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“Se io dovessi cercare Frate Nicola” disse il Priore ad Elisabeth “non saprei da dove partire. Egli è uomo enigmatico ed impenetrabile. E' un mistico e dunque ama la contemplazione e rifugge il mondo, ma è anche uno studioso e per questo frequenta i luoghi in cui è diffuso il sapere. E' un Cristiano e perciò è obbligato a vivere in mezzo alla gente per divulgare la Parola. Insomma, Frate Nicola è molte cose. E fortunatamente non devo cercarlo.”
“Si, siete decisamente fortunato.” Annuì Orez. “Mi chiedete cosa lo rende tanto straordinario?” Rivolgendosi il Priore ancora ad Elisabeth. “Molte cose... potrei parlarvi della sua intelligenza fuori dal comune o della sua straordinaria sensibilità. Ma anche della sua cultura enciclopedica, delle sue intuizioni al limite della preveggenza, della sua capacità di leggere nel cuore degli altri o della profonda spiritualità che segna la sua esistenza. Ma fra tutte le sue qualità, a me colpisce quella sua capacità di utilizzare tutto ciò che esiste ai fini della Fede. Molti credono, ad esempio, che la scienza possa essere un male per la Dottrina, o che la cultura classica sia offensiva per la nostra religione. Frate Nicola invece adopera ogni cosa, che sia il sapere in tutte le sue forme, o ciò che anima gli uomini e la Natura per poi renderlo Cristiano. E' la sua capacità di uniformare ciò che esiste e mostrarlo in seno alla Fede. Così egli va oltre il concetto di Bene e male. Oltre le diversità, le faziosità, le debolezze, per forgiare un mondo nuovo, libero da limiti, pregiudizi e ristrettezze. Un mondo luminoso e positivo. Poiché, come egli stesso afferma, ogni cosa è stata Creata per il bene dell'uomo.” “Sembra davvero un grande uomo il nostro frate.” Fece Sawas. “E lo è.” Annuì il Priore. “Se così non fosse, non sarebbe stato scelto dall'Arciduca di Capomazda come consigliere del suo governo e precettore di suo nipote.” |
Urez fissò Cheyenne.
“Beh, si tratta senza dubbio di un'impresa suggestiva...” disse “... intendo la ricerca di quel misterioso Fiore... e molto probabilmente senza il mio aiuto finireste nei guai...” finì la sua birra “... anche perchè, sebbene quel mercante sembrava ignorarlo, siamo nel bel mezzo di una guerra... una guerra terribile tra il ducato di Capomazda e il regno di Sygma... e sicuramente recarsi ora laggiù non è certo la scelta più intelligente... forse si potrebbe cominciare dai vari domini del ducato, invece che dirigersi direttamente nella capitale... cosa ne dite? Ah, dimenticavo... prima di qualsiasi decisione sarà bene pattuire il tutto... io vi aiuterò a trovare il Fiore... e voi in cambio mi cederete l'intera fama che questa impresa comporterà... vi sta bene?” |
“Non temete, milady...” disse Brunos ad Altea “... manderò una servitrice ad avvertire i vostri compagni.”
Altea fu allora condotta in una sontuosa sala, lussuosamente arredata e meravigliosamente decorata, dove le fu offerto un bagno caldo e profumato, dei vestiti e vari gioielli. L'acqua del bagno era intrisa di essenze dalla paradisiaca fragranza e oli dai diversi colori animavano i bordi della vasca di porcellana. Dopo il bagno Altea fu aiutata dalle servitrici a vestirsi. Le fecero così indossare un abito scollato, dai colori caldi e con un prezioso velo di seta da adagiare sul capo, insieme poi a gioielli di vario tipo. Le mostrarono infine un grande specchio per farle ammirare la sua conturbante eleganza. http://yaokino.ru/wp-content/gallery...640_sy435_.jpg |
“L'Arconte...” disse Mamyon “... io credo che sia un uomo molto razionale e come tale poco disposto a credere in cose poco realistiche... probabilmente non si rende conto, insieme alla principessa, che qualcosa di oscuro si nasconde in questa città... magari ci ha pure preso per dei visionari... ma noi non ci daremo per vinti... vuol dire che troveremo noi il modo per scoprire la verità...” strinse la mano di Clio “... si, ti prometto che nessuno ci separerà...” e le sorrise “... quanto al nostro casale, beh, posso garantirti che non solo è sicuro, ma anche molto accogliente...” sorrise.
Il locandiere allora servì loro il cibo preparato. Ma mentre stavano mangiando, cominciarono a sentire alcuni strani discorsi. Provenivano da un tavolo vicino, al quale stavano tre ragazzi. “E se avesse le sembianze di una rosa?” Chiese il primo. “E perchè proprio di una rosa?” Domandò il secondo. “Perchè la rosa è la regina dei fiori.” Rispose il primo. “Solo perchè tu parti dal presupposto” fece il terzo “che simboleggi la ricchezza e la bellezza.” “Tu allora cosa credi raffiguri?” Chiese il secondo. “Non so...” pensieroso il terzo “... per me potrebbe rappresentare altri valori... magari più spirituali che terreni... forse potrebbe essere un geranio, simbolo della gentilezza, o magari un giglio, emblema della purezza...” “Allora potrebbe essere anche un loto, simbolo dell'illuminazione e della conoscenza.” Replicò il primo. “Allora, visto che la sua ricerca richiede sforzi sovrumani, potrebbe benissimo essere un'orchidea, che simboleggia da sempre la totale dedizione...” fissandoli il secondo. |
“I Taddei” disse Guisgard “sono probabilmente degli sciocchi, dei visionari, dei pazzi... visto che credono fermamente nei loro sogni...”
“Sembrate conoscere molto bene Capomazda e i suoi signori, cavaliere...” fissandolo Marijeta “... siete forse Capomazdese?” “Io, signora?” Con un enigmatico sorriso Guisgard, senza fissare né la servitrice, né Talia. “Affatto... i Capomazdesi, come detto, credono ciecamente ai loro sogni... io invece non credo in niente e in nessuno...” sorseggiò del sidro “... ma ora direi di tacere con queste storia... o potrebbe guastarsi quest'ottima cena...” e prese a mangiare. Un attimo dopo nella sala entrò Tanis con un buffo apparecchio. “Bontà divina!” Esclamò Marijeta. “Cos'è quell'affare?” “Ora vedrete, milady...” aprendolo Tanis. E dal suo interno uscirono tre piccole marionette munite di strumenti musicali riprodotti perfettamente. Qualche istante dopo la curiosa banda di marionette cominciò a suonare un variegato repertorio di melodie. E dopo un po' Guisgard si alzò da tavola e uscì sul terrazzo, appartandosi presso il parapetto marmoreo. |
Tutti nella stanza fissarono Parsifal.
“Cavaliere...” disse una delle tre anziane “... cosa intendete dire?” “Non siate avventato, Parsifal.” Fece Loi. “Aspettate...” alzandosi Ozg “... ho capito bene? Volete davvero recarvi laggiù, per sfidare quel misterioso tiranno? E come avete intenzione di affrontarlo?” “Rammentate la vostra missione, Parsifal...” mormorò Loi “... abbiamo altro a cui pensare... spettri e demoni non sono cose che ci riguardano.” “Vi sbagliate!” Fissando Loi un'altra delle tre vecchie. “Sconfiggere il male è una cosa che riguarda tutti i cavalieri!” |
Alla fine di quel rituale mi misero davanti ad uno specchio, mi guardavo l'abito finemente decorato, delicato e prezioso..ma certo non mi avrebbe comprata in quel modo.
