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Quell'uomo dall'aria apatica annuì ad Altea e le fece cenno di seguirla all'interno del palazzo.
Era un luogo quello che non deludeva l'idea di chi lo osservava dal di fuori. Sfarzo, ricchezza ed ottimo gusto dimoravano in quell'edificio. L'uomo fece accomodare Altea in un salottino e la pregò di attendere. Trascorsero lunghi minuti, poi ad un tratto entrò un anziano. |
Mi guardavo attorno al Palazzo, era davvero sontuoso e il chè mi innervosiva di più.
Entrai in un salottino e mi sedetti in una poltroncina, accavallai le gambe e aspettando guardavo attorno quando la porta si aprì ed entrò un uomo anziano. Mi alzai e lo salutai "Piacere" dissi osservandolo. |
La villa si affacciava direttamente sulla baia, avendo davanti il mare limpido racchiuso dal molo privato di Baif Maston e sulla destra il bellissimo laghetto interno chiamato dagli antichi indigeni del posto Avernao.
L'abitazione era poi circondata da un vasto giardino, ben inquadrato in alti muri laterali che racchiudevano l'intero perimetro della proprietà del potente regista. Il taxi arrivò davanti ai cancelli elettronici della villa che subito si aprirono. Apparve allora una donna di mezz'età, con un sorriso ampio e l'espressione solare. “Benvenuta, signorina.” Disse andando in contro a Dacey. "Sono Ghilda, la cuoca del signor Maston." https://pic.le-cdn.com/thumbs/520x39...c-35506681.jpg |
Era un vecchio dall'aspetto affabile e dai modi pacati.
"Salve." Disse lui salutando Altea. "Lei è l'aspirante cameriera, giusto?" |
L' anziano prese la parola, era una persona gentile ed affabile e mi rilassai.
"Si, mi chiamo Altea de Bastian, ho letto prima l' annuncio e sarebbe un onore per me essere la colf in questo stupendo Palazzo, non deluderò le vostre aspettative" sorridendo. |
Possibile quello fosse un piccolo paradiso privato?
Mi chiesi mentre scendevo e oltrepassavo il cancello d’ingresso. La Villa pareva ancora migliore di quanto avevo potuto immaginare, fui subito affascinata dall’ampia corte che fungeva da ingresso, con il suo bel giardino e la piscina. Già mi vedevo a nuotarci dentro. “ Ghilda, piacere di conoscerla.” Rivolgendomi verso la donna, sfilando gli occhiali da sole per poterla guardare meglio. “ Posso portare le mie valigie all’interno e poi fare un giro della struttura?” |
"Bene." Disse l'anziano ad Altea. Lei è assunta. Può cominciare oggi stesso a lavorare. Naturalmente i suoi servigi saranno richiesti per l'intera giornata, quindi se non ha problemi lei soggiornerà qui al palazzo.
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"Ma certo, signorina." Disse Ghilda a Dacey. "Lei qui rappresenta il signor Maston, quindi è come se fosse la padrona." Annuendo. "Pueon!" Chiamando un natio del posto che lavorava come giardiniere nella villa. "Porta dentro i bagagli della signorina."
Lui annuì e portò le valigie in casa. |
Gli occhi verdi si aprirono di stupore e pure una lieve gioia, mi davano subito fiducia senza nemmeno chiedere un curriculum.
"Oh, certo...è un onore per me soggiornare qui, ma non ho portato bagagli, vestiti..." perplessa. |
Gwen sichiuse nella cabina del capitano Katanga, in modo da tirarsi fuori da quel casino che dominava ovunque sulla nave.
Ma l'odore, anzi il fetido, dal ponte arrivava chiaro ed insopportabile nella cabina, seguito dai versi degli animali che in breve divennero insopportabili. Risuonavano nelle orecchie di Gwen, mentre quel fetore pulsava da ogni buco di quella nave. Ad un tratto la ragazza avvertì un capogiro e poi un senso di nausea, fino a quandi perse conoscenza. |
"Qui da noi troverà diverse uniformi da cameriera, quindi non ha di che preoccuparsi." Disse il vecchio ad Altea, per poi accendersi un sigaro. "Se le occorre sapere qualcosa, per ogni suo dubbio, non ha che da chiedere." Sorridendo.
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Il casino era insopportabile, quegli animali non la smettevano di lamentarsi e il loro frastuono mi raggiungeva anche lì.
Per non parlare poi di quel fetore. Non sapevo se fosse per le mie capacità superiori a quelle degli altri, oppure perché fosse davvero forte, ma nemmeno la cabina riusciva ad arginarlo. Ed infatti, dopo poco, avvertii dei capogiri e senza che potessi impedirlo, persi i sensi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Certo, ma ho bisogno pure di abiti normali, appena potrò mi recherò in un negozio a fare compere" un po' pensierosa per quella fretta ma poi alla sua domanda non persi l' occasione di chiedere "Chi sarebbe il proprietario di questo Palazzo ovvero chi avrò la cortesia di servire?" cercai di tenere un certo distacco "Forse è lei il proprietario?".
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Gwen riaprì gli occhi lentamente, circondata dal bianco stantio delle pareti di ferro dipinte, in un letto non troppo comodo e cigolante.
