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"Oh non avevo capito che eravate un forestiero, benvenuto in città, dunque..." con la mia migliore aria scanzonata.
"Beh se vi adattate a un umile dimora potete soggiornare presso il mio palazzo, ci inventeremo qualcosa, le gran dame hanno il confessore personale, dunque non vedo perché non dovrei averlo anche io!" sorrisi. "Oppure sono certa che troveremo per voi un alloggio discreto, i contatti non ci mancano di certo in questa città!". |
Diedi al cocchiere l'indirizzo di dove era stato rinvenuto il corpo di mia sorella e sperai non facesse troppe domande.
"Sapete, ogni tanto fa bene tornare nei luoghi del proprio passato..." tentai di giustificarmi. |
Annui"Concordo pienamente Giamino".
Presi il pacco e lo riguardai "Lo porto in camera del dottore, così sarà al sicuro" e tenendolo saldo entrai in camera di Robertstein, la tentazione era però più forte di me. |
Alla fine il naufrago parve calmarsi e smise di delirare.
Marin tornò da suo nonno, che intanto aveva preparato un tè caldo. "Si, immagino..." disse il vecchio a sua nipote "... era ridotto male, ma per sua fortuna ha resistito alla tentazione di bere acqua salata, sfuggendo così a sicura pazzia..." riempiendo 2 tazze di tè, per sé e per sua nipote "... mi chiedo cosa dicesse nel delirio..." Padre Alphy sorrise a Sinis e annuì, accettando così la soluzione proposta dalla spia. "In tutta sincerità" disse "non mi date l'idea di una donna che abbia il suo confessore personale..." sorridendo ancora "... ma immagino che l'abito non faccia il monaco." Seguendo la dama e i suoi 2 collaboratori verso la loto carrozza. Attraversarono il boschetto che separava le catacombe dalla città e da qui raggiunsero il palazzo di Sunis, che sorgeva in aperta campagna. Il cocchiere non fece domande, né ebbe da ridere riguardo la richiesta di Britty. Così la ragazza poté raggiungere in carrozza il luogo in cui fu trovata morta sua sorella. Si trattava della campagna intorno ad Afragolopolis, oltre un quadrivio isolato e che solo raramente vedeva giungere qualche calesse o viaggiatore appiedato. La sorella di Britty era stata trovata morta davanti a un piccola cappellina che sorgeva sul ciglio della strada e raffigurava la Pietà. Intorno la campagna era silenziosa, desolata e cupa, con un melanconico vento che sibilava misterioso fra gli arbusti. Avvicinandosi alla cappellina, Britty notò qualcosa che altre volte le sterpaglie troppo cresciute e che il freddo aveva fatto seccare, avevano sempre coperto. Si trattava di uno stranissimo disegno impresso sulla base, fatta di cocci di laterizi , della cappellina e che sembrava l'immagine stilizzata di una donna che sorreggeva una stella. |
Annuii al nonno, sorseggiando il tè caldo.
"Parlava di un uomo uccello, ma non ho idea di cosa voglia poter dire..." scuotendo la testa. "Magari è davvero solo il delirio e non è nulla di importante... Ma immagino lo sapremo quando si sarà ripreso" continuando a vegliarlo nel suo sonno sfinito. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Blangey prese allora il pacco misterioso e lo portò in camera di Robertstein.
Era chiuso da più panni, con molta cura, come se il suo contenuto fosse di una certa importanza. Inoltre il pacco non recava alcun messaggio o biglietto e neppure un qualche segno particolare che ne tradisse la provenienza. |
"Mmm... uomo uccello..." disse il nonno di Marin soffiando sulla tazza di tè caldo "... questa cosa non mi è nuova... credo di averla sentita... molti anni fa mi pare... in qualche locanda del porto o forse su uno dei bastimenti su cui ho navigato in giovinezza... uomo uccello..." mormorò.
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"Questo pacco è una stranezza"sussurrai "Magari ci saranno sfogliatelle visto i panni" trattenendo una risata.
