Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gaynor 27-01-2016 16.20.14

Camminare mano nella mano con il Capo in quello scenario idilliaco scatenò in me una miriade di sensazioni diverse, tutte forti e tutte piacevoli, tanto che avrei voluto fermare il tempo e cristallizzarlo in quelle due mani unite. Arrivammo alla sponda dello stagno dove giaceva il resto dell'abbigliamento del mio cavaliere, che si rivestì in fretta e mi condusse poi sotto una grande e secolare quercia. Lì accese un fuoco che avrebbe contrastato il freddo della sera. Lo osservavo attentamente in ogni suo movimento, i gesti sicuri, le braccia forti, le mani veloci... mi piaceva, si... mi piaceva moltissimo.
"In tutta sincerità, la vostra compagnia è la migliore di cui abbia goduto nell'ultimo decennio..." gli risposi. Gli raccontai poi di come i soldati del Maresciallo avessero confiscato l'offerta fatta alla Pieve e del giardino di casa devastato. "Il denaro in sé non è un problema, infatti il mattino dopo ne ho portato dell'altro in offerta a Frate Roberto, ma ciò che veramente mi preoccupa è che adesso non mi sento più sicura... i soldati mi hanno apostrofata in malo modo, ho paura che mi abbiano segnata sul loro libro nero. Forse sono stati proprio loro gli artefici di quello scempio a palazzo... Sta di fatto che da quando c'è il nuovo barone, l'aria di Sygma si è fatta irrespirabile..."

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Guisgard 27-01-2016 17.01.14

Tutti si voltarono a vedere.
Ferico, il Maresciallo Fagas, Jean, Dacey, Clio ed i suoi mercenari e tutti i presenti.
Le porte della sala si spalancarono e sulla soglia apparve una figura.
Il volto era nobile e bello, gli occhi di un azzurro luminoso e i capelli bruni e mossi.
Indossava una giubba verde e sulle spalle portava un cervo senza più vita.
Due guardie gli si avvicinarono per bloccarlo, ma il giovane uomo li scaraventò via ruotando le corna e le zampe dell'animale che portava di peso.
Con la mano libera teneva un lungo arco ed avanzava verso la ricca e nobile tavola con passo irriverente e scanzonato.
I due soldati che sorvegliavano il banchetto subito incrociarono le alabarde davanti al nuovo arrivato, per bloccargli il passo.
“Chi è...” disse Ferico “... chi è questo intruso che osa presentarsi al nostro cospetto come l'ultimo dei briganti?”
“Milord...” uno dei valletti al barone “... è... è sir Guisgard di Capomazda, signore di Altafonte...”
“Ah...” stupito Ferico, per poi voltarsi verso il Maresciallo e Jean “... ebbene, che venga pure avanti...” tornando a fissare il guascone.
E subito le guardie lasciarono che si avvicinasse alla tavola.
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Guisgard 27-01-2016 17.04.40

Il bambino sorrise a Gwen.
“Mi chiamo Gamarc...” disse “... e vi ringrazio, madama... ma non posso restare qui a lungo, perchè mio nonno ha bisogno di queste erbe... aspetterò un po', magari che i soldati si allontanino dalla zona e poi uscirò... sperando di scamparla...”

Lady Gwen 27-01-2016 17.08.08

Sorrisi a Gamarc e annuii.
"Vieni allora, aiutami a sistemare delle erbe in cucina" dissi, prendendolo per mano e andando in cucina, dove, sul tavolo, c'erano ancora le erbe e gli utensili che avevo utilizzato per fare il sacchetto.

Guisgard 27-01-2016 17.11.32

Era un manipolo di soldati e tutti armati.
Si avvicinarono con i loro cavalli alla casa, calpestando con gli zoccoli le verdure coltivate nel piccolo orticello dietro lo spiazzo.
“Dite bene, madama...” disse sorridendo uno di quelli ad Altea “... con noi in giro i mascalzoni se la fanno addosso... siete fortunata che siamo di pattuglia, così potremmo difendere le vostre grazie.”
E tutti loro risero.
“Comunque” continuò il militare “siamo qui per le tasse.”
“Altre tasse?” Fece la donna, che aveva nascosto il sacchetto donatole da Altea. “Abbiamo già pagato una settimana fa, signore...”
“Lurida cagna!” Con rabbia il soldato. “Non sai che ci sono degli aumenti? State sempre a lamentarmi, voi poveri miserabili! Credi sia divertente per noi arrivare fin qui, in questo lercio letamaio, solo per pochi luridi spiccioli?”

Dacey Starklan 27-01-2016 17.14.10

La mia sorpresa fu grande ma non quanto i nobili della tavola quando capirono chi era l'intruso.

Ed ecco che tutti i punti si stavano ricongiungendo fino a formare un volto, un volto che svelava finalmente il misterioso avventore.

