La hall dell'albergo era deserta e c'era ormai solo il barman al bancone.
Destresya e quell'uomo arrivarono, sedendosi poi ad uno dei tavolini.
"Salve." Disse il cameriere. "Cosa bevono i signori?"

Rise di gusto alle mie parole ed in risposta mi prese all'improvviso in braccio, baciandomi, mentre io accarezzavo con desiderio il suo viso, pungendomi appena le dita con la barba.
Mi adagiò sul letto e si lasciò osservare, mentre il suo sguardo bramoso era su di me.
Era così bello che quasi non ci credevo, non pensavo di essere davvero qui con lui.
L'avevo desiderato fino ad impazzire ed ora potevo averlo.
Incredibilmente, o forse non così tanto, rividi ancora quella figura.
Di nuovo.
Non pensava di avermi perseguitata già abbastanza?
Non gli avrei permesso di rovinarmi questa notte.
Infatti guardai Elv, sorridendogli.
"Non pensavo facessi tutto con così tanta calma, professore..." lo punzecchiai divertita, prima di attirarlo a me sul letto.

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Elv rise eccitato.
Un attimo dopo Gwen si accorse che la figura misteriosa, tornata, stavolta aveva un comportamento diverso.
Infatti in quell'angolo di camera un vago alone mostrò qualcosa.
Una ragazza seduta su una sedia, legata e con le gambe strette da pezzi di legno.
Arrivò qualcuno ediniziò a torturarla, come un tempo si torturavano le streghe.
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Accennai un risolino alla sua risata, la figura però era ancora lì a fissarmi.
Succede qualcosa di strano.
Si alzò come un alone in quell'angolo della camera ed apparve un'immagine.
Sembrava una ragazza bloccata ad una sedia pronta per essere torturata.
Ma che orrore era mai questo?
Perchè mi mostrava cose simili?
E cosa accidenti era quella cosa?
Domande a cui non potevo dare una risposta, perchè chi mai mi avrebbe creduta?
Nessuno, ecco chi.
Forse solo Rotly...
Già, Rotly.
E se anche lui fosse stato vittima di questa bestia?
Mi strinsi ad Elv, accarezzandogli i capelli e baciandogli il collo, a lungo, mentre con la coda dell'occhio continuavo ad osservare quella scena.

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Mi sedetti comodamente a un tavolino e scrutai l'uomo davanti a me finché non arrivò il barman.
"Un Johnnie Walker, per favore!" ordinai.

Gwen si strinse ad Elv ma un attimo dopo udì il martello che batteva sul cuneo.
Il legno allora si strinse intorno alle gambe della donna e quella lanciò delle grida strazianti.
Urlava per un dolore insopportabile, lacerante, mentre il torturatore continuava a picchiare col martello sul cuneo, stritolandole le ossa delle gambe.
In quel momento Destresya e l'uomo erano nel bar dell'albergo.
"Una birra." Disse questi al cameriere.
Poco dopo arrivò il vassoio con l'ordinazione.

La scena divenne ancora più straziante, con un uomo che lacerò le gambe della ragazza e lei lanciò urla strazianti.
Non capivo davvero la ragione né l'obiettivo, per cui fosse necessario per me vedere tutto ciò.
Era crudele, tremendo ed insostenibile, specie perchè ero l'unica, in apparenza, a dover assistere a tale scempio.

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Le urla continuavano, riempiendo l'aria e divenendo sempre più assordanti nelle orecchie di Gwen.
Il martello picchiava sul cuneo e pareva rimbombare nella testa della studentessa.
Elv non sentiva nulla e si stese su Gwen, baciandola, ma lei sentiva le insopportabile grida della ragazza torturata.

"Li metta pure sul mio conto!" dissi al cameriere "Grazie mille!" sorrisi.
Poi mi rivolsi all'uomo che avevo di fronte e alzai il bicchiere a mo di brindisi.
"Allora, lei ha tutta l'aria di avere una storia da raccontarmi.." mettendomi comoda sulla sedia.
"La ascolto!".

Il rumore era sempre più incalzante ed assordante, come quelle urla tremende.
Mi rimbombavano nel cuore e nella testa, sempre più forti.
Quasi non mi accorsi di Elv che si era steso su di me, baciandomi, tanto era il fragore di quella scena.
Dirottai abilmente i baci di Elv sul mio collo, per avere la visuale libera su quelle assurde immagini, sperando svanissero prima possibile.

