Sognai molte cose, la mia famiglia, Elv, casa mia, tutto quello che stava succedendo.
Sogni confusi, mischiati fra loro.
Poi, però, fui bruscamente svegliata dalla voce di Elv e dal gracchiare della trasmittente.
Ancora un po' assonnata, cercai un po' di comprendere cosa stava dicendo.
"Il segnale? Come può essere ripreso?" chiesi stupita, mentre che ancora mi svegliavo del tutto.

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“Non lo so...” disse Elv a Gwen chiudendo la rice trasmittente “... pare sia ripreso da pochi minuti... non è mai accaduto di notte ed ora è parecchio intenso... sembra pure che provenga non lontano da qui... il sergente stava cercando un modo per raggiungere il punto di invio... ma al buio è un suicidio...” perplesso.

" Si, questo è ciò che mi hanno insegnato ma... Di questi tempi ci sono persone che non esisterebbero a voltarsi dall'altra parte, indifferenti."

E nel fare quella riflessione inevitabilmente pensai a Budmin.

" Ora capisco perché parlate così bene la mia lingua. Se io fossi brava anche solo la metà di voi a parlare la vostra, lo riterrei già un successo."

Mi lasciai aiutare e recuperai le briglie del mio cavallo, a cui concessi una carezza lungo il collo.

"Sto bene, vi ringrazio. La caduta non è stata seria per fortuna."

Recuperai anche la pistola, riponendola alla mia cintura.

"Prenderete l'animale per usare la sua pelle?"

Domandai guardando per un'ultima volta il puma.

"Ho sentito dire che lo scambio di pelli e pellicce è piuttosto fiorente tra Nativi e coloni."

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Lo ascoltai e riflettei.
"Possibile che chiunque sia ci è riuscito perchè è riuscito a spostarsi ed avvicinarsi a noi? Avrà pensato giustamente di raggiungere l'avamposto..." ipotizzai, anche io abbastanza sorpresa.

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“Qualcuno della mia tribù lo fa” disse il nativo a Dacey “ma per la verità siamo guerrieri e non facciamo commerci. Anche se ormai sono rimasto io solo della mia tribù. Lascerò quest'animale, il suo spirito veglierà sulla prateria.” Annuì. “Ormai è il crepuscolo e non è prudente per voi restare qui. Ci sono i dinghi e sarà meglio torniate a casa vostra, Dacey.” Guardandola negli occhi.

Annuii, il suo comportamento nel battere il puma faceva trasparire chiaramente una formazione da guerriero.
Anche il suo portamento, la postura e il modo di parlare mostrava una persona addestrata con disciplina.

"Mi dispiace..."

Riuscii soltanto a dire, sincera, quando appresi che era solo, senza tribù.
In un certo senso trovai una affinità in questo.
Anche io ero rimasta senza la mia tribù, la mia famiglia.
Lo osservai incuriosita poi per la sua decisione di lasciare l'animale a custodia della terra.
Un concetto a me nuovo, estraneo ma che mi apparve così giusto all'improvviso.

"Avete ragione, è pericoloso per me qua fuori a quest'ora. Non vorrei dover costringervi a salvarmi nuovamente."

Cercando di sdrammatizzare l'accaduto.

"Io vivo al ranch vicino al fiume. Non è troppo lontano da qui."

Dissi montando in sella.

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“Beh, improbabile, a meno che colui o coloro che inviano il segnale non abbiano un mezzo corazzato per muoversi di notte...” disse Elv a Gwen “... ma se così fosse allora che senso avrebbe inviare un messaggio simile? Un S.O.S. Si invia se sei bloccato ed in pericolo... non so... tutto ciò è molto strano...” pensieroso.

Lui fischiò e dalle rocce arrivò un cavallo pezzato, senza sella, come erano soliti essere le cavalcature dei nativi.
Montò in sella con agilità e guardò verso l'orizzonte.
“Se volete posso accompagnarvi per un tratto di strada, lasciandovi poco prima del vostro ranch.” Disse a Dacey. “Non è prudente cavalcare oltre il crepuscolo, i dinghi non attendo altro che prede facili.” Spronando il suo cavallo. “Conosco il vostro nome, ma voi non il mio... mi chiamo Tersin... nella lingua della mia tribù significa figlio della falce della Luna.”