Dovetti sforzarmi di non sorridere, tanto che infine nascosi la bocca con le mani. Vedere il trambusto provocato dall'uomo era davvero divertente, una piacevole variazione alla monotonia della cena.

I suoi movimenti erano decisi, senza esitazione, sapeva esattamente ciò che stava facendo.

Altea 27-01-2016 17.18.38

Rimasi interdetta, come potevano comportarsi così..."Per favore...io lavoro in locanda, se passate domani vi pago io le tasse per questa famiglia...d' altronde vi faccio sempre bere gratuitamente in locanda.." guardai Alvaro..cosa altro potevamo fare?

Guisgard 27-01-2016 17.22.26

Il misterioso brigante ascoltò ogni parola di Gaynor, mentre le fiamme zampillavano sui rami secchi e disegnavano vivaci giochi di luci ed ombre intorno a loro, rendendo quello scenario, quell'angolo di bosco, quasi incantato.
“Nove su dieci” disse poi l'uomo, gettando altri sterpi sul fuoco “sono stati i soldati. Vogliono impaurirvi, milady... è una loro tattica che attuano con il popolo...” con disprezzo “... sono bestie, non uomini... degni cani del loro vile e tirannico padrone...” la fissò negli occhi “... siete stata generosa a portare altro denaro a Frate Roberto... ma voi? Ne avete per voi? Non vorrei che il vostro impegno a donare denaro ai poveri vi abbia poi dato noie...”

Guisgard 27-01-2016 17.28.20

Gwen e Gamarc sistemarono alcune erbe nella cucina della giovane e questo li occupò per un bel po'.
Poco dopo Mezzanotte il piccolo però cominciò a guardare fuori da una finestra.
“Sembra che i soldati se ne siano andati...” disse “... meglio che vada, mio nonno mi aspetta...”

Clio 27-01-2016 17.29.30

Trasalii.
Quegli occhi erano impossibili da dimenticare.
Erano passati anni, eppure in un istante fui catapultata indietro nel tempo.
Quando ancora le mie gote erano capaci di arrossire.
Ma non ero più quella ragazzina sognante a cui aveva spezzato il cuore senza nemmeno saperlo.
Vidi Lila alzare gli occhi timidamente e Clio sorriderle con uno sguardo che diceva "Tranquilla piccola, ci penso io adesso....".
Clio non era così facile da ferire.
Tutto sommato ero felice di vederlo, felice di sapere che il mio cuore era al sicuro ora, dietro la pesante armatura che lo avvolgeva.
E paradossalmente era stato molto più facile convincere Lila a proteggere il suo cuore infranto.
Avrei dovuto ringraziarlo, dopotutto.
Ma l'indifferenza era la migliore soluzione, certo non poteva sapere chi ero.
Per un momento temetti mi potesse riconoscere, poi mi ricordai che probabilmente non aveva mai saputo il mio nome, e sicuramente non si sarebbe mai ricordato di me.
Tanto meglio, tanto quel nome ormai era sepolto lontano.
Stavolta però il mio sguardo non tremò, restò saldo, indecifrabile, vagamente divertito da quella situazione.

Lady Gwen 27-01-2016 17.33.29

Sistemare la cucina ci occupò per un bel po'.
Doveva essere passata da poco la mezzanotte, quando vidi Gamarc guardare fuori dalla finestra.
Allora mi avvicinai, prendendogli le mani.
"Promettimi di stare molto molto attento lì fuori e ricorda: domani torna da me e se non mi trovi parla con madama Bettina. Se tuo nonno avrà ancora bisogno, preparerò altri sacchetti."

Lady Gaynor 27-01-2016 18.17.53

"Il denaro è l'unica cosa che non mi manca, milord..." risposi al Capo. "Insieme al titolo nobiliare sono stata provvista di una ricca dote. Piuttosto, possibile che non ci sia un modo efficace per contrastare questa tirannia? Dobbiamo subire senza poter muovere un dito?"

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Guisgard 27-01-2016 18.27.13

