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Miriam allora accompagnò nel salone Clio.
Qui la ragazza trovò sua madre impegnata a discutere con i rappresentanti degli artigiani. Tutto era però pronto per il pranzo. “Oh, Clio.” Disse la madre vedendola. “Vieni pure avanti. Questi signori rappresentano un'importante delegazione, sai? Impegnata in una causa straordinaria.” Presentò così a sua figlia quegli ospiti. “E non sai” fece poi “che il colonnello Albin ha combattuto fino a pochi mesi fa, vero?” L'uomo annuì. “Si, ma ora preferisco dedicarmi al mio mestiere di incisore.” Disse il colonnello. “Mi sono ritirato dall'esercito in seguito ad una grave ferita. Ma in realtà ho visto cose disumane. Soprattutto nella battaglia di Sant'Agata di Gothia.” “Infatti” entusiasta la madre di Clio “il colonnello ha combattuto nella terribile guerra tra Capomazda e Sygma!” |
Elina a quelle parole di Elisabeth, a quella sua determinazione, chinò il capo.
“E sia...” disse “... se è questo che vuoi... ma ricordati... è dall'età dei quattro Califfi che i maghi sono combattuti... e io credo che qui siamo di fronte ad una potente forza oscura...” prese allora una ciotola e vi lasciò cadere dell'acqua da una bottiglia, per poi immergervi un po' d'olio “... tre cerchi d'olio sull'acqua...” restò turbata “... uno dei tre cerchi ha divorato gli altri due... attenta, Elisabeth...” e fissò quel bigliettino che la donna aveva fra le mani. Ma dalle finestre si sentiva giungere l'entusiasmo della gente in strada per quei velieri volanti. |
“In verità” disse uno degli ospiti del barone ad Altea “molte strade conducono a Sant'Agata di Gothia. Essa è una delle grandi capitali del Nord e i suoi territori mettono in comunicazione l'entroterra con il Sud. Tuttavia, la terribile guerra tra Capomazda e Sygma ha devastato molte vie di comunicazione e oggi vi è solo un percorso, via terra, che permette di giungere a Sant'Agata. Ma è una strada lunga e pericolosa, piena di bande mercenarie e disertori.”
“Per questo” prendendo la parola un altro di quegli ospiti “sua signoria ci ha inviati con le sue aeronavi. E restano quelle il modo più sicuro e veloce per arrivare a Sant'Agata. Dunque, se il barone lo permetterà, potrete venire con noi, a bordo dell'aeronave.” |
Entrai nel salone a passo deciso, guidata dalle chiacchiere di mia madre con i suoi ospiti.
Salutai i presenti con una riverenza delicata e formale, e rivolsi a mia madre un leggero cenno del capo. La mia mente era già pronta a vagare lontano da lì, pensavo a quello strano biglietto, a dove mi avrebbe condotto, a come potesse l'autore conoscere il mio nome e parte della mia vita, quando delle parole risvegliarono la mia attenzione. Citazione:
Alzai lo sguardo verso l'uomo davanti a me, scrutandolo delicatamente. Era alto, aveva un viso gentile, una barba ben curata, e dei profondi occhi neri. Gli sorrisi e mi inchinai nuovamente. "...E' un onore dunque avervi alla nostra tavola, colonnello.." con un gran sorriso "...vi prego, sedetevi accanto a me.." indicandogli una sedia attorno al grande tavolo. ".. posso solo immaginare gli orrori della guerra, Milord, ma mi auguro che vorrete condividere con noi qualche notizia circa quell'estenuante battaglia..". Il pranzo stava ormai per essere servito, e tutti prendemmo posto. "...Vi prego, dunque.. raccontate.. per una fanciulla appassionata di storia, poter avere notizie di prima mano sulla guerra tra Capomazda e Sygma è davvero un dono del cielo..". Sorrisi, dolcemente ".. vi prego.. che ne è ora di Sant'Agata di Gothia? Ho sentito parlare di un certo Arconte Meccanico.." |
Annuii ascoltando le parole dell' ospite.. "Avete ragione e poi non abbiamo una scorta e se le strade sono pericolose come le descrivete forse è meglio viaggiare assieme a voi, è la migliore soluzione."
Vivian mi guardò perplessa ma continuai sicura.."Comunque vi chiediamo di accompagnarci solo nel viaggio, poichè come detto io e Vivian saremmo ospiti dei miei parenti". Poi mi rivolsi al Barone che mi guardava con aria benevola, egli ci fu molto vicino dopo quella disgrazia in famiglia.."Ora, milord, devo chiedere il consenso a mio padre e che mi dia indicazioni per il viaggio e dove si trova esattamente mio zio, ci rivedremo domani per definire gli ultimi dettagli". Mi congedai e Vivian mi accompagnò fino in giardino e ci abbracciammo forte. Corsi subito al maniero, mio padre ancora non era a casa e chiesi alla balia di informarlo appena arrivato che avevo urgenza di conferire con lui. Mi chiusi in camera, mi affacciai al balcone della loggetta e istintivamente portai la mano nella sacca ed estrassi la collana..solo una persona ne indossava una identica e la mia mente vagò nel passato... "La Luna Piena rischiarava il maniero, mentre Morfeo mi cullava in dolci sogni. Poi un ticchettio, un secondo e mi destai lentamente..al terzo ticchettio capii..e mi affaccia al balcone, sotto vi era Lui che lanciava piccoli sassolini per svegliarmi e ridendo dissi sottovoce "E chi siete voi, Cavaliere, che nel buio della Notte inciampate cosi nei miei pensieri?". Mi vestii di fretta , feci segno alla balia di accompagnarmi in giardino ed ella rassegnata per l'affetto che provava per me accossentì di farmi da vedetta scuotendo il capo. In un angolo buio del giardino estivo dove il gelsomino inebriava l'aria col suo profumo egli mi aspettava..."Altea, vieni qui ho un regalo per te." Accorsi verso lui e lo abbracciai stretto e poggiai la testa alla sua spalla.."Ti ho aspettato per giorni, ma dove eri finito?Temevo mi avessi rimpiazzata con una altra dama". Egli rise di gusto e dal sacchetto rosso estrasse due collane identiche "In verità sono andata alla ricerca di questi pegni d'amore..la fattura è semplice come il nostro sentimento ma profondo e come vedi vi è un rubino incastonato nel ciondolo...rosso come il nostro Amore e la nostra Passione". Istintivamente mi allacciò la collana al collo e indossò la medesima collana, baciandomi, ma d'un tratto mio padre si affacciò alla finestra e gli feci cenno di andarsene. Il giorno dopo, come d'accordo, andai al bosco del piccolo laghetto dove avevamo appuntamento ma aspettai invano, come il giorno dopo e quello dopo ancora...fino oggi..". Strinsi tra le mani la collana con rabbia, non riuscivo ad indossarla, Egli mi aveva abbandonata senza un motivo mentre la sera prima mi prometteva Amore e ad un tratto mio padre aprì la porta della camera..sorridente. Egli aveva già parlato col Barone ed era felice di questa decisione, era convinto che svagarmi un pò era una ottima soluzione e poi sapeva che ero in buone mani sia coi nuovi arrivati che con i parenti a Santa Agata di Gothia. Mi informò che una missiva era già stata inviata per annunciare l'arrivo mio e di Vivian ma comunque mi consegnò una lettera da dare a mio zio e tutte le indicazioni su come raggiungerlo. Mi baciò in fronte e ordinò alle servitrici di preparare i bagagli. |