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Il martello che batteva forte sul legno, le urla della donna e le sue ossa che cedevano e si frantumavano in quell'atroce supplizio.
Tutto questo risuonava nella testa di Gwen, in modo sempre più insopportabile, mentre Elv ora la baciava sul collo, giocando con la sua lingua sulla pelle di lei.
"Ohhh, Gwen..." disse lui gemendo, mentre le faceva divaricare le gambe per sdraiarsi tutto sopra di lei.
In quello stesso frangente Destresya era con l'uomo di nome Roilgim nel bar dell'albergo.
"Non è una storia facile da raccontare..." lui guardandola "... io... vengo da molto lontano... e non sono ciò che lei crede..." sorseggiò la birra "... sono un galeotto... un prigioniero..." fissandola per capire la sua reazione.

Quel tormento andava ancora avanti, mentre io non sapevo come liberarmene, era una cosa continua che non cessava, piuttosto continuava ad insistere.
Accennai un sorriso ad Elv, mentre sentivo la pressione delle sue mani sulle mie gambe ed accarezzavo i suoi capelli scuri.
Questa situazione mi impediva di sentirmi del tutto a mio agio e odiavo dovermi sentire in questo modo in un momento che avrei voluto vivere appieno.

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La donna strillò in modo straziante, mentre i colpi del martello non davano tregua, fracassandole le ossa delle gambe.
"Ehi..." disse ad un tratto Elv guardando Gwen "... che hai? Cosa c'è che non va?"

Guardai Elv, quando la sua voce si insinuò più soffusa sotto quelle urla e quei rumori.
Mi diedi della stupida per essermi fatta sopraffare dalla circostanza, manifestando il mio malessere.
Cercai comunque di mettere su la mia faccia migliore.
"Sì, io... Io credevo solo di aver sentito delle voci o dei rumori nel corridoio... Solo un'impressione... Probabilmente l'arrivo di Nigol mi avrà messa in allarme..." liquidando la cosa con un sorriso leggero.
"È tutto okay..." dissi, accarezzandogli il viso.

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Elv stava sopra di lei e la guardava negli occhi.
"Non so... sei strana..." disse lui a Gwen "... forse credo sia meglio fermarci..." e si alzò.
La scena del supplizio era però scomparsa e la studentessa non vide, nè senti più nulla.

Inizialmente non capii se l'avevo convinto, ma dopo capii che forse non era andata bene.
Sgranai gli occhi e sbattei le palpebre un paio di volte, mentre si spostava, infatti presi il suo braccio.
"No no no, davvero, va tutto bene, non è nulla..." lo rassicurai, con un sorriso più sereno, dal momento che quella tortura aveva deciso di risparmiarmi.
"Vuoi darmi la buonanotte proprio sul più bello, professore?" divertita, per poi baciarlo dolcemente e riportarlo da me.

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Questa poi! Era di certo l'ultima cosa che mi aspettassi.
Di certo aumentava la mia curiosità!
"Interessante..." dissi, fissandolo negli occhi "E che cosa ci fa un galeotto di notte in uno scavo archeologico? Raccontami la tua storia, credimi ne ho viste davvero tante e se non sei qui per rubare qualche reperto e rivenderlo o tenertelo in salotto, non ho problemi con chi tu sia... su, raccontami!" con un sorriso conciliante.

Elv baciò Gwen, poi sorrise.
"Nn ti vedo serena..." disse accarezzandole il viso e alzandosi "... forse è meglio se smettiamo per stanotte..." versandosi da bere "... domattina devo recarmi a casa del professor Rotly..."
Intanto Destresya era ancora con quel misterioso uomo.
"Sono qui per meritarmi la grazia..." lui a lei "... da come andranno le cose dipenderà il mio Destino."

Rispose al mio bacio e ciò che disse fu in realtà molto tenero e nato dalla sua cura verso di me, infatti sorrisi debolmente.
Ciò non toglieva che avrei voluto approfittare del tutto di questa notte, dato che ogni momento per noi era rubato.
Mentre si versava da bere, mi alzai e mi rivestii, indossando ciò che avevo messo su per la notte.
Mi avvicinai poi a lui, stringendolo e sentendo ancora una volta il profumo della sua pelle.
"Sappi però che da questo momento ce l'ho con te..." mormorai, fingendo un'espressione compunta.
"Vuoi compagnia, domani?" gli chiesi, piegando la testa di lato.

