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Nella sala era calata una strana inquietudine.
Fagas appariva nervoso, Ferico pensieroso, mentre Jean sembrava essere il più lucido dei tre. "Milord..." disse questi avvicinandosi al barone "... nessuno è così folle da sfidare il decreto che ha messo al bando ogni Capomazdesi. Sono certo quel testimone si sia sbagliato." "Vedremo..." annuì Ferico "... bene, pensiamo a goderci la serata adesso. I fantasmi non devono angustiarci." Guardò Dacey. "Dite, milady... siete ansiosa di vedere i migliori cavalieri di Monsperon?" |
"Oltre il limitare della boscaglia." Disse Frate Roberto ad Altea. "Lì troverete una casa non troppo grande, dove vive quella povera famiglia." Sorrise. "Se poi il lavoro alla taverna richiede la vostra presenza, allora una volta condotto là il buon ser Alvaro, potrete poi recarvi cola' per riprendere le vostre mansioni."
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Chiunque fosse l'uomo misterioso, la sua sola idea faceva venire paura a Ferico, riuscivo a leggerlo nei suoi occhi e la cosa mi divertiva. Avrei tanto voluto conoscerlo e fargli i complimenti.
La domanda del barone, che in tutti i modi cercava di distrarsi e riprendersi, mi lasciò da pensare. Avrei tanto voluto dire che non mi importava assolutamente di nessuno di quei cavalieri ma sapevo che questo lo avrebbe fatto arrabbiare, e anche molto. << Se questo vi compiace, allora si, sono curiosa di conoscere gli ospiti di questa sera>> Il mio atteggiamento, la mia strategia era stata quella di assecondarlo, ma con estrema indifferenza, mettendo subito in chiaro che non ero interessata alla persone intorno a me. |
Il bambino sorrise a Gwen ed annuì come a volerla ringraziare.
Ma in quello stesso momento accadde qualcosa. Alcune figure apparvero lungo la strada, dirette proprio alla casa della giovane. "I soldati..." disse spaventato il bambino "... mi hanno trovato... devo nascondermi..." riconoscendoli da lontano. |
Sorrisi al frate.."Non preoccupatevi, l' ora sarebbe tarda..si vedrà..il fatto è che sono tre giorni non mi presento al lavoro e sapete..un buon lavoro è sempre meglio tenerselo, io solitamente lavoro dall' alba fino al pomeriggio..potrei dire sempre di essere stata ammalata..in taverna nessuno sa della mia vita e di Tomas" e guardai il frate seriamente.
"Bene, andiamo da questa famiglia, speriamo non sia nulla di grave...domani torneremo da voi per mettervi al corrente, stanotte ospiterò il nobile ser Alvaro nella mia rocca, poi si vedrà dove sistemarlo". Salii su Cruz e feci segno al cavaliere di partire verso quella casa, ero curiosa di sapere cosa necessitassero. Ci congedammo e attraversammo il bosco.."Chissà cosa sarà mai successo, spero quella famiglia non sia in pericolo anche perchè frate Roberto ha detto ci daranno loro le direttive sul da farsi..è strano". L' aria fresca della sera accentuava il profumo della terra bagnata e del bosco, già si udivano i primi suoni dei rapaci notturni, galoppamo sicuri per raggiungere la casa. |
Clio si preparò ed indugio' davanti allo specchio un momento in più, preda di antichi ricordi.
