![]() |
"E sia!" esclamai "deponiamo tutti le armi ed andiamo a cercare questa torre...dopo che la donzella sarà salvata, vedremo chi dei due dovrà avanzare diritti su Guisgard.
Mettere a rischio la mia persona per qualcuno che nemmeno conosco non mi attira molto, ma ho promesso che vi porterò vivo dal vescovo e così farò. Bene, chi dunque conosce il territorio e torri isolate e terribili?" e mi guardai attorno... |
Lentamente aprii gli occhi… non avevo più freddo e non mi sentivo più tanto debole, avevo soltanto la testa un po’ confusa, proprio come dopo una febbre alta. Mi tirai su e mi misi seduta, massaggiandomi con una mano la fronte e guardandomi intorno.
Fu allora che vidi la vecchia seduta di fianco al pagliericcio su cui ero stata sistemata: mi osservava in silenzio, io ricambiai lo sguardo per un istante poi provai a mettermi in piedi… ero nervosa. “Che cos’è successo?” chiesi infine: non ricordavo molto di quanto era accaduto dopo che mi aveva offerto quella via di fuga… rammentavo di aver sognato, di aver sentito della voci intorno a me, di aver parlato… mi chiesi quanto avevo parlato e cosa avevo detto, pregando di non essermi fatta sfuggire niente di importante. Niente su Guisgard, per esempio, o niente su Capomagnus. |
Elisabeth e Morrigan, grazie al potere delle pietre erano giunte nella torre.
Ma mentre salivano le scale si ritrovarono in una camera ampia e senza né quadri, nè arredi. L'aria era viziata di chiuso ed una gran umidità filtrava dalle vecchie e consumate murature. Ad un tratto una velata nebbia cominciò a salire. Qualcosa di indefinito avvolse le due donne. Erano in una sorta di selva. All'improvviso sentirono il pianto di un bambino. E poco distante da loro, accovacciata sotto un robusto noce, vi era una donna avvolta da un nero mantello. E teneva fra le mani un bambino. "Sapevo che ci saremmo riviste" cominciò a dire la donna "ma non immaginavo che tu fossi tanto avventata, Elisabeth..." E mentre parlava, tentava di cullare il suo bambino che piangeva sempre più. "Tu e la tua novella seguace" continuò indicando Morrigan "avete sottovalutato il potere che ci protegge... gli antichi dei dei boschi e delle acque furono sconfitti tempo fa dalla Fede dell'unico Dio... ma l'unica Fede è animata anche da mondi inferiori, vivi e reali, in cui dominano potenze senza eguali..." In quel momento il bambino smise di piangere e si voltò verso Elisabeth E morrigan. Un diabolico ghigno sorse allora sul suo deforme e mostruoso volto. Un attimo dopo Elisabeth vide le sue pietre mutarsi in tizzoni informi e consumati. http://cdn2.maxim.com/maxim/files/20...ntano_main.jpg |
Guisgard fissò con un sorriso Cavaliere25.
"Hai ragione, amico mio." Disse. "Spero di non averti messo nei guai, quel giorno! Però, presto, spero di pagare il mio debito con te... e potrete condurmi ovunque voi vogliate." Fece qualche passo ed aggiunse: "Questa è una faccenda che sbrigherò io soltanto... non voglio il vostro aiuto..." "Ma sentitelo, il grande eroe!" Esclamò Maladesh. "E come pensi di entrare in quella torre, sentiamo? Busserai e chiederai, con cortesia cavalleresca, che ti restituiscano la tua bella?" "Non è la mia bella!" Rispose di scatto Guisgard. "Certo, certo... infatti, nonostante mezzo mondo ti stia dando la caccia, tu infischiandotene di tutto e tutti decidi di passare il tempo a fare il Lancillotto che libera dolci dame in pericolo!" Replicò Maladesh. "Al diavolo!" Masticò amaro Guisgard. "Invece di star qui a blaterare senza senso" continuò Maladesh "direi di preparare un piano e decidere su come agire." Fissò Polgara ed aggiunse: "Io non ho mai sentito parlare di quella torre in queste zone!" "La conosco io!" Intervenne Tisson. "Ehi, chi si rivede!" Esclamò Guisgard. "Quella torre si trova nel cuore della foresta." Continuò Tisson facendo un cenno d'intesa a Guisgard. "E se ben difesa, come credo che sia, è praticamente impossibilire da prendere con la forza." "Allora troverò un altro modo per accedervi!" Disse Guisgard. |
Intanto, alla locanda di Capomagnus giunse un giovane visibilmente stravolto.
