Camelot, la patria della cavalleria

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lady_Empi 09-10-2010 14.07.37

Un essere a metà tra Cielo e Terra <ripetè Empi con tono pensieroso> che singolare definizione per un umano, Altezza <aggiunse con un velato accenno d’ironia, guardando i suoi piedini nudi che sfioravano la Terra e lasciando vibrare le sue ali> avrei usato questa definizione per un essere del Piccolo Popolo <e mentre pronunciava quest’ultima frase si sentì afferrare il braccio da Alesia>
Avete sentito?? Mi ha chiamato ancella! <mormorò Empi quando si fu allontanata con Alesia, la luce verde intorno al suo corpo riluceva intensa creando un alone di verde sfumato. Ascoltò le parole di Alesia, come sempre era stata abituata a fare, chinando il capo rispettosa della sua saggezza>
Mia Maestra <disse, dunque, quando elle ebbe finito> conservo gelosamente tutto ciò che mi avete insegnato e userò ogni mio potere per allontanare il male di cui mi parlate dal nostro Principe <le assicurò> avrei preferito che fosse un po’ meno…avventato.. <ripetè l’aggettivo usato dalla sua mentore con ironia> ma non sarò sola, la Terra guiderà i miei passi e manifesterà il suo volere per mio tramite <sospirò prima di tornare al cospetto di Icarion> Non ho nulla da preparare , mio Principe <s’affrettò a sottolineare la fata> oltre alle mie ali non mi serve altro, la Terra ci donerà tutto ciò che ci serve durante il volo <sorrise al Principe guardandolo con sguardo materno, cercando di attingere a tutta la pazienza di cui disponeva> Il vento mi ha recato suoni noti poco fa, sembra che a Camelot sia giunta una delegazione e forse vi sono dei Cavalieri nel corteo <annunciò > potremmo cominciare con la semplice osservazione <propose Empi sperando, in cuor suo, che tutta l’impresa si limitasse a quella>

Talia 09-10-2010 15.29.53

Osservai stupita la porta della città sbarrata di fronte a me, le alte mura merlate sulle quali camminavano ininterrottamente avanti e indietro decine di sentinelle e poi spostai gli occhi sulla guardia che, impettita, mi si parava davanti con la sua lucente picca tra le mani.
“Cosa vuol dire che nessuno ha il permesso di uscire dalla cinta della città?” chiesi.
Il soldato si limitò a restituirmi uno sguardo fermo.
“Molto bene!” conclusi “Allora vorrà dire che mi farò concedere un permesso speciale!”
Voltai le spalle all’uomo e mi immersi di nuovo nel dedalo di stradine che dalla parte bassa dell’abitato conduceva verso il palazzo del principe, costruito sulla sommità della piccola altura sulla quale si ergeva, come incastonata nella roccia, la città di Cartignone.
Era sempre stata una città serena Cartignone, una città pacifica e florida, una città in cui il forestiero era ben visto e il viandante sempre accolto... ma ora tutto era cambiato.
Da quando quei terribili, spaventosi fatti avevano iniziato ad accadere il sospetto e la paura si erano impossessati delle persone, le porte della città erano state chiuse per ordine principesco così che nessuno potesse più uscire nel bosco appena fuori e nessuno straniero potesse entrare senza esplicito permesso del principe...
Mi guardai intorno, c’erano poche persone per la via e anche coloro che si trovavano, per qualche motivo, fuori casa tenevano gli occhi bassi e camminavano in fretta. Paura, sgomento, diffidenza era ciò che si respirava nell’aria.
E, nonostante tutto, come biasimare quella povera gente? Se persino l'amata figlia del principe non era stata risparmiata da quella barbarie, chi mai poteva dirsi al sicuro ormai? Mi si strinse il cuore a quel pensiero... Eileen... Oh, Eileen, amica mia...
Ero giunta di fronte al palazzo, le due guardie ai lati del portone d’ingresso mi conoscevano, rivolsi loro un cenno di saluto e mi lasciarono passare.
‘Troverò chi ti ha fatto questo, Eileen!’ pensai tra me, attraversando il cortile deserto mentre a stento reprimevo le lacrime ‘Lo troverò, te lo giuro!’

Guisgard 09-10-2010 16.16.53

Belvan sorrise alle parole di Llamrei.
"Lasciate allora che vi aiuti..." disse "... visto che è già un bel pò che girate intorno al nostro nobile corteo. La dama che cercate, forse, è quella vicino ai miei cavalieri e ad alcuni prodi di Camelot che hanno risposto alla nostra richiesta di forze per la causa di sua grazia il vescovo. Ma dovreste sbrigarvi, mia signora, poichè la compagnia è in partenza."

Guisgard 09-10-2010 16.54.02

Nel bosco, intanto, forze iummensamente antiche e potenti stavano per partire alla volta del mondo degli uomini.
"E sia..." disse Icarion ad Empi "... rechiamoci dove dite... sono ansioso di vedere subito dei cavalieri..."
Poi, voltandosi verso Fargot ed Alesia:
"Non ho più bisogno di voi, andate pure! Io e la vostra ancella partiremo subito per ciò che ci aspetta!"
"Siate prudente, altezza." Si raccomandò Fargot, visibilmente preoccupato.
"Possano le forze benigni di questo luogo accompagnarvi e proteggervi sempre..." disse Alesia.
"Febo, qui!" Chiamò il principe.
Un attimo dopo il suo splendido destriero bianco lo raggiunse.
"Altro non vi è da dire..." concluse Icarion montando in groppa al suo magico cavallo "... se non che... la mia anima a Dio, il mio onore per me... e... ehm... credo di aver dimenticato qualcosa..."
Fargot scosse il capo rassegnato.
"Altezza, rammentate che voi non siete un uomo... ma un essere molto più nobile e potente." Disse Alesia.
"Sciocchezze..." replicò Icarion "... un cavaliere è simile ad un angelo di Dio!"
A queste parole Fargot si sentì venir meno.
"Ora andiamo, che madonna Avventura ci reclama!" Esclamò icarion. "Salite in sella con me..." disse poi ad Empi "... le vostre ali, per quanto agili, non possono stare dietro al poderoso galoppo di Febo!"
E un attimo dopo, il magico destriero volò via, scomparendo nella notte in un alone di mille e più scintillanti bagliori dorati, attraversando l'etereo e mistico passaggio tra il mondo fatato e quello degli uomini.
E fargot ed Alesia restarono ad osservare quell'alone dissolversi nella notte.
http://www.viaggio-in-germania.de/Ca...iedrich_10.jpg

llamrei 09-10-2010 21.55.23

"Io sono pronta. Il mio cavallo è sellato. Devo solo raggiungere la mia amica. Dovrei ringraziarvi ora? Bah...non credo...avrei trovato la persona che stavo cercando anche senza il vostro aiuto. Buona serata capitano. E ricordatevi dei ceci per i vostri soldati".
Detto ciò lasciai il mio interlocutore e mi avviai verso la mia amica.
"Elis!! Elis!! Sono pronta!" E l'abbacciai forte forte conscia di essere lì pronta per avventurarmi in odissea dove il rischio di perdere la vita e le persone care era tangibile...ma qualcuno doveva farlo...ed io ero una di quei qualcuno...:D

