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Seguii Roberto più che volentieri, non prima di aver salutato il militare e Misseri.
A quanto sembrava, sarei andata anche io al ballo. Scendemmo le scale in silenzio, io appoggiata al braccio che cortesemente mi porgeva. Poi, dopo alcuni passi, quando ormai il palazzo era alle nostre spalle, strinsi in maniera impercettibile la stretta e alzai lo sguardo su di lui. "Non crucciarti.." sussurrai "...ho piena fiducia in te..". Restai incatenata ai suoi occhi per un momento, poi sorrisi, come se le parole sussurrate non fossero mai uscite dalle mie labbra. "Allora.." dissi, gaiamente "...mi hai accompagnato in queste noiose incombenze tutto il giorno, e te ne sono grata.. tocca a te decidere cosa fare ora.. prometto che farò la brava e mi rimetterò alla tua decisione.." sorrisi "..dopo tutto, domani hai un duello con il terribile Mirabole.." risi "...fossi in te, non sprecherei questa giornata..". |
Entrai e venne incontro Ermiano...gli sorrisi e come immaginavo il Cavaliere non era a casa ma mi aspettava per cena.."Non ho grandi pretese...quando la compagnia è ottima anche il più misero dei cibi diventa il più sublime" sorrisi a Ermiano "ma mi piacerebbe assaggiare la cucina orientale..visto il Cavaliere di Altafonte è stato in quei posti si è pure appreso la loro cucina? E mi raccomando...abbondate con le spezie" e gli feci l'occhiolino.
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A quelle parole di Clio, Roberto finalmente abbandonò quell'espressione corrucciata e si lasciò andare ad un sorriso.
“Tu ci scherzi su” disse “ma quasi quasi vorrei davvero che quel tipo fosse Mirabole... li hai sentiti Missani e de' Gufoni, no?” Ebbe un gesto di insofferenza. “E poi è tutto da dimostrare che il capitano tiri di spada meglio di me.” Scosse il capo. “Sai cosa vorrei fare? Vorrei galoppare, senza sosta... non so diretti fino a dove e forse neanche ha importanza... un po' come facevamo in quei lunghi pomeriggi a Crysa, rammenti? Galoppare al sibilo del vento, accompagnati dal fruscio delle onde sulla spiaggia, fino a perderci nelle sue lussureggianti boscaglie, dove finiva il crepuscolo e cominciava la sera... sai, Clio... forse vorrei solo fuggire... fuggire da tutto...” restò poi per qualche attimo in silenzio “... ti va di tornare a casa ed esercitarci un po' con la spada? Non certo perchè temo quel de' Binardi... ma perchè ho bisogno di fare qualcosa senza pensare a nient'altro...” Tornarono così al palazzo dei Fiosari e usciti in giardino cominciarono ad esercitarsi. Ebbero un'ora buona di libertà, fino a quando, verso l'ora di cena, Selenia rientrò a casa e richiese per sé suo marito, parlandogli dei preparativi e degli invitati per l'imminente ballo al Palazzo Reale. I tre si rividero per la cena, poi Roberto e sua moglie, salutata Clio, si ritirarono per la notte. All'alba Roberto aveva il duello e questo gli impose di andare a letto presto. Clio, forse in balia di una velata malinconia, rimase così da sola. Fino a quando, all'improvviso, cominciò a notare qualcosa di strano. Un'ombra, incerta e furtiva, sembrava muoversi indisturbata nel giardino del palazzo. |
Ermiano sorrise ad Altea.
“Sarà fatto, milady...” disse con un cortese inchino del capo “... preparerò il Tajine accompagnato da verdure in umido, insaporite con varie spezie... e per dessert assaggerete dei dolci tipici, fatti con latte di dattero e mandorle... vedrete, sarà una cena da Mille e una notte.” Rise, per poi chiedere il permesso di congedarsi. Ritornò poco dopo, servendo alla dama un elisir dal colore rosso vivo. “Assaggiate questo liquore, milady...” porgendole il bicchiere di cristallo “... secondo gli emiri Omayyadi è capace di spazzare via ogni tristezza e malinconia... oltre che di abbandonare il cuore alle seduzioni dei sensi...” |
Ascoltai Roberto attentamente, cogliendo ogni sfumatura nella sua voce, ogni mutamento del suo sguardo, e poi, sorrisi.