Califfi, Maghi....ero stata ripudiata, avendo scelto un uomo d' occidente, la mia famiglia mi aveva ritenuta morta, anche se avevo giurato che sarei rimasta mussulmana e che lui non mi avrebbe mai imposto nulla.......l'unica persona che raccolse le mie lacrime fu' mia madre.....le asciugo' con un fazzoletto di seta........ero stata istruita a casa, contro il volere di mio padre.......conoscevo ogni cosa delle scienze e della matematica......ero stata parecchie volte a casa di Gialal al-Din Rumi.....i suoi libbri erano tantissimi, migliaia.....ma nonostante donna ebbi la possibilita' di ascoltarlo........Elina fu l'unico dono che mi fece mio padre.....sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto vivo......." Cosa hai fatto Elina ?.....c'e' la malasorte che veglia su di me ?.......dimmi Elina......pensi anche tu che io sia un'anima fragile ?........lo sai che sono cresciuta attraverso i dettami del corano...ho avuto i migliori maestri ho te......dovrei avere paura per la mia vita ?......"......C'era la finestra aperta e i suoni entravano prepotenti .....la chiusi con malagrazia....sciolsi la lunga treccia e tolsi il vestito...rimanendo con la sottoveste........incomincia a ballare prima lentamente e poi girando vorticosamente su me stessa, le braccia aperte facevano si che mantenessi il mio equilibrio.........sino a quando all' apice della velocita' non ricaddi su me stessa.....alzai il capo ed Elina era li' ferma........" Fai in modo che io raggiunga quel luogo.....non voglio discutere oltre ...tu verrai con me......medita Elina e nella meditazione...troverai la tua serenita'......ora sono stanca ho bisognodi riposare....al mio risveglio.....da te voglio solo certezze......"...mi alzai da terra....e mi lavai con acqua di rose..........il morbido letto mi porto' al sonno...e il sonno creo' i sogni... sapevo che Elina avrebbe obbedito......aveva ordini ben precisi.....la mia vita era la sua vita.....
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Le pietanze furono servite e tutti i presenti cominciarono a mangiare.
“Clio cara...” disse sua madre “... su, ora non annoiare il nostro colonnello con queste cose. E' stato lui stesso a dirci che non vuole più saperne di storie di guerra!” “Oh, non temete, milady...” rivolgendosi il colonnello alla madre della ragazza “... i giovani sono spesso portati ad immaginare in modo romanzato tragedie come la guerra. Non è ingenuità la loro, ma solo l'ardore della loro giovinezza. In verità anche io ero mosso da tali sentimenti quando, ancora giovane, mi arruolai nei Dragoni di Capomazda. Ero affascinato dalle leggende che ruotavano attorno alla nobile stirpe dei Taddei. Mi sentivo scioccamente simile a quei cavalieri dei romanzi che offrivano la loro spada ad una grande causa. Ma ben presto compresi quali orrori e quali assurdità possono nascondersi in una guerra. I Capomadesi e i Sygmesi sono simili al cielo e alla terra... pur se eternamente divisi, ciascuno riempie una delle due metà nelle quali è diviso è il mondo. Eppure queste due terre, così diverse, ma complementari, perchè ciascuno possiede ciò che all'altro manca, sono state capaci di generare una guerra devastante. Una guerra combattuta di città in città, tra armate disposte a tutto pur di annientare il proprio nemico.” “Ma come è cominciato questo immane conflitto, colonnello?” Chiese uno degli altri ospiti. “Tutto nasce secoli fa” spiegò l'ex militare “quando l'Arciduca Ardeliano conquista Sygma e prende come sposa la principessa erede al trono del regno. Ma la morte improvvisa e misteriosa dell'Arciduca, subito successiva a quella, altrettanto misteriosa, di sua moglie, getta il caos sullo scenario politico. I Sygmesi, ritenendo l'Arciduca responsabile della morte della principessa, si ribellano e alla fine riescono a scacciare le armate Capomazdesi dai confini del regno. Da allora gli Arciduchi hanno continuamente avanzato pretese sul trono di Sygma, fino a quando il nuovo signore di Capomazda ha dichiarato nuovamente guerra al regno gigliato.” Il colonnello fissò Clio. “Sant'Agata di Gothia, anticamente nei domini ducali, è stata recentemente strappata ai Capomazdesi da un formidabile condottiero ora al servizio della casa reale di Sygma. Tuttavia quel nome... quell'Arconte Meccanico, mi suona nuovo... è la prima volta che lo sento... anche se... anche se mi ricorda il titolo con il quale amava farsi chiamare il conquistatore di Sant'Agata di Gothia... l'Arconte Oxsyos... ma come mai, damigella, vi interessate a fatti che riguardano contrade tanto lontane?” Domandò alla ragazza. |
Elisabeth riposò, non riuscendo tuttavia a trovare sollievo dalle sue inquietudini...
I tre cerchi d'olio sulla acqua... Una tundra dimora di spiriti erranti... Città fatte di ombre libere dai propri corpi... E due occhi feroci, carichi d'odio, che la fissavano... Questo sognò e al suo risveglio vide la fedele Elina accanto al suo letto. “Sono stata nel piazzale, dove si trova quella nave scesa dal cielo.” Disse la donna. “Presto ripartirà per far ritorno in quella sua città. Quel biglietto che hai ricevuto pare possa valere come invito. Ma l'unico modo per essere imbarcati su quella nave volante è giurare cieca fedeltà al signore di Sant'Agata di Gothia. Sei disposta a tutto questo, Elisabeth?” Ma il ricordo di quegli occhi carichi d'odio era ancora vivo in lei. http://stat8.blog.ru/lr/0c0c794aad07...9b546a8607fbc6 |
Il giorno successivo tutto era pronto per la partenza.