Guisgard 10-10-2010 01.39.23

"Che caratterino!" Disse sorridendo Belvan. "Si vede che le donne di Camelot hanno una tempra degna della fama dei cavalieri di queste terre!"
Ma la Llamrei si era già allontanata, raggiungendo la sua amica Elisabeth.
"Capitano, è tutto pronto per la partenza." Lo avvertì uno dei suoi cavalieri. "Attendiamo solo i vostri ordini."
"Bene, partiamo allora!"
E finalmente la compagnia partì da Camelot.
La grande strada che tagliava la campagna prima ed il bosco poi, si mostrava davanti a loro fino a perdersi nello sterminato orizzonte.
Come la mitica nave di Ulisse, ricolma di eroi, quella compagnia vagava verso una terra lontana e sconosciuta, sotto stelle misteriose e protetta da oscure ritualità e tradizioni di antichissima data.
Ma i nostri eroi non sembravano turbati o avviliti dai misteri che dominavano Cartignone.
Il viaggio fu lungo, ma non troppo faticoso.
E dopo alcuni giorni di cammino, finalmente, la compagnia avvistò le alte torri di Cartignone.
La città era avvolta da una maestosa foresta, sede di antiche leggende pagane.
E le sue alte e maestose mura non sembravano in grado di proteggerla da un qualcosa di arcano che sembrava davvero dimorare in quei luoghi.
E mentre i nostri eroi percorrevano la strada che conduceva in città, notarono per le campagne, quasi con un'ossessiva frequenza regolare, innumerevoli croci, quasi come se fossero messe per scacciare qualcosa di molto temuto dalla gente del posto.
"Non vi sembra strano?" Chiese uno dei cavalieri. "Tutte queste croci... come se fossero antichi miliari per segnare la strada..."
"Non credo che queste croci fungessero da segni per indicare la distanza..." disse un altro cavaliere.
"Non vi è nulla di strano..." intervenne uno dei tre chierici "... se nel mondo sorgessero più croci, molti dei suoi mali sarebbero scacciati."
Poco dopo, finalmente, la compagnia raggiunse le mura di Cartignone.
Giunta davanti alla maestosa porta, alcune guardie si fecero avanti.
"Siamo gli uomini mandati da sua grazia il vescovo, come il vostro signore ben sa." Disse Belvan a quelle sentinelle.
"Bene, recatevi allora al palazzo reale... sua altezza vi stava aspettando da tempo..."
E varcata la grande porta, la compagnia raggiunse il palazzo.
Per le strade la gente osservava con vivo interesse e stupore quel corteo.
Qualcuno lo scrutava con sospetto, altri si prostravano in senso di rispetto, ma non solo.
Nei loro occhi c'era quasi una celata preghiera, un'invocazione.
"Questa gente sembra avere qualcosa di misterioso racchiuso nei propri occhi..." mormorò uno dei cavalieri a Belvan.
"Non so..." rispose questi "... io direi che hanno... hanno paura... e su questo ti dò ragione... niente infatti è più misterioso della paura..."
E finalmente arrivarono davanti al palazzo reale.
Qui, una volta riconosciuti, furono fatti entrare ed accolti come il loro lignaggio richiedeva.
Alcune guardie poi li condussero davanti al principe Frigoros, signore di Cartignone.
L'uomo li attendeva seduto sul suo regale seggio, mentre al suo fianco si trovava il suo primo e più importante consigliere, il chierico Guxio.
"Onore a voi, altezza." Prese a dire uno dei chierici della compagnia. "Sua grazia il vescovo vi invia i suoi saluti... insieme a questa valente compagnia d'eroi."
"Siate i benvebuti a Cartignone, nobili amici..." li salutò il vecchio principe "... mi rallegra che abbiate generosamente risposto alla nostra invocazione d'aiuto. Ma non vi tratterrò oltre... sarete stanchi e converseremo stasera. Ho già disposto comodi alloggi per tutti voi."
Così, tutti i nostri eroi furono fatti alloggiare in degne stanze così disposti:
Llamrei ed Elisabeth, essendo donne, e Morven e Cavaliere25 essendo invece uomini.
Il riposo però non per tutti fu sereno.
Belvan infatti non riusciva a togliersi dalla mente tutti quei crocifissi, che come un'ossessione, aveva visto sorgere sulla strada che conduceva a Cartignone.
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Guisgard 10-10-2010 02.27.46