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"Ah..." disse lui bevendo, per poi stringere Gwen a sè "... davvero? E come mai?" Guardandola.

Più parlava più sembrava criptico (e anche un po' vagamente matto, ma questo era meglio non dirlo):
"Hai sempre di più l'aria di un uomo con una storia da raccontare..." guardandolo dritto negli occhi "Come intendi guadagnarti questa grazia, dunque? Lavorando agli scavi?" azzardai.
Non era raro che i carcerati venissero usati come manovalanza, ma non mi sembrava quello il caso.
Ero sempre più curiosa.

"Beh..." iniziai, mentre mi stringeva "Mica sono contenta di tornare nella mia stanza così, interrompendo tutto nel momento clou della serata..." con tono vago.
"Tuttavia" ricominciai, disegnando dei cerchi sui suoi addominali "Se tu mi permettessi di farti compagnia domattina da Rotly, potrei anche decidere di perdonarti..."

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"No, non uno schiavo." Disse lui a Destresya. "Sono un galeotto. Finito dentro per furto. Si, sono un criminale e mi è stata promessa la grazia se porterò a termine questa missione."
In quel momento Gwen era stretta ad Elv, giocando sul suo petto nudo e muscoloso.
"Ah, si?" Sarcastico lui. "Ma temo occorra il permesso di uno dei tuoi professori, no?"

"Beh, Nigol mi sembra una persona piuttosto ragionevole, non credi anche tu?" con tono vago e l'ombra di un sorriso enigmatico sul volto, mentre lo guardavo, curiosa della sua reazione.
"Beh prof, come si dice, la notte porta consiglio, lascio te a pensarci su e sarà meglio che io mi faccia trovare sotto le coperte..." con sorriso sornione, mentre mi avvicinavo al suo viso "Buonanotte..." sussurrai dolcemente, dandogli un bacio a mo' di congedo, seppur a malincuore.

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Elv catturò le labbra di Gwen in un bacio caldo e appassionato, prova questa di un desiderio che di certo non era scemato, anzi.
Poi la studentessa lasciò la camera di lui e tornò nella sua.
Mancavano poche ore all'albeggiare e la stanza era avvolta nel buio, con Oko che dormiva profondamente.
Ma Gwen, ad un tratto, notò una flebile luce rossastra verso la parete opposta al letto.

Risi a quelle sue parole.
"Ho detto scavo non schiavo. Spesso i galeotti lavorano agli scavi, fa parte di alcuni programmi riabilitativi!" spiegai.
"E qual è questa missione, ci stai girando intorno da quando ci siamo seduti, e ancora non mi hai detto niente, io sono comprensiva ma non ho per niente pazienza, quindi ti chiederei di andare al sodo!".
Va bene la curiosità, ma cominciavo a stancarmi di questo voler fare il misterioso a tutti i costi.

Dopo il bacio di Elv, l'ennesimo e travolgente di quella notte, la voglia di lasciare la sua camera era meno di zero, ma sapevo che dovevo farlo.
Non mancava molto al sorgere di un nuovo giorno e non potevo rischiare che Oko non mi trovasse.
Tuttavia, l'illusione di un paio di ore di sono era, appunto, un'illusione.
Infatti, mentre ero già sotto le coperte, vidi la solita luminescenza rossa dal lato opposto della camera.
"Ma sul serio?" bisbigliai fra me e me, sbuffando e non capendo cosa volesse quella creatura da me.

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"E sia..." disse lui avvicinandosi a Destresya, guardandola negli occhi "... vengo dal futuro... un possibile futuro... sono qui per scoprire la verità, in modo che le cose possano cambiare... fra 100 anni una setta segreta, o forse un'organizzazione militare, spargerà un virus ovunque... io sono stato inviato per scoprire come abbiano fatto..."
Intanto Gwen si era messa a letto, ma di nuovo stava accandendo.
Quelle visioni.
Vide allora una figura.
Era una suora e pregava.
Recitava i Misteri del Santo Rosario.
Ma accanto a lei c'era qualcuno che voleva impedirglielo.
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Rimasi sotto le coperte, decisa a non muovermi ancora per quell'assurdità, ma accadde di nuovo, senza che potessi prevederlo.
Un'altra visione.
Stavolta, era una suora, intenta a pregare, benché qualcuno volesse impedirglielo.
Restai allora a guardare quell'ennesima scena, sperando finisse presto, soprattutto perchè non ne trovavo il motivo.