"Locandiere, dammi da bere..." disse buttando una moneta sul bancone. "Sembra che tu abbia visto un fantasma!" Esclamò il locandiere. Ma il giovane non rispose e raggiunse uno dei tavoli, dove scolò la sua coppa. "Non tornerò a quella torre ora che Iwan è morto..." disse ad alta voce "... che mi importa di Guisgard e di quella ragazza..." Ma seduto ad un tavolo accanto vi erano Simon ed alcuni dei suoi. "Cosa hai detto?" Chiese schizzando come se fosse stato morso da un serpente velenoso. "Cosa, signore?" Domandò intimorito il giovane. "Hai parlato di un certo Guisgard e di una ragazza! Cosa sai in merito a loro? Parla o ti infilzo senza riguardi!" Il giovane allora, già impaurito per la morte di Iwan, davanti a quelle minacce raccontò tutto sulla torre e sul rapimento. "Che il diavolo mi maledica!" Gridò Simon. "Allora lady Talia è nei guai!" Radunò allora tutti i suoi cavalieri e cominciò a preparare l'attacco alla torre. "Il tipo nella locanda ha descritto con precisione l'esatta ubicazione della torre." Disse ai suoi. "Siamo in buon numero per attaccarla! Così libereremo lady Talia e torneremo in patria per condurla da sua signoria il conte!" "Ma, mio signore..." intervenne uno dei suoi "... non sappiamo quante forze siano a difesa di quella torre! Potrebbe essere un azzardo attaccarla così, senza conoscere quanti uomini si trovino in essa!" "Zitto, cane!" Urlò Simon. "Libereremo lady Talia e la condurremo dal nostro signore! Partiamo subito!" "Tutti gli uomini non attendono altro, milord!" Disse Mion. "In marcia, allora!" Ordinò Simon. E poco dopo i cavalieri di Borgogna partirono alla volta della torre per liberare lady Talia e condurla in Borgogna. |
Alla torre, nel frattempo, Talia si era ripresa.
La vecchia le controllò la fronte. "La febbre è calata, ora andrà meglio." Prese dell'acqua fresca e ne diede una coppa alla ragazza. Ma prorio in quel momento la portà si aprì ed entrò Cosimus con due dei suoi soldati, che però si fermarono sulla soglia. "Vedo che state decisamente meglio, milady." Cominciò a dire. "E questo mi riempie di gioia." Fece poi cenno alla vecchia di uscire e continuò: "Una dama del vostro lignaggio è un ospite da trattare con ogni riguardo. E mi piangeva il cuore a sapervi malata e sofferente." Le si avvicinò accarezzandole i capelli. "Siete molto bella, milady..." aggiunse "... non vedo l'ora di vedervi stanotte con quell'abito che vi ho fatto portare... e sarà un piacere sfilarvelo..." E si abbandonò ad una disgustosa risata, che gelò il sangue di Talia. http://1.bp.blogspot.com/_YFbXKOW1No...+Havilland.jpg |
Guardai Guisgard e gli altri e dissi per che non iniziamo ad incamminarci per quella torre? prima arriviamo e prima sapremo cosa ce poi rivolto a Guisgard dissi ho rischiato la testa quel giorno amico mio però ora è piu importante sistemare tutta la faccenda e poi vedremo il da farsi mi girai e chiamai Buck e gli dissi amico mio sei stato bravo ora dobbiamo fare un gioco di squadra tu col tuo fiuto devi trovare le tracce che portano alla torre e trovare lady talia forza in cammino allora e mi misi sulla strada.
|
Mi sentii morire alle parole di Cosimus ma lottai per restare impassibile… feci due passi indietro e mi schiacciai contro il muro, così da restare lontana dalla sua mano, il cui contatto mi dava la nausea.
“Voi siete un pazzo!” dissi dopo un attimo “Mio padre chiederà ed otterrà la vostra pelle da appendere nel salone quando saprà di questo, la vostra testa verrà offerta ai suoi cani! La morte vi sembrerà un meraviglioso miraggio prima che abbiano finito con voi!” Abbassai gli occhi un momento e quando li rialzai gli gettai in faccia uno sguardo sarcastico e carico di disprezzo: “E comunque tutto questo non vi servirà a niente perché voi non prenderete mai Guisgard! Mai! Lui può giocarvi... può battervi e lo farà!” Non sapevo perché l’avevo detto, ma ci credevo e mi attaccai a quell’idea come ad un’ancora. |
<Stridore di metallo, urla e odore di sangue umano. Era quello che il vento aveva portato fin nella sua quercia cava al centro della foresta> Umani <mormorò la fata ritta sul ramo dell’albero che era la sua dimora, le ali spiegate, lo sguardo fisso nel folto della foresta> Non sanno che per entrare nel bosco bisogna bisbigliare i passi e chiedere agli alberi di benedire il loro passaggio <continuò fra sé e sé. Aveva percepito energie contrastanti, la forza di un uomo, il suo coraggio, la sua determinazione. La dolcezza di una donna ben nascosta da sprezzante e orgoglioso atteggiamento. Energie positive avvolte da un velo d’oscuro pericolo. La fata si lasciò condurre dalle sue grandi ali dai colori della Terra fin nel cuore della foresta, vicina al laghetto laddove Guiscard, Polgara e altri decidevano su come proseguire. Posò i piedini nudi sulla Terra, nascosta tra gli alberi fitti. Concentrò le sue energie e serrò gli occhi e l’illusione ebbe inizio. Un vento improvviso sollevò un cumulo di foglie secche che avvolsero il suo minuto corpo fatato. Quandò il vento si calmò il suo corpo era mutato in quello di una donna. I lunghi capelli corvini adorni di piccoli fiori bianchi le incorniciavano il volto ambrato. La veste candida di seta scivolava lungo il suo corpo fino a sfiorarle i piedi nudi. Una cintura di foglie segnava i fianchi della veste. Avanzò verso il gruppo di umani. > Chi osa violare la sacralità della Foresta <pronunciò con voce ferma ma dolce e armoniosa, voce che pareva una nenia alle orecchie umane> Chi siete Voi che muovete i vostri passi sulla Terra con il cuore così in tumulto? <chiese ancora la fata in forma umana, fissando il suo sguardo ora su Guiscard, ora su Polgara> |
E dopo che Talia ebbe minacciato Cosimus con le sue determinate parole, l'uomo le si avvicinò con rabbia.
