Scendemmo nella hall, trovando Reg.
In sala, ci sedemmo Al solito tavolo, mentre i professori discutevano circa la stele.
Acuii infatti l'attenzione e l'udito, per capire cosa dicessero di interessante, benché mi facesse comunque parecchio effetto rivedere Elv dopo la scorsa serata, ma volevo concentrarmi anche sul lavoro visto che eravamo qui apposta.

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"Tutta questa segretezza mi infastidisce, non tanto il suo cappuccio da imperatore galattico, amo fare le cose alla luce del sole, chiare e senza sotterfugi, eppure sembra che non sappiate darmi altro che misteri.." sospirai "Come se quelli della storia non mi bastassero.. ad ogni modo, voleva vedermi, spiegarmi, sono qui, attendo di essere convinta..".
Fissavo quell'oscurità intensamente.

Gwen cercò di sentire i discorsi dei professori.
La stele era un bel mistero e l'assenza di Rotly rendeva lo studio del reperto ancora più complicato.
Queste cose sentiva Gwen, mentre i camerieri cominciavano a servire la cena ai tavoli.
Nel frattempo Destresya si era sfogata contro il misterioso padrone di casa.
"Certamente, professoressa." Disse l'uomo. "Mi spiace per i misteri. Il mio cappuccio è necessario. Se mi farà l'onore di restare a lungo potrà vedermi senza. Quanto al nostro incontro è presto detto... conosce il campo scavi a Kaiz, professoressa?"

Ciò che sentii non fu affatto confortante, perchè i professori erano alquanto bloccati circa lo studio della stele.
L'assenza di Rotly aveva complicato tutto e non era affatto una bella situazione.
Avevo paura che gli scavi si bloccassero ,ma naturalmente speravo anche che il professore si rimettesse finalmente in sesto, soprattutto per la sua salute, oltre che per il campo.

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Gwen ascoltava e sentì le diverse ipotesi dei 3 professori.
"Io credo possa trattarsi di incisione funeraria" disse Nigol "e magari le scimmie sono forse figure legate all'Aldilà. Dopotutto in Oriente la scimmia è spesso un animale sacro."
"Ma qui non siamo in Oriente." Lyann. "No, secondo me la stele potrebbe riportare delle orazioni o giuramenti per cerimonie, oppure da usare anche in ambito commerciale, tipo il baratto. Non escluderei forse un elenco di spergiuri per controversie." Poi guardò Elv in attesa della sua idea in merito.
"Io dico che potrebbe essere qualunque cosa." Lui. "Non sappiamo decifrare la scrittura, sarebbe un salto nel vuoto ogni teoria. Diciamo che anche l'ignoranza e il dubbio sono una manifestazione del caos." Divertito.

A lungo, certo, non ho niente di meglio da fare evidentemente.
Ma cominciavo a essere sempre più curiosa quindi nonostante il nervosismo, restavo.
"Sì, certo che lo conosco!" annuii, invitandolo a proseguire con un cenno del capo.

Le ipotesi formulate furono tante, da quella di Nigol sul culto dell'aldilà, che mi fece pensare all'ipotesi di Reg, a quella di Lyann.
Alle parole di Elv, sorrisi divertita, perchè adoravo la prospettiva dalla quale osservava la vita, era una continua scoperta ed era intrigante da morire, come del resto lo era lui da ogni punto di vista.
"Probabilmente, l'unico che ci ha davvero preso, in tutto ciò al momento, è proprio Bel..." dissi sarcasticamente ai miei colleghi.

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Le parole di Gwen, non dette piano, furono udite da Lyann che la guardò.
"Ah, ecco..." disse piccata "... lei, signorina, quindi ha anche un parere. Non una laurea, ma un parere si. E su cosa si basa? Sui cocci di ceramica che ha scartato negli ultimi 2 giorni? O forse su qualche documentario su Afra National Geografic?" Con disprezzo. "Cerchi di essere più rispettosa ed umile. Fino a prova contraria lei non ha molte più prospettive di finire a lavorare in una biblioteca o magari in qualche ufficio di quart'ordine in un museo." Fissandola.
Intanto Destresya era col misterioso professore.
"Dalle mie informazioni sono certo che oggi è emerso un importante reperto..." lui a lei "... una stele... io credo che lei sia una dei pochi in grado di decifrarla, professoressa. Lo farà per me?"