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Quella scena era lì.
Senza un apparente significato, inquietante e ossessiva.
Poi ad un tratto Gwen sentì qualcosa.
Proveniva dal letto di Oko.
Era sotto le coperte e sembrava lamentarsi.

Quella scena non aveva senso, esattamente come la precedente, se toglievamo il fatto che mi inquietava da morire.
Poi, sentii dei lamenti e capii che era Oko.
A quel punto, provai ad avvicinarmi.
"Oko? Stai bene?" la chiamai, spostando le coperte per capire cosa stesse succedendo.

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Gwen spostò le coperte e con sua sorpresa non c'era Oko, ma una ragazzina dalvolto scarno, gli occhi anneriti e l'espressione terrorizzata.
"Scappa..." disse in lacrime "... scappa, Gwen... scappa!" E vomitò.
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Spostai le coperte, ma saltai indietro coprendomi la bocca con le mani vedendo che non c'era più Oko.
Al suo posto, un ragazzina smunta che vomitava.
Era un'immagine terrificante e rivoltante al contempo.
Mi disse di scappare, ma in tutto ciò dov'era la ragazza?
"Chi sei tu e dov'è Oko?" chiesi tremante, mentre mi allontanavo da lei ed accendeva la luce della camera.

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Dovetti davvero trattenermi per non scoppiargli a ridere in faccia.
Ma sembrava terribilmente serio.
Un viaggio nel tempo.
Avevo sempre sperato che potessero esistere i viaggi nel tempo, e quale storico non lo sperava?
C'era qualcosa negli occhi di quell'uomo che mi faceva pensare che non stesse mantendo.
Magari era un pazzo e semplicemente credeva fortemente nella sua follia, certo.
Ma non mi andava di ridergli in faccia.
"Accidenti, ora capisco perché era difficile da raccontare!" sospirando.
"E perché pensi che questo sito sia importante?" incuriosita "Ha qualcosa a che fare con il tuo virus del futuro?".
Poi un pensiero mi balenò in mente per un momento.
"Sai il nome di questa setta?" gli chiesi.

Gwen accese la luce e la camera si illuminò all'istante.
la studentessa allora vide Oko che dormiva tranquillamente nelsuo letto, dove solo un attimo prima fra quelle lenzuola c'era la ragazzina cadaverica che vomitava.
Nello stesso istante, al bar dell'albergo, Destresya era con quello strano uomo.
Lui la guardò negli occhi.
"Lei non mi crede..." disse "... magari mi crede solo un povero pazzo, o forse persino un demente..."

Accesi la luce e con sorpresa, sollievo, o terrore, forse tutte insieme, Oko era lì a dormire.
Rimasi congelata accanto all'interruttore a guardare la scena sotto shock.
Ancora tremante, spensi la luce e mi misi sotto le coperte.
Non poteva esserci conclusione peggiore, per una notte con Elv già sfumata.

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Gwen si coricò di nuovo, ma non riuscì a prendere sonno.
Le ombre della camera sembravano sempre sul punto di animarsi, mentre dalla penombra pareva poter sbucare da un momento all'altra qualche strana immagine.
Le ore sembravano fatte di milioni di minuti e intanto Oko dormiva come se nulla fosse.
Ad un tratto vibrò il cellulare di Gwen, per un messaggio.

Non riuscivo a dormire, ero ancora attraversata da brividi poco piacevoli ed era stato tutto troppo brutto e terrificante per dormire.
Quelle visioni mi avevano a dir poco sconvolta.
Infatti, stavo lì a fissare il soffitto cercando di calmarmi, invano.
Come se non bastasse, sobbalzai sentendo l'arrivo di un messaggio.
A quel punto, presi il cellulare per vedere chi fosse.

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Gwen vide sul cellulare il nome di Elv ed il suo messaggio così diceva:
"Avrei dovuto chiederti un pegno prima di rimandarti in camera... ;)"

Leggere un suo messaggio un po' mi rincuorò, infatti sorrisi.

' L'avevo detto che ti saresti pentito di avermi lasciata andare... Peccato, pare che l'offerta per stanotte sia ormai scaduta...'

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