Si si..mi avrebbe perdonata....mentre osservavo la camera e respiravo lentamente, quel suo profumo delicato che era solito indossare permeava nella camera e mi morsi il labbro chiudendo gli occhi, cercando una calma interiore che era stata appena scardinata da quel suo profumo. Presi un fazzoletto, magari vi era qualche veleno...Roberstein era famoso e io ero convinta qualcuno non lo vedesse di buon viso. Me lo poggiai sul viso lasciando liberi gli occhi e iniziai a togliere quei panni per vedere cosa conteneva il pacco. |
Guardai stupita il nonno.
"Sul serio? Non credevo fosse qualcosa di reale" dissi. "Cosa ricordi di quella storia?" chiesi a quel punto, poiché ero molto molto curiosa. Forse quel naufrago non era così tanto preda del delirio come credevo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nella camera c'era il profumo del professor Robertstein, che pareva racchiuderne il carattere e le virtù.
Era cresciuto in campagna, perlopiù nella villa isolata di suo nonno, il professor Dominus Robertstein, nella cui dimora il giovane passava le lunghe stagioni estive. In quella camera sembrava potersi sentire l'odore del muschio selvatico, delle rose perlate e delle eriche in fiore. Ma anche il profumo dei salati mari del sud, che da giovanissimo Robertstein aveva attraversato durante gli anni in accademia militare, dove studiava come teologo accanto ai Domenicani impegnati a convertire gli indigeni delle isole Flegeesi. In quella camera, vinta dalla curiosità, Blangey aprì lo strano pacco, scoprendone così il contenuto. Non si trattava di veleno, ma di un vecchio libro, sulla cui copertina c'erano scritte queste parole, in parte incomprendibili: "Osidarap Otudrep, opera di Dominus Robertstein" |
Il nonno guardò Marin.
"Non ricordo bene, ma credo riguardasse una certa isola..." disse "... forse legata a qualche antico culto di una tribù indigena... si, mi pare riguardasse questa cosa... magari, non so è una supposizione, quel tipo era finito su una di quelle isole e forse gli indigeni hanno cercato di ucciderlo... chissà..." finendo poi il suo tè. |
Il contenuto mi stupì alquanto..perchè mai un libro di suo nonno...forse lo aveva chiesto lui oppure qualcuno glielo aveva fatto avere per qualche motivo, chissà quelle parole cosa significavano.
Tolsi il fazzoletto che era impregnato del suo profumo, Roberstein era un uomo affascinante senza dubbio ma io non ero una delle solite donnette che facevano le sceme per averlo "Mica ti starai interessando a lui...eh no Blangey, lo sai come è schivo lui e poi se invece fosse un latin lover veramente? Ma cosa vai a pensare ora?". Eh si, non era il momento per il romanticismo, quindi provai ad aprire lentamente il libro per capire di cosa parlasse. Ma tornai sulla copertina e lessi la frase al contrario "Paradiso Perduto" leggermente perplessa. "Paradiso Perduto" pronunciai lentamente. |
Strabuzzai gli occhi, mentre sorseggiavo il tè.
"Curioso, e stupefacente... Non posso pensare he esistano luoghi così strani e misteriosi, la fuori..." commentai sotto voce. "Anche se ciò vorrebbe dire che quei luoghi non sono così distanti. Se quest'uomo fosse davvero stato su una di quelle isole, vorrebbe dire che non sono così lontane, altrimenti non sarebbe potuto giungere fino qui illeso" riflettei, osservandolo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il cocchiere mi portò nelle campagne di Afragolopolis senza porre alcuna domanda. Scesi dalla carrozza aggirandomi per la cappellina davanti alla quale era stato rivenuto il cadavere di mia sorella.
Ricontrollai la zona fin quando non vidi qualcosa che in precedenza non avevo notato: l’immagine stilizzata di una donna che sorreggeva una stella. Cercai di imprimere quell’immagine nella mente, mentre con lo sguardo cercai qualcuno che potesse darmi qualche spiegazione su quel particolare disegno. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Lo guardai divertita, con un leggero sorriso.