Il pensiero dei lunghi pomeriggi passati insieme sulla mia meravigliosa isola mi riempì di nostalgia, com'eravamo spensierati e felici allora, pensavamo di poter dimenticare il mondo attorno a noi, cavalcando per ore fino a costeggiare il mare. Era davvero tutto ciò che potessi desiderare ma, naturalmente, solo una fanciulla poteva permettersi quei passatempi, non certo una donna, tantomento un esule. Qualcosa in quel discorso mi colpì "Scappare?" esclamai "..e da che cosa? Non mi sembra che te la cavi male in questa città... hai una moglie deliziosa, un palazzo sontuoso e una reputaizione impeccabile..." risi "..dicano quello che vogliono quei due.. beh, se proprio vuoi dimostrare di essere più abile del capitano, allora potresti sfidarlo a duello.. hai detto tu che uno o due non fa differenza.. ah, e già che ci sei.. potresti sfidare anche Simone Misseri, così me lo toglieresti dai piedi.." risi nuovamente "...scherzo.. su.. e sia, andiamo a casa... io ho una nuova spada da provare... non sia mai che disonori quella lama.. mi ci devo abituare..". Così lo seguii fino a casa, e per un ora buona dimenticammo tutto il mondo, concentrati com'eravamo sulle lame che si incrociavano. Non so come avesse fatto, ma nella mia camera trovai dei calzoni, una camicia di seta e persino degli stivali, così non dovetti rimettermi i miei abiti che non sapevo che fine avessero fatto. La mia spada era leggermente più pesante di quella che ero solita usare, l'elsa pesava un po' di più a causa dell'imponente decorazione, ma in fin dei conti, era maneggevole e mi abituai in poco tempo a lei. Quando poi Selenia chiamò Roberto restai in giardino, passeggiando immersa nei pensieri. Per un momento pensai che, se lo avessi attraversato, avrei trovato il mare, ma sapevo bene che non era così. Mi isolai talmente tanto da essere in ritardo per la cena, e non mi ero nemmeno cambiata, sperai che non vi fossero ospiti, e così fu, fortunatamente. Quando i due coniugi si ritirarono, tuttavia, restai ancora sveglia, inquieta e maliconica, nel palazzo silenzioso. Non ero ancora pronta per dormire, il pensiero del duello e i ricordi mi tormentavano, rubandomi il sonno. Decisi di uscire in giardino, poichè dalle finestre si intravedeva una splendida luna. Ma poi qualcosa attirò la mia attenzione, non saprei dire cosa fosse, forse soltanto un'ombra, ma si muoveva con troppa rapidità per essere un'illusione. Possibile che non vi fossero delle guardie? Un pensiero mi attraversò la mente: Roberto! Chiamai un servitore e lo pregai di mandare due guardie davanti alla porta della camera padronale, che le svegliasse se necessario, ma di fare in fretta. Scivolai in giardino senza fare il minimo rumore, sguainai la spada e la tenni ben salda nella mia mano. La luce della luna mi permetteva di vedere distintamente, seguii quell'ombra. Probabilmente avrei dovuto chiamare anche io le guardie, ammesso che fossero sveglie a quell'ora, non mi trovavo in un palazzo reale o in una fortezza, ma in una comoda residenza nobiliare di una città momentaneamente in pace. Così decisi di fare da sola, restando defilata, in modo che, chiunque fosse non mi notasse. Avrei voluto ammonirlo ma, se aveva cattive intenzioni, sarebbe scappato in un istante, e io non avrei saputo chi incolpare. Sapendo che Roberto era al sicuro, cercai di capire chi fosse, e dove fosse diretto. |
Clio, con la spada sguainata, seguiva quella misteriosa ombra mentre si muoveva furtiva nel giardino del palazzo.
Ad un tratto si accostò a dei cespugli, dove il bagliore della Luna era più chiaro e per un istante Clio riuscì a vederne le fattezze. Sembrava un giovane uomo, alto e magro, dai capelli lunghi e mossi ed in mano stringeva qualcosa. Poi si spostò verso il muretto, attraversando un piccolo arcosolio decorativo rivestito di gerani. E qui di nuovo il pallore lunare lo investì, permettendo stavolta a Clio di vedere il suo volto. Era Francesco de' Binardi. |
Non appena lo riconobbi, mi avvicinai ancor di più.
Come aveva fatto ad entrare? Cosa sperava di ottenere? "Che cosa ci fate voi qui?" Dissi ad alta voce. Avrebbe fatto meglio a riposare, considerando cosa lo aspettava all'alba. |
Francesco si voltò di scatto a quelle parole di Clio, puntandole contro ciò che impugnava.
Era una pistola. “Ferma dove siete...” disse visibilmente agitato “... non costringetemi ad uccidervi... non ho nulla contro di voi...” la sua mano tremava nel tenere quell'arma “... voglio che mi conduciate da vostro cugino... subito... e senza fare scherzi... non voglio ritrovarmi fra i piedi domestici o peggio ancora... avanti, portatemi da quel grand'uomo di vostro cugino... e attenta a non fare la furba o giuro che vi pianto una pallottola in mezzo agli occhi... ora buttate a terra quella spada...” |
Assaggiai il liquore datomi da Ermiano ma appena ne bevvi un pò lo distolsi dalla bocca.."E' molto forte Ermiano..ma con che cosa è fatto? Sono curiosa..come sono curiosa di assaggiare la vostra cena che sembra molto particolare".
Mi guardavo attorno alla sala per guardare gli oggetti e l'arredamento..solitamente si dice che la casa rispecchi l'anima del padrone. |
A quelle parole e quello sguardo di mio marito mi alzai in piedi.
I miei occhi vagarono per un istante sul sacerdote, poi si concentrarono sul militare... “Jacopo...” mormorai, avvicinandomi piano a lui “Vedi... padre Roberio era venuto qui per parlare con te del caso di Francesco de’ Binardi... per pregarti di intercedere per la sua vita. Io, però, gli ho fatto presente che il duello tra Fiosari e de’ Binardi non vìola alcuna legge e pertanto non rientra affatto in ciò che è di tua competenza! Perciò, immagino, padre Roberio era già pronto a lasciarci...” Esitai per un istante, poi decisi che forse potevo tentare ancora con mio marito, per un’altra strada... lo presi quindi sotto braccio e lo condussi verso la finestra, allontanandoci un poco dal sacerdote... “Perdonami per essere stata tanto dura con te oggi, Jacopo... non volevo farti irritare. Ero solo rimasta molto colpita dalle parole di Sara e mi ero dispiaciuta per il modo in cui le avevi risposto... ora...” sfiorandogli delicatamente il braccio “Ora, però, ho capito che questo duello non è affar tuo, e poi... e poi, se tu togliessi de’ Binardi da sotto la spada di Fiosari, egli potrebbe poi ritenere te responsabile della sua mancata soddisfazione e... beh, lo sappiamo tutti quale spadaccino abilissimo sia Roberto Fiosari...” Lasciai cadere questo discorso così, vago... nessuno come me sapeva quanto Jacopo fosse orgoglioso della sua abilità con la spada. |
Sorrisi a quelle parole disperate, e, nel vedere il modo in cui teneva la pistola una cosa fu subito chiara: non era Mirabole!