Tra lo stupore generale, il misterioso e nobile avventuriero avanzò fino alla tavola del barone, sorridendo con fare irriverente ai soldati che ora lo lasciavano passare.
“Salute, milord.” Disse Guisgard con un vistoso e sarcastico inchino a Ferico. “Dovreste insegnare l'educazione agli uomini del vostro Maresciallo...” lanciando un'occhiata a Fagas “... non avevo ancora messo piede nel castello con questo cervo che subito hanno tentato di strapparmelo. Dovreste nutrirli meglio, come si fa con i cani alla propria mensa.” Rise, per poi gettare pesantemente il cervo sul tavolo, davanti al barone. “In omaggio al duca Taddeo de' Taddei, signore vostro e di tutta Sygma. Che Dio lo benedica.”
“Voi siete un insolente molto coraggioso, ser Guisgard...” sorridendo il barone “... e di certo suscitate in noi un certo compiacimento.”
“Oh, vi ringrazio, milord.” Con un saluto ironico Guisgard. “Peccato che non sembra sia la stessa cosa per il vostro Maresciallo.” Divertito. “Cosa c'è, messere? Stanco di impiccare?”
“Sono pronto ad impiccarne un altro!” Gridò Fagas. “Adesso stesso!”
“Su, non adiratevi, messere.” Con un cenno della mano Ferico. “A tavola non è cortese discutere.” Si alzò. “Signori, vi presento ser Guisgard di Altafonte.” A Dacey, a Clio, ai suoi mercenari e a tutti i presenti.
E l'avventuriero dagli occhi azzurri mostrò un inchino alla tavola.
“Dite, cavaliere...” Ferico “... vi è stato servito del cibo?”
“Fin'ora ne ho portato.” Guisgard indicando il cervo.
“Allora sedetevi e mangiate con noi.” Con tono cortese il barone. “Alzatevi e fate posto al nostro ospite, ser Barba.”
“Ma, milord!” Indignato Barba.
“Su, obbedite!” Insistendo Ferico.
“Avanti, scansatevi.” Saltando Guisgard con agilità la tavola ed intimando al cavaliere di alzarsi.
E Barba cedette il posto al nuovo arrivato.
“Tanta impertinenza” fece Ferico “sarà di certo sostenuta da un potente appetito, immagino.”
“Dite bene.” Annuendo Guisgard, per poi prendere con un coltello un pezzo di pollo che gli veniva servito. “Devo dire che l'aria del bosco mi ha messo appetito.” Mangiando. “Nonostante la compagnia.” Ridendo piano.
“Forse il nostro nuovo arrivato ignora” bevendo Ferico “che tutta la terra di Monsperon è nostra. Sia i feudi nobiliari, che quelli vescovili. Compresi dunque i vostri, cavaliere.” Fissando Guisgard.
Intanto Fagas parlava sottovoce ad alcuni dei suoi soldati.
E a quelle parole del barone, Guisgard sputò a terra il cibo.
“Non vi piace un onesto cibo?” Chiese Ferico.
“Non quello di un traditore.” Rispose Guisgard. “E sono traditori tutti coloro che vi appoggiano.” Guardando il barone e i presenti.
Poi notò con la coda dell'occhio che i soldati stavano chiudendo le porte per impedire a chiunque di uscire.
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Guisgard 27-01-2016 18.32.32

“Voi dovete pagare anche le vostre tasse, madama.” Il soldato ad Altea. “Avete forse denaro a sufficienza per voi e per questi miserabili?” Rise. “O preferite pagare in altro modo?” Con tono lascivo.
“Che modo intendete?” Chiese Alvaro.
“Restatene fuori, voi.” Il soldato. “O finirete male.”
“Parlate non da soldato, ma da bischero!” Esclamò Alvaro.

Guisgard 27-01-2016 18.34.42

Il bambino annuì a Gwen, le diede un bacino sulle mani e uscì, per poi svanire nella notte.
Nel frattempo la notte trascorreva rapida e non mancavano molte ore all'alba.
L'indomani Gwen avrebbe dovuto incontrare Emon.

Dacey Starklan 27-01-2016 18.35.43

Lo spirito di questo Guisgard era davvero ammirevole. Non temeva ne il barone, ne il Maresciallo, ne i soldati armati.

Quando avrei voluto avere anche io il suo ardore.

Era tranquillo, noncurante del pericolo e Ferico sembrava fare il suo gioco, tant'è che lo invitò a tavola.

Io ne fui felice, avrei avuto una visione migliore per quel teatrino che andava avanti.

Il tutto mi faceva sorridere, e molto.

<< É un piacere fare la vostra conoscenza signore. Sono la principessa Dacey dell'isola di Mirza, molto, molto lontano da qui>> dissi marcando i "molto". Chissà se quel Guisgard sarebbe mai potuto divenire un mio alleato, magari aiutarmi nella fuga.

Altea 27-01-2016 18.35.44

Guardai il soldato con disprezzo.."Intendete con le mie grazie? Nossignore...non intendo pagare con quelle, non offendetevi ma una bevuta gratis ve la concederò".
Forse potevo andare da frate Roberto e lui avrebbe sistemato il tutto col barone, o mi avrebbe dato i soldi per pagare..."Guardate...vi prometto avrete tutto domani in taverna, vi darò il ricavato della mia lavorata...sono là, vi sta bene?".

Guisgard 27-01-2016 18.43.06

A quelle parole di Gaynor, il Capo gettò con rabbia un ramo secco sul fuoco, per poi alzarsi e fare qualche passo verso lo stagno.
La notte era silenziosa e la Luna si specchiava muta sulle docili acque.
“Non faccio che pensarci...” disse “... notte e giorno... è un'ossessione... come liberare Monsoperon da quel tiranno...” scosse il capo “... siamo tra due fuochi... la debole e divisa nobiltà a cui appartiene Ferico... oppure l'ambizione accentratrice di Taddeo il Cuor di Dragone?” Si voltò a guardare la dama. “Che sciocco, vero? Sono con una bellissima donna e parlo di politica...” rise appena “... credete ancora sia un gentiluomo? Non vi ho neanche offerto da mangiare.” Le si avvicinò, per poi quasi sfiorarle il collo con le dita. “E' tardi e l'aria è umida...” alzandole delicatamente la spallina del vestito che era scesa appena “... potreste ammalarvi...” poggiando il suo mantello sulle spalle di lei.