Nel frattempo al palazzo ducale di Cornovaglia, Guisgard si accingeva a partire di nuovo.
Forse per mai più ritornare.
"Amico mio..." disse accarezzando il suo cavallo "... seguirai ancora il tuo padrone? Ora che non ha più un tetto sopra la testa?"
"Signore..."
"Chi è?" Chiese Guisgard fissando la porta delle scuderie.
"Sono io..."
"Phina?"
"Si, mio signore..."
"Cosa c'è, dimmi?"
"Ecco, io..." mormorò a capo chino la ragazza "... volevo sapere se stavolta vi tratterrete un pò di più al palazzo..."
"Eh, no... sono già di partenza..."
"Ah, capisco..."
"Cos'hai?" Chiese lui accarezzandole il morbido e bianco viso, a stento coperto dai i suoi bellissimi capelli corvini.
"Ecco, io..." rispose arrossendo lei "... io... ricordavo l'ultima volta... quando mi prometteste una cosa..."
"Davvero? Cosa?"
"Non lo ricordate più... non importa..."
"Dai su... rinfrescami la memoria..."
"Ecco... che mi avreste insegnato ad andare a cavallo..."
"Già, che sciocco a non rammentarlo!" Sorrise lui.
"Mi insegnerete allora?"
"Ora sono in partenza..."
"Non importa... vi aspetterò..."
"Phina! Dove sei?" La chiamarono all'improvviso dalle cucine.
"Ora devo andare..."
Ma prima di uscire dalle scuderie si voltò indietro.
"Ovunque andiate, mio signore, fate attenzione..." sorrise ed uscì.
In quel momento un velo di malinconia scese su Guisgard.
Egli sapeva che forse non sarebbe mai più tornato in quel palazzo.
Sellò allora il suo cavallo ed uscì, attraverso la grande porta, fuori dalla ducale ed imponente dimora.
Fissò per un interminabile momento il paesaggio circostante, come a voler far sua ogni immagine di quel luogo.
Un luogo che gli ricordava la sua infanzia e la sua prima giovinezza.
Fissò quei luoghi e poi sorrise amaramente.
Poi, spronato il suo destriero, prese la via che lo conduceva lontano da quel posto.
"Mio signore! Aspettatemi, per carità!
O questo mio cavallo mi disarcionerà!" Chiamo all'improvviso una voce.
"Iodix? Cosa ci fai qui?"
"Ecco, il duca non comprese
che di voi io presi le difese..."
Guisgard lo fissava con sospetto.
"Ed ecco allora che per ira lui mi cacciò.
Ed eccomi qui, oltre voi nessuno più ho!"
"Avanti, sputa il rospo!"
"Ma in verità io vi ho detto ogni cosa!
Il duca si arrabbia con chi troppo osa!"
"Ti avverto... sto per lucidare i miei stivali sul fondo dei tuoi calzoni da buffone!"
"Ecco, io in verità...
oh, vi supplico, pietà!"
"Voglio la verità!" Disse guisgard. "E la voglio subito!"
"Oh, mio signore, vi prego, sono solo un misero buffone.
Non cacciatemi che non ho il vostro animo da guascone!"
"E sia..." mormorò Guisgard "... del resto il mondo è il più grande palcoscenico che ci sia... magari ci aiuteranno le tue farse e le tue filastrocche!"
Sorrise e fece cenno al buffone di seguirlo in quel loro strano ed incerto viaggio da intraprendere.
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cavaliere25 10-10-2010 10.51.45

Mentre mi riposavo dal lungo viaggio pensai a quale avventura sarei andato incontro non riuscendo a prendere sonno mi alzai dal letto e usci dal mio alloggio e iniziai a girovagare per il castello cercando di capire qualcosa di piu sulla missione di cui facevo parte.

Morrigan 10-10-2010 12.23.33

Morven aprì un occhio, poi un altro. Controllò lo spazio vuoto della stanza. Aveva sentito che il suo compagno, inquieto, era uscito, ed in effetti Cavaliere25 non era più là.
Si mise a sedere sul letto, osservò le pareti, i mobili intorno. In effetti lui e il giovane arciere non avevano scambiato che poche parole.
Morven aveva un carattere schivo, e raramente scambiava più di quattro chiacchiere di cortesia con chi non conosceva bene. Eppure, gli venne da pensare in quel momento, forse parlare con Cavaliere25 gli avrebbe giovato, perchè in fondo era abbastanza possibile che condividessero gli stessi dubbi e gli stessi timori circa la difficoltà di quella missione.
Tuttavia, in un certo qual modo, gli fu grato del fatto di averlo lasciato solo. Così Morven potè distendersi sul letto, intrecciare le mani dietro la nuca, e fissando il soffitto avvolto nella semioscurità, abbandonarsi ai propri pensieri e ai propri interrogativi. Sentiva che qualcosa di strano aleggiava tra quelle stanze, in quel luogo, tra le stesse alte mura di quella città. Qualcosa di inspiegabile e sottile, oscuro e minaccioso... ma Morven credeva solo in Dio e nel Re, nel sangue e nella spada... e se Dio è con me, chi sarà contro di me? Non devo temere i terrori della notte, nè freccia che vola di giorno... mille cadranno al mio fianco, ma nulla mi colpirà... e così, consolandosi al pensiero di quelle parole, cominciò ad abbandonarsi al giusto riposo, dopo quei lunghi giorni di viaggio... sì, il viaggio... quello fu l'ultimo dei suoi pensieri prima di chiudere gli occhi... dove mi porterà questo viaggio?

lady_Empi 10-10-2010 15.14.37

<Empi si teneva forte alla criniera del destriero, seduta davanti al Principe. Si sentiva alquanto a disagio in quella posizione, abituata com’era a volare solo grazie alle sue ali. La luce verde brillava intensa nella notte e si fondeva con l’intensità di quella dorata che proveniva dal corpo del suo regale compagno di viaggio. Cercava le parole per rompere l’imbarazzante silenzio di quella forzata vicinanza> Guardate <esclamò ad un tratto indicando la compagnia di umani che s’intravedeva tra i boschi> Ecco il corteo di cui avevo udito nel Vento <disse Empi al principe Icarion>
Abbiamo un privilegio, Altezza, gli umani non possono scorgerci se non decidiamo di palesarci nelle forme umane che essi si aspettano d’incontrare, e per il momento credo sia meglio osservare un po’ questa compagnia < annunciò con voce ferma, sperando che Icarion accettasse il suo consiglio. Empi osservò gli umani che avanzavano ordinatamente> Per comprendere gli umani a volte per noi basta solo osservare la loro andatura o il modo in cui cavalcano <cominciò a spiegare Empi al principe> Guardate quel cavaliere <indicò Belvan> il suo modo di stare in sella indica un forte e indomito spirito, potrebbe essere lui il capo di questa spedizione <ipotizzò la fata cercando di parlare velocemente per impedire al principe di interromperla> mentre quel giovane cavaliere <indicò Morven> guardate il modo in cui osserva il paesaggio circostante, egli è sicuramente affascinato dalla foresta, forse nel suo cuore alberga l’antica fede <aggiunse affascinata. Infine i suoi occhi si posarono su Elisabeth e Llamerei> guardate vi sono anche due donne <sorrise compiaciuta> e una di loro reca le insegne di un cavaliere templare <indicò Elisabeth e mentre cercava di spiegare tutto ciò al giovane principe giunsero alle mura di Cartignone. Empi percepì qualcosa di oscuro in quella città che ora li accoglieva ma non rivelò le sue percezioni ad Icarion>
Perché non ci fermiamo nel bosco adiacente il palazzo reale, Altezza? <propose Empi al suo compagno di viaggio> di lì avremo un’ottima visuale.

llamrei 10-10-2010 16.22.57

La notte non fu portatrice di riposo. Mi giravo...rigiravo nel letto. Fissai le travi sul suffitto...inventai le storie che i disegni degli arazzi mi suggerivano...vi era quella sensazione strana come se qualcuno mi stesse "scrutanto"..."Sarà una fata dei boschi" dissi tra me e sorridendo conscia di aver detto una sciocchezza..."le fate non esistono...ma se cosi non fosse..come pegno prometto di fare la cosa che peggio detesto fare: cucinare! Cucinerò per un mese intero per il nostro re e il suo entourage!!" risi di gusto a questa pazza idea e in quel momento Morfeo mi accompagnò nel mondo dei sogni.

