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Icarius guardò Clio e poi abbassò il finestrino dell'auto.
Nel caos generale una macchina della polizia attraversava le strade Armando con un megafono alle gente, ordinando di restare tutti chiudi in casa. Icarius allora scese dalla macchina e si avvicinò ad un poliziotto chiedendo cosa stesse accadendo. "Le macchine sono impazzite" disse il poliziotto "e si sono rivelate." |
Era tutto così assurdo, così terribilmente assurdo.
Non avevo idea di cosa stesse succedendo ma sapevo di doverlo e volerlo scoprire. Così mi alzai e seguii icarius fuori dalla macchina. Sbiancai alle parole dell’agente. “Cosa?” Esclamai. Forse davvero il giorno che avevamo tanto atteso noi Antichi stava arrivando? |
“Nella mia villa laboratorio.” Disse il nonno di Elv a Gwen. “Qui saremo al sicuro, per ora.” La macchina si fermò davanti all'ingresso. “Vieni, siamo arrivati.” Scendendo.
Entrarono in casa. Era una grossa residenza, arredata in modo retrò. C'erano diversi quadri, ma una dominava l'intero salotto. Era quello di una ragazza. |
“Già, ci vuole ben più di un Crocifisso...” disse Hiss al prete “... almeno una vocazione... e qualche buona azione quotidiana... ne ha fatte lei di buone azioni oggi?”
“Sono davvero un prete...” l'altro “... la porta era aperta e siccome a breve pioverà ho pensato di entrare...” a lui e ad Altea. “Aperta?” Ripetè Hiss. “Non è vero, c'era l'allarme.” “No, era aperta...” ribadì il prete “... controllate...” Hiss controllò. “Si, in effetti l'allarme è scollegato...” mormorò “... ed è stato disattivato dall'interno...” |
Anche Icarius come Clio restò profondamente sorpreso.
“Cosa...” disse “... cosa significa?” “Ciò che ho detto...” fece il poliziotto “... le macchine sono impazzite... tutte... telefonini, computer, sistemi satellitari, robot... tutto ciò che funzione grazie alla tecnologia è ormai fuori controllo...” |
Lo seguii all'interno della villa.
L'arredamento era molto retrò, ma non era male, anzi mi piacque molto. C'erano anche molti quadri. Incluso quello di una ragazza. Avevo cercato di non farlo, ma non c'ero riuscita. "Quella ragazza, è Ilaria?" Probabilmente, se non Elv, almeno lui me lo avrebbe detto, visto quanto mi aveva rivelato. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il vecchio guardò il ritratto e poi Gwen.
“Si, è lei.” Disse annuendo. “E' Ilaria.” |
A quelle parole del poliziotto restai profondamente colpita e per un momento cambiai espressione, un’espressione diversa più austera e solenne.
Quante volte avevamo profetizzato quel momento? In quante riunioni nel nostro covo sotterraneo ne avevamo parlato? Non riuscivo a ricordarlo ma sapevo che il tempo era giunto e che noi, al contrario dell’uomo moderno schiavo delle macchine, eravamo pronti a combattere. Annuii quindi al poliziotto, con una strana espressione sul viso. “Infine..” sussurrai, voltandomi poi verso icarius. “Quindi dovremo anche lasciare l’auto..” pensierosa, chiedendomi lui che cosa pensasse di tutto quello. |
Bene.
Primo ostacolo: superato. "Chi era, per voi? Una parente, un'amica..." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius istintivamente guardò l'auto.
“E' un vecchio modello...” disse a Clio “... non ha la scheda di accensione e neppure il cambio automatico... non credo ammattirà lungo la strada... venga, torniamo all'Arena Fap...” E tornarono rapidi all'impianto sportivo. |
“Era la ragazza di Elv.” Disse il nonno a Gwen, restando a fissarla.
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Dovevo ammetterlo, ci rimasi secca.
Cercai di non farlo a vedere, ma il mutismo, anzi, l'incapacità totale di parlare che mi aveva assalita non mi aiutava. Intanto lui mi fissava. Ed io dovevo dire qualcosa. In fretta. "Cosa le è successo? Dov'è ora?" mormorai, ma una piccola parte di me mi dava dell'idiota, immaginando già la risposta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Annuii ad Icarius, sollevata.
“Ottimo... si, certo..” Salimmo in macchina e tornammo indietro, e io di tanto in tanto sbirciavo lo sguardo di icarius per capire che cosa stesse pensando. Chissà se ricordava poco prima, probabilmente ero una sciocca a credere che lo avesse in qualche modo colpito quando successo. Cosa? Non era successo assolutamente nulla... infatti! Restai in silenzio, osservando fuori dal finestrino il mondo impazzito. Forse io ero impazzita con lui, se mi importava così tanto dei pensieri di uno sconosciuto. Se il suo distacco mi faceva più male di quanto potessi ammettere a me stessa. |
“E' morta.” Disse il nonno a Gwen.
Ma un attimo dopo cominciarono ad udirsi dei rumori contro le finestre. “Sono tornati!” Il nonno. “Quei dannati uccelli!” E corse verso le finestre per chiudere tutte le tapparelle e le imposte. |
L'auto sfrecciava per le strade caotiche e trafficate.
I semafori erano in tilt, così come le insegne e le porte automatiche dei palazzi e dei negozi. “La città è come impazzita...” disse Icarius mentre guidava “... lei cosa pensa?” A Clio. “E' spaventata, dottoressa?” |
Bene.
Secondo ostacolo: buttato giù rovinosamente. Penalità, signorina Ygraal. Poi, come se non bastasse, i maledetti uccelli, di nuovo. Tutti contro le finestre. Allora lo imitai e sbarrai tutte le porte e le finestre, per impedire che quei maledetti entrassero anche qui. Elv, dove sei? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen ed il nonno di Elv chiusero tutte le imposte ed abbassarono ogni tapparella.
“Questo dovrebbe fermarli...” disse il vecchio “... finchè sono comuni uccelli il rischio è solo uscire all'aperto... il problema sono le piante... rilasciano pollini nocivi che alterano il sistema nervoso umano... ma il vero pericolo sono le macchine... oggi come oggi l'uomo è troppo dipendente dalle macchine...” |
Dalla freddezza e compostezza nella voce di Icarius capii che probabilmente avevo immaginato tutto. Ero stata davvero così stupida da essermi fatta coinvolgere in quel modo?
Possibile quindi che avessi sentito tutto quello solo io? Che mi fossi immaginata tutto? Eppure... era così distante e freddo che non poteva essere altrimenti. Guardavo fuori dal finestrino, per non mostrargli i miei occhi tristi e colmi di delusione, non avrebbe capito, probabilmente mi avrebbe presa per pazza. “No..” dissi poi, senza voltarmi “Io sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, e sono pronta ad affrontarlo...” dissi solo, freddamente. “E lei, che cosa pensa?” Riprendendo le distanze col “lei” come aveva fatto lui per primo. E dire che quell’incanto era stato davvero così bello... anche se era solo una mia illusione. |
Sbarrammo tutte le finestre e sperammo che ciò servisse da deterrente contro gli uccelli.
Ascoltai poco o nulla di ciò che disse, mi accovacciai su una poltrona e rimasi a pensare. Pensare ad Elv, a come doveva essere stata la sua storia con Ilaria prima che morisse. Una stretta feroce si impossessò di me, al centro dello stomaco e un attimo dopo pensai se fosse sbagliato provare certi sentimenti negativi verso i morti. Ma poi mi dissi che, hey, non si doveva essere santi solo perché si era morti, a quest'ora avrebbero dovuto esserlo tutte le persone morte. E si trattava di Elv, quindi no, non era sbagliato affatto esserne gelosa e quasi odiarla. Nel frattempo, la mancanza di lui era sempre più forte, feroce come quella stretta allo stomaco e diventava sempre più insostenibile. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius guardò Clio.
“Sapeva...” disse “... come sarebbe a dire? Sapeva già che ciò sarebbe successo? Che le macchine sarebbero impazzite? E come? Un'equazione matematica lo prevedeva come una profezia? Forse per qualche assurda regola dei grandi numeri? O lei è una sorta di veggente?” |
Chiusero tutte le finestre.
Allora un irreale silenzio scese sulla casa. Il nonno di Elv accese una lampada per dare un po' di luce. Allora si sedette e si accese la pipa. “Speriamo” disse a Gwen “che Elv sia al sicuro... in un posto ben riparato...” |
Io non immobile voltai a guardarlo.
“Dacché l’uomo moderno si è fatto schiavo delle macchine, pensando di giocare a fare Dio, era inevitabile che prima o poi fossero le macchine stesse a ribellarsi e a prendere il controllo su individui diventati ormai delle larve incapaci di opporsi..” dissi, guardando fuori. “Ma immagino che a lei tutto questo non interessi...” amaramente, senza voltarmi. E non solo questo non gli interessa, razza di stupida... Giá.. nemmeno io. |
Silenzio.
C'era solo silenzio. Irreale, quasi innaturale. Il leggero lucore di una lampada e il fumo aromatico della pipa mi raggiunsero, mentre annuivo lentamente. Il braccio sinistro fasciato mi dava qualche noia, probabilmente per il rimarginarsi della ferita. Ed in quel momento, pensai che avrei preferito se fosse stato in questo posto ben riparato. Con me. Con noi. "E se... E se non dovesse tornare? Se decidesse di non farlo?" sussurrai con voce tremante e gli occhi umidi, lo sguardo fisso nel vuoto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Invece a me interessa moltissimo, visto che il caos è ovunque...” disse Icarius a Clio “... ammesso che sia questa la causa di tutto... lei dunque crede davvero che si tratti di una Punizione Divina? Come fa a dirlo?” Guidando.
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“E' in gamba, sa badare a se stesso.” Disse il nonno a Gwen. “Vado a farmi un caffè... vuoi qualcosa di caldo? Dei biscotti?”
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Non era questo che avevo chiesto.
Ma forse era questo che lui voleva dire. Per autoconvincersi o chissà cos'altro. Scossi la testa in segno di diniego e poi poggiai quest'ultima sulla spalliera della poltrona, abbandonandomi e chiudendo gli occhi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen si addormentò.
Forse dormì per un'ora, forse per due. Fu un rumore a svegliarla. Una delle imposte socchiusa per via del vento che aveva cominciato a soffiare forte. I fulmini ed i tuoni annunciavano l'imminente temporale. Il nonno di Elv non c'era più nella stanza. |
Mi addormentai e dormii per un bel po', forse due ore.
Poi, mi svegliai per un'imposta socchiusa che sbatteva per il vento. Allora mi alzai e la bloccai, ostruendo il passaggio a quel refolo d'aria che aveva rinfrescato la stanza. Il nonno non c'era, forse era andato a riposare. Decisi comunque di fare un giro in casa. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Accadde quel giorno
Strinsi i denti.
Dopotutto non potevo essere scortese perché mi ero immaginata un momento magico che evidentemente c’era stato solo nella mia testa. “Non ho detto questo...” voltandomi finalmente verso di lui, ma cercando di non perdermi di nuovo in quel mare, visto com’era finita. “Ma era prevedibile che condividere il dono dell’intelligenza con delle macchine che fanno tutto al posto nostro avrebbe distrutto il nostro essere uomini!” Alzando le spalle. “Guardi solo il tecno pancrazio... una volta gli uomini sapevano combattere, ora mandano macchine a farlo al posto loro!”. Poi arrossii di colpo. “Dimenticavo con chi sto parlando..” con un lieve sorriso imbarazzato. |
Gwen iniziò a vagare per la casa.
La penombra dominava ovunque Al pianterreno la ragazza non trovò nulla di strano. Arrivò poi su un pianerottolo. C'erano due scale: la prima portava giù, la seconda su. |
Icarius rise a quelle parole di Clio.
“Assolutamente...” disse “... anzi, la voglio schietta, sincera, senza peli sulla lingua... dirci frasi di circostanza ed essere banalmente educati non ci aiuterà di certo...” guardandola “... e poi lei è così seria... sono le macchine ribelli a spaventarla? O è troppo professionale?” |
Il nonno non c'era, così continuai a camminare nella penombra.
Ad un certo punto, arrivai ad un pianerottolo. Una rampa portava su ed una portava giù. Le guardai entrambe, a lungo. Non conoscevo questo posto, dunque uno valeva l'altro. Così, scesi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen imboccò le scale che portavano verso il basso.
Si ritrovò così in una sorta di cantina. C'erano botti per il vino ed un lungo corridoio che portava verso una luce. |
C'era una specie di cantina, l'ambiente era pieno di botti per il vino ed il lungo corridoio portava poi ad una luce.
Allora, decisi di avanzare e continuai a camminare. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen si avvicinò a quella luce.
Proveniva da una porta semiaperta. Era quella di un laboratorio, pieno di macchinari, strumentazioni e varie mensole colme di libri e fogli vari. E guardandosi in giro vide un lettino, su cui c'era qualcuno steso senza conoscenza. Era Elv. |
Infatti, avrei fatto molto di più...
Sospirai, continuare a credere a quella illusione, per quanto bella, intensa e speciale mi fosse sembrata, era inutile e controproducente. Mi ero sbagliata, eppure non pensarci non era facile. Sfiorai le mie mani l'una sull'altra, con una profonda e immensa tristezza mi avvolse al ricordo della sua mano sulla mia. Chissà come sarebbe stato se l'avesse stretta, se l'avesse presa tra le sue, se... Clio! Sospirai di nuovo, quell'uomo aveva il potere di rincitrullirmi evidentemente. Che diavolo mi stava succedendo? "Beh, io credo che le macchine siano utili sì... ma che l'uomo moderno abbia ceduto alla pigrizia, rammollendosi, e cedendo alle macchine troppo di sé, passando così dall'essere l'essere più forte che ha dei servi, mi conceda il termine... a diventare lui stesso schiavo della sua creazione, e ormai troppo debole per ribellarsi" guardandolo negli occhi. Quell'uomo era davvero un enigma senza risposta. Chissà che diavolo gli passava per la testa. Arrossii violentemente a quelle sue ultime parole. "Seria, io?" guardandolo stupita, per poi fissarlo con un'espressione maliziosa. "Oh al contrario... temevo di essere stata ben poco professionale..." avvicinandomi lievemente con aria complice "Magari l'ho messa in imbarazzo...." con la voce calda e intensa di chi scapperebbe volentieri dal mondo intero in quel momento. |
C'era una porta semiaperta e da lì usciva la luce.
Avvicinandomi sempre più, riuscivo a notare strumentazioni, fogli sparsi e libri dalla fessura. Forse era il laboratorio del nonno, pensai. Non ero intenzionata ad entrare, ma poi lo vidi lì. Elv. Su un lettino. Subito mi fiondai ed entrai. Mi sedetti sul bordo del lettino e gli accarezzai il viso dolcemente, mentre sul mio viso si dipingeva un sorriso. "Hey.." dissi piano, cercando di destarlo. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...2ac17b1cc8.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius rise pino a Clio, mentre lei gli si avvicinava con quel tono conturbante.
“In effetti si...” disse con un filo di sarcasmo “... un po' mi ha messo in imbarazzo, sa? Dopotutto potrei essere uno di quei pedanti secchioni che lavorano tutto il giorno, un po' nerd e del tutto inesperti in fatto di donne...” facendole l'occhiolino. |
Gwen si avvicinò al lettino e cercò di svegliare Elv.
Quello però dormiva profondamente, come se fosse sotto l'effetto di qualche tipo di sonnifero. Ad un tratto sentì avvicinarsi dei passi. |
Elv non si svegliava, come se fosse sotto incantesimo, o sotto sonniferi.
Poi, iniziai a sentire dei passi avvicinarsi. Ormai ero lì e chiunque fosse stato, il nonno o altri, non potevo andare da nessuna parte e intanto lui dormiva ancora. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...b62c5842e7.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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