Osservai le servitrici che sistemavano le pieghe della gonna dell'abito con cura.."Parlatemi di Lord Brunos. vorrei sapere di più su lui...chi è?Perchè ha voluto rimanessi in questo palazzo.." e pensai.."E poi, che voi sappiate ci sono monasteri o frati in questa cittadina?". Ad un tratto, guardandomi allo specchio, vidi una figura splendente..era Lei. Stava vicino ad un muro e mi osservava, il velo a celare il volto. Poi si avvicinò a Lei un'altra figura di donna e riconobbi le lunghe ciocche bionde che uscivano dal velo..Eleonor!" Mi guardavano e stavano in silenzio.."Dove è la collana? Dove è Lui? Ditemi perchè la collana è sparita.." Le due scrollarono la testa in modo indecifrabile..che significava? Attorno a me ancora ombre e solo quella Luce..."Eleonor, almeno tu dammi un segnale che mi ama ancora, che devo continuare per Lui. Non vedete..sono vestita di tutto punto, perfetta, a casa di uno sconosciuto e rischiando chissà cosa per il mio Cavaliere e magari..Lui non mi pensa più o è tra le braccia di un altra". Calde lacrime scesero sulle mie guance finalmente lo ammettevo..per me vi era solo Lui, i suoi occhi grigi che si perdevano sempre in vaghi pensieri all'orizzonte. "Attenzione..la Maledizione del Pozzo si sta impadronendo di te, sembra" e furono le uniche parole pronunciate da Lady Anastasiya. Mi destai, turbata, mi asciugai in fretta le lacrime e mi voltai verso quelle donne con un finto sorriso, aspettando le loro risposte. |
Abbassai gli occhi, sorridendo.
"...il Nostro casale? Milord..." Sussurrai, senza smettere di sorridere. Poi, il pranzo ci venne servito e ci concentrammo su quelle appetitose pietanze. Tuttavia, dei discorsi attirarono la nostra attenzione. Parlavano del Fiore, senza alcun dubbio, chiedendosi quale aspetto potesse avere. Evidentemente, dunque, non eravamo gli unici ad essere alla ricerca di quel Fiore. "... Hai sentito anche tu?" Sussurrai sporgendomi verso Mamyon "...non è di un fiore comune che parlano... Eppure, questi non erano sull'aereonave che mi ha portato qui... Non vengono da Camelot... Quindi, chi avrà chiesto loro di partire alla ricerca del fiore?". Mi voltai ad osservare quei ragazzi, erano giovani e pieni di entusiasmo. "...Santo cielo non posso andare da loro come se niente fosse.. Mi prenderanno per pazza o peggio... Ma, finora non mi ero mai imbattuta in altri invischiati in questa ricerca.." Sospirai pensierosa. "...tranquillo, tranquillo... Non ho intenzione di abbandonarti, mio caro..." Facendo l'occhiolino a Mamyon. "..beh.." Dissi poi alzandomi "...non ho appena detto che tutto avviene per una ragione? Infondo, sono solo tre ragazzi.. Sono certa che, se il loro comportamento non sarà appropriato, saprai rimetterli in riga in men che non si dica... Infondo, ti ho visto fare di meglio, mio valoroso campione..". Così dicendo mi alzai, presi il mio bicchiere e la brocca colma di vino speziato, e mi diressi al tavolo poco distante. Notai, con piacere, che i ragazzi stavano bevendo la nostra stessa bevanda. "..Salute a voi..." Dissi piano, con un sorriso "...e prendesse la forma che noi decidiamo di dargli?". Ribattei con un sorriso alle loro occhiate stupite. Versai il vino prima nel mio bicchiere, per poi passare a riempire i loro, ormai mezzi vuoti. "...perdonate l'intrusione, messeri... Ma la locanda è piccola e voi parlate a voce troppo alta di faccende importanti e delicate... Cosa che non vi consiglio di fare...". Bevvi lentamente un sorso di vino dal mio bicchiere, conscia dello sguardo che mi rivolgevano i tre ragazzi. "...dunque, o siete molto ingenui... Oppure..." Lasciai la frase a metà e bevvi un altro sorso, guardando negli occhi quei ragazzi, uno per uno, con espressione enigmatica e indecifrabile. "...fate più attenzione, dunque..." Conclusi poi, strizzando l'occhio. Abbassai lo sguardo, sollevai la caraffa ormai mezza vuota, e mi diressi nuovamente al tavolo di Mamyon. "...beh, che c'è?" Sussurrai con un sorriso "...ho solo detto loro di stare attenti a come parlano..". Scoppiai a ridere "..di sicuro non se l'aspettavano..". |
Fissavo il Priore.....mentre mi parlava, aveva un tono di voce che non ammetteva repliche eppure invitava alla continuazione del discorso.....mi ero convinta che Frate Nicola fosse tutto e fosse niente....lui era un essere tra l'immaginario e la realta'.......Orez aveva ragione cosi' come Sawas...." sapete Frate.....voi esaltate una buona perte della mia cultura, dove la scienza fa onore tra le grandi menti arabe....lessi qualcosa su Ermete Trismegisto....anzi non lessi nulla...perche' cosi' come Frate Nicola....in esso vi e' il contenuto di tutto.......Sapete ?....vi ho ammirato mentre parlavate di lui...sembrava che parlaste di voi stesso......sembravate un corpo e un'anima.....Quindi mi chiedo,dovrei rinunciare a cio' che un uomo mi fece promettere in punto di morte....?......dovrei rinunciare alla ricerca di un fiore che causerebbe la morte della mia nutrice ?.....o dovrei rinunciare...perche' magari voi stesso dovete proteggervi ?......"....
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Quei discorsi sui duchi di Capomazda mi avevano molto irritata...
per tutto il resto della cena, dunque, non dissi neanche una parola e non posai affatto gli occhi sul cavaliere seduto di fronte a me, neanche per un fugace istante... Poco dopo giunse Tanis con quel curioso marchingegno, dal quale uscirono quelle tre marionette... Citazione:
Continuai ad osservarle a lungo e, quando terminarono, battei appena le mani... “Affascinante, Tanis...” mormorai “Grazie infinite!” Poi lentamente mi voltai verso la mia anziana servitrice che, per tutto il tempo, era rimasta silenziosamente seduta al suo posto... “Marijeta...” mormorai “Sii gentile, va’ ad accendere il camino nella mia stanza. Tra qualche minuto verrò anche io!” |
La Fama...l'unica cosa che mi interessava era salvare il mio villaggio..