Arowhena 10-10-2010 16.50.04

"Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?"

La voce del bardo, accompagnata da dolci accordi di liuto, risuonava tra le vie della città addormentata. Arowhena cantava malinconicamente e guardava la luna che rifletteva i suoi raggi luminosi sulle case, sulle strade e sulle innumerevoli croci di fronte le abitazioni... Scosse la testa leggermente ad un pensiero: la paura, aveva sempre affermato, è un sentimento troppo pericoloso, spinge inevitabilmente verso la perdizione, le scelte sbagliate, la follia, ... Una ciocca argentata si liberò da sotto il cappuccio e brillò alla luce della luna:

"E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
"

Guardò dunque la luna, sua silenziosa interlocutrice, chiuse gli occhi dolcemente e lasciò che i raggi illuminassero la sua pelle vellutata. Dischiuse dunque le labbra... l'acuto più struggente lo cantò il più soavemente possibile, per non destare la popolazione dormiente, e, anzi, per accompagnarla nel suo sonno, e non disturbare i sogni:

"Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
"


Guisgard 11-10-2010 01.10.46

Icarion restò un attimo in silenzio.
Febo scese dolcemente nel bosco, proprio dove aveva suggerito Empi.
Icarion scese con un balzo dal suo destriero.
Ebbe un attimo di titubanza, poi voltandosi verso Empi, dimenticando della sua abilità nel volare, disse:
"Vieni, ti aiuto a scendere... dammi pure la mano..."
Poi fissò le mura di Cartignone.
"Quella compagnia cavalleresca..." prese a dire "... credi che vi siano in essa valenti cavalieri? Io ne ho veduto uno... era attorniato da alcuni compagni d'arme... era una mattinata di Sole e stavano tutti fuori ad uno di quei templi che gli umani chiamano chiesa... il cavaliere parlava della sua infanzia e faceva segno ad una bellissima statua sull'altare..."
Si voltò allora verso Empi ed aggiunse:
"Si, buona idea... osserveremo quella compagnia di cavalieri..."
Ma in quello stesso istante, Empi percepì qualcosa.
Come un eco lontano, straziante e doloroso.
Un sinistro lamento di tante voci sovrapposte, indefinite, confuse, come se si confondessero con l'indifferente silenzio della notte.
E quell'eco lasciò una viva inquietudine nel cuore di Empi.
Mai la fatina aveva provato una simile sensazione di angoscia e paura.

Guisgard 11-10-2010 01.54.56

Cavaliere25 vagava per i lunghi corridoi del palazzo, quando all'improvviso udì delle voci e dei passi di cavalli provenire dal grande cortile.
Erano alcuni cavalieri appena giunti.
Ad un tratto una figura coperta da un cappuccio si avvicinò a colui che li comandava.
"Ce ne avete messo del tempo per arrivare!" Disse la figura.
"Siamo partiti appena avuta la vostra chiamata." Rispose il capo di quei cavalieri.
Era magro e con i capelli cortissimi di un biondo spento.
"Sono già giunti quei cavalieri?" Chiese.
"Si e li guidano tre chierici." Rispose la figura. "Sembra che il vescovo cominci ad aver paura..."
"Lord Bumin è giunto?"
"Non ancora." Rispose la figura.
"Occorrerà il suo aiuto."
"Si, ma ora tu pensa a tenere in allerta i tuoi uomini."
"Si, mio signore." Disse il cavaliere. "Presto voi, seguitemi!" Ordinò poi ai suoi.
"Si, lord Dukey." Risposero i suoi uomini.
Allora Dukey condusse i suoi cavalieri nelle scuderie e poi nei loro alloggi, mentre la misteriosa figura svanì nel buio della notte.
Tutto questo sotto gli occhi di Cavaliere25.

Guisgard 11-10-2010 02.02.49

L'indomani, quando il Sole fu alto nel cielo, i servitori di Frigoros, il signore di Cartignone, chiamarono i membri della compagnia giunta in città il giorno prima.
"Sua signoria, lord Frigoros, vi attende nella Sala dei Trofei, dove verrà servita una degna colazione per tutti voi."
Questo annunciarono i servi a tutti loro.

Guisgard 11-10-2010 02.44.11

Nel frattempo, oltre i confini di Cartignone, due uomini a cavallo stavano per intraprendere un viaggio che si presentava loro molto incerto.
"Cosa ci attenderà, padrone, in questo viaggio?
Avventura, fama o della gloria solo il miraggio?"
Guisgard non prestò attenzione alle parole di Iodix il buffone, intento com'era a suonare la sua ocarina.
"Che musica malinconica, signore...
cosa avete dunque nel vostro cuore?"
Guisgard continuò a suonare.
Giunsero allora davanti alla bottega di un maniscalco.
Guisgard fissò il buffone e sorrise all'improvviso.
"Se c'è una cosa che odio" disse "sono i segni della schiavitù!"
Scese allora da cavallo ed entrò nella bottega, facendo segno a Iodix di raggiungerlo.
"Avanti, metti la testa vicino a questa incudine." Ordinò al buffone, impugnando un martello ed un grosso chiodo di ferro.
"Cosa volete farne della mia testa?
Perdonate, ma la vostra mano è lesta?" Chiese preoccupato il giullare.
"Avanti, metti qui la testa e sta zitto o mi confonderai."
Guisgard allora fissò il chiodo sopra all'anello di ferro che cingeva il collo di Iodix e col martello tirò un colpo secco.
Un attimo dopo l'anello di ferro era a terra, spaccato in due.
"Oh... ricordo che mio padre quando morì l'aveva ancora al collo
ed io invece ne sono libero. Che strano non avere più quel bollo." Mormorò il buffone accarezzandosi il collo.
"Ecco, ora sei un uomo libero!" Esclamò Guisgard.
I due allora ripresero il loro viaggio.

cavaliere25 11-10-2010 09.26.25

vidi quella scena e senti quel discorso feci finta di nulla e continuai a girare per il castello riflettei su cio che avevo visto mi domandai chi fossero quei cavalieri e chi poteva essere quella strana figura incappucciata che svani nel buio poi ritornai nella mia stanza e aspettai la mattina seguente.

Talia 11-10-2010 10.16.42

Una tetra notte era stata quella... inquieta, agitata, foriera di cupi pensieri, di incubi e di ricordi tormentati.