Poi le voci dei suoi compagni la destarono e li raggiunse. I suoi compagni avevano imparato a conoscere il suo stile e la soffusa eppur presente raffinatezza nel vestire. I mercenari, così, raggiunsero il grande salone, dove tutto era pronto per la cena. Il barone era già presente e con lui vi erano Dacey, Fargas e Jean, oltre ad alcuni cavalieri che avevano fatto il loro ingresso proprio in quel momento. E nel vedere arrivare i Montanari, Ferico fu subito preso dall'aspetto di Clio, ora che la ragazza si era abbigliata in maniera più simile ad una donna. "Per tutte le Valchirie del Walhalla..." disse il nobile barone "... ignoravamo che una simile bellezza si celasse sotto i maleodoranti panni di un mercenario... di certo li sedurrete i vostri nemici, prima di ucciderli. Un po' come la mantide." Rivolto divertito a Clio. "Eh, stasera dunque a questa nobile tavola si sfideranno due modelli di bellezza... quello occidentale, biondo e pallido della nostra mercenaria, contro quello esotico, bruno ed infedele della nostra ospite." Indicando poi Dacey. "Scegliere è impresa ardua, non credete?" Chiese poi a Jean e Fagas. "Sono bellezze degne della vostra presenza, milord." Con un inchino Jean. Il Maresciallo invece non disse nulla, restando a fissare Clio, di certo colpito ed affascinato da come ora la bella mercenaria di Miral appariva in quella sala. |
Il misterioso brigante sorrise a quelle parole di Gaynor.
"Allora, pur non essendo un gentiluomo, vista la mia bucolica e selvaggia dimora, mi atterro' alle regole della cortesia che andate evocando, milady e farò come domandate." Disse annuendo. "Sarò lieto di ascoltare quanto desiderate raccontarmi, ma vi chiederò prima di seguirmi. A meno che non temiate di essere condotta nella tana del lup." Ridendo di gusto, per poi indossare il suo mantello e porgere cavallerescamente la mano alla bella dama del Sud. |
Ecco tutta la corte riunita. Tutti li al cospetto del barone.
Forse loro si ritenevano anche liberi, ma a ben guardare non lo erano. Nessuno lo era. Chi più chi meno obbediva agli ordini che arrivavano dalla bocca del barone e questa sera erano tutti accorsi alla cena, per poter restare nelle sue grazie, regalando finti sorrisini e complimenti vuoti, parlando si argomenti insipidi. Tutto per compiacere un solo uomo. Ferico. Io ero la prigioniera in quella sala. Ma forse anche la più libera. Almeno io avevo la speranza, la speranza di andarmene presto. A loro che restava se non il barone e la pantomima che andava avanti durante ogni cena. I miei pensieri si erano fatti più cinici del solito quel giorno ma era frutto degli avvenimenti, la morte di Chandra e la mia rabbia che dovevo per forza mascherare. Quando entrarono i mercenari notai anche io la donna con loro. Me la ricordavo, a una cena precedente. Ma questa volta aveva messo in luce la sua femminilità non nascondendola in una divisa. Anche lei sarebbe stata un trofeo di Ferico quella sera, usata per deliziare i suoi occhi e quelli degli altri commensali. Mi chiesi se se ne rendeva conto oppure se ne infischiava. A guardarla probabilmente la seconda opzione era quella corretta. E faceva bene. |
Sorrisi al bambino.
Ad un certo punto, però, accadde ciò che non avrei voluto. Dalla strada spuntarono infatti i soldati. "Entra, presto" facendolo entrare e chiudendo subito la porta. Speravo davvero che non lo avessero visto, intanto il mio cuore batteva all'impazzata per l'agitazione. |
Altea ed Alvaro galopparono fin verso il limitare della boscaglia, dove intravidero le luci di una piccola cosa isolata tra la vegetazione, ai piedi di un ridente poggio.
"Ecco la dimora." Disse il cavaliere. "Rechiamoci a domandare di cosa hanno bisogno." Raggiunta la casa, i due videro nello spiazzo una donna intenta a portare dentro due secchi d'acqua. |
Sorrisi al Capo. "Non temo affatto di seguirvi..." gli risposi prendendo la mano che mi porgeva. "Verrò dove volete, milord..."
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Raggiungemmo così la sala dove il barone e i suoi ospiti ci attendevano per la cena.