"Certo messer Urez, la fama di quest'impresa sarà tutta vostra!" Tornai al negozio per fare altre provviste data l'aggiunta di una bocca in più poi ritornai nella piazza. Ad attendermi, come pattuito, trovai il cavaliere, che era intento a sellare il suo destriero. "Credo di aver preso tutto" feci sistemando una parte dei bagagli sulla groppa di Jaya "sarebbe bene partire e approfittare della luce del sole pomeridiana". Lasciammo dunque il villaggio poco dopo mezzogiorno. Cavalcammo per ore senza proferire parola, entrambi concentrati sulla missione. |
Capitolo VIII: I cavalieri della vecchia Capomazda
“Cresceva tra i Burgundi una nobile fanciulla, tale che in tutto il mondo non v'era cosa più bella, si chiamava Crimilde: divenne una bella donna. Per causa sua molti guerrieri avrebbero perso la vita.” (I Nibelunghi) L'Arconte Meccanico, lasciati Clio e Mamyon, raggiunse di nuovo la torre dalla quale era sceso poco prima, per attraversare ancora una volta quella porta di ferro. Qui vi trovò il Maestro George non più impegnato a suonare il suo organo. L'uomo se ne stava immobile davanti ad una stretta finestra. “Ho mandato ad informarvi che...” disse l'Arconte. “Si, lo so.” Lo interruppe George. “Invierò subito l'Aeronave a Sygma con un messaggero per riportare indietro la principessa.” “No, attenderemo.” Fece George. “Per ora a Sygma la ragazza è al sicuro. Anche se è molto seccante tutto ciò. Non tollero interferenze o ostacoli su quanto ho deciso. E fortunatamente questo non recherà danno più di tanto ai piani. Tuttavia nel giro di due giorni riporteremo la principessa qui.” Si voltò a fissare l'Arconte. “Voglio il Fiore. E lo voglio presto. Hai trovato il modo di coinvolgere i cavalieri?” “Non ancora, Maestro...” rispose l'uomo di titanio “... ho dovuto risolvere una situazione assai inopportuna.” “Quale?” “Uno dei cavalieri e la ragazza giunta da Camelot hanno chiesto udienza poco fa...” “Ebbene?” “La ragazza pare abbia confidato al cavaliere tutto ciò che sa...” “Sciocca ragazza...” tornando a guardare dalla finestra George “... si renderà presto conto di cosa significa andare contro il mio volere...” “Ho troncato ogni loro possibile richiesta.” Spiegò l'Arconte. “E ora mi concentrerò su come coinvolgere i cavalieri nella ricerca del Fiore.” “Ci ho già pensato io.” “Voi, Maestro?” “Si...” annuì George “... faremo in modo che anche loro cerchino il Fiore...” “E come?” “Hanno giurato di proteggere e difendere ad ogni costo la loro regina...” mormorò il Maestro “... e ciò li porterà proprio a cercare il Fiore...” “Non comprendo, Maestro...” “Ci sarà presto un nuovo attentato...” disse George “... ma stavolta i Capomazdesi non falliranno... non del tutto...” un ghigno apparve per un momento sul suo viso. “Quando, Maestro?” Chiese l'Arconte. “I cattolicissimi Capomazdesi sono già in fermento per i riti che seguono la Pasqua... e uno di questi attirerà molti nobili cavalieri in un luogo non troppo lontano da qui... nella Cappella dell'Apparizione dell'Arcangelo Michele... e lì accadrà qualcosa... ora va...” “Si, Maestro.” Annuì l'Arconte. Ed uscì. E appena rimasto solo, il Maestro mutò orrendamente il suo aspetto, divenendo un vecchio decrepito. E i suoi occhi si accesero di un odio primordiale. http://www.freshlandmag.com/wp-conte...a-old-1992.jpg Intanto, nel castello di Limas, lo spettacolo mostrato da Tanis riscosse l'applauso di Talia. “Lieto che abbia riscosso il vostro interesse, milady.” Disse inchinandosi la marionetta. “Si...” alzandosi poi Marijeta “... vado ad accendere il camino...” guardò poi verso il terrazzo “... che cafone quel cavaliere... credo sia rimasto a lungo a Capomazda, visto che sembra incarnare tutti i peggiori difetti di quella gente... con permesso...” e andò via. |
Cheyenne e Urez così partirono, lasciandosi quel borgo alle loro spalle.
Cavalcarono per buona parte del pomeriggio, fino a quando giunsero ad un bivio. Vi erano infatti due stradine: quella di destra, contrassegnata da una piccola edicola in pietra, nella quale era raffigurato l'Arcangelo Raffaele e quella di sinistra, con una grossa pietra al suo imbocco, sulla quale erano incisi segni di un misterioso linguaggio celtico. “Eh... un bivio...” disse Urez “... chissà quale delle due direzione è la migliore... ci fosse almeno qualcuno a cui chiedere...” Ad un tratto sentirono qualcosa. Era un vecchio su un carretto che tornava dai campi. |
A quelle parole della donna, i miei occhi raggiunsero quella figura che se ne stava immobile sulla terrazza, volgendo le spalle alla finestra...
Non risposi a quella affermazione di Marijeta, e poco dopo la donna uscì dalla stanza ed io rimasi sola... era vero... pensavo... era vero che aveva tanta dimestichezza con Capomazda, con i loro costumi ed usi, con i loro ideali... ma cosa significava questo? perché sapeva tutte quelle cose? e perché ne parlava con quel tono e con quella luce indefinibile in fondo agli occhi? Sospirai appena... poi lentamente, quasi senza rendermene conto, mi alzai e mi accostai alla finestra... spinsi piano la porta di vetro e, silenziosamente, la varcai... restando poi, immobile, sulla soglia del terrazzo, accanto al vetro di nuovo socchiuso, a fissare quella figura silenziosa accanto al parapetto di marmo. |
Dopo che Clio ritornò al suo tavolo, i tre ragazzi restarono sorpresi e poi cominciarono a parlare fra loro, stavolta a bassa voce.
Poi si alzarono e raggiunsero il tavolo della ragazza e di Mamyon. “Salute a voi, signori...” disse uno dei tre “... ecco... noi siamo tre studenti... io studio Teologia, mentre lui Filosofia e lui Storia... ecco, noi parlavamo di un mito antico... uno dei più affascinanti conosciuti dalla letteratura Capomazdese e non solo... parlavamo del mistico Fiore Azzurro... ma lo facevamo come esercizio retorico... anche voi ne conoscete il mito? Siete studentessa forse?” |
Guisgard era appoggiato al parapetto e guardava la foresta e le alture circostanti.
C'era una strana calma nell'aria. Un vago senso di quiete e mistero. Ma vi era anche un'incerta malinconia. “Che pace c'è qui...” disse Guisgard all'improvviso “... sembra fuori dal mondo questo luogo...” “Cos'hai?” All'improvviso una voce. “Non lo so...” fece lui “... non lo so...” “Sei inquieto...” ancora la voce. “Il fatto è che” mormorò il cavaliere “non mi sono mai sentito così malinconico prima d'ora... si, mai così malinconico... è da quando ho parlato con lei...” scosse il capo “... il fatto è che a Sant'Agatha di Gotia era diverso... c'era la corte e tutto il resto... qui invece... lei è là... a pochi passi e questo mi...” ad un tratto si alzò un deciso alito di vento che portò con sé un profumo. Un profumo che Guisgard riconobbe subito. Si voltò allora di colpo e la vide. Talia era immobile sulla porta che dava sul terrazzo. |
Le due servitrici risposero con un sorriso ad Altea.
“Lord Brunos” disse una di quelle “si considera l'uomo più bello del mondo e ciò lo spinge a voler conquistare tutte le donne che incontra. E' come un'ossessione per lui... forse morirebbe se non riuscisse a soddisfare questa sua mania...” “Se una donna lo rifiutasse, lui perderebbe il senno temo...” fece l'altra servitrice. Poco dopo, Altea era pronta. “Siete incantevole.” Fissandola una delle due. “Conquisterete in un attimo lord Brunos... e lui vi ripagherà a dovere...” “Si, tutte noi abbiamo continuamente doni da lui...” sorridendo l'altra. |
“Io non posso aiutarvi.” Disse il Priore ad Elisabeth. “Non so dove sia Frate Nicola ora. Forse è a Capomazda, forse in un monastero di clausura o magari partito per terre lontane. Mi spiace. Pregherò per voi e per la vostra compagna.”