I bagagli di Altea erano stati preparati dalle servitrici e i genitori salutarono commossi la ragazza. Una carrozza accompagnò poi Altea al palazzo del barone. Qui vi era Vivian ad attenderla impaziente. “Oh, Altea, finalmente...” disse andandole incontro “... sono così impaziente di partire! E quella città, Sant'Agata di Gothia, emana così tanto mistero! Sono certa che vivremo un'avventura incredibile!” E salutati i genitori di Vivian, le due ragazze furono accompagnate da una carrozza al piazzale, dove si trovava l'incredibile veliero volante. Si avvicinarono allora ad uno dei paggi che erano là. “Benissimo, mie signore.” Fece quello. “Partiremo a breve. Ma prima, per poter salire a bordo, dovete giurare fedeltà al signore di Sant'Agata di Gothia, l'Arconte Meccanico.” |
Restai affascinata dal racconto del colonnello.
I Dragoni di Capomazda, il regno di Sygma, la battaglia di Sant'Agata di Gothia, immagini nitide passavano rapide nella mia mente. Regni affascinanti, misteriosi, ma anche lontani e terribili. Le parole del biglietto risanavano nella mia mente, e la voglia di partire aumentava ad ogni parola. "..dunque Sant'Agata di Gothia ora è nelle mani di Sygma.. O meglio di questo arconte, comunque si chiami.." Dissi pensierosa, come a me stessa "..e perché mai Sygma dovrebbe mandare un'ambasceria nella nostra città?". Mi accorsi dello sguardo del colonnello e sorrisi, timidamente. "..oh, perdonate i miei vaneggiamenti... Ve l'ho detto, sono un'appassionata di storia, e avvenimenti così recenti non si trovano facilmente sui libri..." Sorrisi, pensierosa "..tuttavia non avevo mai avuto modo di approfondire i rapporti tra Capomazda e Sygma, ma questa mattina non ho potuto fare a meno di notare le aereonavi.. La gente non faceva che parlare di Sant'Agata di Gothia e del suo arconte... Sarei andata in biblioteca oggi stesso per saperne di più.. Anche perché.." Trattenni il fiato. Forse non avrei dovuto parlare ma, Infondo, davanti agli ospiti mia madre era così cordiale da non sembrare nemmeno lei. La guardai per un momento e sorrisi debolmente: "...mi piacerebbe molto vedere questa città così misteriosa... Credo che sarebbe davvero istruttivo e proficuo per il completamento dei miei studi...". Non avevo intenzione di dire a mia madre del biglietto che sentivo frusciare delicato nella tasca del bell'abito. Infondo, pensai, sarei partita con o senza la sua benedizione, ma le diedi una possibilità per essere dalla mia parte, per una volta. "...siete stata voi stessa a dire più e più volte che non mi fa affatto bene passare giorni interi sui libri, che dovrei svagarmi? Che mi farebbe bene vedere gente nuova, dimenticare.. Come le chiamavate? Ah si.. Le mie anticaglie?". Alzai un sopracciglio e sorrisi, come se stessi dicendo la cosa più ovvia del mondo. |
Era giunto il tempo di tornare ai vecchi studi......tirai' fuori il mio diario ed iniziai' a raccogliere tutte le informazioni e strategie da adottare per raggiungere il luogo senza incorrere in grossi pericoli.
Mi fermai dinanzi al negoziante e chiesi: "Le porgo i miei saluti messere, per caso nella vostra bottega è possibile effettuare ricerche sul passo che attraversa le montagne che conducono a Gothia? O vi siano testi che trattino la sua geomorfologia? Non bisogna mai esser troppo frettolosi e impavidi......quando decide di perseguire la via più lunga...... |
Arrivammo nel piazzale e guardai di nuovo stupita quegli strani velieri volanti, Vivian rimase sbigottita visto era la prima volta che li osservava.
E d'un tratto le parole a sorpresa di quel paggio...io e Vivian ci guardammo sgomente. "Scusate messere" tossii rischiarandomi la voce e alquanto perplessa "perchè mai dovremmo giurare fedeltà a un signore che nemmeno conosciamo? Tra l'altro ella è la figlia del Barone e io sono cara amica della loro famiglia che sta, appunto, dando ospitalità alla delegazione arrivata e loro stessi ci hanno dato il permesso di salire e senza vincoli di fedeltà...scusatemi, ma io non giurerò, se non ci farete salire vorrà dire ce ne andremo a Sant' Agata di Gothia in carrozza, e ovviamente arrivati informeremo del tutto il Barone per questo spiacevole inconveniente." Vivian si avvicinò a me quasi spaventata e la allontanai un attimo dal paggio..."Vivian, non possiamo giurare fedeltà a un Arconte che nemmeno conosciamo, non siamo mica cavalieri o servi fedeli? Tutto questo ha dell'assurdo...e poi...insomma.." parlando sempre più sottovoce " mio padre mi ha raccontato di mio zio...egli non vede di buon occhio cosa sia successo a Sygma..in pratica, mio zio è particolare, quasi un sovversivo e rivoluzionario e sembra abbia a cuore che Sant'Agatha di Gothia ritorni in possesso dei Capomadesi. Ma a noi, come ha detto mio padre...questo non deve interessare. Non dobbiamo intrometterci in queste questioni politiche ha raccomandato...ecco perchè non posso giurare fedeltà, mio zio se lo sapesse non me lo perdonerebbe e ci manderebbe via". Il volto di Vivian sembrava sempre più spaventato...certo lei non pensava altro che a vestiti, cavalieri, ricami e...attori cavalieri e quindi era meglio non andare oltre. Ritornammo con un sorriso di convenienza vicino al paggio..."Ordunque, ci farete salire senza giurare fedeltà visto ci era stato promesso dalla vostra delegazione solo un passaggio...o volete indicarci la via per andarci in carrozza?". |
“Oh, ma che assurdità...” disse all'improvviso la madre di Clio “... una città così lontana, magari con usi e tradizioni diverse dalle nostre... voi cosa ne pensate, colonnello?”