Il barone sembrò sorpreso nel vedermi vestita in quel modo, ma la cosa era prevedibile. Mi limitai a squadrarlo con uno sguardo di sufficienza e un sorrisetto impertinente. Non amavo i commenti sul mio aspetto, ma sapevo bene che un cliente non andava mai contraddetto. "Sì, a volte torna utile, gli uomini tendono a sottovalutare una bella donna... abbassano le difese, credendosi superiori.." prendendo posto insieme ai miei "Un'arma come un'altra.." alzando le spalle con noncuranza. Sorrisi invece alla ragazza orientale, che ancora non avevo capito bene in che ruolo fosse lì, ma a giudicare da ciò che nascondeva il suo sguardo, era l'ultimo posto in cui voleva essere. Mi chiedevo come gli uomini potessero essere così ciechi da non vederlo. Ma probabilmente, per lei era meglio così. |
"Per le rughe di Platone..." disse Ferico divertito, dopo aver preso posto a tavola con tutti i presenti "... una donna che unisce bellezza, abilità militare e saggezza! Un simile portento è forse da amare, adorare oppure uccidere?" Fissando Clio. "È voi invece?" Rivolto poi a Dacey seduta accanto a lui. "È vero che il sentimento di invidia coglie voi donne davanti ad una che può gareggiare con voi? Oppure voi dame infedeli siete immuni dai normali stati d'animo che provano le donne Battezzate?"
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<< Invidia?>> lo guardai scuotendo la testa leggermente.
<< Perché dovrei? Io e questa dama siamo molto diverse. Io sono felice di come sono, perché dovrei invidiare qualcuno altro? Più che altro posso ammirare un'altra donna per il portamento o il gusto nel vestire. Magari prendendone spunto ma invidia...direi proprio di no. Mi sembra alquanto sciocco e denota anche una scarsa stima di se stessi>> |
"Uccidere, solitamente..." con un sorriso vagamente divertito "Ma non è così semplice..".
Restai colpita da quelle parole del barone alla ragazza. Era davvero un idiota. Lei no, però e sorrisi a quelle parole. "Milady ha ragione, barone.." dissi, annuendo "Ogni donna è unica, così come ogni uomo.. e l'invidia è per coloro che non sono soddisfatti di loro stessi... individui da compatire, il più delle volte..". |
Finalmente raggiungemmo la casa, una donna stava prendendo l' acqua e la chiamammo.."Signora..ci manda frate Roberto".
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Gwen fece entrare il bambino in casa rapidamente e per fortuna i soldati di non lo videro.
I militari però raggiunsero la casa della ragazza e bussarono. "Aprire, in nome del barone." Disse uno dei militari. |
Sentii bussare.
Portai velocemente il bambino in camera, chiusi la porta e andai ad aprire, cercando di apparire tranquilla. |
Il misterioso fuorilegge condusse per mano Gaynor attraverso il folto bosco, scendendo un lieve e odoroso pendio, fino a raggiungere lo stagno sottostante.
Qui il brigante raccolse la sua camicia e gli stivali, indossò il tutto e poi portò la dama Flegeese sotto una larga e poderosa quercia, dove raccolse sterpaglie e rami secchi. "Ahimè, non disponendo di castelli e torri" disse il capo mentre accendeva il fuoco per scaldare la sua bella ospite "devo offrirvi come dimora questo letto di foglie ed eriche, milady. Il tutto scaldato da questo fuoco ed allietato, spero, dalla mia compagnia." Sorridendole. "Vi ascolto... di cosa volevate parlarmi, milady?" |
Ferico dimostrò in pochi istanti quanto maldestro, ottuso e poco sensibile fosse.
I presenti, pur comprendendo la grettezza del loro signore, evitarono, naturalmente, di palesare la cosa. "Che dame modeste abbiamo a questa tavola." Disse sarcastico il barone per poi bere. "Modeste e virtuose. Non credete, messeri?" Rivolto a Fagas e a Jean. "La bellezza di queste dame" fece e quest'ultimo "sta negli occhi di chi le guarda, milord. Ossia voi." "Sempre acuto e saggio il nostro messer Jean." Annuì Ferico. "È voi, Maresciallo?" Ma Fagas quasi neanche prestò attenzione alle parole del barone, preso com'era a seguire l'immediatezza del suo istinto e ciò lo portava a fissare con insistenza la bella Clio seduta non troppo lontana da lui. "È mentre il nostro Maresciallo" Ferico accorgendosi dell'interesse di Fagas per la mercenaria "tenta con le sue occhiate di far arrossire le belle e pallide gote della fascinosa mercenaria, diteci, milady, qualcosa circa le abitudini riguardo la caccia nelle vostre selvagge e peccaminose terre." Chiese a Dacey. |
La donna si voltò di scatto nell'udienza la voce di Altea, per poi avvicinarsi a lei ed al cavaliere.
