Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
-   Castello (http://www.camelot-irc.org/forum/forumdisplay.php?f=24)
-   -   La leggenda dello Scorpione di Giada (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=2474)

Guisgard 09-03-2017 03.59.38

“Si, il suo vassoio è a parte.” Disse uno dei cuochi ad Altea. “Il direttore non vuole che abbia qualcosa in comune con gli altri detenuti.”
Nessuno si era accorto del trucco di magia fatto da lei e dal Vangelo ben nascosto nel tovagliolo. “Ha ordini ora, signora?” Chiese un altro di quelli alla segretaria.

Guisgard 09-03-2017 04.06.26

Il misterioso uomo mascherato non disse nulla a Gaynor.
Poi scosse il capo.
“Chi io sia non ha importanza adesso...” disse infine “... c'è qualcosa di molto più importante a cui pensare...” avvicinandosi al letto “... non bacia così frequentemente?” Fissandola con i suoi occhi azzurri. “Chissà...” vicinissimo a lei “... loro sono ovunque... ci osservano e ci parlano continuamente... non smettono mai di farlo... viviamo come cavie da laboratorio, come maiali che ingrassano per essere poi uccisi, come agnelli condotti al macello... le diranno molte bugie e lei finirà per crederci... io posso solo salvarla... altro, adesso, non è in mio potere fare...” lei vide quell'azzurro avvicinarsi ancora, ormai poteva quasi toccarlo.
Allora lui allungò la mano che raggiunse le lenzuola che l'avvolgevano.
Le strinse e poi le tirò giù, quasi senza che Gaynor se ne accorgesse.
Restò così nuda davanti a lui, davanti a quell'azzurro.
Le dita di lui allora si spostarono verso il seno nudo di lei.
Afferrarono la collanina che la ragazza aveva al collo e la strappò, aprendola in due.
“C'era un microchip...” mormorò “... nascosto dentro... per questo potevano rintracciarla e farle telefonate, mandarle biglietti...” gli occhi azzurri di lui scivolarono poi sui seni e sul corpo nudo di lei.
E Gaynor sentì quello sguardo su tutto il suo corpo.

Altea 09-03-2017 07.27.21

Rimasi perplessa a quella risposta ma senza dare impressione di stupore nel volto..quindi l'uomo dei libri o mister X non era lo stesso sotto le scale.."Devo controllare anche quello del detenuto tenuto a parte" freddamente, in modo che i miei dubbi fossero fondati perché entrambi erano misteriosi e non potevo sbagliare.."O dirò al direttore di una insoburdonazione da parte vostra. È ammalato che se ne sta solo?" sorridendo al più giovane cuoco.
Nel frattempo presi una bottiglia di vino rosso e la stappai.

Nyoko 09-03-2017 10.20.04

Continuammo la nostra strada fin quando, Pavel frenó di colpo. "Che succede?" dissi preoccupata. Il cuore iniziò a battermi forte, sentivo i ricordi riaffiorare nella mia mente, facendo salire in me una forte paura. "Pavel, andiamo via di qui" dissi con voce tremante sapendo che qualcosa non andava. "è crollato un tronco?" dissi alle sue parole. Ero ancora tremante e di certo, la scelta di cambiare strada, non mi allettava. "Va... Va bene..." dissi timorosa ma fidandomi di lui. Dentro di me, iniziai a pregare affinché non accadesse nulla, soprattutto a Pavel, che non c'entrava niente in quella storia.

Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk

Lady Gwen 09-03-2017 14.29.30

Avvicinò la moto al muro per fermarla; ad un certo punto, mentre stavo per scendere, sentii che mi sollevava.
Quel gesto, di una tenerezza disarmante, mi spiazzò ed io cinsi il suo collo con le braccia, come trovando in lui l'unica mia fonte di sicurezza, di protezione, l'unica rimasta.
Poi, come aveva detto, si diresse in camera mia e mi adagiò sul letto.
Accarezzai il suo viso al suo bacio leggero, quasi premuroso, poi di slancio lo abbracciai, facendomi cullare dal battito del suo cuore, dal suo respiro, dal calore del suo corpo, affondando il volto nella sua camicia.
"Resta, ti prego... Non lasciarmi sola, stanotte..."

Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk

Clio 09-03-2017 14.36.06

Quel bacio così dolce, così tenero, che da una parte contrastava con la foga appassionata che ci aveva sconvolto, e dall'altra la sublimava, rendendola ancora speciale.
Le sue labbra mi apparivano ancora più dolci, nel sentire il suo respiro irregolare, e i suoi occhi ancora più belli se vi leggevo l'appagamento tanto sognato.
Quando si spostò, e allungò una mano perchè potessi raggiungerlo, mi fiondai tra le sue braccia, accoccolandomi contro di lui, con la testa sulla sua spalla.
Mi sembrava di non aver mai provato tanta pace in vita mia.
Lo baciai piano, sulla spalla, e poi, dolcemente, vinta da quella passione incontrollata che ci aveva avvolto, mi abbandonai, e mi addormentai.

La guerra imperava ormai da anni, l'universo era sull'orlo del baratro, vinto dal potere di Cormonios, che voleva assoggettare tutti i pianeti della galassia.
Il concilio dei Sette si era riunito, e si vociferava a gran voce.
Ogni leader galattico voleva dire la sua su Supernova: chi la considerava un abominio, una terribile disgrazia, chi sottolineava il fatto che non avessimo altra scelta e che quell'arma era per noi l'ultima speranza.
Io ascoltavo in silenzio, dal mio alto scranno dorato.
Ascoltavo e immagazzinavo le idee di tutti.
Loro mi guardavano, ma quasi non mi vedevano, abituati com'erano alla mia presenza eterna e inamovibile.
Alla fine i Sette votarono, e la Supernova venne messa in funzione.
Ma chi.. chi avrebbe avuto l'onere di scagliare quella formidabile arma verso Cormonios?
Uno chiedeva all'altro, l'altro all'altro ancora.
Nessuno voleva questa responsabilità.
Temevano ritorsioni, vendette, temevano per la propria anima.
Sciocchi e patetici mortali.
Quando mi alzai dallo scranno, tutto intorno a me si ammutolì.
Ogni capo galattico restava in religioso silenzio davanti alla Regina delle Muse, Comandante dell'esercito interstellare, (etcetera, etcetera).
Tutti loro mi avevano visto restare immutabile nei secoli, avevano sentito le storie raccontate dai nonni, dai bisnonni, dai pronipoti.
In pochi però potevano dire di aver sentito la mia voce.
"Il comando dell'esercito interstellare è affidato a me.." tuonai, nel silenzio generale "Andrò io..." porgendo la mano all'inventore di Supernova, che me la porse.
Non avevo mai visto, in millenni, una tale potenza, una tale arma carica di energia stellare.
Ricordavo quel momento, quello in cui Cormonios era davanti a me.
Eravamo soltanto io, la Supernova, Cormonios, e l'universo sterminato.
Ma poi...
Rimanemmo soltanto io, la Supernova, e la Morte.
Mentre guardavo il pianeta morire, però, mi accorsi che c'era qualcosa di diverso.
Quello che stava implodendo, consumato dall'energia della Supernova non era Cormonios.. ma la Terra.
La Terra.. un pianeta insignificante.
La Terra.. il pianeta di Icarius.
La Terra.. l'unico posto al mondo di cui mi importasse in quel momento.
Una sola creatura poteva decidere le sorti del suo pianeta, dopotutto.
Quanto era grande il potere dell'Amore.


