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Lady Sissi sorrise ad Altea, con i suoi limpidi e profondi occhi chiari, simbolo del casato Taddeide.
“Si, il vostro viso mi sembra familiare.” Disse. “Quanto a me, sono di passaggio. Ultimamente infatti sembra che i Taddei non siano più ben visti qui a corte.” |
Il suo sguardo, quegli occhi...per un attimo vidi la mia infanzia con l' Austero e poi quei pochi anni assieme a Guisgard.
Ricambiai il sorriso.."E cosa vi porta qui, se non sono indiscreta ovviamente? Non dite così..in me il nome dei Taddei vivrà per sempre e a mio parere dovreste rimanere qui a Corte, in troppi hanno preteso questo posto ma voi milady siete una vera taddeide e la loro rappresentante in questo momento, cosa vi spaventa? Pensate vi erano dei nemici...ma qui non è posto per questi argomenti" e mi guardai attorno, erano strane quelle parole..perchè mai i Taddei non dovevano essere benvoluti a casa loro. Mi guardai attorno per vedere se vi era questo Lord Cimmiero e soprattutto suo fratello Guanto, non conoscevo nemmeno il loro volto. |
“Di tanto in tanto” disse Sissi ad Altea “mi piace tornare qui e rivivere i tempi trascorsi...” guardando la sala intorno a loro “... ma quei tempi sono morti... almeno per me... senza l'Austero ed i suoi discendenti io non ho più motivo per giungere qui... anche perchè adesso sono altri che dimorano in questo palazzo e che reggono il ducato... e per loro, noi Taddei, siamo ospiti sgraditi...”
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"Vi capisco..io ho tolto il lutto per l' Arciduca proprio ieri...sapete che vostro cugino aveva fatto un patto matrimoniale alla mia nascita per farmi moglie di Lord Guisgard..le cose non sono andate come dovevano..almeno ora avremmo avuto un erede da mettere al trono..ma vi giuro saprò darvi giustizia.." e dissi tutto questo a bassa voce "E potrete venire qui quando vorrete, pure per me è una sofferenza rimanere qui...posso chiedervi una informazione? Ho mandato al diacono una collana antica...voi sapete qualcosa di un simbolo..una civetta con un carciofo tra le zampe".
Notavo lady Sissi si guardava in giro..forse temeva qualcosa? La sua venuta a Corte forse non era del tutto casuale. |
“Grazie, ragazza mia...” disse Sissi, per poi sorridere ad Altea “... ma qui non è più il mio posto temo...” restò a fissarla “... una civetta con un carciofo? Strano simbolo... la civetta richiama il casato Taddeide, mentre il carciofo... detto così mi fa pensare a Suession... infatti il simbolo di quelle terre è proprio il carciofo... ma che genere di collana è?”
Ma proprio in quel momento uno dei servitori annunciò l'arrivo di lord Cimmerio e dei suoi uomini. |
"Una collana in ferro semplice e ha una moneta con questo simbolo e poi una scritta, l'ho mandata al diacono..Suession dite? L'ho trovata nella mia camera in uno scrigno semplice".
Annunciarono l' arrivo di lord Cimmerio e i suoi uomini e diedi una occhiata di intesa a lady Sissi...era meglio non andare oltre e mi voltai per vedere questi nuovi signori..estranei li avrei chiamati ma sfoderai uno dei miei migliori sorrisi, dovevo dare una ottima impressione di me. |
Mi voltai di scatto sentendo la voce di una donna....doveva essere matura .....ma il suo parlare era corretto con una lieve inflessione francese......Tilde fu pronta nel presentarmela.......data l'età e la sua posizione in società....feci un lieve inchino......" sono lieta di fare la Vostra conoscenza.......conosco poco la storia di Capomazda.......sono qui solo da qualche anno........ma il popolo parla e mi piace ascoltarla......mi avete illuminata con la storia di quelle uova...ma spero che in giro ci sia ancora qualche piccolo drago.....".....mi interruppi...si avvicino' una Dama...di fine bellezza......dagli occhi a tratti tristi a tratti freddi come il ghiaccio...era elegante e conosceva Lady Sissi...parlarono con affabilità.....e ne assaporai alcune notizie sull'appartenenza della Famiglia Dei Taddei........" mi sentiii un pesce fuor d'acqua....e sorrisi a Tilde...." E adesso chi mi presenterai ?..."........non ebbi bisogno della sua abilità...Lord Cimmerio ed i suoi uomini fecero ingresso in sala......" Si aprono le danze Tilde....adesso incomincia la festa...".....
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Sissi annuì ad Altea e salutò con un cenno del capo Elisabeth.
