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Altea arrivò al Palazzo dei Gigli e subito uno dei custodi la fece entrare.
Un domestico allora la pregò di seguirlo, conducendola attraverso un lungo corridoio, davanti ad una porta. Il domestico bussò ed attese di poter entrare. “Un momento solo, madama...” disse ad Altea. |
Clio...
Dunque quello era il mio nome? Clio.. Non era poi così male. Continuavo a provare un misto di emozioni, tra il terrore e la trepidante attesa. Avrei avuto le risposte che cercavo? Come immaginavo però, restai impassibile. Fissai il giovane con distacco. "Mi dispiace.." Gentilmente ma distaccata. "Non ho idea di chi voi siate.." Scrutandolo. |
Il domestico busso' ad una porta e mi chiese di aspettare.."Mi siedo, non preoccupatevi..aspetterò con calma" sorridendo e guardando il lussuoso palazzo.
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“Ma voi per me non siete niente, lo sapete...” disse Misk a Gwen “... non lo siete mai stata... siete la donna che più desidero al mondo... la sola che adesso vorrei avere nel mio letto...” fissandola con occhi carichi di desiderio.
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“Ma, Clio...” disse il giovane alla ragazza “... non ti ricordi di me? Cosa dici? Come può essere?”
“In verità” fece Guisgard, vagamente ironico “se avete l'abitudine discutibilissima di non presentarvi quando giungete in casa altrui, poi ovvio che si ignori il vostro nome.” “Sono Armor...” il giovane “... e lei è la mia fidanzata, signore.” Indicando Vivian. “Ci siamo giurati Amore Eterno e dobbiamo sposarci.” In quel momento arrivò il domestico, annunciando la presenza di Altea. “Prega madama di attendermi...” disse Guisgard. Il domestico uscì ed informò Altea che sarebbe stata ricevuta a breve. |
Lo fissai impassibile.
Non mi ero certo illusa che mi amasse, e anche se mi avesse amata comunque per me non sarebbe cambiato nulla. "Spero che almeno manteniate un minimo di etica professionale, visto che la dignità non sembra più appartenervi" cercando di tenere a freno la rabbia. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Capii che vi era più di una persona nella stanza..forse affari.."Dite a Lord Guisgard di fare con calma..io lo attendero' " sorrisi gentilmente.
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Oh fantastico!
Era davvero lui, quella fastidiosa voce nella mia testa. Come potevo dirgli che non solo non lo ricordavo, ma non provavo niente per lui? Eppure era come se parlasse di un'estranea. Poi arrivò il domestico a dire che la dama era arrivata. Temetti che Guisgard se ne sarebbe andato, ma sospirai di sollievo quando le disse di attendere. Sapevo che non mi avrebbe mai lasciato sola in una situazione così difficile e delicata. Tornai così a guardare Armor. "Mi dispiace per la vostra fidanzata.." Con lo stesso tono distaccato e gentile "Ma il mio nome è Vivian.." Annuendo "Lo saprei se stessi per sposarmi..." Accennando un sorriso "Credo che mi abbiate scambiata con qualcun'altra...". Mi ero chiesta se rivedendolo avrei provato qualcosa, avrei avuto come un'illuminazione. Invece niente, non sentivo niente. Mi dispiaceva davvero per lui, ed ero tentata di scoprire chi fossi in realtà, ma non volevo spezzargli il cuore. Lo avevo amato, dopotutto, era il minimo che potessi fare. |
Misk accennò un breve sorriso.
Poi con gesto tanto improvviso, quanto deciso, prese Gwen fra le braccia e la baciò. La baciò con impeto, come il marinaio che cerca di domare il vento ed ammansire le onde burrascose. La baciò tenendola stretta a sé con virilità e passione. E la baciò come chi sa che oltre quelle labbra non vi è più nulla per sé. https://media4.giphy.com/media/df9eR1TGGTA2c/200_s.gif |
Non feci in tempo a domandarmi il perché di quel sorriso, che lui mi prese fra le sue braccia e mi baciò.
Mi stringeva a sè quasi come se volesse ammansirmi, quasi dominarmi. Smisi allora per un istante di dimenarmi nella sua stretta, facendogli credere di aver raggiunto il suo scopo, infatti la sua stretta si allentò appena ed io ne approfittai, allontanandomi da lui e colpendolo forte. Talmente forte che un attimo dopo vidi un rivolo di sangue scendere giù dal suo labbro. "Non osate, mai più" con gli occhi infuocati e la rabbia nella voce "E sarà meglio che vi sbrighiate a prendere ciò che vi serve. Vi aspetto in carrozza" lo guardai per un ultimo istante e poi uscii, sedendomi nella vettura. Ora non era più senso di colpa, ma rabbia, in parte sfogata con quel pugno, che sembrava quasi il risultato dell'accumulo di quei giorni. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
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