Clio 27-01-2016 18.49.15

Osservai la scena con aria vagamente divertita.
In realtà lo ero parecchio.
Mi chiesi a che gioco stesse giocando.
Oh, lo so chi è, meglio di quanto vorrei..
Ricordavo ancora la prima volta che la mia amica Fria mi aveva sussurrato il suo nome, accortasi del mio sguardo.
Mi limitai a chinare appena il capo alzando leggermente il bicchiere.
"Milord.." Dissi soltanto, portando poi il calice alle labbra.
Scoprii così l'identità della ragazza orientale, nonché il suo nome.
Una principessa, dunque, la cosa non mi sorprese visto il suo portamento regale.
Non dissi altro, le faccende politiche non ci riguardavano.
Ma era divertente.
Chissà se era legato ai Bringanti o no.
Continuai a mangiare come se niente fosse.

Lady Gwen 27-01-2016 18.50.49

Quasi mi commossi alla tenerezza infinita di quel piccolo bacio sulle mie mani, un gesto così sublime da parte di un bambino, contrapposto alla pervertita depravazione che animava quella spietata tirannia che controllava la nostra cittadina.
Avrei pregato per quella piccola anima, affinché non cadesse preda di quelle bestie in uniforme.
Decisi però di scacciare quei pensieri negativi; non mancavano molte ore all'alba e all'incontro con Emon.
Mi preparai dunque una tisana di rosa canina, liquirizia e menta piperita, dolce e rilassante, la bevvi con calma e andai poi a cambiarmi.
Indossai un abito di raso turchese con dei fiori ricamati e una rosa poco al di sotto della scollatura a cuore, stretto sotto il seno e che scendeva largo su una gonna di seta morbida di un rosa chiarissimo, quasi simile al bianco, a più strati.
Era uno dei miei abiti preferiti, lo indossavo quando ero un po' giù di morale, poichè il turchese del raso e i colori pastello dei ricami mi facevano stare meglio, evidenziando soprattutto la mia carnagione chiara del Nord e i miei capelli fulvi.
In attesa che il tempo passasse, sistemai il libro mastro dove annotavo tutti i conti relativi all'erboristeria.

Lady Gaynor 27-01-2016 19.00.56

Il Capo era visibilmente turbato mentre parlava di liberare Monsperon dalla tirannia. "Anche una bella donna può avere un cervello per discutere..." gli risposi sorridendo. "Io da parte mia non ho dubbi... Taddeo sarà anche ambizioso, ma non è malvagio, né vigliacco e soprattutto non è un debole, tutte spiacevoli caratteristiche che possiamo attribuire a quel maledetto barone..."
Mi fermai qualche istante a fissarlo, il bel viso maschio illuminato dalla luce del fuoco. "Certo che sono ancora convinta che siate un gentiluomo..." L'umidità si faceva sentire e il Capo mi mise il suo mantello sulle spalle. "Questa è la seconda volta che mi date il vostro mantello... l'altro è a casa, ve lo ridarò... adesso però venite vicino a me, se ci sediamo l'uno accanto all'altra il mantello ci coprirà entrambi..."

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Guisgard 27-01-2016 23.13.11

Il bambino era andato via e Gwen decise di ingannare il tempo che la separava dal nuovo giorno e dall'incontro nel bosco con Emon, con il suo libro registro in cui annotava i conti della sua erboristeria.
Aveva indossato un bell'abito color turchese che ravvivava i suoi tratti nordici.
Dopo un po' udì il primo canto del gallo.

Guisgard 27-01-2016 23.22.47

Guisgard sorrise con sufficienza al saluto dei cavalieri e dei cortigiani presenti.
Fu però cortese verso le due dame sedute a quella nobile dama.
"I miei omaggi, principessa..." disse con un cavalleresco cenno del capo a Dacey "... conosco la fitta malinconia che si prova quando si è lontani dalla propria terra... ma senza dubbio la vostra isola apparirà di certo meno bella senza di voi..." con un lieve sorriso "... i miei saluti, milady..." rivolto poi a Clio con un delicato inchino "... vostro servo."
"Bene..." Ferico "... ora che il nostro galletto ha omaggiato le nostre dame, possiamo richiedergli ciò che spetta a tutti i cavalieri di questa regione... il giuramento di fedeltà verso di noi."
"Ho già giurato, milord..." Guisgard senza smettere di gettare sguardi ai soldati che avevano chiuso le porte "... e un cavaliere ha una sola parola... la mia fedeltà va al duca Taddeo, signore di Capomazda e Sygma per Grazia di Dio." Fissando poi il barone.