Ma un attimo dopo nella sala entrarono alcuni uomini, capeggiati da un individuo con indosso abiti da caccia ed una bottiglia di vino in mano. Ne assaporò un bel po' e la lanciò ai suoi. “Avanti con lo spettacolo...” disse poi ai suoi uomini. Allora dal gruppetto emerse una dubbia figura, ricoperta da stracci che emanavano un fetore insopportabile. “Signori e signore...” cominciò a recitare quell'accattone “... ecco a voi lo splendore dei Taddei!” E tutti quegli uomini risero forte. “Ho tanti figli che sfamo poco di mio, son l'Austero, ma molto con quanto tolgo alla gente. Non a tutti, però! Non tocco mai le casse della Chiesa! Guai a farlo! Son cattolico praticante e timorato del Signore! Dunque meglio che muoia di fame il popolo, anziché evitare che i chierici s'ingrassino!” Di nuovo risate da parte di quegli uomini. “Ma dicevo dei miei figli... han tutti il medesimo nome, o giù di lì... Taddeo o Ardea, Ardea o Taddeo... e marameo!” Continuò ancora il pezzente, tra l'ilarità generale. “Ma ora perdonatemi, devo correre a nascondermi! Là fuori, nella brughiera, vi è la maledizione! La Gioia! E se mi trova sono dolori!” E mostrò un goffo inchino. E tutti risero davanti a quel degradante spettacolo che infangava il casato Taddeide. |
Vi sarebbero state occasioni per parlare con Lady Sissi...io e lei condividevamo molte cose e fu come se tra noi due si fosse subito accesa una complicità.
Entrò lord Cimmiero e guardai sbalordita quella pantomima, oltre a notare il grezzume di quell' uomo, tutti ridevano...codardi..gente falsa di Corte, mi venne un sospetto..sembravano quasi anticlericali. Dovevo rimanere calma, stavano infangando il nome di colui che mi aveva cresciuto e poco prima la morte provveduto a che avessi i migliori maestri per una futura Granduchessa e soprattutto Guisgard e i suoi antenati...e Madama Sybille lo aveva pure elogiato? Speravo suo fratello fosse più intelligente..oh eccome ve la avrei fatta pagare ma avrei dovuto sacrificarmi..e mio nonno fingeva pure? Alla fine di quel ridicolo siparietto sorrisi ironicamente e il silenzio calò, applaudii leggermente ma loro non sapevano alla loro stupidaggine..e non dissi nulla, dovevo ottenere la sua camera e ben altro e guardai Lord Cimmiero, ma io dovevo vedere il fratello Guanto. |
Fui spettatrice di uno strano spettacolo......conoscevo l'eleganza e la rigidità di De Gur...ma quel Lor Cimmerio e la sua compagnia....sembravano uscire da un rozzo copione....la loro parodia su un fatto tragico...indipendentemente dal pensiero di ogni presente...era davvero di cattivo gusto...non applaudi'.....il angolo riparato......mi aveva celata ad occhi indiscreti e pettegoli e comunque poco mi importava....un lieve mal di testa......mi fece cercare De Gur....l'oretta di discussione era passata da un pezzo......incominciavo a diventare poco tollerante.......Vidi Tilde ..." Scusami...ma ho bisogno che Tauro vada a chiamare mio marito....non sto bene e ho bisogno di lui....mi troverete nel salottino adiacente la sala....."....uscii quindi dal salone in festa e ritornai nella stanza attigua........quel tavolino comincio' a chiamarmi ancora...era una strana attrazione....fu piu' forte di me..stavo avvicinando la mano...quando udii dei passi alle mie spalle..ritrassi la mano come una ladra........magari era De Gur...
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La recita, molto simile in realtà ad una farsa, terminò tra le risate di quegli uomini.
Il pezzente improvvisatosi attore prese il suo cappello e cominciò a chiedere l'elemosina fra i presenti. “E' una vergogna...” disse Sissi, che era accanto ad Altea “... è una vergogna trasformare questa gloriosa corte in una bottega, in una taverna di malaffare. Ma come osate gozzovigliare come ubriaconi e pezzenti nelle stanze che ospitarono i grandi di questo ducato, gli uomini che fecero grande il nome dei Taddei e della nostra terra? Come osata insultare uomini che vi sono superiori in tutto? Per spirito, valore, sangue ed ideali?” Con disprezzo. “Rammentate che qui siamo tutti ospiti. Il seggio ducale non è stato ancora assegnato e fino ad allora sono ancora i Taddei i legittimi padroni di questo palazzo e di queste terre.” “Taci, vecchia megera!” Gridò uno di quelli. “E invece ha ragione lei...” facendosi avanti l'uomo che aveva guidato tutti loro e che era arrivato con in mano la bottiglia di vino “... eh, già, amici miei... ha ragione lei... siamo tutti ospiti qui... ospiti dei Taddei...” sorrise “... ospiti di fantasmi, certo... di dipinti alle pareti, di statue inanimate, persino degli stendardi e degli arazzi... ma siamo comunque ancora tutti ospiti qui...” fissò Sissi “... si, avete ragione, madama... ma non siate troppo severa con i miei compagni...” rise “... sono bravi ragazzi.” “Con chi avrei l'onore di parlare?” Chiese Sissi. “Non credo di conoscervi...” “Sono Guanto dei Cimmieri, fratello di lord Cimmiero, signore di Capomazda.” Disse l'uomo. Intanto, nella saletta laterale, Tilde aveva raggiunto Elisabeth, proprio mentre la donna era tornata ad avvicinarsi al tavolino. “Milady, il Maresciallo Tauro è andato a cercare vostro marito.” Fece la dama. “Vedrete, saranno qui presto.” Ma la porta era rimasta aperta e le due donne udirono ciò che era successo nella sala grande. |
Sospirai.
