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Guardai la dottoressa.."Sto parlando delle loro attività interne...vi è qualcosa non mi è chiaro...il fatto di mio fratello è una cosa a parte, a meno che non scopriamo sia tutto collegato...sono qui per questo..perchè il dottore Iasevol mi aiuti no?" sorrisi alla donna mentre osservavo ogni dettaglio attorno...mi chiesi perchè erano stati così interessati a scagionare il Falco o Figlio del Vento..non sono affari tuoi..non ti ha risposto agli sms, si potrebbe aver cambiato numero..mah insomma..più lontano ci stai meglio è, lo sai...si ma se stesse male? E' cosi portentoso, vuoi che abbia bisogno di te Altea?.
Ero persa in quei pensieri e la dottoressa mi fissava pensierosa e sorrisi.."Oh scusi..ero persa in pensieri..io sono venuta a riportare i fatti, poi sarà il dottore a valutare penso..." tranquillamente. |
Iasevol sorrise a Clio.
“No, biondina, no...” disse il pilota alla ragazza, tirando l'ultima boccata da quella sigaretta, per poi spegnerla nel posacenere sul tavolo “... a me non interessa niente delle vostre sfide...” soffiando fumo “... io voglio solo scontare i miei sei mesi di carcere e poi andarmene via, magari lontano da questa città...” sorridendo beffardo a Clio “... se poi vuoi davvero conoscere le mie qualità, quelle vere, beh, puoi sempre chiedermi un appuntamento, no? Anche stanotte se ti va.” Facendole l'occhiolino e ridendo. “Beh, a questo punto credo che non ci sia altro da dire, signori...” alzandosi. |
“Prima faremo, prima lasceremo questo luogo...” disse Ardes a Gaynor.
Ad un tratto i due sentirono diversi e strani rumori provenire dalla stanza accanto. |
Sorrisi impercettibilmente alla sua frase.
Già, a cosa pensavo. Intanto le sue mani avevano raggiunto il mio reggiseno, sfiorandolo con estrema audacia. "Penso che non vorrei che ci fosse mai nessun'altra nelle tue fantasie, nei tuoi pensieri..." Risposi piano. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Non saprei...” disse Ren a Nyoko “... non ricordi in che modo tuo nonno ne parlava? Bene o male?” Fissandola. “Magari lo conosce, o forse lo ha solo sentito nominare... forse dovresti chiamarlo a casa col tuo cellulare e chiedere...”
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Il cameriere annuì a Nora e le chiese gentilmente di entrare e seguirlo.
Era una villa molto grande e sfarzosa, di quelle di gusto Neoclassico con richiami di un Barocco antico e pomposo, usate dalla nobiltà come dimore di caccia sulla strada di Saggesia che anticamente univa l'odierna Capomazda City con la capitale Afragolignone. Il distinto maggiordomo fece allora accomodare Nora in un ampio salone, pieno zeppo di oggetti di esteticamente arditi. “Vogliate attendere qui, prego.” Disse, per poi uscire. Poco dopo la porta del salone si aprì ed entrò qualcuno. |
"Hai sentito?" Mormorai "Affacciamoci e se non ci convince ciò che vediamo ce la diamo a gambe levate..."
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Nora seguì il cameriere.
Appena quello la fece entrare, la ragazza storse il naso. Troppo pomposo, troppo sfarzoso, troppo barocco, troppo lussuoso, troppo... Tutto. Era veramente troppo. Quando uscì, dicendo a Nora di aspettare, la ragazza dagli occhi blu si sedette su un divano, pomposo anche lui, ma piuttosto comodo, dovette ammettere. Dopo poco la porta si aprì e la giovane, sempre seduta su quel divano, in modo non esattamente aggraziato, si voltò |
"Credo... In male..." dissi pensandoci bene. Presi il cellulare e composi il numero.
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La reazione del pilota mi stupì non poco.