Mi svegliai di soprassalto, ancora turbata da quell'incubo.
Lo sguardo spalancato, il respiro affannato, il cuore che batteva all'impazzata.
Tutto quello sparì, nel vedere Icarius accanto a me.
Era lì, era reale, restai a guardarlo incantata per un lungo istante.
Quasi senza accorgermene, iniziai ad accarezzarlo piano, dolcemente.
"Quanto sei bello.." sussurrai.
E più lo guardavo, più lo accarezzavo, più il mio cuore brillava e pulsava di un'intensa e pura felicità.
I miei occhi si accesero, vispi e maliziosi.
Allora mi alzai, e scivolai sopra di lui, delicatamente, restando per un momento seduta a guardarlo, così tranquillo e sereno.
Era sempre più bello.
Avrei potuto guardarlo all'infinito, nutrirmi di quell'immagine e non aver bisogno di nient'altro al mondo.
Allora sorrisi, un sorriso felice e innamorato, e mi chinai su di lui, iniziando a baciarlo piano.
Baci dolci, teneri e delicati, sul suo corpo sudato e perfetto, infiniti attimi di devozione e amore.
Nascosti tra quelli, come buttati lì per caso, alcuni baci languidi e appassionati, dove alle labbra si aggiungeva la lingua impertinente e vogliosa, e allora il mio sguardo incrociava il suo, uno sguardo malizioso, lo sguardo di qualcuno che sa di giocare col fuoco.

http://i65.tinypic.com/2agta3k.jpg

Lady Gaynor 09-03-2017 16.31.53

"Loro? Loro chi?" Risposi quasi urlando, innervosita da tutto quel mistero. "Di chi parla e di quali bugie? Ma soprattutto, salvarmi da cosa? Ma non capisce lei che le sue parole per me sono arabo? Se avesse la decenza di spiegarmi, magari potrei sapere in quale pasticcio sono andata ad infilarmi..."
Per tutta risposta, l'uomo dagli occhi azzurri mi tolse il lenzuolo di dosso e mi strappò la catenina dal collo, dicendo che conteneva un microchip per rintracciarmi. Il suo sguardo mi percorreva tutta e, sentendomi estremamente a disagio, ripresi il lenzuolo e me lo rimisi addosso.
"Un microchip? E chi ha potuto metterlo? La catenina è sempre al mio collo e nessun estraneo mi si è avvicinato abbastanza... nessuno, eccetto Guisgard..."

Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk

Guisgard 09-03-2017 17.19.09

Lui guardò Gwen con i suoi occhi neri attraverso la maschera e sorrise teneramente.
“Tranquilla...” disse “... resterò qui... ora riposa... sei stanca ed anche turbata... al tuo risveglio mi troverai qui...” accarezzandole dolcemente il viso.

Guisgard 09-03-2017 17.25.25

“Si, dobbiamo cercare una strada alternativa...” disse Pavel a Nyoko “... di qui non si passa... dannazione!”Tirando un calcio contro il tronco.
Risalì sul furgoncino e tornò indietro, cercando una strada alternativa.
Percorsero un paio di miglia e lui notò una stradina seminascosta dalla vegetazione.
“Lì a sinistra sembra esserci una stradina...” mormorò Pavel “... proviamo a vedere dove ci porta...”
E lasciando la strada principale, ormai impraticabile, si addentrarono nel cuore più selvaggio e misterioso della sconfinata brughiera.

Lady Gwen 09-03-2017 17.25.42

Mi sorrise e mi accarezzò il viso, promettendomi che sarebbe rimasto con me.
Annuii e mi rifugiai fra le sue braccia, mentre chiudevo gli occhi e tentavo di chiudere fuori anche quello che era successo quella notte.
Quell'incontro, quella donna, tutto quello ora era fuori, lontano, lontano da noi e dal nostro piccolo angolo insieme.
Già, perché ora combattevamo insieme: non ero più io contro di lui, che mi aveva rapita, eravamo noi contro gli altri.
Insieme.

Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 17.02.36.

Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli
Creative Commons License