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-Mi chiamo Perry Sir e lasciate stare questi uomini! non solo ci offrono vitto e alloggio vi lamentate pure! non vi riconosco più!- detto questo andò dai cuochi distesi al suolo e li aiutò a rialzarsi.
-Sir Eldred non farete loro alcun male...-. |
I due malcapitati cuochi rimasero a terra e uno dei due, disperato, disse:
-E' tutto ciò che abbiamo ... i briganti portano via tutto! Non sappiamo più come fare, vi prego di scusarci! Vi portiamo adesso una riserva di idromele che tenevamo per le occasioni importanti... speriamo che questo possa almeno in parte compensare il torto arrecatovi! Poi andarono di corsa in una stanza adiacente e tornarono con una piccola botte di idromele e tanti boccali quanti erano i presenti. Dalla botte fuoriuscì idromele dorato e il solo odore inebriò tutta la stanza. Poi ne portarono ad ognuno ripetendo: -Prendetene fin quando non finisce e vi imploriamo ancora di scusarci! |
-Non scusatevi...qualcun'altro dovrebbe scusarsi qui...- disse Perry mettendo una mano sulla spalla del cuoco.
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La situazione si stava scaldando... ed era meglio raffreddarla.
Eldred bevve un sorso del Sidro portatogli da Hastatus... lo butto giù con una smorfia orrificata, prima di guardarsi intorno per assicurarsi che nessuno lo guardasse e poi gettare con un agile movimento del braccio tutto il liquido della sua coppa alle sue spalle. "HEY!" si lamentò un astante, che però rimase al suo posto, più intento ad asciugarsi dalla pioggia di sidro appena caduta su di lui. Lo Jorgänsen si avvicinò al barile di idromele, e se ne riempi la coppa, bevendo tutto d'un fiato. "Facciamo festa! Questo è appena decente!" |
Dopo le parole del vichingo, cadde il silenzio e gli avventurieri erano intenti ad assaggiare l'idromele portatogli dai due cuochi che si erano rintanati in cucina a risistemare i danni provocati dalla giustificata furia di Morris.
Nel frattempo, colui che li aveva accolti si tolse il mantello e il cappuccio, mostrando il suo capo totalmente calvo nonostante l'apparente giovane età, il naso aquilino e la bocca deformata da un sorriso incomprensibile. -Mi spiace che il cibo non sia di vostro gradimento e mi spiace pure che non possiamo offrirvi una decente compagnia femminile, cavaliere. Disse, rivolgendosi prima a Morris e poi a Guisgard. -Ma non temete, ho qualcosa da dirvi che vi farà dimenticare del tutto questi spiacevoli fatti. Poi si sedette dietro un piccolo tavolo, giunse le mani all'altezza della bocca e iniziò ad osservare ognuno dei presenti con aria indagatoria. |
Guardo in viso Lady Perry e chino il capo per chiederle le mie scuse....poi
riprendo ad ascoltare e a guardare colui che ci scruta. Sir Morris |
L'individuo abbozzò un altro sorriso, poi si mise in piedi.
-Non ci siamo ancora presentati: io sono Dasàl, piacere immenso di conoscere voi, alleati di Camelot che state per fare un grande favore al mio signore. Non vorrei dilungarmi, perciò vado subito al succo della situazione. Ciò che avete mangiato è stato avvelenato, anche l’acqua,il vino e l'idromele. Avete in corpo un veleno che vi ucciderà in circa cinque giorni. L’antidoto lo posseggo solo io e non lo tengo con me: uccidermi adesso è inutile. Vi sarà dato solo se troverete un certo artefatto per conto del mio signore, ubicato in un posto poco piacevole. Se accetterete, potrete sopravvivere cercando quanto richiesto … altrimenti morirete tra atroci dolori, dato che la città più vicina è a sette giorni e mezzo di cavallo. Non tentate di creare altri antidoti, è impossibile dato che è un veleno di mia invenzione che non si trova in alcuno scritto. Portatemi quanto vi ho chiesto entro cinque giorni, vi darò una mappa che indica il posto in cui recuperare questo artefatto. Se non accetterete potete anche uccidermi subito, e voi morirete a vostra volta. |
-Maledetto...- lo disse toccandosi il ventre.
-Voi non la passerete liscia messere!-. |
Il vichingo osserva la coppa dove ha bevuto l'idromele, poi si volge verso il padrone di casa. Sono stati ingannati, come se fossero 4 sventurati sprovveduti, come se lui fosse un novellino appena sbarbato di pochi anni!