"Potreste rimanere sorpreso... dopotutto, sono l'arma migliore di questa guerra, o forse soltanto quella di cui ha bisogno la confraternita!" ammiccai. Sì, mai come nel mio caso aveva senso quella definizione. Nessuno a guardarmi avrebbe potuto immaginare chi ero davvero, ed era per questo che l'immagine esteriore era così importante, così curata nei minimi dettagli. Era studiata a tavolino, ogni cosa, così come la mia istruzione, l'estenuante allenamento del mio corpo, il trasformismo. Essere appariscente per essere invisibile, era questo che rendeva una spia tanto letale. Anche se, in realtà, ero molto più di questo. Non potevo dire di annoiarmi, dopotutto. Fui lieta che il chierico accettasse la mia proposta, in quel modo avremmo avuto una maggiore libertà d'azione. Salimmo in carrozza e ci dirigemmo al mio palazzo. Durante il tragitto mi fermai a guardare fuori, come amavo fare sempre, in modo da poter cogliere qualche sfumatura della città. Non troppo, quel giorno, perché non volevo essere scortese con il nostro opsite. "Ebbene, non ci avete detto da dove venite, padre.." sorrisi. "Immagino che il cosa vi abbia portato qui richieda un luogo più appartato per poterne discutere!". https://www.film.it/fileadmin/mediaf...schettieri.jpg |
Blangey riuscì con un'incursione a comprendere il modo in cui era stato scritto il titolo del libro.
Ma perché quel nome? Cosa voleva mai significare? Perché poi di suo nonno? Robertstein non amava le teorie e gli studi di suo nonno e di certo non avrebbe mai fatto arrivare un suo libro, visto si era liberato di ogni oggetto e testo appartenuto a suo nonno. Chi dunque aveva portato quel libro? E perché poi? "Eh, il mare è strano..." disse il nonno a Marin "... a volte è giudice, altre volte giurato e altre ancora persino carnefice. Talvolta poi sa essere anche clemente." Accendendosi la pipa. "Comunque" fumando "lo stato in cui si trova, i suoi lividi, i capelli lunghi e la barba incolta ti hanno celato il suo vero aspetto, eh?" Ridendo. "È un isolano, forse abitante di una delle isole di questi mari." Quello strano disegno sulla cappellina incuriosi' non poco Britty. La ragazza si guardò intorno ma non vide nessuno a cui chiedere. La campagna era infatti isolata e l'imminente crepuscolo, con la sua luce soffusa e pulita, che filtrava tra i bassi arbusti di quel bucolico scenario. Ma poi la ragazza si accorse di una casupola poco lontana, dal cui nomignolo saliva il fumo del camino acceso. |
La carrozza attraversava la silenziosa campagna, ormai prossima all'incedere della sera, con i variopinti colori dell'imbrunire, così enigmatici e mutevoli.
"Provengo da una cittadina a nord del ducato di Afragolignone, madama." Disse Alphy a Sunis. "È stata sua signoria il vescovo a inviarmi ad Afragolopolis, da Padre Tommaso. Purtroppo non ho molto da raccontare, signora. Sono uno studioso e ho passato gran parte del mio apprendistato non in missioni o pellegrinaggi, ma sugli scrittori di monasteri e di scuole cattedrali." Con un vago sorriso. Appena la carrozza raggiunse il palazzo di Sunis, Toc e Smiley si occuparono dei cavalli, così che la padrona poté entrare in casa col chierico. Ma qui Sunis trovò un biglietto su un tavolino. |
"Stavolta è stato davvero fortunato" ammisi, vuotando la tazza di tè, mentre il nonno accendeva la sua pipa.
"Oh..." dissi, poiché comunque il viso di quell'uomo non mi so veniva "Beh, chiunque sia, sono contenta che ce l'abbia fatto e sua capitato dove qualcuno poteva aiutarlo" annuii. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il crepuscolo era ormai vicino, nessuna anima viva nei paraggi.
Fui sul punto di tornare alla carrozza ma poi vidi una casupola non troppo distante. Camminai rapidamente in direzione della casa, sentendomi pazza anche solo all’idea di importunare qualcuno. Bussai alla porta dando tre colpi decisi. Ormai non potevo più tornare indietro… Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il nonno aspiro' alcune boccate di fumo, poi annuì.
