"Vergognarmi..." disse lui fissando Gwen "... perchè dovrei?" Scuotendo la testa.
Restò per un lungo istante in silenzio.
"Che motivi personali hai?" Chiese dopo un pò.

"Non so, sembri tutto in soggezione, anche se vuoi nasconderlo..." ora ero certa che mi avrebbe odiata, ma mi divertiva cercare di farlo uscire dal guscio.
Poi, alla fine, me lo chiede.
Sapevo lo avrebbe fatto.
"Credo che il mago sappia qualcosa sulla ragazza scomparsa. Fa parte del mio collegio e devo capire che cosa sa lui."

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Un attimo dopo quelle parole di Gwen lo spettacolo iniziò.
Elv entrò in scena sedendosi su una sedia ed apparendo come in meditazione.
So che non sono stato creduto..." disse "... perciò oggi non evocherò la coscienza di Onya o di Fash... ma cercherò di etrare in contatto con chi o cosa li ha portati via..."
Un mormorio si diffuse nel locale.
"Ma ciò avverrà nel prossimo spettacolo..." continuò il mago "... ora vi dimostrerò che non inganno nessuno... a prova di ciò vi dirò che domani, esattamente alle 12.28... un albero sarà sdradicato dal vento nella piazzetta comunale... finendo sulle giostre dei cavallucci... che nessuna madre domani a quell'ora porterà i propri figli in quel luogo..."
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Un attimo dopo, Elv entrò in scena, sedendosi su una sedia con aria contemplativa ed era strano vederlo più da vicino, rispetto alla platea ed il palco.
Le sue parole sollevarono un mormorio diffuso nella sala del locale, riguardo a ciò che sarebbe successo nello spettacolo successivo ed ancor più lo fece ciò che disse dopo, circa l'albero.
La mia attenzione si acuì, perchè davvero ora ero sempre più curiosa, cercavo di capire chi fosse e come facesse a dare quel che faceva.
Era un tipo molto strano ed io ero sempre più maledettamente curiosa.

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Elv proseguì lo spettacolo con qualche banale trucco di illusionismo, facendo apparire un coniglio, poi un paio di colombe ed infine si esibì in diversi numeri con carte da gioco.
Il pubblico però era rimasto colpito dalla sua previsione e quando lo spettacolo finì tanti parlottavano di ciò davanti al locale.
Anche Gwen e Brass allora uscirono da quel posto.

Lo spettacolo continuò con qualche normalissimo trucco, nulla di esaltante, dopo una tale rivelazione.
Infatti, anche quando fummo fuori dal locale, continuai a pensarci e a pensare ad Onya, a ciò che ci aspettava all'altro spettacolo, a cui non potevo assolutamente mancare.
Non sapevo se sarebbe stato davvero in grado di mettersi in contatto con chi l'aveva rapita, ma sapevo che ormai dovevo aspettarmi di tutto e che era meglio non dare le cose per scontate.

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"Quel tipo è un imbroglione." Disse ad un tratto Brass. "Sono certo che lui con qualcuno dei suoi domani farà cadere quell'albero." Fissando Gwen. "Solo un idiota ci cascherebbe." Ridacchiando il ragazzo.

"Disse quello che parla coi clown che predicono la fine del mondo" subito, con tagliente e pungente sarcasmo, guardandolo.
Avevo tante ragioni per sapere che Elv poteva non mentire, tutte estremamente personali, ma naturalmente Brass non poteva saperle.

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Brass guardò Gwen per un lunghissimo istante con un'espressione strana, cupa, quasi sprezzante.
"Sapevo che non dovevo dirti nulla..." disse "... alla fine sei come tutti gli altri..." voltò le spalle ed andò via, sparendo un momento dopo nel buio della sera, in una viuzza secondaria.

Si fece improvvisamente cupo e capii di essere andata, forse, un po' oltre.
Ma hey, non avevo potuto farne a meno.
Sbuffai alzando gli occhi in su mentre andava via.
"Hey, dovevo venire con te in un posto, l'hai detto tu" dissi ad alta voce, sperando mi sentisse, anche se ipotizzavo che si fosse davvero offeso.
"E se ti può interessare" continuai "Non sei stato l'unico a parlarci."

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Brass però era svanito e le parole di Gwen si persero nella sera, mentre la gente cominciava ad andare via dal locale ormai prossimo alla chiusura.

Niente, era proprio andato via.
Beh, avrei comunque trovato il modo di parlargli.
Il locale, intanto, era prossimo alla chiusura, vista l'ora e decisi di tentare la sorte per vedere se il mago fosse ancora nei paraggi, giusto per fare un paio di chiacchiere e non dover di continuo attendere gli spettacoli.

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Gwen provò a capire se il mago fosse ancora nel locale ed ebbe risposta affermativa dal proprietario, scoprendo però di dover attendere fuori che Elv uscisse.
Ciò avvenne dopo una mezz'ora abbondante, quando il mago ed il suo assistente lasciarono il locale, diretti verso il loro furgone parcheggiato lì vicino.

