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"Per quanto mi riguarda, finché sono in questo abitacolo, ho la piena libertà di comportarmi con te come accidenti mi pare. So fare il mio lavoro e se mi hai ingaggiata, è perchè lo sai anche tu" ribattei a tono, asciutta.
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"Buon per te, mia cara..." disse con tono ambiguo lui, continuando a guidare e non toccando più quell'argomento per il resto del tragitto.
Finalmente la brughiera terminò e da lontano si vedevano ormai i grattacieli di Afragolopolis. Vi arrivarono dopo circa trequarti d'ora, subito inghiottiti dal caos urbano. attraversarono le trafficate strade della megalopoli, fino a raggiungere il Museo della Cattedrale. https://www.fodors.com/assets/destin...sa_980x650.jpg |
Finalmente il discorso cadde lì, senza essere più nemmeno lontanamente sfiorato.
Ripresi a respirare quando intravidi anche solo da lontano i grattacieli. Bella la campagna, eh, per carità, ma la città era un'altra cosa . Arrivammo al Museo e cercai di entrare nell'ottica. Ormai c'eravamo ed era meglio pensare a lavorare. Feci un paio di respiro profondi, calmandomi e concentrandomi. "Come ci muoviamo, appena arrivati?" chiesi allora, pensando solo ed unicamente al lavoro ed evitando qualsiasi rancore personale, sia nel discorso che nel mio stato emotivo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Io sono un rampante uomo d'affari e tu mia figlia." Disse lui a Gwen. "Diciamo fra i 16 e 17 anni... devi apparire provocante, disinibita... io fingerò di non accorgermene, recitando la parte del padre poco attento a sua figlia e preso solo dai suoi affari... chiederò di vedere l'istituto scolastico e sono certo il nostro monsignore troverà uno dei suoi per farmi accompagnare, deciso a stare solo con te... io approfitterò del tempo a disposizione per raggiungere i sotterranei e piazzare l'esplosivo. Tutto chiaro? Domande?"
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Ascoltai tutto il piano ed annuii.
Chiaro, semplice, essenziale e, speravo, efficace. Nel frattempo, più pensavo a quel chierico, più avevo il voltastomaco. "Sì, una" dissi "Dopo il lavoro, potrò tornare a casa, o continuerai a sequestrarmi a casa tua contro la mia volontà?" chiesi con un sorrisetto falso e tirato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Lui rise piano.
"Mia cara..." disse a Gwen "... a me interessa far saltare in aria il museo e tutte le ricchezze in esso costudito. Il resto non ha alcuna importanza. Per me dopo sarai libera come l'aria e magari potrai raggiungere il tuo amico Yldama..." fissandola proprio col volto di Yldama. |
Cercai di non farmi toccare dalla sua mirata provocazione.
Presi un altro respiro profondo. "Bene, buono a sapersi" commentai solo, con tono asciutto. "Andiamo, papà?" chiesi con provocatorio sarcasmo, guardandolo e concentrandomi sul suo sguardo piuttosto che sul suo viso. Perchè ero certa che, a prescindere dal suo volto, non avrebbe mai avuto gli occhi di Yldama, nemmeno provandoci per l'eternità intera. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gli occhi chiari di lui erano fissi in quelli di lei.
un sorriso, misterioso e sfuggente apparve sul suo volto nel guardare ancora Gwen. "Certa, piccola mia." Disse, prendendo poi la sua mano e stringendola nella sua. Una stretta decisa, forte, persino virile. Una stretta enigmatica però come i suoi occhi. Era una stretta confidenziale e passionale, oppure solo minacciosa come a voler far capire chi davvero comandava? I 2 scesero dall'auto e come fossero davvero padre e figlia raggiunsero l'androne del museo, dal quale si poteva accedere anche all'istituto scolastico. |
Non riuscivo ad inquadrarlo, ad inquadrare il suo sorriso, il suo sguardo.
Era qualcosa di sfuggente ed inafferrabile. Presi stavolta la sua mano, la sua stretta salda, ma anche quella indefinibile e ci avviammo al Museo, proprio come fossimo padre e figlia. Era una sensazione che non ricordavo, che forse non conoscevo proprio ed era strano. Forse, mi piaceva un po' illudermi che potesse essere vero, questo rapporto e decisi che mi sarei concentrata su quello per interpretare al meglio il mio personaggio. Lo osservai di sottecchi. "Visto il colore ramato di quella barba" iniziai, riferita alla sua barba ramata "Si potrebbe davvero pensare che siamo padre e figlia..." continuai, sarcasticamente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mano nella mano, proprio come papà e figliola, Gwen e Cappuccio Nero raggiunsero l'androne, attendendo che la guardia giurata aprisse.