"Vedo che il veleno scorre caldo sulle vostre labbra!" Disse. "Ma presto saprò sostituirlo con un elisir che dona piacere e dolore insieme!" Ma proprio in quel momento le guardie chiamarono il loro signore. "Milord! Presto, correte! Siamo attaccati!" "Attaccati?" Ripeté incredulo Cosimus. E corse verso la porta. "Tu bada a lei!" Disse poi alla vecchia, indicando Talia, prima di lasciare la stanza. |
Nella foresta intanto, tutti erano alle prese con l'incubo della torre.
Ad un tratto al gruppo apparve una giovane e bellissima dama. "Fermatevi, voi!" Intimò Guisgard, portando la mano sulla sua spada. "Avanzate ad agio ed annunciatevi! Abbiamo già incontrato un buon numero di serpi in questo luogo!" "Beh..." intervenne Maladesh, guardando compiaciuto la fiovane dama "... se quella è una serpe, allora dovrò rivedere il mio odio verso quel genere di animali!" |
Guardai la donna e lentamente mi avvicinai e dissi voi come vi chiamate mylady io sono cavaliere25 noi stiamo andando a salvare una damigella di nome Talia in una torre sapreste indicarci dove dobbiamo andare e aspettai una sua risposta.
|
<Si fermò così come le era stato intimato, lo sguardo impassibile e fiero fisso su colui che aveva parlato> Quella non vi serve Cavaliere <pronunciò lentamente verso Guiscard indicando la spada.> Il mio nome è Empi, sono figlia della Terra e degli elementi e questa foresta che vi accoglie è la mia dimora <spiegò avanzando ora di qualche passo> Le serpi di cui parlate non sono ben accolte in questo sacro bosco e non lo sarete neanche voi se non chiederete alla Terra di benedire i vostri passi <le parole di cavaliere25 le giunsero veloci alle orecchie> Volete salvare una damigella? <chiese curiosa> Direi che riposare e rimettervi in forze sia l’unica cosa saggia da fare al momento <pronunciò donando alle sue parole tutta la dolcezza del suono del vento tra le foglie, sperando in questo modo di convincerli a calmare il tumulto dei loro cuori>
|
Cosimus era stato avvertito dell'attacco e tutti i suoi uomini erano in allarme.
Ognuno allora corse ai posti di combattimento, in attesa che il misterioso nemico si mostrasse. La torre in breve fu circondata da un vasto gruppo di cavalieri pesantemente armati. Ad un tratto, il più nobile e superbo fra loro, dopo che uno dei suoi suonò il corno, cominciò a gridare agli uomini della torre. "Sono Sir Stefan, cavaliere agli ordini di sua grazia il conte di Borgogna! Abbiamo circondato la torre e vi intimiamo di arrendervi! Consegnateci Lady Talia da Carcassanne. E se ad ella non è stato fatto alcun male, avete la mia parola che ci ritireremo senza attaccare!" "Non vi è alcuna dama rapita qui!" Rispose da una delle finestre Cosimus. "Questa torre è difesa dagli uomini al servizio dei signori di Provenza! Ritiratevi o avrete la peggio!" Stefan allora fece suonare di nuovo il corno e diede ordine ai suoi di attaccare. I cavalieri di Borgogna cominciarono l'attacco con arieti infuocati, mentre dalla torre gli uomini di Cosimus fecero cadere una pioggia di dardi incandescenti e dalle finestre pece bollente venne scaraventata sugli assalitori. In breve, grida e sangue dominarono la scena, mentre un etereo ed ancestrale crepuscolo scendeva su quel tormentato mondo. |
Avete un bel nome mylady Empy forse avete ragione dovremmo riposare e riguardo a una fanciulla si dobbiamo trovarla e salvarla voi sareste cosi gentile da darci una mano chiesi gentilmente e sorridendo.
|
Nella foresta intanto, Guisgard restò quasi rapito dalla grazia e dalla dolcezza di quella misteriosa damigella.