“Sant'Agata è stata strappata dai domini capomazdesi e quindi si trova nel bel mezzo della guerra, questo è ovvio.” Rispose l'ex militare. “Bontà Divina!” Esclamò la madre della ragazza. “Tuttavia” fece il colonnello “il grosso degli eserciti si trova verso i confini meridionali di Sygma, dunque per il momento a Sant'Agata di Gothia vige una calma piatta. Inoltre la città ora è una roccaforte di Sygma, protetta dal poderoso esercito dell'Arconte. Invece il grosso dell'Armata Sacra di Capomazda sta marciando verso Nord, per congiungersi con gli eserciti del Papa, vero alleato dell'Arciduca.” “Armata Sacra?” Ripetè uno degli altri ospiti. “Si.” Annuì il colonnello. “Così è chiamata l'armata ducale. Essa è formata da due corpi ben distinti... la Falange Capomazdese, costituita dai fanti potentemente armati che si spostano come un'unità corazzata compatta ed impenetrabile... e poi la cavalleria pesante, il vero corpo d'elite delle forze ducali, formata solo da nobilissimi cavalieri.” “Che uomo è questo Arciduca?” Domandò la madre di Clio. “Taddeus VIII è un uomo enigmatico.” Fissandola il colonnello. “Un despota illuminato. Un uomo impenetrabile e inarrivabile per i suoi simili. La misteriosissima morte di sua moglie anni fa, ancora giovanissima, lo aveva reso molto più austero e cupo... ma la scomparsa del suo nipote preferito ed erede designato, ha accentuato ancor di più il carattere intollerante e aspro dell'Arciduca. E ora forse riconquistare Sygma è l'ultima cosa che gli è rimasta da fare per riempire la sua vita.” |
I miei occhi brillavano sempre più, ad ogni parola. Forse il colonnello aveva ragione, forse era soltanto l'ardore giovanile a farmi sognare quei posti.
In fin dei conti, chi poteva garantirmi che vi avrei trovato le risposte che cercavo? Ma quel biglietto... Chiunque l'avesse scritto conosceva i miei desideri e, quel che è peggio, i miei sogni, gli stessi che mi donavano un'inquietudine terribile ad ogni risveglio. Dovevo tentare, Dovevo capire. "...e che mi dite invece dell'Arconte che ha conquistato Sant'Agata? È davvero un uomo valoroso come dicono?" Mi voltai verso mia madre, conscia del suo disappunto. "... Oh, madre.. Pensate a quante cose potrei imparare laggiù... Un posto così diverso, sono certa che custodisce una saggezza inestimabile...". |
Il paggio fissò Altea e Vivian.
“Mie signore...” disse poi candidamente “... l'Arconte Meccanico è il liberatore di Sant'Agata di Gothia dalla tirannide di Capomazda. E' stato lui ad annientare il giogo dei duchi sulla città. Lui ha rischiato la vita e i suoi uomini. Ed è grazie a lui che ora noi viviamo in pace e liberi. Se le aeronavi sono giunte qui con i loro doni è per volontà dell'Arconte Meccanico. E' lui che vi sta offrendo tutto questo ed è lui che ha aperto a voi tutti le porte della sua meravigliosa città. Ed è dunque normale e giusto che per accogliervi nel suo feudo ora egli chieda la vostra fedeltà. Sant'Agata di Gothia ha molti nemici. La città sta pagando amaramente la sua sete di libertà. Le forze del tiranno Capomazdese non conoscono sosta. I suoi fanatici cavalieri vagano con l'unico intento di annientarci. Ed è dunque naturale che l'Arconte Meccanico voglia tutelare il suo popolo. Per questo egli chiede la vostra lealtà.” |
Il cambiavalute fissò Parsifal.
“Sant'Agata di Gothia, suppongo...” disse, per poi cominciare a cercare qualcosa sotto il suo bancone “... ecco, ricordavo di averlo...” mettendo sul banco un grosso volume polveroso e consumato “... in questo antico itinerario religioso sono riportate le chiese più importanti che si trovano tra la costa e l'entroterra... si, ecco il cammino tracciato per giungere a Sant'Agata di Gothia... è un bel viaggio! Si, proprio lungo... attraverso terre selvagge e sconosciute... a questo poi va aggiunto che la guerra tra Capomazda e Sygma sta imperversando ovunque a Sud... volete davvero arrivare in quella città attraversando regioni così violente e misteriose?” |
"E anche se dessimo fedeltà? Noi non vogliamo abitare a Santa Agata di Gothia ma andiamo solo a trovare dei parenti e per un viaggio di svago...e poi torneremo a Camelot...no grazie...prego diteci che strada dobbiamo prendere per arrivare presto in quella zona. Io rimarrò convinta" osservai Vivian sicura, la quale ad un tratto in un impeto che non mi sarei aspettata mi prese in disparte arrabbiata, ella insisteva per giurare fedeltà all'Arconte Meccanico tale era la sua voglia di partire ed arrivare subito. Sospirai...guardai le nuvole in cielo passeggere, d'altronde mio padre aveva detto di non interferire in queste questioni politiche e una volta arrivate a Santa Agata di Gothia avremmo lasciato quegli uomini e tutto si sarebbe dimenticato.
Mi riavvicinai al paggio..."Dunque messere...d'accordo io e la mia amica Vivian diamo la nostra fedeltà all' Arconte...se può servire a qualcosa!! Ora possiamo salire e fate portare i nostri bagagli..e sia chiaro, una volta arrivati alla meta le nostre strade si divideranno, non sto andando a trovare l'Arconte" e stavolta guardai il paggio con aria decisa. |
Osservai l’Arconte per qualche minuto quando ebbe finito di parlare... in silenzio.