“Qui non troveremo Frate Nicola.” Fece Sawas. “Sarà meglio andare.” Così il gruppetto lasciò il convento. “Cosa facciamo ora?” Chiese Enusia. “Partiamo.” Rispose Sawas. “E per dove?” Domandò Orez. “Per cercare il Fiore.” “E da dove cominciamo?” Stupita Enusia. “Ho trovato questo...” e mostrò agli altri una vecchia cartina. “Cos'è?” Fissandola Orez. “Era in uno dei libri nella biblioteca...” spiegò Sawas “... è una vecchia mappa e mostra una città antichissima... Tylesia...” “E perchè ti attira tanto?” Incuriosito Orez. “Guardate qui...” e mostrando la cartina, al centro della città c'era scritto: “In questo Giardino è sbocciato il Fiore Azzurro.” |
Nel vedere arrivare i tre ragazzi, sorrisi, e il mio sorriso si allargò sempre più alle loro parole.
"..il Fiore Azzurro, certo... Sembra che in questa città non si parli d'altro..." Dissi, lanciando una fugace occhiata a Mamyon. "...prego, sedete con noi..." Sospirai "...io, una studentessa? Magari! No, messeri, sono solo una studiosa... Ho avuto il privilegio di avere come maestro Guido da Lomatro, un importante studioso italiano. Ma no, non mi è mai stato concesso di frequentare le università o la scuola cattedrale..." Sorrisi "...santo cielo ha già fatto abbastanza scandalo quando è venuto alla luce che ero più istruita del figlio di un conte...". Feci un cenno con la mano, come ad allontanare quel pensiero "...ad ogni modo, questo a voi non interessa... Ma, vedete... La mia preparazione riguarda principalmente gli autori classici... Sono specializzata in miti e riti antichi... Ma greci, romani.. Al massimo egizi o celti... Capomazda... Beh, non mi ha mai interessato..." Sorrisi di nuovo "...ma, sfortunatamente, credo che dovrò iniziare a conoscerla... Sarà un anno ormai che mi sono imbattuta in un romanzo cavalleresco, incompleto e senza titolo, che mi ha fatto scoprire percorsi molto diversi... Sono qui proprio per continuare le mie ricerche... E quel Fiore sembra essere inestimabile...". Guardai Mamyon "...stavo giusto chiedendo al mio campione dove fosse la miglior biblioteca cittadina... Ma forse voi potete risparmiarmi ore di ricerche... Poiché non sembra essere un segreto, ma pura retorica, ditemi, vi prego... Cosa dice la letteratura Capomadese riguardo la ricerca e le proprietà di questo Fiore?". |
Ascoltavo le parole delle donne...non accettava rifiuti? Ma allora era un donnaiolo, pensavo fosse solo una leggera infatuazione futile, un capriccio..beh sarò la prima a rifiutarlo...e si sarebbe visto che effetto avrebbe sortito su di lui.
"Sono pronta" dissi alle donne attorno a me..."dove dovrei recarmi ora?" |
Si voltò di colpo verso di me ed io sussultai, come colta alla sprovvista...
i suoi occhi erano nei miei ora ed i miei nei suoi, si scrutavano... Esitai, allora... una parte di me sapeva che dovevo andare, sapeva che avrei dovuto lasciare quel terrazzo senza voltarmi indietro e raggiungere la solitudine della mia stanza... eppure non lo feci... esitai, restando immobile dov’ero... esitai per un lungo momento... infine, con un piccolissimo sospiro, iniziai a parlare... “Questo luogo...” mormorai lentamente, la voce bassa e morbida “Questo luogo è sorprendente... Tanis e quelle tre marionette, e poi il nostro misterioso ospite... sono sorpresa ed ammirata da ciò che abbiamo trovato in questo castello... e credetemi, sir, vi prego, se vi dico che era molto tempo che qualcosa non riusciva più a meravigliarmi così profondamente...” Tacqui per un istante... e di nuovo giunse quella esitazione, che mi fece tramare appena la voce... abbassai un poco lo sguardo, allora, solo per un istante... e mi accorsi di essere leggermente arrossita di fronte a quegli occhi enigmatici ed incredibilmente chiari... tenni gli occhi bassi solo per un attimo, come a cercare le parole... ma non le trovai... “E’... è una splendida sera...” dissi allora, tornando a guardarlo, per poi alzare gli occhi al cielo “Limpida, tersa, stellata... mi ricorda quello di Sygma, questo cielo... mi ricorda casa e... ed i giorni spensierati nei quali non c’erano guerre, né fazioni, né attentati...” Sospirai... “Prima avete detto una cosa giusta... avete detto che la bellezza risiede in ciò che ha il potere di renderci felici... avevate ragione! Ed io, temo, lo avevo dimenticato! La bellezza è in questo cielo, nella sua luminosità... la bellezza, per me, è nei colori di Sygma, nei suoi profumi, nel rumore chiaro e argentino dei suoi fiumi, nelle voci dei suoi abitanti...” I miei occhi tornarono su di lui, allora, e lo fissarono intensamente... “Mi sono irritata poco fa, mi sono molto irritata quando parlavate di Capomazda... e ve ne chiedo perdono. Ma vedete... per me quella famiglia, ormai, non rappresenta che la fine di tutto ciò che amo, la distruzione di ciò che mi è caro, la paura, la guerra e la sofferenza... questo, oggi, sono i Taddei per la gente di Sygma. E per quanto essi si affannino a decantare le loro lodi ed i loro pregi... ebbene, io non posso che contare i villaggi che hanno distrutto per la loro insaziabile sete di potere...” La mia voce si spense in un sussurro, i miei occhi brillavano... ed io rimasi così, in silenzio, con gli occhi in quelli del cavaliere... |
“La letteratura Capomazdese” disse lo studente di Teologia a Clio “narra ben poco riguardo alle caratteristiche del Fiore Azzurro... ciò che è certo è che sboccia in luoghi degni e la sua fioritura è preceduta e seguita da segni strabilianti...”
“Tenete però conto” intervenne lo studente di Filosofia “che sebbene a parlarne sia la letteratura, a Capomazda ogni cosa è legata intimamente alla sfera religiosa... dunque anche un poema racchiude grandi valori spirituali.” “Infatti” fece lo studente di Storia “la letteratura Capomazdese, per acquisire autorità e prestigio, ha sempre utilizzato materie verosimili e mai del tutto leggendarie. In pratica anche quella che noi chiamiamo letteratura d'intrattenimento, lì comprende argomentazioni che presentano fondamenti concreti. In pratica il regime aristocratico così può forgiare le masse. Esercitare la possibilità che hanno i grandi, i nobili appunto, di illuminare il volgo, la massa, insomma i comuni mortali.” “Per questo” fissando Clio lo studente di Teologia “il Fiore Azzurro è più di un mito. Ma il vero problema è che, se davvero esiste, nessuno ne ha dato testimonianza certa. Per questo si ignora che tipo di Fiore sia e dunque anche il suo significato...” |
Scrutai attentamente i volti dei tre ragazzi mentre parlavano, e la mia mente iniziò ad elaborare idee e collegamenti. Quel poco che sapevo di Capomazda e dei suoi sovrani, veniva inevitabilmente confermato da quelle parole.