"Si, è stato fortunato." Disse a Marin. "Però è strano... gli isolani raramente lasciano le loro isole e quando lo fanno è per la pesca sulle loro canoe... come ha fatto invece questo a ritrovarsi in mare aperto e perdipiu' su una zattera? Una zattera fatta con assi di legno di quercia e legate fra esse da canapa e chiodi di ferro... a meno che quell'uomo non si trovasse su un bastimento o su un veliero..." pensieroso il vecchio. Britty bussò alla porta di quella casa e dopo qualche istante sentì un cane abbaiare con forza dall'interno. "Chi dunque" disse poi una voce da dietro la porta "in quest'ora pia viene a disturbare le mie orazioni? Ignorate dunque, chiunque voi siate, che, come rammento' San Raffaele Arcangelo al buon Tobia, è sempre Sabato nell'ora del crepuscolo per ogni buon Cristiano? E che perciò va lasciato pregare affinché scacci da se ogni tentazione ecco difenda così dalla angherie degli angeli caduti?" Con tono petulante e con cadenza da cantilena quella voce dall'interno. |
"Oh le biblioteche dei monasteri mi sono sempre sembrate qualcosa di affascinante e inaccessibile allo stesso tempo!" con un sorriso divertito, mentre fuori dal finestrino della carrozza si poteva osservare la città che piano piano lasciava il posto alla campagna, portandomi verso il più familiare territorio dove si trovava la mia tenuta.
Scesi dalla carrozza e accompagnai il chierico all'interno, dando mandato alla servitù affinché preparasse la camera per il mio confessore. "Vedrete, non sarà un immenso monastero, ma vi troverete bene" sorrisi a padre Alphy. Ma prima che potessi dire altro, mi accorsi di un biglietto lasciato sul tavolino. Eh, i bigliettini che comparivano magicamente. Sorrisi lievemente, e andai a prenderlo, per poi aprirlo e leggerlo. |
Sentii un cane bussare alla porta, seguito poi da una voce cantinelante. Ci impiegai qualche istante per capire cosa l’uomo oltre la porta stesse dicendo.
“Perdonate la mia intrusione. Sono… una ricercatrice della Chiesa e sono rimasta incuriosita dalla cappellina qui vicino. Sapreste dirmi nulla al riguardo?” la situazione era già messa male. Fingere di essere chi non ero, non avrebbe aggravato più che tanto la giornata. Speravo soltanto di tornare a casa con qualche informazione in più. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"È vero, questo è molto strano" ammisi.
"Forse hai ragione tu, l'ipotesi del veliero o del bastimento potrebbe essere la più valida. Specie perchè non avrebbe avuto motivo di prendere il mare con un mezzo così fortunoso e poco affidabile..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Quel biglietto, Sunis comprese subito di chi fosse.
Quella rosa rossa impressa sulla busta era una firma inimitabile agli occhi della donna. Lei allora aprì il biglietto e ne lesse il contenuto: "Madama, rubo un frammento di questo mio crepuscolo al dolce mormorio del Rio detto delle Amazzoni. Qui tutto è immensamente grande, persino gigantesco, come le piante, i frutti e i fiori. Le stelle invece appaiono lontane e vaghe, perché celate dell'umidità dei vapori tropicali. Non so quando ci rivedremo, ma se, come recitava Callimaco per la regina Berenice, i pensieri sono i messi del destino, ho speranza allora di tornare un giorno. Per sempre vostro servo e cavaliere, Don Fanfan conte di Triflys." Don Fanfan era un nobile avventuriero, nonché ladro gentiluomo di oggetti antichi. Per lungo tempo servì la marina Flegeese come corsaro nelle guerra d'indipendenza contro la flotta Afragolignonese. Persa la guerra si dedicò ai furti. Conobbe Sunis a un gala' in cui lei era in missione segreta e da quel momento prese a corteggiarla. |
A quelle parole di Britty seguì in lungo silenzio.