Dacey Starklan 27-01-2016 23.26.57

Risposi con un leggero sorriso al saluto di Guisgard quindi rimasi in silenzio, per ascoltare il susseguirsi di battute tra lui e il barone.

No, non gliel'avrebbe data vinta tanto facilmente e non potevo che ammirare ancora una volta l'uomo e il suo coraggio

Guisgard 27-01-2016 23.27.24

Il soldato guardò Altea.
"È sia..." disse annuendo "... aspetteremo fino a domani per il denaro. Altrimenti pagherete come sapete."
È andarono via.
"Che Dio ci aiuti..." mormorò la donna.
"Quei soldati non mi garbano per niente." Fece Alvaro. "Parola mia che li rivedrò..."

Altea 27-01-2016 23.31.50

"Non preoccupatevi...domani alla taverna".
Lasciai se ne andassero e guardai ser Alvaro.."Ora avete capito la tirannia del barone, meglio andare da Frate Roberto e voi, milady, andate a curare vostro figlio..ci penserò io".
Attraversammo il bosco e giunti alla Pieve suonai il campanellino.
"Frate Roberto saprà come aiutarci" dissi al nobile.

Guisgard 27-01-2016 23.38.29

Il misterioso brigante sorrise a Gaynor e si sedette accanto a lei, in modo che il lungo mantello avvolgente entrambi.
Ed infatti la reciproca vicinanza sollevò i due dal freddo che ora si faceva a sentire sul bosco.
"Potete tenere il mio mantello..." disse il Capo stringendo entrambi sotto quella stoffa "... se volete, ovvio... ma in verità devo dirvi che un po' mi secca dover essere un gentiluomo ora... altrimenti avrei potuto chiedervi indietro il mantello come scusa per rivedervi in questo bosco." Facendole l'occhiolino.
Dalla borsa che aveva con sé tirò fuori una bottiglia.
"Non potrò offrirvi da mangiare, ma in compenso posso farvi assaggiare questo vino... vi rivelero' che si tratta di tutto ciò che resta della mia cantina, andata distrutta nell'incendio che mi privo' della mia dimora..." aprì la bottiglia e la porse alla dama "... assaggiatelo e scoprirete il vero volto di Sygma... come guardare un dipinto o ascoltare una poesia..."

Lady Gwen 27-01-2016 23.42.33

Quell'attività mi tenne impegnata per tutto il tempo, fin quando non sentii il primo canto del gallo.
Allora sentii una sorta di ansia, il respiro si mozzò e il cuore iniziò a battere forte.
Mi ritrovai a sorridere, pensando quanto fosse strano l'effetto che quel ragazzo, quasi sconosciuto, mi faceva.
Era un'inebriazione così dolce, che quasi non potevi farne a meno.

Guisgard 27-01-2016 23.48.09

A quelle parole di Guisgard, il barone trasali'.
Fagas allora si alzò di scatto ed estrasse la spada.
"Quando mi avevano detto del vostro ritorno" disse con disprezzo il Maresciallo "volevo quasi far mozzare la lingua a quel testimone, credendo mi stesse ingannando. Infatti non vi facevo così pazzo da tornare qui. Ora morirete."
"Uccidete il traditore ora che il veleno è ancora caldo sulle sue labbra!" Gridò qualcuno dei presenti.
Allora un soldato lanciò la sua alabarda verso il Capomazdese.
Questi però, lesto, schivo' il colpo mortale, con la punta dell'alabarda che si conficco' sulla sedia.
Guisgard così si alzò di scatto e mise mano alla spada, respingendo l'attacco degli uomini del Maresciallo.
Corse allora verso le scale di pietra e da lì con l'arco scagliò una freccia che fece cadere il pesante lampadario di candele sulla tavola.
Allora Fagas si lanciò verso di lui brandendo la spada.
Tutto ciò sotto lo sguardo di Dacey e Clio.

Guisgard 27-01-2016 23.54.08

Altea e Alvaro lasciarono la casa di quella povera gente e si diressero verso la Pieve.
Ma giùnti al Sacro Edificio, i due trovarono dei soldati che girovagavano per quella radura.
"Sembra ci siano soldati ovunque da codeste parti..." disse piano Alvaro alla dama "... Maremma Militare!"
Restando ben nascosti nella vegetazione per non farsi vedere.

Guisgard 27-01-2016 23.57.29

Il gallo cantò di nuovo ed il nuovo giorno era sempre più vicino.
E ciò faceva crescere sempre più l'ansia di Gwen.
La giovane avvertiva un gran desiderio di rivedere Emon ed ormai mancava poco al loro appuntamento.
Poco dopo spuntò l'alba.

Dacey Starklan 27-01-2016 23.57.48

Fu tutto molto rapido ma i miei occhi riuscirono a seguire la scena con attenzione, mentre il mio cuore batteva forte.