Un ruolo importante a corte... Sorrisi appena, pensando a quanto lui mi tenesse lontana dalla corte. Una fitta dolorosa mi attraversò. Ecco, non ero ancora partita e già iniziavo a ricordare. A che serviva vendere la mia spada, se non riuscivo a dimenticare? Dei soldi, infondo, non mi importava nulla. "Come ho detto, non mi interesso delle sorti di Capomazda da quando è morto l'Arciduca.." sostenendo lo sguardo dei due uomini "E non ho intenzione di tornarci... dunque sono costretta a rifiutare la vostra proposta... sono sicura che troverete qualcun altro..". Restai impassibile, nascondendo dietro il mio sguardo gelido la profonda malinconia che mi aveva avvolto. No, non potevo essere per qualcun altro quello che avrei voluto essere per lui, non potevo tornare dove albergavano la Felicità e il Dolore più grande. Mi sarei fatta troppo male, troppo. |
“E sia.” Disse uno dei due cavalieri a quelle parole di Clio. “Vorrà dire che cercheremo i servigi di qualcun altro.”
“Eppure” fece l'altro “non riesco a comprendere il motivo del vostro rifiuto. Dite che i soldi non vi interessano e da ciò che sappiamo non avete mai rifiutato nessun lavoro fra quelli che vi sono stati proposti. Ma pare che le sorti del nostro ducato, stando alle vostre parole, dopo la morte dell'ultimo Arciduca non vi interessano. Forse perchè in qualche modo, dato i vostri trascorsi a Capomazda, sebbene non troppo lunghi, avete maturato simpatie politiche ben chiare. Ma vi assicuro che chi governa ora il ducato non è legato a fazioni politiche particolari.” “Non importa.” Mormorò il primo. “Lady Clio avrà le sue ragioni. E a noi serve qualcuno ben motivato, che senta l'importanza e la delicatezza dell'incarico. Grazie di averci dedicato il vostro tempo, milady.” I due cavalieri salutarono ed uscirono, seguiti dallo sguardo attento di Nero. |
Non dissi nulla, osservandoli andare via.
Cosa potevo dire? Tutti i lavori che mi erano stati proposti avevano l'attrattiva dell'oblio, questo no. Loro non potevano capire, loro non sapevano. Era bastata quella chiacchierata a far riemergere ricordi, sensazioni, emozioni, sentimenti, e il dolore. No, non faceva per me! Una volta sola, mi lasciai crollare a terra, scivolando lungo la parete, e piansi a lungo nascondendo il viso tra le braccia incrociate, posate sulle ginocchia. Non ero così triste da mesi. Quando le lacrime sembravano esaurirsi restai a lungo immobile a fissare un punto indefinito di fronte a me. Solo dopo molto tempo mi ricordai che avevo delle commissioni da fare. Così mi alzai, asciugai il viso, indossai il mantello ed uscii, diretta al mercato cittadino, dove mi sarei procurata qualcosa da mangiare, e dovevo sempre passare dai Marzi, a vedere se avevano qualche nuova arma che potesse distrarmi almeno per un po'. |
Dopo quelle lacrime, Clio si preparò ed uscì per la città.
Le strade pullulavano di una svariata umanità tutta intenta a lavorare, correre, sfiorarsi senza quasi però badare all'umore ed allo stato d'animo di quella ragazza, che indifferente attraversava quella folla laboriosa. Quasi come un corpo estraneo vagava tra voci, suoni e rumori vari che alle sue orecchie sembravano tutti uguali ed indefiniti. E dopo aver comprato da mangiare, per ultimo, Clio imboccò il vicoletto che conduceva alla bottega dei rinomati Marzi. Vi trovò un uomo di mezz'età, tutto intento a fare una decisa ramanzina al suo apprendista. “Insomma...” disse l'uomo facendo volteggiare l'indice in aria “... come devo spiegartelo? Ogni lamina va battuta almeno duecento volte se vogliamo ottenere il giusto spessore. Come pensi di sovrapporre decine di lamine se non riesci ad ottenere uno spessore a stento percettibile?” Si accorse di Clio sulla porta. “Milady? Oh, che sorpresa!” Sorrise, mutando umore di colpo e congedando il suo apprendista con un ceno della mano. “Capitate in un giorno particolare, visto che abbiamo diversi nuovi articoli da mostrare.” Annuendo. |
Camminavo, immersa nei miei pensieri, senza accorgermi della gente attorno a me, delle mille voci che si sovrapponevano l'una all'altra.