"Quello che non capisco.." dissi poi piano, come se parlassi a me stessa "..E' perchè sia tanto importante.. cos'abbia di così particolare.. cosa lo renda unico e prezioso... voglio dire, perchè uomini potenti e non solo dovrebbero fare di tutto per lui? Se nessuno ha mai testimoniato di averlo trovato, per quanto mi riguarda, potrebbe anche non esistere..". Mi rivolsi allo studente di Storia "...Non convenite che se un fatto non è supportato dalle giuste fonti, allora è non è certo?". Sospirai "..Eppure.." ripresi "..Qui non si tratta solo di un mito.. mi pare di capire.. ma di qualcosa di tangibile, che va cercato intensamente.. quasi fosse una reliquia.. o una fonte inestimabile.. di che cosa? Potere? Salute? O qualcosa di diverso per ognuno di noi?". Non sapevo se stavo ragionando tra me e me o parlando ad alta voce. La mia mente ripercorreva e tentava di analizzare ogni parola detta dai tre studenti. Le parole ribollivano nei miei pensieri come ingredienti diversi di un'unica sostanza. D'un tratto, trasalii "..Un momento.." dissi rivolta allo studente di Teologia "..Avete detto Segni strabilianti... a che cosa alludete?". |
“Le fonti documentate che parlano del Fiore” disse lo studente di Storia a Clio “in realtà non esistono. Nessun documento ufficiale menziona qualcosa di concreto riguardante il Fiore. Esso esiste nei miti, nelle leggende e vari poeti e scrittori ne hanno cantato le meraviglie.”
“Avete detto reliquia” intervenne lo studente di Teologia “e forse non siete andata troppo lontana dalla verità. Il Fiore Azzurro è sicuramente un oggetto particolarissimo, dai tratti più spirituali che terreni. Quanto alle fonti, beh, non sempre si hanno riferimenti certi. L'Arca dell'Alleanza, ad esempio, è citata dalla Bibbia e per questo nessuno dubita della sua esistenza. Il Santo Graal invece non è riportato dai Vangeli, ma ciò non ha impedito a molti di cercarlo e molti ancora, se Dio vorrà, tenteranno di trovarlo. Come vedete non sempre le fonti, qualsiasi esse siano, sono così perentorie in certe situazioni.” “Voi avete chiesto dei segni che annunciano e seguono la sua fioritura...” fece lo studente di Filosofia “... i miti di molti luoghi raccontano di tali segni e sempre, quando il Fiore è sbocciato, ha portato particolari doni... si narra che fiorì, secoli fa, anche nel giardino imperiale, donando alla famiglia dell'imperatore e al popolo uno straordinario periodo di felicità... la fonte più antica che ne fa menzione è una cronaca Nolhiana, risalente alla leggendaria guerra Nolhica, dove vi è narrata la storia di un cavaliere impegnato proprio a cercarlo... molti credono, tuttavia, che il Fiore segua comunque le leggi naturali e dunque conoscere a quale tipo appartenga può far comprendere il suo significato...” “Perchè i fiori hanno un loro linguaggio che ne svela le caratteristiche.” Aggiunse lo studente di Storia. “Io comincio a credere che siano solo favole...” mormorò Mamyon “... si, con ogni probabilità quel Fiore è solo frutto d'invenzione...” |
Le due servitrici annuirono a quelle parole di Altea.
“Prego, sir Brunos vi sta attendendo...” disse una di quelle. Così le due accompagnarono Altea in un grande salone, arredato con gusto e impreziosito da arazzi, dipinti e diversi trofei d'argento, rame e legno. Nel camino ardeva molta legna che riscaldava a dovere quell'ambiente. Ad un tratto una porta dall'altra parte del salone si aprì e apparve un uomo. Era Brunos. Con un cenno congedò le due servitrici e si avvicinò ad una tavola imbandita. Riempì due coppe di vino, per poi offrirne una ad Altea. “Siete incantevole...” fissandola Brunos “... prima mi dicevate di essere nobile... e non faccio fatica a crederlo... ogni cosa in voi è aristocratico, mia cara...” |
Sorrisi alle parole degli studenti.
L'arca dell'alleanza? Il santo Graal? Non ero persona da prendere la Bibbia così alla lettera. Amavo i miti e il loro significato... Ma di certo non sarei partita per cercare un tesoro mitico che raccontavano. Dunque, cos'era quel fiore? "...già, ogni fiore ha un significato... Anche nell'iconografia... Quanto alle fonti.. Beh... Tutto dipende dal credito che lo studioso decide di dare a questo o a quel testo.. Anche se, ovviamente, quando si tratta di religione è difficile restare lucidi e imparziali...". Guardai Mamyon "....Lo credi davvero?" Dissi con un sorriso "...certo.. Sarebbe la soluzione più logica e razionale... Ma ho imparato che una reliquia non ha potere solo se è autentica, ma bensì il suo valore è uguale a quello che la gente decide di darle... Magari dopo anni si scopre che è frutto di un imbroglio... Ma la gente le aveva già attribuito miracoli... Non so se mi spiego... Voglio dire che, secondo me, a questo punto non conta tanto l'esistenza o meno del fiore... Ma la vera cosa importante è che molte persone credono che esista e fanno tutto ciò che è in loro potere per ottenerlo...". Mi voltai nuovamente verso gli studenti "..dato che siete così gentili e preparati, avrei un nuovo quesito da porvi... Durante le mie ricerche mi sono imbattuta in una strana setta, confraternita o qualcosa di simile... Ciò che mi ha stupito è che essi sembravano adorare un grande occhio... Ne avete mai sentito parlare?". |
A quella nuova domanda di Clio, i tre studenti non seppero darle una risposta.
Non avevano sentito nulla di simile e neanche nei loro libri era mai stata fatta menzione di qualcosa del genere. “Ora dobbiamo tornare ai nostri studi.” Disse lo studente di Teologia. “Comunque vi ringraziamo per la piacevole chiacchierata. E' sempre stimolante trovare persone aperte mentalmente e dotate di notevole cultura come voi.” Salutarono la ragazza ed il cavaliere, per poi andare via. “Io ho visto l'occhio...” all'improvviso una voce alle spalle di Clio e di Mamyon “... l'ho visto nella selva tempo fa...” era una bambina “... ci andavo a giocare con Jelena... poi lei è sparita e la mamma non mi lascia più andare a giocare là...” |
“Si...” disse Guisgard a Talia “... questo posto è sorprendente, speciale... nulla è come sembra e tutto può stupire e meravigliare in qualsiasi momento...” respirò forte, come a voler assaporare la magia di quella sera, ma forse era solo un lungo sospiro “... non scusatevi per prima... dopotutto siete la principessa” sorridendo in maniera indecifrabile “e come minimo vi spetta decidere il tema delle discussioni...” per un attimo il suo tono si fece vagamente sarcastico “... quando siamo da soli ve lo concedo... tornare ad essere la principessa intendo... dunque non occorre che vi scusiate...” tornò però subito serio “... amate molto Sygma, si vede... vi stupirò, lo so, ma anche l'Arciduca ama così la vostra terra... ma non voglio far irritare ancora la mia principessa, tranquilla... non toccherò più l'argomento Capomazda...” sorrise di nuovo “... un momento fa avete detto una cosa che mi ha fatto riflettere... avete detto che ormai nulla riusciva più a meravigliarvi così...” la guardò ancora più intensamente negli occhi, per poi spostare, per un istante infinitesimale, il suo sguardo su tutta la sua persona.
