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Sorrisi compiaciuta ai complimenti della nobildonna.
"Troppo buona, marchesa... è facile lavorare per chi, come voi, ha gusti raffinati..." D'un tratto una cameriera ci interruppe per dirci che c'era la polizia al Palazzo dei Gigli. "Chissà cosa sarà successo..." dissi "Col vostro permesso mi congederei, sarà meglio per me che mi sbrighi a tornare a casa..." Salutai la marchesa con un inchino e me ne andai. Salii sul calesse e, invece di dirigermi verso casa, tirai avanti fino al Palazzo dei Gigli, incuriosita da ciò che stava succedendo. La zona circostante pullulava di poliziotti, così mi avvicinai ad uno di essi e chiesi: "Salute, agente... cos'è mai accaduto per aver mobilitato l'intera polizia?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Oh, certo...” disse ridendo Theris “... e magari si sarebbe lamentata del fatto che sono meno tenero dell'arrosto da tagliare.” Divertito. “Eh, cosa vuoi farci...” guardando Gwen seduta a cavalcioni su di lui “... hai sposato un cattivo ragazzo e temo che renderà pessima anche te...” fissandola negli occhi.
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"Oh non ho dubbi su questo" ridendo.
Alle sue parole mi avvicinai al suo viso, con aria fintamente seriosa. "Peggio di quanto lo sia già?" con voce profonda, calda, scoppiando poi a ridere ed iniziando a solleticargli la pancia, baciandolo poi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Due ladri hanno cercato di intrufolarsi nella cappellina del palazzo...” disse il poliziotto a Dacey “... ma il colpo gli è andato male... uno è precipitato dal tetto e l'abbiamo trovato morto nel cortile del palazzo, mentre l'altro... beh, probabilmente il troppo bere o qualche sostanza particolare che ha fumato deve avergli dato alla testa... afferma infatti di aver visto un fantasma...”
Poco dopo anche Gaynor arrivò col calesse al Palazzo dei Gigli, dove un poliziotto gli disse ciò che l'altro aveva detto a Dacey. E mentre le due ragazze erano davanti al palazzo, alcuni poliziotti portavano via un uomo, il ladro sopravvissuto, in evidente stato confusionale. “Il fantasma...” ridendo con un sorriso ebete “... il fantasma... mi ha parlato e poi si è trasformato in un fiore... il fiore nero...” ridendo. |
La carrozza partì, per portare Marwel all'albergo più vicino, dove la ragazza avrebbe alloggiato.
Ma durante il tragitto la vettura passò davanti ad un maestoso palazzo di gusto imperiale, attorno al quale erano dispiegate diverse unità di polizia. Qualcosa di importante era accaduto. |
Vivian si affacciò dalla finestra, mentre i gendarmi correvano nella strada, impedendo ad ogni altra carrozza di proseguire.
Sembravano avere una gran fretta, come se qualcosa di importante fosse accaduto. “Presto...” disse uno dei militari a cavallo “... al Palazzo dei Gigli! Presto!” |
Ascoltai con attenzione in merito al tentativo di furto.
Era comprensibile che, davanti ad un palazzo tanto ricco, qualcuno sperasse di prendere almeno una parte di quella ricchezza. Ringraziai il poliziotto sospirando appena. Non era mai bello udire della morte di qualcuno, anche se sconosciuto. Il ferito venne portato via ma il suo stato mentale pareva totalmente compromesso , infatti farfugliava su un fantasma e un fiore... Scossi la testa e mi allontanai verso la carrozza |
Il giovane annuì ad Altea e andò a chiamare madama Tessot.
“Oh, mia cara...” disse arrivando la donna “... che piacere rivedervi! E' sempre una gioia rivedervi qui! In cosa posso servirvi? Spero non per un altro abito a lutto! Siete troppo giovane e bella per chiudervi nel nero vedovile, mia cara!” |
Theris scoppiò a ridere, per quel solletico di Gwen.
E poi, approfittando di quel bacio, con uno spintone rivoltò le posizioni, con lei che finì sotto e lui sopra. “Ed ora cattiva ragazza...” disse tenendola ferma, vicinissimo alla bocca della giovane “... cosa mi dici? Sei in mio potere...” |
Il palazzo dei Gigli, tutto sembrava condurmi a quel palazzo.
Sospirai, rientrando dalla finestra. C'era ben poco che potessi fare, qualunque cosa fosse successa l'avrei scoperta dai giornali la mattina seguente. Così, chiusi la finestra, indossai una camicia in seta bianca che avevo comprato quella mattina, e mi coricai sul lettino. Chissà cosa mi avrebbe atteso il giorno seguente. |
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