Annuii alle sue parole.
"Non so, a me questa storia puzza parecchio... Fin dall'inizio..." commentai "O forse, è probabile che di notte non suonasse per paura di attirare animali, mentre invece stanotte è probabile che non ce ne sia il rischio..." azzardai ancora.

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Guardai l'arrivo della sua cavalcatura, un bel esemplare pezzato.
L'abilità dell'uomo nel montare a cavallo senza sella o altro tipo di aiuto era invidiabile.

"Sarebbe davvero molto premuroso da parte vostra e di certo non posso rifiutare l'offerta.
Sia mai che i dinghi mi vedano come una preda facile..."

Spronai il mio cavallo, affiancando il Nativo.

"Mi chiedevo se e quando vi sareste presentato."

Abbozzando verso di lui un sorriso

"È davvero un piacere fare la vostra conoscenza Tersin. Sapete trovo davvero affascinante come i vostri nomi siano sempre in qualche modo legati agli elementi della natura che ci circonda. Inoltre ho sentito storie, forse sono solo dicerie dei coloni e spero in quel caso di non arrecarvi offesa, ma ecco ho sentito di cerimonie legate al Sole, di danze per propiziare la pioggia e poi di uomini capaci di raggiungere gli spiriti...
Davvero nella vostra cultura c'è tutto questo?"


Procedemmo al trotto fino a che in lontananza non intravidi le luci che segnalavano la presenza del ranch.

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"Non lo so, tutto potrebbe essere..." disse Elv a Gwen "... ma stanotte non rischierò... domattina vedremo, magari cercheremo di capire da dove proviene davvero il segnale... uscire ora al buio sarebbe un suicidio... su, ora torna a dormire, Gwen... bisogna essere in forma anche mentalmente... e poi dormendo la notte passa prima, no?" Sorridendole.

"Anche voi coloni bianchi" disse Tersin a Dacey "avete tradizioni e usi per noi incredibili, come case fatte di petra, legno e ferro... armi da fuoco... carri che si muovono senza cavalli e alcuni capaci persino di volare..." fissandola negli occhi ambrati "... le nostre usanze sono antiche e legate alla natura... tutti sono legati agli spiriti, che fanno da legame, da tramite fra noi ed il Grande Spirito... il Sole, la Luna e le stelle fano parte di ciò che ci circonda e tutto è legato in modo assoluto... anche noi, uomini e donne."
Ad un tratto, nell'ormai splendore della sera sulla sterminata prateria, apparve il ranch di Dacey.

Annuii pensierosa.
Aveva ragione, era troppo rischioso adesso e gli avrei proibito con tutta me stessa di uscire se l'avesse anche solo lontanamente pensato.
Sorrisi ed annuii, ma stavolta per dormire mi accucciai a lui, facendomi cullare dal battito del suo cuore per conciliarmi il sonno e augurarmi di dormire un po'.

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Sorrisi, aveva ragione ora che mi mostrava il suo punto di vista in merito a ciò che per me era la normalità.

"Deve essere stato strano, l'arrivo dei coloni. Così diversi, così tanti... Così avidi di terra..."

A sentirlo parlare di quel profondo legame con il loro territorio mi sentii avida anche io, nel mio desiderio di espandere e migliorare il ranch.

"Siamo quasi arrivati."

Indicando dinanzi a noi la figura del ranch che ormai si stava avvicinando.

"È tardi, sarei felice di invitarvi a cena. Sarebbe solo un piccolo gesto per ringraziarvi."

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Gwen si avvicinò ad Elv e si accucciò letteralmente contro il corpo di lui, cullata dal battito del suo cuore e dal suo sorriso che gli gonfiava il petto muscoloso.
Il suo profumo avvolgeva la ragazza che in breve si addormentò, stavolta senza sogni, fin verso l'alba.