Avevo parlato a bassa voce, ma evidentemente non abbastanza bassa, visto che quell'arpia ne approfittò, visto che non sembrava aspettasse altro.
Ascoltai tutto il suo sproloquio non richiesto dall'inizio alla fine, senza interromperla, lasciando che riversasse come voleva il suo veleno da vipera su di me, benché mi scivolasse addosso e dovevo ammettere che fosse piuttosto divertente vederla sbracciarsi in quel modo.
Un tentativo pressoché ridicolo, ma divertente da guardare.
La guardai con pacata serietà, composta, ma fisso, con attenzione, senza scompormi più di tanto, perchè come detto le sue parole non mi sfioravano e certamente non mi sarei tagliata le vene per colpa sua.
Azzardai anche l'ombra di un sorriso quasi impercettibile, fissandola.
"Ha finito?"

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"Il tuo tono non mi piace." Disse Lyann parlando col tu a Gwen. "Forse non hai capito che io posso rispedirti a casa in qualunque momento. Il tuo menefreghismo mi ha seccato. Forse ti sei montata un pò troppo la testa con la storia dei capelli rossi e tutte le sciocchezze che solitamente dici, ma io ci impiego un secondo a rimetterti a posto, chiaro? Sei solo una ragazzina saccente che probabilmente non ha neanche capito dove si trova e cosa sta facendo."
"Ora calmiamoci tutti." Fece Elv. Siamo qui per cenare e rilassarci dopo una lunga e fruttuosa giornata di lavoro. Di caos ne abbiamo già tanto nell'universo, non occorre portarlo anche a tavola, ok?" Cercando di sdrammatizzare.
"Si, Elv, hai ragione." Alzandosi Lyann. "Ora però ho bisogno d'aria." Ed uscì, passando una mano sulla spalla di Elv, in un gesto confdenziale.

A quanto pareva, no, non aveva finito.
Brutta l'invidia, eh, prof?
Evitai accuratamente di rispondere, innanzitutto perchè non meritava una risposta e anche perchè non volevo perdermi la soddisfazione di far passare lei per una psicopatica, non volevo certo passare dalla parte del torto rispondendole a tono.
Assolutamente no.
Elv cercò di sdrammatizzare e di calmare le acque, dopo l'esaltante performance della collega, solo che qui l'unica a diversi calmare era lei.
Notai il modo confidenziale in cui toccò la spalla di Elv, infatti scossi impercettibilmente la testa guardando in su, prima di bere dal mio calice di rosso.
Ebbi la conferma che il problema stava tutto lì, ovvero una discreta e bruciante invidia nonché gelosia, ma onestamente non avevo nulla da farle, se non augurare a tutti che si rassegnasse una buona volta.

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Lyann andò via e i camerieri servirono il dessert.
"Quella ti detesta..." disse Oko a Gwen, indicando Lyann.
"Secondo me invece è odio puro." Fece Reg.
"Io credo che andò a calmare la nostra professoressa là fuori." Elv a Nigol. "Magari questo dolce ricotta e pera le ridarà il buonumore." Prendendo una fetta di torta ed uscendo nel giardinetto del ristorante.

"È solo un problema suo..." dissi piano ai colleghi.
Era così, dopotutto.
Guardai Elv mentre usciva a calmarla.
Col dolce, addirittura.
Ma era serio?
Provai a concentrarmi sul dessert, per evitare ad una conclusione di serata così assurda.

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Trascorsero lunghi istanti, mentre tutti consumavano il dolce.
Poi i camerieri portarono caffè e amori, concludendo così la cena.
"Direi di tornare in albergo, Gwen." Disse Oko.
Di Elv e Lyann invece nemmeno l'ombra nella sala.