Decisamente il mio aspetto creava delle reazioni particolari negli uomini, ci aveva visto giusto mio padre. Sempre che non ci sia dell'altro... Mi rabbuiai per un momento a quel pensiero: non era né il momento né il luogo per pensarci. Ma il suo tono non mi sembrava offensivo, così risposi con un sorriso divertito. "No, caro.." scuotendo la testa con un sorriso enigmatico "Non è mica così che funziona... una donna non dovrebbe mai rincorrere un uomo..." con un sorriso beffardo di risposta al suo "Tantomeno chiedere un appuntamento... semmai è il contrario". Non scoppiare a ridere fu davvero difficile, mentre mi fingevo esperta di comportamenti umani. Eppure sapevo che nel codice di comportamento umano, per come mi era stato presentato, era chiaro il concetto secondo il quale una donna che rincorre un uomo è piuttosto patetica, e rischia poi di ottenere l'effetto contrario. Dopotutto, se un uomo è interessato a una donna troverà il modo di raggiungerla, di sorprenderla, ma se non è interessato, rincorrerlo a tutti i costi non risolverà niente. Se il comportamento umano era affascinante, il sottile gioco di ruoli tra uomo e donna era forse la cosa più affascinante di tutte, la più complessa, certo, ma anche la più affascinante e unica. Forse era la cosa che più invidiavo agli esseri umani. Mi avevano sempre affascinato quei giochi di sguardi e di parole, e poterlo provare sulla mia pelle era davvero entusiasmante. Anche se la cosa più grave in realtà era il suo non voler collaborare. Non capivo perché Iasevol non parlasse. Che potevo dire o fare per convincerlo? Se era davvero così bravo, sarebbe stato un peccato lasciarlo andare via. Così alzai le spalle a quelle sue ultime parole. "Peccato.." scuotendo piano la testa "Ti avremmo offerto l'opportunità di guidare una macchina unica al mondo, fare la storia, riscattare il tuo nome..." con noncuranza "Cose così insomma...". Guardai per un momento Iasevol che se ne stava zitto, e non ne capivo il motivo. "Ma troveremo qualcun altro, che dite, dottore?" chiesi a Iasevol "Dopotutto dice che sono tutte fandonie, che non è affatto bravo come dicono... solo il pilota migliore al mondo potrebbe riuscire a governare quella macchina..." con un sorriso beffardo "Hanno fallito tutti, probabilmente fallirebbe anche lui se lo lasciassimo provare... meglio quindi che non voglia nemmeno mettercisi.. probabilmente ha paura.." voltando lo sguardo verso di lui, fino ad incrociare nuovamente i suoi occhi azzurri, con un'espressione indecifrabile a guidare i miei. |
Tardes si lasciò baciare sul petto da Dacey.
Allora la prese in braccio e la baciò. La porta nel bagno, adagiandola sul bordo della vasca. Aprì così l'acqua calda per riempirla. Versò poi del sapone, fino a quando la schiuma ricoprì il pelo dell'acqua. Guardò allora la sua bella e giovane moglie e cominciò a spogliarsi. |
Elv restò per un lungo istante a guardare Gwen negli occhi, per poi raggiungere il ferretto del suo reggiseno e sganciarlo piano.
Lo tirò allora via, scoprendo il suo seno e restando a guardarlo. “Non potrebbe esserci nessun'altra...” disse pianissimo “... non più...” |
A quelle parole di Clio, il pilota rise.
Una risata beffarda, sarcastica, persino irriverente. “Non sei brava come credi, biondina.” Disse fissandola. “Le tue provocazioni non hanno lo stesso effetto dei tuoi occhi, credimi. Ma su una cosa hai detto giusto... detesto le donne che prendono l'iniziativa. Mi piace corteggiarle, ammaliarle, stupirle, conquistarle.” Facendole l'occhiolino. “Le cose troppo semplici, troppo facile e scontate mi annoiano.” Sistemandosi il bavero del suo giubbotto di pelle. “Aspetti...” intervenne Iasevol “... io invece credo che lei sia proprio ciò che cerchiamo... ho visto i suoi record, le telemetrie dei suoi giri... lei ha un talento unico in fatto di auto... e noi abbiamo bisogno di lei...” “Mi spiace, tengo troppo alla mia libertà...” fece lui “... meglio sei mesi al fresco e poi fregarsene di tutto e tutti, che restare invece qui a fare chissà cosa... quindi vi saluto...” guardò Clio “... ciao, biondina.” Facendole l'occhiolino. Ed uscì dalla stanza, raggiungendo il cortile interno del centro. http://www.radiomontecarlo.net/resiz...?1446557629000 |
Non mi rispose, restò a guardarmi e poi, senza una parola, sganciò il ferretto che chiudeva il mio reggiseno, per poi togliere quest'ultimo.
Le sue parole mi fecero sentire felice, di una strana felicità che non pensavo di poter provare. Allora mi avvicinai a lui. "Forse volevo solo sentirmelo dire..." sussurrai, con l'ombra di un sorriso, per poi baciarlo lentamente e assaporando la sensazione del mio corpo contro il suo petto nudo e accogliente. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Si, hai ragione...” disse Ardes a Gaynor, tenendo però stretta la pistola nella tasca.