La guardò così tutta. Con occhi che alla principessa rammentarono la notte dopo l'attentato, quando restarono soli davanti ai suoi alloggi. “Voglio dire...” continuò dopo quell'istante in cui la voce aveva ceduto il posto solo a quello sguardo intenso “... siete giovane, bellissima... la vita dovrebbe sorprendervi e meravigliarvi ogni giorno... dovrebbe essere intrisa di tutti i vostri sogni... e invece dite che ormai nulla vi colpiva più così profondamente... davvero guardate il mondo con quello sguardo gelido e sprezzante che vi precede sempre?” |
Vidi la meraviglia e lo spavento negli occhi dei commensali......li guardai' e dissi:
"Cari amici.....di certo.....non posso permettermi di combattere una minaccia simile senza alcuna possibilità per carpire i segreti ed i punti deboli del tiranno...ne ho combattute di battaglie ma non ho mai agito di istinto o foga.....ho sempre prediletto il raziocinio...." Fissai' Loi e risposi: "Nobile amico....non ho dimenticato la nostra missione ma lo stesso capo del villaggio mi ha detto di provare a reclutare altri cavalieri nella città di Gothia.....quindi, unendo la missione prioritaria e quella che potrebbe presentarsi innanzi......potremmo effettuare delle ricerche e raccogliere informazioni utili. Non credo, che ci sia il bisogno di scatenare una lotta impari...." Girai' intorno al tavolo e dissi: "Noi cavalieri.....nasciamo come tali perché abbiamo votato la nostra esistenza ad un bene massimo......la nostra forza e speranza la attingiamo da Nostro Signore e dai valori dell'etica morale e giusta;il male......inquina e sporca tali dettami e noi di certo non possiamo negare il nostro aiuto ai più bisognosi. Altrimenti, perché siamo divenuti cavalieri: gloria, fama, donne, potere.....questi sono i nostri valori....io non credo.....c'è altro....." ed indicai' il cuore. |
Dopo aver cavalcato senza interruzioni per alcune ore ci trovammo di fronte a un bivio. Scesi da cavallo per cercare qualche indicazioni approfittandono per far riposare gli animali. Stavo per scoraggiarmi quando scorsi un anziano contadino che tornava dal campi. Era piccolo, come schiacciato dal perso della carretta che portava dietro di sé.
"Perdonate messere" iniziai rivolgendomi all'uomo" sapreste aiutarci con le strade? Purtroppo non vi sono indicazioni e noi desidereremmo sapere dove portano la via di destra e quella di sinistra" Anche Urez, nel frattempo, era sceso da cavallo per poter meglio udire le parole del vecchio. |
Silenzio.
Quando la voce di Guisgard si spense, tutto ciò che rimase intorno a noi fu quel denso silenzio. Un silenzio quieto, sereno... un silenzio che io, nata e cresciuta a corte, non avevo pressoché mai conosciuto. Osservai il cavaliere per un momento, quando ebbe finito di parlare... osservai i suoi occhi, così chiari e capaci di farmi sentire tanto fragile e disarmata di fronte a quello sguardo così intenso... lo osservai profondamente, mentre il suono sottile di quella domanda aleggiava ancora tra noi... poi, involontariamente, sorrisi... un sorriso senza allegria... malinconico... “Voi non avete idea...” sussurrai allora, la voce bassa e intrisa di un sottile dolore “Voi non avete assolutamente idea di che cosa significhi avere la responsabilità di un trono ed essere una donna...” Distrattamente mi allontanai dalla finestra e mi avvicinai a mia volta al parapetto di marmo, raggiungendolo e guardando in basso, verso la foresta... “Se fossi un uomo sarebbe diverso... sarebbe più facile. Non dovrei dimostrare ogni giorno la mia forza, il mio valore... non dovrei preoccuparmi di nascondere ogni giorno anche la più piccola fragilità, la più piccola debolezza, la più piccola paura. Non dovrei preoccuparmi di apparire salda come una statua di marmo ed altrettanti inscalfibile. E invece... invece sono una donna!” Tacqui e fissai la massa scura della foresta ancora per un momento... “Voi parlate di sogni...” tornai poi a dire, spostando gli occhi all’orizzonte “Io ne avevo... quando vivevo a Sygma ed era mio padre che sedeva sul trono, io ne avevo... avevo dei sogni, dei desideri... ma poi... poi è iniziata la guerra... e le cose sono andate diversamente...” Sospirai... poi il mio sguardo abbandonò l’orizzonte e tornò sul cavaliere... era davanti a me, ora... cercai i suoi occhi con i miei... “Voi siete qui...” dissi lentamente “Siete qui per proteggermi... per proteggere la mia persona... ed io mi fido ciecamente di voi, sir Guisgard. Ma... la forza di Sygma, la sua vera inespugnabilità sta nella mia mente. Finché io resto in piedi, finché ogni singolo abitante di Sygma crede in me, finché credono che niente potrebbe turbarmi, ferirmi o spaventarmi... allora le nostre mura non cadranno mai!” Esitai per un attimo, scrutandolo... “Ditemi...” mormorai poi “Ho risposto alla vostra domanda, milord?” |
Ascoltai Sawas dopo che uscimmo dal monastero, quell' uomo era una sorgente di novita'.....ma appena gli sentii dire il nome di Tylesia qualcosa nella mia mente si fece largo...un ricordo....piccoli cassettini si aprivano e chiudevano come una furia sinoa quando quello giusto....mi porto' in un pomeriggio...stavo passeggiando con Liam, mio marito....mi raccontava tutto in una volta...era euforico...ero con lui.....e questo lo faceva sentire felice......poi mi disse...
"Sai Rula..il tuo nome e' bellissimo ma desidero che tu in questa terra prenda il nome di Elisabeth......lei era una zia a cui volevo particolarmente bene, viveva in un bosco diceva di esserne la Regina, mi raccontava storie incredibili, e fui particolarmente affascinato di quando per un naufragio si trovo' a vivere alcuni momenti della sua vita a Tylesia....disse che era una citta' dalla bellezza inspiegabile.....ma quello che attrasse la mia fantasia di ragazzino fu la descrizione di un giardino impossibile al passaggio che non fosse della Regina del luogo e del suo fidato cavaliere e di un Fiore...un Fiore che tutti cercavano......" Il suo racconto fu molto piu' lungo e io fui felice di assumere il nome della zia a lui molto cara..... " Sapete Sawas.....Tylesia esiste.....Liam, mio marito me ne parlo' moltissimo tempo fa....e mi parlo' di un Fiore...una sua zia ne era alla ricerca...cosi' come lo siamo noi ora.......lei ci arrivo' via fiume, ma non ricordo' mai come avvenne l'approdo......ma via terra c'e' sempre una strada.....ci sara'..almeno credo, I racconti molto spesso sono verita'......e Tylesia potrebbe essere la citta' che cerchiamo per questo fiore......."......ero tra l'euforico e lo scetticismo piu' puro.....avevo creduto al racconto di mio marito....ma avevo creduto perche' dovevo conoscere solo la fonte del mio nuovo nome....ma qui era diverso....qui era in gioco la vita di Elina e la realizzazione del mio desiderio.. |
Sorrisi a quelle parole.."Si, sono nobile, vi ringrazio per la vostra gentilezza ma penso la nobiltà sia qualcosa di innato nella Anima e nello Spirito..un nobile tiranno e freddo non è degno di essere chiamato con quel nome".