A fine cena, arrivò il tempo di rientrare.
Tuttavia, Dldi Elv e Lyann nemmeno l'ombra e la mia curiosità era troppo forte.
"Mi fermo solo il tempo di telefonare ai miei genitori, poi ti raggiungo" risposi ad Oko.

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"Ok." Disse Oko a Gwen. "Ti aspettiamo qui in sala?" Indicando se stessa e Reg.

Sospirai a quelle parole, cominciavo a perdere la pazienza.
"Signore, questo me l'hanno già detto le mail anonime, le telefonate anonime e il suo insulso incaricato e io ho sempre risposto la medesima cosa: lo farò unicamente se mi darete le vostre credenziali, io non sono un cacciatore di tesori prezzolato, io lavoro unicamente per musei, enti e università, se mi provate di essere una di queste indicazioni, se la smettete coi misteri una volta per tutte sì, la troverò, ma se vuole continuare con questo mistero allora cercatevi la concorrenza, ce ne sono davvero tanti di uomini senza scrupoli là fuori che ritrovano reperti senza farsi nessuno scrupolo... io non sono una di quelle, l'ho ripetuto non so quante volte e questa è l'ultima, sono stata abbastanza chiara?".
Fissandolo intensamente, con la mia consueta decisione.
Cominciavo a essere stanca di essere presa in giro in quel modo.

"No, andate pure, non vorrei farvi aspettare se ci mettessi troppo. Davvero, potete salire" sorridendo, mentre speravo di rimanere sola prima possibile.

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"Io non sono un criminale, nè un mercante di traffici clandestini, professoressa." Disse l'uomo a Destresya. "Come lei anche io ho i miei principi. Come scienziato mi batto per essi, come lei. Quindi non credo sia opportuno il suo volermi giudicare. Ora se lei vuol servire la scienza e l'archeologia bene, le offrirò di collaborare con me. Altrimenti, dopo averla ringraziata, la congederò." Fissandola.
Intanto Gwen era riuscita a restare sola.
Infatti Oko e Reg si erano avviati all'albergo.

Oko e Reg tornarono in camera ed io fui libera di curiosare.
Mi diressi verso il giardino in silenzio, cercando di capire se Lyann ed Elv fossero ancora lì e dove.
Non volevo essere vista o sentita, infatti feci molta attenzione a dove cercarli.

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Gwen uscì nel giardinetto ed intravide le sagome di Elv e Lyann nella penombra, tra l'alone dei faretti e il buio della sera.
Parlavano fitto fitto, poi lei accarezzò il braccio di lui.
Il bel professore tornò allora in sala per prendere la sua giacca e il cappotto di Lyann.
Insieme allora tornarono in albergo.

Li notai vicino ai faretti fra la vegetazione.
Non capii ciò che dicevano, poichè parlavano fitto.
Mi irrigidii vedendo la mano di Lyann sul braccio di Elv, ma tacqui.
Poi, lui andò a prendere le giacche di entrambi e tornarono in albergo.
Lo stesso feci io, tornando in camera.
Non sapevo come definire questa situazione, era strana, surreale e per quanto Elv mi piacesse e mi piacesse ciò che si stava creando fra noi, avrei sperato di trovare un clima lavorativo più sereno, cosa che, a questo punto, costituiva una vera e propria utopia.

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Feci un sorrisetto divertito a quelle parole dell'uomo.
Oh ma guarda, mister mistero si era anche offeso!
"Vedo che continua a non volermi dare nessuna credenziale, nessuna documentazione, vuole solo che io affidi un'opera di inestimabile valore a un uomo che non ha nemmeno il coraggio di mostrare la propria faccia!" fissandolo.
"Mi dispiace, ma ha contattato la donna sbagliata, gliel'ho detto, si rivolga ai trafficanti del mercato nero, loro non le faranno nessuna domanda che non sia relativa alla paga!" con una vena di disprezzo nella voce.
Ma per chi mi avevano presa?
Quell'arroganza mi indispettiva terribilmente.
"Dunque se non è altro, signore, la saluto.." e feci per andarmene.