Tersin guardò il ranch e poi Dacey negli occhi.
"Questo potrebbe causarvi problemi con altri coloni..." disse "... non vorrei mettervi nei guai... non a causa mia, signora..."

Come previsto, cullata dal suo respiro, il suo profumo ed il suo cuore, mi addormentai.
Stavolta, stretta a lui, il mio sonno fu tranquillo, placido, senza sogni.
Fin quando mi svegliai all'alba, il sole che filtrava appena dal tessuto della tenda.
Iniziava un nuovo giorno in questo luogo surreale, che speravo di lasciare al più presto.

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" Il ranch è mio ed ho diritto di invitarvi chiunque.
Gli altri coloni... Avrebbero comunque da ridire per qualcosa d'altro. A molti non piace che una donna sola possa gestire una attività come questa, tutta da sola."

Continuai verso il ranch, volendomi verso l'uomo affinché mi seguisse.
Mi aveva salvato la vita, un gesto che meritava almeno un pasto caldo.
Per mia fortuna ero sicura che ci fosse qualcosa già di pronto, lasciato da Slavia, che bastava riscaldare.

Giunse il giorno nella Gola del Diavolo e con la luce del Sole cessò il pericolo.
Tutti allora uscirono dalle loro tende, mangiarono qualcosa e poi il sergente li volle tutti attorno al rilevatore del messaggio di aiuto.
"Ascoltate..." disse lui a Gwen, ad Elv e agli altri "... oggi ci muoveremo, col Sole non abbiamo nulla da temere, andando in cerca di colui o coloro che inviano il segnale. In modo da risolvere il mistero."

Tersin annuì a Dacey ed insieme raggiunsero il ranch, trovando Gamino e la cuoca che attendevano la padrona.
"Dacey..." disse il vecchio "... eravamo in pensiero... e lui?" Guardando il nativo. "Chi è?"

Uscimmo tutti dalle tende, facemmo velocemente colazione e poi il sergente chiamò tutti a raccolta.
Aveva ragione, eravamo venuti qui per un motivo ed era normale che andassimo a cercare chiunque avesse bisogno del nostro aiuto, dal momento che eravamo venuti qui apposta.
Pensavo, peraltro, che fosse più facile rintracciare il segnale se ci spostavamo in quella direzione.
Rimaneva comunque ancora da capire come mai avessimo sentito l'S.O.S. proprio nel bel mezzo della notte, quando invece avrebbe dovuto interrompersi.

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Lasciati i cavalli in stalla, raggiungemmo la casa dove ancora Gamino e Slavia mi stavano aspettando.

"Oh... Mi dispiace che siate rimasti qui ad aspettarmi fino a quest'ora.
So che doveva essere una cavalcata veloce..."

Appesi la cintura con la pistola e feci cenno a Tersin di accomodarsi prima di procedere con le presentazioni e le spiegazioni.
Raccontai a due domestici del puma e di come il pronto intervento del Nativo mi avesse salvata.

" Ma non preoccupatevi, sto bene."

Dissi per terminare il racconto.

"È tardi, vi prego, andate a riposare ora."

Dissi a due, che stavano in una piccola dépendance accanto.



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Decisi di mostrarmi docile a quelle richieste, dopotutto non sembravano assurde.
Dovevo studiare bene i turni di guardia e le abitudini per tagliare la corda.
Ora potevo solo aspettare.
Ma guarda un po' in che situazione mi ero cacciata!
Docilmente mi lasciai accompagnare dal prigioniero.

Destresya fu accompagnata in una parte del campo, dove c'era, in fondo ad un cortile, un alloggio appartato.
La ragazza fu fatta entrare e le fu mostrata dal soldato la sua camera, con la divisa da indossare come cameriera.
"Il prigioniero ora starà riposando..." disse il militare "... tu preparati nel frattempo. E fa il tuo dovere." Andando poi via.