Dopo aver sbrigato le faccende più noiose, mi ritrovai nella viuzza che conduceva alla bottega dei Marzi. L'armaiolo stava rimproverando il suo apprendista, e rimasi educatamente sulla soglia. "Salute Dario... come state?" con un sorriso cordiale "Splendido, perché ho un sacco di quattrini, e l'umore a pezzi.. il che per voi è un'ottima accoppiata.." lasciando per un momento vagare per quel negozio così rinomato e curato "Cosa avete per me?". |
Dario sorrise a Clio, per poi annuire.
“Oh, come detto, oggi è un giorno fortunato per i clienti affezionati ed esperti come voi.” Disse. “Per cominciare vi mostrerò” indicandole una delle vetrine “un set di affilatissimi pugnali realizzati con un metodo praticamente sconosciuto qui in Occidente. Posso farvi un ottimo prezzo per un simile set. Ma se poi siete in vena di armi particolari, allora non posso non mostrarvi questo incredibile pezzo...” prendendo da sotto il grande bancone un oggetto cilindrico e poco più corto di un gladio “... vedete? Sembra un bastone a mezzo gomito, ma in realtà nasconde più armi... vi basterà far ruotare il manico fino a sentire lo scatto...” dal bastone fuoriuscì una lama lunga quanto un pugnale ma molto più affilata di quelli che normalmente si vedevano in giro “... se invece ruotate fino al secondo scatto...” e due lame laterali si aprirono di colpo “... fino al terzo scatto poi...” ed un letale spillone fu lanciato dall'estremità del bastone, finendo per conficcarsi su uno dei bersagli alle pareti “... e se poi ruotate il manico fino all'ultimo scatto la vostra arma diventerà una pistola da protezione estremamente precisa...” ed un grilletto scattò sotto il bastone, mentre un tamburino liberò una piccola canna sulla sua estremità “... visto? Un'arma davvero straordinaria.” Soddisfatto Dario. Ma mentre parlava con quell'uomo, lo sguardo di Clio cadde su un fodero poggiato nella vetrina del bancone. E sul fodero erano ricamate queste parole: “Se mi ascolterai unirle di nuovo potrai.” |
Osservai affascinata le splendide armi che Dario mi mostrava.
E in un attimo, mi tornò il sorriso. "Non ho parole..." osservando lo strano bastone multiarma "È davvero incredibile... e a guardarlo non sembra nemmeno un'arma... quanto mi costerà questo gioiellino?" sorridendo. Ed improvvisamente mi ricordai perché mi facevo pagare una fortuna. Suvvia, queste cose mi servono per lavoro, pensai, ridendo tra me e me, mentre mi voltavo ad osservare i pugnali in vetrina. "Eh, i pugnali mi fanno sempre comodo, si nascondono bene, e se li lancio state pur certo che non li ritrovo più..." tornando ad osservare lo strano cilindro "Ma credo che questo abbia attirato prepotentemente la mia attenzione... e ditemi, ha un nome?" incuriosita. In quel momento, qualcos'altro attirò la mia attenzione. Allungai delicatamente la mano a sfiorare quel fodero, leggendo in un sussurro quelle parole. "Sembra che questo fodero abbia una storia da raccontare..." mormorai, alzando lo sguardo sul simpatico armaiolo "A che cosa si riferiscono queste parole, se posso chiedere?". |
“Quest'arma” disse Dario a Clio, lucidando il bastone multiarma “è chiamata Wakataki. Pare sia usata dai famigerati pirati che devastano le acque d'Oriente, tra il Borneo Meridionale ed il Mar del Giappone.” Ma poi vide Clio accanto al misterioso fodero. “In verità...” avvicinandosi a lei “... non è una nostra arma. E' stato lasciato qui come pegno da un viaggiatore che aveva urgente bisogno di munizioni per il suo fucile, ma poca disponibilità di monete.” Rise scuotendo il capo. “Non so neanche quanto valga e per questo per ora non l'abbiamo messo in vendita. Ma ha una fattura particolare e questo mi ha incuriosito. Le parole ricamate sopra? Mah, forse una dedica o qualcosa del genere. In realtà non ne ho la minima idea.”