"Prego." Disse l'uomo a Destresya. "Ma sappia che si pentirà. L'archeologia e la storia c'entrano fino ad un certo punto. In ballo c'è molto di più, professoressa."
Gwen intanto era tornata in albergo.
Nella hall intravide Elv e Lyann seduti a bere.
Ma la studentessa risalì in camera.

Tornai in camera e mi misi a letto, con l'immagine di loro seduti a bere ben impressa in mente.
Tutto per un attacco nevrotico di una psicopatica...
L'ennesima notte insonne non avrebbe giovato nemmeno ai miei, di nervi, ma quando ero arrivata qui non avevo messo in conto tutto quello che poteva succedere in pochi giorni.
Soprattutto, nel momento in cui mi ero lanciata in questo salti bel buio, non avrei immaginato che Lyann potesse rivelarsi una tale brutta persona, ma ciò sicuramente aumentava in me la voglia di insistere ancora di più.

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Più parlava, più non lo sopportavo e la rabbia stava crescendo mentre cercavo di non esplodere.
"Queste cose le lascio a voi, io mi occupo di archeologia, appunto..." fissandolo e poi voltandomi verso la porta per andarmene.
Non volevo nemmeno ascoltare che cosa volesse dire, sapevo che era un'esca perchè gli chiedessi di rivelarmi la sua visione del mondo.
Ma avevo visto molti uomini come lui, con lo stesso mistero, la stessa volontà di usare la storia a proprio vantaggio.
E li avevo combattuti, sempre.
Loro e i loro agenti, e li avevo anche sempre battuti.
Questo non era un cretino come gli altri però, sapeva il fatto suo.
Ma lo sapevo anche io.
Eccome.
Avrei trovato quella tavoletta e l'avrei sistemata nel museo dove meritava di stare, dove non l'avrebbero mai potuta avere.
Con questa convinzione, uscii da quella casa e mi diressi alla mia macchina.

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Gwen si coricò, tra mille pensieri.
Il sonno però non arrivava.
Ad un tratto notò 2 puntini rossi nell'angolo opposto della camera.
Destresya, intanto, stava lasciando la casa nel bosco.
Prima che uscisse il maggiordomo le consegnò un nmero di telefono.
"Il professoe le chiede di chiamarlo qual'ora cambiasse idea." Disse.

Cercavo di dormire, ma ovviamente sapevo che non ci sarebbe stata speranza di prendere sonno.
Ad un certo punto, la mia attenzione venne attirata da due puntini rossi nell'angolo della camera.
Mi alzai allora dal letto e raggiunsi il lato opposto della stanza, per capire cosa fossero quelle piccole lucine.

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Risposi cordialmente al maggiordomo che mi porgeva il biglietto da visita.
Poteva sempre servire, per carità.
Rientrai in macchina e mi diressi verso la facoltà.
Chiamai il mio assistente e gli dissi di procurarmi a tutti i costi un permesso, una scusa, una qualunque motivazione per poter partire quel giorno stesso per Kaivaz.
Ormai era una corsa contro il tempo.

Gwen stava per avvicinarsi quando quelle 2 piccole luci rosse si mossero.
Indietreggiarono quasi, senza dividersi mai.
La studenressa allora intravide qualcosa intorno alle lucine.
Una sagoma nera.
Piccola e dalle movenze strane.
In quel momento Destresya tornava in città.
Voleva andare a Kaiz e il suo assistente le prenotò il primo volo per arrivarci.

Stavo per avvicinarmi, quando quelle due lucine rosse si mossero ed io sobbalzai facendo un vistoso salto indietro.
Mi sembrò allora di intravedere una piccola sagoma scura muoversi.
Ma cosa...
Possibile che fosse entrato un animale?
Ma quale animale aveva gli occhi rossi?
Indietreggiai allora di un paio di passi, non sapendo cosa aspettarmi.
Possibile che fossi impazzita a tal punto?

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Quella sagoma era ferma nell'angolo, guardado Gwen con i suoi piccoli occhi rossi.
Immobile non smetteva di guardarla.
Oko dormiva tranquillamente.