"Vogliate scusarmi, milady..." disse "... purtroppo questo luogo sembra infestato dalle forze del male ed io pare che abbia perso la capacità di riconoscere un nemico..." Fece qualche passo in avanti per poi fermarsi, come se qualcosa di spirituale proteggesse quella ragazza. "Riposarci dite, lady Empi? Impossibile... tutto ci è ostile, compreso il tempo..." "Ma siete una sacerdotessa o cosa?" Intervenne Maladesh. "Ehi, capo..." gli disse sottovoce uno dei due assistenti "... una ragazza sola in questo posto... non vi sembra strano?" |
L'ingresso nella torre era stato fin troppo facile.
Non stava dubitando della potenza di Elisabeth e delle sua arti. Stava dubitando dell'apparente impreparazione dei loro nemici. Dovevano essere asserragliati da qualche parte, in agguato buio e nel silenzio. Non c'era da fidarsi. Salirono le scale deserte, fino ad una stanza ampia e spoglia. L'aria era stantia, la luce fioca. D'un tratto, una strana nebbia le avvolse... che stregoneria è mai questa?... lo spazio intorno a loro cominciava a cambiare... una foresta... alberi nodosi dai rami contorti... stridii, scricchiolii... il pianto di un bambino... la nebbia sembrava braccarla, afferarla in una stretta, e Morrigan non riusciva a sottrarsi. Insieme a quelle visioni inaspettate, a quei rumori, la nebbia le stava portando alla mente lontane, ossessive visioni... visioni che potevano conforderla. Accovacciata sotto un robusto noce, una donna avvolta da un nero mantello stringeva al petto un bambino. Morrigan ebbe l'impressione di sentirla ridere, ridere forte, anche se il viso della donna era immobile. Si strinse un po' più ad Elisabeth, iniziò a parlarle nella sua mente... magia... magia... voi parlate di magia buona e di magia cattiva, Elisabeth... ne parlate come se conosceste il modo per distinguerle... ma io, Morrigan, io non so... sono confusa... voi conoscete qual'è il mio potere, Elisabeth? Non ve l'ho mai rivelato, ma voi dovete averlo già intuito... un potere che forse non è un dono... un dono che è insieme maledizione... io non ho più madre, nè padre, Elisabeth... essi mi hanno abbandonato, terrorizzati nel vedere la distruzione che la loro bambina era capace di dispensare come se avesse sparso semi in un campo... sono stata da allora mercenaria, al soldo di chiunque chiedesse il mio servigio... ma non era per i soldi, no!... nell'estasi della battaglia, lo confesso, esultavo nel vedere che potevo distruggere il mio nemico con un solo sguardo... non mi sono mai chiesta se la mia battaglia fosse per il bene o per male, semplicemente perchè troppe volte il mio cuore non avrebbe voluto conoscere quella risposta... ma voi, voi che nemmeno mi conoscevate, mi avete chiamata e mi avete voluta con voi, e avete creduto in me... creduto davvero che potessi servire il bene! In quel momento vide il bambino smettere di piangere e voltarsi verso di loro. Un diabolico ghigno sorse allora sul suo deforme e mostruoso volto. Un attimo dopo Elisabeth vide le sue pietre mutarsi in tizzoni informi e consumati, e Morrigan sentì una rabbia sorda e violenta che le saliva alla testa... vedete, Elisabeth? Fino a questo momento la vostra nobiltà d'animo mi ha fatto vergognare della mia natura... una natura che mi non distingue affatto da coloro che voi disprezzate e combattete... ma è la mia natura, e questa donna e il mostro che tiene in grembo, ora hanno osato minacciarvi, minacciare voi! E Morrigan prese a fissare con intensità il bambino deforme e a recitare lentamente una frase tra le labbra... io sono Morrigan... inseguirò il nemico con il mio sguardo, lo inseguirò senza sosta, distruggerò colui su cui ho posato gli occhi... poichè egli ha osato distruggere le vostre pietre, io adesso distruggerò lui! |
Siete entrati in una zona della foresta in cui il tempo non esiste <affermò con un lieve sorriso la fata allungando il braccio verso Guiscard con la mano tesa come a volerlo invitare ad avvicinarsi> La Terra ha guidato i vostri passi verso il sacro cerchio <volse poi il volto sereno verso Maladesh, lentamente> Al centro di questo bosco vi è un cerchio di antiche querce. Hanno visto molte lune e molte generazioni di umani <tacque per un attimo come se temesse di rivelare la sua vera identità> Non è concesso ad occhio mortale conoscere questi luoghi ma la Terra vi ha condotto qui e come sua figlia sono qui ad accogliervi e ad offrirvi il mio aiuto.<con il braccio ancora teso verso Guiscard continuò> Seguitemi, quella ferita non vi farà vedere alcuna torre se non la curate <tacque infine ed attese. Sapeva bene che nessuna illusione fatata può nulla contro la volontà degli umani. Era la volontà che più invidiava a quei mortali e se loro non avessero voluto, se loro non avessero creduto nel profondo alle sue parole, non avrebbe potuto aiutarli>
|
Morrigan fissò con una cieca determinazione quel mostruoso bambino.