La collera si impossesso di Eldred, ma giusto prima prendesse il sopravvento, un attimo di lucidità gli permise di non avventarsi caricando a testa bassa il loro truffatore mortale. Poteva essere altamente controproducente. Aveva ancora un cuoco vicino. Ecco come ingannare l'attesa prima di mettere prima o poi le mani sul loro preteso carnefice. Lo Jorgänsen gettò a terra la coppa e afferrò per il colletto un cuoco, che si dimenò, ma era troppo debole per uscire dalla presa di un Norrenno, per altro infuriato. Eldred prese la testa del malcapitato e la immerse dentro l'Idromele avvelenato. Una volta, poi gli fece riprendere fiato, poi lo reimmerse e alla fine lo sollevò, per stenderlo con un pugno dritto al muso. Poi si voltò verso il "padrone di casa" ringhiando. Ma si sentiva, ed era, come un cane al guinzaglio. |
Sir Dunmer sputò l'idromele, lanciò il boccale al muro frantumandolo in mille pezzi, poi estrasse la daga gettandosi contro Dasàl, ma appena vi fu vicino si limitò a conficcarla sul tavolo con forza rabbiosa.
Poi assestò un calcio in pieno stomaco al cuoco che era già a terra per il pugno del vichingo. Si avvicinò alla moglie e la rassicurò abbracciandola. |
Guisgard tirò un pugno contro la parete.
"Che idioti che siamo stati!" Disse a denti stretti. Poi, fissando i suoi amici, aggiunse: "E' inutile star qui a rammaricarci. Andiamo in cerca di quello stramaledetto antidoto, prima che Madonna Morte venga a reclamare le nostre vite!" |
"Ed io ero il folle della situazione...non è vero Lady Perry?....Io sono colui che si sbagliava ad agir in quel modo....non è vero signori amici?
Con calma, guadagno l'uscita del locale...mi seggo su di una pietra e.. contemplando le stelle.. grido:"Sir Dunmer, con il ricatto non ho mai accettato alcuna missione!!! Ditemi cosa pensate di fare"? Sir Morris |
Dunmer uscì anch'esso da locale. La tormenta era finita, e il cielo era ormai sgombro.
Respirò a lungo per far sbollire la rabbia, poi si avvicinò a Sir Morris e, guardando nella sua stessa direzione, disse: -Non è stata mai una mia abitudine, come anche per voi, quella di svolgere missioni per costrizione. Tuttavia non possiamo permetterci di morire così, per quest'inganno nel quale siamo tutti cascati in una sola volta. Tutto ciò che ci rimane è dunque accettare, per il momento. Avremo modo di uccidere lui e chi lo ha mandato a tradirci in un secondo momento, adesso non voglio rischiare che io, mia moglie, mio figlio e tutti noi qui muoriamo avvelenati! |
Guisgard sorrise ironico.
"Che fato beffardo!" Sussurrò. Poi, voltandosi verso Perry, disse: "Damigella, prima mi avete rimproverato a causa della mia voglia di compagnia femminile, ricordate? Eppure ho sempre sognato di morire, quando sarebbe stato, in un morbido letto, in compagnia di due belle donne! Ora invece sembra che l'Oscura Signora voglia venirci a prendere in questo luogo maledetto...il mio vecchio maestro mi diceva spesso che nulla è peggio che morire da soli e lontani da ciò che più conta per noi." |
Dasàl fece un ennesimo sorriso compiaciuto, poi andò da Guisgard e gli diede una pergamena arrotolata.
-Oh, non morirete se farete quanto vi ho chiesto. In questa mappa è segnato il percorso che dovete percorrere per raggiungere il luogo dove si trova l'oggeto che, per inciso, è una spada un pò particolare: la Spada di Nommenor. La distinguerete facilmente, non preoccupatevi. Poi si rimise il mantello, si incappucciò e, uscendo, aggiunse: -Avete cinque giorni a partire da domattina. Ricordatevelo. Non appena avrete finito, l'appuntamento rimane fissato in questo luogo. I miei migliori auguri, signori. Arrivederci. E la sua sagoma si immerse nella notte del villaggio deserto. |
"Quel marrano figlio di cane ci ha usati per i suoi lerci scopi!" Esclamò Guisgard.