“Capisco...” dissi poi, lentamente “Molto increscioso, devo dire!” I miei occhi tornarono a fissare la sala per lunghi istanti, impassibili... “Estremisti religiosi, dite...” esclamai poi, tornando a guardarlo “Certo, è plausibile... ma non è certo l’unica possibilità! Non dimenticate che siamo in guerra e che voi avete cacciato via da qui il vescovo, potente alleato dei duchi di Capomazda... e non mi stupirei, dunque, se i vostri estremisti avessero finalità politiche, piuttosto! Far leva sulla paura e sulla superstizione, mi dicono, è quasi una prassi in certi ambienti... ed i nostri nemici potrebbero approfittare proprio di questo. Ad ogni modo, su di una cosa sono senz’altro d’accordo con voi... tutto questo va fermato subito! Ho intenzione di interessarmene personalmente, anzi! E che si sappia! Che i vostri servitori, i paggi, i soldati non si azzardino a tener nascosto che voi ed io, in prima persona, ci stiamo occupando della faccenda, e che siamo decisi a risolverla! Voglio che la voce arrivi diretta e chiara ai diretti interessati... devono sapere con chi hanno a che fare!” Avevo parlato con voce bassa e regolare, senza le sguardo tradisse alcun sentimento, se non freddezza e severità... poi tacqui e nella sala tornò un cupo silenzio. |
Avevo il cuore che mi martellava in petto impazzito...dio mio quegli occhi......mi svegliai , come se quegli occhi mi avessero alzato di scatto dal letto....ero madita di sudore....e difronte a me Elina......aveva eseguito il mio ordine....parlava di navicella e di giuramento....mi alzai dal letto e prei il bicchiere di acqua che c'era sul tavolino vicino alla finestra...c'era fredo eppure sembravo risalita dagli inferi......." Elina....ho sognato ...ho sognato il demone della valle perduta.....che vuol dire, non lo sognavo da tempo, avevo dimenticato cosa voleva dire svegliarsi col terrore nel cuore......mi dicevate che dovrei prendere una navicella.....e dovrei anche fare giuramento........"...mi sedetti sul letto.....e attesi che le mani di Elina mi accarezzassero il capo e mi rifacesse la treccia........." Ho giurato solo ad Allah e al mio sposo.......non posso fare altri giuramenti.........di sicuro c'e' un'altra via per arrivare in questo posto.......ci verra' indicata ne sono sicura ........Prepara i miei e i tuoi bagagli.......e dai ordine per la carrozza, in piazza troveremo chi ci indichera' la strada.......lo sai che con me non dovrai mai temere.....le forze del male, non possono toccarci..." Sentii Elina togliere le mani del mio capo e il rumore dei suoi passi che andavano via dalla mia stanza.........mi schiarii la voce, e pensai che nulla poteva accadermi......avevo la protezione del mio sposo, era per lui che avrei intrapreso quel viaggio....era solo per lui.......solo poco temp e salii sulla carrozza che ci condusse in piazza.......arrivata li' scesi e vidi un paggio..." Perdonatemi dovrei andare a Santa Agata di Gothia, desideravo essere messa a conoscenza del percorso via terra......ve ne sarei grata"
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“Oh, Cielo...” disse la madre di Clio alla figlia “... e sentiamo, come ci arriverai laggiù? E cosa farai quando sarai giunta in quella città? Ricorda che sarai tutta sola, in una città straniera.” Fissò il colonnello. “Voi cosa ne dite?” “Beh, i giovani per crescere devono fare esperienze.” Rispose l'ex militare. “Certo, una città tanto lontana e pure in guerra non è proprio il massimo, ma Sant'Agata di Gothia è sterminata, ricca di luoghi culturalmente vivi, come scuole cittadine e capitolari, accademie e così via... inoltre è praticamente inespugnabile e fuori, in questo momento, dal centro della guerra...” si voltò verso Clio “... l'Arconte? Non lo conosco direttamente. So che è temuto dai nemici ed ammirato dai suoi uomini. Di più non potrei dirvi. Ma piuttosto... come farete ad arrivare laggiù? E' un viaggio lungo per una ragazza. Inoltre ho sentito dire che occorre uno speciale invito per essere ammessi in città...”
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Nella sala calò un irreale silenzio dopo le parole di Talia.
L'arconte Meccanico annuì. “Sarà fatto come ordinate, milady.” Disse, per poi raggiungere i suoi uomini. Diede loro alcune disposizioni e poi tornò accanto alla regina. “Ora però sarà meglio che riposiate, altezza.” Fece l'Arconte. “Il viaggio è stato lungo e nei prossimi giorni sarete molto impegnata. Dunque vi occorre riposo.” Con un cenno chiamò delle servitrici e diede ordine a queste di condurre la principessa nelle sue stanze. Talia comprese che l'Arconte aveva ragione. Si lasciò allora accompagnare dalle servitrici. Fu condotta in un'alta torre che rappresentava la parte nobile della fortezza. La principessa di Sygma prese così possesso delle sue stanze, che apparivano arredate con gusto e lusso. Le servitrici aiutarono Talia a prepararsi per la notte e poi la lasciarono sola nella sua stanza da letto. La fedele serva giunta con lei da Sygma aveva alloggio in una camera poco distante. Poco dopo Talia si addormentò... La chiesa gotica si presentava avvolta da una fitta penombra. Le ampie vetrate non riuscivano ad illuminare la navata a causa delle suore che recitando il Rosario affollavano il matroneo. Talia avanzava verso l'altare, senza però sapere bene cosa fare o dove andare. Ad un tratto, un diacono incappucciato, estratto un pugnale, si lanciò sulla principessa e le squarciò la gola. Talia si svegliò di colpo, portandosi le mani alla gola. Respirava forte e tremava. Era ormai notte fonda e nel buio della stanza intravide una sagoma. |
Arrossii. È vero, ero solo una fanciulla, sola e inesperta.
D'un tratto ebbi una folgorazione. "...e se non fossi sola? Se avessi una scorta? Sono certa che Lucius verrebbe con me.. Mi ha detto centinaia di volte che sarebbe pronto a seguirmi in capo al mondo.. E persino mio padre ha detto che è diventato davvero abile con la spada". Sorrisi, l'idea di avere accanto il mio amico mi metteva incredibilmente di buon umore. Adoravo il rapporto che c'era tra me e Lucius, il figlio del maestro di palazzo: io dimenticavo di avere davanti un mio sottoposto e lui di avere a che fare con una ragazza. Quante volte avevamo sognato di vivere insieme delle avventure mozzafiato, ascoltava rapito i miei racconti sul l'assalto a Troia, su Roma, sulle Termopili. Mi aveva insegnato a cavalcare e a far rimbalzare i sassi sull'acqua. I grandi avevano smesso di storcere il naso nel vederci insieme, quando si erano accorti che non vi era alcuna malizia nei nostri sguardi. "... Chiedetelo a lui..." Continuai, con un largo sorriso dipinto sul volto "...anzi... Miriam" rivolta all'ancella in un angolo della stanza "...mandalo a chiamare, presto...". Guardai mia madre con un sorriso compiaciuto sul volto. Poi mi voltai verso il colonnello "... Vedete, mi è parso di capire che siano le aereonavi stesse a condurre chi lo desideri a Sant'Agata di Gothia... E la storia dell'invito non mi preoccupa affatto... Non credo che avrò problemi a trattare per un passaggio...". Sorrisi ancora, ormai la partenza mi sembrava sempre più vicina. "...madre..." Dissi poi "... Voi mi conoscete bene... Sapete quanto detesti le feste mondane e quanto adori il profumo della pergamena... Mi recherò in una scuola cittadina... Se non ricordo male prima dell'Arconte era il vescovo ad essere a capo della città, dunque vi saranno di certo scuole cattedrali con annessi convitti presso le sante monache, che volentieri vorranno ospitare una marchesina la cui famiglia è tanto timorata di Dio..". Sorrisi ancora "....madre, il colonnello ha ragione... I giovani devono fare esperienza..". |
"........come immaginavo......" pensai' tra me, nulla è cambiato dall'ultima volta che ci sono stato. La guerra imperversa ancora......le cappelle, i villaggi e la gente non ha ancora assaporato la tranquillità.