Slavia e Gamino ringraziarono il nativo per aver salvato Dacey e poi andarono a letto, dopo però che la cuoca servì in tavola la cena che aveva preparato.
"Sembra tutto molto buono." Disse Tersin con un leggero sorriso, per poi cominciare a mangiare con Dacey.
Terminato di cenare si avvicinò alla finestra e tirò fuori una sorta di piccolo strumento musicale a fiato, tipico dei nativi e iniziò a suonare una delicata melodia alle stelle che brillavano sulla prateria.
"Siete stata gentile, Dacey..." fissandola "... ma sarà meglio che vada via... è una bellissima sera stellata e la prateria profuma... non vorrei qualcuno mi veda qui e vi causi guai, signora."

Presero armi, munizioni e scorte, chiudendo le tende e riponendole nel cigolato.
Così Gwen, Elv, il sergente e gli altri volontari lasciarono quel punto, seguendo la direzione da cui le coordinate avevano individuato il messaggio.
Dopo qualche miglio arrivarono ai resti di un antico cimitero dei nativi.
"Pare che il segnale provenisse da qui..." disse il sergente.
https://lh3.googleusercontent.com/pr...grM_yVgB9DqPLw

Smantellammo tutto l'accampamento e ci mettemmo in marcia.
Dopo un po' che camminavamo, giungemmo ad un luogo davvero molto singolare.
Era in tutto e per tutto un cimitero nativo, o se non lo era di sicuro ci somigliava molto.
"Questo è un altro bel problema..." commentai sarcastica, guardandomi attorno "Mi sembra di non vedere nè persone nè qualcosa che possa produrre un segnale di soccorso... E dunque?"

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Durante la cena mi sorpresi ad osservare il mio ospite mentre mangiava, sperando davvero che gli piacesse.
Non che avessi dubbi sull'abilità da cuoca di Slavia ma non ero certa che i nostri piatti potessero incontrare i gusti dei Nativi.
Certo difficilmente nella mia vita, prima di allora, avrei potuto immaginare di ritrovarmi seduta a tavola niente di meno che con un guerriero nativo.
Eppure rispetto a tutte le storie che avevo sentito, non vi era nulla in lui che mi apparisse selvaggio o spaventoso.

"Spero davvero che la cena vi sia piaciuta. È soltanto un piccolo esempio del mio apprezzamento per ciò che avete fatto per me."

Una volta terminato di mangiare, quando ritirai i piatti.
Poi lo seguii, mentenendo però qualche passo di distanza, quando si posizionò alla finestra per suonare.
Era uno strumento dalle fattezze che non conoscevo, anche se poteva avvicinarsi ad alcuni strumenti a fiato a me noti.
Eppure la sua melodia pareva venire da un altro mondo e si insinuava perfetta nell'ambiente della prateria addormentata.

" I guai li stavo passando con quel puma e voi mi avete aiutata.
Qui vivo isolata, gli altri coloni mi guardavano sempre con sospetto, con o senza la vostra presenza.
Tuttavia..."

Feci una pausa per permettermi di ascoltare ancora qualche nota in tranquillità.

" Un uomo oggi è venuto a incontrarmi. Ha comprato delle concessioni, qui vicino."

E con la mano indicai approssimativamente la zona che avrebbe occupato Budmin.

"Vuole farci pascolare le sue mandrie ma si accompagna a diversi uomini armati, senza troppi scrupoli.
Non vorrei che finiate voi nei guai, a causa mia."

Ero sicura che, se lo avesse visto, Budmin avrebbe trovato una scusa qualsiasi per uccidere Tersin appena varcata la soglia del mio ranch, magari poi spacciandosi anche per il grande eroe che mi aveva difesa da un nativo malintenzionato.

"Sembra che questo mondo sia dominato dalle persone senza onore, con il grilletto facile.
Non è come mi raccontava mio padre, quando ero piccola e viaggiavamo per venire qui.
Allora sembrava la terra dei sogni, delle speranze...
Perdonatemi, mi stavo facendo trasportare da vecchi ricordi."

Lo guardai, forse un po'troppo a lungo, forse non ero davvero pronta a salutare.
Mi mancava la compagnia di qualcuno, qualcuno che non fossero i miei domestici, qualcuno con cui poter conversare e che mi mostrasse cose nuove, un mondo nuovo di pensare, di vivere.