Poi, voltatosi verso i suoi amici, aggiunse: "Signori, ricordate il mito del Vello d'Oro? Bene, a noi è chiesta pressapoco la stessa cosa. Soltanto che invece di un regno, come premio avremo le nostre stesse vite!" |
-Io direi di partire ance subito, non so voi, ma ho una paura travolgente di non veder nascere mio figlio ne di vedere il mio futuro!-.
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La situazione era molto confusa, tutto era accaduto troppo velocemente... dovevamo rimanere freddi e lucidi...
"Accidenti! Dasàl ci sta sfuggendo! Voglio che ci accompagni in questa avventura che ci ha procurato perché in caso di fallimento, fosse l'ultima cosa che faccio, voglio spiccargli quella testa pelata dal busto prima di morire!" "Sarò io a ridere per ultimo!" Dicendo ciò mi diressi verso la porta. |
Sir Dunmer afferrò la spalla di Hastatus, quindi, tentando di fermarlo, disse:
-Non è saggio andare a cercare quell'infame questa notte, sicuramente conosce queste terre meglio di noi e ci renderebbe le cose molto complicate. Abbiamo i giorni contati, credo sia meglio prepararsi a seguire il percorso sulla mappa e recuperare questa diavoleria prima che sia troppo tardi. |
"D'accordo sir... avete ragione, il tempo stringe. Vediamo questa la mappa che è stata consegnata a Sir Guisgard."
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"Ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci prepari il terreno!"
Si lamentò Eldred, che in quel momento stava usando una tovaglia vicino a lui per asciugarsi le nocche dal sangue emesso dalle gengive del cuoco dopo il suo violento montante dritto in viso. "Queste lande sono simili a casa mia! Posso rivedere tutto quel che vedevo da bambino in scala minore in queste terre. Lasciate che io esplori la zona!" Poteva sentire, benchè molto lontanamente ancora, qualcosa marcire nel suo interno, qualcosa che piano piano andava sgretolandosi, E forse non era solo il suo intestino, era la sua stessa vita... |
"Occore prudenza!" Esclamò Guisgard, visibilmente nervoso. "Sembra che queste terre siano state scavate dal diavolo in persona!"
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Sir Guisgard con la mappa e Sir Eldred con la sua naturale abitudine ad ambienti di quel genere, guidavano sicuri la compagnia.
Dopo diverse ore di cammino (le strade troppo strette erano impercorribili dai cavalli) superarono un grande valico e dinnanzi a loro si aprì uno spettacolo sbalorditivo ma allo stesso tempo inquietante e macabro. La mappa non dava giustizia al luogo, segnava solamente il nome "Cimitero dell'Eroe"; ciò che si presentava dinnanzi ai loro occhi era un'intera vallata di lapidi, cripte e tombe d'ogni tipo, recintata da un'enorme inferriata in ferro nero battuto in gotici disegni. La mappa portava nella parte nord di quell'angusto luogo, raggiungibile solamente attraversando la via principale del cimitero. |
Perry sentì battere forte il suo cuore e il suo respiro si fece più pesante.
Era come se sentisse le anime dei defunti narrare la loro storia e di com'erano morti; strazianti lamenti aleggiavano in quel macabro terreno era strano pensare che una volta anche quegli spiriti avevano una casa, una famiglia e magari anche dei figli.... Le lapidi in pietra erano innumerevoli, la nebbia era quasi fitta ed era difficile trovare la giusta strada per uscire da quel luogo così spento e silenzioso. |
Seguo i compagni di sventura in silenzio, vedo nei loro occhi paura ed insicurezza ..tranne in quelli di Sir Eldred..esso è l'unico che mi da conforto.
Lady Perry e Sir Guisgard mi fanno tenerezza.. unicamente per quel bimbo in grembo. Cammino a testa bassa, il panorama che si presenta non mi fa ne caldo ne freddo... è insignificante...nulla mi stupisce o impressiona...tutto ciò è già dentro di me da chissà quanto tempo. Quel veleno, se volessi, lo potrei trasformare in acqua..Zeus è con me.....ma sono un essere umano che ha fede in Cristo...e mio nonno.. può solo aspettare. Sir Morris |
Il posto non era certo dei migliori.