Poi, finalmente, la porta si aprì e apparve un monaco, tozzo e basso, dall'aspetto bonario e l'espressione di chi si seccare se disturbato. "Potevate annunciarvi subito, figliola, circa il vostro impegno agli ordini di nostra madre Chiesa. Eppure, essendo io un semplice monaco di campagna, perciò poco avvezzo alle pratiche mondane, mi chiedo cosa mai possa da me cercare una messaggera agli ordini dell'ultimo Apostolo di Nostro Signore." Segnandosi 3 volte. "Di quale cappellina dunque parlate, figliola?" "Già." Annuì il nonno a Marin, per poi tornare ai suoi lavori e raccomandando alla ragazza di occuparsi del naufrago. Intanto la sera era giunta e a dire una volta, con la nuova Luna, Marin sentì capogiri e nausea, per poi perdere i sensi. |
Il nonno andò via, lasciandomi ad occuparmi del naufrago.
Tuttavia, sapevo che fosse solo questione di tempo. Infatti, poco dopo, quando il Sole andò a dormire e lasciò spazio alla Luna, inizia a percepire in me quel malessere. La testa girava, avvertivo un forte senso di nausea. Poi persi i sensi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Guardai il libro..era forse vero che tra nipote e nonno fossero sorti poi degli attriti? Come avrebbe preso poi Roberstein l' arrivo di quel libro...gradito o sgradito?
Aprii lentamente quel tomo, volevo comprendere di cosa parlasse e già mi preparavo a sentire la rabbia del professore appena fosse arrivato. |
Appena Blangey aprì il libro, le cui pagine erano ingiallite dal tempo e consumate dalla polvere e dell'umidità, sentì una carrozza giungere nel cortile del palazzo.
Era quella di Robertstein. Il professore era appena tornato dalle sue lezioni all'università. |
La porta si aprì, rivelando un monaco basso e dal corpo un po’ tondo.
Sorrisi alla sua frase, leggermente dispiaciuta di stargli mentendo. “C’è una cappellina non troppo lontana e ho visto una cosa un po’ strana. Nei libri non ho mai letto nulla, e mi chiedevo se voi poteste aiutarmi.” mentire ai funzionari religiosi mi avrebbe garantito un biglietto di sola andata verso l’Inferno. Certamente Nostro Signore non avrebbe apprezzato il mio stratagemma. “Ho visto un’immagine stilizzata di una donna che sorregge una stella. Sapete se ha una particolare interpretazione?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il professor Roberstein era tornato, ma non riavvolsi quel libro ingiallito dal tempo, anzi lo aspettai, a lui non mentivo mai, gli altri non dovevano sapere lo avessi aperto.
Mentre lo aspettavo, presi una camicia sua, la portai sul viso, era fresca di bucato ma quel profumo suo pervadeva come qualcosa di antico..un misto tra la salsedine dei mari del Sud, fiori di campo e molto altro...dalla sua infanzia ad ora. La piegai accuratamente e aprendo un cassetto la riposi con le altre. Tra poco sarebbe arrivato e io ero pronta ad ascoltarlo...nel bene e nel male. |
A quelle parole di Britty, il monaco la guardò quasi trasfigurando, per poi segnarsi 3 volte e mormorare qualche preghiera a bassa voce.
“Figliola...” disse allora con tono grave, dopo aver ammonito il suo cane che continuava ad abbaiare “... volete un pio consiglio? Che gioverà non solo alla vostra anima, ma soprattutto a tutto ciò che riguarda la vostra esistenza in questa valle di lacrime? Ebbene, dimenticate questo giorno, la strada che avete fatto per giungere qui e anche il mio volto. Fatelo e vedrete che San Rocco veglierà sul vostro cammino. Fate come vi ho detto e un giorno mi sarete grata.” Fissandola con i suoi occhi tondi e piccoli. |
Era giunta la sera e con essa il buio e le ombre di quel mondo misterioso in cui la Luna è libera dal principato del Sole e della luce.
