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"Nessun problema, il mercantile attraccherà in un paio di giorni..." annuendo.
Poi quella domanda di Icarius. Cimas... Cimas! Come sospettavo. Non risposi al militare, il mio sguardo incrociò quello di Icarius per un istante. Una volta fuori, sospirai. "Come sospettavo.." guardandomi intorno "Facciamo un giro in città, vediamo se c'è qualcosa che è rimasto lo stesso..". Abbassai lo sguardo per nascondere un velo di malinconia. "Io.." mormorai piano "Vorrei passare da casa..." con la voce che tremava appena "Ma non so come la troverò.." sussurrai piano. Ricordavo il giorno in cui vidi la casa per la prima volta, eravamo appena arrivati da Miral, nel viaggio più triste della mia vita. Ma da allora era il mio porto sicuro, ora che era mia e di nessun altro, ora che potevo rintanarmi lì quando non volevo essere disturbata. Chissà che ne avevano fatto del mio palazzo. |
<< Romantico? A me non sembra proprio. Vivere nascosti, incontrarsi tra mille sotterfugi...non è romantico. É triste. Chi si ama dovrebbe poter vivere il proprio amore alla luce del sole, in modo legittimo. Per me questo vale molto di più >> spiegai convinta al cavaliere anche se probabilmente non era d'accordo ma un conto erano le storie, un conto la vita vera. E che vita ci poteva essere per delle persone che devono nascondere la loro felicita?
<< No...ecco non direi... Avrei dovuto anche intuirlo prima viste le civette all'entrata della Marchesa. Però mi chiedo se siede un Taddeo perché non... Non imponete la vostra discendenza ora che il vecchio duca é morto. La città avrebbe bisogno di un uomo come voi al comando, prendete quella banda di cavalieri, ora scorrazzano perché viene loro permesso da un governante che ha a cuore il popolo. >> Avevo parlato con sincerità, esponendo solo alcune delle cose che pensavo, che vedevo e immaginavano per il futuro. I soprusi dei nobili dovevano finire ma questo implicava un cambio al vertice. Presa da quella sottospecie di discorso politico avevo volutamente tralasciato un'altra questione. Forse quella che mi premeva maggiormente. La maledizione che colpiva gli uomini della stirpe dei Taddei. Non sapevo come affrontare l'argomento, mi rendevo ben conto di quanto fosse delicato e non volevo far adirare Ehiss. |
A quelle parole i miei verdi occhi si spalancarono e mi misi davanti a lui guardandolo.."Sia chiaro..niente più nomignoli tipo cara.,tesoro..ecc. Non ho mai permesso a nessun uomo di chiamarmi con questi futili nomi...solo anni fa..e fu un grave errore" sospirando dalla rabbia "E per quanto riguarda le mie grazie..mi spiace..Non sono per voi...decido io a chi darle...e ve lo avevo detto in prigione ho un pessimo carattere oltre che antipatico."
Guardai il lago per stare calma e mi voltai con indifferenza.."Possiamo andare" ed entrammo nella locanda del lago Avenus. |
“E' una possibilità.” Disse il pirata a Gaynor. “Ma non tutti gli indigeni sono ostili. Vedremo.”
Intanto la Santa Lucia si avvicinava sempre più all'isola, fino a quando arrivò abbastanza vicina per vederne i tratti. Era simile ad un grosso scoglio di granito, rivestito da lussureggiante vegetazione che la sua esposizione ai miti venti occidentali rendeva di un verde intriso di luminose screziature. La sua costa, una larga e friabile baia, si mostrava diritta e scura di fronte ad un mare velato di vago grigiore per quel pomeriggio nuvoloso. Capitan Cuore, giunti a circa mezza lega dalla baia, tirò su le vele e fece poi scendere l'ancora in mare. Calò allora una scialuppa e con Gaynor presero ad avvicinarsi alla spiaggia. Sotto il fogliame verde scuro di cespugli e rampicanti che rivestivano la scogliera si vedevano scorrere strisce rosse come cataratte di ruggine, mentre alte cime frastagliate e battute dal vento si ergevano oltre lo sfondo delle folte foreste che ricoprivano l'isola. Poco dopo la scialuppa raggiunse la sabbia della riva. http://www.fulldose.net/wp-content/u...rk-Denmark.jpg |
Zoren sorrise a Gwen e la strinse a sé.
“Forse è colpa della luce...” disse piano, indicando con un lieve cenno del capo la tendina tirata su alla finestra “... sarà meglio abbassare la tendina... così eviterò anche di essere tentato...” facendole l'occhiolino, per poi abbassare la tendina. |
Scossi la testa con un leggero sorriso e un lieve sospiro.
Poi mi stesi su un fianco e cercai di rilassarmi, anche se davvero non avevo sonno e non ero stanca. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La Santa Lucia si era avvicinata abbastanza all'Isola da poterne scorgere la costa, un'insenatura oltre la quale predominava una verdissima e rigogliosa vegetazione.
"Beh, sul verde direi che non mi sono sbagliata, anche se questa immensa distesa di vegetazione è ben oltre ciò che avevo immmaginato..." Quando fummo alla giusta distanza, il Capitano ancorò la nave e calò in acqua una scialuppa, con la quale raggiungemmo la riva sabbiosa dell'isola. "Capitano, chissà cosa ci aspetta qui..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Ehiss sorrise a Dacey, mentre spronava il suo cavallo a riprendere il cammino.
“Beh, purtroppo” disse, mentre tornavano verso Marchesa delle Rose “siete stata sfortunata. Infatti avete incontrato l'ultimo dei Taddei. Diciamo una sorta di pecora nera della famiglia. Uno a cui il vecchio duca non evitava prediche e richiami.” Ridendo. “Per questo decisi di partire tempo fa... la vita al palazzo non fa per me e di certo il vecchio duca avrebbe preferito mettere sul seggio magari l'ultimo dei suoi servi, piuttosto che il sottoscritto.” Divertito. |
<<. L'ultimo?>> con un accenno di nodo in gola mentre vedevo aleggiare lo spettro della maledizione.
<< Perché dite così? Cosa c'è che non va in voi da rendervi così indegno agli occhi del duca?>> |
A quella reazione di Altea, Guren scoppiò a ridere.
“Allora vossignoria vorrà perdonarmi...” disse sarcastico con un vistoso inchino “... dunque la prossima volta che dovrò inventarmi qualcosa per tirarci fuori dai guai eviterò...” divertito “... magari a salvarci la pelle ci penserà il vostro spigoloso ed antipatico carattere.” Entrarono allora nella locanda che si affacciava sul lago. Era un ambiente non troppo affollato, ma intriso di vapore ed odori vari, perlopiù di pesce, che giungevano dalla cucina. “Salute, signori.” avvicinandosi ai due una donna. “Prego, sedetevi pure a questo tavolo per due.” “Si, madama, ma sappiate che io e mia moglie siamo sul punto di separarci, dunque evitate di trattarci come una coppia.” Ridendo il contrabbandiere. “Siete un buontempone vedo.” Sorridendo la donna. “Vi dirò...” fece Guren “... lei mi detesta.” Annuendo ironico ed indicando Altea. “Tranquilli, qui serviamo solo da mangiare e da bere.” Replicò la donna. “Per i vostri problemi di coppia c'è una chiesa non troppo lontana da qui.” E chiese loro cosa volessero per pranzo. |
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