Ma Eldred ai campi disseminati di morti, sotto o sopra il suolo, era abituato da tempo. Eppure qualcosa lo faceva fremere inquieto e gli dava i brividi, sempre di più, mentre gli si profilava all'orizzonte quel cimitero sconfinato. Sentiva qualcosa di strano nell'aria. Sentiva che qualcosa, nell'ordine naturale delle cose, era stato brutalmente alterato, e ciò non era bene, per nulla. Un lupo ululò, da qualche parte. Eldred si guardò intorno... e uno spiffero gli investì il viso, sollevando qualche ciocca di capelli ai lati del suo viso. "C'è puzza di morte... ed è fresca..." |
"Ci mancava solo la maledizione dei morti!" Esclamò Guisgard.
"Ma, come ripeteva sempre il mio vecchio maestro d'armi, meglio temere la malvagità dei vivi, che il tormento dei morti!" Aggiunse. |
La compagnia avanzava con passo incerto tra le lapidi del cimitero.
L'ululato di un lupo fece sussultare tutti, un vento gelido si alzò, penetrando fino alle ossa, mistiche parole arcane echeggiavano nella valle. Poi il cielo fu soverchiato da dense nubi nere in modo innaturalmente veloce, lo sguardo degli avventurieri cadde in un punto discretamente lontano da loro: una figura umanoide ammantata di nero brandiva una sorta di bastone, urlando parole estranee dalla loro conoscenza. Appena finito il flusso di parole incomprensibili accadde l'inimmaginabile: il terreno si smosse e i morti si destarono da loro sonno; coloro che un tempo erano cavalieri, riportati alla vita in modo sacrilego, indossavano ancora la loro armatura e impugnavano le loro armi, ma i loro corpi erano putrefatti, alcuni erano addirittura degli scheletri animati da una forza negromantica. La moltitudine di non morti sembrò esitare un attimo, poi, come un sol uomo, caricò gli avventurieri senza gridare alcun motto di battaglia che non era un lamento inumano. |
L'Inferno.
Ecco cos'era. Era orribile. Membra cadenti, che brandevano coltelli, ascie, spade. Con forza e grazia innaturali per la loro marcia costituzione. Eldred, come tutti, osservò con orrore o ribrezzo o disgusto o rabbia o qualsiasi sentimento, nessuno e tutti assieme, di questi, il temibile spettacolo davanti a loro. Non morti. Guerrieri non morti. Eldred ne aveva combattuti di avversari, ma erano tutti vivi almeno! Un attimo di contemplazione per quello spettacolo quanto riprovevole quanto meraviglioso e onirico. Poi si rese conto che i nuovi arrivati (o meglio gli appena tornati) volevano la carne e la pelle e la vita di lui e della sua compagna. Quello che doveva essere un fante, con la divisa ornata e a stemmi squarciata e lorda di sangue raggrumato e dagli occhi vitrei, di cui uno penzolante, gli brandiva un'accetta contro. Se non avesse avuto la prontezza di riflessi di sempre, Eldred sarebbe rimasto mutilato o peggio... sarebbe morto. D'istinto, sferrò un calcio al suo orribile opponente e sguainò l'ascia. Pronto... ma un velo di paura rimase negli occhi azzurri dello Jorgänsen. |
A quella vista urlai:
"Restiamo UNITI e COMPATTI! Nel frattempo cerchiamo di avanzare per uscire da questo posto..." Mentre stavo parlando, una di queste orribili creature, armata con una vecchia spada, cerca di colpirmi... paro il primo fendente e quindi passo al contrattacco e con un colpo riesco a staccargli la putrida mano che impugna la spada e poi lo allontano da me con un calcio. "... oppure troviamo un posto sopraelevato che sia più facile da difendere!" |
I non morti avanzavano imperterriti, non erano molto veloci o agili, ma erano forti. Ed erano tanti. Dunmer estrasse la spada con la destra e la daga con la sinistra e, facendo attenzione a proteggere soprattutto la sua sposa, iniziò a mutilare e decapitare brutalmente i primi nemici, allontanando a calci coloro che non poteva fermare con la spada.
-Dannazione! Urlò. |
"Diffenderci qui è proibitivo!" Gridò Guisgard. "Dobbiamo aprirci un varco e trovare un punto dove poterli attendere!"