Il proprietario mi disse di aspettare fuori e così feci.
Dopo una mezz'ora abbondante, durante la quale attesi più o meno pazientemente, Elv e l'assistente uscirono, diretti al loro furgone.
Con ogni probabilità, l'uomo avrebbe cercato di linciarmi, ma non mi importava.
"Buonasera" salutai, attirando la loro attenzione "Mi chiamo Gwen. Come il suo assistente sa, sono la moglie dello sceriffo Herbert e vorrei scambiare qualche parola con lei" dissi al mago.
"Non tema, non sono qui per conto di mio marito. È un motivo personale piuttosto importante" lo rassicurai, con tono pacato, ma serio.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...0bbb0a77f4.jpg

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"Ancora lei." Disse l'aiutante del mago nel vedere Gwen.
"Aspetta..." lo zittì il mago, dedicando alla ragazza una lunga occhiata interessata "... magari è una mia fan ed io non deludo mai le ammiratrici." Rise. "Prego, mi dica tutto..." a Gwen.

L'assistente stava per lamentarsi, ma per fortuna lui lo zittì.
Accennai un leggero sorriso composto alla sua battuta.
"In privato, se possibile. Sì tratta di Onya" rivelai.

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Elv guardò ancora Gwen e mostrò un sorriso compiaciuto.
"Beh, pare che il mio spettacolo sia piaciuto..." disse "... ma ora sto tornando all'alberghetto dove alloggio... quindi se vorrà parlarmi temo dovrò invitarla in camera..." malizioso.

Lo guardai impassibile.
Che sfacciato.
Ma davvero l'aveva detto?
Sul serio?
Presi un respiro profondo, con un mezzo sospiro.
Poi, misi su la mia faccia migliore.
"Va bene, d'accordo" dissi alla fine, rendendomi conto che non ci sarebbe stato altro modo.

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A quella risposta Elv e il suo assistente si scambiarono un'occhiata eloquente, come a dire che infondo tutte le donne sono uguali.
"Ci sentiamo domattina, amico mio." Disse poi il mago al suo fedele accompagnatore. "Io sono impegnato con la giovane moglie del nostro sceriffo." Divertito.
L'altro rise, annuì e guardò Gwen, per poi andare via fischiettando.
"Prego." Il mago a Gwen, avviandosi a piedi verso l'albergo dove alloggiava.
Dopo una decina di minuti i 2 erano in camera di Elv.
"Beve qualcosa?" Lui a lei.

Sospirai fra me e me, all'occhiata che i due si scambiarono, oltre a ciò che disse dopo.
Pessimi, davvero pessimi entrambi...
Alla fine, ci dirigemmo all'albergo e poco dopo eravamo in camera.
"Quello che beve lei andrà bene..." mormorai con poco interesse, desiderando arrivare subito al punto.

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"Ah, bene..." disse Elv a Gwen, tirando allora fuori una bottiglia di vino "... attenta, questo è traditore." Ridendo, per poi riempire 2 bicchieri. "Prego... a cosa si brnda?" Dopo averle dato uno dei bicchieri.

"Ho le spalle larghe" risposi sorniona.
Poi, presi il bicchiere.
"Ad una giovane ragazza del mio collegio che è stata rapita e che rivorrei indietro" dissi, con un sorriso pacato e senza troppi fronzoli, per ricordare quale fosse il focus del nostro incontro.

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Elv guardò Gwen e poi finì il suo bicchiere.
"Si, dovevo immaginarlo..." disse prendendo altro vino "... ma anche io sto cercando di scoprire la verità... se ha assistito ai miei spettacoli allora saprà che anche io sto facendo delle indagini, a modo mio ovviamente." Sorridendole.

Presi anch'io un sorso e poi trattenni un risolino.
"Mi sembrava di essere stata chiara sul perché volessi parlarle. O pensava davvero che avessi accettato di venire con lei in una camera d'albergo?" con un sorriso furbo ed uno sguardo che lo era ancora di più, mentre lo guardavo al di sopra del bicchiere "Mi spiace di averla illusa..." dissi mortificata, anche se il mio tono suggeriva l'esatto opposto.
Qualche divertente rivincita ce la si poteva anche concedere di tanto in tanto.
"So bene che lo sta facendo. E la mia proposta è di unire le forze, per un obiettivo comune. Ho poche speranze che la polizia riuscirà nell'impresa e devo trovare quella ragazza."

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Elv rise e riempì ancora il bicchiere di Gwen.
"E' confortante questo." Disse. "Intendo per i miei piani. Più che altro incoraggiante direi." Facendole l'occhiolino.

Ridacchiai e scossi la testa, prendendo un altro sorso di vino e mettendo poi via il bicchiere.
Mi aspettava un ritorno in moto a casa, dopotutto.
"Mi illumini, allora" con fare interessato, ma sotto sotto divertito.

