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Ridacchiai divertita scuotendo la testa.
Lo adoravo per il modo che aveva di dire le cose, il suo carattere, il suo modo di fare, tutto. Partimmo e raggiungemmo una delle pizzerie più rinomate di Capomazda City. "Devo dire che hai scelto bene per farti perdonare..." dissi piano sorridendo Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel sì, quella stretta.
Mi illuminai. Ero sua, sua soltanto. E lui era mio ora, e non avrei mai permesso a nessuno di mettersi tra noi, fantasmi o persone in carne ed ossa. Lo baciai. Ero felice, felice che quell'uomo così meraviglioso avesse scelto me, tra tutte le donne che poteva avere. E io non ero nemmeno una donna vera. Eppure diceva che ero speciale. E se lo diceva lui mi sembrava così vero. Avevo perso la testa ormai, ma non lo dissi, per non spaventarlo, lasciando come silenziosi ambasciatori dei miei sentimenti i baci intensi ma intimo che lasciavo sulle sue braccia. |
Clio fra le braccia di Guisgard si sentiva non solo felice ed appagata, ma speciale, unica e soprattutto donna.
Lui la stringeva a sé come solo un uomo vero sapeva fare, dandole un senso di appagamento e completezza totale. “Dai, andiamo a vedere cosa vuole il dottor Iasevol.” Disse sorridendole. |
Gwen ed Elv arrivarono nella pizzeria, per poi prendere subito posto ad uno dei tavoli liberi.
Era una chiara sera di fine Novembre, battuta da un freddo che soffiava su Capomazda City rendendo limpido il suo cielo ed intense le infinite luci delle strade e dei palazzi. “Beh, diciamo che so farmi perdonare...” disse lui prendendo la mano di lei “... prendiamo un paio di birre scure? O preferisci le chiare? Quanto alla pizza, ti consiglio di scegliere una delle specialità della casa... non resterai delusa.” Sorridendole. |
Quell'abbraccio era così bello, intenso e appagante, così nostro e intimo.
Poi quelle parole e sorrisi, alzando la testa a cercare il suo viso. "Si andiamo..." con un sorrisetto divertito "Si starà chiedendo dove siamo finiti.." con un risolino malizioso. |
“Beh, temo lo capirà subito” disse Guisgard divertito a Clio “se non ti sparirà quel rossore diffuso sulle gote.” Facendole l'occhiolino e prendendo il suo giubbotto.
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Risi piano a quelle parole, cercando di sistemarmi meglio.
Allora lo presi per mano e sorrisi. "Andiamo?" ero incredibilmente di buon umore "Chissà che ci deve dire.." poi trasalii "Dici che c'entra con l'allarme che è suonato prima?" Pensierosa. |
“Già, l'allarme...” disse Guisgard a Clio, infilandosi il giubbotto “... lo avevo quasi dimenticato... speriamo non sia nulla di che... o dovremo dare diverse spiegazioni... anzi, visto hai un'intelligenza superiore comincia ad elaborare una nuova scusa...” divertito.
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Dapprima risi divertita poi mi feci seria.
"Una scusa?" Preoccupata "Perchè - eravamo sotto la doccia e non si sentiva niente - non va bene come scusa?" Divertita. Sospirai "Spero di riuscire a inventarmi qualcosa..." facendogli l'occhiolino. |
“Beh, no...” disse Guisgard “... ovvio che non possiamo dirgli che eravamo insieme sotto la doccia... già tutti hanno una pessima opinione su di me in giro... figuriamoci se poi si viene a sapere che ho sedotto al mio arrivo qui la pupilla del capo... eh...” sorridendo a Clio.
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