“Talia, sei pronta?”
“Milady, veramente...”
“Che succede?”
“Il mio piede, Eileen... ricordate la caduta dell’altro giorno?”
“Ti fa ancora male?”
“Un poco!”
“Va bene, non fa niente... resta pure qui!” disse Eileen, voltando il suo cavallo e avviandosi per la via.
“Ma, milady, cosa fate? Non vorrete andare da sola...”
“Ma certo che voglio andare!” mi sorrise, come se avessi detto una sciocchezza.
“Aspettate, vi prego! Lasciate almeno che chiami due guardie per accompagnarvi...”
La ragazza sorrise di nuovo: “Talia, Talia, amica mia... da quando sei diventata così ponderata?”
“Penso solo che non sia saggio uscire a cavallo dalla città, men che meno da sola... se non altro perché vostro padre, il principe, l’ha proibito!”
“Che sciocchezza!” mi rispose, mentre già si stava allontanando “A più tardi, amica...”

Mi svegliai con un nodo alla gola...
‘Li troverò, Eileen! Li troverò quei barbari!’ ripetei tra me e me, avevo il viso bagnato.
I primi, flebili raggi di sole iniziavano a filtrare dalla mia piccola finestra, doveva essere l’alba... osservai per un momento la danza dei granelli di polvere del fascio di luce, poi lentamente mi alzai, mi vestii ed uscii dalla stanza.
Pochi -riflettevo, mentre camminavo a passo svelto nel corridoio- davvero pochi potevano vantarsi di conoscere il bosco di Cartignone come lo conoscevo io! Nessuno come me vi aveva passato gran parte dell’infanzia, esplorandone e scoprendone tutti gli anfratti... il principe non poteva dunque rifiutarmi quella licenza!
Accelerai il passo verso la sala grande, dove il principe era solito dare udienza... ero decisa a parlargli!

lady rainbow 11-10-2010 12.55.12

Quei giorni che si susseguirono alla scoperta del cadavere di mia cugina Eileen mi avevano fatto ripensare ai tristi giorni della perdita di mio padre Elbanius, morto crudelmente in battaglia con l'unico cruccio di non potermi vedere cresciuta.. a quel tempo avevo poco più di sei anni..e mio padre in fin di vita ,guardandomi con gli occhi arrossati dal pianto e respirando affannosamente ,mi disse:"piccola Rainbow non temere la solitudine e fai risplendere sempre il sorriso sul tuo volto..quando ti sentirai sconfortata o triste stringi questo amuleto e tuo padre sarà li con te..."..le sue ultime parole prima di lasciarmi....mi aveva donato un piccola collana di ambra che lui portava al collo..e da allora fui affidata alle cure dello zio, principe della ridente Cartignone..lo zio mi aveva dato la migliore educazione e i migliori insegnanti..ma ero stata sempre considerata la piccola del castello, ero stata protetta e tenuta all'oscuro dei problemi..anche con mia cugina a cui pure ero affezionata non avevo mai avuto un rapporto di vera complicità..ricordo che quando era con le sue amiche e io entravo in camera sua mi ripeteva spesso"Rainbow cosa ci fai qui?il tuo posto è a giocare con le bambole..sei troppo piccola per capire di queste cose"...a nulla valevano ovviamente le mie repliche...ora dopo la sua morte rimpiangevo solo di non averla conosciuta meglio..di non aver condiviso con lei gioie e dolori...di non aver imposto a lei la mia presenza...

Pensavo questo guardando il paesaggio fuori dalla grande finestra nella sala del trono...senza accorgemene istintivamente strinsi l'amuleto..
"Vi capisco mio adorato zio..capisco la vostra paura"-dissi guardandolo negli occhi che vedevo quasi umidi e rassegnati ormai alla perdita-"ma bisognerà pur capire cosa sta accadendo nel Regno e certo barricarsi nel palazzo servirà solo ad accrescere i timori...ma non si risolverà nulla"!
il mio buono e testardo zio non voleva perdermi...ma ormai ero grande..e avrei scoperto la verità con o senza il suo permesso....rinunciai cosi a parlare con lui..
"Va bene zio..vi ascolterò..ma adesso state tranquillo.."
E sorridendogli tornai a guardare fuori...

lady_Empi 11-10-2010 14.41.47

<Empi diede la mano al Principe Icarion, si lasciò aiutare a scendere da cavallo, sorridendo e ripetendo dentro di sé come un mantra la parola pazienza…
Non prestò molta attenzione alle parole del Principe, annuì distrattamente alla sua domanda mentre con lo sguardo scrutava il bosco che li circondava, nero nella notte, quasi che la pallida luna che brillava in cielo avesse dimenticato d’illuminarlo.
Fu allora che l’udì… era un lamento costante, un coro di voci strazianti che riempiva la fata d’angoscia e tristezza. Le tornarono in mente le parole di Alesia che la metteva in guardia da qualcosa d’oscuro.>
Mio Principe, gli umani di notte si riposano, lo sapete vero? <cercò di coprire con la sua voce quel lamento per evitare che Icarion lo udisse. Si appoggiò al tronco di un imponente salice e percepì lo scorrere della linfa vitale nel guardiano del tempo, sospirò e lasciò che l’energia dell’albero invadesse il proprio corpo>
Alcuni di loro passano notti insonni tormentati dai sogni <si sforzò di sorridere, sebbene l’angoscia ancora la invadesse> Sapete, Altezza, alcuni umani hanno messo a tacere il loro spirito con la ragione, ma lo spirito parla loro nei sogni e turba le loro coscienze, rendendoli più consapevoli al risveglio. Lo spirito del Piccolo Popolo è sempre vigile e non ha bisogno del sonno per rivelarsi <aggiunse, e mentre i due conversavano con un’apparente serenità i primi raggi del nuovo sole illuminarono il bosco. Empi teneva i sensi vigili cercando di percepire ogni cosa intorno e ogni tanto osservava Icarion… aveva un sogno quel Principe, forse un sogno assurdo e strambo… ma quale sogno non lo è all’inizio… Empi si stupì di provare un velo di tenerezza per il giovane Principe e per un momento, grazie a quel pensiero, le sue paure si affievolirono>

Morrigan 11-10-2010 16.15.34

Quando Cavaliere25 era rientrato nella stanza, Morven dormiva ormai profondamente. Si era abbandonato ad un sonno pesante, ed era scivolato con un balzo dai pensieri ai sogni, senza quasi accorgersene, restando sdraiato sulla pesante coltre del letto con ancora i vestiti del viaggio indosso.
Per questo il risveglio non fu piacevole come aveva immaginato, e con l'aria un po' sbattuta di chi non ha dormito bene, scese dabbasso, alla ricerca di un pozzo e di acqua fresca con cui lavarsi e rendersi presentabile per quella mattina che iniziava.
Quando fu pronto rimase ancora qualche minuto immobile a fissare il cielo.
Il sole proprio in quel momento aveva superato la linea delle merlature del palazzo, e cominciava ad esplodere con i suoi raggi, urlando contro il cielo chiaro e tendendo le sue braccia nella corsa verso lo Zenit.
Sentì arrivare qualcuno di gran fretta, si voltò a cercare con lo sguardo colui che aveva interrotto quell'attimo.