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"Beh, se lei nutre poche speranze sull'efficacia della polizia" disse Elv bevendo "allora di certo mi sento lusingato ed incoraggiato, soprattutto perchè suo marito è lo sceriffo." Guardando Gwen con malizia.

Sorrisi enigmaticamente e soppesai le parole da utilizzare.
"Ognuno dispone dei propri mezzi e sto arrivando a credere che quelli della polizia non siano sufficienti" risposi, con accorta diplomazia.
"Perchè lei sta indagando?"

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"Non invidio certo il buon sceriffo..." disse divertito e sarcastico Elv alle parole di Gwen "... si, anche io sto indagando... solo che uso i miei poteri per farlo." Guardandola. "Altro vino?"

"Neanch'io, mi creda..." dissi sorniona "Anche se sono certa stia facendo il possibile" annuii.
"Vino, moto e scarsa visibilità notturna credo non vadano molto d'accordo..." declinando con un sorriso divertito.
"Poteri, dice... Sono certamente un mezzo interessante..." con tono vago, volendo vedere fin dove arrivava.

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"Si, sono abituato agli scettici." Disse lui a Gwen. "E lei mi sembra una ragazza molto razionale, dico bene? Ma, mi chiedo... se non credein me e in ciò che faccio... perchè è qui? Forse pper il mio fascino?" Facendole l'occhiolino.

Che carino, faceva quasi tenerezza...
Sorrisi senza scompormi più di tanto, poi assunsi quasi un tono cospiratorio e divertito.
"Allora mi dia una dimostrazione per convincermi" mormorai, quasi fosse un segreto fra me e lui.

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Elv la guardò, sorrise e posò il bicchiere.
"Chiuda gli occhi..." disse a Gwen "... sgombri la mente da ogni altra cosa... e si concentri solo su noi ora qui..." con tono basso

Presi un respiro profondo e decisi di fidarmi completamente.
Ero qui apposta, del resto.
Chiusi allora gli occhi e feci come mi disse.
Liberai la mente di qualsiasi pensiero, com'ero abituata a fare da sempre se dovevo svolgere un incantesimo o un rituale, specie se complessi e mi feci guidare completamente da lui.

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"Così brava..." disse ianissimo Elv a Gwen "... si, così..."
Un attimo dopo la ragazza senti le labbra di lui premere su quelle di lei, avvolgendole in un bacio improvviso e rubato, cominciando a succhiarle per farle schiudere.

Anche la faccina diveritita, guardalo!
Mi misi a ridacchiare da sola nel guardare il cellulare.
"Ma no, pensavo che magari, vivendo qui se ne fosse parlato. Ad ogni modo, pensavo di fare un salto in città per scoprire qualcosa di più. Se ci sei possiamo pranzare insieme e raccontarci cosa NON abbiamo scoperto della piramide :laughing_lol1:".

Passò una frazione di secondo, prima che mi rendessi conto di cosa stava per fare.
Mi ritrovai in un bacio travolgente, intenso, uno di quelli che non ricevevo più da tempo ormai e al quale mi abbandonai per pochi secondi, prima di svegliarmi e dirmi che non era il momento.
Non sapevo se mi sentivo pronta a voltare pagina, dopo così poco tempo.
Di certo non con qualcuno conosciuto da mezz'ora, no, decisamente no.
Allora mi staccai ed allontanai il suo viso dal mio.
"È un peccato che lei abbia scelto di gettare tutto alle ortiche andando in questa direzione così banale, signor mago" con una smorfia "Avrebbe potuto essere una collaborazione fruttuosa, la nostra, sa? Avrei potuto sorprenderla. Ma lei non ha voluto..." con tono vago e dispiaciuto, prendendo la borsa ed alzandomi dal divanetto della stanza.

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"Perfetto. Allora ci vediamo al centro cittadino, dove c'è un ristorantino niente male chiamato La Florididda." Disse Roan nel suo messaggio a Destresya.
Intanto Gwen era nella camera del mago, ma dopo quel bacio stava andando via.
"Però ti stava piacendo..." lui avvicinandosi a lei "... o sei ipocrita e vuoi negarlo?"

Mi raggiunse dopo che mi fui alzata e osservai i suoi occhi neri.
Così diversi da quelli di Herbert, più accesi, luminosi, come raramente ne avevo visti.
Mi era piaciuta l'intensità con la quale mi aveva travolta, un impeto che Herbert non mi aveva più dedicato, nonostante la sua richiesta di quella notte, che era comunque unicamente frutto dell'abitudine e della sua illusione di amarmi ancora, quando invece non era così.
"Non fa alcuna differenza, non è ciò per cui ero venuta" risposi, guardandolo.

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"Invece fa differenza." Disse Elv prendendo la mano di Gwen per trattenerla. "Fa tutta la differenza del mondo. Dimmi che non vuoi più baciarmi. Dimmi che non lo vuoi come lo voglio io. Dimmelo e ti lascerò andare." Con i suoi occhi neri in quelli verdi di lei.