Finsi di bere un sorso di vino, appena per inumidire le labbra, sentii il sapore forte del vino, in verità ero totalmente astemia. Poggiai il bicchiere di vino sul tavolo e improvvisamente vidi Lei in fondo al salone, sussultai, mi fece cenno di salire. "Scusatemi, Lord Brunos, mi gira leggermente la testa, salgo un momento in camera a rinfrescarmi...sapete non bevo mai vino o alcolici". Uscii lentamente dal salone e entrai nella camera, quasi fiabesca, mi guardai attorno sedendomi su dei morbidi grandi cuscini posti al lato, finemente damascati, sembravano essere arrivati direttamente da Baghdad. Vidi due donne di Luce..erano Lady Anastasiya sempre accompagnata da Eleonor. Si porsero davanti a me, le mani incrociate sul grembo, poi dalle mani di Lady Anastasyia vidi ciondolare qualcosa...una collana. "Ecco la tua collana.." disse con tono leggero e tranquillo, la guardai attentamente e vidi un rubino splendere alla luce della candela. La presi in mano..Sebastian..mi amava ancora allora, cosa era successo, perchè lady Anastasiya aveva fatto ciò, d'altronde i suoi gesti avevano sempre un significato. Ad un tratto davanti a me delle visioni, comunque...Lui vicino ad altra donna che non riuscivo a distinguere, la stringeva, ma non ero io. Mi gettai sul letto piangendo, che valeva quel lungo viaggio per Lui da Camelot e Lui non avrebbe rischiato nulla per me. Sentivo una mano accarezzarmi i capelli lentamente, mi voltai era Eleonor.."Sorella cara..siamo legate dallo stesso destino, non avremo mai un Cavaliere tutto per noi, ma non mi getterò nel pozzo io". Lady Anastasiya si fece avanti..."Questa è la Maledizione del Pozzo, lo sai ciò che incombe su voi, è anche una assenza totale di allegria e tristezza dell'animo per il Cavaliere perso...ecco perchè io conto su te, perchè ti ho detto di chiedere prima, quando troverai il Fiore, di sconfiggere la maledizione sul Casato, altrimenti perderete tu e le tutte le altre a venire i vostri cavalieri...anche se vi amano". E sparirono all' improvviso. Questa era una dura prova, sopportare il fatto di sapere che era con altra o altre, nonostante per me ancora provasse qualosa, strinsi forte la collana e la indossai...veniva da Lui, io dovevo farcela. Mi sistemai, asciugai le lacrime, ero pronta per scendere di nuovo. Ritornai da Lord Brunos nel grande salone.."Scusate il protrarsi dell'assenza milord...parlavamo di nobiltà..parlate allora come un Capomazdese" lo guardai con aria di sfida, volevo sapere il suo punto di vista, ero decisa ad andare a Capomazda, qualcosa mi portava laggiù e non sapevo cosa mi portasse laggiù, forse l'aver saputo tanto su quella Gioia dei Taddei da voler veder da me stessa. |
"Il piacere è stato mio, capita assai di rado di intavolare conversazioni così stimolanti.." Dissi sorridendo ai tre ragazzi, prima di salutarli.
Restai a fissarli per qualche momento mentre riprendevano la loro strada. "..Oh, come li invidio..." sussurrai senza voltarmi "...Frequentare le università, parlare con i più grandi sapienti della nostra epoca, imparare mille cose sempre nuove..". I miei occhi brillavano, mentre una dolorosa fitta mi trapassava il cuore. "..Cosa darei per essere come loro, per non dover lottare contro tutto e tutti in nome della conoscenza.. Come vorrei avere un'intera biblioteca a disposizione dei miei studi..". Sospirai, persa in sogni e ricordi. La pesante porta di legno scricchiolò, ed una figura esile e silenziosa si intrufolò nella stanza. Per quanto la luce del sole fosse alta, le pesanti tende donavano a quell'ambiente un'atmosfera lugubre e spettrale. Nel grande tavolo accanto alle finestra, tuttavia, una torcia illuminava interi volumi, codici, scritti di ogni genere. "Signorina Clio.." chiamò piano una voce gentile "..Signorina.. mi manda vostra madre..". Alzai la testa dai fogli e scrutai Miriam, la mia ancella più fidata, in piedi davanti a me. "...Non ho finito.." dissi soltanto, immergendomi nuovamente nella lettura di quel documento. "..Ha detto che è importante.." disse Miriam, timidamente. Sbuffai "...Mi chiedo se lo faccia apposta a disturbarmi quando sono in Biblioteca..". Mi alzai controvoglia e raggiunsi mia madre nella sala grande. "..mi avete fatto chiamare, Madre?" dissi, inchinandomi leggermente, mentre scrutavo l'uomo che le stava accanto. "...Oh, Clio.. eccoti finalmente.. Si può sapere dov'eri finita?". "..In biblioteca.. come tutti i giorni a quest'ora.." risposi secca. Vidi l'uomo accanto a lei trasalire. E risi, tra me e me, della sua sorpresa. "...Allora è vero, mia cara.." disse all'improvviso il misterioso individuo. Mia madre, visibilmente contrariata, lo interruppe immediatamente. "..Clio, ti presento Guido da Lomatro.. tuo padre l'ha assunto come tuo nuovo tutore.. pare abbia fatto molta strada, solo per conoscerti...". L'uomo si inchinò, con un sorriso. Sgranai gli occhi "..Conoscere me? E a quale scopo? Non sapete che fine hanno fatto i miei precedenti tutori?" aggiunsi, in aria di sfida "Di grazia, duqnue, quali studi credete che siano adatti a me? Vi ascolto". L'uomo sorrise e mi guardò negli occhi "...Non potete pretendere di conoscere il sapere degli antichi, senza conoscerne la lingua..." "..Ve l'hanno detto che non c'è il convento nel mio destino, vero?" lo interruppi, bruscamente. "..Naturalmente, e come potrebbe essere altrimenti?" con un largo sorriso "..Dunque, dicevamo, in primo luogo dovrete conoscere il Latino, il Greco.. e quando avrete preso dimestichezza con queste lingue, potrete studiare storici, filosofi, letterati, poeti.. Tutto ciò che desiderate.. Scoprirete strada facendo cosa vi interessa di più.. e quindi ci saranno altre cose da imparare..". Restai a guardarlo con due occhi sognanti. "Ma.. dite davvero?" sussurrai sbalordita "..Ma, perchè io?". "Vedete, Milady… ho insegnato a lungo a giovani rampolli di nobili famiglie, che bramavano la spada più della cultura… Quando ho saputo di una fanciulla che bramava la conoscenza, ho capito che valeva la pena attraversare il mare per trovarla..". Lo guardai di sottecchi "..Ah, si? Avete viaggiato a lungo solo per incontrarmi? Dovete amare molto quello che fate...". Ma, nonostante il mio solito tono freddo e distaccato, quell'uomo mi incuriosiva sempre di più. "...Come.. come avete saputo di me?" continuai, fissandolo negli occhi. L'uomo nascose a stento un sorrisino divertito "..Sono stato per qualche tempo il tutore di Sir Cartis, il figlio.." "..il figlio del conte de Satyris.. lo so.. un vero gentiluomo, così intelligente e scaltro.." dissi divertita. "..Già.. Allora, vogliamo cominciare, Milady? Non temete, saprò conquistarmi la vostra fiducia". E così era stato. Una voce, alle mie spalle, mi destò da quel ricordo lontano. Citazione:
Le sorrisi e le feci cenno di avvicinarsi con la mano. "...La tua mamma ti vuole bene, piccola.. fidati di lei, è pericoloso andare là..". Il mio sguardo divenne triste mentre osservavo i suoi occhi, e le offrii una fetta di torta. "..Tieni, è squisita.. ne vuoi un pezzettino?" con un sorriso "...Sai, anche il mio amico più caro è sparito nella selva.. anche se io non conosco questi luoghi così bene.. magari è lo stesso posto dei Jelena.. tu mi sai dire dov'è, piccola? Dove hai visto l'occhio?". |
“Allora abbiamo già diverse tracce...” disse Sawas dopo aver ascoltato il racconto di Elisabeth “... lo scritto trovato in biblioteca e questo vostro ricordo... non è male come inizio.”