Vivo odio traspariva dai suoi occhi e dal suo corpo. Ad un tratto però, quasi a prendersi beffe di quell'odio così forte, il bambino tradì un ghigno, più grottesco del precedente, quasi lascivo. Si accostò allora al petto della donna e questa si scoprì il seno. Il piccolo mostro allora cominciò a succhiare il latte. Ad un tratto, però, proprio alle spalle di Morrigan ed Elisabeth, si udirono dei passi. Un momento dopo, dalla nebbia che sempre più intensa cominciava a salire, emerse un fanciullo. Aveva i capelli nerissimi, il viso pallido e gli occhi di un gelido grigio. Aveva una lunga camicia nera, con i bordi di un vivo porpora. "Cosa cercate qui?" Chiese alle due donne. "Quello che volevate non si trova più qui... ma molto più lontano." Ed infatti le due donne si accorsero che solo il folto cuore della foresta ora le circondava. Della torre non c'era più traccia. E proprio in quel momento si udì un ululato lontano. |
Intanto, dall'altra parte della foresta, Guisgard, Polgara, Maladesh, Cavaliere25, i due assistenti e Tisson avevano incontrato la misteriosa Empi.
Quella mano tesa verso di lui, provocò in Guisgard strane sensazioni. Eppure sentiva che poteva e doveva fidarsi. Si avvicinò allora a quella ragazza. "Non andare, Guis!" Gridò Tisson. Ma il cavaliere, voltandosi, fece cenno agli altri di non seguirlo. "E sia, damigella..." disse ad Empi "... vi seguirò perchè possiate aiutarmi... mi rimetto al potere della Terra, per guarire dalla mia ferita..." E i due scomparvero nella buia foresta. "Ehi, capo, Guisgard ci sfugge di nuovo!" Esclamò allarmato uno dei due assistenti a Maladesh. "Tranquillo, tornerà." Lo calmò questi. "Tornerà per liberare quella ragazza dalla torre." |
Intanto, alla torre si combatteva senza sosta.
I cavalieri di Borgogna attaccavano con fiera decisione, ma le difesa della torre sembravano insuperabili e molti degli assedianti caddero morti. "Sono rimasti in pochi, quei cani!" Disse uno dei soldati a Cosimus. "Bene... mandate giù un drappello ben armato e finiteli!" Ordinò Questi. Un momento dopo diversi cavalieri uscirono dalla torre. "Siamo rimasti in pochi e ci attaccano ora corpo a corpo!" Urlò Mion a Stefan. "Serrate i ranghi!" Ordinò questi. "Ci difenderemo come potremo!" "E' quasi un suicidio, milord!" "Mion, non abbiamo altra scelta!" Rispose Stefan. Un momento dopo furono circondati dagli uomini di Cosimus. Nel frattempo, nella prigione, la vecchia osservava la battaglia dalla finestra strombata, l'unica di quell'ambiente. "E' l'Inferno che si spalanca per noi tutti!" Esclamò. "Quanto sangue e quanto male dominano ora sulla terra nuda..." Poi, voltandosi verso Talia, aggiunse: "Siete pallida... troppe emozioni vi faranno male... stendentevi e riposate, restare svegli non aiuterà... se volete ho un rimedio per chiamare il sonno..." E le mostrò un sacchetto con una polverina verdastra. |
Scossi la testa all'offerta della donna.
"Non voglio dormire!" dissi "Come potrei? Ho sentito il nome dei cavalieri di Borgogna poco fa... questi uomini sono qui per me, stanno combattendo e morendo per me! Uomini innocenti, che altro male non fecero se non seguire gli ordini del loro signore! Non posso dormire!" Il frastuono della battaglia oltrepassava le pareti e colpiva le mie orecchie... con l'angoscia nel cuore, mi sedetti per terra, presi la Bibbia e iniziai a pregare per le loro anime. |
"Perchè dite che sono qui per voi?" Chiese la vecchia a Talia. "Perchè stanno combattendo per voi? E' fra quei cavalieri colui che invocavate nel delirio della febbre?"
|
Alzai di scatto lo sguardo su di lei... avevo dunque invocato il suo nome?
Poi scrollai le spelle: ormai era fatta! "No!" risposi dopo un attimo "Penso di no: non può essere con i cavalieri di Borgogna! Ma se questi uomini sono qui è perché furono spediti sulle mie tracce... è dunque per causa mia se si sono trovati in questa guerra! Le loro anime pesano sulla mia coscienza, le loro sofferenze sono comunque le mie anche se non li conosco di persona!" |
"Cosa c'entrano dunque questi cavalieri con voi?" Domandò ancora la vecchia. "Perchè vi cercano tanto da arrivare ad attaccare questa imprendibile torre?"
Si avvicinò ed aggiunse: "Non vi fidate ancora di me, vero? Eppure vi ho aiutato... ma sento che non avete la serenità di potervi fidare... è vero, non posso aiutarvi, ma sono comunque dalla vostra parte... perchè?" Chiese poi. "Forse perchè anch'io, come voi ora, fui condotta qui con la forza tempo fa... e da libera mi ritrovai schiava... ma io non avevo nemmeno più l'illusione di essere salvata, a differenza vostra invece..." |
La guardai con dolcezza...