Presi il libro ed iniziai' a tracciare il percorso, le chiese e i vari villaggi che avrei' incontrato. L'impresa, probabilmente, sarebbe stata complicata e irta di pericoli ma non potevo tirarmi indietro.......c'era gente che soffriva per il blando fantoccio della guerra e di certo, un cavaliere......non poteva tirarsi indietro davanti a ciò. "Messere, la mia strada è tracciata......continuerò per la via scelta. Iddio, mi aiuterà......" Poco dopo, mi diressi alla cappella ed avviai' il mio rituale...... |
Il paggio sorrise candidamente a quelle parole di Altea.
Poi annuì e fece cenno alle due ragazze di seguirlo. Giunsero così in una tenda e qui alcuni valletti fecero avanzare le due amiche. Mostrarono poi loro un grosso libro. “Questa è la costituzione di Sant'Agata di Gothia” disse uno di quei valletti “e giurerete sulle sue somme leggi di essere devoti e fedeli sudditi dell'Arconte Meccanico. Questa costituzione è stata scritta col sangue di molti martiri e grazie a loro oggi la nostra città è libera. Mancare a questo giuramento comporta la pena di morte.” Quell'ultima parola del valletto risuonò quasi naturale, indifferente e Vivian probabilmente neanche ci fece caso. La ragazza era felicissima e fissava Altea con occhi sognanti. Le due ragazze furono poi condotte a bordo del veliero. “Tra breve partiremo.” Annunciò un altro di quei valletti alle due amiche. |
Il paggio sorrise ad Elisabeth.
“Milady...” disse “... per raggiungere via terra Sant'Agata di Gothia bisogna compiere un lungo viaggio, attraverso regioni sconosciute e inospitali. Bisogna percorrere un tragitto pericoloso, in territori devastati dalla guerra e fuori dal controllo di poteri costituiti. Avventurarsi in un simile viaggio è come sfidare la morte, milady. Perchè invece non venite con noi, a bordo dell'aeronave? E' il modo più semplice e veloce per raggiungere Sant'Agata di Gothia.” |
Per una infinita' di secondi...mi sembro' di essere trasparente al paggio che forse per i troppi impegni'...non rispose alla mia domanda.......poi come per incanto egli mi diede udienza e quasi come se fosse meccanica la sua risposta...mi delucido'...su quello che in realta' avra' ripetuto un miliardo di volte........." vi ringrazio...forse avete ragione, un viaggio cosi' lungo potrebbe essere quasi impossibile anche per la nostra salute.....il dondolio della carrozza e' quasi insopportabile .....quello che mi tiene e' questo strano giuramento......nella vita non amo giurare ..almeno piu' del dovuto..."...
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Mi svegliai di soprassalto, balzando seduta sul letto... tremavo... mi portai entrambe le mani alla gola, di riflesso, e poi le guardai, quasi mi aspettassi di vedere del sangue...
per qualche minuto rimasi così... immobile... scossa da profondi brividi e pervasa da un acuto senso di angoscia... Poi all’improvviso, sollevando lo sguardo, la vidi... una sagoma, proprio di fronte a me... sobbalzai e, istintivamente, afferrai la coperta morbida e la sollevai, quasi fosse una protezione... “Chi c’è?” dissi, con una severità ed un cipiglio nella voce che tuttavia non riuscivano a mascherare tutta la mia tensione e l’angoscia di poco prima. |
La madre di Clio restò un attimo perplessa.
Poi l'insistenza e l'entusiasmo di sua figlia, uniti alla fiducia che lei nutriva verso Lucius, fecero ammorbidire la posizione della donna. Poco dopo, mandato a chiamare da Miriam, Lucius arrivò al palazzo. La madre di Clio volle subito parlargli e poi fece chiamare anche sua figlia. “Allora...” disse ai due giovani “... vi lascerò andare in quella città... ma a due condizioni... che prendiate alloggio presso un monastero o una scuola episcopale... ed esigo che mi scriviate almeno una volta a settimana. Intesi? Bene.” Annuì la donna. “Darò ordine che preparino subito i tuoi bagagli, Clio.” Ed uscì. “Sant'Agata di Gothia...” mormorò Lucius una volta rimasto solo con Clio. “... che posto sarà? Io non l'ho mai sentito! Però ho sentito parlare della guerra. E molto. Sai che gli Arciduchi di Capomazda sono una stirpe maledetta?” |
Salimmo sul veliero e dentro me avevo una rabbia incontrollata...guardai Vivian scrollando il capo e rimasi in silenzio camminando su e giù nell'entrata aspettando che ci facessero accomodare in qualche posto.
Vivian...senza aspettare e ragionare aveva giurato fedeltà, certo a lei non importava se quella fedeltà era veritiera o meno, ma per me andava di mezzo l'onore della mia famiglia...che avrei dovuto dire a mio zio appena arrivata? Che avevo giurato di rispettare quelle leggi e quel arciconte che odiava e contro cui egli forse tramava contro? Forse mio padre aveva ragione....erano questioni politiche...e noi non ci dovevamo entrare in mezzo...essere ambi parte e per nessuno. Mi avvicinai a un paggio e chiesi quando saremmo partiti e quanto tempo avremmo impiegato. Poi andai vicino Vivian e la abbracciai...era inutile arrabbiarsi con lei, lei sognava il divertimento e conoscere l' Amore e io volevo che i suoi desideri si esaudissero... per me liberarmi la testa di pensieri negativi. "Ma...le chiesi d' un tratto" ridendo..."ma non ti sei nemmeno informata quando vi è la festa della raccolta delle mele, cosi non potrai vedere il tuo bel...cavaliere mascherato". |
Talia respirava ancora con difficoltà ed il tremore non sembrava abbandonarla.