Considerai la situazione: potevo colpirlo, disarmarlo, non se ne sarebbe nemmeno accorto. Ma Roberto non mi sarebbe stato grato, toccava a lui, dopotutto. Se Francesco si fosse presentato al duello già ferito, tutti avrebbero detto che Roberto era stato favorito, molto di più, almeno. "Mettete via quell'arma.." Dissi, calma, rinfoderando la spada "..uccidermi non vi servirà a niente.. Così come io non ho nessun interesse a farvi del male...". Scossi la testa "Portarvi da mio cugino? È perché dovrei farlo? Per permettervi di ucciderlo nel sonno? Non credo proprio.. Ho mandato due guardie a presidiare la sua porta.. Non c'è alcuna possibilità che non incontriate nessuno.." Sorrisi, indulgente "..perché siete qui? Posso farlo chiamare, ma di certo non vi farò entrare armato nel palazzo! Sapete benissimo che mi basterebbe chiamare le guardie e per voi sarebbe la fine, non avrebbero i miei riguardi.. Non so per quale motivo odiate tanto la nostra famiglia, e mi avete fatto capire chiaramente che non sono affari miei.. Datemi un motivo.. Perché tendo ad essere incosciente da un po' di tempo, e la vostra arma non mi spaventa..". |
A quelle parole di Talia, Jacopo la fissò quasi risentito.
“Non essere sciocca, Talia...” disse alla ragazza “... sai benissimo che posso battere uno sbarbatello come Fiosari anche usando solamente la mano sinistra...” scosse la testa “... comunque non è questo il punto...” guardò il sacerdote “... la verità è che questo duello capita a proposito...” “Cosa intendete dire?” Chiese Padre Roberio. “Che questo duello ci permetterà di capire chi sia davvero Francesco de' Binardi...” rispose Jacopo “... un giovane inetto ed incapace, buono solo a provocare, oppure l'inafferrabile Mirabole...” “Che assurdità!” Esclamò il prete. “Immagino...” sorridendo il capitano “... del resto Mirabole è probabilmente uno di voi... o almeno un vostro simpatizzante...” “Nei secoli” fece il sacerdote “i detrattori della Chiesa hanno cercato ovunque per infangarne il nome... solitamente, non trovando nulla di meglio, si fossilizzano su questioni ormai vecchie come il mondo... Crociate, vendita di Indulgenze, Inquisizione... ma questa di Mirabole mi mancava devo dire.” “Non è colpa mia se nei secoli voi chierici avete fatto di tutto per sconfessare i vostri stessi Precetti.” Replicò Jacopo. “Comunque, non sono questioni che mi interessano... uno dei vostri, tale Priore Adamo, inviato dal vescovo, è stato convocato dal viceprocuratore del re... e tra poche ore scopriremo il destino di Francesco de' Binardi... queste cose mi interessano.” Padre Roberio allora scosse il capo, salutò con un veloce cenno della mano Talia e lasciò quel palazzo. “E' tardi...” mormorò Jacopo “... e forse dovresti riposare, Talia... domani, ti rammento, devi uscire per comprare un nuovo abito... c'è la festa al Palazzo Reale... o forse sei ancora dell'idea di non volerci andare?” |
Quel palazzo appariva vasto e sfarzoso, di gusto rinascimentale, con dipinti alle pareti che raffiguravano i più disparati soggetti: da scene di caccia, a paesaggi bucolici e pastorali, finendo poi per spiazzare da immagini a carattere sacro, fino a quelle di contenuto classico e mitologico.
Gli arredi erano di tipico stile italiano, con decorazioni ed intarsi di pregevole fattura, mentre le pareti era trapuntate con stoffe e panneggi di Provenza, delle Fiandre e di Navarra. Vi erano poi soprammobili e monili di vario stile, gusto e dimensione, perlopiù opera di artigiani di ogni regione, come forme di Murano, scrigni d'Istria e centritavola di Borbonica eleganza. Ermiano prese a spiegare ad Altea gli ingredienti di quell'esotica cucina, ma proprio in quel momento si udì una carrozza. “Sua signoria è rientrato...” disse Ermiano “... permettete, milady...” e si allontanò. Ritornò poco dopo insieme ad Altafonte. “Oh, ora immagino cosa provò Marte nel vedere sorgere Venere dalle acque e ritrovarla poi nel suo giaciglio...” sorridendo il cavaliere “... è un piacere rivedervi, milady...” salutando poi Altea e sfiorandole la mano con un bacio. http://0.tqn.com/d/movies/1/0/p/B/Y/...a-jovovich.jpg |
“Un motivo...” disse Francesco a Clio “... volete un motivo? Per cosa? Per spiegarvi il mio odio per quelli come voi? Benissimo! Da dove comincio? Da come avete affossato la nostra attività commerciale? E solo perchè le idee di mio padre erano differenti dalle vostre! O forse volete che vi parli di come hanno fatto morire mio fratello?” I suoi occhi erano carichi d'odio. “Ma perchè mai sto qui a perdere tempo con voi? Perchè dovreste capire ciò che provo? Siete solo una sciocca ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, probabilmente abituata a vivere dei suoi vuoti privilegi! Sarete già stata promessa ad un ricco idiota e crudele del tutto simile a vostro cugino, così che non comprenderete mai come si vive al di là dei vostri privilegi” Le puntò ancora la pistola al volto. “Io non ho nulla da perdere... all'alba sarò comunque un uomo morto... perciò non costringetemi ad uccidervi... voglio vedere vostro cugino...”