Un attimo dopo la porta si aprì di colpo ed alcune figure apparvero sulla soglia. Erano uomini armati. “Eccoli, sono loro.” Il chirurgo a quelli, indicando il fuggiasco e la ragazza. “Canaglia e vile...” Ardes al chirurgo. Gli uomini allora presero di peso Ardes e lo portarono fuori dalla stanza. Un attimo dopo Gaynor sentì due colpi di pistola. Poi quegli uomini tornarono. Ardes non era più con loro. |
Sorrisi, divertita a quelle parole.
Oh, non sai quanto non sono brava... Era stato divertente provare a giocare con la psiche umana, ma avevo ancora molto da imparare, era evidente. Però la cosa mi affascinava, mi stuzzicava. Restai in silenzio, con un sorrisetto divertito dipinto sul volto mentre mi parlava. Per lo meno su una cosa ci avevo visto giusto, e le mie informazioni di base non erano poi così sconclusionate. E per un breve, brevissimo momento mi chiesi come sarebbe stato. Essere corteggiata, ammaliata, stupita, conquistata. Cosa proverebbe una donna al centro di tutto questo? Probabilmente non l'avrei mai scoperto, pensai, nascondendo un velo di malinconia persino a me stessa. Usa dalla stanza, e io mi voltai verso Iasevol, sconvolta. "Non possiamo mica lasciarlo andare via così!" esclamai "Che facciamo?". |
Elv sentì il corpo di Gwen, i seni di lei, contro il suo petto.
E poi le labbra della ragazza contro la sua bocca. Allora si baciarono. Un bacio lento, dolce all'inizio e poi sempre più profondo, caldo, passionale. Un bacio che incatenò le loro labbra e poi i loro corpi in un abbraccio forte, ipetuoso. Ma proprio in quel momento il cellulare del giovane, chiuso nel giubbotto, cominciò a squillare. Elv lo fece suonare, ma ci furono altre telefonate, sempre più incalzanti. “Pare che qualcuno abbia molta fredda...” disse il teppista fissando il suo giubbotto. |
“Eh, purtroppo ben poco...” disse Iasevol a Clio “... non possiamo certo obbligarlo... al massimo intimorirlo, dicendo di voler ritirare la cauzione nel caso non collaborasse...” pensieroso “... ma mi sembra un uomo disilluso... dopotutto nel suo fascicolo era descritto molto chiaramente il suo carattere... forse la nostra unica possibilità e tampinarlo... nel vero senso della parola... stargli dietro e cercare di coinvolgerlo... o minacciare di rimandarlo in prigione...”
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Rispose al mio bacio, prima dolcemente, piano, poi il bacio si scaldò, diventando più profondo, passionale.
Un bacio che sfociò in un abbraccio impetuoso, forte, un abbraccio che esprimeva il bisogno reciproco l'uno dell'altra. Ad un certo punto il suo telefono squillò. Credevo che avrebbe risposto, invece lo lasciò squillare, ancora e ancora. Chiunque fosse dall'altra parte, però, non sembrava intenzionato a desistere. Sospirai appena. "Se insistono tanto magari è importante" dissi con un leggero sorriso, dandogli un altro piccolo bacio. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Guardai Iasevol, perplessa.
"Tampinarlo?" scuotendo la testa "Che cosa orribile!" con aria di disapprovazione. "Se vuoi posso provare a parlarci io.." proposi "Sembrava rispondere anche lui al mio aspetto, no?" con un leggero sorriso. "Secondo me basterebbe fargli vedere la macchina..." sospirai "Se è davvero un pilota così bravo non se la lascerà sfuggire, non credete?" pensierosa. "Solo che non possiamo prenderlo di peso e portarlo di là.." risi piano "Cioè io potrei, volendo, ma credo che sarebbe poco.. appropriato, immagino" con un leggero sorriso. "Anche se magari servirebbe a incuriosirlo, chi lo sa.." sarcastica. |
Ardes non ebbe il tempo di andare a controllare. La porta si spalancò e degli uomini armati entrarono nella stanza, prendendolo di peso e trascinandolo nello studio. Quel maledetto dottore lo aveva tradito... Qualche secondo dopo udii due colpi di pistola. Immaginando cosa fosse successo, gli occhi mi si riempirono di lacrime... Ardes era una brava persona e avrebbe meritato la libertà. Quegli uomini armati tornarono da me e lui non c'era...