"Salute, signori..." disse la donna "... Frate Roberto è amico di questa casa e mai si dimentica di noi. Dio lo benedica." "Diteci, signora, di cosa necessitate?" Chiese Alvaro. "Eh, messere..." mormorò la donna "... di tante cose... siamo poveri e bisognosi... ma ciò che ora più ci preme sono le condizioni di nostro figlio malato... occorrono delle cure costose e l'unica nostra possibilità sarebbe quella di vendere la mucca... ma mio marito non vuole..." |
Gwen aprì la porta e trovò sulla soglia alcuni soldati.
"Salve, bella ragazza..." disse uno dei militari alla giovane "... stiamo cercando un piccolo delinquente... l'hai forse veduto?" |
Non commentai le parole del barone, né mi sfuggì l'ossequioso commento del cortigiano.
Ogni corte era così, piena di gente che mente pur di compiacere il signore. Era molto più divertente essere nella posizione di poter dire ciò che si pensava. Dopotutto chi si aspetta cortesia e raffinatezza da dei rozzi mercenari? Alle parole del barone mi accorsi che il maresciallo mi stava effettivamente guardando. Gli lanciai un'occhiataccia, e poi distolsi lo sguardo. Farmi arrossire? Nascosi un sorriso divertito a quel pensiero. Clio arrossiva solo se era parte del piano. Era già difficile far arrossire Lila a suo tempo. Eppure qualcuno ci era riuscito. Ma proprio per quello far arrossire Clio era ancora più arduo, pensai, scacciando quel ricordo fastidioso. Clio era molto più forte di quella ragazzina, Clio aveva armato il suo stesso cuore, memore di quanto accaduto a Lila. Tornai a concentrarmi sulla cena, col barone che non voleva saperne di lasciare in pace quella ragazza. |
Perché non si decideva a lasciarmi in pace. Anche solo il suono della sua voce mi irritava.
<< Non caccio. Io non amo uccidere. Che sia uomo o animale>> e nel dirlo lo guardai irritata, << ho tuttavia un falcone. Ma più per la bellezza di questo animale che per le sue abilità venatorie>> In realtà ero stata a caccia, qualche volta, con mio padre. Di solito oltre al mio falco usavo l'arco per colpire le prede ed ero brava. Precisa e non avevo esitazioni una volta puntata la preda. Adoravo sentire il sibilo della freccia che fendeva l'aria. Ma non dissi nulla. Ferico non avrebbe avuto tutte le soddisfazioni |
Sospirai.."Posso capirvi milady..io sono una del popolo come voi..qui si va avanti a giornata, e per fortuna vi sono uomini come frate Roberto...forse vostro marito non vuole vendere la mucca perchè è un mezzo di sostentamento, ma vostro figlio viene prima di tutto...quindi cosa dovremmo fare..siamo pronti a fare qualsiasi cosa, vero ser Alvaro" sorrisi al nobile.
Mi affidai a San Michele per risolvere la situazione...eravamo soliti rivolgerci al Capo delle Milizie Celesti io e lui..ora lo dovevo fare sola. |
Aprii la porta e trovai quei militari.
"Purtroppo no, non ho visto nessuno. Non posso esservi d'aiuto, mi dispiace" con espressione dispiaciuta "Avrei di certo avvertito, se avessi notato qualcosa di strano. Non voglio certo avere problemi" con un sorriso di circostanza. Piccolo delinquente... Cosa si dovrebbe dire di voi, allora? Scacciai subito quel pensiero, per evitare di apparire contrariata e attesi che andassero via. |
"Che spreco..." disse Ferico a quelle parole di Dacey "... un falco dato in dono ad una donna... neanche usato per cacciare... ma si sa, voi infedeli riconoscete più importanza alla vita degli animali, rispetto a quella degli uomini. Anche perché siete più simili alle bestie che a noi altri uomini." Ridendo Ferico. "Non la trovate arguta questa nostra battuta, messere?" Rivolto a Jean.
