero il cammino. Subito la carrozza, lasciata la locanda, imboccò un sentiero che saliva tra i docili pendii che circondavano quel luogo. Il valletto, sollecitato dall'andatura della carrozza, finì per addormentarsi, mentre Betta guardava il panorama dal finestrino della carrozza. Il pellegrino allora prese la sua ocarina e cominciò a suonarla, accompagnando la melodia con questi versi: “Dacey ho veduto... presso la siepe la fanciulla stava, simile alla bella Berenice, con la sua chioma bruna e lucida, il prezioso velo estivo di seta persiana e le sospiranti labbra di corallo dischiuse... poggiava senza badarci l'affusolato braccio su un picchetto fiorito per l'umidità e la brina... mi fissava e le sue fresche gote, di sottile e preziosa ambrura cosparse, per la calura ardevano d'Agosto e nell'attesa sognava...” Guardò la principessa e sorrise appena. “Perdonate se ho avuto l'insolenza di suonare per voi, ma vedendovi così lontana da casa vostra ho voluto, per un attimo, riportarvi sulle vostre esotiche spiagge con questo frammento di versi perduti.” Mostrando un lieve inchino col capo. “Conosco cosa vuol dire essere lontano dal luogo amato.” Intanto Fertaldos cominciava ad intravedersi nel lento e dolce imbrunire. http://static.panoramio.com/photos/large/64288694.jpg |
“Si...” disse annuendo Estea a Clio “... o qui, oppure alla fucina... di certo qualcuno dovrà prendere la corazza quando sarà pronta... dopotutto il torneo comincerà domani... cosa proponi?”
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Ascoltai estasiata con un sorriso, poggiata distrattamente al finestrino della carrozza.
<< Magnifico. Davvero. Siete un vero artista e vi ringrazio di avermi dedicato questi versi>> Mi aveva fatto grande piacere e aveva reso il viaggio più piacevole e sereno. |
"Giusto.." Pensierosa "Dobbiamo dividerci e tenere d'occhio entrambi gli edifici.." Annuendo.
"Alla fucina non torneranno prima di domani, quindi nel caso una di noi può restare qui, l'altra torna al castello e porta qualcuno alla fucina.." Pensierosa "Che dici?". |
Il padrone guardò Gwen che sembrava voler sostenere ancora il lungo silenzio che era nato fra loro.
L'uomo sorrise appena, si sedette su una delle panche tra i cespugli fioriti e prese una pietra lucida e liscia con cui divideva le siepi. E con un gessetto cominciò a disegnare qualcosa, lanciando di tanto in tanto uno sguardo verso la giovane. |
Solo ascoltò con attenzione il racconto di Altea.
“Non conosco il nome di cui mi dite...” disse alla fine il brigante “... ma so che Frate Roberto è un degno uomo di Chiesa e vi sarà di certo un motivo se vi ha rivolto quelle parole... di sicuro vuole evitarvi pericoli, come già accaduto per vostro fratello... e riguardo a lui posso divi che difficilmente potrebbe essere già morto, visto che Ferico ama giustiziare i prigionieri davanti al popolo, come monito per eventuali ribellioni... probabilmente è rinchiuso nelle prigioni del castello...” |
Sostenni ancora a lungo quel silenzio.
Nelle occhiate che gli lanciavo ogni tanto, ad un certo punto, lo vidi sorridere appena, poi sedersi su una panca e prendere una pietra lucida e scura. Prese poi un gessetto e lo vidi guardarmi di tanto in tanto. Continuai facendo come se niente fosse, ma dovevo ammettere che mi aveva incuriosita. |
"Non conoscete ser Guisgard? Effettivamente quando lo conoscevo io era un ragazzo quindi non un signore importante, se non erro doveva avere delle Terre ad Altofonte...comunque è capomazdese. Infatti, volevo voi potreste indagare su questo..per aiutarlo, se fosse lui sarebbe braccato e ucciso ma vedo sono una visionaria" guardai Didas "Scusatemi Didas, se vi ho portato fin qui per nulla...io sono certa di ciò che dico ma come vedete è un fantasma questo uomo".
Poi guardai Solo..."Si, mio fratello Tomas...dite allora non è ancora stato ucciso, ma non vorrei mettervi in pericolo per salvarlo ovvio..si trova nel castello baronale nelle segrete. Bene....sembra questa visita ci abbia portato solo a vedere questo posto..e sapere voi state bene...ser Alvaro si cimenterà nel torneo, so che in palio vi è una terra e un castello..e mi chiese di fare la madrina ma forse è meglio lasci perdere". Guardai Didas dispiaciuta "E' meglio ce ne andiamo vero Didas? Avete visto voi stessa". |
La carrozza correva lungo quella stradina che portava presso la parte più alta della collina su cui sorgeva Fertaldos.
Il valletto russava, mentre Betta indicava con entusiasmo il profilo della città in cui stavano per giungere. “E' un luogo incantevole.” Disse il pellegrino, rimettendo la sua ocarina nella sacca che aveva con sé. Poco dopo la carrozza raggiunse le mura di Fertaldos ed attraversò la sua porta. L'imbrunire stava per cedere il posto al crepuscolo. Infatti il Sole era ormai prossimo a tramontare dietro le assopite colline di Clantes. Fetaldos appariva immersa in una lieve e sognante luce color terra, con le sue stradine ancora attraversate dalla gente ed il rintocco di una campana che echeggiava nell'aria. “Come si chiama l'uomo da cui dobbiamo recarci, milady?” Chiese Betta a Dacey. |
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