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"Wakataki..." ripetei, divertita "Ah, beh.. se apparteneva ai famigerati pirati orientali, deve essere mia.." sorrisi.
Dario Marzi ovviamente non conosceva il mio passato come Angelo della Tempesta, ma la coincidenza mi parve propizia. Ascoltai il racconto su quel misterioso fodero. "Interessante... non lo so, incuriosisce anche me... mi piacciono le armi con una storia.. fatemi sapere se lo metterete in vendita, perché lo comprerei volentieri.. sempre che il viaggiatore non abbia intenzione di tornare, perché altrimenti lo riterrei scortese da parte mia.." continuando ad osservarlo "Posso?" sfiorandolo piano, non sapevo perché ma mi incuriosiva, tanto da volerlo osservare più da vicino. |
“Prego.” Disse Dario a Clio, per prendere il fodero e darlo alla ragazza. “In verità quell'uomo è passato ormai da diversi giorni e dubito fortemente che tornerà.”
La piratessa nel frattempo osservava da vicino quel misterioso fodero. Era in pelle, ricoperta poi da velluto. Le parole erano ricamate in oro. E girandolo fra le mani, Clio si accorse di un simbolo sull'altra parte di quel fodero. Raffigurava, sempre con ricami in oro, una sorta di fiumiciattolo dal quale sorgeva una misteriosa danna coperta solo dai suoi lunghi capelli. |
Mi voltai di scatto e vidi Tilde...mi informava che sarei stata raggiunta al piu' presto per essere condotta al Castello........avevo un prurito alle mani.....avevo voglia di portar via quelle uova...ma che diavolo mi succedeva....." Grazie Tilde..spero che non facciano tardi.....in quel salone non c'e' una festa....c'e' uno stupido scenario per mettere in ridicolo i legittimi Signori...."....e mentre parlavo con lei Udii le parole di Lady Sissi e la risposta del Fratello di Lord Cimmerio.......rientrai istintivamente nel salone...e mi avvicinai di piu' alle due Dame.......le parole fluirono dalle mie labbra senza che in realtà ci avessi pensato piu' di una volta....una parte poco gestibile del mio carattere era l'impulsività......e rivolta al giovane Lord Guanto....."...Siete stato molto molto cortese Lord Guanto a riconoscere la veridicità delle parole di Lady Sissi.....e devo dire che siete un ottimo osservatore...un grande casato vive dei suoi fantasmi...quadri...arazzi.....e rimpianti, non vedo i vostri di Fantasmi...magari se ci fossero vi avrebbero reso giustizia......avete un codazzo di amici poco inclini alla disciplina e questo non va bene per chi pensa che quella sedia possa far parte della propria tavola......una sedia vuota e' sempre appetibile.......ora farete in modo che chi ha detto a Lady Sissi...vecchia megera......le chieda scusa in ginocchio........Il rispetto e' come l'amore...non si compra si guadagna...."........in realtà ...sapevo perfettamente che De Gur....mi avrebbe uccisa, ma di contro sapevo che era cosciente ...della mia imprevedibilità
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La moglie di de Gur rientrò dopo la discussione tra lady Sissi e Guanto e sorrisi compiaciuta alle sue parole e grata al pensiero che avesse espresso il mio punto di vista dato che dovevo fingere simpatia per loro.
Guardai lady Sissi e bisbigliai appena.."Non reagite milady..avete ragione ma a questo punto dobbiamo prenderli in giro, far credere loro di aver ragione, vorrei dirvi molto di più ma qui non è luogo adatto..ogni mio atteggiamento positivo verso queste persone sarà una farsa..voglio sapere la verità sulla morte di Guisgard e devo scendere a compromessi" e le strinsi la mano istintivamente.."forse qui a corte potreste aiutarmi, voi siete la unica che conosca qui la vera storia dei Taddei". Guardai Guanto e dopo che la moglie del capitano ebbe finito di parlare mi feci avanti sorridendo alla donna.."I miei omaggi lord Guanto, sono la duchessa Altea de Bastian" e osservai la veste grezza dell' uomo e pensai che era incredibile dovessi ingraziarmi un uomo dai ranghi inferiori ai miei.."Milady dice il giusto..questi arazzi, la magnificenza del Palazzo dove soggiornate, il forte esercito non sarebbe esistito se non vi fossero stati i Taddei..convenite con me? Ma vi è qualcosa che mi sfugge". Guardai tutti i presenti e poi mi voltai verso lui nuovamente "Avete sentito? Lord Guanto ha detto a Capomazda il seggio ducale è vuoto..come è possibile, non vi è un Signore che comanda questo Ducato..pensavo lord Cimmiero assieme a lord Gvineth...o dobbiamo aspettarci una sorpresa..magari sarete voi il futuro signore di queste nobili terre?Allora dovremmo festeggiarvi stasera.." e gli lanciai un sorriso...ovvio nessuno di voi tre visto non avete il potere e la forza dei Taddei. |
Era un fodero molto curato, e mi incuriosiva, forse perché nascondeva qualcosa? Un po' come me.