"Non conta quanto io possa fidarmi o meno di voi... Ma, vedete, ultimamente coloro che tentano di aiutarmi finisceno nei guai... non vorrete agguingere altre pene alle vostre?" la osservai per un momento, poi sospirai e proseguii "Ebbene, mio padre è un uomo potente. Ed anche l'uomo che fui destinata a sposare, sebbene io non lo ami e non voglia legarmi a lui, è molto potente. Adesso loro, bene o male, mi rivogliono indietro! Perciò questi cavalieri sono qui, per riportarmi in Borgogna al mio destino, al destino che fu scelto per me! Doveva essere una missone facile la loro... ma sono finiti qui! Che colpa ne hanno se Cosimus si è frapposto alla loro strada? Meritano di morire per questo?" |
La vecchia chinò il capo.
"Comprendo..." disse "... ma un giorno tutto questo sangue ricadrà su quel demonio..." La fissò ed aggiunse: "Star qui a tormentarsi non serve a nulla... prendete un pò di queste essenze... riposerete tranquilla... e poi, se vorrete, mi parlerete di colui che tanto avete invocato durante la febbre..." |
Le grida della battaglia proseguivano... chiusi gli occhi, cercando di non ascoltarle, poi afferrai il sacchetto che la vecchia mi porgeva.
"Guisgard..." mormorai sedendomi sul pagliericcio "davvero l'ho chiamato? E' curioso, sapete... non so se desiderare che arrivi o pregare che sia al sicuro il più lontano possibile da qui... e non ne capisco il motivo..." Intanto le voci provenienti da fuori si facevano sempre più lontane e, dopo poco, chiusi gli occhi e non udii più niente. |
Talia si pettinava i lunghi capelli davanti a quell'antico specchio.
Era stato di sua nonna prima e di sua madre poi. Lei, ricordava, entrava di nascosto nella stanza di sua madre per ammirarlo. "Milady, non siete ancora pronta?" Chiese contrariata Alvien. "Sono tutti nel grande salone ad attendervi. E sapete che vostro padre non ama che si faccia tardi!" Alvien l'aveva praticamente cresciuta. Più che una semplice nutrice era per Talia una sorella maggiore. E l'amava più di ogni altra creatura al mondo. "E' giunto il duca di Borgogna?" Chiese Talia. "No, non verrà più!" Rispose Alvien. "Come sarebbe? E le nozze?" "Pare che vostro padre abbia cambiato pretendente alla vostra mano." "Oh Cielo!" Esclamò Talia. "E chi sarebbe quest'altro?" "Ah, non mi immischio in queste faccende, io! Ho solo sentito dire che è un gran cavaliere al servizio di sua grazia il vescovo." "Ed è già giunto al palazzo?" Chiese Talia visibilmente preoccupata. "Pare di no..." rispose "... e sia, comincio a scendere, voi fate presto, però!" Ad un tratto Talia udì un rumore alla finestra. Notò un'ombra e restò turbata e spaventata. Ad un tratto qualcuno sbucò fuori dalle piante rampicanti che ricoprimavano il balcone. "Accidenti, è sempre un problema giungere a voi!" "Guisgard!" Esclamò lei. "Voi qui! Siete pazzo!" "Si, pazzo!" E rise forte. "Andatevene o farò chiamare le guardie!" "E così che accogliete un vecchio amico?" Chiese lui divertito. "Non è il momento di fare il buffone!" Lo riprese lei. "Andatevene o mi metterò ad urlare! E sapete bene che lo farei!" "E sia..." disse lui "... vediamo un pò... il cortile è circondato... il giardino peggio... tra un pò ci sarà il cambio della guardia... ditemi, milady... come preferite che mi accoppino?" "Oh Cielo!" Esclamò lei. "Ora vi scopriranno e..." "Ehi, allora non vi sono indifferente!" Esclamò lui. "Ammettetelo... un pò vi piaccio!" "Non riuscite ad essere serio nemmeno nei momenti difficili!" "Allora che faccio? Entro o salto giù sulle guardie di vostro padre?" E le fece l'occhiolino. "Siete tremendo..." "E voi bellissima!" "Entrate, ma fate piano, per carità..." "Tranquilla, vedere la sposa prima delle nozze porta male solo lei indossa l'abito nuziale!" "Cosa intendete dire?" Chiese lei. "Eh, milady... vostro padre ha acconsentito a darvi in moglie al primo cavaliere di sua grazia il vescovo!" "Voi...?" Chiese lei incredula. "Si, lo so... manca la dichiarazione... volete che mi inginocchi qui, davanti a voi?" http://film.virtual-history.com/phot...arge/00510.jpg Ad un tratto un sordo boato e Talia si svegliò all'improvviso. "Sembra che la battaglia sia finita..." disse la vecchia guardando dalla finestra. |
Aprii gli occhi all'improvviso... e immediatamente li richiusi. Volevo tornare indietro, volevo tornare in quel sogno meraviglioso.