"Sappiate che sarete il benvenuto qui, nella mia casa, ogni volta che vorrete."

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Era un cimitero nativo, abbandonato forse da decenni.
"Eppure il segnale proveniva da qui..." disse il sergente guardandosi intorno, per poi fissare Gwen.
"Sarà meglio cercare se davvero qui c'è qualcuno che ha mandato quel segnale di aiuto" fece Elv "e sarà bene trovare anche un posto per ripararci stasera, se saremo costretti a restare qui..."
Il vento si era alzato, forte e secco, le nuvole erano alte e sottili, il verso degli avvoltoi più inquietante del solito.
Ad un tratto uno dei volontari chiamò gli altri con voce eccitata, come se avesse trovato qualcosa.

Il nativo guardo Dacey con i suoi occhi scuri.
"Non viviamo più ai tempi dei grandi mandriani..." disse "... queste terre devono essere popolate e i piccoli coltivatori sono l'inizio di comunità più importanti..." parlava con giudizio e conoscenza, segno che amava quelle terre ed aveva frequentato a fondo i coloni ed i militari bianchi, imparando le loro necessità "... voi coloni dovete battervi per le vostre terre... noi nativi ci abbiamo provato... anche se inutilmente... la terra dura nel tempo ed è la sola ricchezza... battetevi per questo, è il futuro." Fissandola. "Ora sarà meglio che vada... siete stata gentile, signora..." e tirò fuori dalla cintura un monile di chiara fattura nativa "... è una collana che mi donò lo stregone della mia tribù quando da ragazzo divenni guerriero, affrontando la caccia al lupo sui monti rocciosi... raffigura Ulop, lo spirito uccello, protettore dei giusti... prendetelo, vi proteggerà..." posando il ciondolo nella mano di lei.
La salutò e andò via col suo cavallo, svanendo come uno spirito nel silenzio incantato della notte.
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Ricambiai dubbiosa l'occhiata del militare.
Era tutto sempre più strano.
Peraltro, l'idea che fosse tutto architettato ad arte continuava a farsi strada dentro di me, come se magari potesse essere stato uno stratagemma di coloro che stavamo combattendo per attirare qui più soldati possibili e attaccarli così.
Anche perchè, era chiaro che nessuno potesse essere qui fino a poco fa a mandare quel segnale.
Poi, all'improvviso, un soldato chiamò tutti a gran voce, forse per aver scoperto qualcosa e ci avvicinammo all'istante, curiosi di sapere circa la scoperta.

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Tutti corsero dal volontario.
"Ehi..." disse il sergente "... perchè diavolo ti agiti tanto?"
"Guardate qui..." indicando un piccolo pertugio fra le rocce "... qui dentro... brillava qualcosa... c'è qualcosa..."
"E perchè non hai visto di cosa si tratta?" Il sergente.
"Non infilo il braccio lì dentro..." scuotendo il capo il volontario "... potrebbero esserci serpenti..."
Elv guardò sarcastico Gwen.
"Ci penso io..." ridendo poi.
Allora infilò il braccio fra le rocce dopo essersi sdraiato sul terreno.
"C'è qualcosa, lo sento con le dita..." mormorò "... si, l'ho quasi preso... ahhhhh ahhhhhhhh!" Iniziò a gridare all'improvviso Elv. "Ahhhhhhh! Mi stacca la mano!" Urlando forte.
"Presto, tiriamolo fuori o gli staccherà il braccio!" Gridò il sergente.

Fu così che fummo fatti entrare nel forte grazie alle conoscenze di Hans. Ma la cosa non mi andava molto giù.. Certo, ero una donna forte, sapevo usare una pistola ma che sarebbe stato di me in quel posto.

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Altea, Hans e Swan furono così al forte e videro poi assegnarsi delle camere.
Il nativo però non era visto di buon occhio dai militari e subito gli furono assegnati lavori pesanti, come pulire le prigioni e lavare i cigolati.
Dopo qualche ora Hans bussò alla porta della camera di Altea.