La lotta sembrava impari, un uomo solo contro molti ma questi non era un uomo qualunque.

La sua fuga sulla scale e infine quella freccia. Appena la scoccò indovinai la traiettoria, balzando in piedi e allontanandomi subito dal tavolo, un secondo prima che il lampadario si infrangesse su di esso

Clio 28-01-2016 00.00.13

Sorrisi appena alle parole di Guisgard.
Quelle parole mi riportarono indietro, senza volerlo, a un giorno lontano.
Un giorno che non ricordavo mai volentieri.

Non avevo mai amato i tornei.
O meglio, li avrei adorati... se solo avessi potuto combattere.
Ancora ricordavo il viso prima meravigliato, poi severo di mio padre mentre mi spiegava che no, non avrei mai potuto partecipare a un torneo.
Che una donna non poteva diventare un cavaliere.
Sebbene io non desiderassi altro.
Poi era arrivata mia madre, e mia nonna ovviamente, a dirmi che non stava bene, che nessun uomo mi avrebbe mai voluto.
Cose che mi erano entrate in un orecchio e uscito dall'altro.
Ora, grazie a mia zia potevo realizzare il mio sogno. Forse non sarei mai stata un vero cavaliere, ma al momento giusto avrei dimostrato a mio padre e a tutta la corte che non era una follia. Sognavo di andare all'assalto in testa alle truppe ducali.
Mio fratello non era un guerriero, e io avrei potuto guidare l'esercito al posto suo, insieme avremmo governato Miral e le città libere del ducato, unite sotto lo stemma del Lupo e della Vipera.
Ma quelli erano solo sogni, sogni che mi davano la forza però di adempiere la mia parte del patto stipolato con mia zia, essere un'ottima dama di corte, essere inattaccabile.
Lei era stata la prima a dirmi che non dovevo privarmi della passione per le armi, dovevo solo nasconderla.
Quel giorno però non ero del mio umore migliore.
Mi ero preparata minuziosamente, sperando di incrociare il suo sguardo, avevo scelto quell'abito di velluto rosso perché esaltava la mia carnagione, e la sua linea sinuosa seguiva il mio corpo come una carezza leggera.
Camminavo tra i padiglioni, cercando qualcosa che mi distraesse da quei maledetti pensieri, per un po' osservai un cavaliere allenarsi, poi alzai gli occhi al cielo e ripresi a camminare, guardandomi attorno.
D'un tratto, un'ombra veloce mi si avvicinò.
"Lila, maledizione, che ti è saltato in testa?" la mia amica Fria mi prese sottobraccio.
Io la guardai stralunata. "Che stai dicendo?" le chiesi.
"Tirdalo.." mi guardò come se quel nome dovesse avere un significato per me.
"Perché diavolo lo stavi guardando?"
"Mi annoiavo.. perché?" non capivo.
"Beh, sta venendo qui... qualcuno ti ha visto.."
Alzai le spalle "Lassa che vegna..." con l'accento di Lortena, che ben si adattava.
"Ma.." protestò Fria, ma si zittì immediatamente, rendendosi conto che dei cavalieri si erano avvicinando a noi.
Li squadrai con aria si sufficienza, sforzandomi di sorridere appena.
Il tizio che avevo osservato si avvicinò e si inchinò.
"Ser Tirdalo, al vostro servizio.." allungando la mano per prendere la mia.
Gliela porsi quasi meccanicamente.
Il mio sguardo, tuttavia era stato catturato da una figura alle sue spalle, ma lo distolsi rapidamente.
Purtroppo però, nel farlo lo vidi: quel nastro.
Serrai la mascella in maniera impercettibile.
"Vorrete farmi l'onore di essere la mia madrina?" incalzò Tirdalo.
Io lo squadrai severa, per poi ridere appena, nervosamente.
"Cielo no, mi fareste fare una pessima figura.." quasi senza accorgermene.
Fria al mio fianco impallidì e mi strinse il braccio.
"Mettete in dubbio il mio valore, madama?" visibilmente contrariato il cavaliere.
"Non credo sia un segreto.." alzai le spalle io.
"Cosa ve lo fa pensare?"
Io alzai lo sguardo su di lui, solo su di lui.
Quella rabbia che mi ribolliva dentro andava sfogata in qualche modo, e quel poveraccio capitava a fagiolo.