La notte è infatti il regno dei sogni, dunque delle illusioni e dei demoni che abbandonano i loro giacigli. La Mentitrice, proprio come ogni creatura ed entità notturna, era di nuovo libera. Era bellissima, oscura, malvagia e padrona indiscussa della notte. Cominciò ad aggirarsi per la stanza, col suo abito nero e l'inseparabile Pugnale di Kalì, simbolo del suo potere, raggiungendo la brandina su cui riposava il naufrago. Lei poteva leggere nella mente e conosceva i pensieri e le colpe di ogni uomo. Il naufrago continuava a lamentarsi nel sonno, a sudare per l'agitazione e mormorando parole incomprensibili. La Mentitrice lo guardò e poté comprendere ogni suo segreto... L'uomo giungeva da Monthediportechan, una delle città più antiche mai erette nei mari Flegeesi, sicuramente quella costruita su uno dei punti più alti, da cui si potevano dominare la costa e le isole. In questa città si venerava l'Uomo Uccello, uno dei culti più remoti di quei luoghi. L'Uomo Uccello, narrano gli uomini di Monthediportechan, giunse a insegnare loro la caccia, la pesca e l'agricoltura. Portò loro la matematica per misurare le stelle. Le stelle, il luogo da cui, come disse l'Uomo Uccello, era giunto questo essere celeste e potentissimo. Ma mentre la bellissima Mentitrice leggeva nella mente dell'uomo, si udì il rumore di passi. “Marin...” disse il nonno che stava salendo dal molo “... come sta il naufrago?” Chiese mentre saliva le scale. In quel momento, per un solo istante, il naufrago aprì gli occhi e vide la Mentitrice. “Chi...” fissandola “... sei?” Per poi perdere di nuovo i sensi. https://s1.pictoa.com/media/gallerie...6251961e22.jpg https://preview.redd.it/vxa0nnztk5t3...=webp&551c5b2c |
Blangey attese in quella stanza il ritorno di Robertstein.
Il bel professore arrivò poco dopo, mentre si allentava la cravatta al collo, per poi togliersi la giacca. "Oh, sei qui..." disse vedendo la sua assistente "... ero venuto a posare dei libri..." lui, riponendo dei libri in un armadio "... oggi la lezione è stata alquanto pesante... credo aprirò quella bottiglia di vino che mi donò il visconte Damblè per avergli decifrato quell'antico idioma marinaro, ricordi?" Fissando la sua assistente. "Mi fai copagnia? Detesto bere un vino così pregiato da solo." Notò il vecchio libro fra le mani di Blangey. "E quello cos'è?" Incuriosito. "Non credo di averlo mai visto prima..." |
Mi sentii nuovamente me stessa, una volta liberatami della sciocca e stupida che mi permetteva di esistere.
Non era molto vivere da parassita, ma era solo questione di tempo. Dovevo solo capire come sfruttare questo miserabili che continuavano a circolare e respirare. Il mio abito nero strisciava silenziosamente sul pavimento ed io giocherellavo col mio pugnale, lanciandolo e recuperandolo dal manico. Notai un povero disperato su una branda e mi avvicinai. Passai lentamente la punta della lama sulla gola scoperta, inebriandomi con la sensazione di potere che quel gesto mi dava. Quant'era soddisfacente avere in mano la vita di ogni essere vivente? Iniziai poi ad esplorare la sua mente, per capire chi fosse. Proveniva da Monthediportechan, una città flegeese il cui culto principale era quello dell'Uomo uccello, come se un essere umano non fosse già una piaga di suo. Aveva civilizzato quei poveri disgraziati, che probabilmente si sarebbero estinti senza di lui. E sarebbe stato meglio così. Sbuffai con fastidio sentendo la voce del maledetto vecchio. Mi schiarii la voce. "Va tutto bene" risposi, cercando di imitare quell'oca giuliva inutile. Dopo l'interruzione, cercai di leggere ancora la mente del naufrago. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Scossi la testa, divertita, nel vedere quel bigliettino.