"Mio signore," esclamò il servo con un inchino ""Sua signoria, lord Frigoros, vi attende tutti nella Sala dei Trofei"

Morven chinò il capo in segno di assenso.

"Sta bene" rispose.

Quindi cinse le spade al suo fianco e, con passo deciso e animo sollevato, entrò finalmente nella grande sala, dove trovò riuniti i suoi compagni, e con essi molte nobili figure.

Talia 11-10-2010 18.49.46

Avevo quasi raggiunto la sala delle udienze... ero nervosa, agitata: cosa dire al principe? Come convincerlo che ero la persona giusta per quell’impresa? Ma poi, mi chiesi, lo ero? O il mio era soltanto cieco desiderio di vendetta e sciocca volontà di trovar giustizia per l’anima della mia amica?
Scacciai stizzosamente quei pensieri... non avevo tempo per i dialoghi di coscienza, in quel momento!
Di fronte alla porta della sala vi era un paggio, così mi avvicinai, mi inchinai appena e dissi: “Vi prego, signore, volete essere così gentile da chiedere per me udienza a Sua Altezza? Sono Talia, figlia del capitano Geoffrey di Warwick, e ho necessità di conferire con il principe!”

cavaliere25 11-10-2010 19.50.20

Senti delle voci fuori dalla stanza e vidi il servo che ci pregava di andare nella sala che eravamo attesi allora andai di corsa nella sala dove c'erano tutti e aspettai che qualcuno parlasse e ci dicesse lo scopo di quella missione.

Guisgard 11-10-2010 20.30.49

Il soldato guardò Talia.
"Milady, vostro padre è sempre stato un fedelissimo del nostro signore" disse "e sapete bene di essere sempre ben accetta qui a palazzo. Lord Frigoros sarà lieto di ritrovarvi..."
E la invitò ad entrare nella sala.
E poco dopo anche Morven giunse al cospetto di lord Frigoros.
E con lui Belvan e tutti isuoi uomini, preceduti dai tre chierici inviati dal vescovo.
E poi anche Cavaliere25 raggiunse gli altri.
Frigoros, accanto al quale sedeva la sua bella nipote Rainbow, allora lieto prese la parola:
"Nobile compagnia, Cartignone vi da il benvenuto. Anche se i tempi in cui viviamo sono tristi e nefasti noi non abbandoniamo i nostri ideali e i nostri valori. Siamo cristiani e per Diritto Divino non possiamo sottostare alle forze del male."
Restò un attimo in silenzio e poi, quasi a fatica, riprese a dire:
"Forze del male che sembrano dimorare stabilmente in questa nostra terra...." la sua voce si fece più pesante ed alcune lacrime rigarono il suo vecchio volto.
"Sua altezza è provato ben più di tutti noi da questo flagello." Disse una voce appena giunta nella sala.
Era il chierico Guxio, primo consigliere di lord Frigoros.
"Purtroppo la sua stessa figlia è stata vittima del male che si annida a Cartignone." Aggiunse il chierico. "Mio signore..." rivolgendosi poi a Frigoros "... alcuni dei nostri più fedeli e valorosi cavalieri sono giunti per liberarci da questo dramma."
"Anche noi vi aiuteremo, prestandovi il nostro valore." Intervenne Belvan. "Ma cosa accadde veramente in questo posto?"
"Non sappiamo chi o cosa..." prese a roccontare Guxio "... rapisce giovani donne di Cartignone, sottoponendole a folli ed inumani martiri. Alcune sfortunate, tra le quali anche la figlia del nostro signore, sono state ritrovate nella foresta. Ormai un orrore senza fine alberga tra la nostra gente."
In quel momento alcuni cavalieri furono annunciati a Frigoros.
Erano guidati da sir Dukey.
Avanzavano fieri e superbi nella sala, senza voltarsi verso la compagnia giunta da Camelot.
"Milord..." disse Dukey al suo signore "... io ed i miei uomini siamo qui e libereremo Cartignone dai suoi nemici. Questo è un compito per veri cavalieri."
E si voltò verso la compagnia di Camelot, lanciando sui suoi membri uno sguardo di vivo disprezzo.

Guisgard 11-10-2010 20.44.04

Intanto, nel bosco, Icarion ed Empi osservavano le mura di Cartignone.
"Dici il vero, amica mia..." disse Icarion "... molti mettono a tacere il proprio spirito ed il proprio cuore, per ascoltare la ragione..."
Il principe per un momento sembrò smarrire il suo ardore da guascone e si abbandonò ad un attimo di malinconia.
"Ecco perchè sarò un cavaliere..." riprese "... perchè un cavaliere segue sempre il cuore!"
Accarezzò allora il suo fedele Febo.
"Ora se vuoi" disse ad Empi "puoi riposarti un pò. Abbiamo viaggiato tutta la notte e sarai stanca, immagino."
Si sedette ai piedi du una grossa quercia e si coprì col suo mantello.
"Empi, dimmi... credi che troveremo mai quel cavaliere che cerchiamo?" Chiese poi all'improvviso, tradendo ingenuità, candore ed un filo di fanciullesca paura.

cavaliere25 11-10-2010 20.53.24

Ascoltai le parole dei signori poi vedendo arrivare quei cavalieri li guardai fisso negli occhi chissà chi erano pensai dentro di me poi guardai Dunkey che sembrava il capo e aspettai che qualcuno della mia compagnia disse qualcosa a proposito.

lady_Empi 11-10-2010 21.30.17

<Bene, pensò Empi sorridendo appena, siamo passati da ancella ad amica!!...
Il sorriso le permase sul volto mentre annuiva alle parole di Icarion> Prima di seguire il cuore, un Cavaliere deve imparare a leggere dentro di esso e a capire ogni suo recondito mistero <si sorprese a parlare di cavalieri con il principe….cosa stava facendo…stava forse assecondando il giovane? Scosse il capo mentre andava a sedersi accanto a lui>
Se questo sarà il volere della Madre Terra, troveremo il cavaliere che cercate <lo rassicurò con rinnovata serenità> Ma parlatemi di lui, Altezza, dicevate di averlo visto nei pressi di uno dei templi degli umani <Empi gli stava chiedendo di rompere il magico silenzio della foresta e non credeva alle sue stesse parole. Tacque infine e mentre si apprestava ad ascoltare il racconto del principe, udì un urlo intenso, che squarciava il respiro silenzioso del bosco, era una voce di donna… disperata… e chiedeva aiuto. Si voltò a guardare Icarion, allarmata, chiedendosi se anch’egli avesse udito quel richiamo disperato>