"Qui a Sygma" rispose questi "siete celebre per la vostra arguzia, milord." "Si, vero." Annuì divertito il barone. "Suvvia, che si discuta di caccia seriamente ora. E naturalmente anche questi valenti mercenari possono partecipare." Fissando Clio ed i suoi uomini. "Come dicono i Capomazdesi" fece uno dei cavalieri presenti alla cena "la caccia è ciò che ha reso gli uomini diversi dalle bestie, in quanto i primi braccato anche senza le motivazioni della fame." "Ser Ghirel..." fissandolo il barone "... mi meraviglia di come apprezzate la virile cultura Capomazdese... ma forse ritenete che essa sia più adatta ai misteri della caccia e della guerra, giusto?" "Milord..." rispose Ghirel "... ho studiato la cultura dei Capomazdesi ed in fede posso bene dire, con licenza, che essa è la naturale lingua della caccia, della guerra ma anche dell'Amore, con cui le dame possono essere conquistate ed i nemici sconfitti." "Quanta romantica adulazione per quella cultura nemica..." seccato il barone "... eppure nonostante tutto i nostri antichi invasori non sono riusciti a conquistare questa nostra bella Sygma." Per poi ridere forte. |
"Si..." disse annuendo la donna ad Altea "... la mucca ci serve per sfamare l'intera famiglia e mio marito non può venderla o moriremo tutti di fame... purtroppo se non possedete il denaro che ci occorre ben poco potete fare..."
"Possibile" stupito Alvaro "che una mucca sia più importante di vostro figlio?" "Purtroppo siamo molto poveri" mormorò la donna "e la mucca è la nostra unica ricchezza..." |
Sentivo le mia labbra lottare contro la mia resistenza, per trasformarsi in una smorfia invece che restare un sorriso.
<< Avete ragione... Non so se oso troppo ma... Vorrei tanto vedere voi valorosi uomini in azione, a caccia. Forse potrei apprender qualcosa>> E conficcarti una bella freccia al centro della fronte, aggiunsi solo con il pensiero guardando il barone |
"Allora se lo vedi avvertici..." disse il soldato a Gwen "... dobbiamo catturarlo, per poi arrestare anche suo nonno. Sono tutti delinquenti." E fece per andar via, ma uno dei suoi compari lo fermò.
"Ehi, vuoi andare e lasciare tutto solo questo bel bocconcino?" Indicando Gwen. "Magari si annoia e cerca compagnia..." con fare lussurioso. |
Caccia.
Mi era sempre piaciuta la caccia, mio padre era solito partire per battute di caccia, e ogni tanto mi portava con lui. Anche se non potevo fare granché. La caccia è un affare da uomini, così come la guerra. Mio fratello invece non la amava granché, andava alle battute di caccia per poter stare vicino a nostro padre, che vedevamo raramente. Da Montanara invece avevo potuto cacciare come si doveva nelle varie tenute in cui venivamo ospitati. Non apprezzai le parole rivolte alla ragazza, evidentemente non perdeva occasione per sancire la sua superiorità. E un uomo che deve rammentarla tanto spesso, evidentemente non la possiede davvero. Restai invece piacevolmente colpita dalle parole del cavaliere. Capomazda... Terra nobile, fiera e virile come i suoi abitanti. La ricordavo sempre con piacere, anche se le nostre strade si erano incrociate per poco tempo. La terra, Clio? Sì, la terra... Clio non conosceva altro, dopotutto. Ed era meglio così. A giudicare dalle parole del barone, era infastidito dalle parole sui Capomazdesi, segno che la contesa non era affatto finita. Quell'argomento andava approfondito assolutamente, se volevamo liberarci dei briganti. Ma mi limitai ad ascoltare quella conversazione, assorbendo più informazioni possibili che potessero essere utili alla nostra missione. |
Guardai la donna e sorrisi, mentre avevo messo a posto la casa e andata in camera avevo preso i pochi soldi guadagnati, dovevo usarli per prendere le sedie..tirai fuori il sacchetto.."Ecco a voi milady, la mucca potete tenerla, ci sono abbastanza soldi per prendere medicine a vostro figlio...io lavoro, e ne guadagnerò altri..so cosa significa vivere alla giornata e sperare...".