Inutile! Tornare là non si poteva e io ero ancora in quella maledetta cella. "Che cosa succede?" chiesi alla donna, che se ne stava protesa per guardare fuori dalla stretta feritoia. E tuttavia solo una piccola parte della mia mente le prestava attenzione, perché l'altra parte era ben lontana da lì, era anni luce lontana, era ancora in un sogno. |
"Una carneficina, credo..." disse la vecchia "... non credo ci siano superstiti..."
E chinò il capo. "Alla fine, da quel che ho potuto vedere, erano sopravvissuti solo due di quei cavalieri..." aggiunse "... si sono battutti con coraggio e valore... ma poi, ho udito le grida di vittoria degli uomini di Cosimus... attaccare questa torre è un' impresa impossibile per chiunque... non conosco colui che sperate venga a liberarvi, ma..." E smise di parlare, per non affliggere oltre Talia. |
"Oh, no!" gridai "No!"
Mi alzai e corsi verso l'apertura per guardare fuori... ma non si vedeva niente, solo fumo e polvere. Scivolai allora a terra, la fronte contro il muro e lentamente mi accasciai su me stessa. "Non può finire così!" mormorai "Non può venire a morire in questo modo, come questi poveri cristiani! Ditemi che cosa posso fare..." dissi, poi, voltantomi verso la donna "Ditemi, vi prego, come posso fermare tutto questo!" |
La vecchia scosse il capo.
"Cosimus non si fermerà fino a quando non avrà catturato l'uomo che cerca..." Disse allontanandosi dalla finestra. "Siamo tutti alla mercè della sua malvagità... tutti..." Intanto, poco distanti, nella foresta, due uomini correvano sorreggendosi a vicenda. "Non... ce la faccio..." disse uno dei due "... è inutile... sono spacciato... perdo troppo sangue..." "Signore, dovete resistere!" Gridò Mion. "I nostri cavalieri... sono tutti morti..." "Ma noi due ci siamo battuti come leoni e molti dei nostri nemici giacciono senza vita ai piedi di quella torre!" Disse Mion. "Avevi ragione tu..." mormorò Stefan "... sono stato avventato... ma tu sei vivo... giura, Mion... giura..." "Qualsiasi cosa, signore!" "Giura che tenterai di riprendere Talia... giura..." "Lo giuro, milord!" "Sei il miglior... spadaccino... di Borgogna... il duca ha fiducia... in te..." E spirò tra le braccia di Mion. |
Guardando Maladesh dissi e ora amico mio quanto dobbiamo aspettare? che facciamo adesso? è stato prudente aver lasciato andare Guisgard con quella donna? non sappiamo neanche chi è e da dove venga speriamo che torni presto Guisgard il tempo per salvare lady Talia è poco dobbiamo fare in fretta poi mi avvicinai a Buck e gli feci delle coccole mentre ero in attesa del ritorno di Guisgard.
|
<la fata annuì impercettibilmente mentre la sua mano scivolava in quella di Guiscard e muoveva i suoi passi verso la quercia cava> Voi avete saputo vedere con gli occhi del cuore, sarete ricompensato Cavaliere <si accorse che non conosceva neppure il nome di quell’umano, ma non le importava. La Madre Terra le aveva affidato un compito e non era nella sua natura opporsi o fare troppe domande. Giunti alla quercia cava Empi indicò a Guiscard un giaciglio di foglie secche> Adagiatevi qui Cavaliere, e scoprite la vostra ferita, preparerò per voi un impacco di foglie curative. La Terra ci dona tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma pochi conoscono i poteri delle foglie <sparì per un attimo all’interno della quercia cava, la sua voce era ancora udibile mentre la fata sceglieva le erbe da usare> iperico per calmare il dolore, foglie di lampone per disinfettare la ferita aperta ed infine coda cavallina per affrettare la cicatrizzazione <parlava lentamente con voce serena e lieta> Non vi sono foglie per i dolori del cuore <aggiunse tornando a guardare Guiscard. Poi tacque per un attimo e abbassò gli occhi> Sono un essere del Piccolo Popolo, Cavaliere <pronunciò con un filo di voce, con la solennità che si riserva ad un segreto> viviamo nella foresta da tempo immemore e governiamo gli elementi. La Terra è la Madre di tutti gli elementi. <l’impacco di foglie era pronto per essere applicato> Non so quale sia la vostra impresa Cavaliere ma poiché avete creduto e vi siete fidato, Terra, Acqua, Fuoco, Vento e Nebbia sono al vostro servizio <tacque per un attimo> E ora se permettete, questo impacco di foglie potrà farvi star meglio.
|
Guisgard seguì le indicazioni di quella misteriosa ragazza.