"Si, la barba..." disse lui accarezzandosi il viso "... è uno dei 2 motivi per i quali ho scelto questo volto..." fissando Gwen. |
Raggiungemmo l'androne, in attesa di entrare.
"Ah sì? Come mai proprio la barba?" chiesi, mentre lui accarezzava lentamente quest'ultima "Puoi sempre fartela crescere, tanto sotto la maschera non la vede nessuno..." commentai scherzosamente, per poi ridacchiare alle mie stesse parole.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...dc6b280245.gif Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"La barba" disse lui avvicnandosi all'orecchio di Gwen, quasi sfiorandola con la bocca "mi da l'aria più adulta, perfetta per interpretare il tuo paparino, no?" Soffiandole appena fra le ciocche di capelli rossi.
Arrivò la guardia, Cappuccio Nero chiese di monsignor Tommaso e i 2 furono fatti entrare. |
Lo guardai di traverso, quando si avvicinò un po' troppo al mio orecchio e alzai gli occhi in su alle sua risposta, spingendo poi via il suo viso dal mio con un sorrisetto divertito.
Alla fine, riuscimmo a farci ricevere da monsignor Tommaso. "Ricordami di chiederti qual è l'altro motivo..." gli dissi piano. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Stavo per dirtelo" disse lui divertito a Gwen "ma mi hai spinto via." Facendole l'occhiolino.
Intanto era arrivato un prete. "Salve, sono il segretario di monsignor Tommaso, prego..." gentilmente "... vogliate seguirmi." |
Scossi la testa ridacchiando.
Poi cercai di contenermi vedendo che arrivava un prete, incaricato del chierico, per portarci proprio da monsignor Tommaso. Mi chiedevo come sarebbe andata, come sarebbe stato il nostro uomo e se saremmo riusciti nel nostro intento, ma dovevamo riuscire. Era fondamentale. "Allora dimmelo adesso..." gli dissi piano, senza farmi sentire dal prete. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Una volta spiegata la procedure a tutti e tre i cacciatori, rimasi sola col primo, capitan D.
Avevo il suo fascicolo in mano, sprofondai nella polrtona e lo guardai attentamente, portando di tanto in tanto lo sguardo sul fascicolo tra le mie mani. "Allora, signor Daq..." guardanodolo negli occhi intensamente "Cosa ne pensa di questa storia? Come procederebbe?". Ero curiosa di scopire che cosa pensasse, il suo curriculum era davvero eccellente. |
Lui sorrise.
"Te lo dirò quando non mi spingerai più via." Disse a Gwen facendole l'occhiolino. Intanto, pur parlottando piano tra loro, Gwen e Cappuccio Nero seguivano il segretario di monsignor Tommaso. Attraversarono 2 ampi saloni, pieni di quadri e monili vari disposti in diverse teche, arrivando poi, tramite un lungo corridoio, in un altro ambiente, stavolta più austero, con molte Immagini Sacre alle pareti. "Attendete pure qui, prego." Il segretario ai 2, per poi andare via. Nel frattempo, negli studi televisivi, Destresya aveva conosciuto il primo dei suoi nuovi cacciatori. "Io partirei dalla sua psicologia..." Daq a lei "... capire che tipo è... da ciò cercheremo di prevedere le sue mosse... dopotutto questi anticlericali sono alquanto monotoni." Ridacchiando. |
"Secondo me, è solo una scusa tua per provarci" replicai, sarcasticamente.
Attraversammo ampie sale piene di monili, oggetti d'arte e opere meravigliose. Mi piangeva il cuore a pensarle distrutte, ma doveva andare così. Alla fine, arrivammo in una stanza più austera, talmente piena di immagini sacre che queste mi fecero sentire sopraffatta. Il prete ci lasciò. "Allora? Hai intenzione di dirmelo, adesso?" gli chiesi, con un sorrisetto curioso, mentre mi avvicinavo a lui con tono cospiratorio e complice. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, se la mia è solo una scusa per provarci" disse lui a Gwen una volta rimasti soli "allora è a tuo rischio sapere di quel secondo motivo, no?" Fissandola divertito e un pò provocatorio.
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Giusto.
Volevo davvero saperlo? Sì, volevo. Allora lo guardai e incrociai le braccia. "Sono una spia, ci convivo col rischio" con un sopracciglio alzato ed un sorriso divertito "Quindi adesso dimmelo" con tono di divertita impertinenza. Dopotutto, ero una ragazzina di diciassette anni, no? Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Lui guardò il suo modo impertinente di fare e sorrise, avvicinandosi a lei.
"Sei già diventata" disse guardando negli occhi Gwen con un sorriso ambiguo "così capricciosa e biricchina, piccola di papà?" Ridacchiando piano. |
Sì avvicinò a me e alle sue parole alzai in mento, in un moto quasi di superbia.
"Beh, mi hai detto di essere brava a calarmi nella parte, no?" ribattei, con un sopracciglio inarcato. Era un momento leggero, che in parte scacciava la rabbia provata durante il viaggio e lo preferivo, non avrei apprezzato di iniziare la missione ancora arrabbiata. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si e devo dire" disse lui a Gwen divertito "che ti sei calata bene nella parte..." rise piano "... la figlia che ho sempre desiderato." Sarcastico.
Ad un tratto la porta si aprì ed entrò il segretario di monsignor Tommaso. |
"Addirittura..." commentai "Accidenti, peccato allora tu non mi abbia fatto firmare un contratto, per questo..." sarcasticamente.
Poi, il prete tornò e sicuramente era arrivato per noi il momento di incontrare monsignor Tommaso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Cappuccio Nero si voltò verso il segretario con un sorriso cordiale, con Gwen che era accanto a lui.
"Purtroppo" disse il segretario "monsignor Tommaso al momento non è qui." "Oh, che disdetta..." fece Cappuccio Nero "... ero qui per iscrivere mia figlia alla Scuola Cattedrale... so che ogni allievo per essere accettato deve avere l'assenso di monsignor Tommaso..." "Esattamente, ma ora lui non è qui, purtroppo." "Possiamo aspettarlo?" Cappuccio Nero. "Tarderà?" "In realtà non lo so, ma potete aspettarlo qui se volete." Rispose il segretario. |
Cosa?!
Tutto questo lavoro e poi lui non c'era?! Ma sul serio?! Però potevamo aspettarlo qui ed era già qualcosa. "Sì, possiamo aspettare qui. Sa, per papà è molto importante che io mi iscriva nel vostro istituto e non abbiamo altri impegni, vero?" girandomi verso Cappuccio Nero con aria graziosa e svagata da adolescente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, si..." disse Cappuccio Nero a Gwen guardando l'orologio "... un pò possiamo aspettare." Annuì.
Il segretario allora condusse i 2 in una saletta adiacente, dove avrebbero potuto aspettare monsignor Tommaso. Il telefonino di Cappuccio Nero squillò nel suo taschino e subito il segretario fece notare all'uomo che lì non erano ammessi cellulari. "Mi scusi." Cappuccio Nero spegnendolo. Allora il segretario andò via. |
Il prete ci fece aspettare in una saletta e riprese Cappuccio Nero per il cellulare.
Addirittura... Che pesantezza... Alla fine, rimanemmo di nuovo solo ed io sbuffai. "Accidenti, cosa facciamo ora?" gli dissi a bassa voce, preoccupata. Odiavo tremendamente gli imprevisti, soprattutto quando in casi come questi non si predisponeva tutto all'inizio. Ero abituata ad ipotizzare tutti i rischi e questo impedimento mi innervosiva. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Agiamo." Disse lui a Gwen, per poi tirare fuori dalla tasca il suo cellulare. "Il segretario, come tutti i chierici, difetta di fiducia verso la tecnologia e la scienza, vero Tallone d'Achille delle loro Credenze." Facendo scorrere sul display le immagini della pianta dell'edificio. "Questo che sembra un semplice cellulare è in realtà un sonar in miniatura, che elabora in tempo reale l'intera struttura di questo museo... tra pochi minuti avremo una pianta integrale."
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Osservai i suoi movimenti mentre tirava fuori il cellulare.
"Beh, mi fido di te, allora..." annuii, sperando che avesse ragione. "Spero vada tutto bene." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Dopo qualche istante sul display del telefonino apparve l'intera piantina del museo.
"Bingo." Disse lui. "Ora troverò il modo di scendere nei sotterranei... nel frattempo tu cerca dove è controllato il sistema d'allarme... devi disinnestarlo, anche solo per un paio di minuti, Gwen... è tutto chiaro?" |
L'intera pianta del museo apparve sullo schermo, fortunatamente.
Lui avrebbe cercato i sotterranei, io l'allarme. "Sì, sì, vado" lo rassicurai. Sapevo cosa dovevo fare e sarei riuscita nel mio intento. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
I 2 si separarono.
Gen allora uscì dalla stanza, ritrovandosi in un lungo corridoio. Percorrendolo giunse verso delle scalinate formate da 2 rampe. Una saliva, l'altra scendeva. Ad un tratto sentì dei passi avvicinarsi. |
Lasciai la stanza e attraversai un corridoio.
Alla fine, trovai due rampe di scale, una saliva e l'altra scendeva. Mentre decidevo dove andare, sentii dei passi avvicinarsi. Ma non era possibile fare qualcosa? Per timore che fosse il nostro uomo, rimasi lì a gironzolare con aria innocente, rimanendo comunque vigile. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen, che fingeva di gironzolare senza meta con l'aria da adolescente ingenua, vide arrivare qualcuno.
Era uno degli uomini della sorveglianza. "Ehi..." disse lui vedendola "... che ci fai qui, ragazza? Sei una studentessa forse?" |
Non era il prete, nè il monsignore, bensì un agente della sicurezza.
Beh, poteva non essere del tutto un impedimento. Mi avvicinai esibendo il sorriso più tenero e civettuolo che avessi in repertorio. "Salve" lo salutai, con tono gentile "In realtà, io e mio padre stiamo aspettando il ritorno di Monsignor Tommaso per la mia ammissione e ho pensato di fare un giro, non è che le andrebbe di accompagnarmi?" chiesi poi, inclinando il capo e giocherellando con una ciocca di capelli. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...5c81736648.jpg |
Aprii il finestrino della Lamborghini che sfrecciava lungo le vie strette della costiera "Una sorpresa per me?" stupita a Dafaun "Adoro le sorprese, ma chiamami Altea, non sei ingaggiato per lavorare ora, ho solo voglia di fare un giro con un amico...anzi se ben ricordo vi era in palio il tuo nome vero?" ridendo mentre lo osservavo.
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L'agente della sicurezza in un primo momento oppose a Gwen un'espressione severa e dura, pronto a rimproverarla in modo secco per essersi avventurata in giro per quei luoghi.
Ma poi il modo di fare di lei, civettuolo misto alla tenerezza infantile, suscitarono in quell'uomo un sorriso compiaciuto. "Certo, carina..." disse lui porgendole il braccio "... non vorrei mai che una bella ragazzina come te possa perdersi qui..." guardandola tutta con bramosia, quasi sbavando su quello che credeva essere un bocconcino facile e compiacente. Nel frattempo la Lamborghini di Altea sfrecciava rapida nella periferia urbana di Afragolopolis, per poi imboccare l'Asse Mediano che l'avrebbe condotta fuori dal territorio metropolitano, sulla strada verso la costa. "Wow, che privilegio..." sorridendo il bel gigolò "... l'affascinante e fredda signora della moda Afragolignonese che raramente si concede in pose sensuali ai giornali scandalistici si lascia ora chiamare per nome da uno sconosciuto..." fissandola "... anzi, addirittura concedendomi l'onore di essere chiamato amico..." con un inchino vistoso, quasi impertinente "... onorato, milady." Ridendo di gusto. |
Vidi distintamente l'espressione dell'agente cambiare, da dura a disponibile, come anche il suo tono e le sue occhiate lascive.
Bah, uomini, tutti uguali... Allora presi il suo braccio con un ampio sorriso e ci incamminammo. "Accidenti, questo posto è davvero grande! Spero proprio di non perdermi, quando inizierò a studiare qui? Ma sono certa che lei mi svelerà ogni segreto di questo palazzo, vero?" con tono ammiccante ed entusiasta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Lo osservai e risi "Mi sembri un tipo sicuro di te Dafaun.. O come ti chiami.. E non vedrò l'ora di chiamarti col tuo vero nome.. Comunque io adoro le sorprese. Ma parlami un po' di te" osservando I suoi occhi azzurri che splendevano in sintonia col mare.
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