Non sapevo dire perché, ma era come se sentissi il desiderio di scoprire cosa si celava dietro quel velluto. "Bene..." Sorrisi "Allora credo che li prenderò entrambi..." Compiaciuta "Il Wakataki e questo fodero, sono sicura che saprete farmi una valutazione così, al volo..." Prendendo la sacca con le monete che avevo portato per pagare i due manufatti. |
Guanto sorrise ad Elisabeth e poi ad Altea.
Fece allora cenno ai suoi e tutti insieme, con aria sarcastica e beffarda, si inginocchiarono e chiesero, in modo insolente, scusa ad alta voce a Sissi, come chiesto loro proprio da Elisabeth. Poi si alzarono, con Guanto sempre sorridente. “Milady...” disse ad Altea “... il seggio è vuoto perchè uno solo fra mio fratello e lord Gvineth prenderanno il potere. Festeggiare me? Io invece brindo alla bellezza di voi tutte dame di Capomazda!” E tutti presero del vino per bere. “Lord Guisgard” Sissi ad Altea “è stato portato via dalla Gioia. Come molti dei suoi antenati. Ora scusatemi” ai presenti “ma io devo andar via. Questa non è più casa mia.” Ed uscì, accompagnata dalle risate irriverenti degli uomini di Guanto. |
Ascoltai le parole di Guanto..uno dei due Lord..quindi aveva ragione Madama Sibille quando disse l'idilio tra loro non sarebbe durato molto.
Brindai alle donne di Capomazda e la loro bellezza come detto da lui..probabilmente non ero il suo tipo notai.. e udii quelle parole di lady Sissi rivolte a me e trasalii, approffittai della confusione di quei brindisi e delle confuse parole e seguii lady Sissi correndole dietro.."Lady Sissi...vi prego fermatevi..ditemi...cosa sapete..la Gioia..colpisce per incanto d' Amore" e mi misi davanti a lei ansimando. |
“Della Gioia dei Taddei” disse Sissi ad Altea “so ciò che sanno tutti. La leggenda di quell'incantamento è stata tramandata da ben sei secoli. Tanti, infatti, sono quelli trascorsi dalla morte di Ardeliano e dalla cacciata delle nostra armate da Sygma.” Sorrise appena, più per rassegnazione. “Da quando è apparsa, come vedete, la Gioia ha fatto scempio nella vita dei Taddei di tutte le nostre conquiste più belle.” Accarezzò il viso della dama. “Vi do un consiglio, ragazza mia... lasciate anche voi questo posto. Ormai non è più la casa dei Taddei ed i loro amici non sono più ben voluti. Abbiate cura di voi.” Ed andò via.
Ma proprio in quel momento si udirono alcuni servitori che annunciavano l'arrivo di lord Cimmiero. |
Rimasi immobile e quella carezza mi riempì il cuore...lady Sissi era donna saggia, avevo sempre pensato la Gioia fosse una superstizione ma quell' avvertimento..era come un voler proteggermi...ero scossa..forse quando avrei parlato col diacono tutto sarebbe stato più chiaro..milady non era venuta qui per nulla, forse aveva scoperto qualcosa?
Fuggì nel nulla e udii annunciare Lord Cimmiero e tornai nella stanza perplessa e mi misi ad un angolo visto ormai ero sola, non vi era nessuno della mia famiglia? |
Altea tornò nella sala, dove era appena giunto lord Cimmiero, insieme al suo seguito.
E con lui vi era anche il nonno di Altea. “Dunque...” disse il nobile signore “... cos'è il chiasso che si sente sin dall'ingresso?” “Chiasso?” Ripetè Guanto. “Io ed i miei compagni non ne abbiamo udito.” Sorrise. “Anzi, abbiamo ravvivato un po' l'atmosfera di questo palazzo che appariva troppo dimessa. Vero, amici?” Ai suoi. E tutti risero annuendo. “Ricordati che siamo a corte.” Cimmiero a suo fratello. “E rammentalo anche a questa masnada che ti accompagna.” Indicando i suoi uomini. “E tu non dimenticare, fratello, che è questa masnada che ti protegge e combatte per te.” Replicò Guanto. Cimmiero non rispose nulla. “Altea!” Il nonno a sua nipote. “Non vi avevo visto!” Sorridendo. “Vieni a rendere omaggio a lord Cimmiero.” |
Di male in peggio..vi era lite pure tra i due fratelli, eppure lord Cimmiero sembrava persona seria e pacata..se solo avesse visto quella pantomima.