Morrigan 11-10-2010 23.33.05

Morven sollevò un sopracciglio, evidentemente contrariato. Lanciò un lungo sguardo, sfacciato e impertinente, a quel sir Dukey che aveva testè parlato.
Quell'uomo aveva osato passare su tutti loro uno sguardo di disprezzo, come un dio avrebbe guardato un satiro... non lo poteva tollerare!
La mano gli corse ad una delle lame, ma in quell'istante gli occhi gli caddero sul volto del principe, contratto da un dolore immenso, e subito sul bel viso della fanciulla che gli sedeva accanto, che era avvolto da una strana, bruciante angoscia. Si quietò. Mai avrebbe potuto offendere, in alcun modo, la casa del loro gentile ospite.
Si limitò allora a rispondere allo sguardo dell'altero cavaliere con uno sguardo altrettanto tagliente. Le sue dita si soffermarono a giocare con palese insistenza con l'elsa della spada, stringendo l'anello dell'impugnatura e seguendo le decorazioni del manico, e mentre ripeteva quel gesto, con voce sommessa iniziò a cantilenare una frase, con finta aria di chi stia gettando al vento parole a caso:

"Ha dispiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore..."

Arowhena 11-10-2010 23.40.56

Dopo la lunga notte, la meditazione, e il tempo trascorso ad osservare la Luna ed interrogar le stelle, Arowhena si recò al palazzo e, dopo essere stata riconosciuta dalle guardie, si affrettò verso la sala del trono. Restò nell'ombra ed ascoltò l'intervento del principe. Guardò con particolare attenzione la compagnia giunta da Camelot, del cui arrivo aveva sentito parlare nei giorni precedenti. Si fece dunque avanti:

- Principe Frigoros, dopo la meditazione, l'interpretazione del vostro sogno può finalmente essere svelata, come richiesto da Sua maestà.

Arowhena uscì dall'ombra del colonnato sulla destra della sala del trono, e si mosse verso il principe con passo lento. Si sentiva osservata.. e questo le piacque.. Il principe le fece un cenno, ed ella continuò:

- Tre donne intorno al cor mi son venute

Gli occhi blu cobalto dell'elfa brillarono ed ella iniziò a cantilenare dolcemente:

- Tanto son belle e di tanta vertute
che 'l possente segnore
dico quel ch'è nel core

Cantò così di tre donne, ognuna diversa e con una forte motivazione, che avrebbero cambiato il destino della città..

Guisgard 12-10-2010 00.41.15

Frigoros ascoltò con attenzione le parole della misteriosa Arowhena.
Le sue parole suonavano come arcani echi di un qualcosa di oscuro a quella corte.
"La vostra fama e abilità nel leggere i sogni" disse il principe "mi fu rivelata tempo fa da una donna a me molto cara. Ma le vostre parole suonano misteriose e sfuggenti. Come potremmo quindi comprenderle?"
"Non credo di conoscere questa donna..." intervenne Guxio "... non sapevo che sua altezza accettasse anche done pagane a corte..."
"Io ed i miei uomini ci rifiutiamo di stare in presenza di una barbara infedele..." disse Dukey con sdegno "... è infamante per il lignaggio di tutti noi!"
"Dimenticate che siete tutti ospiti nel mio palazzo." Rispose Frigoros. "E decido io chi sia degno di comparire al mio cospetto. Ora, mia signora..." rivolgendosi a Arowhena "... indicateci come comprendere il sogno di cui ci avete parlato."

Guisgard 12-10-2010 00.53.21

Nel bosco, intanto, Empi aveva udito qualcosa di misterioso ed inquietante.
"No..." disse il principe "... non ho udito nulla..."
Si guardò intorno, cercando di scorgere qualcosa.
"Io sento solo i suoni della foresta che si desta al nuovo giorno." Aggiunse. "Cosa avrei dovuto sentire? Forse ti sei confusa..."
Ma in quel momento anche Febo mostrò agitazione.
Nitrì con vigore e solo le rassicuranti carezze del suo padrone riuscirono a farlo calmare.
"Sta buono..." lo tranquillizò Icarion "... sta buono..."
Fissò allora Empi con uno sguardo di vivo entusiasmo.
"Forse c'è qualche oscuro pericolo in questo luogo..." disse portando la mano sulla sua spada "... chissà che madonna Avventura non abbia già deciso di farci visita..."
Ed un sorriso, entusiasta ed ingenuo insieme, apparve allora sul suo giovane volto.

Arowhena 12-10-2010 01.00.56

- Principe Frigoros, grazie per la fiducia..

Arowhena accennò allora un inchino e dopo aver osservato con sguardo altezzoso i due figuri Dukey e Guxio, fece ancora pochi passi in avanti e spiegò ciò che aveva già cercato di comunicare con i suoi versi:

- Principe, voi avete sognato 3 donne che siedono intorno al vostro cuore: ognuna di esse ha una virtù particolare, ognuna una ragione molto forte per sedere lì. Il cuore è la città di Cartignone, le donne sono coloro che cambieranno il destino della città. Se non mi sbaglio - Arowhena scrutò con attenzione i cavalieri all'interno della sala - la compagnia appena giunta da Camelot ha ben due donne guerriere all'interno della coterie... immagino che il sogno sia un segno... il sogno vuole comunicarvi che le donne di Camelot possano essere una risposta... la terza donna - Arowhena si guardò intorno - La terza donna probabilmente sono io! - e un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra aggraziate mentre osservava i cavalieri di Camelot.

Talia 12-10-2010 01.12.42

Entrai nella sala come il soldato mi aveva indicato e mi inchinai al mio principe, un istante dopo altre persone arrivarono... Rimasi ai piedi del trono mentre i celeberrimi cavalieri di Camelot entravano nella sala, mentre sua Altezza parlava loro, vidi giungere il saggio Guxio, i cavalieri guidati da sir Dukey, infine quella curiosa donna a me sconosciuta... Ascoltai parlare tutti, ascoltai le loro parole, le loro dispute...
Non era mio costume interrompere il mio principe, non era ciò che mi era stato insegnato... ma a stento riuscivo a trattenermi, ormai. Iniziai nervosamente a torcermi le mani... parole, parole... e intanto gli assassini di tutte quelle donne, gli assassini di Eileen erano liberi...
Volevo uscire dalla città... Dovevo, dovevo farlo!
Alzai gli occhi sul seggio principesco e incrociai lo sguardo di lady Rainbow... 'la piccola Rainbow' la chiamava Eileen... e mi parve di leggere nel suo sguardo lo stesso mio sgomento, la stessa mia impazienza...