"È morto?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Si.” Disse annuendo uno di quegli uomini a Gaynor. “Di lei cosa ne facciamo? La faccio fuori?” Caricando la pistola e voltandosi verso la porta.
Allora un'altra figura apparve. Indossava abiti neri, un lungo mantello del medesimo colore e sul viso aveva una maschera. Guardò la ragazza per un lungo istante attraverso le fessure di quella maschera. Il colore degli occhi, un azzurro profondo ed indefinito, era l'unica cosa che si poteva vedere. “No, lei no.” Mormorò. “La porteremo con noi. Ha i capelli chiari.” Alcuni di quegli uomini afferrarono Gaynor e la portarono fuori. http://www.hdmagazine.it/wp-content/...do-stasera.jpg |
Mi lasciai trasferire fino al bagno, quasi faticavo a credere che lui lo stesse davvero facendo.
Lo guardai mentre si spogliava davanti ai miei occhi e non potei fare a meno che avvicinarmi e stringerlo a me. |
Nora si voltò e vide entrare un uomo anziano, ma dall'aspetto forte e robusto.
Si avvicinò ad uno dei mobili intarsiati al gusto di Francia, prese da una scatola d'avorio un grosso sigaro e lo accese. Poi si sedette e guardò la ragazza. “Ebbene...” disse “... desiderate?” Fumando. “Non credo di conoscervi.” |
Elv annuì a malincuore.
Prese allora il cellulare nel giubbotto, senza far allontanare Gwen da sé, stretta com'era contro il suo petto ed entrambi erano nudi. “Si...” disse lui rispondendo “... si, dimmi... ne sei sicuro? Certo che i credo, ma mi sembra strano... possibile siano tanto idioti? Si, già... forse è come dici... ma si sa cosa vogliono? Insomma deve pur esserci un motivo se sono usciti fuori dal buco in cui si erano rintanati... ok... ok, arrivo...” e staccò la chiamata. |
Entrò nella stanza un uomo robusto, anziano, che prese un sigaro da un mobile e poi si sedette di fronte a Nora.
"Ho portato le pistole che aveva richiesto" rispose secca lei, mettendo il pacco sul tavolino che li divideva "Lavoro al negozio di antiquariato, l'ho detto al suo maggiordomo. Ha fatto lei l'ordine, no?" chiese, schietta. In realtà stava cominciando a perdere la pazienza. Quel maggiordomo dei suoi stivali doveva averla annunciata all'uomo, no? Cosa gli aveva detto, che era lì per vendere caramelle? |
“Ovvio che reagisce al tuo aspetto, Clio.” Disse Iasevol sedendosi alla sua scrivania. “E' un uomo e tu sei una ragazza molto bella. Anche se non credo di aver capito cosa tu davvero abbia in mente per convincerlo...” fissandola.
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Tardes si spogliò completamente davanti a Dacey, che si avvicinò e lo abbracciò.
“Forse” disse dovresti farlo anche tu, no? O nella vasca finirai per bagnarti tutti i vestiti...” fissandola, mentre il vapore dell'acqua calda inumidiva lo specchio del bagno ed i vetri di porta e finestra. |
"Non lo so.." pensierosa "Portarlo a vedere la macchina?".
Trasalii. "Potrei..." mormorai, piano "Potrei offrirmi di accompagnarlo, e guidare la macchina, senza raggiungere velocità necessarie per i test, guidando alla normale velocità urbana non dovrebbero esserci problemi..." guardando il professore. "Che dici, potrebbe funzionare?" pensierosa. |
Nei secondi che seguirono, capii che quelli non erano poliziotti, bensì criminali intenzionati ad uccidermi. Non feci nemmeno in tempo a lasciarmi prendere dal terrore, che una figura mascherata vestita di nero entrò nella stanza e diede ordine di portarmi con loro perché avevo i capelli chiari. Di quell'uomo potevo scorgere soltanto l'azzurro degli occhi, il resto era tutto coperto. Ero così terrorizzata che non riuscivo neanche a parlare, potevo solo immaginarmi come vittima bionda di chissà quale rito sacrificale. Il pensiero andò poi alle mie bimbe e il cuore mi si riempì di pena. Solo il giorno prima mi avevano accarezzato con le loro manine e adesso invece non le avrei più riviste... Mentre mi trascinavano fuori, cominciai a piangere a dirotto.
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Restai stretta a lui, con la testa sulla sua spalla, mentre rispondeva al telefono.