"Mio padre vi darebbe ragione sapete?"

Sorrisi ascoltando le sue parole,sembrava conoscere bene i costumi dei coloni, e i loro pensieri.

"State sicuro che io non mi lascerò portare via le terre del ranch per cui ho lavorato duramente."

Lo accompagnai alla porta e rimasi piacevolmente colpita dal monile.

"Siete certo di volervene separare?"

Esitando prima di accettare il dono che aveva certamente un valore affettivo per lui

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Non mi stupii affatto di come trattavano Swan, speravo solo non gli avrebbero fatto del male e poi io e lui dovevamo sapere di più di questo nemico. Era saggio obbedire per ora. Ad un tratto la porta bussò, aprii e vidi Hans "Che succede?" già preoccupata.

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Raggiungemmo il soldato e ci rivelò di aver visto qualcosa dentro una stretta grotta fra le rocce, qualcosa di luccicante.
Era sicuramente un elemento interessante e potevamo davvero capire se qui c'era stato qualcuno, oppure il segnale era totalmente fuori strada.
Disse poi di non voler infilare il braccio dentro l'apertura ed Elv, come presumevo, si offrì subito volontario.
Restammo tutti col fiato sospeso ad aspettare, quando all'improvviso Elv urlò perchè qualcosa minacciava di staccargli la mano.
La preoccupazione si accese all'istante dentro di me, da un lato perchè temevo che davvero qualcosa gli stesse facendo male, ma dall'altro perchè temevo che non fosse vero e imparando a conoscerlo avevo capito che dovevo aspettarmi qualsiasi cosa da lui.
Rimasi così in pensiero, mentre i militari cercavano di aiutarlo.

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Mi portarono nella cella del prigioniero, che stava riposando.
Beh, pensai, lui stava sicuramente peggio di me.
I gendarmi mi indicarono dei vestiti da mettere, del tipo che si vedevano nei saloon.. non volevano certo farmi sfigurare dunque!

Li guardai dall'alto in basso ma decisi di indossarli.
Meno mi avessero considerato una minaccia, più possibilità avrei avuto di poter sgattaiolare via.
"Grazie!" annuii, docile, per poi andare nella stanzetta attigua a cambiarmi.
Era lì che avrei dovuto preparare i pasti per il prigioniero.
A quel punto ero curiosa di scoprire che tipo fosse.
Una volta vestita, decisi di andare a sbirciarlo anche se mi avevano detto che stava riposando.
Così, lasciai la mia stanzetta per raggiugnere la stanza in cui era rinchiuso.


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"Si, è vostro." Disse il nativo a Dacey. "Voglio che lo accettiate. Un dono non va mai rifiutato." Accennò un lieve sorriso e poi andò via, svanendo nella sera.
Era ormai tardi e tutti al ranch, a parte Dacey, dormivano.
Il giorno dopo c'era molto da lavorare.



Altea aprì ed il vecchio Hans uscì.
"Cercano donne per accompagnare la moglie del capitano alla vicina cittadina di Wells." Disse. "Pare che qui il capitano non si senta sicuro e non voglia che sua moglie resti al forte. Potreste farvi avanti come volontaria ed andare con lei, che ne dite?"



Gwen osservava dubbiosa, mentre i volontari ed il sergente cercavano di tirar via Elv che gridava per il dolore.
Poi ad un tratto scoppiò a ridere.
"Ci siete cascati tutti..." disse divertito "... il vecchio trucco dello scorpione nelle rocce..." ridendo forte.
"Razza di idiota!" Urlò il sergente.
"Suvvia, sergente..." Elv "... l'ho fatto per sdrammatizzare... comunque ecco cosa c'era..." mostrando uno strano manufatto al sergente.
https://lh3.googleusercontent.com/pr...d0jqEvQcK-65EA

Rassicurata, accettai la collana e salutai il mio ospite, aspettando alla porta finché l'uomo non svanì nello scuro della notte.
Chiusi la porta e decisi di andarmene a letto, era decisamente tardi.
Il mattino seguente mi alzai di buon grado, sapevo di dovermi dar fare.


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