"La vostra guardia, naturalmente..." come fosse la cosa più ovvia.
"La.. mia.. guardia?" incredulo lui.
"Sì, è troppo sbilanciata.. anche un bambino potrebbe farvi perdere l'equilibrio, non sarete mai stabile... inoltre non caricate bene i colpi.. credete che basti avere braccia di quelle dimensioni se l'altro ci mette tutto il peso del corpo?".
Restai con lo sguardo in quello del cavaliere per un lungo istante.
"Date retta a me, cercatevi un'altra madrina, ce ne sono un sacco di donne che non fanno caso a queste cose.." con un sorriso forzato.
Lui non replicò, e abbassò lo sguardo.
"Ora se non vi dispiace.." sempre sorridendo forzatamente "Signori.." chinando appena il capo.
Una volta lontane, Fria scoppiò a ridere.
"Tu sei pazza.." scuotendo la testa.
Io sorrisi appena.
"Nove su dieci il suo maestro d'armi gli ha detto le stesse cose, per quello non ha ribattuto..." divertita, per poi sospirare "Non avrei dovuto espormi in quel modo.." pensierosa "Se mio padre lo venisse a sapere...".
"Non credo che lo racconterà mai a qualcuno.." sorridendo la mia amica.
"Fria, eccoti finalmente..." un giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri si avvicinò.
La mia amica si illuminò.
"Posso rubarvela, Lilian?" cortesemente il cavaliere.
Io sorrisi, e annuii.
"Naturalmente.." lasciando il braccio di Fria "Fatevi onore sir Milus.." con un leggero cenno del capo.
Li osservai andare via con un sorriso, per poi sospirare.
Non ero ancora in condizioni di raggiungere il palco, avrei rischiato di dire qualcosa di inappropriato.
Così continuai a camminare, per schiarirmi le idee..
Arrivai ai margini del campo, dove la gente ormai si diradava.
Sembrava esserci uno strano silenzio, le voci della festa erano lontane, tranne alcune.
Ragazzi che ridevano.
Osservai la scena da dietro un albero.
Una gara di abilità, nientemeno.
Quei cavalieri si sfidavano allegramente cercando di colpire un bersaglio con dei coltelli.
"Facile.." pensai.
Ma a quanto pare per loro no, dato che continuavano a sbagliare.
Scossi la testa. Perché quegli incapaci potevano combattere e io invece dovevo stare buona buona in un corsetto.
Trasalii.
Il mio corsetto!
Guardai circospetta a destra e sinistra che non ci fosse nessuno, poi presi velocemente un pugnale che tenevo proprio tra le stecche del corpetto.
Lo guardai per un istante con uno sguardo soddisfatto.
Un profondo respiro, caricai il braccio come avevo fatto decine di volte in allenamento, mirai e tirai, colpendo il bersaglio.
Risi piano, nascondendomi dietro un albero.
Quella anonima vittoria mi aveva fatto tornare il buonumore.
Poi mi bloccai: qualcuno stava applaudendo alle mie spalle.
Ero fritta..
"Complimenti..." una voce alle mie spalle.
Quella voce..
L'avevo sentita poche volte, e non si era mai rivolta a me.
E io che ero andata fin lì per non pensarci.
Ma l'adrenalina di quel lancio mi rese audace e mi voltai, con un sorriso divertito.
"Grazie.." dissi soltanto, tentando di tenere a bada i battiti del mio cuore, anche se probabilmente ero arrossita.
"Ecco perché il povero Tirdalo non ha avuto scampo.." divertito a sua volta.
Io sorrisi appena, concedendomi di alzare gli occhi su di lui.
Ero in trappola, catturata da quell'azzurro inconfondibile in cui mi sembrava di annegare.
Così da vicino, poi, era ancora peggio.
Sentivo l'adrenalina combattere con il rossore sulle gote, sul fiato che mancava.
Poi fu qualcosa di diverso a prendere il controllo, qualcosa che non conoscevo, che non controllavo.
Mi avvicinai a lui di un passo, poi di un altro, senza distogliere mai lo sguardo.
"Già.." dissi, con voce bassa e calda "Ma non ditelo in giro, mi raccomando.." con un sorrisetto vagamente divertita per poi andarmene senza aggiungere altro, senza voltarmi indietro, mentre mille sensazioni diverse attraversavano il mio essere.