A quanto pareva, la sua presenza era richiesta altrove. "Immagino tu debba andare..." mormorai a malincuore, abbassando lo sguardo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Ah, si, ricordo...” disse l'uomo, per poi posare il sigaro su un pesante posacenere di marmo sul tavolo “... le aspettavo da giorni...” aprendo il pacco “... si... sembrano loro...” osservandole “... First e Mckintosh... 1873... con un solo colpo si poteva far saltare la testa di un uomo dal collo come fosse un tappo di bottiglia... sembra perfettamente funzionante... calcio in madreperla... sei colpi e caricatore a scatto... canna intarsiata... si, tutto perfetto...” guardando Nora “... ora non resta che provarle, no?”
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La ragazza dagli occhi blu restò ad ascoltare l'uomo mentre studiava e analizzava le armi.
Si vedeva che sapeva il fatto suo. "Mi spiace, il bersaglio non è incluso nel prezzo" rispose lei sarcasticamente, con tono beffardo e senza peli sulla lingua. |
Gaynor fu portata fuori, in lacrime e spaventata, sotto l'azzurro impassibile dello sguardo di quella maschera.
Fu fatta salire su un'auto di grossa cilindrata e partirono. Percorsero una strada solitaria, fino ad imboccarne un'altra che sembrava condurre indietro, verso la città. Ma in quello stesso istante Gaynor senti un fazzoletto intriso di una qualche sostanza che le fu messo sulla bocca. Un attimo dopo tutto si fece buio. Quando poi la ragazza riprese conoscenza si ritrovò in una stranissima stanza. Sembrava arredata con gusto orientale e nell'aria si sentiva un profumo di essenze esotiche. Il letto su cui si trovava era formato da ampi e colorati cuscini con ricami turchi e fili d'oro. Indosso non aveva più i suoi abiti, ma solo un lungo, leggero e bianco velo di seta purissima. |
“Beh, ammesso tu riesca a convincerlo a salire in auto...” disse Iasevol “... se vuoi puoi provare, ma stai attenta, Clio... non sei abituata ad interagire con gli esseri umani, oltre il professor Anellos... e quel tipo non sembra un campione di disponibilità...” fissandola.
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“Si, pare una banda rivale sia tornata a farsi viva in città...” disse Elv a Gwen, prendendo un asciugamano e posandola delicatamente sul petto della ragazza “... devo andare con gli altri e capire cosa vogliono... è gente poco raccomandabile... teste calde e pericolose... è la banda dei Cannati...”
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Sospirai a quelle parole.
"Sì, lo so.." mormorai "Ma so anche quanto sia importante convincerlo... dopotutto da qualche parte dovrò iniziare, no?". Poi quelle parole sul fatto di riuscire a convincerlo. "Beh, siamo nel bel mezzo del nulla, e sono più che sicura che nessuno gli farà chiamare un taxi.." con un sorriso beffardo "Un passaggio è sempre gradito, no?". Presi un profondo respiro. "Non possiamo lasciarcelo scappare, vale la pena tentare.." sorrisi "Allora io vado..." avviandomi verso la porta, per poi voltarmi verso il professore "Fammi gli auguri!" sorridendo. Non avevo mai usato quella frase, era una delle tante locuzioni presenti nel mio vocabolario, e mi ero sempre chiesta in che occasione avrei potuto usarla. Chissà se sarei riuscita a convincere il tizio a salire in macchina e poi a pilotarla, ma sicuramente era una bella sfida, e il fatto che lui fosse un tipo difficile rendeva il tutto ancora più interessante. Dopotutto per me era tutta un'occasione per crescere e imparare a pensare e ragionare come un'umana per potermi meglio mischiare tra loro. |
Il vecchio guardò Nora e scoppiò a ridere.
“Nel caso mi aveste imbrogliato allora un pensierino l'avrei fatto...” disse mettendo sul tavolo l'arma e riprendendo il suo sigaro “... proverò a colpire qualche bersagli in giardino... venite con me, così verificheremo se tutte funzionano bene...” alzandosi e chiedendole di seguirlo. |
Rimasi ad ascoltare la sua spiegazione.
Poi, invece di coprimi con l'asciugamano preso da lui, mi rivestii. Quelle parole mi misero un po' in agitazione. Non bastava la polizia alle calcagna, pure questo. "Promettimi che starai attento..." mormorai, con tono apprensivo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Oh ma insomma, doveva lavorare, tornare al negozio, non poteva certo perdere tempo così tanto per.
Sbuffando appena, si alzò dal divano e seguì l'uomo in giardino, sperando che facesse presto. |
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