Udii la voce di mio nonno e sorrisi avvicinandomi a lui e mi inchinai leggermente e guardai il Lord.."I miei omaggi milord, sono la duchessa Altea de Bastian, la nipote del qui duca Mandus e noto avete fatto ottima amicizia, so oggi è stato con voi tutto il giorno è la caccia ha avuto successo". Guardai mio nonno..non avrebbe mai fatto amicizia con qualcuno nemico dei Taddei..non comprendevo..speravo almeno avesse letto la mia lettera. |
Ero disgustata, quegli uomini non avevano nessun senso del dovere e dell'educazione......." Siete disgustoso Lord Guanto....i vostri antenati spero che non abbiano nulla a che spartire con voi....perchè anche i maiali eviterebbero di circolare dove i vostri stivali poggiano il loro passo........".....Vidi rammarico, rabbia e tristezza negli occhi di Lady Sissi.....quella non era piu' casa sua......Lady Altea invece...le andava dietro per apprendere ogni cosa da quella donna........Io da canto mio .....mene sarei andata via a piedi......anche perchè Lady Altea era rientrata nel salone...sembrava una riunione di famiglia......e non era la mia.....Tornai nella stanza adiacente......e mi incamminai lungo il corridoio...la carrozza doveva essere sotto....Tilde, Tauro..mio marito...facessero un po' come volevano......avevo bisogno di aria pulita....
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“Non immaginavo” disse Cimmiero fissando Altea “che avevate una nipote di così delicata bellezza.” A suo nonno.
“Vi ringrazio, milord.” Con un cenno del capo il nonno. “Si...” annuendo Cimmiero ad Altea “... vostro nonno è un cacciatore d'eccezione e la sua compagnia, unita ai suoi consigli mi permetteranno di offrire una sontuosa cena a tutta la corte stasera.” “Siete troppo generoso, milord.” Sorridendo il nonno. “Voi siete un eccellente cacciatore.” “Speriamo allora” ridendo Cimmiero “che i cuochi siano degni del nostro valore e ci servano una cena che dia soddisfazione a quanto cacciato.” Sorrise. “Ora mi ritirerò per indossare abiti adeguati. Voi restate pure con vostra nipote.” Baciò la mano di Altea ed andò via, lasciandola con suo nonno. Intanto Elisabeth era uscita dalla sala, attraversando il corridoio per lasciare il palazzo. Ma all'improvviso qualcuno la raggiunse, prendendola per un polso. “Quanta fretta, milady.” Disse Guanto, seguito dai suoi compagni. “Non vi sarete offesa, spero? Non era certo mia intenzione e neanche dei miei allegri compagni mancare di rispetto a nessuno. Suvvia, datemi la possibilità di offrirvi qualcosa da bere per dimenticare questo equivoco.” Sorridendo. |
“Voi siete tra i nostri migliori clienti, milady” disse Dario a Clio “e come sempre vi offriamo un trattamento di favore. Per voi, dunque, il Wkataki costerà solo quindici ducati, mentre per il fodero andranno bene cinque ducati.” Annuì.
Prese allora le due armi e le mise in una borsa di pelle scura, per poi darla alla ragazza. “Naturalmente” sorridendo “la borsa è un nostro omaggio.” Ma proprio in quel momento un uomo entrò nella bottega. Aveva fatto in tempo a vedere Dario che metteva il fodero nella borsa. "Particolare quel fodero..." disse. "Si, in effetti lo è." Rispose Dario. "Quanto costa?" Chiese l'uomo. "Mi spiace, ma è stato appena acquistato da milady." Spiegò Dario. "Sono disposto ad offrirvi il doppio di quanto lo avete pagato." L'uomo a Clio. "Sono un collezionista è voglio averlo." |
Quei corridoi erano così stranamente silenziosi e lontani dal baccano del salone....o forse la mia mente era offuscata dalla rabbia per non aver potuto dare un pugno sul naso al giovane rampollo.......che non sentii il rumore di altri passi oltre ai miei e qualcuno afferrarmi per il polso.....per poco non mi venne un accidente.....
Pensavo al diavolo e spuntarono le sue corna........si voleva divertire il fanciullo non gli era bastata la farsa......." Offesa.....e perchè mai.....siete stati una magnifica compagnia teatrale........avete reso omaggio...avete offeso....vi siete scusati........avete offerto del vino....devo dire che in vostra compagnia non ci si annoia.....gentilmente Lord Guanto se lasciaste andare il mio polso ve ne sarei grata..."...." Fatelo ed in fretta...non amo essere toccata......specialmente se non sono io a deciderlo.....".... |
Ascoltai con attenzione Lord Cimmiero, sembrava una persona giusta e affabile..ma durante le spedizioni con Guisgard avevo imparato a non giudicare dalle apparenze.