Fissava la penombra e quella sagoma che in essa prendeva forma. Poi ad un tratto, la sagoma cominciò a mostrare le sue fattezze. Prima incerte, poi sempre più marcate. Poi due occhi scuri furono illuminati dalla debole luce dell'unica candela. “Avete fatto un brutto sogno, maestà...” disse la fedele servitrice di Talia “... albeggia appena...” e scostò lentamente la tenda ad una delle finestre “... tuttavia la città sembra già sveglia... fra poco infatti sua signoria parlerà al popolo e ha chiesto anche la vostra presenza, altezza... ora vi aiuterò a prepararvi...” Un'ora dopo, l'Arconte Meccanico si mostrò al popolo da una delle torri del suo palazzo. Primo discorso dell'Arconte Meccanico al popolo... “Popolo di Sant'Agata di Gothia... io vi ho liberato dalla schiavitù di Capomazda e della chiesa! Io vi ho ridato il bene più prezioso... la libertà! Grazie a me nessuno vi imporrà più con quale nome chiamare i vostri figli e cosa mangiare! Nessuno più vi ordinerà di venerare statue e adorare icone! Nessuno più incatenerà la vostra esistenza con sciocchi e bigotti vincoli! Non ci saranno più libri buoni e libri cattivi! Né autori leciti e autori illeciti! Voi deciderete cosa è giusto e cosa non lo è! Voi sceglierete cosa è Bene e cosa invece è male! Non esiste il bianco e il nero a questo mondo! E se anche esistesse, coloro che vi hanno dominato fino ad oggi non sono certo bianchi! No, perchè non basta essere unti da uomini con lunghe toghe per essere destinatari della giustizia e della verità! Si dicono seguaci di un Dio umile, eppure impongono il loro orgoglio e la loro superbia! Si proclamano discepoli di un Dio misericordioso e caritatevole, eppure non hanno esitato a muovere una crociata contro chi non riconosce il loro Credo! Affermano di essere figli di un Dio dei poveri, eppure nei loro palazzi e nelle loro chiese dominano l'oro, l'argento e il marmo! Favoleggiano di un Dio che ci ha creati tutti liberi, eppure impongono il loro Credo e bollano come infedeli chi non lo segue! Ma da oggi non ci imporranno più i loro pregiudizi! L'uomo è nato libero! E nessuno potrà mai renderlo schiavo attraverso i falsi dogmi di un credo bugiardo! Nessuno!” E un boato rispose alle parole del signore di Sant'Agata di Gothia, che fissava quella oceanica folla con un'enigmatica luce proveniente dal suo elmo di ferro. http://cs410619.userapi.com/v4106196...YlJsWk6xq4.jpg |
Non riuscivo a crederci, mia madre che mi dava il permesso di andare.
"...oh, madre... Grazie grazie." Dissi con le lacrime agli occhi "...certo, saremo diligenti... Davvero, non ci metteremo nei guai...". La vidi sorridere e uscire, lasciandomi sola con il mio amico. Citazione:
"...davvero?" Dissi con gli occhi sgranati "..allora la cosa si fa sempre più interessante...". Presi le mani del mio amico tra le mie e lo guardai ridendo "...dai, Lucius.. Dov'è la tua voglia di avventura? Non hai sempre sognato di diventare un cavaliere senza paura? Sant'Agata dev'essere un posto incredibilmente misterioso e affascinante...". Mi avviai verso la mia camera e gli feci cenno di seguirmi. Mi fermai dopo qualche passo, guardandomi attorno per essere sicura che non ci fosse nessuno. Mi voltai verso di lui e gli mostrai il bigliettino. Restai in silenzio mentre lo leggeva, Lucius conosceva tutti i miei segreti e sapevo che avrebbe capito. "... Che te ne pare?" Mentre entravo nella stanza e mi dirigevo verso il manoscritto che non avrei abbandonato per nessuna ragione. ".. Li distribuivano in piazza.. E questo è quello capitato a me.. Capisci perché devo andare? E perché ti voglio con me?". Avevo sistemato le mie cose più care, quelle che nessuna servitrice si sarebbe azzardata a toccare. Ero pronta per partire. |
Parsifal, così, si avviò alla cappella che si trovava a poca distanza da quel luogo.
Era in stile romanico, fatta quasi interamente di pietra e con grezze sculture ad ornare il piccolo portico colonnato. Il tempo era grigio e dal cielo cominciavano a cadere le prime gocce di pioggia. Parsifal aveva tracciato il percorso che lo avrebbe poi condotto attraverso regioni sconosciute e violente, fino a Sant'Agata di Gothia. Ad un tratto, mentre era ancora nella cappella, udì alcune voci provenienti dall'esterno. Era una carovana di mercanti diretta proprio a Sud. Ossia la strada che aveva scelto Parsifal. |
Poco dopo tutto era pronto per la partenza.
La madre di Clio salutò sua figlia e il giovane Lucius. Poi, una carrozza guidata dal cocchiere di famiglia condusse i due ragazzi fino al piazzale. “Sto continuando a fissare questo biglietto...” disse Lucius a Clio, mentre i due si incamminavano verso i paggi al centro del piazzale “... non credi sia strano? Voglio dire... chi ha mai potuto scriverlo? E come fa a conoscere il tuo nome? E poi la storia del libro... insomma, a me insospettisce... e non poco... e poi chi è mai questo Arconte Meccanico? Uno strano titolo, non credi?” La fissò. “Sei davvero decisa ad imbarcarti in questa strana avventura?” Ma proprio in quel momento uno dei paggi, accorgendosi del biglietto in mano a Lucuis, si avvicinò ai due ragazzi. “Posso aiutarvi?” Domandò con cortesia. |
“Perchè” disse il paggio ad Elisabeth “ritenete strano questo giuramento? In tutti i regni del mondo bisogna giurare fedeltà ad un re o a qualche nobile potente. A Camelot voi tutti siete fedeli al re... perchè dunque vi stupisce tanto l'atto di fedeltà che l'Arconte Meccanico chiede a tutti coloro che arrivano nella sua città? Egli apre a voi e a molti altri le porte del suo feudo, permettendovi di usufruire di tutto ciò che dispone la nostra terra. E lo fa senza porre limiti o costrizioni. Ma chiede soltanto un gesto di fiducia. Dopotutto anch'egli giura di difendere e aiutare tutti i visitatori che arrivano a Sant'Agata di Gothia. Tutto questo vi turba, milady?”
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Lucius sembrava terribilmente insospettito dal biglietto, non faceva che guardarlo.