Guisgard 12-10-2010 01.13.55

"Assurdo!" Esclamò il chierico Guxio. "Le donne non possono certo nè decidere, nè tantomeno salvare il destino di questa terra!"
Frigoros osservò il suo consigliere senza rispondere nulla.
"Camelot..." ripetè Dukey "... io non affiderei i maiali che pascolano i miei servi ai cavalieri di quel reame... figuriamoci alle loro donne!"
E tutti i suoi uomini risero.
"E di certo" aggiunse il superbo cavaliere fissando Arowhena "non mi fiderei di ciò che racconta una donna pagana..."
"Non conosco il vostro tanto osannato, da voi, lignaggio, messere..." intervenne Belvan "... ma se la vostra spada è pari alla vostra lingua ed alla vostra insolenza, allora di certo siete un redivivo Achille!"
"Pensate di giungere qui ad infagare il mio nome?" Domandò alterato Dukey. "Se pensate di farvi forte con i vostri scialbi cavalieri, credo abbiate fatto un errore!"

Morrigan 12-10-2010 01.26.51

"Dovete avere davvero ben pochi beni su questa terra, signore", intervenne Morven a quel punto, incapace di trattenersi oltre "se avete così poco cara la vostra vita!"

Le sue dita, allora, smisero di giocare e si strinserò con una presa decisa attorno all'elsa della spada. Guardò Dukey con aria di sfida. Quel bellimbusto non gli era piaciuto dal primo istante in cui l'aveva visto, e ciò che in seguito aveva udito non aveva di certo mutato la sua prima impressione.

"Oppure devo pensare", continuò con aria di scherno "che la vostra anima sia così candida da desiderare subito di raggiungere le glorie del cielo?"

Guisgard 12-10-2010 01.41.44

Dukey fissò Morven.
Lo fissò con rabbia, con dispezzo e con odio.
"Venite qui e pretendete che ingoi il vostro veleno!" Urlò e si lanciò con la spada su Morven.
Ma il colpo fu parato dalla spada di Belvan.
"Badate che se cercate soddisfazione" disse questi "qui ne troverete nella giusta quantità."
"Fermatevi!" Ordinò Frigoros. "Siete cavalieri o briganti? Riponete le spade e non oltraggiate oltre la cortesia di questo luogo!"
Tutti allora riposero le spade.
"Chiedo di abbandonare la corte, mio signore..." chiese poi Dukey al principe "... l'aria qui è diventata irrespirabile."
Frigoros acconsentì con un gesto e Dukey con i suoi cavalieri uscirono dalla sala.
"Presto ci ritroveremo noi due..." mormorò a Morven mentre abbandonava la sala.

Guisgard 12-10-2010 01.47.36

La calma ritornò nella sala e Frigoros tornò a sedersi sul suo seggio.
Così si accorse della presenza della figlia del suo capitano della guardia.
"Lady Talia..." sorrise "... è sempre una gioia ritrovarvi a corte... rivedere voi è come rivedere..."
La voce del principe divenne incerta e gli occhi si inumidirono.
"Qual buon vento vi conduce a rallegrarci con la vostra presenza?" Chiese poi dopo un attimo di silenzio.

Talia 12-10-2010 02.01.59

Il trambusto nella stanza mi aveva scossa... la voce di lord Frigoros mi riportò alla realtà.
Osservai quel suo breve silenzio sentendolo anche mio... il suo dolore, il suo tormento erano i miei.
"Mio signore, mio principe..." mormorai dopo un istante "Se ho ardito presentarmi al vostro cospetto mentre tanto impegnato siete con questi nobili cavalieri, fu per necessità e... per chiedervi una grazia! La grazia, milord, di poter lasciare la città e recarmi nel bosco..."
Notai un lampo attraversare i suoi occhi, perciò proseguii più in fretta: "Non parlo così per sconsideratezza, mio signore, ma per affetto! Per quell'affetto che porto verso la nostra terra e per l'affetto che mi legava a..." la voce mi si incrinò, la schiarii e proseguii "Voi conoscete la mia storia, mio signore, sapete che ho vissuto per anni nel bosco di Cartignone e che ne conosco ogni luogo... posso dunque scovare l'insana malvagità che vi si nasconde! Vi prego, milord, vi prego... concedetemi di essere utile! Concedetemi di consacrare la mia vita ad un'impresa che, forse, sola potrà alleviare un poco il peso nel mio cuore!"

Guisgard 12-10-2010 02.12.19

Frigoros ascoltò Talia e restò a fissarla per un istante.
"Il bosco..." ripetè "... sapete cosa significa e quale pericolo correte? E non oso pensare a cosa potrebbe accadervi se... dopo lei, morirei se perdessi anche voi... credetemi, comprendo ciò che provate, ma come potrei mandarvi in quel luogo? Non conosciamo nemmeno la natura di ciò che ci minaccia..."
"Milord..." intervenne Belvan "... la giovane vostra pupilla afferma di conoscere bene il bosco e potrebbe accompagnarci per una perlustrazione... con noi sarebbe al sicuro e grazie al suo aiuto noi potremmo cominciare a conoscere lo scenario in cui emerse l'orrore di cui ci parlaste."
Frigorose attese un momento e poi rispose:
"Milord, ho piena fiducia in voi e nei vostri cavalieri... questa fanciulla è cresciuta nella mia casa e ha diviso l'infanzia ed i sogni con la mia amata figlia... acconsento alla vostra richiesta, ma voi la proteggerete più della vostra stessa vita."
Belvan chinò il capo in segno di obbedienza.
"Milady..." rivolgendosi poi a Talia "... io ed i miei cavalieri siamo pronti. Appena vorrete ci recheremo nel bosco."

Talia 12-10-2010 02.21.29

Sì... era un assenso quello che mi era stato concesso... dentro di me esultai!
Mi inchinai di nuovo al principe: "Grazie, mio signore!" mormorai "Grazie! Non temete, non accadrà niente... e li troveremo, vedrete! Troveremo la verità!"
Rialzandomi, incrociai lo sguardo di lady Rainbow, mi sembrò inquieta, agitata... le sorrisi incoraggiante.
Infine mi voltai verso il cavaliere che aveva parlato e chinai la testa: "Sono pronta, sir... Sono ai vostri comandi!"


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