Vivian prese la mano di Guisgard e la portò sul suo petto, facendogli sentire il battito.
“Oh, ma non occorre certo avere un battito così sostenuto per essere una segretaria...” disse lui, tirando via la mano “... mi basta che il tuo cervellino sia sempre attivo come in questi giorni.” Divertito. “Ora scusami, devo finire di prepararmi...” tornò in bagnò per asciugarsi.

Theris restò a fissare Gwen per un lungo istante.
“Tu...” disse pianissimo “... e cosa gli hai detto per obbligarlo?”
Zolà miagolava pigro.

Non riuscii a capire ciò che stesse provando in quel momento, mentre i miei occhi erano nei suoi.
"Gli ho detto che se avesse ucciso te avrebbe dovuto uccidere anche me."

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Tirò via la mano e se ne andò, lasciandomi attonita.
Dapprima chinai il capo, sentendo le lacrime affiorare, poi sentii la rabbia salire sempre di più.
Non poteva continuare a trattarmi in quel modo, non gliel'avrei permesso.
"Allora mi hai preso in giro, non è vero?" a voce alta, perchè mi sentisse anche in bagno "L'altra sera, stanotte... poco fa.." la mia voce era alta, ma per niente ferma, sentivo le lacrime scendere e una fitta dolorosa attraversarmi il cuore.
Tutto quello doveva finire.
"Torna qui.." tuonai "Guardami! Guardami e dimmi che non mi vuoi, che non mi vorrai mai, che non provi niente stando accanto a me.. che non muori come me a quando siamo soli..." ormai la rabbia e il dolore erano insopportabili, e il mio viso era completamente rigato di lacrime "Dimmelo guardandomi negli occhi..." continuai, con lo stesso tono "E io mi rassegnerò e starò al mio posto... solo lavoro...".
Era l'ultima speranza che avevo.
Per lo meno, in un modo o nell'altro, avrei saputo cosa voleva.

“Concordo in pieno con voi, madama.” Disse Ordifren a Dacey. “La violenza non è mai giustificata. E sono certo che il mondo civile e moderno troverà il modo di liberare l'arte dalla dittatura ideologica di questi antichi e dannosi privilegi.” Sorridendo.
Le mostrò altri angoli di quel meraviglioso giardino, raccontandole anche un po' della storia del palazzo.
Si fece ora di pranzo ed il professore invitò la ragazza a mangiare con lui.
Fu un pranzo piacevole, con porzioni molto particolari e gustose.
“Sono tutti piatti della mia terra.” Ordifren. “E' l'unico modo per lenire la malinconia della mia casa.”

“E lui ha preferito risparmiare la mia vita, pur di non toglierti la tua...” disse Theris a Gwen “... deve tenere molto a te... io l'ho offeso e sfidato pubblicamente... avrebbe potuto uccidermi e avere soddisfazione... ed invece io sono ancora qui... e solo grazie a te...” con un tono disilluso.

“Sono nudo e mi sto asciugando, converrai dunque che non posso uscire da questo bagno...” disse Guisgard a Vivian “... comunque fossi in te andrei a riposare... magari ti farà sentire meglio, no?”

“Ecco, io...” disse Nero suonando distrattamente il pianoforte “... non so...” senza fissare Gaynor “... forse il padrone ha un'amica... cambia spesso ragazza... ne ha conosciuta una alla Stella del Sud, un grazioso locale... non pensate a lui, signorina... le donne sono cattiva fortuna per lui... si, io dico...” annuendo e suonando.

"Mi farà sentire meglio sapere la verità!" esclamai esasperata.
Chinai il capo.
"Davvero non capisco perché devi trattarmi così.." scuotendo il capo "Non lo capisci quanto male mi fai, vero?". scuotendo la testa "Immagino di no..".

“Verità...” disse Guisgard dal bagno a Vivian che invece era nella stanza accanto “... che verità? Non capisco di cosa tu stia parlando... spiegati meglio...”