Guardai sir Alvaro, egli non poteva capire tutto questo, mi sentii fiera di me stessa..finalmente. http://i68.tinypic.com/ohts3n.jpg |
Feci un leggero sorriso di circostanza e feci per chiudere la porta, quando quella frase mi bloccò e mi gelò il sangue.
"Buonanotte" dissi con tono secco. Chiusi con uno scatto la porta, chiudendola a chiave con due mandate. Tornai allora dal bambino nella mia camera da letto. "Ehi, non credo sia prudente uscire adesso. Anzi, probabilmente non credo sia prudente uscire del tutto..." mormorai pianissimo. "Mi spieghi perchè ti cercano? È per tuo nonno?" |
Altea diede generosamente quel sacchetto alla donna e quella scoppiò in lacrime.
“Madama, che il Cielo vi ricompensi...” disse la donna “... siete un Angelo di misericordia... io non so che dire...” “Ciò vi fa onore, milady.” Alvaro ad Altea. Ma ad un tratto si udirono dei cavalli. Un attimo dopo dalla vegetazione apparvero alcuni uomini a cavallo. Erano i soldati del Maresciallo. |
Gwen per tutta risposta chiuse la porta in faccia ai soldati.
“Razza di sgualdrina...” disse uno di quelli “... ora ti insegnerò io l'educazione...” e fu sul punto di sfondare la porta. “Fermo.” Un altro di quelli. “Non abbiamo tempo per queste cose. Dobbiamo trovare quel moccioso. Ci sarà occasione per dare una lezione a quella smorfiosa.” E andarono via. Nella casa, intanto Gwen era col bambino. “Hanno malmenato mio nonno ed io ho cercato di aiutarlo.” Spiegò il piccolo. “Per questo mi cercano. Ho tirato con la mia fionda dei sassolini sui loro elmi.” |
“Per Diana” disse il barone “e tutte le vergini di Grecia!Ammesso esistano ancora delle vergini a questo mondo!”
E tutti i presenti risero. “Avete udito la nostra berbera bellezza?” Ferico ai suoi commensali. “Potremmo noi negare una tal cortese e leggiadra richiesta? Posta da una dama che possiede così tanta sensuale e peccaminosa beltà?” Guardò sorridente Dacey. “E sia, milady!” Annuì il signore di Monsperon. “Domani uscirete con noi per una battuta di caccia sul demanio baronale!” Fissandola compiaciuta. “Eh, ogni vostra richiesta è praticamente un ordine.” “A proposito di caccia” intervenne Fagas, finalmente destatosi dai suoi insistenti sguardi verso Clio “pare che sia accaduto qualcosa stamani sulle vostre terre.” “Cosa?” Turbato Ferico. “Un cervo...” disse il Maresciallo “... un cervo è stato ucciso. Manca infatti secondo le stime dei guardiacaccia.” “Ancora qualche miserabile che caccia sulle mie terre!” Adirato Ferico. “Non bastano dunque le leggi e le punizioni esemplari? E neanche tutti quegli uomini che sono stati impiccati lungo la strada tra Monsperon ed il bosco di Clantes? Il colpevole deve essere assolutamente catturato e punito in modo esemplare!” “Così sarà.” Annuì Fagas. “Non si sa nulla del trasgressore?” Chiese il barone. “No, milord.” Rispose il Maresciallo. “Nessuno lo ha veduto. Forse ha ucciso il cervo con un'unica e precisa freccia.” “Nonostante i tanti guardiacaccia che paghiamo?” Gridò Ferico. “Deve trattarsi di un arciere formidabile...” mormorò Kostor. “Foss'anche il diavolo in persona” tuonò Ferico “deve penzolare con un cappio al collo!” In quel momento, all'improvviso, le porte della sala si spalancarono e qualcuno entrò. "Chi osa entrare così?" Urlò Ferico. http://www.basilrathbone.net/films/robinhood/rh503.jpg |
Sorrisi appena a quella conversazione suscitata dalla richiesta della ragazza orientale sulla caccia.