Era dall'altra parte del mondo, eppure non demordeva eh, il mio Lord. Ormai avevo preso a chiamarlo così, in modo canzonatorio, dopo che una volta si era atteggiato a gran signore, facendomi scoppiare a ridere. Che poi, un Lord lo era davvero, ma a me divertiva prenderlo in giro. Eppure lui era sempre così galante da essere quasi insopportabile. Non posso negare, però, che sia stato bello fare numerosi colpi insieme, è incredibile pensare a quanto la causa e la confraternita possano aver bisogno di un ladro come lui. Una cosa era certa, era il migliore del suo campo. Ed era anche uno che ci sapeva fare, ma questo con lui non l'avrei mai ammesso. Nascosi il bigliettino in una tasca del vestito e tornai da padre Alphy. "Perdonate l'interruzione..." con un sorrisetto. "Venite, vi faccio accomodare nelle vostre stanze, così poi potremo parlare del motivo per cui vi ha portato qui il nostro Tommaso!". |
Entrò nella stanza, lo seguii con lo sguardo..la mano che allentava la cravatta, la giacca gettata e lo ascoltai silenziosamente osservandolo con un sorriso.
Poi le ultime parole, riflettei a lungo "Il libro? Prima versa quel vino e rilassati e poi ne parliamo, comunque uno sconosciuto te lo ha fatto pervenire fuori la porta di casa, era avvolto in panni e mi sono permessa di aprirlo" osservando la sua reazione negli occhi profondi. |
Ascoltai il suggerimento dell’uomo, gli occhi fissi su di me.
“Non posso farlo.” dissi in un tenue sussurro “Non posso… devo capire. Se sapete qualcosa, per favore, aiutatemi!” gli dissi afferrandogli le mani. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Bene." Disse il nonno. "Di sotto ho finito e mentre tu prepari la cena io accenderò la stufa, che comincia a far freddo, Marin."
La Mentitrice sentì i passi del vecchio allontanarsi e poté tornare a dedicarsi a quel naufrago, continuando a leggergli nella mente... Il veliero ave a preso il mare da 2 giorni ormai e si apprestava a doppiare Capo Myses. A bordo però continuava a serpeggiare una strana angoscia. Con ogni probabilità, a detta del capitano, tutto dipendeva da ciò che era accaduto al nostromo, impazzito dopo aver bevuto acqua salmastra penetrata nella stiva e poi suicidatosi. Non bisognerebbe mai cambiare nome a una nave, soprattutto se il nome tolto era quello di un Santo. Questo ormai pensava l'equipaggio, soprattutto ora che acque sconosciute sarebbero state lo scenario del nostro viaggio. "Marin, la stufa è accesa." Il nonno chiamando dell'altra camera. "Come sta il naufrago?" |
"Grazie, madama." Disse Padre Alphy a Sunis.
La dama mostro' così al suo ospite l'alloggio, dove il chierico sistemo' le sue poche cose. Alphy era un uomo di nell'aspetto, dai capelli chiari e gli occhi di un colore vicino al nocciola. Non era molto espressivo il suo volto, ma lo sguardo traduce di certo un'intelligenza non comune e a tratti un che di indefinito, come se quell'uomo avesse combattuto a lungo, probabilmente nella primissima giovinezza, per vincere una certa moria, forse persino superbia, che mal si fosse legata al suo futuro abito claustrale e agli impegni dettati dalla sua vocazione. Come dunque un novello San Paolo, o un nuovo San Francesco, uscito vittorioso dopo aver sconfitto le miserie dell'animo umano. |
Robertstein si tolse la giacca e prese la bottiglia di vino.
La stappò e riempì col suo rosso contenuto 2 eleganti bicchieri, per poi offrirne il primo a Blangey. "Un libro lasciato davanti alla porta..." disse divertito "... che modo curioso di consegnare un libro." Bevendo un pò di vino. "Non sarà forse un diario segreto? Magari le scabrose confessioni di qualche ricca dama infelice?" Ridendo piano. "O magari un testo in cui è celato chissà quale complotto." Scuotendo il capo. "Oggi il mondo vive di complotti. Ne scoppia uno ogni volta c'è un qualcosa che la gente non vuole accettare." Sarcastico. "Ho detto a Giamino di accendere il camino. Ti va di leggermi le prime pagine di quel libro davanti al fuoco, Blangey? La tua voce mi aiuta a rilassarmi." Sorridendo alla sua assistente. |
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