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Guardai Raputin perplessa..mentiva lui o l'uomo all'edicola.
Comunque mi soffermai alle sue parole..odiava i nobili..Non capivo il motivo...l'uomo dell'Orchidea Blu appunto disse di essere aristocratico..dovevo fingere..."Avete ragione..pure io sono nata povera e vi è gente vanta ancora i suoi diritti nobiliari...altri che non sopporto sono i clericali" pensando alle parole di Alvis e mi avvicinai a lui con un sospiro.."Ma ditemi come e dove e' stato arrestato questo individuo. ..meno male ci siete voi" . |
Ci spostammo più vicino al fuoco, il suo tepore cominciò a scaldarmi e presto arrivarono le nostre pizze. Pavel gentilmente me la taglió, ed iniziammo a mangiare. "Non hai idea di quanto ne avevo voglia" dissi gustandomela e godendomi quel momento.
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Non credevo ai miei occhi.
Un altro tassello si aggiungeva al puzzle. La motocicletta, i suoi occhi neri, il nome di un morto, che sebbene mi avesse spiegato cosa intendeva non mi convinceva. Lo guardavo senza riuscire a farmene una ragione, soprattutto per la sua destrezza nel guidare. Tuttavia, ero preoccupata, correva come un pazzo, per di più in quel buio pesto e rischiava di ammazzarsi. Così presi una giacca e corsi giù, all'entrata della villa, guardandolo. "Fermati! Ti schianterai!" urlai preoccupata, stringendomi nella giacca. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...9b9bc2a3d6.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Eccolo, pensai.
Era tornata, quella parte di lui così passionale, intensa e ardita, era tornata. Mi riusciva difficile conciliare quell'ardore, quella foga, quella passione incontrollata con il suo sguardo tenero, impaurito, imbarazzato, che mi faceva impazzire, mi attraeva, mi seduceva. Eppure non sapevo spiegarne il motivo, ma appena l'innocente pittore lasciava il posto al misterioso amante passionale come nessuno mai, perdevo totalmente il controllo. Più mi assaporava, giocando con la sua lingua che mi portava oltre ogni limite, più mi sentivo sua, inequivocabilmente. Quel gioco, così ardito e intenso, mi consumava piano, sempre di più. Sentivo il fuoco in me espandersi sempre di più, alimentato da quelle labbra così abili, da quella lingua così insaziabile e vogliosa. Potevo sentire il mio corpo abbandonarsi, piano piano, e perdere il controllo. Ormai non ero più la regina, ero unicamente una donna, in balìa del desiderio e della passione di quel mortale, che con così tanta devozione mi uccideva lentamente, usando come arma un piacere talmente intenso da risultare quasi insopportabile. Quel piacere che si faceva strada dentro di me, che mi sconvolgeva, mi faceva perdere il controllo, mi divorava. Non riuscivo a trattenere i gemiti, né a restare ferma. Cercavo qualcosa a cui aggrapparmi, come se tutto quello stesse per sopraffarmi, ma non avevo nulla. Avevo la testa buttata all'indietro, e gli occhi ora spalancati, ora chiusi, ora percorsi da una luce intensa e viva. "Icarius..." sussurrai, poi, con la voce impastata di passione, resa poco ferma dal piacere, resa intensa e appassionata del desiderio che ormai mi consumava "Non capisco più niente.." ammisi, in un sussurro. |
Guisgard arrestato! E per giunta, per lo stesso motivo che mi stava assillando da due giorni... In quel momento, la storia mi parve più assurda che mai.
"Potete provare quanto dite? E in genere, esortare qualcuno a seguirvi al commissariato non implica le manette, o sbaglio?" Guardai Guisgard negli occhi e sentii di non poterlo lasciare solo. "Ad ogni modo, posso venire anche io con voi?" Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
“Com'è curiosa lei...” disse Raputin sorridendo ad Altea “... sta dando troppa importanza a quello che fondamentalmente è un mitomane.” Proseguendo in quel loro giro nel castello. “I detenuti di questo castello, che in gergo viene chiamato la Rocca, non sono più uomini... nel senso che non usciranno mai vivi da qui... sono numeri, anzi reati... valgono ormai solo in quanto reati puniti dalla legge. Sono feccia e come tale va annientata.”
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“Beh, una pizza è sempre una pizza...” disse mangiando Pavel “... mette di buon umore, fa bene ed è l'ideale per mangiare in compagnia.” Sorridendo a Nyoko.
Ad un tratto entrarono due uomini palesemente agitati. Avevano abiti da cacciatori ed erano armati di fucili. Raggiunsero il bancone e chiesero da bere. “Serata faticosa, eh...” mormorò il locandiere nel servire loro del liquore. “Molto...” uno dei due “... abbiamo intravisto la bestia... l'innominabile...” |
Rimasi allibita dalle sue parole..che uomo cinico.."Non sono curiosa anzi..sono concorde con voi" sorridendo "Portatemi dove vi sono le celle" lisciandomi i capelli.."A che ora servono il rancio qui? Vorrei occuparmene, così controllero' che i suoi ordini siano impartiti".
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Ascoltai Pavel sorridente. "Non sai quanto hai ragione" dissi gustando ancora quella pizza. Ad un tratto udì entrare nella locanda qualcuno. Non potevo vedere ma dai rumori che sentivo, sembravano armati. Mi irrigidì al suono, ma quando il locandiere li servì, cominciai a pensare che non fossero pericolosi. Poi li sentì parlare... "Bestia?" dissi sotto voce cercando di ascoltarli con più attenzione.
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Gwen urlò, ma lui non si fermò, né rallentò.
Anzi cominciò ad impennare la moto, a sgommare, a saltare sui bassi cespugli, sempre guidando al limite. Poi finalmente si fermò, alzando la testa verso la finestra, mentre una nuvola di polvere lo circondava. “Scendi giù invece di starnazzare...” disse ridendo lui “... non sarò un cavaliere sul suo bianco destriero, ma un giro in moto posso fartelo fare...” divertito. |
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