Il mio sguardo si indurì a quel ricordo.
Sciocca e patetica ragazzina...
Avevo giurato a me stessa che non avrei mai permesso a nessuno di ferirmi di nuovo.
Il mio cuore era ben protetto ora, pensai con un sorriso.
Lui probabilmente non avrebbe mai saputo che regalo mi aveva fatto.
Aveva reso il mio cuore insensibile, ghiacciato.
Non era stato difficile rinunciare all'Amore, quando scopri quanto questo possa distruggerti.
Finii in fretta il mio bicchiere di vino, per scacciare quei pensieri.
Fortunatamente la situazione era precipitata e poteva distrarmi.
I soldati del maresciallo non erano in granchè.
Aveva fatto una gran baruffa.
Era una questione personale per Fagas e quindi era meglio non immischiarmi, ma non potevo stare con le mani in mano.
Era un nemico del barone, e quindi anche mio.
Mi alzai a mia volta, e feci cenno ai Montanari di fare altrettanto, sfoderando Damasgrada.
Non ci immischiammo nel duello tra Guisgard e il maresciallo, ma li circondammo, in modo che il cavaliere non potesse scappare.

Altea 28-01-2016 00.00.32

Alvaro mi fece notare il viavai di soldati..."Deve essere successo qualcosa..o cercano qualcuno" dissi pensierosa.."Aspettiamo se ne vadano nascosti qui o prendiamo una stradina laterale e andiamo alla rocca?" chiesi al nobile tra la vegetazione salendo su Cruz per sicurezza.

Lady Gwen 28-01-2016 00.05.00

Il gallo cantò di nuovo.
Altra impazienza.
l'oscurità della notte si fece poi da parte, per accogliere l'incedere del mattino.
Mancava poco.
Posai quindi il libro e cercai il cesto che di solito utulizzavo per raccogliere le erbe, che avrebbe potuto servirmi, dopo quell'attesa così palpitante ed emozionante.

Guisgard 28-01-2016 00.22.29

Il lampadario cadde pesantemente sulla tavola, schiantandosi tra i piatti, le brocche ed il cibo.
Dacey lesta fece un passo indietro, evitando così di essere ferita.
Alle sue spalle avvertì però una presenza.
"Venite, potrebbero ferirvi." Disse Jean invitandola a mettersi in un angolo della sala.
Nel salone infatti lo scontro tra il nobile ribelle ed i soldati aveva scatenato il caos.
Alla fine anche Clio ed i suoi uomini decisero di buttarsi nella mischia.
Non per combattere, ma per tenere il tutto sottocontrollo.
Infatti i mercenari circondarono il capannello di uomini che cercava di uccidere Guisgard.
Così facendo i Montanari avevano chiuso ogni via di fuga al Capomazdese.
Il Maresciallo si lanciò verso di lui con la spada in pugno, seguito subito dai suoi soldati.
Guisgard comprese allora di non avere molte possibilità.
Ma ogni via di fuga ora sembrava inesistente.
Il nobile ribelle si voltò così verso la grande bifora che si apriva nel muro alla destra delle scale.
Si lanciò allora sulla finestra e gettò poi uno sguardo in basso.
Si lasciò cadere di sotto, afferrando lo stendardo che fuori pendeva sul cortile.
Appeso alla stoffa araldica, questa si strappò, facendo così scendere dolcemente Guisgard fin nel cortile.
Raggiunse allora uno dei cavalli e vi montò, per poi galoppare verso il portone.
"Chiudete il portone!" Gridò uno dei soldati.
Ma il nobile ribelle riuscì a sfrecciare via, con i soldati che tentavano di colpirlo con le frecce delle loro balestre.
Ma il buio della notte coprì la fuga di Guisgard, che svanì nelle tenebre.
Poco dopo cominciò ad aleggiare.

Guisgard 28-01-2016 00.24.32

"Credo debbano terminare il loro giro di ronda..." disse Alvaro ad Altea "... si, concordo con voi... sarà meglio tornare alla vostra dimora... magari domani sarà più sicuro venire alla Pieve..."

Guisgard 28-01-2016 00.27.55

Il Sole spuntò e pian piano rischiaro' prima il cielo, poi le dolci pendici dei colli che avvolgevano Monsperon.
Giunse così il mattino e lentamente la città si destò dal torpore della notte, con le botteghe che una dopo l'altra si aprirono al nuovo giorno.
Ormai era giunto il momento per Gwen di andare all'appuntamento con Emon.

Altea 28-01-2016 00.30.28

Annuii..prendemmo una stradina secondaria del bosco e arrivammo alla Rocca, legai Cruz e salimmo velocemente e chiusi col pesante catenaccio.
"Meglio riposare, domani decideremo il da farsi..potete dormire laggiù sul letto di Tomas".
Salii le scale di pietra fino la Torre, mi spogliai indossando una delle preziose camicie da notte di seta dono di Madame Sibille e mi misi sotto le coperte e presi sonno.

Clio 28-01-2016 00.31.19

Era una lotta impari, eppure a Guisgard non sembrava importare.
Però, ci sa fare il ragazzo...
Pensai, mentre davo ordine ai miei di contenere la baruffa.
Era in trappola, non poteva sfuggirci.
Quando si avvicinò alla finestra credetti stesse bluffando.
Invece sembrava davvero intenzionato a buttarsi di sotto.
E lo fece, sotto gli sguardi attoniti degli astanti.
Ma la stoffa araldica del barone lo fece scivolare a terra dolcemente e sparì, come un'ombra nella notte.
A quel punto noi servivamo a poco.
Ci era stato affidato un compito diverso, fino a prova contraria.
Così, tornammo nei nostri alloggi, e io aggiornai i miei uomini su quanto scoperto nella locanda dai soldati del barone.
"Sullor, voglio che mi scopri tutto quello che c'è da sapere su questa storia, se c'è anche un minimo collegamento dobbiamo trovarlo!"
Sospirai, sedendomi al tavolo.
"Dobbiamo pensare una strategia per quei briganti!" Ai miei.


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