Tuttavia, risi alle sue parole e lo spintonai leggermente con la spalla. "... Dimmi un po'.. Da quando sei diventato un fifone?" Fissandolo con una smorfia divertita ".. Mi conosci da una vita e sai benissimo che con uba situazione del genere divento curiosa come una biscia.." Lo guardai negli occhi, ritrovando la serietà "..certo che mi insospettisce.. Ma voglio sapere.. Voglio sapere come faceva l'autore del biglietto a sapere il mio nome, a sapere del manoscritto e dei miei sogni... Voglio risposte... E non le avrò tra le mura di casa, ma a Sant'Agata di Gothia..". Tornai a sorridere "...ma se ti sembra troppo pericoloso, puoi sempre tirarti indietro, fifone... Non lo diremo a nessuno.." Ridendo. Un paggio poi si avvicinò, chiedendoci se avevamo bisogno. Lo salutai con una riverenza educata. "...Salute a voi.. Credo proprio di si... Sono la figlia del marchese di Restoiry e lui è addetto alla mia sicurezza... Siamo diretti a Sant'Agata di Gothia..". Presi il biglietto dalle mani di Lucius, sorridendogli. "..immagino.." Continuai nel vedere lo sguardo del paggio "..che voi possiate indicarci la strada..". |
Vivian si voltò verso Altea e sorrise.
“La Festa delle Mele” disse raggiante “praticamente è già cominciata che io sappia. Ma durerà un bel po' e sono certa che arriveremo in tempo.” Si voltò allora verso uno dei valletti poco distanti. “Perdonatemi...” chiese “... quando partiremo?” “Molto presto, damigella.” “E ditemi... arriveremo in tempo per la Festa delle Mele?” “Certo.” Annuì sorridendo il valletto. “Arriveremo in tempo per la festa.” Si voltò poi verso Altea. “Potrei avere il biglietto, milady? Quello che vi è stato dato. Esso vale come invito ed è esclusivo. Consegnandolo a me sarà registrato il vostro arrivo a Sant'Agata di Gothia.” |
Il paggio prese il biglietto dalle mani di Clio e sorrise.
“Il vostro posto sull'aeronave è già pronto.” Disse ai due ragazzi. “La partenza è imminente. Ma prima bisogna che giuriate.” “Giurare cosa?” Chiese Lucius. “Giurare fedeltà all'Arconte Meccanico.” Rispose il paggio. “Solo chi giura fedeltà al nostro signore potrà raggiungere Sant'Agata di Gothia con questa aeronave.” Lucius allora fissò Clio, attendendo la decisione della ragazza. |
Quella sagoma si avvicinò ed io, finalmente, potei riconoscerla...
“Mi hai spaventata..” dissi seccamente “Lo sai che è vietato a chiunque introdursi nella mie stanze... non farlo mai più! Meno che mai senza preavviso!” Lei tuttavia scostò le tende e mi mostrò che già iniziava ad albeggiare... sospirai... “D’accordo...” dissi, alzandomi lentamente “Prendi il mio abito, dunque... quello porpora... ed il diadema. E prepara il mantello di armellino!” Un’ora dopo ero pronta e mi stavo dirigendo rapidamente verso la torre dalla quale l’Arconte avrebbe tenuto il suo discorso... Citazione:
Mi bastò ascoltare le prime parole e lanciare una rapida occhiata in basso per comprendere tutto il potere ed il carisma che quell’uomo esercitava sul popolo di quella città... l’Arconte si era guadagnato la fiducia ed il rispetto di quella gente, ed era chiaro che lo sapesse esercitare. Rimasi in silenzio durante tutto il discorso, ostentando garbata attenzione... ma riflettevo. Sygma aveva bisogno della fedeltà e dell’appoggio dell’Arconte... lui era riuscito a cacciare le truppe di Capomazda fuori dai suoi confini, ma i duchi stavano riscuotendo altri successi su altri fronti e i dispacci che ne lodavano le gesta giungevano a me, alla corte di Sygma, quasi ogni giorno. Osservai ancora per qualche istante l’Arconte... io avevo bisogno di lui in quella guerra contro i duchi di Capomazda, era vero, ma lui aveva un bisogno assoluto del mio sostegno se voleva legittimare e rendere duraturo il suo potere su quella città... sorrisi appena, pensando che forse avremmo anche potuto trovare un tacito accordo. Proprio in quell’istante la voce dell’Arconte si spense ed un boato di giubilo si alzò dalla folla. Lentamente mi feci avanti, dunque, e salii sul palco insieme all’Arconte... salutai la folla e poi, delicatamente, appoggiai la mia mano sul braccio dell’uomo, in quel gesto di silenzioso consenso. |
Il cielo andò ad oscurarsi.......sembrava quasi come se chiedesse di portare la mia spada al servizio di quella povera gente.
Sin da piccolo, ho sempre creduto che in quel che ci si para dinanzi, vi è sempre una predestinazione........spesso, il mio caro Maestro mi parlava di ciò......aveva ragione...... Effettuate le mie preghiere ed il mio rito di buon auspicio mi diressi verso l'uscita, quando ad un tratto sentì vociferare alcune persone che erano dirette a Sud, la cosa mi fece sorridere perché la teoria del mio mentore si avverava sempre....giunto a destinazione mi rivolsi alla carovana e chiesi: "Perdonate, Signori ho sentito che siete diretti a Sud.......potrei' unirmi a voi? Sarò ben lieto di offrire i miei servigi da cavaliere alla vostra causa. Lasciate che mi presenti, il mio nome è Parsifal, cavaliere dell'ordine Longinius......per servirvi." |
Sorrisi a quelle parole del paggio e mi voltai verso Lucius, chinando leggermente la testa in un cenno di assenso.
"..ma certo, è naturale..." Dissi rivolta al paggio "... Non ho alcun problema a giurarvi che per tutto il tempo che trascorreremo a Sant'Agata di Gothia saremo fedeli all'Arconte che la governa e che rispetteremo le sue leggi.." Guardavo il paggio con aria ferma e solenne. "..mi auguro che la mia parola vi basti per entrambi.." Dissi poi "..Quest'uomo.." Voltando lo sguardo verso Lucius accanto a me "..ha giurato fedeltà a me e alla mia famiglia molto tempo fa, ed è il mio uomo più fedele.. Si rimetterà alle mie decisioni, qualunque esse siano... E se io sono fedele al vostro arconte, lui lo sarà...". Fissai il paggio con aria ferma e decisa. Sapevo che Lucius non mi avrebbe contraddetta, mai davanti a qualcun altro almeno. Anche se mi pesava rimarcare in quel modo la distanza che c'era tra noi, facevo di tutto per trattarlo alla pari, ma c'erano situazioni in cui non potevo comportarmi come quando eravamo soli. "...dunque.." Continuai dopo una pausa "..possiamo andare ora?" Con un sorriso. |
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