Dopo qualche istante si rese conto di non essere da sola, visto che un uomo era seduto accanto al suo letto, tutto preso dalla lettura di un libro. |
"Oh no... non io." Disse il vecchio ad Altea. "Io sono il raggioniere del proprietario. Sarà lui stesso a presentarsi appena avrà ultimato ciò che in questo momento lo tiene impegnato. Uscendo da questo salotto troverà delle scale sulla destra. Salga al primo piano e percorra tutto il corridoio. L'ultima porta sulla sinistra è la sua camera." Con tono affabile.
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Riaprii gli occhi confusa, stentando subito a ricordare cosa fosse accaduto.
Ricordai che ero svenuta, che l'ultima cosa che avevo visto erano state le pareti della cabina del capitano. Le pareti erano dipinte di un bianco consunto e scolorito e il letto era cigolante, scomodo. Vidi che c'era un uomo accanto a me, intento a leggere. "Dove sono?" chiesi subito. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"D' accordo, ovviamente il padrone avrà un lavoro importante".
Uscii dalla stanza guardandomi attorno, salii lentamente le scale, udivo i passi dei tacchi a spillo in quel corridoio che sembrava senza fine, tra un tappeto lungo e sontuoso orientale a terra, i preziosi specchi e i dipinti al muro e i mobili antichi. Mi accorsi il corridoio era finito e guardai a sinistra, vidi una porta e doveva essere quello della mia stanza...che cosa strana, misteriosa come tutto ciò che avvolge questo Palazzo, e io qui straniera..a vagare come se nulla fosse. I pensieri si susseguivano nella mia mente come la pellicola di un film quando aprii la porta ed entrai lentamente nella stanza guardandomi attorno. |
“ Giusto. Devo ancora abituarmi del tutto all’idea.”
Sorridendo alla donna. Non volevo di certo arrivare e impormi al personale fin dal primo giorno. Indicai il mio bagaglio, due valigie piuttosto grosse, all’uomo appena giunto e lo seguii all’interno della villa. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Pueon portò in casa i bagagli di Dacey, seguito da lei.
La accompagnò così alla sua camera, la migliore dell'intera villa, arredata con gusto e molto confortevole, con tanto di bagno personale munito di idromassaggio. Dalla terrazzina della camera poi si poteva godere di una meravigliosa vista sul mare, intravedendo le isole oltre l'orizzonte. |
L'uomo smise di leggere e guardò Gwen.
Era un tipo dai capelli corti e bruni, il viso senza segni distintivi e l'espressione pacata. "Ben svegliata." Disse. "Le ho somministrato una fiala di Plasil e non dovrebbe più avvertire nausea. Forse il mal di mare le ha fatto un brutto scherzo." |
Altea entrò nella sua camera che le sembrò sicuramente accogliente e di certo molto per una semplice cameriera.
Di certo era stato generoso il padrone di casa. Un piccolo balconicino dava sul mare sottostante e su parte del cortile interno. Qui lei notò qualcuno. Un uomo seduto su una panca ed intento a dipingere l'orizzonte. |
Aggrottai la fronte.
"Nausea?" dissi confusa. "Ero in un'altra cabina, perché sono qui? Mi ha portato lei?" alzandomi a sedere e portando subito la mano sul calcio freddo della pistola sotto la maglietta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Vidi delle vetrate aperte, le tende si muovevano con la brezza del mare e stupefatta vidi un terrazzino meraviglioso.
Il mio viso si illuminò, il sole entrava radioso e potevo vedere la distesa infinita del mare. Poi lo sguardo si pose su un uomo, stava dipingendo...fatto normale visto la vista mozzafiato..ma la cosa mi incuriosiva e cercai di osservare la figura, i suoi tratti...forse era lui il padrone di tutto questo, magari era un artista, un pittore. |
Gwen cercò la pistola e si accorse che era al suo posto.
Possibile che nessuno si era accorto dell'arma? "L'ho portata nella mia cabina." Disse l'uomo. "Qui è più pulito e si sentono meno i versi degli animali. Permetta mi presenti... sono il professor Mizzar." Porgendole la mano. |
Ringraziai l’uomo, congedandolo.
Volevo godermi la mia stanza. Era decisamente grande, persino più grande della mia, sistemata in un bellissimo attico in città. Vidi subito l’idromassaggio e accesi l’acqua, decisa a godermi un bel bagno rilassante. Uscii sul balcone, per godere la meravigliosa vista, approfittando anche per aggiornare il regista e proprietario della villa del mio arrivo. |
Altea guardò quell'uomo nel cortile che dipingeva il mare.
Era di spalle e non poteva vederne il volto. Era bruno, con i capelli appena lunghi. |
La pistola era al suo posto, era strano che nessuno l'avesse notata, ma era meglio così.
L'uomo che avevo di fronte, tuttavia, non sembrava avere intenzioni negative. Beh, meglio per lui. Disse di chiamarsi Mizzar. "Gwen, piacere di conoscerla" stringendogli la mano. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Dacey uscì sulla terrazza, godendosi la meravigliosa vista.
