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"Allora vi auguro di farvi onore...anche per la vostra famiglia...ma state attento a questi uomini e al barone, è un buon consiglio..credetemi" sorrisi leggermente, eppure poteva essere una casualità ma era uguale...ma gli imbroglioni stavano ovunque.
"Bene, io vado a dormire, farete bene pure voi a riposare, domani anzi tra poco dovremmo svegliarci ed essere al meglio...mi metterò proprio vicino al padiglione del Maresciallo Fagan e i suoi soldati, in modo da potervi vedere trionfare al meglio". Lasciai la stanza e raggiunsi la camera, mi svestii e mi misi la leggera veste da notte. Mi misi dentro al letto cercando riparo nei sogni...si, domani forse era una giornata più impegnativa per me che per ser Alvaro. |
Gwen tornò a letto, inquieta per aver visto quell'enigmatica scena.
La notte era ancora lunga e alla fine, vinta dalla stanchezza, si addormentò. Il bosco era silenzioso, buio ed animato. Voci, suoni, versi pulsavano intorno a lei che a piedi nudi e con indosso un abito leggero lo percorreva leggera, quasi etera. Ad un tratto udì un ringhio. Si spaventò e cominciò a correre. Correva e nell'attraversare la folta vegetazione i rovi e la sterpaglia graffiavano le sue caviglie ed i suoi piedi nudi. Correva e ad un tratto vide una figura. Si voltò e mostrò il suo volto. Era il padrone. Gwen allora cercò di avvicinarsi ma finì col piede in una tagliola. E si svegliò di colpo. |
Alla fine mi addormentai, vinta dalla stanchezza.
Feci un sogno assurdo. Correvo tranquilla nel bosco, quando ad un tratto udii un ringhio. Iniziai a correre, sentendo i rovi e gli arbusti graffiare la mia pelle. Da Lontano scorsi una figura, che si voltò e vidi che era il padrone. Tentai di avvicinarmi, ma finii col piede in una tagliola e in quel momento mi svegliai. Era stato un sogno strano. Non era bello, certo, ma non si poteva dire che fosse un sogno "brutto", nel senso che non capivo se ciò che volesse dirmi fosse un cattivo presagio, ma di sicuro un significato ce l'aveva. |
“Mmm... come idea non è affatto malvagia...” disse Adespos a Gaynor “.. no, per niente... potremmo essere due mendicanti... o due zingari... che si esibiscono in strada per guadagnarsi qualche moneta...” sorridendo “... ottima idea! Brava!” Facendole l'occhiolino. “Vieni con me...” e la condusse in un'altra capanna.
Aprì un baule e tirò fuori alcuni abiti. “Cerca anche tu... qui c'è di tutto...” fece Adespos. |
A quelle parole di Dacey i due finti cocchieri si allontanarono.
Ed il pellegrino fece un cenno del capo alla principessa per ringraziarla. In quel momento arrivò qualcuno. Indossava abiti ricchi. “Voi...” disse l'uomo “... chi siete?” “Sono un pellegrino a cui la padrona di casa ha concesso di riposare qui.” Rispose il credente. “Ah, ecco.” Fece l'uomo. “Dunque mia moglie vi ha concesso di stare qui.” Era infatti il mercante. “E ditemi...” chiese “... dal vostro accento noto siete forestiero...” “Ho viaggiato molto...” mormorò il pellegrino “... la parlata è dunque sporca, signore.” |
Kostor ordinò da bere.
“Io invece non condivido il tuo scetticismo...” disse a Clio “... siamo sulla strada giusta per scoprire l'identità del misterioso partecipante al torneo... lo abbiamo praticamente assediato... cosa vuoi di più?” |
<< Mi dispiace molto, spero che non vi abbiano fatto troppo male>> guardai l'uomo rammaricata, sentendomi quasi in colpa per il comportamento dei due soldati.
All'arrivo del mercante attesi che si accorgesse di me ma sulle prime pareva più interessato al pellegrino, non volendo risultare scortese restai in silenzio guardando i due |
Altea indossò la sua leggera veste da notte e si coricò, addormentandosi poco dopo nonostante le inquietudini per l'attesa del torneo.
Alvaro poco dopo andò a dormire anche lui. Ed un tranquillo silenzio scese sulla rocca, così immersa nel buio della notte. E addormentata, Altea sognò. Sognò immagini e forme, voci e suoni. E sognò del torneo. Di Guisgard, del barone, di Tomas, di Solo e di quelle inquiete avventure |
Adespos apprezzò la mia idea e mi condusse in una capanna dove c'era un baule, che mi disse contenere gli abiti di cui avevamo bisogno. Scavando, presi un abito lungo di ruvida tela marrone, piuttosto informe, visibilmente consunto e rattoppato. Scelsi un mantello che aveva visto giorni migliori ed uno scialle che avrebbe coperto il capo, e finii l'abbigliamento con un ampio grembiule. Indossai il tutto e mi rivolsi ad Adespos. "Come mi trovi? Ti sembro credibile? Adesso devi procurami un paio di scarpe adatte da una delle donne del villaggio..." Mi interruppi, per poi riprendere. "Mio caro, ho da chiederti un favore che spero non mi negherai... voglio che mandi uno dei tuoi a casa mia, Ensa sarà disperata... ne approfitteremo per farci dare dei soldi, che sicuramente ci serviranno. Le scriverò un biglietto di mio pugno, cosicché non esiterà e si tranquillizzerà un po'..."
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Quel sogno colpì non poco Gwen.
La giovane si era svegliata e non poteva evitare di ripensare a ciò che aveva sognato. Era ancora notte fonda quando udì dei passi provenire dal corridoio. |
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