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Mi guardavo attorno a quella lussuosa dimora...osservavo i monili che decoravano i soprammobili e i dipinti sul muro, quando Ermiano stava prendendo la parola per poi bloccarsi subito...il Cavaliere era arrivato e lo vidi entrare nel salone, sorrisi alle sue parole...aveva una parola galante per ogni occasione.
"Avete visto milord? Ho tenuto promessa e anche voi noto..e per quanto riguardo la cena..ho scelto di assaggiare quella stile orientale, ne sono molto incuriosita. Spero di avervi fatto cosa gradita. E stavo assaggiando questo elisir..non ricordo di quali emiri..me lo ha portato Ermiano..mi stava proprio dicendo con cosa veniva fatto..ma è veramente cosi magico da togliere tristezze e ravvivare i sensi?" risi perplessa guardando il bicchiere sperando non vi fosse stato messo qualcosa di strano..forse era meglio ignorare il contenuto. |
Sospirai alle parole di Jacopo a padre Roberio...
era inutile, pensai: aveva deciso che le cose dovevano andare come voleva lui e niente di ciò che potevamo dire gli avrebbe fatto cambiare idea. Citazione:
“Si, Jacopo... hai ragione... credo che andrò a riposare!” mormorai. Gli sorrisi quindi, poi senza aggiungere altro uscii dalla stanza, richiudendomi la porta alle spalle. Percorsi a passo regolare tutto il corridoio... poi, giunta in fondo, dopo aver gettato un’occhiata alle mie spalle ed essermi accertata di essere sola, presi di corsa la scala che conduceva al piano di sotto... Giunsi in fondo in fretta e mi guardai intorno... poi lo vidi: padre Roberio si stava allontanando in silenzio, la testa china, ed era ormai quasi giunto al portone che dava sul cortile... “Padre!” chiamai “Padre Roberio!” Lo vidi fermarsi e voltarsi, lo raggiunsi. “Mi dispiace per le parole di Jacopo!” dissi “Mi dispiace molto!” Esitai, lanciandomi intorno appena un’occhiata furtiva... “Trovate Francesco...” mormorai pianissimo, così che solo lui sentisse “Il luogo di cui vi parlavo è la Cappella di San Michele... oltre il bosco... percorrete la strada che lo divide e salite verso le colline, salite finché non scorgete la cappella sull’altura di fronte a voi... non va mai nessuno lì! Quasi nessuno in città ne conosce neanche l’esistenza! Lì sarà al sicuro da Jacopo, da Fiosari e da tutti... ma dovete convincerlo ad andare lì, se volete salvarlo!” Lo fissai per un momento, poi chinai lo sguardo... “Buonanotte, padre!” dissi, la voce di nuovo di un tono normale. Poi mi voltai e risalii la scala, fino a giungere nella mia stanza. |
A quelle parole, il mio sguardo si indurì, incurante dell'arma che aveva davanti, e, per un momento, abbandonai la maschera cordiale che avevo indossato in quegli ultimi giorni.
"Voi non sapete niente di me.." Sibilai "..so bene cosa provate.. Da dove vengo io uomini come voi hanno distrutto tutto ciò che amo la mia terra, il mio popolo.. bruciato i villaggi perché bisogna vivere nelle città.. Stuprato le fanciulle nobili perché il sangue e l'onore sono fantasie.. Eppure non mi sembra di avervi aggredito non appena mi avete rivolto la parola, come avete fatto voi con me.." Scossi la testa "Credete di conoscere il dolore perché avete perso un fratello e del denaro? Non sapete cosa vuol dire vedere la tua balia trascinata in mezzo ad un branco di maiali, la testa di tuo zio usata come trofeo, la casa di tua madre data alle fiamme, non dovete immaginare cosa sia stato riservato a tuo padre o a tuo fratello.. Non avete idea di cosa voglia dire perdere tutto.." Sostenni il suo sguardo "Quelli che voi chiamate privilegi sono responsabilità.. Voi non avete mai guidato un attacco sapendo di mandare a morte centinaia di mariti, padri, figli... Vederli cadere uno ad uno ed essere lì, nella polvere e nel sangue, al loro fianco..No, non sapete cosa vuol dire essere devoti ad un popolo che dipende da voi.. Essere pronti a dare la vita per esso...". Lo guardai con durezza "Non venite a darmi della ragazzina viziata, perché non avete idea di cosa sia la mia vita.. Ma su una cosa avete ragione, siete un morto che cammina.. Mettete via quell'arma, manderò a chiamare mio cugino.. Avete la mia parola.." Mi diressi verso la veranda e feci cenno ad una domestica di avvicinarsi "Mandate a chiamare il Conte, ditegli che è questione di vita o di morte..". Mi volai nuovo verso di lui "..ora gettate l'arma.. Non vi permetterò certo di ucciderlo in casa sua...". |
Altafonte sorrise ad Altea.
“Già...” disse “... questo elisir pare sia stato prodotto da un eunuco alla corte di Tamerlano... serviva al sovrano per sedurre le donne del suo harem...” rise appena “... ma non temete, il nostro Ermiano lo serve con una parte di acqua che ne dissolve gli effetti... al massimo vi farà avvertire un po' di calore...” ne prese un bicchiere “... e poi lede il mio amor proprio pensare di aver bisogno di un afrodisiaco per conquistare una donna... alla vostra salute e bellezza, milady...” brindò “... dunque, ditemi... avete poi trovato un abito a voi gradito? E come vanno le cose nella vostra nuova dimora?” |
Francesco fissò Clio a lungo.
E poi lentamente abbassò la pistola. “Gli uomini non sono tutti uguali...” disse alla ragazza “... mi spiace per i vostri cari... ma non tutti quelli come me odiano ed uccidono... io voglio solo vivere in pace con la mia famiglia... e voglio fidarmi di voi...” Ma proprio in quel momento apparve una figura nella penombra. E subito dopo altre due. Era Roberto e due Guardie. “Avete fatto uno sbaglio” fece Roberto “a venire qui... arrestatelo!” Ordinò alle guardie. “Portatelo in caserma. A lui penserà il capitano de' Gufoni.” “Vigliacco!” Gridò Francesco. “E anche voi siete come lui!” Rivolgendosi a Clio. “Mi avete ingannato!” E fu portato via dalle guardie. |
"Appunto.. e neanche i nobili lo sono.." risposi "...non voglio certo ispirarvi compassione.. ma non crediate di avere il monopolio della rabbia e dell'odio.. perchè è quello che vi ho sempre letto negli occhi..".
Citazione:
Mi voltai verso Roberto "Mi spiace di averti svegliato.. che accadrà ora? Resterà in prigione per essersi introdotto armato in casa tua? Beh, quindi niente duello, immagino.. voleva parlarti.. non so cosa avesse intenzione di dirti... per un breve momento mi è parso di riuscire a farlo ragionare.. ma ora avrà il dente avvelenato più che mai.." sospirai "...però una cosa posso dirtela: Francesco de'Binardi non è Mirabole! Dovevi vedere come gli tremava la mano che stringeva la pistola..". |
Ripresi il bicchiere in mano e brindai con lui, ma il secondo sorso fu veramente forte...infatti avvertii un forte calore e le mie guance avvamparono ma finsi indifferenza.
Riposi il bicchiere e cercai di riprendermi..."Ho preso dei bei vestiti milord, vi ringrazio e uno anche per la festa presso il Re..ma non so ora, data e luogo dove trovarmi...potreste informarmi?E potreste fornirmi una carrozza per portarmici?" non oso chiedergli se sarò accompagnato da lui ovvio..e se mi rispondesse negativamente?...e mi contorcevo le mani. Poi presi coraggio e iniziai a parlare della dimora, un pò ero contrariata, sembravo quasi irriverente dopo che egli mi diede la possibilità di viverci.."A dire il vero nella dimora dei Castelflorenzio non è tutto positivo. Ho litigato fortemente con Madama Irene, si è permessa di entrare in camera mia...e ha messo le tende dello stesso colore che piacevano a lady Vittoria ovvero giallo antico..ovviamente le ho fatte cambiare in bianco e le ho proibito di entrare nella mia stanza e prendere certe iniziative...e poi non ha voluto togliere il ritratto di lady Vittoria...certo era una dama bellissima e affascinante, chissà che le successe..ma non intristiamoci con questi pensieri" dissi sorridendo "e godiamoci questa serata". Ovviamente tralascii il fatto dei rumori sentiti sopra dal salotto..forse mi ero sbagliata ed erano stati altri rumori. |
Altafonte ascoltò con attenzione ogni parola di Altea, senza tradire emozioni particolari.
“Comprendo...” disse “... ma forse quella donna, madama Irene, è ancora molto legata ai vecchi padroni... credo che li servisse da molti anni... nel contratto d'affitto ci era una clausola che imponeva lì la sua presenza... mi è stato detto che è una domestica degna di fiducia. Tuttavia, se la trovate indisponente o poco cordiale, possiamo sempre discuterne con il proprietario. Dopotutto se una domestica non fa al meglio il suo mestiere è giusto licenziarla. Quanto alla festa...” sorrise “... se vi aggrada potremmo andarci con la mia carrozza.” |
"Si forse è come dite voi..è ancora legata ai vecchi proprietari..io direi di darle ancora del tempo...al giorno d'oggi trovare un lavoro è difficile, ma se la mia vita laggiù diventerà impossibile a causa sua, ve lo dirò certamente e vedremo di provvedere."
Lo osservavo...non aveva mostrato qualche minima reazione..come la scorsa volta..certo il contratto di affitto e io avevo letto che egli sapeva la storia di quella casa da quella lettera notarile, ma non era il momento di parlarne ora. "Davvero potremmo andarci assieme milord al ballo? Ma non vorrei poi esservi di impiccio..vi prometto che poi saprò stare al mio posto..o volete forse propormi..come la vostra amata?" e lo guardai con la solita aria di sfida.."Sapete, cosa direbbero le dame vedendomi accompagnata a voi..e che tra noi non vi è nessun legame?" |
Altafonte rise a quelle parole di Altea.
“Beh...” disse sarcastico “... potremmo sempre dire che siete mia cugina... nessuno sospetterebbe mai malizia fra due cugini, no? Anche se la cugina in questione è una dama affascinante come voi.” Sorrise. “E comunque, milady... più che vederci scendere dalla stessa carrozza, temo che le dame si lascerebbero turbare più dalle vostre guance accalorate se vi vedessero ora...” e le fece l'occhiolino. |
"Cugina??No mi spiace milord, ho dovuto mentire già al ballo di damigella Eilowny e fingermi un'altra..preferisco essere me stessa e gironzolare per il ballo come la scorsa volta..anche perchè temo..che vi sarà Azable al ballo..sicuramente..per avere informazioni e dovrò stare attenta".
Alle ultime parole di Altafonte mi toccai le guance..si erano proprio calde e sorrisi.."Quell'elisir è portentoso milord" dissi prendendolo in mano "è un peccato che su voi non faccia il giusto effetto, si vede non rientro nei vostri canoni estetici..peccato volevo propormi come candidata a vostra futura moglie". Ma al pensare ad Azable..mi sentii ad un tratto turbata e mi vennero mille dubbi..e se mi avesse portata via di nuovo?? Era furbo e si sarebbe vendicato. Scossi il capo e cercai di togliere quei pensieri negativi. |
Altafonte rise di gusto.
“Vedete, milady...” disse poi “... magari prima ho sorseggiato qualche altro elisir che ammansisce gli effetti di questo, permettendomi di resistere alla vostra bellezza e dunque alla tentazione di volervi sedurre... mi sarei premunito per voi, no? Così da non mettere a repentaglio la vostra reputazione.” Le fece di nuovo l'occhiolino. “Comunque, se volete, oltre quel corridoio vi è un bagno... è arredato con gusto particolare, alla moda di Venezia... dentro ho voluto sali persiani, essenze d'Arabia, saponi alla mirra di Siria, al Sandalo di Ceylon, alla vaniglia del Madagascar... troverete anche della cipria, così da poter tingere il vostro volto e coprire quel rossore... quel bagno e le sue essenza potrebbero aumentare il vostro accalorato stato, cara cugina...” e rise di nuovo “... quanto a quel furfante di Azable...” tornando serio “... non abbiate timore, non può camuffarsi per entrare nel palazzo del re. I controlli sono molto rigidi.” |
“Magari” disse Roberto a Clio “Mirabole ha una banda e Francesco de' Binardi è solo uno dei tanti complici... cosa gli capiterà ora? Lo interrogheranno e molto probabilmente, anche per essersi intrufolato qui, quasi sicuramente per uccidermi a tradimento, sarà condannato a morte.”
In quel momento uscì in giardino anche Selenia. “Cosa è accaduto?” “Nulla, mia cara...” fece Roberto “... ti spiegherò tutto domattina... torniamo a letto... l'unico vantaggio di questa notte è quello che domattina potremo restare a letto un po' di più, visto che il duello è saltato...” si voltò verso Clio “... va anche tu a riposarti... so che per spaventarti ci vuole ben altro, ma voglio che ti rassereni e rilassi... probabilmente Francesco de' Binardi non è tanto abile da poterti uccidere, ma è pur sempre un criminale e dunque è capace di tutto... a domattina, Clio... buonanotte...” e tornò nella sua stanza. La notte trascorse tranquilla, ma non sufficientemente rapida da impedire a Clio di riflettere sull'accaduto e sul suo compito di smascherare Mirabole. E poi giunse il mattino. |
Salutato Padre Roberio, Talia ritornò nella sua stanza, cadendo addormentata poco dopo, nonostante i fatti che avevano inquietato la sua giornata...
La rappresentazione aveva richiamato a Piazza della Santa Croce buona parte della popolazione cittadina. In scena, sul piccolo palco di legno montato davanti alla facciata della chiesa, una compagnia di attori itineranti aveva rappresentato Romeo e Giulietta. Alcuni giovani avevano assistito all'evento, per poi raggrupparsi ai piedi del palco per discutere e ricordare i momenti più belli dello spettacolo. Erano tutti appartenenti all'alta società cittadina. Ad un tratto udirono un suono ed alcune voci soffuse. “Proviene dall'impalcatura...” disse Jacopo agli altri. Corsero così a vedere e trovarono due ragazzi. Uno suonava l'ocarina, mentre l'altro tentava di sbirciare oltre l'impalcatura. “Tu!” Esclamò Jacopo. “Cosa ci fai qui?” “Jacopo...” smettendo l'altro di suonare l'ocarina “... mio fratello” indicando l'altro ragazzo “voleva vedere la recita e allora ho deciso di portarlo qui...” “Solo chi è autorizzato può entrare!” Fece Talia con tono infastidito. “Io ho avuto un invito speciale.” Con aria da guascone il giovane con l'ocarina. “Davvero?” Fissandolo Talia. “E da chi, di grazia?” “Da messer Amore!” Rispose lui. “Che idiozia!” Scuotendo il capo Talia. “Già, dimenticavo...” sorridendo lui “... tu non credi all'amore... è solo roba per poeti e romanzieri... tu non vivi nel regno dei balocchi...” “Dovete andare via da qui...” fissandolo Jacopo “... se vi trovano finirete nei guai...” “Già...” annuì il ragazzo con l'ocarina “... e poi Romeo e Giulietta non sono la mia coppia di amanti preferita...” “Ma sentitelo...” sbottò Talia. “Andiamo, Francesco...” mormorò lui. “Ma...” fece Francesco “... e lo spettacolo?” “L'hai sentito, no?” Ironica Talia. “Lui va in cerca di altro. Magari di una Ginevra o di una Isotta!” I due ragazzi allora cominciarono a scavalcare l'impalcatura per uscire da lì. “Ma forse...” voltandosi indietro all'improvviso quello con l'ocarina “... forse ho sempre sottovalutato Romeo e Giulietta... loro hanno avuto il coraggio di mettersi contro tutto e tutti... la famiglia, la società, la stessa vita... si, loro meritano quell'Amore... e meritano la Gioia...” fissò Talia e poi scavalcò l'impalcatura, svanendo alla vista di quei giovani nobili. Talia si svegliò al mattino. La luce del Sole zampillava da una delle finestre, danzando sul suo bianco viso. La ragazza restò stesa con la testa sul morbido cuscino, ancora in balia di quel ricordo rivisto in sogno. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. “Milady...” era la domestica “... vostro marito vi attende giù per la colazione... deve riferirvi di cose importanti...” http://images2.wikia.nocookie.net/__...zabeth_bed.jpg |
"Interessante il vostro bagno milord...magari un giorno ne disporrò" dissi sorridendogli.
"Sappiate che Azable non si traveste, si mostra come è ma con nomi diversi...si fa chiamare...barone..non ho capito ancora se per titolo o soprannome...ma voi..pensate che Mirabole esista davvero?". |
Rientrata nella mia stanza, restai sveglia a lungo.
Aveva un bel dire Roberto di rilassarmi. Come potevo? La ricerca di Mirabole non era certo cosa semplice, non che mi aspettassi diversamente, infondo. Eppure, continuavo a non capire perché tutti si ostinassero contro i de' Binardi. L'uomo che avevo avuto davanti in giardino, quella notte, era colmo di rabbia e odio, sentimenti che portano ad offuscare il giudizio e a far compiere gesti affrettati o incoscienti, come Francesco aveva ben dimostrato a casa del banchiere, nel suo magazzino e anche a casa di Roberto. No, Mirabole doveva essere lucido e non fare mai un passo falso. Continuavo a chiedermi che cosa dovesse dire a Roberto, ma probabilmente non l'avrei mai saputo. Ma lui era salvo, e questo era l'importante. Alla fine, in balia dei pensieri, caddi in un sonno profondo. Mi svegliai di buon mattino, mi alzai, indossai l'unico abito che non avevo ancora messo. In quel momento mi venne in mente il ballo, anche se non ricordavo quando fosse, solo che Misseri mi voleva lì per scovare Mirabole, come se fosse facile. Restai ad osservare l'armadio, chiedendomi cosa avrei indossato, probabilmente l'abito rosso, non era elegantissimo ma mi stava bene. Mi sistemai i capelli e scesi per la colazione. |
Scesa per la colazione, Clio salutò Roberto e Selenia che già l'avevano preceduta.
“Se solo ci ripenso” disse la donna “mi vengono i brividi... quell'uomo entrare così in casa nostra... assurdo!” “Rasserenati, Selenia...” fece Roberto “... è tutto passato.” “Ma se davvero fosse lui Mirabole?” “E' in prigione ormai.” La rassicurò Roberto. “Potrebbe avere dei complici!” “Cara, questa casa è sicura.” “Lo era anche stanotte?” “Se vuoi” fissandola “chiederò al capitano di far sorvegliare quest'abitazione. Ti farà stare meglio?” “Oh, si!” Esclamò Selenia. “E per distrarmi credo uscirò per fare compere! Un abito per il ballo!” “Porta con te anche Clio, voglio si distragga un po'.” “Ma certo!” Annuì Selenia. “Andiamo dopo colazione, cara?” Rivolgendosi alla ragazza. |
“Beh...” disse Altafonte ad Altea “... furti rivendicati da quel ladro ce ne sono un bel po'... ma trovo alquanto bizzarro tutto l'insieme... voglio dire... più che un ladro sembra un pagliaccio... perchè annunciare i suoi furti? E perchè poi firmarli con dei fiori?” Sorrise. “Potrebbe essere chiunque... un megalomane, data l'eccessiva voglia di farsi notare... o magari una donna, visto il romanticismo di tutti quei fiori...” rise di gusto “... ci pensate? Tutti cercando un uomo, mentre invece Mirabole potrebbe essere una donna!”
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"Una donna...beh...sarebbe davvero incredibile, avete ragione..ma a che scopo poi?" sorrisi a quella idea ma poi mi feci per un attimo seria, era vero poteva essere chiunque.
"Io sono venuta fino qui con gente che mendicava a Camelot, per proteggere il quadro e scoprire il vero Mirabole in cambio di soldi e mi auguro per loro non sia stata una vana speranza" rimasi un momento con lo sguardo sospeso verso una immagine dipinta di caccia..."E comunque io non sono di meno da Mirabole...ho una compagnia di ladri che mi sta cercando e presumo anche una famiglia...e un futuro marito..rabbrividisco al solo pensiero di nominarlo..mai e poi mai mi sposerei senza amore..voi pensate io abbia agito bene, ogni tanto ho dei sensi di colpa." |
“In effetti” disse Altafonte ad Altea “un po' vi ci vedo come Mirabole... ricercata da un anziano e ricco aspirante marito, in fuga da una banda di ladri... insomma, una vera vita avventurosa! Degna di un personaggio romanzesco.” Rise. “No, non credo che dobbiate nutrire molti sensi di colpa, milady...” facendosi serio “... nessuno può obbligarvi ad una vita infelice. Un famoso poeta affermava che l'unico diritto che ogni uomo può davvero pretendere è quello di poter amare.” Sorrise. “Ma ora sono curioso... parlatemi un po' di quell'Azable... che tipo è? E che idea vi siete fatta di lui? E abile davvero come dice?”
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"Azable...tipo eccentrico direi. Ha una banda, dentro vi è uno spadaccino molto abile con la spada..e poi una persona dotta ma ora mi sfuggono i nomi e un aiutante. So che quando ci incontrammo alla chiesa di San Giovanni lui si era recato con loro proprio alla chiesa di Santa Felicita per saperne di più su Mirabole dopo l'avviso dato col biglietto al ballo. Diciamo che lui è la mente...e gli altri sono il braccio. Si è una persona furba, potrebbe essere più abile di Mirabole..non è da sottovalutare, ma non penso riuscirebbe ad uccidere per i propri scopi" guardai il Cavaliere nei suoi bei occhi chiari."Ma non vorremmo mica rovinarci la serata con questi discorsi...?Voi..cosa mi raccontate di Voi?" ero curiosa di sapere della sua vita...ma intuivo non avrebbe svelato tutto.
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"Beh, è stato uno sciocco ad entrare... mi chiedo cosa volesse dirti" dissi, rivolta a Roberto "ma ora non ha più importanza.. ma alcune guardie in più, sicuramente non faranno male..".
Sorrisi a Selenia "Oh, vi ringrazio... verrò volentieri, stavo giusto pensando che non avevo un vestito adatto al palazzo reale..". |
Così, Clio e Selenia, lasciato Palazzo Fiosari, attraversarono la città per le loro compere.
Ma, passando davanti al Palazzo di Giustizia, notarono un capannello di persone che occupava l'atrio che dal portone conduceva al suo interno. Selenia non ci badò, presa com'era dai suoi acquisti. Invece Clio riconobbe un volto in quel gruppo di individui. Era quello di Sara de' Binardi. La giovane era ferma lì, come se attendesse qualcuno o notizie riguardanti qualcuno. |
Far spese con Selenia fu più piacevole di quanto mi aspettassi, per un momento potevo pensare solo a quale fosse il colore migliore, o la stoffa, o quale gioiello si abbinasse meglio col vestito.
Poi, notai della calca. Dapprima mi chiesi cosa ci facessero tutte quelle persone raggruppate, poi riconobbi il Palazzo di Giustizia e un volto attirò la mia attenzione, quello di Sara de' Binardi. Immaginai che stessero aspettando di sapere che cosa era accaduto a Francesco, e di certo ero l'ultima persona che voleva vedere. Ma, pensai, anche io ero avida di notizie. "Mi perdonate un minuto, milady?" dissi, rivolta a Selenia "vi raggiungerò il prima possibile..." da come mi aveva presentato Simone Misseri al ballo, immaginai che, spiegandole le circostanze, mi avrebbe perdonato quella scortesia "..desidero vedere il viceprocuratore.." sorrisi. Così, seppur riluttante, mi feci largo tra la folla e raggiunsi il portone, dove la medesima guardia del giorno prima era ferma. "Desidero vedere il viceprocuratore.." dissi nuovamente, con naturalezza "...avvisatelo che Lady Clio è qui e ha bisogno di parlargli, grazie..". |
Selenia salutò così Clio, lasciandola andare verso il Palazzo di Giustizia.
Qui una guardia la condusse subito dal viceprocuratore del re. Questi ricevette all'istante la ragazza. “Milady...” disse andandole incontro “... che piacevole sorpresa... immagino giungiate qui con qualche cosa di interessante per me... dico bene? Ma prego... accomodatevi...” e prese anche lui posto dietro la sua scrivania “... ditemi, vi ascolto...” tradendo impazienza. |
Mi accomodai.
"Sarò breve, non voglio farvi perdere tempo... Avrete certamente saputo del mio recente, come dire.. Incontro.. Con Francesco de'Binardi.. Quando, questa notte si è introdotto nel palazzo di mio cugino.." Sorrisi "..sono qui per dirvi qualcosa che non vi piacerà.. Anche se potete mettere in dubbio la mia parola, naturalmente, anche se non ve lo consiglio.." Presi un respiro "..Francesco non è Mirabole, nel modo più assoluto.. Mi ha minacciato con una pistola, e vi assicuro che non l'ho vita salda nella sua mano nemmeno per un momento.. È uno sciocco colmo di odio e una testa calda, questo ve lo concedo.. Ma non può essere il ladro che stiamo cercando... Occorre essere più attenti, cercare altre strade, e sarà quello che cercherò di fare al ballo, non temete.." Sorrisi "Che ne sarà di lui, ora, se mi è permesso chiedere? Mio cugino sostiene che ci siano i presupposti per una condanna a morte.. ". |
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