Il ragazzo fu lesto nel programmarmi un volo per Kaivaz, ma gli ricordai che quello che gli avevo chiesto era un'autorizzazione da parte della facoltà e che i pezzi grossi avvisassero i colleghi del luogo, mica volevo andarci in vacanza.
Forse mi serviva un assistente più sveglio.
Ad ogni modo, ribadii nuovamente che cosa mi serviva (e io odio ripetermi) e sfrecciai verso casa.
Raccolsi tutte le mie cose e mi preparai a partire.

Quella sagoma era ferma immobile ora, come me e come me mi fissava.
Oko dormiva, ma io ero lì, a non sapere che fare mentre quel qualcosa mi guardava.
Il cuore mi martellava ed il sangue pulsava nelle orecchie come una grancassa.
Le gambe erano paralizzate, ma una strana forza, forse la curiosità, mi spingeva ad avvicinarmi.
Mi sentivo combattuta.
Alla fine, mi dissi che non avevo più cinque anni e che dovevo necessariamente fare qualcosa.
Così, cercai nuovamente di avvicinarmi, con cautela ed attenzione, quasi trattenendo il fiato.

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La sagoma era là, piccola e scura.
Gli occhi piccoli e rossi su Gwen.
Se ne stava immobile, quasi ad attendere una mossa della studentessa.
Ma ad un tratto la tv si accese di colpo e il volume alto riempì la stanza.
In quell'istante Destresya era tornata a casa.
Attendeva per il giorno dopo il permesso di poter recarsi al campo scavi di Kaiz.
Ad un tratto il telefono squillò.

Mentre mi avvicinavo, la sagoma rimase lì immobile.
Continuai a muovere qualche passo nella sua direzione, ma all'improvviso fui scossa dal televisore che si accese da solo col volume al massimo.
Presi allora in fretta il telecomando per spegnerlo all'istante prima che svegliasse tutto l'albergo.
Non capivo cosa stesse succedendo qua dentro, stanotte, ma nulla di tutto ciò era normale.

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Gwen spense subito la televisione, che con il volume così alto avrebbe finito per svegliare tutto l'albergo.
Voltandos poi di nuovo verso l'angolo di camera in cui aveva visto la misteriosa sagoma, la studentessa si accorse che non c'era più nulla.
Oko continuava a dormire tranquillamente.

Riuscii per fortuna a spegnere la tv in tempo, prima che svegliasse tutti, anche se Oko continuava a dormire pacificamente.
Ciò che mi colpì, fu che la sagoma scura nell'angolo era sparita, nel nulla, così come era arrivata.
O stavo impazzendo anch'io come Rotly, o qui davvero c'era qualcosa di strano
Ad ogni modo, tornai a letto e provai a dormire.

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Ala fine, ma solo quando quando il cielo cominciò a schiarirsi, Gwen riuscì a chiudere occhio.
Ebbe anche modo di sognare.
Un sogno strano, a tratti angosciante, quasi del tutto misterioso.
Aveva infatti sognato una città, completamente deserta e silenziosa in modo angosciante.
Lei vagava senza meta e stringeva in mano un calendario, con tutte i Sabati, le Domeniche e le Festività Sacre segnate con dei cerchietti.
Arrivava n fine davanti ad un muro, sul quale c'era un murales che recava questo strano messaggio: "E' opera nostra"
Fu Oko che cantava mentre finiva di vestirsi a svegliare di colpo Gwen.

Fu alle prime luci dell'alba che riuscii ad addormentarmi, non prima.
Sarei finita al manicomio se avessi passato altre notti insonni, dormendo solo un paio d'ore e lavorando tutto il giorno...
Ma avevo fatto uno strano sogno, in cui camminavo in città, con un calendario su cui erano segnati i fine settimana e le festività.
Finché ad un tratto vidi un murales con uno strano messaggio.
Quale opera?
E di chi?
Proprio non riuscii a capirlo...
Mi svegliai sentendo Oko canticchiare mentre si vestiva.
Mi sentivo distrutta, stanca, assonnata, ma mi costrinsi ad alzarmi, dopotutto non potevo farne a meno e andai a prepararmi anch'io per andare al campo.

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