Poi, fissando una buia cavarna, gridò: "Seguitemi!" |
Ho affrontato "non morti" di ogni specie: Ghoul, Lich, Ombra, Mohrg, Bodak, Allip, Wraith, Zombie, Wight...essi sfruttano l'energia negativa per impossessarsi di quella positiva.....vengono riportati in vita da maghi e incantatori malvagi...il più potente "non morto" è l'Atropal del Demilich
.."divinità nata morta" ..che solo mio padre Kratos ha veduto. Questi, invece, sono "Scheletri guerrieri"..li ho conosciuti all'inferno, mi evitano, mi scansano...non osano colpire chi è è stato nel loro regno..mi reputano un loro simile.. ma con ciò..non esitano ad attaccare i miei compagni...corro verso quella caverna indicata da Guisgard... http://4.bp.blogspot.com/_CAUlobDjuX...00/argo101.JPG Sir Morris |
Non v'è sangue non v'è gloria, solo una nube di polvere ogni volta che la scure di Eldred maciulla le ossa o i corpi decomposti dei loro nemici.
La polvere si alza e naviga, fino agli occhi del vichingo, che irritati, gli impediscono di continuare a vedere con chiarezza... e anche di poter notare i suoi compagni correre in una grotta lontana. I suoi sensi però, almeno a corte gittata, non lo tradiscono. Sente un oggetto affilato fendere l'aria alla sua destra... Vicinissimo... Eldred riesce ad alzare un braccio e a parare con uno dei suoi bracciali di cuoio la spada. Ma non può impedire all'arma di lacerargli le carni. La vista è annebbiata, ma l'ombra del suo assalitore si staglia davanti a lui e il Vichingo lo abbatte con un violento e brutale colpo di ascia. Non ci vede però... non sa quanto può resistere in quelle condizioni, senza che un po' d'acqua sui suoi occhi gli doni un'altra volta una vista limpida e chiara. |
Guisgard, accortosi che il vichingo era in difficoltà, lo raggiunge con un balzo, sottraendolo dal massiccio attacco di quei mostruosi nemici.
Poi, gli versa sugli occhi dell'acqua dalla sua borraccia e gli intima di andare avanti. "Se ci fermiamo ora" gridò Guisgard "questi maledetti ci renderanno simili a loro, come vittime ignave vittime della morte!" |
"Fermiamoci!!" gridai ai miei compagni
"Torniamo un'attimo indietro... dobbiamo riprendere Eldred e Guisgard.". Questi esseri non morti sembrava si moltiplicassero... ne distruggevi uno e subito te ne trovavi altri due da affrontare. Dovevamo muoverci... raggiungere velocemente la caverna. "Sbrigatevi!" urlai a Guisgard e Eldred, anche se sapevo già che stavano facendo del loro meglio per riunirsi a noi. |
"E che fretta c'è!" Esclamò ironico Guisgard. "Ci fossero almeno delle ragazze ad attenderci!"
Poi, rivolto al vichingo: "Forza amico, ci siamo quasi!" Mentre intorno a loro l'esercito dei non morti aveva scatenato l'Inferno. |
-MALEDETTI!
Urlò Dunmer nel vedere i due amici circondati dai non morti. Estrasse una fiaccola dalla sacca, la sfregò lungò la ruvida parete della grotta per accenderla e si lanciò fuori verso i compagni. Quando fu abbastanza vicino prese la lanterna ad olio che portava sempre con se e la lanciò contro il mucchio dei nemici, infrangendola. Il fuoco della fiaccola fece il resto. -Non durerà per molto, raggiungeteci nella grotta! Esclamò verso Eldred e Guisgard. |
E finalmente, il vichingo era di nuovo libero di vedere e ora poteva ritornare a combattere con in forza tutti i cinque sensi del suo corpo.
Con un fendente di ascia fracassò le costole di uno scheletro, e scattando alla sua destra, sfrantumò il cranio del suo compagno... I corpi dei due non morti caddero sugli altri guerrieri zombie alle loro spalle, rallentandoli abbastanza da correre all'indietro verso la grotta... L'unica salvezza e luogo di resistenza da quell'orda puzzolente di lezzo e decomposizione... |
Dopo che anche il vichingo e Guisgard furono entrati nella grotta, i compagni provvidero a chiudere il pesante cancello in ferro e puntellarlo con delle travi trovate lì a terra. Effettivamente aveva più l'aspetto di una spartana cripta anzichè quello di una grotta vera e propria.
Fu accesa un'altra torcia, e la luce scaturita dalla piccola fiamma lasciava intravedere tetri affreschi raffiguranti forse qualche antico cavaliere, ma erano poco visibili poichè sporchi di sangue. Non vi erano arredamenti di alcun tipo, l'unica cosa che balzava all'occhio era una porta di legno alla fine della stanza. |
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