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"Io ho appetito, sarà questa zona che mi mette appetito..quindi prendo il pane bianco con confetture di more, del latte e caldo e pure dei mandarini" e la guardai stavolta facendo uscire davvero le mie parole ingenuamente "Ovviamente mi auguro voi servirete il tutto in un ottimo servizio in Sheffield" e mi accorsi in quel momento parlavo come una aristocratica uscita da quel collegio, e guardai Brain istintivamente che infornava e infornava e mi sfuggì una risata "Sembra il vostro garzone stia preparando pane per un esercito".
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Sorrisi ancora.
"Detesto queste etichette. Vi ho visto lì, ferito e ho deciso di aiutarvi. Noi due abbiamo idee molto simili in merito, non ritengo il mio pensiero concorde con quello della mia classe e no, non c'è alcun trucco" lo rassicurai, con tono calmo. "Siete più tranquillo adesso?" con un mezzo sorriso sornione. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Si, abbiamo molti clienti.” Disse sorridendo la locandiera ad Altea. “Siamo la sola locanda in zona e per questo molti vengono a mangiare da noi.” Annuendo.
Servì poi quanto da lei ordinato, mentre Brain continuò ancora per un po' ad infornare il pane. Poi rientrò nel locale e gettò uno sguardo verso il tavolo di Altea. Prese allora dei tovaglioli puliti, tutti ben piegati più volte e li posò sul tavolo della figlia dell'astronomo assassinato. |
Finalmente arrivò il padrone, una strana figura dalla maschera sul viso.
Perchè la maschera? Cosa nascondeva? Oh, gli umani che riuscivano ad incuriosirmi e sorprendermi, non succedeva mica spesso. Erano in tre, un buon pasto dopotutto, e quel padrone mi incuriosiva. Così, scivolai nell'ombra per avvicinarmi al padrone e vederlo meglio. |
"Ma non mi dite..." disse sarcastico Elv "... quindi immagino viviate in assoluta povertà, senza godere dei servigi di maggiordomi e governanti, niente abiti sfarzosi, nè partecipazioni a feste e banchetti vari, giusto? Dunque avete sicuramente un lavoro e non è certo una rendita aristocratica a farvi sopravvivere, dico bene?" Ironico a Gwen.
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"Beh, la mia condizione non è certo colpa mia. E poi, nemmeno voi mi sembra che viviate in assoluta povertà come un novello San Francesco, dico bene?" guardandolo con sguardo di sfida e un sorriso divertito.
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Destresya si confuse con l'ombra, in quel chiaroscuro così inquietante e misterioso in cui era avvolto il laboratorio.
L'uomo aveva una maschera di ferro e cuoio, con solo gli occhi ad essere visibili di tutto il suo volto. "Scaricate subito la pasta vitrea in quella botte." Disse lui, dando ordini ai suoi uomini. I due subito obbedirono. |
Sinceramente non avevo notato tutta questa affluenza nel borgo, forse mi sbagliavo visto ero appena arrivata la notte prima.
Brain entrò nella locanda, vidi i suoi movimenti e poggiare i tovaglioli sopra il mio tavolo "Grazie messere, davvero gentile" sorridendogli. Presi del pane e lo imburrai e sopra misi la marmellata ai mirtilli, la assaporai piano mordendo quel pane dolce e croccante, era deliziosa. E quindi approffittai per prendere i tovaglioli, porli sul mio grembo e li aprii lentamente. |
"Io vivo del mio lavoro di avvocato." Disse con sdegno Elv a Gwen. "Nessuno mi mantiene. Dunque evitate di offendere la mia intelligenza e la dignità di chi lavora e lotta. Voi siete un'aristocratica, figlia di un regime che vi permette di vivere in mezzo allo sfarzo."
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Altea aprì i tovaglioli e vi trovò dentro un biglietto con un indirizzo:
“Palazzo dei Berti, via del Sacro Cuore, Afragolopolis.” |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 08.41.47. |
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