Egli si congedò e rimasi sola con mio nonno finalmente.."Vi vedo in grande forma, ne sono felice..non sono venuta qui per delizia lo sai..a me la morte di Guisgard non convince, ma voi come mai avete subito fatto amicizia con questo milord? Mi aspettavo da voi un altro atteggiamento" sospirai guardandomi attorno.. "Nonno, nel patto matrimoniale Taddeo l' Austero voleva io fossi la Granduchessa perchè non avete fatto valere tutto questo? Ho parlato con Madama Sibille..sembra l' unico modo per prendere il mio posto voluto dal vecchio Duca io debba essere l' amante del vostro nuovo amico e fratello..mi sorprendo di voi..ma mi spetta di diritto e per rivendicare Guisgard e le volontà dell' Austero..comunque da stanotte io mi trasferirò nella stanza del mio caro amico Guisgard, ditelo a milord Cimmiero, non voglio nulla sia spostato di lui..deve rimanere traccia di lui....quindi mi auspico saranno dati gli ordini perchè la servitù porti subito le mie cose nella stanza di Guisgard". Ero stata abbastanza dura ma non era giusto..avevano manovrato la mia vita..ora avrei deciso io e forse dopo aver parlato col diacono sarei tornata a Las Baias come aveva detto lady Sissi..avevo notato le occhiate torve di milady Elisabeth verso me e non comprendevo, eppure io approvai le sue parole..mi guardai attorno se vi era pure mio cugino Tommaso..stanotte non volevo rimanere sola e sorrisi maliziosamente. |
Sorrisi a Dario.
"Mi sembra un ottimo prezzo..." Annuii, posando sul bancone i ducati che mi chiedeva, per poi prendere la borsa in pelle. Ma in quel momento, entrò un uomo che voleva comprare il mio fodero. Che bella faccia tosta! "Spiacente...." Con un freddo sorriso cordiale "Ma non è in vendita...". Mi avviai verso la porta "Messer Dario, è sempre un piacere..." Inchinandomi leggermente "Messere.." Salutando anche l'uomo del fodero "Buonagiornata..." Ed uscii, diretta a casa. |
Clio lasciò la bottega degli armaioli e prese la strada verso casa.
Ma mentre si incamminava, qualcuno prese a seguirla Era l'uomo incontrato nella bottega dei Marzi ed alla fine avvicinò la piratessa. “Salute a voi, madama.” Disse cordialmente. “Voglio darvi un'altra possibilità di guadagno...” prendendo un sacchetto di monete “... eccovi ben trenta ducati in argento per quel vostro fodero. E' un ottimo affare e non vi conviene rifiutare.” Sorridendo. |
Mi voltai di scatto e fulminai l'uomo con lo sguardo.
Mi aveva seguito fino a lì? La cosa non mi piaceva per niente. "Non sapete che è scortese seguire una donna sola?" Sorridendo appena. Ai suoi occhi potevo apparire una semplice ragazza miralese, che poteva aver comprato delle armi come regalo per qualcuno. "Trenta denari in argento..." Ripetei, con un sorriso beffardo "Accidenti, dovete tenere molto a quel fodero..." In realtà, l'interesse di quell'uomo per il mio bel fodero lo rendeva ancora più interessante ai miei occhi, come se nascondesse un mistero che non vedevo l'ora di scoprire. "Quale parte di: non è in vendita, non avete compreso?" Osservandolo con aria interrogativa. |
“Non essere sciocca ora.” Disse il nonno ad Altea. “I Taddei ora non ci sono più e noi abbiamo il dovere di essere accanto al nuovo governo di Capomazda. Io credo che lord Cimmiero sia un uomo retto e valoroso, già tempo fa vassallo dei Taddei. Il mio appoggio a lui deve essere incondizionato. E vorrei che tu stringessi con lui buoni rapporti. Quanto a lord Guisgard, egli ti sciolse, come ricorderai, dal patto stipulato dall'Austero, dunque è inutile riparlare di quella cosa. E naturalmente non voglio certo che diventi l'amante di qualcuno per volontà di potere. Ora scusami, vado a prepararmi per la cena.” E si allontanò.
Poi Altea intravide suo cugino Tommaso. “Ehilà, cugina...” avvicinandosi lui a lei “... era da tempo che non ti vedevo qui... come stati?” |
Quindi lord Cimmiero fu vassallo dei Taddei...mio nonno non aveva capito non volevo il potere..volevo dare giustizia a Guisgard..era una storia persa..era meglio agire da me.
Se ne andò e una voce mi fece sorridere..era proprio lui.."Cugino caro" dissi baciandolo sulle guance "Sono felice di rivederti...come sto? Domanda di riserva? Per favore portami a fare una passeggiata in giardino..sto soffocando qua dentro" e lo strinsi al braccio. |
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