Quel luogo era sospeso tra mare e terra, dove l'acqua appariva limpida ed il litorale si frastagliava di leggere alture su cui pendevano costruzioni di ogni tipo, fra case e strutture turistiche. L'orizzonte pareva perdersi nella sfocata foschia in lontananza, come se fosse l'orlo di pagine di infiniti romanzi di amori ed avventure. Nel giardino vi erano alcuni pappagalli dal pumaggio vivace e delizioso, quasi fossero lì per un vezzo del proprietario per abbellire la villa. |
"Le farà bene restare a letto ancora un pò." Disse Mizzar a Gwen. "Camminare su questa nave non è il massimo. Per chi non è abituato può essere sgradevole. Vuole bere qualcosa? Tè o succo di frutta?"
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Bere.
Bere qualcosa. Una sensazione improvvisa come promemoria. "Io devo prendere..." mi schiarii la voce "Devo prendere un farmaco, è nella valigia, in cabina. Può accompagnarmi?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Non potevo vedere il volto dell' uomo, i suoi capelli erano bruni e lunghi, appena mossi dalla brezza. Rimasi a guardare la figura, quali pensieri lo stavano attanagliando o forse si stava rilassando.
Dovevo vestirmi, non ero certo lì a curiosare o a fare una vacanza. Entrai e mi guardai allo specchio, afferrai il caschetto rosso, lasciarlo o toglierlo, era un vezzo, i miei capelli in verità erano biondi e lunghi. Mi accorsi ero uscita dalla Orchidea Blu ma avevo tenuto quella parrucca che rappresentava il mio passato, fu così che la tolsi e sciolsi i biondi capelli. Aprii il guardaroba e vidi i vestiti neri e indossai uno scollato, d' altronde ve ne erano diversi...tutti neri, alcuni colorati ma io volevo apparire per quello che ero. Posi la parrucca dentro all' armadio e uscii tornando nella stanza dove prima vi era l' uomo, non sapevo nemmeno chi fosse, poi mi decisi di uscire in cortile verso l' uomo che dipingeva. https://www.nanopress.it/wp-content/...a-seyfried.jpg |
"Meglio vada io, così lei può riposarsi." Disse Mizzar a Gwen. "Mi dica dove posso trovare il farmaco. Nella sua valigia?"
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"No" dissi subito, poi mi fermai, rendendomi conto di aver esagerato.
"No, davvero, mi sento meglio, posso farcela" annuendo ed alzandomi in piedi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Altea scese nel cortile, verso quel pittore che però troppo preso dalla tela a su cui lavorava non si era accorto di lei.
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"Allora se permette le darò un aiuto." Disse Mizzar a Gwen. "Prego, si appoggi al mio braccio." Con fare gentile.
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Sorrisi appena e mi appoggiai a lui.
"Grazie, è molto gentile" dissi, ringraziandolo per quel gesto garbato. Beh, considerando com'era tenuta questa benedetta nave, mi sarebbe potuta andare peggio, anche se il capitano Katanga sembrava una persona a posto, dunque doveva esserlo anche la gente a bordo, ma non si poteva mai sapere. "Sa fra quanto arriveremo?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mi avvicinai lentamente senza disturbare "Mi scusi signore" avvicinandomi "Sono la nuova cameriera, posso vedere cosa sta dipingendo? Pure io sognavo di dipingere, poi ho dovuto iniziare a lavorare ma non la tedierò con la mia vita, stavo cercando a dire il vero un signore anziano e un uomo dai capelli scuri che mi avevano accolto appena arrivata" con fare pacato.
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Mi poggiai alla ringhiera del bancone, finalmente potevo rilassarmi dopo il lungo viaggio.
Star seduta tanto a lungo nel taxi mi aveva in qualche modo affaticata. Li invece, godendo della meraviglia del paesaggio, potei staccare la spina. Lontana dalla città e dal caos, semplicemente impegnata ad osservare la terra che si univa al mare, così azzurro e immenso. Avrei volentieri vissuto in un posto come quello. Riposizionai il cellulare nella tasca posteriore dei pantaloni, decisa ad ignorare il dovere per un po’. Mi attendeva un caldo bagno rilassante, a cui aggiunsi parecchio bagnoschiuma per ottenere le bolle. Attesi fino a che la vasca non fu quasi colpa, dopo di che mi liberai dei vestiti del viaggio e mi immersi, sdraiandomi in modo da vedere comunque fuori dal balcone. |
Dacey si immerse nella vasca colma di schiuma e dei profumi esotici del sandalo e dell'ambra.
Dalle ampie vetrata poteva guardare fuori verso il mare ed essendo al primo piano non correva il rischio di essere spiata da qualche guardone. La lieve brezza marina accarezzava le palme del giardino, lambendo le foglie degli oleandri nel vialetto e sfiorando le gemme che pendevano dagli alberi delle arance e dei limoni. Ad un tratto Dacey avvertì il suo cellulare vibrare. Qualcuno le aveva inviato un messaggio. |
Mizzar accompagnò Gwen nella sua cabina, o meglio quella del capitano Katanga.
Qui avrebbe potuto prendere il suo farmaco. |
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