Quella faccenda mi incuriosiva, anche se non erano affari miei, ma era sempre divertente vedere come certi uomini fossero ciechi e non comprendessero le sfumature nelle parole o nello sguardo di una donna. E qualunque cosa avesse in mente quella ragazza, le augurai potesse andare in porto. Poi il maresciallo avvisò il barone che mancava un cervo. Doveva aver ridotto il popolo alla fame se si arrischiavano a cacciare un cervo nel demanio baronale, poi pensai ai briganti e la cosa non mi sembrò così strana. Poteva essere anche un gesto di sfida, di goliardia. Sì, aveva senso dopotutto. Ma poi qualcosa attirò l'attenzione di tutti. Qualcuno entrò non annunciato, suscitando l'ira del barone e lo stupore dell'intera sala. Come gli altri, mi voltai a vedere chi fosse, con viva curiosità. |
Rimasi intenerita da quelle parole e gli accarezzai dolcemente una guancia.
"È stato molto coraggioso da parte tua. Coraggioso, ma folle. Non devi imbarcarti in queste cose, è pericoloso. Sono venuti anche da me, alcuni sodati, per lo stesso motivo e solo perchè avevo detto delle cose poco carine su di loro" ridendo piano cercando di sdrammatizzare, anche se al pensiero mi terrorizzavo "Puoi dormire qui, stanotte. Tanto non credo che riuscirò a riprendere sonno e non mi va di saperti li fuorì di notte, solo e con quei soldati senza scrupoli che ti cercano" guardandolo, poi sorrisi "Puoi chiamarmi Gwen, tu come ti chiami?" |
Ogni mia richiesta un ordine.
Ma che ironia aveva il barone quella sera. Gli rivolsi appena un mezzo sorriso e voltai lo sguardo infastidita. E per la prima volta dall'inizio della cena mi rivolsi a Jean. L'unica persona della sala ad essere mia amica, o forse solo a fingere di esserlo. Non avevo alcuna certezza purtroppo. Non potevo fare altro che fidarmi. Il barone ebbe uno scatto d'ira alla notizia dell'ennesimo bracconiere nelle sue terre. Fosse successo a mio padre sarei stata dalla parte sua ma essendo Ferico, beh, una parte della mia simpatia andava al ladro. Come già era successo. Sperai che questo non venisse catturato e che continuasse con le sue malefatte per far venire il mal di testa al barone a furia di arrabbiarsi. Il rumore delle porte fece voltare anche me verso quella direzione, come tutti gli altri incuriosita dal misterioso avventore |
"Non piangete milady...tra noi è doveroso aiutarci..pensate a curare vostro figlio ora".
Ma mentre parlavo sentimmo dei rumori dalla vegetazione, erano gli uomini del Maresciallo e un certo senso di odio mi pervase...mai farsi gli affari propri, davvero. Alzai il cappuccio del mantello, non potevo riprendere i soldi altrimenti io non avevo giustificazioni e sussurrai alla donna "State calma e serena" per poi riprendere in modo sentissero e facendo l' occhiolino alla donna "Vi è umido stasera...comunque ringraziate vostro marito..io col mio lavoro non ho tempo di andare a prendere quelle sedie, quindi se può andare lui a ordinarle e pagare il falegname da parte mia sarebbe un sollievo" rimanendo impassibile..era la migliore tattica, ma ser Alvaro non sapeva chi fossero e sfoderai le mie altre doti di attrice voltandomi verso i soldati e mettendo una mano al petto quasi preoccupata.."Oh, i soldati del Maresciallo e del barone, non mi ero accorta di voi...ma ci dobbiamo preoccupare" guardando la donna e il nobile "Se siete da queste parti, forse vi sono quei delinquenti in giro, a causa delle loro scorribande non si può mai girare tranquilli...per fortuna vi sono uomini come voi che ci proteggono" sperando ci lasciassero tranquilli e, soprattutto, non prendessero i soldi alla donna, ma la mia mano era pronta sull' elsa della spada anche se non volevo usarla. |
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