Tornarono così in città e prepararono l'occorrente per intraprendere quel loro viaggio. Sawas allora li portò nella cantina posta sotto la sua casa e mostrò loro qualcosa. Era una carrozza di ferro, trainata non da cavalli ma da un curioso aggeggio su due ruote. “Questa è la mia turbocarrozza” spiegò Sawas “e può muoversi senza adoperare cavalli.” “E come è possibile?” Meravigliata Enusia. “Con che cosa si muoverà?” “Sarà il dottor Orez a spiegartelo.” Rispose Sawas. “Quella cosa su ruote che vedete davanti alla Turbocarrozza” indicò Orez “e che somiglia ad una sorta di pentola mobile, è in realtà un motore alimentato da frutta e fango. Con questi materiali genera carburante che poi trasforma in energia e quindi movimento.” “Siete un mago!” Esclamò Enusia. “No, solo un uomo di scienza.” Replicò Orez. “In verità il procedimento che adopera per muoversi è molto semplice.” “Bene.” Fece Sawas. “Direi allora che tutto è pronto per partire.” Salirono così tutti e quattro a bordo e Sawas azionò la sua Turbocarrozza. Un attimo dopo, l'incredibile veicolo cominciò a muoversi e con buona velocità uscirono da Sant'Agata di Gothia. Cominciava la loro nuova avventura. |
Il contadino fissò Cheyenne e poi Urez.
“Queste due strade” disse “sono quella della Buona Avventura e quella della Pessima Avventura... nessuno però sa quale sia l'uno e quale l'altra...” “Cosa significa tutto ciò?” Chiese Urez. “Che una” rispose il contadino “porta ad un'avventura positiva e l'altra ad una negativa...” “Nessuno ha mai imboccato queste due strade?” Domandò ancora Urez. “Si...” annuì il contadino “... ma non è mai tornato per raccontarlo...” http://2.bp.blogspot.com/-zV6SjOv9iw...3a0b_bivio.jpg |
Parsifal terminò di parlare e gli occhi di tutti erano su di lui.
“Avete ragione...” disse Ozg “... avete ragione da vendere, amico mio!” Si voltò poi verso Loi. “Sentito? Siamo cavalieri e non possiamo tirarci indietro. Allora, cosa ne pensi?” “Cosa vuoi che pensi?” Fissandolo Loi. “Sono costretto a venire con voi. Anche perchè, sono certo che finireste col mettervi nei guai voi due.” Ozg annuì e poi rise forte. “Allora” avvicinandosi ai tre cavalieri una delle tre vecchie “meritate un premio per il vostro valore...” Le altre due vecchie portarono un libro dall'aria molto antica, per poi sfogliarlo. “Ecco...” fece la prima vecchia “... vedete questi corredi cavallereschi?” Mostrando loro un'illustrazione di quel libro. “Sono le armi e le corazze che formavano le nobili vestigia dei tre Cavalieri degli Elementi... quello Rosso, quello Verde e quello Blu...” |
Brunos accennò un lieve sorriso, per poi riempire due bicchieri di vino.
“Direi di non perdere più tempo con questi sciocchi argomenti...” disse ad Altea “... la nobiltà... in verità mi interessa poco... io amo solo la bellezza... la bellezza in ogni sua forma... e voi, in questo momento, incarnate alla perfezione qualsiasi alto ideale di bellezza... quanto a quel luogo, Capomazda... ignoro dove sia e neanche mi attrae saperlo...” le offrì uno di quei due bicchieri di vino “... il vino è come la vita... spaventa quando non lo si conosce, ma poi, assaporatolo, si comprende che è la cosa più bella...” sorseggiò un po' di quel vino “... bevetelo... esso è come un elisir, una pozione magica... vi mostrerà le meraviglie nascoste intorno a voi... quelle meraviglie negate agli occhi di chi non conosce la bellezza...” |
La bambina prese la fetta di torta offertale da Clio e cominciò a mangiarla.
“Ho visto...” disse mangiando “... ho visto l'occhio nella selva... su un pozzo di pietra...” “Tu come ti chiami, piccola?” Chiese Mamyon. “Julia...” rispose la bambina. “E puoi dirci come è sparita la tua amichetta?” “Giocavamo a nascondino” fece la piccola “e Jelena si nascose dietro al pozzo... io mi accorsi di lei perchè vidi la sua ombra... corsi allora verso il pozzo, ma lei non c'era più...” “E non ricordi qualcosa di particolare?” Domandò Mamyon. “Magari un rumore sospetto, delle voci o la tua amichetta gridare?” “No, nulla...” scuotendo il capo Julia “... ah...” come a ricordare qualcosa “... ah, si... qualcosa c'era stato... un suono strano... ci spaventammo nel sentirlo io e Jelena... ma poi non lo sentimmo più...” “Che suono era?” Chiese ancora il cavaliere. “Un suono strano... forse di un corno... ma faceva venire i brividi...” |
“Avete risposto...” disse annuendo Guisgard a Talia “... si, avete risposto... chissà però se lo avete fatto come regina, oppure come donna...” sorrise, per poi voltarsi a guardare la foresta circostante.
Era un sorriso come al solito enigmatico. Un sorriso che dietro un vago sarcasmo sembrava celare molto di più. “A me hanno insegnato che le città e i regni hanno sempre formidabili fortezze a difenderli.” Continuò. “Che rappresentano tattici punti di forza.” Tornò a fissarla. “Voi, come principessa, siete Sygma... e dunque la vostra capacità di resistere dipende dalle due fortezze che vi proteggono... la vostra Ragione e il vostro Cuore...” Ad un tratto si udì il rintocco di una campana. Era quella della Cappella di San Nicola. “Oh Cielo!” Arrivando di corsa Tanis. “Oh Cielo! Ci risiamo!” “Cosa accade?” Fissandolo Guisgard. “Ci risiamo!” Esclamò ancora la marionetta. “Stanno di nuovo litigando animatamente!” “Chi?” Chiese Guisgard. “Il Pedone, l'Alfiere ed il Re!” “Come sarebbe?” “Ecco...” mormorò Tanis “... il padrone, che ama molto il gioco degli scacchi, decise, mesi fa, di costruire una grande scacchiera animata, con i vari pezzi in grado di muoversi al solo comando della voce... tuttavia questi pezzi, quando non sono sulla scacchiera a giocare, amano intavolare varie discussioni, sui temi più disparati... religione, arte, economia ecc... ora stanno parlando di politica e come al solito sono sul punto di litigare!” “E tu perchè ti preoccupi tanto?” Domandò Guisgard, “Perchè io sono responsabile dell'ordine in questo castello!” Preoccupato Tanis. “E so che ora, come sempre, verranno alle mani!” “Allora torna da loro e fa da arbitro alla discussione.” Fece Guisgard. “Impossibile!” Categorico Tanis. “Non mi ascoltano! Sono dannatamente testardi!” |
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