L'atmosfera attorno a lui era quasi irreale, come se un incanto fosse disceso in quell'angolo di bosco. Quel letto di foglie era stranamente comodo. La voce di Empi era delicata ed eterea. Aveva detto qualcosa, parve a Guisgard. Qualcosa di strano, che il cavaliere non comprese del tutto. Ma appena quelle foglie furono adagiate sulla sua ferita, Guisgard si sentì rinvigorire. "La mia impresa..." ripetè Guisgard "... già, ma non ne coglierò mai i frutti... e ho poco tempo per portarla a termine..." |
Poi destato da un pensiero lontano, Guisgard si rivestì e si alzò da quel letto di foglie.
Si guardò intorno, ma non vide più Empi. "Tutto sembra essere stato un sogno... un incanto..." mormorò. E riprese la via per ritornare dagli altri. Si voltò un'ultima volta. "Vi avrei voluta con noi..." disse "... e ovunque voi siate, spero possiate raggiungerci presto..." Poco dopo ritornò dal gruppo. "Allora?" Chiese Maladesh. "Dove sei stato?" "Non ha importanza." Rispose Guisgard. "Pensiamo piuttosto a come prendere quella dannata torre!" "Allora è inutile restare qui a chiacchierare! Andiamo!" Esclamò Maladesh. E seguendo le indicazioni fornite loro dal compagno di Iwan, raggiunsero, nel cuore della foresta, la torre di Cosimus e davanti a loro si mostrò la desolante scena del massacro dei borgognoni. "Cosa è accaduto qui?" Chiese Maladesh. "Che il diavolo sprofondi negli inferi!" "Questi cavalieri hanno cercato di prendere la torre..." ripose Guisgard "... ma hanno fallito..." Poi, accorgendosi che tra i morti vi erano anche cavalieri di Provenza, disse: "Non ho altra scelta..." "Cosa intendi dire?" Chiese Tisson. "Indosserò una di queste armature ed avrò l'accesso alla torre..." "E poi?" Domandò Tisson. "Poi mi verrà qualcosa in mente..." "E' una pazzia!" Esclamò Tisson. "Non ho altra scelta!" Rispose con rabbia Guisgard. "Forse potrai contare su un potente alleato..." intervenne Maladesh, mostrando una piccola fiala. "Cosa sarebbe?" Chiese Guisgard. "L'illusione tra la vita e la morte..." rispose Maladesh "... tanto, cos'hai da perdere?" "Niente!" Rispose lui. "Ma spiegaci cosa hai in mente?" "Serve qualcuno con la faccia pulita... qualcuno che Cosimus non conosca..." Maladesh non finì neanche di parlare e fissò Cavaliere25. "Ragazzo mio..." disse "... ora avrai la possibilità di guadagnarti il titolo di degno mio allievo... sei pronto?" |
Guardai Maladesh e dissi si mio fedele e caro amico sono pronto a tutto pur di salvare quella dama mi lancerei anche nelle fiamme del inferno poi fissando Guisgard dissi cosa devo fare ditemi e io lo farò però se non riuscirò a ritornare vi chiedo una sola cosa prendetevi cura di buck è un fedele e dolce cane sarà sempre hai vostri ordini poi mi piegai e dissi ora amico mio devo lasciarti non so se ci rivedremo ma se non mi rivedrai sappi che sei stato un bravo cane ti voglio bene dissi e mi rialzai.
|
"Sei abbigliato come un frate..." disse Maladesh a Cavaliere25 "... ed in quella torre nessuno ti conosce. Hai la faccia pulita, quindi hai buone possibilità di darla a bere a quei dannati..."
Lo fissò per alcuni istanti e continuò: "Ascolta bene le mie parole, poichè dovrai ripeterle a chi te lo chiederà nella torre... di che dal convento dei benedettini sei stato inviato a benedire il luogo e la torre dopo la battaglia... poi chiederai se vi sono condannati o prigionieri... il giorno 29 di questo mese si celebrano i tre arcangeli, Michele, Gabriele e Raffaele e nel convento dispensiamo indulgenze ai rei... e se avrai fortuna e bravura ti conduranno dalla ragazza di Guisgard..." "Non è la mia ragazza!" Intervenne Guisgard. "Quante volte devo ripetertelo!" "E sia, ora sta zitto e non interrompermi...." disse Maladesh, per poi rivolgersi di nuovo a Cavaliere25 "... allora, ragazzo... come ti dicevo, si, allora ti mostreranno la ragazza... e tu le dirai che vogliamo aiutarla ad uscire, ma lei deve bere il filtro di quella fiala... e cerca di convincerla a berla quella fiala! Vai, ragazzo mio... e che il Cielo ti assista..." "Ragazzo..." gli disse Guisgard "... quando sarai da lei... dille che ti mando io... e che deve fidarsi poichè la libererò... ora va!" Buck si avvicinò e scodinzolò, per poi accucciarsi malinconico. "Vai, ragazzo!" Lo spronò Maladesh. |
Va bene dissi farò le cose che mi avete detto sperando di non dimenticarmi e mi incamminai verso la torre dopo un po mi fermai e mi girai verso gli altri poi ripresi il mio passo dentro di me pensai devo ricordarmiquelle parole se no salta la copertura da frate e mylady Talia muorirà e io non posso permetterlo.
|
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 14.05.16. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli